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Categoria: csi

Vita da Startup: imparare dagli errori per continuare a crescere

Quando si crea una startup, ci saranno sempre degli errori: questa è una realtà imprescindibile, punto di partenza di Ambareen Musa (founder e CEO di Souqalmal.com) in un suo recente articolo pubblicato dal portale Entrepreneur da cui prende spunto il nostro post di oggi. Ma se gli errori sono inevitabili nelle prime fasi di sviluppo e crescita di una startup, la cosa migliore da fare è capire fin da subito in che modo possiamo ricavare una lezione da tali errori, cosa possiamo imparare una volta che li abbiamo commessi.

Non si tratta di una cosa semplice, né tantomeno scontata: a nessuno piace ammettere di aver sbagliato, ed è davvero difficile riuscire ad accettare e mettere a fuoco il fatto che avremmo potuto fare le cose in maniera differente: ma uno startupper deve riuscire sempre ad imparare dagli errori commessi. Nel suo post, Ambareen Musa racconta alcuni errori fatti nel suo cammino per il lancio di Souqalmal.com, sito finanziario ed aggregatore di prodotti bancari focalizzato sul Medio Oriente.

Vediamo nel dettaglio quali sono i suoi errori da startup, e le lezioni che ha imparato per ciascuno di essi:

1. Non assumere abbastanza presto

Ambareen racconta che all’inizio il team di Souqalmal.com era decisamente piccolo: ha iniziato ad assumere altre persone solamente dopo il secondo round di investimento. Sicuramente bisogna assicurarsi di avere i fondi per allargare il team, ma allo stesso tempo è vero che assumere presto significa accelerare il percorso di crescita della startup.

L’autrice pone inoltre l’accento su un aspetto comune a molte aziende all’inizio del percorso: la difficoltà a fidarsi di persone provenienti dall’esterno, che non siano membri del team fin dall’inizio: anche in questo caso, bisogna che i founder capiscano prima possibile che fare tutto da soli non è possibile e a volte diventa controproducente.

2. Non licenziare abbastanza presto

Una volta che il team ha raggiunto le dimensioni e la composizione ottimale, è fondamentale che all’interno della startup si mantengano una cultura ed un ambiente positivi, ottimisti, motivanti. Avere la persona sbagliata all’interno del team può rovinare questi aspetti, che sono invece fondamentali per il business. Anzi, sono probabilmente la più grande risorsa che una startup ha a disposizione!

Tuttavia, riconosce Ambareen Musa, quando ci si rende conto che le cose non funzionano con un dipendente può essere molto difficile procedere al licenziamento: si inizia a pensare a come sostituire le sue competenze, a chi prenderà il suo posto, ai rapporti che ha costruito. Per esperienza, però, l’autrice afferma che c’è sempre un modo per risolvere la questione e, soprattutto, che una volta allontanata la “persona sbagliata” l’ambiente della startup si trasforma rapidamente e ci si ritrova a pensare “Avrei dovuto farlo prima!”

3. Crescere senza un co-founder

Essere un imprenditore, a volte, può significare essere soli: spesso ci si ritrova a discutere i pro e i contro di una situazione nella propria testa, in quanto si cerca di evitare di coinvolgere nei propri dubbi gli altri membri del team che hanno già il proprio lavoro da fare. Avere un co-founder permette di vedere le cose da una prospettiva differente, di avere qualcuno pronto ad offrire sostegno in caso di difficoltà, di costruire un team migliore (in quanto si è in due a cercare le persone da coinvolgere).

Costruire una startup da zero è un viaggio difficile da intraprendere ed affrontare, ed è decisamente meglio avere qualcuno con cui condividerlo: essere in due permette di prendersi una pausa di tanto in tanto e tornare al lavoro con la mente fresca, senza il problema di non aver nessuno che si prenda cura degli affari mentre si è lontani.

4. Non ascoltare il proprio istinto

Questo potrebbe sembrare un aspetto secondario, ma l’esperienza dell’autrice conferma che, quando l’istinto dice di no, sarebbe meglio ascoltarlo. Il founder di una startup dovrebbe sempre ricordarsi che è egli stesso, probabilmente, la persona con la miglior comprensione in assoluto del business, dei clienti, del mercato e di tutto ciò che ruota attorno alla startup.

Spesso prendere decisioni contrarie all’istinto significa perdere risorse in termini di tempo e denaro: in particolare, Ambareen Musa si riferisce alle decisioni riguardanti le partnership da implementare. Un founder dovrebbe fidarsi del suo istinto, quando si tratta di “far salire qualcuno a bordo”.

5. Sottovalutare i tempi ed il processo di funding

Il funding rappresenta una delle attività principali per una startup: è ciò che consente di pagare gli stipendi e coprire le spese, mentre si lavora per costruire un’azienda che in futuro sarà incredibilmente redditizia.
All’inizio della sua esperienza di startupper, l’autrice non conosceva molto bene il processo, le tempistiche ed i meccanismi del funding. Tra pitch e due diligence la raccolta di fondi ha richiesto molto più tempo di quanto lei avesse immaginato.

Uno startupper deve invece avere ben chiari i tempi e le modalità del processo di funding, che può essere influenzato da una molteplicità di fattori: la due diligence, il periodo dell’anno in cui ci si trova, il numero di investitori con cui si sta contrattando, etc.

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In conclusione, la vita di Ambareen Musa negli ultimi tre anni (dal lancio di Souqalmal.com ad oggi) è stata un’incredibile giostra: ci sono stati alti e bassi, una serie di errori più e meno grandi, un sacco di cose che oggi l’autrice farebbe diversamente. Ma ciò nonostante, ha imparato un sacco di cose dalle esperienze e dagli errori commessi e rifarebbe tutto da capo.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/251437

Napoli, 06/11/2015

RevUp by Betaspring – 3 mesi negli USA e 75.000$ per startup up “revenue-first”

RevUp è l’acceleratore per startup di Betaspring dedicato ad aziende “revenue-first”, in cui la crescita dei ricavi rappresenta l’obiettivo primario: la struttura ha sede in due città statunitensi, Boston e Providence, ed offre alle startup selezionate un percorso di accelerazione della durata di tre mesi ed un finanziamento cash da 75.000$.

La call for startup per accedere al prossimo programma di RevUp resterà aperta fino al 24 novembre 2015: le application devono essere inviate attraverso il form di iscrizione disponibile a questo link. Si segnala che RevUp concentra la propria attività di scouting esclusivamente su startup che stanno già generando le prime metriche in termini di revenue.

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Alle startup selezionate attraverso la call, RevUp offre un programma di accelerazione intensivo della durata di 12 settimane. Lo scopo è quello di accrescere il numero di clienti e di aumentare le revenue di ciascuna delle aziende accelerate.
Inoltre, RevUp offre alle startup del suo percorso un finanziamento in contanti di 75.000$ senza prendere in cambio Equity: le aziende accelerate restituiranno il finanziamento sotto forma di percentuale sulle revenue mensili nei 36 mesi post-accelerazione.

La mentorship erogata durante il programma di accelerazione di RevUp si concentra particolarmente sulle tematiche relative a canali di vendita, growth hacking, team building, marketing inbound e partnership strategiche: il percorso prevede una programmazione di incontri settimanali face-to-face particolarmente serrato, durante il quale le startup interagiscono tra loro, con esperti del settore, con i mentor, etc.

Per ulteriori informazioni: http://revup.betaspring.com/

Napoli, 06/11/2015

Opportunità per under 32 a Napoli: Cinque borse di studio da 15.000€ ciascuna a Città della Scienza

La Fondazione IDIS – Città della Scienza di Napoli ha bandito un concorso per l’assegnazione di cinque Borse di Studio a laureati (laurea magistrale o specialistica) di età inferiore a 32 anni, della durata di 12 mesi e del valore di 15.000€ lordi ciascuna.

Nello specifico le Borse di Studio disponibili sono le seguenti:

“Attività di ricerca, progettazione e realizzazione di sistemi espositivi museali e oggetti di design all’interno delle attività del Fablab di Città della Scienza”

Scadenza: 20/11/2015 – In partenza il 1° dicembre 2015

Laurea Magistrale con votazione minima di 101/110 nelle seguenti discipline: Architettura degli interni, Design industriale, Allestimento museale e altre discipline inerenti.

Conoscenze richieste: Buona conoscenza della lingua inglese, attitudine alla ricerca e al lavoro di gruppo, nozioni sulla progettazione e realizzazione di exhibit museali, software per la modellazione 3D, la grafica e il disegno vettoriale.

Conoscenze preferenziali: Software per il design computazionale, macchine a controllo numerico, software per la pubblicazione di contenuti web, linguaggi di programmazione.

“Attività di ricerca e applicazione con schede di prototipazione elettronica e sistemi di interazione all’interno delle attività del Fablab di Città della Scienza”

Scadenza: 20/11/2015 – In partenza il 1° dicembre 2015

Laurea Magistrale con votazione minima di 101/110 nelle seguenti discipline: Ingegneria elettronica, Robotica e altre discipline inerenti.

Conoscenze richieste:  Buona conoscenza della lingua inglese, attitudine alla ricerca e al lavoro di gruppo, utilizzo schede di prototipazione elettronica, linguaggi di programmazione a basso livello, progettazione e realizzazione di circuiti elettronici, sistemi embedded.

Conoscenze preferenziali: Software per il design computazionale, macchine a controllo numerico, software per la pubblicazione di contenuti web, linguaggi di programmazione.

“Attività di ricerca e applicazione sulla fabbricazione digitale con l’ausilio di macchine a controllo numerico e dei relativi software d’uso”

Scadenza: 20/11/2015 – In partenza il 1° dicembre 2015

Laurea Magistrale con votazione minima di 101/110 nelle seguenti discipline: Ingegneria meccanica, Meccatronica, Robotica e altre discipline inerenti.

Conoscenze richieste: Buona conoscenza della lingua inglese, attitudine alla ricerca e al lavoro di gruppo, software per generazione G-code, hardware CNC, hardware per automazione.

Conoscenze preferenziali: Software per la modellazione 3D, il disegno vettoriale, la manipolazione delle immagini, il design computazionale, la pubblicazione di contenuti web, linguaggi di programmazione.

“Ricerca Scienza e Società”

Scadenza: 20/11/2015 – In partenza il 7 dicembre 2015

Laurea Specialistica con votazione minima di 100/110 nelle seguenti discipline (N.B.: l’elenco non è esaustivo. L’elenco completo è disponibile nel Bando): Ingegneria dell’informazione, Scienze naturali, Ingegneria gestionale, Matematica, Scienze dell’economia, Scienze della politica, Sociologia e ricerca sociale, etc.

Conoscenze ed esperienze richieste: Buona conoscenza della lingua inglese, esperienza diretta nel campo della Comunicazione della scienza (anche attraverso frequenza di Master).

“Ufficio Legale”

Scadenza: 24/11/2015 – In partenza il 7 dicembre 2015

Laurea Specialistica con votazione minima di 100/110 nelle seguenti discipline: Giurisprudenza

Requisiti: Iscrizione ad una scuola di specializzazione per le professioni forensi o al registro dei praticanti avvocati, buona conoscenza della lingua inglese, piano di studi in materie pubblicistiche.

Per ulteriori informazioni e dettagli, invitiamo alla lettura dei singoli Bandi disponibili qui: http://www.cittadellascienza.it/notizie/5-borse-di-studio/

Napoli, 05/11/2015

120 milioni di euro per Micro e PMI in Campania: procedura on-line in partenza il 13 novembre

La Regione Campania mette a disposizione risorse finanziarie per 120 milioni di euro a valere sul Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI, nell’ambito della misura “Intervento straordinario per la competitività”: l’Avviso Pubblico per la concessione degli aiuti è stato pubblicato all’interno del BURC n°64 del 02/11/2015.

Possono accedere alle agevolazioni le MPMI con almeno una sede operativa in Campania, costituite da almeno due anni all’atto di presentazione della domanda. Le domande di agevolazione andranno presentate esclusivamente on-line, attraverso la piattaforma informatica messa a disposizione attraverso www.sviluppocampania.it e www.porfesr.regione.campania.it, secondo il seguente calendario:

Dal 13/11/2015 partono le registrazioni alla piattaforma,
– Dal 19/11/2015 sarà possibile compilare le domande,
Dal 25/11/2015 sarà possibile inviare i moduli e gli allegati.

Inoltre, la documentazione va inviata in formato cartaceo entro i 7 giorni lavorativi successivi all’invio al seguente indirizzo:

Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane – Misura “Intervento straordinario per la competitività”
c/o Sviluppo Campania S.p.A. via Terracina 230, palazzo PICO 80125 Napoli

Lo Sportello resterà aperto fino ad esaurimento delle risorse disponibili, e comunque entro e non oltre il 31/12/2015.

Saranno finanziabili, ai sensi dell’art. 8 dell’Avviso, i progetti di investimento iniziali in immobilizzazioni materiali ed immateriali. In particolare, le attività finanziabili previste dall’Avviso sono:

a) Ampliamento, diversificazione, riconversione, riorganizzazione delle unità produttive esistenti;
b) Creazione di nuove unità produttive di beni e servizi e centrali di potenziamento logistico;
c) Investimenti finalizzati alla realizzazione di integrazioni a monte o a valle dei processi produttivi e di erogazione dei servizi;
d) Miglioramento delle performance energetiche ed ambientali, innovazione tecnologica di processo e/o di prodotto, potenziamento delle reti commerciali e distributive in Italia;
e) Miglioramento dell’immagine e strategie di marketing in partnership con altri operatori, creazione, valorizzazione e tutela di proprietà intellettuali;
f) Nuovi investimenti, ampliamento, ammodernamento e ristrutturazione delle strutture turistico – alberghiere;
g) Introduzione di impianti e soluzioni architettoniche finalizzate ad accrescere la sicurezza, l’accessibilità e il comfort delle strutture;
h) I costi di personale relativi ai posti di lavoro direttamente creati dal progetto di investimento.

I Programmi di investimento potranno essere ricompresi nelle seguenti tre Sezioni (per approfondimenti sui Codici ATECO associati a ciascuna Sezione si rimanda all’Allegato A all’Avviso):

Sezione A “Industria e Servizi”: minimo 200.000€, massimo 2.500.000€
Sezione B “Turismo e Commercio”: minimo 100.000€, massimo 1.500.000€
Sezione C “Altri Operatori”: minimo 50.000€, massimo 500.000€

I finanziamenti andranno a coprire fino ad un massimo dell’80% dei Programmi di investimento, mentre il restante 20% dovrà essere finanziato con mezzi propri dal beneficiario.
Gli aiuti saranno concessi sotto forma di finanziamento a tasso agevolato, da restituire in 40 rate trimestrali posticipate ad un tasso dello 0% (è previsto un periodo di preammortamento della durata di 12 mesi).

Per ulteriori informazioni e dettagli, si rimanda alla lettura del testo integrale dell’Avviso Pubblico: http://www.horizon2020news.it/wp-content/uploads/2015/11/SVILUPPO_ITALIA_AVVISO-COMPLETO.pdf

Napoli, 05/11/2015

Costruire il miglior MVP per una startup: alcuni consigli utili per i founder

Rahul Varshneya è co-founder di Arkenea LLC, una società di consulenza specializzata in aziende che si occupano di prodotti ed app mobile: di recente, il portale Entrepreneur ha pubblicato un suo articolo dedicato ad una tematica di importanza molto rilevante per le startup. L’articolo di Varshneya è infatti dedicato alle caratteristiche fondamentali di un perfetto MVP, che spesso rappresentano delle vere e proprie sfumature, a volte molto sottili, che il team di una startup deve imparare a riconoscere.

MVP

Un MVP rappresenta il prodotto con il maggiori tasso di ritorno degli investimenti rispetto al rischio. Esso può assumere differenti livelli di complessità e avere una quantità più o meno numerosa delle caratteristiche finali previste per il prodotto: si può avere un MVP tale da poter avere il prodotto finale nel giro di poche settimane, così come si può avere un MVP consistente in una semplice landing page.

Non esiste un MVP predefinito che vada bene per qualsiasi startup: dipende da una serie di fattori, tra cui il settore di riferimento, il problema che ci si propone di risolvere, la concorrenza già esistente e potenziale. Ma è possibile, secondo l’autore, identificare alcuni concetti di base sul MVP per selezionarne le caratteristiche fondamentali.

1) Distinguere tra “must have” e “nice to have”

La regola di base per le fasi iniziali di sviluppo di qualsiasi prodotto è capire il “core value” che si sta offrendo. Essere in grado di separare le caratteristiche “must have” da quegli orpelli che Varshneya definisce “campanelli e fischietti” aiuterà la startup ad arrivare sul mercato e convalidare le ipotesi con un investimento decisamente più basso.

La prima versione di un prodotto dovrebbe concentrarsi esclusivamente sul core value, ma ciò non significa che non debba essere sviluppata in modo accurato: anche se un’app deve possedere soltanto un paio di features, queste devono essere progettate e sviluppate nel migliore dei modi possibili.

La maggior parte dei founder crede che un MVP sia un prodotto incompleto, mentre è essenziale che le caratteristiche (seppur limitate) che si offrono al cliente siano sviluppate al meglio e nell’ottica di facilitare e rendere piacevole la customer experience.

In breve, un MVP non è una landing page, non è un mock-up, non è un prototipo: un MVP è un prodotto vero e proprio.

2) Indirizzare il MVP ad un solo segmento di mercato

Un MVP deve essere progettato in maniera tale da contenere le caratteristiche e funzionalità che servono al nostro cliente target. Naturalmente, il prodotto finale può essere adatto a differenti segmenti di mercato, ma per il lancio di un MVP è molto più prudente concentrarsi su un segmento di mercato unico, specifico, ben delineato.

Quando si sviluppa un MVP occorre impegnarsi nella creazione di un prodotto economicamente sostenibile, in grado di risolvere il problema degli early adopters: il passo successivo alla costruzione del MVP è infatti l’identificazione e il raggiungimento degli early adopters della startup, in modo tale da poter iniziare a raccogliere i feedback.

Spesso raggiungere gli early adopters è un compito impegnativo per una startup, ma concentrarsi su uno specifico segmento di clientela è un buon modo per iniziare. Inoltre, risolvere il problema specifico dei primi clienti è il modo migliore per cercare il product/market fit: i passi successivi sono quelli di scale-up e commercializzazione.

3) Riconoscere la differenza tra un mercato servito e uno non sfruttato

Non sempre è possibile lanciare un prodotto su un mercato nuovo e non sfruttato: il vostro prodotto può essere semplicemente migliore di quelli già esistenti. Ma se esiste già della concorrenza, è necessario riuscire a costruire una soluzione migliore di quelle che sono sul mercato.

In uno scenario del genere, quindi, un MVP potrebbe essere concepito come “meno” di un prodotto concorrente già sul mercato: ma è un errore concentrarsi sul “meno”. Il MVP di una startup non deve avere meno caratteristiche e funzioni, deve piuttosto concentrarsi sulla customer experience offerta al cliente e sulle caratteristiche “must have” del prodotto.

Naturalmente il MVP di un mercato concorrenziale è differente da quello di un mercato nuovo e non sfruttato: occorre quindi raccogliere più informazioni possibili sul mercato di riferimento, sui concorrenti, sulla clientela e sui suoi bisogni.

Proprio su questo punto, Varshneya conclude il suo articolo con un consiglio agli startupper: non esistono caratteristiche “preconfezionate” adatte a qualsiasi MVP. Bisogna sempre agire con giudizio, basando le proprie scelte sulle informazioni raccolte riguardo lo scenario esistente.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/247685

Napoli, 04/11/2015

CEED TECH – Finanziamenti da 30K e 13 settimane nell’Est Europa per startup tech

CEED TECH è un consorzio composto da cinque acceleratori dislocati in altrettanti Paesi dell’Est/Centro Europa:

Startup Wise (Tallin, Estonia)
Open Coffee Club (Vilnius, Lituania)
The Spot (Bratislava, Slovacchia)
Startup Yard (Praga, Repubblica Ceca)
Digital Factory (Budapest, Ungaria)

ceedtech

Il network di acceleratori CEED TECH è specializzato nel supporto a startup con progetti innovativi nei seguenti settori: Data, Cloud Services, Analytics, Tecnologie Transazionali, FinTech ed E-Commerce, B2B, Security Software e Location-Based Services.

Inoltre, CEED TECH prevede una serie di servizi dedicati a progetti sviluppati sulla piattaforma UE Fiware.

Fino alla deadline fissata per l’11 novembre 2015 è possibile presentare la propria application per il nuovo programma di accelerazione CEED TECH. Il link di riferimento per il form di iscrizione è disponibile qui: https://www.f6s.com/ceedtech

Ai progetti selezionati sarà offerto un percorso di accelerazione della durata di 13 settimane, il cui inizio è previsto nel mese di Gennaio 2016.
Inoltre, le startup di CEED TECH hanno diritto ad un finanziamento seed del valore di 30.000€, con l’opportunità per i migliori progetti di accedere ad ulteriori round di finanziamento tra i 30 ed i 250K.

Per maggiori informazioni, il sito web di CEED TECH è disponibile qui: http://www.ceedtech.eu/

Napoli, 04/11/2015

Startup Story – Come creare una cultura aziendale orientata all’innovazione

In una recente presentazione alla BEI Jay Morgan, VP Global Innovation per Bayer Consumer Care, ha raccontato la storia del viaggio verso l’innovazione effettuato dalla sua azienda. Il suo racconto contiene una serie di spunti interessanti per startup ed imprese innovative, che devono riuscire a costruire una cultura aziendale orientata all’innovazione per assicurarsi, in potenziale, maggiori opportunità di successo.

La storia raccontata da Jay Morgan inizia nel 2011 a Memphis, Tennesse (USA). La Bayer Consumer Care all’epoca si chiamava ancora Merck Consumer Care e inizia il suo viaggio verso l’innovazione con una domanda ed una sfida: Quali sono gli ostacoli all’innovazione che impediscono all’azienda di raggiungere i risultati desiderati?

Nel 2011 l’azienda vedeva in prospettiva che le cose “vanno abbastanza bene, ma non si prevede una grande crescita”. In quel periodo, arriva in azienda un nuovo CEO con una vision piuttosto ambiziosa: voleva raddoppiare il valore del business nel giro dei successivi cinque anni.

Ora, considerato che non era possibile raddoppiare il personale o il bilancio, bisognava implementare un approccio totalmente nuovo: per capire come costruirlo, la scelta di Bayer Consumer Care ricade sullo studio di aziende innovative di successo.

Dallo studio effettuato, l’azienda ha riscontrato che esistono due tipologie di cultura aziendale: Cultura Incrementale e Cultura Innovativa.

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La Bayer Consumer Care rientrava tra le aziende a Cultura Incrementale e, pertanto, doveva impegnarsi nel cambiamento per approcciarsi con successo all’innovazione.

Il primo step verso la Cultura Innovativa era capire cosa significa implementare l’innovazione in azienda. Gli elementi caratteristici di un’azienda innovativa risultano essere:

Orientamento all’Azione
 Approccio Work-in-Progress
Collaborazione e Condivisione
Coworking
Confronto con i clienti
Brand Experience

In particolare, la Brand Experience rappresentava l’occasione per andare oltre la semplice attività di sviluppo di nuovi prodotti, aprendo un ventaglio di possibilità che toccano tematiche come il digitale, la comunicazione, il packaging, la shopping experience, il business model.

Una volta identificato l’obiettivo (passare da una Cultura Incrementale ad una Cultura Innovativa), Bayer Consumer Care sviluppa un piano in cinque punti:

  1. Learning by doing: tre progetti all’anno, come prototipi
  2. Inizio “in piccolo”, con un budget da 50K
  3. Lavoro sugli strumenti e la cultura (Design Thinking e spazi di lavoro condivisi)
  4. Lavoro suddiviso in cicli (Memphis Innovation Bootcamp)
  5. Costruire nuove partnership e collaborazioni (portare il Southern Growth Studio a lavorare con noi ai progetti, anziché per noi)

Come primo importante risultato, la comunità di innovatori di Memphis ha reagito molto bene alla nuova cultura di Bayer Consumer Care: il Memphis Innovation Bootcamp nei suoi vari cicli ha portato allo sviluppo di svariati progetti di innovazione sociale.

Ma la lezione più significativa sta nell’aver appreso alcune delle chiavi per creare un’impresa innovativa e scalabile:

Engagement dell’intero team sulle sfide innovative
Condivisione e collaborazione
Creazione di metriche revenue-based
Iniziare con piccole sfide
Condividere i risultati

FONTE: http://frontendofinnovationblog.iirusa.com/2015/10/how-to-create-culture-where-you-can.html

Napoli, 30/10/2015

Block Chain Space: 12 settimane di accelerazione a Barcellona e funding fino a 70K per startup blockchain

Block Chain Space è un acceleratore con sede a Barcellona specializzato in startup con progetti innovativi che offrano soluzioni a reali problematiche della vita di tutti i giorni, basati sulla tecnologia blockchain.

La tecnologia blockchain (o della catena dei blocchi e delle conferme) è collegata al mondo delle monete virtuali (ad es. Bitcoin) nata allo scopo di impedire la possibilità di utilizzo multiplo della stessa moneta. Si caratterizza per essere a prova di manomissione, trasparente, immutabile e con assegnazione di una data e ora specifica.

L’applicazione della tecnologia blockchain è in grado di migliorare svariati aspetti della vita di tutti i giorni: è sulla base di questa convinzione che nasce Block Chain Space, programma di accelerazione della durata di 12 settimane che comprende sessioni formative, di mentoring e coaching in un ambiente altamente creativo e collaborativo.

blockchain

Il Programma Block Chain Space è gestito dai co-founder di Seedcoin (il primo incubatore virtuale di startup sui Bitcoin) ed il primo percorso di accelerazione avrà inizio a Barcellona il 1° febbraio 2016.

Le application possono essere inviate entro il 15 novembre 2015 al seguente link: https://www.f6s.com/blockchainspace-barcelona2016

I team selezionati per Block Chain Space parteciperanno al percorso di accelerazione in Spagna, con la possibilità di interagire con mentor e tutor internazionali esperti di tematiche quali la crittografia, l’ICT, il branding, l’acquisizione clienti, il fund raising, etc.

Inoltre, avranno l’opportunità di essere valutati per un finanziamento da Seedcoin fino a 70.000€ per ciascun team selezionato (a fronte del 5-15% di Equity).

Per ulteriori informazioni e dettagli: http://www.blockchain.space/

Napoli, 29/10/2015

Startup e Approccio Lean: come assicurarsi di ascoltare davvero i feedback della clientela

Il feedback di un cliente è probabilmente il più importante aspetto da tenere in considerazione quando si applica l’Approccio Lean alla propria startup: tuttavia, spesso le startup non tengono nella dovuta considerazione i feedback dei propri clienti, a volte addirittura li ignorano, troppo impegnate nelle attività di Execution.

Ignorare i feedback dei clienti è un grave errore, che nessuna startup dovrebbe commettere: come afferma Baptiste Le Sueur nel blog Innoweo.com (qui, il link di riferimento) ascoltare i clienti è il modo più efficace che il team ha a disposizione per capire se il MVP funziona o meno, se è necessario apportare modifiche e aggiustamenti, se è il caso di implementare un pivot.

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Per assicurarsi di ascoltare in maniera efficace tutti i feedback della clientela, una startup deve assicurarsi l’Engagement dell’intero team: occorre coinvolgere tutte le risorse nella raccolta ed analisi dei feedback, per affrontare al meglio la fase di ideazione, progettazione e realizzazione del prodotto. Ciascuno dei componenti del team dovrebbe essere focalizzato sulle attività di raccolta ed analisi.

Una buona attività di ascolto dei feedback consente ad una startup di ottenere i seguenti risultati:

tutti i membri del team sono consapevoli del livello di maturità raggiunto dal MVP,
ognuno è consapevole dello status quo del progetto e sa perfettamente quali sono i prossimi passi da compiere,
tutti sono consci del fatto che c’è ancora del lavoro da fare.

Ma come è possibile coinvolgere tutto il team del processo di raccolta, ascolto ed analisi dei feedback? Secondo Innoweo, il modus operandi si concentra su due concetti: Design Thinking e Lean Startup.

Le attività essenziali di cui bisogna tener conto sono quelle di Sviluppo e di Test: il team di sviluppo deve entrare in contatto con i clienti, con l’obiettivo di osservarli mentre utilizzano il MVP, per raccogliere i loro feedback (positivi e negativi). Lo scopo finale deve essere quello di affrontare assieme a tutto il team la verità che si riscontra soltanto dal contatto con il mercato.

Un suggerimento pratico ed utile può essere quello di organizzare delle vere e proprie sessioni di raccolta dei feedback dei clienti, dei veri e propri eventi di prova, al termine dei quali il team dovrà effettuare delle interviste. Un’attività del genere porta a buoni risultati, sia in termini di empowerment del team che di risoluzione dei problemi. Le sessioni di feedback devono essere organizzate regolarmente, ad esempio ogni 3 o 6 settimane.

In conclusione, la soluzione proposta al problema dell’ascolto dei feedback della clientela è riassumibile in un’unica frase, semplice e diretta: “Send your team to face the truth of the field”, ossia “Manda il team ad affrontare la verità sul campo”.

Napoli, 29/10/2015

Startup Tips – la mentalità imprenditoriale: 8 tratti caratteristici del vero imprenditore

Shawn Osborne è Presidente e CEO del Network for Teaching Entrepreneurship e ha di recente pubblicato attraverso il portale Entrepreneur un interessante contributo intitolato “8 Ways to Think Like an Entrepreneur”, nel quale raccoglie ed elenca otto elementi caratteristici della mentalità imprenditoriale orientata al successo.

Spesso siamo abituati a pensare che un imprenditore diventa tale sulla base di ciò che fa: identifichiamo un imprenditore con qualcuno che ha fondato un’azienda. Ma, fermo restando questo punto di partenza, la realtà è che oggi un imprenditore si caratterizza per qualcosa che va oltre la sua attività di business: un imprenditore si caratterizza anche e soprattutto per il suo modo di pensare, il suo approccio, la sua visione del mondo e la sua mentalità.

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Nella sua attività, Osborne ha identificato e raccolto otto tratti caratteristici della mentalità imprenditoriale: l’autore sottolinea, però, che non si tratta di elementi statici e rigidi, bensì di un insieme di componenti elastici, flessibili e personali. Non è necessario possedere tutti i tratti elencati per essere un imprenditore di successo e, soprattutto, un imprenditore si caratterizza sia per i suoi punti di forza che per i suoi punti di debolezza.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono gli otto tratti caratteristici della mentalità imprenditoriale elencati da Osborne:

1) La capacità di riconoscere le opportunità

Un imprenditore si impegna nel cercare e riconoscere le opportunità ed è in grado di trovare il modo migliore per fare le cose, per se stesso e per gli altri.

2) Comfort e Rischio

Un imprenditore di successo è in grado di pesare e valutare correttamente il rischio, e di trovarsi a proprio agio con l’idea di dover investire tempo e risorse in idee ed attività caratterizzate da incertezza.

3) Creatività ed Innovazione

I migliori imprenditori sono quelli che riescono a trovare soluzioni creative. Essi applicano strumenti innovativi e non convenzionali ai problemi e alle sfide che incontrano.

4) Orientamento al futuro

Un imprenditore è abituato a pensare a ciò che verrà e ad assumersi il rischio di ottenere dei risultati. In un’azienda il focus è spostato sul raggiungimento di obiettivi prefissati.

5) Flessibilità ed adattabilità

Gli imprenditori non solo imparano a cambiare rotta quando necessario, ma si aspettano di doverlo fare: sono pronti a reagire repentinamente di fronte ad ostacoli ed imprevisti, basandosi sulla raccolta di dati ed informazioni.

6) Spirito di iniziativa e self-direction

Gli imprenditori sono autonomi, sanno come dirigere le proprie azioni e sono sempre motivati al raggiungimento degli obiettivi. Spesso sono più propensi ad affrontare direttamente una sfida, piuttosto che cercare una via alternativa o delegare ad altri le decisioni.

7) Pensiero critico e problem solving

Un imprenditore di successo è un analista: impara a riconoscere le sfide, le opportunità, i prodotti e tutto ciò che riguarda il proprio mercato di riferimento. Inoltre, è in grado di fare valutazioni precise e puntuali su tutto ciò che riguarda la sua attività di impresa.

8) Comunicazione e collaborazione

Gli imprenditori sono bravi a condividere: sanno bene che a volte le idee e gli input provenienti dall’esterno possono essere una chiave di lettura che porta l’attività al successo. Inoltre, sanno comunicare con chiarezza e passione le proprie idee.

Come accennato in precedenza, non tutti gli imprenditori ed aspiranti tali possiedono tutte e otto le caratteristiche elencate: ma ciò nonostante, l’autore invita i lettori a non disperare! Le abilità e la mentalità imprenditoriale possono infatti essere apprese con il tempo, l’impegno e l’esperienza: basta ricordare sempre che un imprenditore non è solo ciò che fa, ma anche e soprattutto ciò che pensa.

Il post originale è disponibile qui: http://www.entrepreneur.com/article/250480

Napoli, 28/10/2015

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