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In arrivo due “Trial Day” per le startup di VulcanicaMente3: due appuntamenti cruciali in programma il13 e il 20 ottobre

E’ quasi in dirittura di arrivo il percorso di accelerazione delle startup vincitrici di “VulcanicaMente: dal talento all’impresa 3”, che terminerà a dicembre 2015 con l’assegnazione dei premi in palio ai team che avranno superato con successo l’intero cammino.

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In vista della chiusura del percorso, nelle prossime due settimane il CSI – Incubatore Napoli Est ospiterà due importanti momenti di verifica dello stato di avanzamento dei progetti, in modalità Trial Day”: si tratta di due eventi ristretti durante i quali ciascun team avrà l’opportunità di presentare la propria idea con l’obiettivo di verificarne lo stato di avanzamento, il raggiungimento delle milestones previste e la necessità di eventuali pivot e svolte strategiche. Verifica utile anche ai fini della selezione dei team che potranno beneficiare dei premi in palio: la seconda tranche del premio in denaro e gli ulteriori contributi, fino a 20.000€ per ciascuna impresa, messi a disposizione dal Comune di Napoli.

Gli eventi rappresentano un momento di confronto e verifica di fronte a esperti/investor, che ancora non conoscono i progetti da vicino, e di esaminare i primi numeri di traction e ricevere preziosi feedback e consigli. Nel dettaglio:

Trial Day di VulcanicaMente3 – 13 ottobre 2015

I team presenteranno il proprio progetto ad Alberto Giusti ed Enrico Cattaneo, del team di 42advisory (oltre che mentor dei team di #VulcanicaMente3). Nello specifico, le startup dovranno affrontare tre pitching session con altrettante brevi presentazioni (della durata di due minuti ciascuna). I tre mini-pitch saranno incentrati sulle seguenti aree:

1) Mercato e Competitor,

2) Team e Modalità di lavoro,

3) Pivot e Metriche di validazione

Come previsto dal Programma, al termine di ciascuna presentazione, i mentor e le startup avranno a disposizione sessioni di Q&A, per confrontarsi sull’attuale stato di avanzamento dei progetti.

Dall’idea all’exit – 20 ottobre 2015

L’evento si svolgerà alla presenza di Augusto Coppola di LUISS ENLABS, nel corso di una giornata interamente dedicata all’ecosistema startup e ai giovani aspiranti imprenditori di #VulcanicaMente3 e non solo (l’evento è aperto al pubblico, con posti limitati. Il link per registrarsi è disponibile qui). In particolare, dopo una mattinata dedicata al workshop a cura di Augusto Coppola dal titolo “Dall’idea all’exit”, nel pomeriggio le startup del percorso avranno a disposizione cinque minuti per presentare il proprio pitch, seguiti da un momento di confronto e feedback che coinvolgerà tutti i presenti.

Napoli, 09/10/2015

The Startup Framework: sei passi per convalidare il prodotto senza investire capitale

Mitchell Harper è CEO di Capital H Labs, startup studio che si occupa di prodotti e strumenti utili alle nuove aziende nel loro percorso di crescita, ed è co-founder di Bigcommerce, startup fondata nel 2009 che conta oggi oltre 100.000 clienti e 500 dipendenti. Sul portale Medium ha recentemente pubblicato i suoi consigli per le startup, con particolare riferimento ad un framework in 6 fasi da utilizzare allo scopo di convalidare l’idea prima di iniziare ad investire denaro nel progetto.

Secondo Harper, sono essenzialmente due le attività da svolgere in una startup prima di lanciare il prodotto:

1) validare il bisogno del prodotto,
2) creare un prodotto che risponda al bisogno riscontrato.

La validazione del prodotto è essenziale per una startup: senza un’adeguata validazione del prodotto rispetto al mercato di riferimento, infatti, si rischia di ritrovarsi tra le mani un prodotto per il quale nessuno sarà disposto a pagare. Ciò significa bruciare un sacco di risorse in termini di tempo, lavoro e denaro, per non parlare degli strascichi che il team porta addosso dopo un fallimento.

Ecco perchè il team di Harper ha realizzato un vero e proprio framework, un canovaccio di attività da seguire ed implementare prima di investire anche un solo euro in una startup: vediamo quali sono le fasi che lo compongono.

FASE 1 – Identificare il problema, non la soluzione

Lo scopo è quello di riuscire a spiegare in maniera chiara ed articolata un problema che si verifica regolarmente per voi e/o per gli altri. Attenzione: in questa fase occorre concentrarsi esclusivamente sul problema, la soluzione sarà in un secondo momento.
Bisogna riuscire a descrivere il problema in una frase, più semplice possibile, ad esempio:

– Non è possibile continuare a mantenere un contatto con la clientela una volta che lasciano il ristorante;
– La progettazione grafica di qualità professionale per i social media è troppo difficile.

In conclusione, si avrà l’idea solo quando si sarà in grado di articolare il problema in una frase unica, semplice ed efficace.

FASE 2 – Determinare se si tratta o meno di un problema di primo livello

Identificare i problemi è piuttosto semplice, ce ne sono ovunque: ciò che davvero una startup deve riuscire a fare è identificare un problema “di primo livello”. Per problema di primo livello si intende che quello che si sta cercando di risolvere rappresenta uno dei tre problemi più importanti che i potenziali clienti stanno vivendo.

Prendiamo, ad esempio, il caso in cui il nostro cliente target sia il CEO di una piccola impresa. I primi cinque problemi del target di riferimento potrebbero essere i seguenti:

1. Generare più vendite
2. Far funzionare in maniera efficiente il marketing (assumere un responsabile marketing)
3. Esternalizzare (outsurcing) il payroll ed i benefit
4. Migliorare la product selection
5. Avviare una campagna social efficiente, investendo in Facebook Ads

Se la nostra startup sta cercando di lanciare sul mercato un social media tool, è evidente che il CEO di una piccola impresa non dovrebbe essere il suo target di riferimento: il problema dei social media, infatti, non è tra i primi tre della sua lista, bensì si trova al quinto posto. I CEO di una piccola impresa saranno, quindi, troppo impegnati a risolvere i primi tre problemi per interessarsi sufficientemente al prodotto della startup in questione.

Questo ragionamento è spesso difficile da accettare per i founder di una startup, che sono convinti di avere il miglior prodotto possibile da offrire: la verità è che bisogna identificare il proprio target in maniera più efficace, costruendo un vero e proprio profilo/base di chi è interessato ad acquistare il prodotto. Ad esempio, identificando le dimensioni dell’azienda, il ruolo, la localizzazione ed il settore di riferimento.

Una volta costruito il profilo-base del potenziale cliente target, è utile costruire una lista di almeno 20 persone che soddisfano i requisiti (ad esempio, basandosi sui profili LinkedIn). A questo punto, occorre inviare un messaggio ad ognuno dei nomi presenti nella lista per proporre una breve chiamata conoscitiva, allo scopo di effettuare una ricerca di mercato.

Quando si scrive il messaggio occorre tenere ben presenti alcuni brevi ed efficaci consigli offerti da Harper: essere brevi e andare dritti al punto, specificare il giorno e l’ora in cui si vuole effettuare la chiamata, costruire una lista di almeno 3 volte il numero di persone che si desidera effettivamente intervistare.

Una volta giunti a questo punto, si avrà a disposizione una lista di potenziali clienti che realmente vivono il problema identificato: si può dunque procedere con le interviste, che dovranno essere costruite in modo tale da convalidare alcuni elementi.

Al termine delle interviste dovranno essere ben chiari i seguenti punti:

1. Il modo in cui si sperimenta il problema
2. Quanto è effettivamente sentito il problema (è un problema di livello 1?)
3. Come cercano di risolvere il problema attualmente
4. Sarebbero disposti a pagare per una soluzione?

FASE 3 – Identificare correttamente le soluzioni attualmente esistenti

Tra le informazioni di cui si dispone dopo aver effettuato le interviste, ci sarà un’idea ben chiara del modo in cui attualmente è possibile risolvere il problema. Ad esempio, gli intervistati potrebbero nominare specifici prodotti o aziende a cui fanno riferimento. A tal proposito, l’autore mette in guardia da un possibile e diffuso errore in fase di intervista: non bisogna chiedere nello specifico “quale prodotto utilizza al momento per affrontare il problema?”, ma mantenersi su un generico “in che modo affronta il problema attualmente?”.

Solitamente, una startup cercherà di risolvere un problema che già altre aziende provano a risolvere: ciò può accadere in un mercato abbastanza grande, con un problema di livello 1 che almeno un concorrente attualmente risolve in maniera efficace (ciò può significare che esiste traction, che ha raccolto fondi, che è in attività da alcuni anni, che è in fase di crescita, etc).

Se non esiste nessuno che sta cercano di risolvere quello specifico problema, invece, bisogna fare attenzione: nella maggior parte dei casi significa che non esiste un mercato di riferimento, o che non è abbastanza grande da giustificare un investimento.

FASE 4 – Cercare i difetti delle soluzioni esistenti

Che ci siano o meno dei prodotti che attualmente risolvano in qualche modo il problema, lo step successivo consiste nel capire quali sono i difetti dell’attuale processo di soluzione del problema.

Se c’è già un prodotto concorrente, lo scopo deve essere quello di capire in che modo la nostra startup può riuscire ad offrire qualcosa di diverso e maggiormente efficace: non basta una semplice differenza, occorre che sia una differenza che rende la nostra soluzione migliore di quella dei concorrenti.

Se non c’è un prodotto concorrente vero e proprio, ma un processo composto da una serie di prodotti, servizi, modalità che gli intervistati utilizzano, è utile capire bene di cosa si tratta per capire quali siano i difetti di questo processo (tempi, complessità, costi, frustrazione).

Lo scopo finale della fase 4 è quello di riuscire ad articolare chiaramente in che modo la nostra soluzione è migliore rispetto agli attuali prodotti/processi utilizzati.

FASE 5 – Verificare se esiste un budget per la soluzione

Se esistono già dei prodotti concorrenti, è possibile osservare e studiare i loro dati in termini di traction: stanno crescendo rapidamente? Hanno un sufficiente volume di clienti? Hanno chiuso con successo operazioni di fund raising? Stanno assumendo personale?

Se ci sono dei segnali di crescita per i concorrenti, significa che questi ultimi hanno un buon prodotto, che sta generando entrate e per cui ci sono dei clienti disposti a pagare. Il che significa che qualcuno ha un budget assegnato per prodotti di questo tipo.

A questo punto può essere utile effettuare alcune interviste di follow-up (possono bastarne 10) per chiedere un parere sul prezzo che sarebbero disposti a pagare per una soluzione al problema che hanno dichiarato di vivere. Questa seconda tornata di chiamate potrebbe essere strutturata nel modo seguente:

ricapitolare il problema,
spiegare la nostra soluzione, focalizzandosi sul perché è migliore di quelle attuali,
chiedere quanto sarebbero orientativamente disposti a pagare per la nostra soluzione.

FASE 6 – Utilizzare le informazioni ottenute per stabilire una roadmap

Una volta identificato il problema, la soluzione, il potenziale mercato di riferimento, la concorrenza, il vantaggio competitivo e il prezzo è possibile prendere una decisione definitiva: avviare o meno una startup?

Se si decide di avviare una nuova impresa, è possibile compiere i successivi passi come la pianificazione del prodotto e la costruzione del MVP. Ma, nella definizione della sua roadmap con tutte le attività e gli obiettivi, la startup prenderà il via con il vantaggio essere riusciti a validare il prodotto senza aver investito capitale, grazie al framework proposto da Harper.

Per leggere il post originale: https://medium.com/swlh/the-startup-framework-to-validate-your-idea-before-you-spend-1-5c475a3bbd6f

Napoli, 09/10/2015

Lucca Start & Up: i migliori progetti su gaming, fumetti ed animazione a Lucca Comics & Games 2015

Sono aperte le candidature per partecipare a Lucca Start & Up, iniziativa promossa dal Polo Tecnologico Lucchese e da Lucca Comics & Games allo scopo di selezionare e valorizzare i migliori progetti nel campo di giochi & videogiochi, fumetti ed animazione promossi da startup, imprese, creativi, sviluppatori e makers.

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Possono partecipare alle selezioni persone fisiche e giuridiche con progetti caratterizzati da innovatività e creatività. I candidati dovranno inviare la scheda di progetto (scaricabile qui) e il proprio CV entro la deadline fissata al 20 ottobre 2015, secondo una delle seguenti modalità:

Posta ordinaria, all’indirizzo Lucca Innovazione e Tecnologia srl, Corte Campana n. 10, 55100 Lucca (LU)
e-mail, all’indirizzo info@polotecnologicolucchese.it
a mano, presso la sede di Lucca Innovazione e Tecnologia

I progetti di Lucca Start & Up possono riguardare lo sviluppo di un gioco o un videogioco, un’app, una nuova serie animata o un fumetto. I candidati saranno valutati sulla base di una serie di parametri:

grado di innovazione,
fattibilità tecnica,
fattibilità economica,
stato di avanzamento del progetto,
competenze dei proponenti.

I progetti selezionati avranno diritto alla partecipazione gratuita all’evento Lucca Comics & Games 2015 (che si terrà come ogni anno a Lucca, dal 29 ottobre al 1° novembre 2015), e saranno ospitati presso lo stand espositivo del Polo Tecnologico Lucchese. Si tratta di una grossa opportunità per i vincitori, in termini di visibilità, ma anche di possibilità di validazione e valutazione per i progetti selezionati, che potranno presentare i prodotti al pubblico di potenziali partner e utenti in occasione di una delle più importanti manifestazioni del settore.

Inoltre, i vincitori potranno beneficiare di un servizio di assistenza allo sviluppo del Business Plan e del progetto offerto dal Polo Tecnologico Lucchese.

Per maggiori informazioni, per scaricare la modulistica e il bando e per contattare gli organizzatori di Lucca Start & Up il link di riferimento è: http://www.polotecnologicolucchese.it/content.php?p=pri&nid=73

Napoli, 08/10/2015

You Is Now: tre mesi a Berlino e 15.000 € seed per le migliori web startup Real Estate e Mobility

You Is Now, acceleratore tedesco di ImmobilienScout24, ha lanciato la sua call for startup per la Class II 2015 del suo programma di accelerazione: la struttura è alla ricerca di startup early stage e web based nei settori Real Estate e Mobility.

Le application on-line sono aperte fino al 18 ottobre 2015 al seguente link: https://www.f6s.com/youisnow-classll2015

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Alle startup selezionate saranno offerti un seed investment da 15.000€ ed un percorso di accelerazione della durata di tre mesi negli office spaces di Berlino, dal 9 novembre 2015 al 9 febbraio 2016, con mentoring e coaching da parte di esperti internazionali.

Il programma di accelerazione ricopre una serie di aspetti fondamentali nel lancio di un nuovo business: product market fit, customer acquisition e fundraising sono alcuni esempi delle tematiche che saranno trattate nei tre mesi a You Is Now.

Inoltre, il percorso prevede, oltre a guest speakers, workshop e office hours con gli esperti, delle lezioni settimanali al Founder Institute Berlin.

Infine, le startup di You Is Now seguiranno un percorso di Pitch Training in vista del Demo Day finale, durante il quale avranno l’opportunità di presentarsi a potenziali partner ed investitori.

Per maggiori informazioni: http://www.youisnow.com/

Napoli, 07/10/2015

Startup e grandi aziende a confronto: puntando a soddisfare il cliente, Davide riesce a vincere contro Golia

Darren Guarnaccia è Chief Strategy Officer per Sitecore, azienda leader globale nel settore del Customer Experience Management: il suo compito è quello di guidare la strategia dell’azienda, plasmare i prodotti in maniera tale da semplificarne la complessità ed offrire al cliente la miglior esperienza possibile.

Alcune settimane fa, il portale Mashable ha pubblicato un articolo di Guarnaccia dal titolo “Size matters: Why it’s better for startups to be David than Goliath”.
Si tratta di un interessante punto di vista che accomuna le startup al piccolo Davide e i grandi colossi dell’industria al gigante Golia: nella leggenda, Davide riesce a vincere la battaglia grazie alle sue tattiche intelligenti fino ad abbattere Golia con una semplice fionda.

Secondo Guarnaccia, le startup devono essere come Davide: con le loro piccole dimensioni e la loro struttura lean e flessibile, devono riuscire a vincere la loro “battaglia” contro la concorrenza grazie ad una buona strategia. Non si tratta, infatti, di dimensioni dell’azienda o di voci di bilancio: ciò che conta davvero è ciò che si fa e come lo si fa.

Da un punto di vista strategico, invece, spesso le startup puntano erroneamente a voler sopraffare i grandi colossi del mercato cercando di imitarli, ricadendo in una vera e propria trappola che li distrae dal vero obiettivo: capire cosa i clienti vogliono, di cosa hanno davvero bisogno.

Una grande azienda, spesso, man mano che cresce su larga scala perde di vista il focus sul cliente: una startup invece, potendo contare su una struttura più piccola e flessibile, dovrebbe concentrarsi proprio sul cliente e sulla sua soddisfazione, anziché sul cercare di imitare i concorrenti di grandi dimensioni.

Vediamo, quindi, i tre consigli che Guarnaccia offre alle startup per abbracciare e far fruttare il vantaggio competitivo derivante dall’essere dei “piccoli Davide”:

1) Rimanere concentrati sulla maniera distintiva in cui possiamo soddisfare il cliente 

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Quando le preferenze del cliente cambiano, una piccola azienda nata da poco riesce a cambiare rotta molto più facilmente di un grande colosso consolidato: la struttura è più snella, l’organigramma e la burocrazia sono meno pesanti. Una startup riesce a cambiare e ad innovare più facilmente ed è per questo che non deve mai perdere di vista le peculiarità che le permettono di soddisfare al massimo i bisogni della sua clientela.

Esempio: Zipcar – Il mercato è pieno di aziende che offrono macchine a noleggio su base giornaliera, ma Zipcar ha capito che molti clienti avevano bisogno di noleggiare un’auto ad ore. Offrendo questo servizio si è differenziata dai concorrenti, basandosi sulla maniera distintiva con cui poter soddisfare i clienti.

2) Domandarsi perché e come 

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Una startup (e, in generale, una piccola azienda) deve affrontare una sfida ben precisa: risolvere in maniera unica ed univoca il più grande problema del cliente. Ecco perché il primo passo è quello di capire qual è il problema da risolvere. Le domande da porsi a riguardo sono essenzialmente due: perché sto creando questo particolare prodotto/servizio? Come questo risolve il problema del mio cliente?

Queste due domande devono guidare l’intera attività di business: ciò significa allineare il team e condurlo il più possibile a contatto con il cliente. Dipendenti e clienti si allineeranno intorno al perché, rafforzando la capacità dell’azienda a trovare il come per raggiungere gli obiettivi di business.

Esempio: Zappos – L’azienda per la vendita on-line di scarpe è nota per la sua cultura aziendale e per la sua struttura piatta, in cui lo scopo è allineare le persone sul come e sul perché.

Rispetto al concorrente Amazon, Zappos rappresenta Davide: ma ciò che la contraddistingue e le consente di avere successo è il suo mettere il cliente al primo posto, concentrandosi sulla sperimentazione di nuovi approcci per soddisfare il cliente. I clienti di Zappos, ad esempio, non erano soddisfatti dalla politica di reso entro 30 giorni: per questo motivo, Zappos li ha accontentati offrendo una politica di reso a 365 giorni.

3) Creare una cultura di empowerment 

Businessman holding lightning in fist. Power and control

La creazione di una cultura aziendale forte è fondamentale e deve partire dai vertici aziendali: ne è un esempio lampante Bradley Tilden, CEO di Alaska Airlines. Nella sua compagnia aerea, Tilden ha creato una cultura aziendale in cui i dipendenti sono liberi di agire come ritengono più opportuno, senza dover sottostare al permesso di chi è più in alto in gerarchia.

Nelle grandi aziende Golia, i dipendenti diventano dei meri esecutori delle linee guida e delle politiche decise dall’alto. Una piccola startup Davide, invece, è in grado di non sottomettersi a questo tipo di cultura: questo rappresenta un grande vantaggio nella soluzione dei piccoli e grandi “intoppi” quotidiani.

Nel caso di Alaska Airlines, Guarnaccia racconta una sua esperienza diretta come cliente: per un errore della compagnia gli era stato prenotato il volo sbagliato e l’agente al banco check-in non gli ha fatto pagare la tassa per la nuova prenotazione. Molte compagnie aeree, in una situazione del genere, avrebbero fatto pagare al cliente un errore non suo a causa della politica aziendale.

Con la sua politica basata sull empowerment, invece, Tilden dimostra fiducia nei propri dipendenti consentendogli di lavorare in autonomia.

In conclusione, molte startup aspirano a diventare dei Golia: la realtà è che dovrebbero abbracciare i vantaggi derivanti dall’essere un piccolo Davide, potendosi permettere di costruire un prodotto/servizio che soddisfa realmente il cliente ed ispira i dipendenti a lavorare nella maniera migliore.

Per leggere il post originale: http://mashable.com/2015/07/01/startups-david-versus-goliath/#fWqaQpUifOqZ

Napoli, 07/10/2015

StartupBootcamp Barcelona: 3 mesi in Spagna e 15K alle migliori 10 startup in tema Internet of Things e Data

StartupBootcamp Barcelona è uno dei più importanti acceleratori d’Europa con focus su progetti innovativi in ambito Internet of Things & Data. Ancora per pochi giorni, è possibile presentare application al suo programma intensivo (della durata di tre mesi) che si svolgerà presso la sua sede di Barcellona a partire dal 1° dicembre 2015.

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La call è aperta, infatti, fino al 16 ottobre 2015 attraverso il form di iscrizione disponibile a questo link: https://www.f6s.com/startupbootcampiotdata2015

Saranno selezionate le migliori 10 startup early stage, con progetti focalizzati in particolare nei seguenti settori: Public Sector & Cities; Healthcare & Life Sciences; Transport, Logistic, Automotive; Environmental, Renewables, Waste Processing; Home & Garden; Industrial & Manifacturing; Finance & Insurance; Offices & Workplace; Oil, gas; Travel; Utilities; Buildings & Infrastructure; Agriculture; Personal productivity; Media & Entertainment; Construction; Retail.

Inoltre, StartupBootcamp Barcelona segnala nello specifico 9 temi di interesse, da declinare nell’area Data o in quella IoT:

1. Security
2. Analytics
3. Storage
4. Connectivity
5. Hardware
6. Software
7. Infrastructure
8. Platforms
9. Products & Services

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Alle 10 startup selezionate attraverso la call, StartupBootcamp Barcelona offre un percorso di accelerazione trimestrale con coaching, mentorship, workshop e formazione più un premio in denaro (cash) da 15.000€ per ciascun team. In cambio, le startup dovranno assicurare full commitment e frequenza del programma per la sua intera durata e Equity per l’8%. I team selezionati avranno a disposizione uno spazio gratuito di lavoro presso StartupBootcamp Barcelona per i tre mesi del percorso, più altri tre mesi.

Infine, ai vincitori sarà offerta l’opportunità di presentare il proprio pitch nel corso del Mobile World Congress 4YFN e del Demo Day finale del Programma, previsto per il 25 febbraio 2016.

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Per ulteriori informazioni: http://www.startupbootcamp.org/accelerator/internet-of-things-data-barcelona.html

Napoli, 06/10/2015

Startup Tips – Qual è il fattore che distingue una startup di successo da una destinata al fallimento?

Bill Murphy Jr è executive editor per TheMid.com e founder di ProGhostwriters.com e di recente ha pubblicato un post sul portale Inc.com nel quale cerca di trovare la risposta ad una domanda molto interessante: qual è il motivo n°1 per cui alcune startup riescono ad avere successo (e tante altre falliscono)?

Nel suo articolo, quindi, Murphy si propone di mettere in evidenza il più grande ed importante fattore che divide le startup di successo da quelle che non riescono a sfondare sul mercato e lo fa partendo dall’intervento che Bill Gross (imprenditore seriale che ha ideato Idealab) ha tenuto durante una conferenza TED: nel corso del suo intervento, Gross ha analizzato 200 aziende per capire quale fosse il fattore più importante a determinarne il successo o il fallimento.

Gross ha incluso nel suo studio aziende di enorme successo planetario (come AirBnB e YouTube) e, per controbilanciare, aziende che non hanno realizzato fino in fondo le proprie aspettative ed ha analizzato i loro punti di forza in cinque aree: Idea, Team, Business Model, Funding, Timing.

La grande sorpresa nell’analisi dei risultati è stata che, fermo restando l’importanza di tutti e cinque i fattori, il fattore più importante (che rappresenta il 42% della differenza tra successo e fallimento) è stato quello relativo al tempo e alle tempistiche: il Timing.

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Riguardo al Timing, una startup dovrebbe porsi domande come quelle che lo stesso Grass si è posto:

– E’ troppo presto per lanciare l’idea e il mercato non è ancora pronto?
– E’ presto, ma ciò rappresenta un vantaggio ed un’opportunità per “educare” il mercato?
– E’ troppo tardi e ci sono già troppi concorrenti in attività?

A titolo di esempio, Gross ha citato AirBnb e Uber.

Prendiamo innanzitutto l’esperienza di AirBnb: il team aveva un’idea apparentemente folle che ben pochi investitori erano disposti a prendere in considerazione. Inoltre, il team aveva molte risorse e capacità, ma una scarsissima esperienza in tema di leadership. Tuttavia, il servizio è stato lanciato in periodo di recessione economica, quando la gente aveva bisogno di fare soldi extra, ed era pertanto propensa a considerare l’idea di affittare una stanza o un posto letto ad un estraneo.
Considerazioni simili possono essere fatte per Uber: il lancio del progetto è coinciso con un periodo di crisi economica, quando le persone erano propense a guidare la propria auto e portare in giro gli stranieri, guadagnando un po’ di soldi extra.

Le esperienze di AirBnb e Uber sono in netto contrasto con quello che è successo invece a Z.com, società di entertainment on-line cui Gross ha collaborato nel 1999: Z.com partiva con la strada spianata in termini di risorse finanziarie ed accesso ai capitali. Ma ciò non è bastato ad evitare il fallimento.
La causa del fallimento è stata che il lancio è avvenuto troppo presto: almeno cinque anni prima che il problema della visualizzazione dei video on-line fosse veramente risolto. Cosa che invece è accaduta qualche anno dopo con YouTube.

Il consiglio finale per chi vuole lanciare una startup, quindi, è di trovare una grande idea ed un grande team ma, cosa ancora più importante, capire se il mercato ed i consumatori sono davvero pronti ad accogliere il nuovo prodotto/servizio.

Per leggere il post originale: http://www.inc.com/bill-murphy-jr/here-s-the-no-1-biggest-reason-why-some-startups-succeed-and-most-others-fail.html

Napoli, 06/10/2015

La terza call di IMPACT Accelerator: 100K per le migliori startup d’Europa con focus su Mobile Internet

Resterà aperta fino alla deadline fissata per il prossimo 15 ottobre la terza call per Impact, aperta a startup europee con focus sull’area Mobile Internet e progetti sviluppati sulla base della tecnologia FiWare. Possono presentare la propria application startup e PMI o web entrepreneurs (persone fisiche), individualmente e in team.

Le application devono essere inviate entro le ore 13:00 (CET) del 15 ottobre 2015 compilando il form disponibile al seguente link: http://www.fundingbox.com/p/impact-accelerator/

Tra tutte le application presentate, saranno selezionate le migliori 22 proposte innovative, che avranno diritto ad un premio del valore di 100.000€ (di cui 90K funding e 10k in servizi).

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Le startup accelerate da Impact avranno diritto ad un percorso di accelerazione della durata di 6 mesi, erogato da uno degli acceleratori Impact con sede a Parma (b-ventures), Madrid e Barcellona (ISDI).

Il percorso di accelerazione prevede un percorso circolare organizzato in due moduli:

1. Training

Si apre con la fase A, consistente in 50 ore di formazione d’aula face-to-face sui seguenti aspetti di business:

From concept to prototype,
Technology,
Digital marketing & sales,
Company creation,
Funds & exiting

La fase B del modulo di training, invece, è denominata E-Learning e consiste in tre corsi sulle tecniche di e-learning con specializzazione digital, da scegliere in un portfolio composto da 10 possibili opzioni.

La fase C è quella degli Entrepreneur Talks, durante la quale imprenditori di successo condivideranno con le startup di Impact la propria esperienza, offrendo consigli e feedback sui progetti accelerati.

Il modulo di training, infine, comprende la fase D, dedicata agli Start-up Exercises: si tratta di momenti operativi nel corso dei quali le startup, sotto la guida dei mentor, convertiranno le conoscenze ed il know-how acquisito in una reale business experience.

2. Mentoring

Il percorso di mentoring delle startup di Impact prevede il raggiungimento delle milestones fissate nell’arco dei 6 mesi di accelerazione, allo scopo di portare il progetto allo step successivo di sviluppo e crescita.
I mentor offriranno follow-up e consigli sulle seguenti aree del business:

Strategy & Biz Models,
Digital Marketing,
Technology,
Legal,
Investment & Funding.

Oltre al percorso di accelerazione presso uno degli spazi Impact, le 22 startup vincitrici avranno diritto ad un finanziamento da 90.000€ erogato in tre fasi, al raggiungimento di specifiche milestones e secondo il seguente schema in tre fasi:

Fase 1: 25% al termine delle selezioni;
Fase 2: 50% al raggiungimento delle milestones concordate con i mentor (a metà del percorso di accelerazione);
Fase 3: 25% al raggiungimento delle milestones concordate con i mentor in due tranches (10% al completamento del percorso di accelerazione e 15% 6 mesi dopo il completamento del percorso).

Infine, al termine del percorso di accelerazione, le migliori startup avranno accesso ad una Extended Investment Phase con i partner del network internazionale di Impact e con la possibilità di accedere ad ulteriori finanziamenti fino a 250.000€ (a fronte della cessione del 10% in Equity).

Per maggiori informazioni: http://www.impact-accelerator.com/#

Napoli, 05/10/2015

Appathon 2015: da UniCredit un montepremi da 18.000€ per una maratona da 24h di sviluppo app fintech

UniCredit lancia il contest “Appathon 2015”, una maratona di 24 ore che si svolgerà il 7-8 novembre a Milano aperta a team composti da App Developer, Web Designer e Marketing Specialist con un progetto per lo sviluppo di un’app focalizzata nel settore finanziario.

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Nello specifico, Appathon 2015 prevede tre tipologie di sfida:

1. Customer Centric Wallet: app in grado di arricchire e migliorare l’attuale esperienza di pagamenti mobile, con nuove funzionalità da implementare su devices quali Apple Watch, New Samsung Gear, dispositivi indossabili Android. La sfida consiste nel riuscire a sviluppare nuove informazioni e funzionalità aggiuntive per smart watches, come ad esempio la possibilità di trasferimento di denaro.

2. Social Media & UniCredit Mobile Banking: si tratta di creare nuove soluzioni per integrare i pagamenti mobile con i più importanti social network, da implementare attraverso app mobile (iOS e Android) sia per smartphone che per Apple Watch. Da tenere in considerazione nello sviluppo delle app le limitazioni imposte dalla normativa sulla privacy e sulle informazioni sensibili.

3. Value Added Services: si tratta di implementare nuovi servizi “a valore aggiunto”, che non siano strettamente inerenti il settore bancario, da affiancare a quelli dello stesso genere che UniCredit offre attualmente ai propri clienti. Ad esempio, esiste attualmente un servizio attraverso il quale i clienti UniCredit possono accedere alle offerte immobiliari e sottoscrivere un mutuo. Le soluzioni dovranno essere app mobile (iOS e Android) per Apple Watch, New Samsung Gear, dispositivi indossabili Android.

La partecipazione ad Appathon 2015 è aperta a team composti da un minimo di tre fino ad un massimo di 5 membri, che dovranno essere maggiorenni e residenti in Italia.
Le domande di partecipazione possono essere inviate entro la deadline fissata al 18 ottobre 2015, compilando il form di iscrizione disponibile al seguente link: https://www.appathon.eu/it/applynow.html

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UniCredit selezionerà 25 team per partecipare all’Appathon 2015, che dovranno sviluppare nel corso di 24 ore un’app inerente una delle tre sfide esposte in precedenza. Le app andranno sviluppate in uno dei tre seguenti sistemi operativi: iOS, Android, Windows Mobile.

La Giuria di Appathon 2015 sceglierà i tre vincitori del contest sulla base di criteri inerenti l’innovazione, la user experience, il graphic design, l’attinenza al tema prescelto e sulla base di una valutazione di tipo tecnico.

Ai tre team vincitori di Appathon 2015 anrà un montepremi in denaro di 18.000€ così suddiviso:

1° Team classificato: 10.000€
2° Team classificato 6.000€
3° Team classificato: 2.000€

Inoltre, per tutti i team partecipanti al contest che rispettano i requisiti di partecipazione, è previsto l’invito ad una serie di incontri informativi propedeutici alle selezioni per il Programma UniCredit Startlab Fintech Accelerator.

Per maggiori informazioni: https://www.appathon.eu/it.html

Napoli, 02/10/2015

Codemotion Milan 2015 – La call per startup hi-tech è aperta fino al 26 ottobre

Si terrà il 20 e 21 novembre 2015 la nuova edizione di Codemotion Milan, tra le maggiori conferenze in Europa dedicata al tech e alle nuove idee, progetti e professioni dell’ICT. Si tratta di un evento in cui sviluppatori, ingegneri, startup e aziende ICT italiane e internazionali potranno incontrarsi e confrontarsi, nel corso di un programma che prevede workshop, pitching session, keynote e laboratori.

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Per l’edizione 2015 di Codemotion Milan, inoltre, è prevista una call for startup nata dalla collaborazione con PoliHub: fino al 26 ottobre 2015 sarà possibile presentare la propria candidatura per un desk gratuito nelle due giornate della conferenza. Il form di iscrizione è disponibile qui: https://codemotionrome.wufoo.com/forms/z123xupu1ji85ik/

La call per Codemotion Milan 2015 è aperta a startup hi-tech con un fatturato inferiore ad un milione di euro, che siano alla ricerca di uno sviluppatore e/o di altre figure professionali da assumere all’interno del team.
Saranno selezionate 20 startup che avranno diritto ad un mini-desk gratuito per le giornate del 20 e 21 novembre, posizionato all’interno dell’area dedicata alle startup di Codemotion Milan.

Oltre al mini-desk, le 20 startup selezionate potranno usufruire di:

3 ingressi gratuiti per altrettanti membri del team,
pubblicazione del logo della startup sul sito web della manifestazione,
totem/wall con il logo della startup all’interno dell’area startup,
possibilità di presentare il proprio pitch nella Startup Arena.

Per maggiori informazioni: http://milan2015.codemotionworld.com/startups/

Napoli, 01/10/2015

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