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Tag: strumenti

WEBINAR | BLUE OCEAN LEADERSHIP: ESERCIZI E METODI PER PENSARE LA TRANSIZIONE – MARTEDÌ 19 MAGGIO 2020

Riflessioni e strumenti per il business ai tempi del Coronavirus.

SOGES S.p.A.  continua con il ciclo di WEBINAR ad alto contenuto e gratuiti per tracciare una nuova rotta, martedì 19 maggio alle ore 17:00 con Silvio Colpo e Luca Molinari.

Durante il seminario si parlerà della BLUE OCEAN LEADERSHIP, di:

  • come utilizzare l’intelligenza, il buon senso e l’energia degli individui per attuare velocemente il cambiamento;
  • quanto è grande l’oceano di persone non ingaggiate;
  • come sviluppare e selezionare i nuovi profili di leaderhip?

Come iniziativa di responsabilità sociale d’impresa, la SOGES S.p.A. , propone non una quota di iscrizione, ma una donazione, volontaria e libera, a supporto della Protezione Civile Italiana e delle famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus.

Per registrarsi ai webinar è sufficiente scrivere una mail all’indirizzo webinar@sogesnetwork.eu

 

La Bussola per una nuova rotta: Riflessioni e strumenti per il business ai tempi del Coronavirus

Il ciclo di seminari per una nuova ripartenza.

SOGES S.p.A. ha deciso di far percepire la sua vicinanza alle aziende clienti proponendo un ciclo di WEBINAR ad alto contenuto e gratuiti per tracciare una nuova rotta:

Durante il seminario di ieri si è parlato di leadership in periodi di grande crisi e confusione. Nelle prossime settimane, invece, parleremo di:

  • BLUE OCEAN LEADERSHIP il 19 maggio alle ore 17:00, con Silvio Colpo e Luca Molinari;
  • SMART SIMPLICITY il 26 maggio alle ore 17:00, con Silvio Colpo;
  • VIRTUAL TEAM il 3 giugno alle ore 17:00, con Luca Molinari e Matteo Bianchi.

Come iniziativa di responsabilità sociale d’impresa, la SOGES S.p.A. , propone non una quota di iscrizione, ma una donazione, volontaria e libera, a supporto della Protezione Civile Italiana e delle famiglie degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella lotta al Coronavirus.

Per registrarsi ai webinar è sufficiente scrivere una mail all’indirizzo webinar@sogesnetwork.eu

WEBINAR | People Management in un contesto VUCA: esercizi e metodi per pensare la transizione – martedì 12 maggio 2020

Riflessioni e strumenti per il business ai tempi del Coronavirus.

SOGES S.p.A. ha deciso di far percepire la sua vicinanza alle aziende clienti proponendo un ciclo di WEBINAR ad alto contenuto e gratuiti.
Il primo seminario è People Management in un contesto VUCA che si terrà domani martedì 12 maggio dalle ore 17:00 alle ore 18:00.
L’approccio ai contesti VUCA, caratterizzati da profonda incertezza e complessità, sarà l’argomento del webinar tenuto da Paolo Mori, Client Leader di Soges Holding Company specializzato in gestione e sviluppo delle Risorse Umane.

In fasi di transizione la leadership assume connotati nuovi, rivoluzionari, di rottura: i gruppi sono chiamati a rinnegare le abitudini, le certezze di base, per apprendere nuove modalità operative.
Facile a scriversi, ma come trasformarlo in pratica?

I contesti VUCA sono quelli caratterizzati da volatilità (le cose cambiano spesso in breve tempo), incertezza saltano gli schemi ripetitivi, e quanto successo ieri non è per forza utile a prevedere il domani), complessità (aumentano i fattori, da gestire con competenze diversificate) e ambiguità (eventi poco chiari e indecifrabili), ed è sorprendente constatare quanto questi sostantivi, messi in fila, descrivano la quotidianità e i sentimenti di questi ultimi due mesi.

Ma non solo: i principi VUCA valgono per tutte le stagioni, e caratterizzano organizzazioni capaci di reagire attivamente agli stimoli del mercato.

Paolo Mori, oltre a fornire una chiave di lettura caratterizzata da un approccio concreto, proporrà alcuni esercizi per uscire dai vicoli ciechi e dalle preoccupazioni riferiti alle dinamiche aziendali e generati dal periodo: un vero e proprio prontuario di people management, perfettamente inserito nei quattro punti cardinali individuati da Soges Holding Company per gestire la ripresa delle attività durante e dopo l’epidemia di Covid-19.

Per iscriversi al webinar People Management in un contesto VUCA è sufficiente inviare una mail di richiesta con il proprio nominativo a
webinar@sogesnetwork.eu

 

Startup Tips: come attrarre e fidelizzare i clienti per la tua impresa

Startup e piccole imprese possono avere qualche difficoltà ad attirare i clienti: ecco perché è fondamentale sapere come fare e come fidelizzarli una volta trovati.

In un’epoca in cui sembra che le uniche realtà a poter dominare il mercato siano i grandi colossi internazionali, c’è un movimento un po’ nascosto che sceglie un modo diverso per fare impresa: stiamo parlando delle piccole realtà innovative che si concentrano su una nicchia di mercato, cercando di attrarre, soddisfare e fidelizzare i propri clienti.

Se anche la tua startup ha scelto questo modo di fare impresa, è fondamentale sapere quali sono i consigli degli esperti per trovare e attirare una clientela ristretta che possa però restare fedele nel tempo e fare anche del passaparola costruttivo e utile sul prodotto o servizio offerto.

Un lavoro di questo tipo richiede la capacità di stabilire una relazione duratura con il cliente, basata sulla fiducia e sulla soddisfazione dei suoi bisogni: ecco 5 modi per riuscire a farlo.

1. Assicurati di soddisfare il cliente

Una startup che vuole rivolgersi a una precisa nicchia di mercato deve ragionare come una piccola impresa, facendo del proprio meglio per rendere felici i clienti: assicurati di soddisfare i loro bisogni in modo efficace e puntuale, così da creare una rete di persone che possano parlar bene di te e del tuo lavoro.

2. Ascolta attentamente il cliente

Tutte le startup e più in generale le aziende dovrebbero ascoltare sempre con grande attenzione il cliente: soprattutto in un’epoca come la nostra, dove tutto cambia velocemente, l’impresa deve essere flessibile al punto tale da adattarsi rapidamente ai mutevoli gusti e bisogni del consumatore. Scegli i canali e gli strumenti giusti per comunicare con il tuo target di riferimento e saprai che cosa vogliono davvero i tuoi clienti.

3. Stabilisci legami forti con il target

Il vantaggio di avere a che fare con un target ristretto e una nicchia di mercato specifica è che puoi dedicare maggiore attenzione alla costruzione di legami quasi personalizzati. Non perdere l’opportunità di sfruttare tutto ciò a tuo vantaggio, facendo sentire più possibile speciali i tuoi clienti.

4. Trova ciò che funziona per te

Non tutti i consigli sono universali e non tutti gli approcci sono giusti per qualsiasi startup: non aver paura di ascoltare, osservare, studiare il target di riferimento e di calibrare la strategia costruendola su misura per le esigenze di mercato specifiche del tuo business.

5. Dai valore agli early adopter

Gli early adopter sono in un certo senso i clienti storici di una startup: in quanto tali, bisogna dargli valore e essere riconoscenti. Comunica ai tuoi migliori clienti la tua riconoscenza con offerte speciali pensate appositamente per loro: è un ottimo modo per fidelizzarli e ottenere in cambio un passaparola che vale più di qualsiasi campagna pubblicitaria.

FONTE: https://www.smartcompany.com.au/partner-content/articles/five-tips-customers-through-doors-business/

Startup Tips: 3 suggerimenti per trovare il fornitore dei tuoi sogni

Scegliere un fornitore, per una startup o un’impresa consolidata, è quasi come scegliere un partner per la vita: ecco come fare per essere sicuri di non sbagliare

Will Koffel, responsabile del Google Cloud Startup Program, ha scritto di recente un’interessante articolo pubblicato dal portale Entrepreneur dedicato al tema della scelta dei fornitori in una startup early stage. Il suo punto di partenza è che questa scelta rappresenta un momento di importanza cruciale per un’azienda giovane e in fase di sviluppo, per cui è importante riuscire a limitare al minimo possibile il margine di errore.

Una startup alle fasi iniziali della sua crescita deve evolversi in maniera rapida e mantenersi allo stesso tempo più flessibile che può, per adattarsi a un futuro incerto e in continuo cambiamento. Per poter fare un lavoro di questo tipo, moltissime startup si affidano all’utilizzo di app “preconfezionate” che solitamente sono di grande aiuto: la startup può risparmiare tempo e iniziare a lavorare partendo da una prima base tecnologica, a cui poi aggiungere man mano funzioni specifiche e miglioramenti personalizzati.

Ovviamente, diventa indispensabile riuscire a scegliere un buon fornitore di tecnologia e app preconfezionate di partenza: da qui, i 3 suggerimenti che Koffel dedica ai lettori.

1. Dai la priorità a ciò che serve agli sviluppatori

Uno sviluppatore felice è uno sviluppatore che lavora meglio: secondo uno studio del Dipartimento di Economia dell’Università di Warwick, i lavoratori felici superano del 12% il livello di rendomento medio dei loro colleghi.
Nel caso degli sviluppatori, scegliere uno strumento che garantisca una modalità di lavoro semplice e veloce a fronte di un ottimo risultato è la strada per la felicità.

2. Non reinventare nulla

Affidarsi a uno strumento tecnologico stile “coltellino svizzero”, in grado di risolvere tutti i problemi con una sola tecnologia è di solito causa di un output di qualità inferiore.
Meglio orientare la propria scelta su uno strumento che offra soluzioni specifiche, magari di tipologia modulare e open source per offrire la giusta flessibilità man mano che le esigenze cambiano e si evolvono.

Non è consigliabile, dunque, affidarsi a una tecnologia per poi modellarla praticamente ex novo per adattarla al proprio progetto: meglio scegliere più moduli e framework da poter aggiungere o eliminare a seconda delle necessità.

3. Utilizza un “possibility-driven development”

Di solito ci si affida a uno sviluppo basato su test empirici e sul comportamento, ma raramente si pensa di basarsi su un altro aspetto fondamentale: lo sviluppo basato sulle possibilità. Questa modalità è invece molto utile per una startup alla ricerca del successo, perché si basa su ciò che è effettivamente possibile raggiungere in una situazione specifica.

Gli sviluppatori dovrebbero lavorare a partire da ciò che hanno a disposizione, tenendo un occhio sulle tendenze tecnologiche del momento e l’altro su ciò che rilasciano grandi startup e colossi tecnologici che possano fornire nuovi strumenti utili: osservare tutto, per poi focalizzare l’attenzione e il lavoro esclusivamente su ciò che è possibile realizzare senza inseguire sogni luccicanti e impossibili.

FONTE: https://www.entrepreneur.com/article/343494

Call4Digital: 6 mesi di incubazione all’IC406 di Bari con premi fino a 40 mila euro

Il programma di incubazione per Start Up Digitali promosso da IC406.

Il Programma Call4Digital è l’iniziativa promossa da IC406 – Innovation Camp di Auriga – e gestita in collaborazione con PoliHub Servizi s.r.l. – Incubatore d’impresa del Politecnico di Milano – a sostegno di nuove idee imprenditoriali nel settore del Digital Business.

L’incubatore si rivolge in particolare ad iniziative operanti nei seguenti ambiti:

  • Blockchain/Criptovalute/Smart Contracts;
  • Intelligenza Artificiale;
  • Internet of Things;
  • Realtà Aumentata, Virtuale, Mista;
  • Insurtech;
  • Fintech.

IC406 intende sostenere team di giovani studenti, laureandi, laureati, ricercatori, tecnici e personale docente di istituzioni accademiche, inventor, maker, liberi professionisti che abbiano sviluppato una proposta imprenditoriale innovativa nell’ambito del Digital Business.

Il Programma si articolerà in un orizzonte temporale di 6 mesi, durante il quale i team selezionati otterranno:

  • un pacchetto di servizi dedicati allo sviluppo del progetto imprenditoriale, per
    un valore complessivo di 40.000 euro;
  • un grant in denaro nella misura massima di 20.000 euro per l’acquisto di strumenti o servizi specifici per il progetto imprenditoriale.

Le candidature potranno essere inviate entro le ore 23:59 del 2 aprile 2019 al seguente link: https://www.ic406.com/call4digital/

Per maggiori informazioni e dettagli si invita a consultare il Regolamento.

Per qualsiasi informazione puoi contattarci all’indirizzo email: call4digital@ic406.com

startup productivity

Startup Tips: come aumentare la produttività della tua startup in 5 mosse

Vuoi aumentare la produttività della tua startup? Prova questi 5 semplici consigli che miglioreranno il tuo business

Se sei uno startupper alla sua prima esperienza come imprenditore, avviare il tuo business sarà probabilmente difficile per te: la vita è completamente stravolta da questa nuova avventura e la lista di cose da fare ogni giorno cresce sempre di più.

Inoltre, in un team agli inizi ci sono poche persone e tanti ruoli da svolgere: strategist, marketer, responsabile delle risorse umane, analista finanziario… per non parlare della gestione delle attività di assistenza clienti!

In uno scenario così complesso, far crescere la produttività della tua startup può sembrarti un’impresa impossibile: esistono però alcuni consigli semplici da mettere in pratica che potrebbero darti una mano.

Partiamo da una definizione: la produttività non è il numero di ore che dedichi al lavoro, è la quantità di lavoro che metti in quelle ore. Ciò significa che massimizzare la produttività di una startup giovane non significa necessariamente lavorare di più, significa lavorare bene nel tempo che si ha a disposizione.

Vediamo quali sono i 5 consigli utili per aumentare la produttività della tua startup:

1) Lettura

Se la stanchezza sta prendendo il sopravvento sulla voglia di tenere duro, impiega del tempo a leggere libri motivazionali: la lettura è sempre una fonte inaspettata di ispirazione per un imprenditore!

Non trascurare la lettura di blog e siti web sull’argomento startup: potrai comprendere le strategie di chi ce l’ha fatta prima di te e trovare nuovi spunti per la tua creatività.

2) Sposta l’attenzione su altro

Quando lavori alla tua startup il mondo inizia a ruotare esclusivamente intorno al business: diventa difficile vedere oltre, ma fare la stessa cosa tutto il giorno è deleterio.

Prova a staccare per un po’ dal lavoro e fai altro, in modo tale da guardare le cose da un’altra prospettiva e ritrovare la voglia di fare.

3) Tecnologia

Esistono degli strumenti e delle tecnologie studiati ad hoc per potenziare il livello di produttività di una startup: usali per aiutarti ad essere maggiormente connesso e sentirti più tranquillo sul lavoro.

La tecnologia è fondamentale per le attività di social networking, contabilità, analisi, gestione delle relazioni con i clienti e tanto altro: trova gli strumenti più adatti a te e al tuo team e usali!

4) Automazione

Oltre alla tecnologia, anche l’automazione può rendere decisamente più semplice la vita di uno startupper: il suo apporto al miglioramento della produzione sta nel fatto che offre la possibilità al team di concentrarsi sulle attività cruciali, anzichè su quelle ripetitive dandoti modo di lavorare in maniera più smart ed efficace.

5) Risolvi i problemi di cultura aziendale

Aumentare la produttività significa fare un utilizzo il più possibile saggio dei vostri soldi, del vostro tempo e delle vostre energie: ciò significa costruire una cultura aziendale che permetta a tutti di lavorare senza intoppi di alcun genere.

Se il tuo team riscontra dei problemi o delle distrazioni bisogna impegnarsi per risolvere la questione prima possibile e dare a tutti la possibilità di lavorare al meglio ed essere più produttivi.

FONTE: https://blog.markgrowth.com/5-easy-to-do-productivity-tips-that-will-improve-your-startup-d83740429798

Better Entrepreneurship Policy Tool, il nuovo strumento UE per sostenere l’imprenditorialità sociale e inclusiva

E’ appena nato “Better Entrepreneurship Policy Tool” il nuovo strumento dell’Unione Europea con l’obiettivo di sostenere l’imprenditorialità sociale e inclusiva

La Commissione Europea e l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) hanno recentemente lanciato un nuovo strumento europeo per l’imprenditorialità.

Lo strumento è denominato Better Entrepreneurship Policy Tool e nasce allo scopo di rendere le politiche imprenditoriali dell’Unione Europea maggiormente inclusive e sociali, attraverso una vera e propria analisi delle risposte ai sondaggi (Assessment) per conoscere meglio l’attuale situazione in Europa per le imprese sociali e inclusive.

Il focus, quindi, è sulle politiche a sostegno dell’imprenditoria sociale e dell’imprenditorialità da parte di persone provenienti da gruppi sottorappresentati (giovani, donne, migranti, disoccupati), con l’obiettivo di raggiungere risultati migliori a livello europeo in termini di innovazione, creazione di nuovi posti di lavoro e crescita economica.

Lo strumento Better Entrepreneurship Policy Tool è disponibile on-line e offre ai decisori politici e agli altri stakeholder dei Paesi Membri UE (ad esempio associazioni e reti di imprese, camere di commercio, istituti di ricerca, ecc.) la possibilità di rispondere a un breve sondaggio per valutare l’ecosistema di riferimento e, sulla base dei risultati, considerare quali iniziative e migliori pratiche adottare.

L’analisi delle risposte ai sondaggi del Better Entrepreneurship Policy Tool consentirà di progettare le migliori politiche in tema di imprenditorialità sociale e inclusiva a livello locale, regionale e nazionale.

Gli utenti potranno, inoltre, invitare altre parti interessate a rispondere allo stesso sondaggio, stimolando la riflessione e il dibattito sulle tematiche in questione, rendendo possibile il passaggio all’azione con una consapevolezza maggiore della situazione di partenza.

Lo strumento UE Better Entrepreneurship Policy Tool sarà disponibile in 24 lingue. Collegandosi alla sezione “Assessment” è già possibile compilare i questionari di valutazione, che presto saranno resi disponibili anche in italiano.
Al momento, per la versione in inglese del sito è possibile fare riferimento al seguente link: https://www.betterentrepreneurship.eu/en

Credito d’imposta per R&S: i dettagli e le informazioni sul Bonus Ricerca per startup e imprese

Diventa pienamente operativo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 174 del 29 luglio 2015) del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 maggio 2015, il Credito d’imposta per attività in Ricerca & Sviluppo.

Per spiegare nel dettaglio le modalità di fruizione e il funzionamento dell’agevolazione, lo scorso 28 febbraio la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato una Circolare di chiarimento relativa alla nuova versione del cosiddetto “Bonus Ricerca”, o credito d’imposta per attività in R&S.
Previsto dalla Legge di Stabilità 2015, il Bonus Ricerca è un’agevolazione aperta a tutte le imprese italiane (indipendentemente dalle dimensioni, dal fatturato, dalla forma societaria) che effettueranno, nei periodi di imposta dal 2015 al 2019, spese per attività di R&S per un ammontare annuo pari ad almeno 30.000 €.

R&S
Bonus Ricerche: credito d’imposta per R&S

 

Come abbiamo visto qualche tempo fa, in questo post del nostro blog, il Credito di imposta previsto dalla Legge di Stabilità 2015 modifica sostanzialmente la precedente versione prevista da Destinazione Italia: il bonus è infatti destinato a tutti i titolari di reddito di impresa, senza vincoli di alcun tipo, mentre in precedenza era riservato ad imprese con un fatturato annuo inferiore a 500.000 €.

Inoltre, il nuovo Credito di imposta per attività di R&S si differenzia dal precedente per quanto riguarda la decorrenza: in precedenza, il limite temporale era infatti fissato al 31 dicembre 2016, mentre oggi è possibile beneficiare del bonus per investimenti in attività di R&S effettuati nei periodi d’imposta dal 2015 al 2019.

Ancora, il Bonus Ricerca funziona su basi di automaticità: non sono previste istanze telematiche per richiederlo e i controlli vengono effettuati esclusivamente ex post.
Il Bonus Ricerca, inoltre, non rientra nella natura degli Aiuti di Stato ai sensi della normativa comunitaria, pertanto non richiede l’approvazione della Commissione Europea.

Novità sostanziale del nuovo Credito d’imposta per attività di R&S è la maggiorazione premiale prevista per attività di R&S svolte attraverso il ricorso a contratti di ricerca, con università, enti, imprese e startup. Tale premialità è prevista anche per le attività di R&S svolte da personale altamente qualificato.
Secondo la Legge di Stabilità, tale premialità consiste nell’aumento dell’aliquota per il calcolo del credito, che passa dal 25% al 50% al ricorrere delle due situazioni sopra citate.

Il Credito d’imposta per attività in R&S può quindi essere ottenuto da qualsiasi impresa in Italia, a prescindere dalle dimensioni e dalla forma societaria, nel rispetto dei seguenti limiti:

Limite minimo di spesa: 30.000 € annui;
Limite massimo di credito: 5 milioni € annui.

Le attività di R&S considerate ammissibili sono, ad esempio, quelle relative a lavori sperimentali o teorici di “ricerca fondamentale”; ricerca pianificata e indagini critiche per acquisire nuove conoscenze da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi (o migliorare prodotti, processi e servizi già esistenti); acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti per piani, progetti o disegni di nuovi prodotti, processi o servizi (o per il miglioramento di quelli esistenti).

Riguardo, invece, alle spese ammissibili per la determinazione del Credito d’imposta ricordiamo:

1) personale altamente qualificato impiegato nelle attività di R&S;
2) quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti ed attrezzature di laboratorio;
3) spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca, organismi equiparati, altre imprese, startup innovative;
4) competenze tecniche e privative industriali.

COME SI CALCOLA L’AMMONTARE DEL BONUS

Tornando alla Circolare del 28 febbraio 2015, particolarmente rilevanti sono i chiarimenti sulle modalità di determinazione del bonus: bisogna infatti calcolare la spesa incrementale, partendo dalla media degli investimenti in R&S effettuati nei tre periodi di imposta precedenti.
Per le nuove imprese, in attività da meno di tre anni, la media va calcolata sull’intero periodo a partire dalla costituzione.

Tale media va confrontata con il totale degli investimenti in R&S realizzati nel periodo di imposta per il quale si intende beneficiare del Bonus Ricerca: da questo confronto si ottiene la spesa incrementale.
La spesa incrementale, infine, va moltiplicata per l’aliquota di riferimento: in generale, il 25%, se incorrono i due casi precedentemente segnalati l’aliquota da considerare è invece pari al 50%.

Per maggiori informazioni e dettagli, la Circolare del 28 febbraio 2015 è scaricabile in formato PDF al seguente link: http://www.fondazionenazionalecommercialisti.it/node/739

Napoli, 05/03/2015

Innovazione e metodologia Lean: dalle startup alle aziende consolidate, secondo Steve Blank

Negli ultimi 5 anni la metodologia Lean Startup ha permesso agli imprenditori di costruire startup di successo adoperandosi nella ricerca del product/market fit, piuttosto che nel lanciarsi “alla cieca” nelle attività di execution. Le aziende corporate che perseguono l’innovazione cercano un modo efficace per poter applicare i principi di Open Innovation, ma trovare una teoria unificata dell’innovazione, che sia adattabile alle esigenze di aziende corporate e, contemporaneamente, alle esigenze di sviluppo rapido di una startup non è decisamente un’impresa semplice. Ci ha provato Steve Blank, che racconta la sua esperienza e i risultati delle sue attività in un post pubblicato poche settimane fa nel suo blog.

Di recente, alcuni innovatori particolarmente coraggiosi hanno tentato di sovrapporre gli strumenti Lean e le tecniche che funzionano nelle startup ad aziende corporate ed enti governativi, ma i risultati sono stati deludenti, caotici e frustranti: in definitiva, fallimentari. Queste brevi esperienze si sono trasformate in una sorta di “Teatro dell’Innovazione”, fatto di grandi proclami e comunicati stampa, ma senza cambiamenti reali e sostanziali.

Lavorando in collaborazione con Greg Hannon, responsabile dell’Innovazione a W.L.Gore, Steve Blank ha rilevato due strumenti di corporate strategy sviluppati da persone smart che possono aiutare ad intersecare i principi di Lean Startup a quelli di Corporate Innovation:

Il primo è la nozione di “ambidextrous organization” (di O’Reilly e Tushman), secondo cui le aziende che vogliono fare innovazione devono lavorare su due binari paralleli: da un lato, continuare ad eseguire il core business aziendale, dall’altro, lavorare per l’innovazione.

La seconda grande idea per la corporate innovation è rappresentata dai “Three Horizons of Innovation”, identificati da Baghai, Coley e White. Secondo questa teoria, le aziende devono allocare le proprie innovazioni in una delle tre categorie coincidenti con altrettanti “Orizzonti”:

Horizon 1: business maturi
Horizon 2: business in rapida crescita
Horizon 3: business emergenti

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A ciascun orizzonte corrispondono focus, management, strumenti e obiettivi differenti.
I tre orizzonti forniscono una tassonomia incredibilmente utile, ma nella pratica sono utilizzati dalle aziende come una semplice schematizzazione incrementale dell’execution di un business model. In realtà, questo strumento consente di spiegare in un modo del tutto nuovo come funziona l’innovazione all’interno di un’azienda corporate.

Ecco, infatti, che Blank spiega come ottenere un’innovazione più rapida applicando gli strumenti tipici delle startup (Business Model Canvas, Customer Development, Agile Engineering) assieme alla metodologia Lean e, infine, come adattare il tutto alle necessità e peculiarità delle aziende corporate.

Punto di partenza di Blank saranno quindi i “Three Horizons of Innovation”, cui viene applicata la metodologia Lean. A questi sarà affiancato il concetto di “ambidextrous organization”, e il risultato sarà un metodo di sviluppo rapido per idee innovative all’interno di aziende già consolidate.

Applicando la metodologia Lean Startup ai “Three Horizons of Innovation”, il risultato sarà la riformulazione dei tre orizzonti nel modo seguente:

Horizon 1: attività a supporto di business model già esistenti
Horizon 2: focus sullo sviluppo di business esistenti attraverso business model parzialmente noti
Horizon 3: focus su business model sconosciuti

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Il primo orizzonte (Horizon 1) rappresenta il core business dell’azienda: qui, quest’ultima si concentra nell’execution di un business model noto (sono conosciuti i clienti, le caratteristiche di prodotto, il pricing, i canali distributivi, la supply chain, etc). Nell’Horizon 1, l’azienda utilizza capacità e competenze esistenti in attività a basso rischio. Questo tipo di gestione funziona quando esistono processi ripetibili e scalabili, dove e possibile identificare procedure, metriche, KPI per l’execution e misurare i risultati del business.

Nel secondo orizzonte (Horizon 2), l’azienda estende il suo core business cercando nuove opportunità per il suo modello di business (ad esempio, canali di distribuzione differenti, nuovi clienti che utilizzano lo stesso prodotto, nuovi prodotti da vendere ai clienti esistenti, etc). In questo caso, si utilizzano per la maggior parte delle attività capacità e competenze già esistenti in azienda e le attività presentano ancora un livello di rischio moderato. La gestione in caso di Horizon 2 rappresenta quindi una sperimentazione all’interno del business model esitente.

Il terzo orizzonte (Horizon 3) è quello in cui le aziende mettono a lavorare gli “imprenditori folli”, quelli che in una startup sono solitamente rappresentati dal CEO. Si tratta di innovatori che vogliono sperimentare nuovi e rischiosi modelli di business: in questo caso, l’azienda corporate è in una situazione molto simile a quella in cui si trova una startup in fase di incubazione. In questo orizzonte, gli “imprenditori folli” operano con grande rapidità allo scopo di trovare un business model ripetibile e scalabile. I team che lavorano a questi progetti devono essere fisicamente separati dalle divisioni operative dell’azienda (ad esempio in un incubatore d’impresa) e hanno bisogno di piani, procedure, politiche, KPI differenti rispetto a quelli utilizzati nell’Horizon 1. Inoltre, per questo tipo di progetti, bisogna prevedere team di piccole dimensioni (meno di 5 componenti) che devono confrontarsi con almeno 100 persone in 10 settimane, iterando e modificando il prodotto in base ai feedback ricevuti. Date le piccole dimensioni dei team e le scarse spese di gestione, un’azienda corporate può mettere in atto più progetti in parallelo a livello di Horizon 3.

In ogni caso, le attività svolte sugli Horizon 2 e 3 non devono mai essere totalmente distaccate dalla struttura aziendale: ecco perchè è indispensabile che i manager delle attività implementate a livello di Horizon 1 siano in costante contatto e di supporto a chi lavora alle attività a livello degli altri due Horizon.

Ma cosa accade alle innovazioni sviluppate a livello degli Horizon 2 e 3? Blank spiega che lo scopo finale è che queste vengano adottate a livello di Horizon 1, a meno che non raggiungano una dimensione talmente rilevante da poter diventare un’organizzazione autonoma, o da poter essere venduta all’esterno.

Nel caso in cui un’azienda corporate si trovi a gestire numerosi progetti a livello di Horizon 2 e 3, entra in gioco inesorabilmente il concetto di “ambidextrous organization”: i progetti innovativi devono essere sviluppati in parallelo con il business model centrale, che serve i clienti già esistenti. Per ottenere questo tipo di scenario, è fondamentale che i manager condividano un intento strategico, una vision e dei valori comuni: inoltre, la parallela esecuzione delle attività dei tre orizzonti richiedere una grande capacità di gestione e risoluzione dei conflitti.

Per leggere il post originale: http://steveblank.com/2015/06/26/lean-innovation-management-making-corporate-innovation-work/

Napoli, 15/07/2015

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