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Categoria: csi

Startup Tips: l’allineamento e la condivisione, strategie di base per la misurazione del Marketing ROI

Una delle attività più complesse per una startup è quella di tenere traccia del percorso che conduce dagli sforzi di marketing alle vendite effettive: misurare il ROI del Marketing rappresenta spesso un problema di difficile soluzione, causato dalla quasi totale assenza di dati certi sulle conversioni.

Spesso, per provare a quantificare il ROI degli investimenti di marketing, il CMO si ritrova a potersi basare su “vanity metrics” e congetture, piuttosto che su numeri reali come accade, ad esempio, per le attività di vendita. Naturalmente questa situazione rappresenta una difficoltà, che si traduce nell’impossibilità di misurare l’efficacia della Marketing Strategy.

Ma come è possibile superare questo problema? La misurazione del ROI per gli investimenti in marketing è stata recentemente al centro di un interessante post pubblicato dal blog del Marketing Insider Group, ispirato da un’infografica prodotta da TechnologyAdvice.

ROI - return of invertelment concept in word tag

La chiave per risolvere la questione sta nella “lead reciprocity” tra marketing e vendite, ossia nello scambio aperto di informazioni sui lead tra le due funzioni aziendali all’interno della startup. Per realizzare la lead reciprocity occorre agire su due tipologie di allineamento: quello tecnologico e quello strategico.

ALLINEAMENTO TECNOLOGICO

L’integrazione tra marketing automation e piattaforme CRM consente sia al marketing che alle vendite di ottenere una visibilità end-to-end circa le informazioni disponibili sul lead. Dal marketing provengono i dati e le metriche su aspetti quali track leads, close rates e altri parametri di conversione, mentre il team di vendita è in grado di monitorare dove sono stati generati i lead, come si qualificano, ed altre informazioni inerenti le tempistiche.

La combinazione tra marketing automation e piattaforme CRM presenta molteplici vantaggi: consente di tenere traccia di come i lead si convertono in clienti, in modo tale da avere un quadro più completo e veritiero di quanto gli sforzi di marketing contribuiscano al totale delle vendite e dei ricavi dell’azienda.

ALLINEAMENTO STRATEGICO

L’allineamento strategico con le vendite può rappresentare la sfida più importante ed impegnativa per il marketing, ma è assolutamente indispensabile affiancarlo all’allineamento tecnologico. In sostanza, i team di marketing e vendite devono lavorare assieme per allinearsi su un progetto di lead generation standardizzato, mantenendo una comunicazione costantemente aperta.

In questo modo, i venditori possono aiutare i marketers informandoli costantemente sulle fonti che creano le migliori opportunità, e su come produrre dei contenuti che convertono. Questa tipologia di feedback aiuta il marketing a concentrare le proprie risorse sui canali più efficaci, portando in ultima analisi ad un aumento delle vendite e dei ricavi della startup.

L’allineamento strategico, inoltre, consente a marketing e vendite di lavorare e collaborare su obiettivi e responsabilità condivise, piuttosto che disperdere le risorse su obiettivi individuali e disallineati.

Secondo i dati forniti da SiriusDecisions, le aziende B2B che riescono ad allineare tecnologicamente e strategicamente marketing e vendite possono raggiungere una crescita dei ricavi pari al 24%, con aumento dei profitti fino al 27%.

COSA FARE DOPO L’ALLINEAMENTO MARKETING/VENDITE

Una volta che l’allineamento strategico e tecnologico è stato effettuato, esistono tre ulteriori passaggi aggiuntivi che la startup può mettere in pratica per migliorare ulteriormente l’allineamento tra marketing e vendite:

1) Costruire dei Modelli di Attribuzione

Un Modello di Attribuzione consente la misurazione dell’efficacia dei touchpoint nei quali il marketing contribuisce al processo che porta l’acquirente alla conversione finale. Questa tipologia di modello aiuta il marketing a giustificare il proprio budget e ad identificare le migliori opportunità di crescita per il futuro.

2) Migliorare la Lead Generation

L’analisi e lo scambio aperto dei dati relativi alle conversioni consente di far luce sull’efficacia delle tattiche e dei canali di marketing utilizzati. Creare un sistema di punteggi basato sulle informazioni di conversione consente al marketing di focalizzare gli sforzi per generare lead di qualità più elevata.

3) Misurare il ROI

Avere a disposizione dei numeri (traffico sul sito o leads mensili) consente di calcolare chiaramente il ROI di marketing, concentrandosi sulle metriche che legano direttamente gli investimenti di marketing al business value (ad esempio, il costo medio per lead, il valore medio per lead, il rapporto lead/cliente, etc).

Per ulteriori approfondimenti, il link di riferimento è: http://marketinginsidergroup.com/?p=9597

Napoli, 26/11/2015

Marketing Trends 2016: una guida per startup alle prese con il budget del prossimo anno

Giunti alla fine dell’anno, startup ed aziende iniziano a fare bilanci e previsioni per stabilire le strategie, gli obiettivi ed il budget per l’anno successivo: per quanto riguarda, in particolare, le strategie di marketing, può essere molto utile cercare di comprendere quali saranno i trend del 2016 ed impegnarsi nell’allocare le risorse del budget 2016 di conseguenza.

John All, CEO e co-founder di Influence & Co., ha raccolto quelli che saranno, a suo parere, i sette Marketing Trends che caratterizzeranno l’anno 2016 in un post recentemente pubblicato dal portale INC.COM: essi vanno decisamente oltre le tematiche più gettonate negli anni recenti, come il mobile ed i video, che rappresentano ormai qualcosa di già consolidato in termini di marketing trend per startup ed imprese.

Growth Graph Year 2016 Concept

Vediamo quindi, in maggior dettaglio, quali sono i sette Marketing Trends da considerare, nella definizione del budget per il 2016:

1) Writing Skills

La crescente importanza dei contenuti per il marketing delle startup farà sì che le skills e le pregresse esperienze lavorative nel campo della scrittura assumano un ruolo sempre più centrale nelle strategie di startup e imprese. In particolare, All afferma che la capacità di creare contenuti di qualità sarà alla base della nuova SEO. Di conseguenza, le startup devono incoraggiare il team a rafforzare le proprie Writing Skills, o pensare alla possibilità di assumere qualcuno che sia esperto in Content Creation.

2) Content Marketing

Nell’immaginario comune, il marketing è visto come un reparto a sè stante, che funziona esclusivamente ai fini della promozione dell’azienda all’esterno. Ma, anche se questa è una delle principali funzioni del marketing, non bisogna cadere nell’inganno che sia l’unica: le attività di Content Marketing diventeranno, nell’imminente futuro, sempre più importanti per tutte le funzioni aziendali. Ad esempio, quando si pubblica un contenuto sul blog/sito/profilo social aziendale, o quando si crea una conversazione con i clienti, tutta l’azienda deve essere informata a riguardo: questo perchè chi si occupa del prodotto possa lavorare al suo miglioramento basandosi sui feedback, chi si occupa delle vendite possa essere in grado di fronteggiare eventuali obiezioni o rispondere alle domande più comuni, il team di HR possa formare le nuove risorse.

3) Personalizzazione

L’autore prende spunto da uno speech dell’esperto di marketing Rohit Bhargava, il quale ha parlato di recente della crescente importanza assunta dalla personalizzazione nel Digital Marketing: esempio lampante di questo trend è rappresentato dalla strategia di Disney, incentrata sul far sentire il cliente un VIP. Disney, infatti, offre ai visitatori dei propri parchi una Disney MagicBand personalizzata, sulla quale costruire l’intera esperienza di vacanza in base alle proprie esigenza.
Un tipo di strategia che le startup possono utilizzare in questo campo è quella di evitare messaggistica generalizzata, personalizzando al massimo i messaggi e le e-mail facendo sentire speciale ogni singolo cliente.

4) Posizionamento ed Authority

Startup ed aziende di successo devono lavorare al proprio posizionamento di mercato costruendo una vera e propria Authority: occorre riuscire a farsi percepire come leader di pensiero, costruire una forte credibilità del brand, per creare una curva crescente di fiducia da parte della clientela.
Il posizionamento sarà una chiave di successo sempre più fondamentale, che passa dalla capacità della startup di imporsi come team unico e competente, in grado di trasmettere messaggi e contenuti di valore, dai quali traspare la propria leadership di pensiero nel settore di riferimento.

5) Creazione di valore

Le startup, ed in generale tutte le aziende, devono iniziare quanto prima a porsi in una nuova ottica: smettere subito di concentrarsi esclusivamente sulle vendite, e focalizzarsi sulla creazione di valore aggiunto per il cliente. Il valore si crea attraverso contenuti ed esperienze di qualità, rendendo ancora una volta l’attività di Content Creation uno dei capisaldi da tenere in considerazione per il budget dei prossimi mesi.

6) SEO e Leadership di pensiero

La tradizionale attività di SEO, basata sul link building e sull’ottimizzazione delle keywords, sono sicuramente un buon metodo per garantirsi un posizionamento efficace su Google. Tuttavia, i continui aggiornamenti dell’algoritmo di Google hanno creato una situazione nuova, nella quale ad essere premiati sono sempre di più i contenuti di valore e qualità.
Ecco perché, tra le priorità del marketing per il 2016, ritroviamo ancora una volta la capacità di offrire ai clienti e al target di riferimento dei contenuti che si differenziano dalla massa.

7) Non esiste il Full Service

Non è possibile costruire la fiducia e la credibilità di una startup affermando di essere “i migliori in tutto”: il full-service è impossibile da realizzare, ci saranno sempre degli aspetti in cui è possibile migliorare.
Il mercato va sempre di più verso la specializzazione, e il servizio completo diventa sempre meno plausibile: il trend dei prossimi mesi sarà, al contrario, quello della concentrazione degli sforzi su singoli aspetti del prodotto/servizio offerto.
La chiave del successo per una startup, di conseguenza, è quella di scoprire in cosa si è veramente bravi, capire come risolvere un problema/bisogno specifico del cliente e lavorare con il massimo impegno per diventare il migliore in assoluto in quello specifico aspetto: questo tipo di impegno garantirà alla startup la possibilità di distinguersi dalla concorrenza.

Questi sono, in definitiva, i sette trend che All si aspetta per il marketing 2016: il consiglio finale dell’autore è quello di prendersi, in queste ultime settimane dell’anno, un tempo ragionevole per rifletterci su e pianificare il budget del prossimo anno.

Il post originale è disponibile qui: http://www.inc.com/john-hall/7-marketing-trends-you-need-to-know-for-2016.html

Napoli, 26/11/2015

Startup e Branding: le regole per costruire e far crescere un marchio di successo

Martin Zwilling (CEO e founder di Startup Professionals) ha raccolto le otto regole fondamentali per una startup che vuole costruire un brand di successo duraturo nel tempo: l’elenco è stato recentemente pubblicato da Forbes, in un articolo intitolato “8 New Rules For Growing An Enduring Startup Brand”.

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Tutte le startup, al momento di lanciare un nuovo business, sperano di poter diventare il brand di riferimento nel proprio settore: come Starbucks per il caffè, o Apple per l’elettronica di consumo. Ma riuscire a costruire e a far crescere un brand di successo è un’impresa tutt’altro che semplice, nella quale è fondamentale una strategia ben precisa, sorretta da un lavoro costante ed impegnativo.

Tra i motivi per cui risulta così difficile per una startup costruire un brand di successo duraturo, Zwilling nomina il fatto che il mercato ed i gusti/bisogni del consumatore sono in continua evoluzione. A ciò si aggiunge la spinta dei concorrenti, che alzano continuamente il tiro riguardo ai prodotti e ai servizi, rendendo l’arena competitiva sempre più difficile da gestire e fronteggiare.

Zwilling prova a venire incontro agli startupper alle prese con il brand, fornendo un elenco di otto regole utili che nascono dalle sue riflessioni ed intuizioni dopo la lettura del libro “Rocket: Eight Lessons to Secure Infinite Growth” a cura di The Boston Consulting Group.

Alla base del suo ragionamento, c’è la convinzione secondo la quale eventuali passi falsi in materia di branding sono più semplici da recuperare, se capitano nel corso delle prime fasi di vita di una startup. Vediamo quindi, più nel dettaglio, le otto regole di Zwilling per la strategia di branding di una startup:

1) Non chiedere ai clienti cosa vogliono nel prossimo futuro

La realtà di ogni startup è quella in cui ci si sforza di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la necessità di trovare immediatamente una soluzione al problema del cliente, e l’offrire a quest’ultimo una vera e propria sfida, quella di “fare un salto avanti” utilizzando un prodotto/servizio del tutto innovativo. I clienti non possono immaginare un concetto o dei comportamenti del tutto nuovi: bisogna incuriosirli, portarli a lavorare di immaginazione, per poi proporgli una nuova realtà.

2) Trasforma i tuoi più grandi fan nei tuoi clienti “evangelizzatori”

I primi clienti soddisfatti rappresentano il veicolo attraverso il quale la reputazione di una startup arriva sul mercato: sono questi ultimi a conoscere per primi i punti di forza, le debolezze e le opportunità del nuovo prodotto/servizio. Occorre ascoltarli, rispondergli, instaurare un dialogo con loro per riuscire ad innescare il passaparola. Secondo l’autore, il valore di un cliente “evangelizzatore” può essere fino ad otto volte superiore a quello di un nuovo cliente: il passaparola riesce ad innescare una vera e propria traiettoria di crescita del valore del brand.

3) Accogli sempre il disprezzo di un cliente come se fosse un dono

In una startup è facile convincersi che una certa percentuale di clienti insoddisfatti è fisiologica: ma anche le recensioni negative vanno accolte, fornendogli una risposta esauriente. Questo atteggiamento è la chiave per la crescita del business: senza le valutazioni dei clienti, buone o cattive che siano, non ci sarà nessun miglioramento.

4) Le persone giudicano sempre un libro dalla copertina

Un cliente acquista soprattutto in base a ciò che vede: gli aspetti estetici, strettamente visivi di un prodotto/servizio sono quindi fondamentali. Come ha sempre fatto Steve Jobs, occorre creare un prodotto/servizio attraente per gli occhi, qualcosa che renda fieri, al contempo, il team che l’ha creato ed il cliente che lo ha acquistato.

5) Trasforma dipendenti e collaboratori in appassionati “evangelizzatori”

Un team motivato ed entusiasta del proprio lavoro riesce a raccontare la storia della startup e del prodotto in maniera appassionata e coinvolgente per il cliente: si tratta di una fonte importantissima di vantaggio competitivo per una startup che sta lavorando alla brand strategy. La fedeltà del team è strettamente connessa al processo di fidelizzazione della clientela.

6) Cura le relazioni reali e virtuali

Nell’era digitale, le relazioni virtuali con il cliente sono sempre più intrecciate e indivisibili dalle relazioni ed i contatti reali. Far crescere le relazioni virtuali è un processo più semplice e veloce, per cui è fondamentale per una startup utilizzare blog e social media come strumenti per costruire relazioni interattive con la clientela.

7) Fai passi da gigante piuttosto che piccoli passi

Può essere davvero difficile cambiare il mondo con piccoli progressi incrementali e di consolidamento: una startup dovrebbe essere sempre chiara, efficace, decisa nelle proprie richieste ed azioni di branding. In caso contrario, diventa veramente difficile riuscire a farsi notare nell’enorme mole di messaggi cui il cliente è sottoposto ogni giorno. Una startup può contare, da questo punto di vista, su un grande vantaggio: parte da un sogno e non ha alcun legame che la ancori al passato.

8) Non dare mai per scontato che il brand abbia raggiunto la stabilità

Tutti i rapporti sono costantemente sottoposti a cambiamenti e fluttuazioni: ciò accade anche nella relazione con il cliente. In qualsiasi momento, cambiamenti culturali ed eventi esterni possono minare la stabilità del brand: per affrontare questo tipo di problematica, una startup deve impegnarsi in un’attività costante di raccolta e monitoraggio dei dati. Sulla base dei dati, infatti, sarà possibile riconoscere repentinamente un cambiamento e reagire in maniera proattiva.

In conclusione, Zwilling fa notare come il filo rosso che lega tutte le otto regole elencate sia la necessità di costruire prima possibile uno stretto legame emotivo con il cliente: una relazione solida e basata sulla fiducia tra clientela e brand rappresenta infatti la base per una crescita esponenziale della startup.

Il post originale su Forbes è disponibile qui: http://www.forbes.com/sites/martinzwilling/2015/10/15/8-new-rules-for-growing-an-enduring-startup-brand/?linkId=18062925

Napoli, 25/11/2015

Bandi, Competition, opportunità per startup e imprese: date e scadenze utili

Nel nostro blog abbiamo approfondito svariati bandi, competition e opportunità interessanti per le startup e gli aspiranti imprenditori in possesso di idee creative ed innovative, o per giovani imprese e PMI in cerca di finanziamenti: in ciascun articolo indichiamo i settori di riferimento, le caratteristiche, i premi e  le date di chiusura che abbiamo pensato di schematizzare e “mettere in ordine” per avere un quadro di riferimento schematico di semplice e immediata consultazione.

Vi proponiamo quindi le nostre nuove tabelle riepilogative: la prima è dedicata ai bandi e le opportunità di finanziamento pubbliche, mentre la seconda raccoglie competition, contest ed altre opportunità dedicate a startup e imprese: in entrambi i casi, sono segnalate le opportunità internazionali, nazionali e locali in chiusura nelle prossime settimane di cui abbiamo parlato nel blog, con i link di riferimento ai nostri post di approfondimento.

BANDO E LINK
DESCRIZIONE E PREMI
SCADENZA
Il Patent Box è un regime opzionale di tassazione agevolata di cui possono beneficiare le imprese (di qualsiasi dimensione e forma giuridica) che lavorano con i c.d. “intangibles”, ossia con i beni immateriali.

Sono previsti tre casi: 1) Utilizzo diretto: detassazione del 30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017 –  2) Concessione in uso: esclusione dell’imposta ai relativi redditi con detassazione del 30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017 –  3) Cessione: detassazione integrale a condizione che entro la fine del secondo periodo di imposta successivo alla cessione almeno il 90% del corrispettivo sia reinvestito per attività di manutenzione e sviluppo di altri beni intangibili agevolabili. 

Le agevolazioni possono essere richieste a partire dal periodo di imposta 2015
Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo – Legge di Stabilità 2015

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Credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo per imprese con investimenti in tali attività pari ad almeno 30.000 euro all’anno. Applicabile anche per spese relative a personale qualificato e per contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca, altre imprese e startup innovative.

Le percentuali sono del 25% e del 50% a seconda della tipologia di spesa fino a un limite massimo di 5 milioni all’anno 

Dal periodo d’imposta 2015 al 2019 
Credito di Imposta per assunzioni di personale qualificato

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 Introdotto dal Decreto Legge 83/2012, il credito di imposta per assunzioni di personale qualificato prevede procedure semplificate e accesso prioritario alle agevolazioni per startup innovative e incubatori certificati. L’agevolazione consiste in un credito di imposta del 35% del costo aziendale sostenuto (fino a un limite di 200 mila euro annui per ciascuna impresa) per le assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, con laurea magistrale o in possesso di dottorato di ricerca, da impiegare in attività di ricerca e sviluppo.

Richieste di accesso al credito dal 10 gennaio 2015 per le assunzioni effettuate nell’anno 2013; dal 10 gennaio 2016 per le assunzioni effettuate nell’anno 2014. 

Dal 10 gennaio 2015 
Smart&Start Italia

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Lo strumento del MISE prevede la possibilità di agevolazioni per start-up innovative su tutto il territorio nazionale in possesso dei seguenti requisiti:
essere costituite da non oltre 48 mesi dalla data di presentazione della domanda di agevolazione, essere imprese di piccola dimensione, avere sede legale e operativa sul territorio nazionale italiano. Possono partecipare anche team di persone fisiche che intendono avviare una start-up innovativa e cittadini stranieri in permesso del Visto Start-up.

Le agevolazioni consistono in finanziamenti a tasso agevolato per piani di investimento da un minimo di 100.000 a un massimo di 1,5 milioni di euro. Le percentuali del finanziamento variano tra il 70% e l’80%.

Le domande di agevolazione potranno essere presentate a partire dal 16/02/2015 
 Microcredito – Fondo Centrale di Garanzia

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Il Fondo Centrale di Garanzia prevede una nuova sezione dedicata al Microcredito, con finanziamenti fino a 25.000€ da restituire in piani di rimborso a rate trimestrali di 7/10 anni. Le agevolazioni del Microcredito previste dal Fondo Centrale di Garanzia saranno rivolte in particolare a startup e lavoratori autonomi, titolari di partita IVA da meno di cinque anni e con meno di cinque dipendenti. L’accesso al Fondo sarà diretto ed immediato: il MISE prevede di poter garantire l’erogazione dei finanziamenti nel giro di 6/7 giorni dalla presentazione delle domande.
A partire dal 27/05/2015 
 Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

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Introdotto dal Decreto Competitività, consente a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (a prescindere dalla forma societaria) di ottenere un credito d’imposta del 15% applicabile agli investimenti in beni strumentali nuovi, per un importo minimo pari a 10.000 euro: l’agevolazione si calcola sulle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in beni strumentali realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti. Per imprese costituite da meno di cinque anni, il calcolo della media va effettuato sul numero di anni di attività. Per imprese neo-costituite il credito d’imposta si applica “con riguardo al valore complessivo degli investimenti realizzati in ciascun periodo di imposta“.  
Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi si applica su investimenti effettuati tra il 25 giugno 2014 e il 30 giugno 2015 
 Crescere in Digitale – Garanzia Giovani

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Iniziativa del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con Google e Unioncamere, nata nell’ambito del Programma Garanzia Giovani e rivolta a giovani fino a 29 anni in condizione NEET. Prevede possibilità di formazione e inserimento nel mondo del lavoro per nuovi professionisti nel mondo della digitalizzazione delle imprese, attraverso 50 ore di formazione on-line, laboratori di gruppo (ne sono previsti 120 di 50 partecipanti ciascuno) e 3.000 tirocini formativi della durata di sei mesi, con rimborso spese da 500€ mensili. Le PMI che sceglieranno di ospitare i tirocinanti di Crescere in Digitale non avranno alcuna spesa, e avranno diritto ad un bonus fino a 6.000€ in caso si assunzione del tirocinante al termine dei 6 mesi.
Le iscrizioni sono aperte a partire dal 30 aprile 2015 
Agevolazioni del MISE destinate a micro e PMI, startup e spin-off con un brevetto nazionale, europeo o internazionale. Prevede la possibilità di un contributo fino a 140.000€ a copertura dell’80% delle spese ammissibili. La percentuale sale al 100% per spin-off universitari e accademici.
Domande a partire dal 6 ottobre 2015 
 Intervento straordinario per la competitività – Regione Campania

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Agevolazioni della Regione Campania nell’ambito del Fondo per lo sviluppo delle PMI, destinate ad aziende con almeno una sede operativa nel territorio regionale campano e in attività da almeno due anni. I finanziamenti a tasso agevolato sono previsti in tre Sezioni: Sezione A “Industria e Servizi”: minimo 200.000€, massimo 2.500.000€ – Sezione B “Turismo e Commercio”: minimo 100.000€, massimo 1.500.000€ – Sezione C “Altri Operatori”: minimo 50.000€, massimo 500.000€ 
Le registrazioni alla piattaforma saranno possibili a partire dal 13 novembre 2015 
 Agevolazioni MISE per imprese giovanili e femminili

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Agevolazioni del Ministero dello Sviluppo Economico riservate a micro e piccole imprese di nuova costituzione (massimo 12 mesi) con maggioranza composta da giovani under 35 o donne. Saranno erogati finanziamenti a tasso zero a copertura del 75% delle spese ammissibili, per programmi di investimento fino ad un massimo di 1.500.000€. Particolare attenzione sarà riservata a progetti innovativi, nel turismo e nell’innovazione sociale.
Le domande potranno essere inoltrate a partire dal 13 gennaio 2016 
 Agevolazioni MISE per imprese e cooperative sociali 

Link per approfondimenti

Nuovo regime di agevolazioni dedicato alle imprese, alle cooperative e alle ONLUS (già esistenti o di nuova costituzione) che svolgono attività di impresa sociale. Sono previsti finanziamenti a tasso agevolato (tasso di interesse 0,5% annuo, durata fino a un massimo di 15 anni) per programmi di investimento compresi tra 200.000 e 10.000.000 di euro.
In attesa di definizione dei termini e delle modalità di presentazione delle domande 

CONTEST E LINK 
DESCRIZIONE E PREMI
SCADENZA
Empowering People Award 2015

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Concorso indetto da Siemens Stiftung per la selezione delle migliori idee innovative per prodotti e soluzioni tecnologiche adatti alle necessità dei Paesi in Via di Sviluppo. In gara otto categorie differenti, tra cui quelle relative all’Energia, ai Rifiuti, all’Healthcare. I vincitori avranno diritto a premi da 50.000, 30.000, 20.000 € a seconda della posizione raggiunta. Inoltre, i migliori 20 progetti dopo i primi tre, avranno diritto ad un premio da 5.000€ ciascuno.
Deadline al 30 novembre 2015
 WIND STARTUP AWARD 2015

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Call riservata ad idee di impresa e startup italiane con progetti di business innovativi nel settore della Digital Economy, che presentino soluzioni sia in campo B2B che B2C. Dopo una prima fase dedicata alla votazione dei progetti da parte della community on-line di Wind Business Factor sarà creata una short-list di 10 finalisti che avranno diritto ad un percorso di affiancamento da parte di coach e mentor esperti. I 5 migliori progetti presenteranno il proprio pitch all’Angel/Investor Day finale, nel corso del quale sarà assegnata una borsa di studio per la Startup School di Mind The Bridge in Silicon Valley.
Scadenza fissata al 30/11/2015 Prorogata al 6 dicembre 2015 
1440 ACCELERATOR

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Call for startup per la selezione di 10 progetti innovativi in grado di rivoluzionare l’attuale stato dell’arte nel settore dell’Editoria. L’acceleratore 1440 si trova a Nashville (Tennessee, USA) ed ospiterà le 10 startup prescelte per un programma intensivo di mentorship della durata di 14 settimane (in partenza il 31 gennaio 2016). Le startup avranno diritto ad un finanziamento da 30.000$ ciascuna.
Deadline fissata al 30 novembre 2015
 Helsinki Ventures IOT Accelerator 2015

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Opportunità per startup early stage nel settore Internet of Things, con la nuova call di Helsinki Ventures IoT Accelerator: le startup selezionate avranno diritto ad un percorso della durata minima di quattro settimane in Finlandia, con la possibilità di usufruire del supporto tecnico da parte degli esperti di SIGFOX. L’inizio del percorso di accelerazione è previsto nel mese di gennaio 2016.
Scadenza delle application: 30 novembre 2015. 
EDF Pulse Awards

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Iniziativa del leader internazionale nel settore energetico EDF, per il supporto ed il finanziamento di progetti innovativi proposti da startup e piccole imprese europee nelle seguenti tre categorie: Smart Home, Low Carbon City, E-Health. I tre vincitori, uno per ciascuna categoria, saranno premiati durante l’evento finale previsto in Francia nel giugno 2016 con grant da 100.000€, da utilizzare per lo sviluppo del progetto.
Candidature aperte fino al 6 dicembre 2015
Call per startup innovative ad alto potenziale di crescita internazionale dell’acceleratore con sede a Gerusalemme, Israele. Le startup selezionate accedono ad un percorso di accelerazione della durata di 16 settimane, con opportunità di networking in uno dei più vivaci ecosistemi dell’innovazione a livello globale. Le startup di SIFTECH trascorreranno, inoltre, una settimana al Google Campus di Tel Aviv.
Scadenza delle application: 15 dicembre 2015. 
Bando dedicato a persone fisiche e startup innovative per l’accesso agli spazi e ai servizi di Innovation Factory, incubatore di AREA Science Park. Per le startup ed i team selezionati, un percorso di accelerazione trimestrale con coaching, affiancamento manageriale e spazi di lavoro in modalità coworking, più opportunità di finanziamento fino a 50.000€.
Deadline fissata al 15 dicembre 2015

EDF Pulse Awards: grant da 100K per i migliori progetti innovativi nelle categorie Smart Home, Low Carbon City e E-Health

Sono aperte le candidature per partecipare all’edizione 2016 di EDF Pulse Awards, iniziativa del leader mondiale nel settore dell’energia EDF che nasce allo scopo di incentivare e premiare i migliori progetti innovativi nelle tre categorie in concorso:

SMART HOME: prodotti e servizi innovativi per l’efficienza energetica a livello domestico. Tra i settori che fanno capo a questa categoria ricordiamo il controllo e la gestione dei consumi energetici, il comfort e la sicurezza delle case.

LOW CARBON CITY: prodotti e servizi per l’efficienza energetica in termini di città sostenibili, inerenti i campi delle energie rinnovabili, delle infrastrutture e della mobilità elettrica, dei servizi smart, etc.

E-HEALTH: soluzioni innovative nell’ambito dell’health care, facenti campo alle ultime tecnologie, alla robotica, ai servizi on-line.

EDF

Possono partecipare a EDF Pulse Awards 2016 progetti innovativi con un modello o prototipo da presentare alla Giuria, potenzialmente in grado di effettuare un lancio sul mercato entro sei mesi, presentati da piccole imprese create prima del 31/12/2015 e con sede in Europa.

Le application dovranno essere inviate entro il 6 dicembre 2015, attraverso la procedura on-line disponibile al seguente link: https://pulse-awards.edf.com/eligibilite/n68KDvxkbEU

Al termine della raccolta delle candidature, si aprirà il processo di selezione di EDF Pulse Awards, nel rispetto delle seguenti tre fasi:

1) Entro febbraio 2016: selezione di 12/15 nominee project (4/5 progetti per ciascuna categoria), che saranno sottoposti alla Giuria,

2) Marzo/Aprile 2016: pre-selezione dei sei progetti finalisti che saranno chiamati a presentare il proprio pitch alla Giuria,

3) Nel secondo trimestre del 2016: selezione dei tre progetti vincitori attraverso una votazione on-line della community.

I vincitori, uno per ciascuna delle categorie in concorso, saranno annunciati e premiati durante un evento speciale che si svolgerà in Francia alla fine del mese di giugno 2016.

I tre vincitori degli EDF Pulse Awards 2016 avranno diritto ad un grant da 100.000€ ciascuno, da utilizzare per lo sviluppo del proprio progetto.

Per maggiori informazioni: http://pulse.edf.com/en/edf-pulse-award/awards-presentation

Napoli, 23/11/2015

Startup e strategie di Pricing: esperienze e consigli di founder di successo

Il post di oggi è incentrato su un aspetto specifico e fondamentale per una startup che, dopo aver superato i primi ostacoli, sviluppato un MVP funzionante e, in alcuni casi, implementato uno o più pivot, si appresta a lanciare il prodotto sul mercato. A questo punto, è necessario concentrarsi su un problema spesso particolarmente complesso per gli startupper: definire la strategia di pricing.

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Un recente post apparso sul blog di Foundr a firma di Jonathan Chan viene in aiuto alle startup alle prese con la definizione dei prezzi, raccogliendo i consigli e le esperienze di 11 startupper che hanno già vissuto e superato con successo questo momento delicato della crescita di un business: ripercorriamo quindi i suoi passi, elencando uno per uno i punti salienti delle 11 interviste raccolte da Chan.

INTRODUZIONE

Una volta superate le fasi iniziali di vita, per la startup arriva finalmente il momento di monetizzare: è in questa fase che subentra la necessità di stabilire “il prezzo giusto” per il proprio prodotto.

Il pricing è un’attività tutt’altro che semplice, sempre in bilico nel dubbio tra un prezzo troppo alto (a rischio che nessuno compri il prodotto) e un prezzo troppo basso (che vanificherebbe tutti gli sforzi e le risorse impegnate finora nel progetto).

Le domande che Chan pone ai 11 startupper di successo intervistati sono essenzialmente tre:

a) Qual è la vostra strategia di pricing?
b) Che cosa ti ha fatto decidere il prezzo X per il tuo prodotto?
c) Qual è la cosa più importante da tenere a mente quando si tratta di stabilire il prezzo?

1. John Lee Dumas (Entrepreneur On Fire)

Come si fa a dare un prezzo alla propria passione? Questa è la domanda che J.L. Dumas si è posto nei 12 mesi in cui ha lavorato al suo ultimo progetto, The Freedom Journal.

Per stabilire il prezzo finale di The Freedom Journal (attualmente pari a 35$), Dumas si è concentrato su tre aspetti:

a) Ricerche di mercato: Dumas ha acquistato tramite Amazon tutte le riviste simili alla sua, studiandone i contenuti e confrontandone i prezzi.

b) Coinvolgimento dell’audience di riferimento: utilizzando SurveyMonkey, Dumas ha effettuato un sondaggio per capire cosa pensavano i potenziali clienti sul tema e misurare la loro “sensibilità al prezzo”.

c) Intuito: l’intuizione è un mezzo potente a disposizione di ciascuno di noi e Dumas consiglia a tutti di utilizzarla al meglio nella strategia di pricing.

2. Dan Norriss (WP Curve)

Il consiglio più diffuso quando si parla di pricing è quello di aumentare i prezzi: secondo Norriss si tratta decisamente di un cattivo consiglio. In questo modo si rischia di soffocare l’innovazione, trasformando il proprio business in un servizio di consulenza come tutti gli altri.

Generalmente, le aziende smart e competitive sono riuscite a fare un passo avanti rispetto ai concorrenti, favorendo la diffusione dell’innovazione con prezzi più convenienti rispetto a quelli di prodotti già sul mercato.

Quando ha dovuto definire il prezzo per WP Curve, Norriss ha calcolato in maniera approssimativa quanto gli sarebbe costato il servizio per ciascun utente. Ed ha stabilito il prezzo finale raddoppiando quella cifra.

Ancora oggi, controlla regolarmente la stima di partenza e mantiene questa linea, anche se questo ha significato a volte sacrificare parte dei margini: ma non ha intenzione di cambiare la propria strategia, perchè è convinto che per una startup sia fondamentale mantenere l’equilibrio tra l’esigenza di essere disruptive e quella di diffondere l’innovazione.

3. Ramit Sethi (I Will Teach You How To Be Rich)

Il team di I Will Teach You How To Be Rich ha deciso di offrire gratuitamente agli utenti circa il 98% del suo materiale, con l’obiettivo di fare del proprio materiale free un contenuto migliore di tanti altri a pagamento.

Questa decisione, assieme ad altre scelte strategiche come quella di non poter acquistare i corsi direttamente dal sito web, costa alla startup oltre 2 milioni di $ all’anno. Ma allora perchè lo fanno?

Prima di tutto, secondo Sethi, questa strategia consente di educare il consumatore al perché il materiale di I Will Teach You How To Be Rich è migliore di altri. Ancora più importante, la scelta è imperniata sull’obiettivo di costruire una relazione duratura con il cliente, basata sulla fiducia.

Una volta costruita una solida relazione con il cliente, sarà possibile offrirgli un corso che rappresenta il top a livello mondiale, al prezzo più adatto ad un prodotto del genere: Sethi è assolutamente convinto che nella definizione della strategia di pricing bisogna concentrarsi sull’autostima e sulla convinzione del valore del proprio prodotto.

Se non si è assolutamente convinti che il proprio prodotto rappresenti il top sul mercato, infatti, è probabilmente necessario continuare a lavorare allo sviluppo, allo scopo di farne il migliore in assoluto.

4. Yaro Starak (Entrepreneur’s Journey)

Il modello seguito da Starak nella definizione dei prezzi ricalca il concetto di “imbuto di vendita”, in cui il prezzo cambia a seconda del punto dell’imbuto in cui è posizionato:

– Se il prodotto è “front-end” significa che è posizionato all’entrata dell’imbuto, per cui l’obiettivo è quello di distribuire il valore mantenendo un prezzo abbastanza basso, in modo tale che sia una spesa facile da giustificare;

– Se il prodotto è “back-end” è venduto a clienti che hanno già acquistato da voi in precedenza, con cui esiste quindi un rapporto già collaudato. Si tratta quindi di un acquirente attivo, disposto a spendere di più per avere un prodotto di livello più elevato.

Un altro aspetto da considerare quando si stabiliscono i prezzi è quello che tiene conto del livello di supporto/contatto/complessità. In linea generale, quando il cliente ha un livello di questo tipo particolarmente alto (ad esempio nei servizi di formazione), è possibile mantenere elevato il livello dei prezzo. Allo stesso modo, quanto più complesso è il problema che il prodotto risolve, tanto più il prezzo potrà raggiungere livelli alti.

Ancora, una variabile utile da considerare nella definizione del pricing è quella relativa al risultato che il cliente ottiene attraverso il prodotto: quanto più il prodotto porta un grande cambiamento nella vita del cliente, tanto più il prezzo potrà essere elevato.

Infine, secondo Starak, in caso di dubbio è utile basarsi sul prezzo di altri prodotti simili.

5. Andre Eikmeier (Vinomofo)

La strategia di prezzo di Vinomofo è decisamente semplice: il loro scopo è quello di garantire al cliente il minor prezzo possibile su qualsiasi vino. Il team si concentra, quindi, nella scelta dei fornitori di migliori prodotti al minor prezzo possibile, aggiungendo il margine destinato a Vinomofo. Se il prezzo ottenuto non è il miglior prezzo sul mercato, molto semplicemente non lo acquistano.

In questo modo, gli utenti di Vinomofo sanno che il prezzo a cui acquistano il proprio vino è il migliore possibile: così si costruisce un rapporto di fiducia con la clientela.

In sintesi, la strategia di pricing di Vinomofo si concentra su tre aspetti: cliente, fornitore, azienda. Tutte e tre le parti in gioco devono ottenere un vantaggio dalla transazione.

6. Rand Fishkin (Wizard of Moz)

La strategia di pricing è nata a seguito di una serie di tentativi ed errori, test, ricerche ed indagini di mercato: non c’è nessuna formula preconfezionata. La scelta è stata fatta basandosi su aspetti quali il margine desiderato dalla startup, il budget disponibile del target di riferimento, la concorrenza.

Secondo Fishkin, per il pricing in un business SaaS come quello di Wizard of Moz bisogna focalizzarsi su due aspetti:

– Conservazione: stabilire un prezzo al quale i clienti sentono di ottenere valore,
– CAC o rapporto CLTV/CAC (costo di acquisizione cliente o rapporto tra lifetime value del cliente e CAC): si tratta di metriche che aiutano la startup a scalare con profitti tali da poter reinvestire per la crescita del business.

7. Micah Mitchell (MMMastery)

Il prodotto di punta di MMMastery è Memberium, un prodotto software per cui il prezzo è stato inizialmente stabilito basandosi sull’analisi della concorrenza, fissando un prezzo inferiore alla media di mercato.

Sulla base di tale analisi è stato possibile fissare un prezzo pari a 47$ per abbonamento mensile, quindi al di sotto della “barriera psicologica” dei 50$. Inoltre, si tratta di una cifra mensile che il cliente non ha grossa difficoltà a spendere.

Il team di MMMastery ha previsto in seguito la possibilità di acquistare un abbonamento annuale al prezzo di 470$, dopo aver calcolato che rinunciare a due mesi di abbonamento non avrebbe avuto grosse ricadute sui profitti, ma avrebbe fatto un’ottima impressione alla clientela.

Secondo Mitchell, infatti, la prima cosa da tenere in mente quando si stabilisce la strategia di pricing è come si sentirà il cliente quando arriverà la fattura: l’analisi della concorrenza è un aspetto da considerare, ma non deve essere il principale focus nella definizione della strategia di pricing.

8. Troy Dean (WP Elevation)

Dean afferma di aver sempre voluto posizionare il proprio prodotto nella fascia più alta del mercato, per cui è necessario concentrarsi e lavorare per offrire maggior valore rispetto ai concorrenti.

La sua strategia si basa su una domanda rivolta direttamente al cliente: “Questo problema è talmente importante per voi da essere disposti a pagare TOT per risolverlo?”

Una volta raccolte le risposte, Dean ed il suo team si mettono al lavoro per ottenere un prodotto in quella fascia di prezzo, che soddisfi il cliente e consenta all’azienda di ottenere dei profitti.

Il ruolo e la collaborazione del cliente sono quindi centrali nella strategia di pricing di WP Elevation, così come lo sono stati nella fase di product development.

9. Dean Ramler (Milan Direct)

Il prezzo, secondo Ramler, è un aspetto assolutamente unico e specifico, differente per ogni azienda. Milan Direct è un rivenditore di mobili on-line che lega il proprio brand al concetto di valore: per questo motivo, il team deve stare molto attento a non fissare un prezzo troppo alto o troppo basso.

La strategia prescelta è quella di non giocare con i prezzi: niente margini folli, ma semplicemente il miglior prezzo possibile tenendo conto dei costi e dei margini necessari a mantenere il business remunerativo.

Nel fissare i prezzi, inoltre, Milan Direct tiene conto della concorrenza, anche se la startup ha avuto raramente problemi a mantenere il miglior prezzo sul mercato.

10. Ankur Nagpal (Teachable)

Il prezzo deve essere stabilito sulla base dell’effettivo valore del prodotto: l’unica cosa che conta è il risultato per il cliente. Ed è proprio su questo aspetto che vanno impostate le strategie di pricing secondo Nagpal.

Nel caso si Teachable, ad esempio, il prodotto offerto consiste in corsi di formazione on-line. Se un corso di Teachable consente al cliente di ottenere un aumento da 10K del proprio stipendio, è decisamente possibile vendere il corso a più di 29$ indipendemente dal numero di ore di contenuti.

11. Xavier Major (Automation Masterminds)

Major utilizza una combinazione di intuizione e ricerca per determinare il livello dei prezzi: solitamente, la ricerca viene effettuata analizzando i prodotti simili e quelli competitivi del settore, ma anche il valore che i prodotti offrono al pubblico. Se il prodotto è legato ad un chiaro risultato in termini di valore per il cliente, infatti, il prezzo non è più un problema ed è possibile stabilirlo senza grosse difficoltà.

La cosa principale da tenere in considerazione è che il pricing è un’arte, non una scienza: il prezzo va stabilito e testato, per capire se funziona per il tuo business.

CONCLUSIONI

Dopo aver raccolto i pareri, i consigli e le esperienze di tutti gli startupper intervistati, Chan elenca i punti salienti su cui sembrano essere tutti concordi:

– Il miglior prezzo è quello che tiene basse le aspettative, ma a cui corrisponde un prodotto di grande valore,

– Scoprite cosa fanno i vostri concorrenti e perché,

– Bisogna concentrarsi sempre sul cliente e sulla sua esperienza.

Il post originale è disponibile qui: http://foundrmag.com/12-top-tier-entrepreneurs-share-their-best-advice-on-pricing-strategy/

Napoli, 20/11/2015

Sei utili consigli di business dal CEO di una startup di successo planetario: il talk di Sean Rad (Tinder) al Web Summit

Nel corso dell’ultimo Web Summit, che si è svolto dal 3 al 5 novembre 2015 a Dublino, il CEO e co-founder di Tinder Sean Rad ha tenuto un interessante talk sulla sua esperienza nell’azienda che rappresenta oggi il player più importante a livello mondiale nel settore del dating on-line: nel corso del suo intervento, spiega l’attuale situazione di Tinder, gli obiettivi per il futuro e, soprattutto, come è riuscito a raggiungere con la sua startup il grande successo di cui gode attualmente.

ceo tinder

Sean Rad sta attualmente vivendo il grande sogno di ogni startupper: Tinder registra al momento oltre 1.500.000 appuntamenti a settimana, di cui oltre un milione rappresentano appuntamenti di nuovi iscritti. Tinder è presente in 194 Paesi nel mondo, con un Business Model che prevede una versione free per tutti gli iscritti con la possibilità di scaricare la versione a pagamento dell’applicazione per gli utenti che desiderano usufruire dei servizi aggiuntivi (la stragrande maggioranza delle revenue di Tinder, spiega Rad, deriva proprio dall’app a pagamento).
Tinder si conferma ogni giorno come una startup di enorme successo, che nel giro di tre anni è riuscita a crescere come nessun’altra piattaforma era riuscita a fare prima.

Ma come hanno fatto Sean Rad ed i suoi soci (Justin Mateen e Jonathan Badeen) a raggiungere questi livelli?

Nel corso del suo talk al Web Summit, Rad ha condiviso con i presenti alcuni spunti e consigli per portare al successo la propria startup: vediamo quali sono.

1) Ama quello che fai, e crea un team fantastico!

Fin dall’inizio del suo discorso, ciò che traspare dalle parole di Sean Rad è la grande passione per il lavoro che svolge: “E’ bellissimo. Siamo orgogliosi di ciò che facciamo. Ci piace molto”.

Circa un anno fa, Rad è stato sostituito nel ruolo di CEO da Christopher Payne, ex dirigente di eBay, Amazon e Microsoft: ma la guida del nuovo CEO non ha portato buoni frutti e gli altri membri del CdA di Tinder hanno restituito a Rad la sua posizione da CEO.

Nonostante fosse stato rimosso dal ruolo di CEO, Rad ha sempre continuato a lavorare con impegno e a sostenere e consigliare il nuovo CEO nel suo lavoro e nelle scelte strategiche. Tuttavia, come dicevamo, l’esperienza di Payne come CEO di Tinder non è stata particolarmente brillante.

Rad afferma che ci sono un sacco di motivi per cui la scelta di dare a Payne il ruolo di CEO non ha funzionato, ma in ogni caso a lui non importa quale ruolo e quali attività doveva svolgere in azienda: l’importante è continuare a lavorare con il team e fare ciò che serve alla startup, “anche lavare i pavimenti, se necessario”.

Ma in che modo Rad si approccia al suo lavoro di CEO ogni giorno? La sua risposta è interamente centrata sull’apprendimento continuo: si approccia al lavoro come se ogni giorno stesse imparando qualcosa di nuovo. E come a fine giornata sia fondamentale che tutto il team senta di aver imparato qualcosa.

E’ questo tipo di approccio, secondo Rad, che identifica un grande team per una startup: occorre riunire in squadra persone appassionate e pronte ad imparare qualcosa di nuovo ogni giorno.

2) Raccogliere dati e massimizzarne l’utilizzo

Quando una startup riesce ad avere accesso ad un grande quantitativo di dati sarebbe negligente a non utilizzarli per il bene dell’azienda: i dati vanno raccolti nel maggior numero e con la maggior attenzione ed accuratezza possibili, per poi utilizzarli per lo sviluppo del prodotto.

Tinder, ad esempio, ha potuto disporre di una grande moltitudine di dati raccolti sulla “single culture”: di recente hanno condotto un sondaggio su 300.000 utenti, da cui è risultato che oltre l’80% degli utenti di Tinder utilizzavano l’app per cercare una relazione stabile e duratura, e solo il restante 20% era interessato a brevi amicizie.

Ancora, racconta Rad, grazie alle ricerche, alla raccolta e all’utilizzo accurato dei dati Tinder è in procinto di rilasciare un “grande cambiamento” del suo algoritmo, in grado di aumentare il numero di corrispondenze del 30% e, di conseguenza, migliorare l’esperienza dell’utente sulla base dei suoi bisogni.

Lo scopo della raccolta dei dati deve essere, per una startup, quello di utilizzarli nella maniera più efficace allo scopo di migliorare il prodotto e la user experience.

3) Accetta allo stesso modo le buone e cattive recensioni della stampa

Rad si ispira ad un verso di Ruyard Kipling, secondo il quale nella vita si attraversano sia trionfi che disastri, ed entrambi vanno accettati e trattati allo stesso modo: è proprio ispirandosi a questo concetto che Rad si approccia alla “cattiva stampa”. Anche perché è convinto che la stampa sia predisposta a focalizzarsi sempre su ciò che è controverso.

Secondo Rad, la stampa si concentra raramente sui fatti e la sostanza, ed ha la tendenza a cercare le prove a conferma di ciò che sono convinti di voler dimostrare: il team di Tinder cerca quindi di stare il più possibile vicino al proprio audience di riferimento, e ad oggi questo atteggiamento li porta ad avere un feedback positivo dai propri utenti. Questa è l’unica cosa su cui si concentrano Rad ed il suo team, ferma restando l’apertura ad accogliere tutti i punti di vista.

In sostanza, afferma Rad, quando una startup ha impatto sulla società e sulla cultura sarà sempre esposta alle critiche: la cosa migliore è semplicemente accoglierle, esattamente come i pareri positivi.

4) Non fermarsi mai: innovare continuamente e costantemente

Nei prossimi sei mesi, Tinder si aspetta di vedere la propria dating app muoversi più velocemente ed aggressivamente che mai. L’applicazione è stata già aggiornata con nuove funzionalità di recente, maggiormente vicine alle esigenze dei clienti.

Il team di Tinder è sempre e costantemente alla ricerca di nuove modalità per migliorare l’esperienza dell’utente, ed è proprio per questo motivo che è stato modificato l’algoritmo (come accennato, la nuova versione sarà rilasciata a breve).

In sostanza, Rad è convinto che c’è sempre da lavorare per innovare il prodotto.

5) Focus sulle risorse a disposizione

Rad è molto attento a non farsi distrarre dai feedback e suggerimenti che arrivano ogni giorno dall’ampia ed impegnativa base di utenti di Tinder: si tratta infatti di una fonte inesauribile e costante di suggerimenti per nuove funzionalità da implementare.

La parte più difficile è riuscire a stabilire le giuste priorità: occorre infatti lavorare molto per diventare bravi nel bilanciamento di priorità e risorse a disposizione. Di fronte a tanti utenti, la soluzione più semplice ed efficace è quella di riuscire a trovare ciò che avrà impatto sul maggior numero di utenti possibile.

Per Rad e per l’intero team di Tinder, la mission è semplice, chiara e ben definita: “Fin dal primo giorno, il nostro obiettivo è stato quello di scoprire ogni singola relazione possibile”.

Allo stesso modo, la più grande frustrazione è quella di non riuscire a trovare il matching giusto per l’utente. La difficoltà di Tinder è intrinseca al mondo cui si rivolge: le relazioni sono la parte più importante e più difficile nella vita delle persone, e vanno trattate con rispetto ed attenzione.

6) Competere con se stessi, non con i rivali

Come è accaduto per Uber, Facebook, Airbnb ed altre startup di successo planetario, Tinder è diventato il nome utilizzato da migliaia di startup al mondo per descrivere in termini semplici ciò che cercano di fare con il proprio business.

Naturalmente, tra queste startup ci sono quelli che potrebbero rappresentare dei potenziali concorrenti: come si pongono Rad ed il team di Tinder di fronte a tutto questo?

Da quando Tinder ha iniziato a scalare, si trova in una posizione decisamente confortevole: tuttavia, per un imprenditore è fondamentale essere abbastanza realistico da avere ben chiaro quale potrebbe essere “the next big thing” nascosta dietro l’angolo.

Allora qual è l’approccio di Tinder a questo aspetto del business? Semplicemente, afferma Rad, “Siamo in competizione con noi stessi. Tutti cercano di diventare il prossimo Tinder” ma loro non si preoccupano troppo della concorrenza. Sono lusingati di questo successo, stanno attenti ad osservare con attenzione il mercato e le altre applicazioni che vengono rilasciate ogni giorno, ma si impegnano costantemente e quotidianamente allo scopo di migliorarsi.

Quando si ha un successo planetario, non bisogna fermarsi ed adagiarsi: il lavoro di ogni giorno è finalizzato a migliorare continuamente se stessi.

E infine, cosa c’è in serbo per il 2016? Recruiting è la parola chiave con cui Rad conclude il suo talk al Web Summit. Tinder ha bisogno di trovare le persone giuste per arrivare dove si è prefissata, e questa è una delle attività più difficili per una startup che sta scalando.

FONTE: http://startups.co.uk/6-business-insights-from-tinder-ceo-sean-rads-web-summit-talk/

Napoli, 19/11/2015

SIFTECH – 16 settimane di accelerazione in Israele per 10 startup da tutto il mondo

Resterà aperta ancora per poche settimane la call for startup dell’acceleratore SIFTECH, specializzato in aziende innovative ad alto potenziale di crescita per accompagnarle dalla fase del bootstrapping a quella del primo importante round di finanziamento seed.

siftechlogo

SIFTECH ha la propria sede a Gerusalemme, in Israele, e seleziona attraverso le proprie call dalle 7 alle 10 startup da inserire nel proprio programma di accelerazione: al momento, è aperta la call for startup per il programma in partenza a dicembre 2015. Le application possono essere inviate, entro la deadline del 15 dicembre 2015, al seguente link: https://www.f6s.com/siftechround5

Le startup selezionate avranno accesso al programma SIFTECH della durata di 16 settimane (dal 27/12/2015 al 14/04/2016), con la possibilità di usufruire degli spazi di co-working della struttura.
Nel corso delle 16 settimane di accelerazione, si alterneranno sessioni di formazione e mentorship, eventi di networking ed una settimana presso il Google Campus di Tel Aviv.

I vantaggi del programma di accelerazione SIFTECH sono di almeno tre tipologie:

NETWORKING: connessione con un network internazionale di esperti, mentor ed aziende per potenziali partnership e collaborazioni;

FUNDRAISING: formazione e supporto ad hoc per le attività di fundraising, con organizzazione di eventi e di incontri one-to-one con potenziali investitori;

LOCALIZZAZIONE: l’acceleratore è localizzato a Gerusalemme, nel cuore dell’ecosistema startup israeliano, uno dei più vivaci del mondo, in continuo sviluppo ed in un ambiente altamente creativo e dinamico.

siftech

Per maggiori informazioni su SIFTECH: http://siftech.co/

Napoli, 18/11/2015

Startup Tips – Quali sono le metriche fondamentali per capire se un’impresa è destinata al successo?

Jay Block (CEO di The Small Business Journal) ha appena pubblicato su LinkedIn un interessante contributo incentrato sul successo di startup ed imprese, che raccoglie alcuni consigli ed osservazioni tratte dall’autore a seguito di un’intervista a Jack Welch, CEO di General Electric per oltre vent’anni ed attualmente presidente esecutivo del The Jack Welch Institute Management.

E’ risaputo che essere un imprenditore rappresenta allo stesso tempo un sogno che si realizza, e un incubo da cui si vorrebbe fuggire: non esiste una scadenza entro la quale si possa avere la sicurezza di raggiungere il successo e si deve lavorare anche 24 ore al giorno, impegnandosi nelle attività più disparate.

Secondo Block, nella vita di uno startupper e, più in generale, di un imprenditore arriva sempre, prima o poi, il momento in cui ci si deve necessariamente fermare a riflettere e a chiedersi: “Il mio lavoro sta davvero andando avanti nel modo giusto?”.

Una startup (o un’impresa) presentano così tante variabili che è davvero difficile capire se si stanno facendo i progressi giusti: ma dall’intervista a Jack Welch, che è decisamente uno dei massimi esperti a livello mondiale in materia di impresa, è possibile ricavare quelli che sono i punti principali (e le relative metriche) da analizzare per provare a misurare il successo di un’azienda.

success-startup

Secondo Jack Welch, i tre indicatori principali su cui misurare il successo di un’impresa sono i seguenti:

1. Employee engagement

L’engagement (o coinvolgimento) dei dipendenti rappresenta il primo indicatore analizzato nel post di Jay Block e si basa su un concetto di semplice ed immediata comprensione: nessuna impresa, piccola o grande che sia, può avere successo nel lungo periodo se i dipendenti non credono nella mission e non sanno come raggiungere gli obiettivi.

Ecco perché è indispensabile misurare l’engagement dei dipendenti almeno una volta all’anno, attraverso indagini anonime che diano alle persone coinvolte la totale sicurezza di anonimato, in modo da sentirsi libere di rispondere alle domande senza alcun tipo di filtro.

Le indagini più significative si focalizzano su cosa pensano i dipendenti sulla direzione strategica e sulle opportunità di carriera in azienda. Le domande più utili da porre sono, ad esempio: Credi che l’azienda abbia obiettivi che le persone riescono ad afferrare, accettare e sostenere completamente? Senti che l’azienda si prende cura di te e che ti offre l’opportunità di crescere? Pensi che il tuo lavoro di tutti i giorni sia collegato a ciò che la leadership aziendale inserisce nei report annuali?

In sintesi, le indagini più efficaci tra i dipendenti riportano tutte ad un’unica, fondamentale domanda: siamo tutti nella stessa squadra?

2. Customer Satisfaction

La crescita dei ricavi è la chiave per la redditività a lungo termine e l’indicatore da considerare a riguardo è il livello di soddisfazione del cliente: anche in questo caso, si tratta di una misurazione che può essere effettuata attraverso apposite indagini.

Le indagini di Customer Satisfaction sono più complesse di quelle esaminate al punto precedente e raramente i risultati raccolti daranno una reale lettura della situazione: ecco perché bisogna impegnarsi in un approccio più diretto e relazionale, andando ad incontrare i clienti più da vicino possibile (non basta l’approccio on-line, è importante il faccia-a-faccia!).

In questo ambito, inoltre, è fondamentale fare di ogni visita al cliente un momento di apprendimento da cui provare a trarre più informazioni possibile: lo scopo deve essere quello di trovare almeno una dozzina di modi per chiedere “Cosa possiamo fare di meglio?”

3. Cash Flow

Infine, Block analizza la tematica del Cash Flow (il flusso di cassa), in accordo con un detto tanto antico quanto attuale: “i numeri non mentono mai”. E, in particolare, il Cash Flow rappresenta la metrica che più di tutte riesce a fotografare il successo (o l’insuccesso) dell’azienda.

Tutte le altre metriche su perdite, profitti, utili vengono in qualche modo “manipolati” dal processo di accounting, che si basa per sua natura su delle ipotesi: il cash flow, invece, è la sola metrica a poter fotografare la reale condizione in cui si trova l’impresa. Consente di capire quali sono i margini di manovrabilità, se è possibile remunerare gli azionisti, pagare i debiti, prendere altro capitale in prestito per crescere più velocemente, o combinare più di queste opzioni.

Il Cash Flow, afferma l’autore, aiuta a capire la situazione attuale e a controllare le strategie future.

In sintesi, Block conclude la propria analisi ribadendo il concetto espresso inizialmente: ci sono molti modi per “tastare il polso” di un’impresa, ma se ci sono l’engagement dei dipendenti, la customer satisfaction ed il cash flow giusto si può star sicuri che l’azienda è sana ed è sulla buona strada verso il successo.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/find-dozen-ways-ask-how-can-we-do-better-jay-block?trk=hp-feed-article-title-channel-add

Napoli, 18/11/2015

Startup e tipi di personalità: quali sono i più adatti a lavorare nel team di una nuova impresa?

Martin Zwilling (CEO e founder di Startup Professionals) lavora da molti anni come consulente di startup, oltre ad essere egli stesso nel CdA di svariate imprese innovative. Di recente ha pubblicato un post nel suo blog intitolato “5 Personality Types That Thrive In New Businesses”, nel quale delinea, sulla base della sua esperienza, quelle che a suo avviso sono i cinque tipi di personalità più adatti a far funzionare una startup.

Il punto di partenza è capire quali sono le motivazioni e le aspettative di un aspirante imprenditore: sicuramente quelle di lavorare part-time, arricchirsi rapidamente, o non avere nessuno che ci dica cosa fare non sono quelle giuste. Ciò nonostante, racconta Zwilling, gli startupper mossi da aspettative e motivazioni di questo tipo sono numerosi e non sono destinati ad avere successo.

personality

Il successo di una startup arriva infatti con il duro lavoro quotidiano, ed in particolare si presentano sicuramente più adatti alla vita da startupper personalità come quelle delineate nel seguente elenco:

1. Persone a cui piace essere padroni del proprio destino e fare le cose autonomamente

Si tratta di essere una persona orientata all’azione, in grado di gestire una serie di scadenze ravvicinate, che ha obiettivi ambiziosi e a cui piacciono le sfide derivanti dalla leadership. Anche in ambienti tipicamente caotici come quelli di una startup, questo tipo di personalità riesce a svolgere il lavoro richiesto nei tempi prestabiliti e con risultati di alto livello. Queste persone vengono viste dagli altri membri del team come energiche e determinate.

2. Persone spinte da una causa o che hanno l’obiettivo di cambiare il mondo

Che sia per la creazione di nuovi prodotti o per l’implementazione di nuovi servizi alle persone, chi ha una personalità di questo tipo non ha paura di dire la sua su temi rilevanti e sulle sfide a livello globale. Le personalità di questa tipologia sono propense a coltivare amicizie leali, alla crescita personale, a prosperare in ambienti con team molto forti: secondo la loro visione, il successo si misura dalla capacità di fare la differenza nel mondo che ci circonda.

3. Persone emotivamente in sintonia con gli altri che vogliono aiutare la gente

Si tratta dei cosiddetti “caregiver”, coloro che sono in grado di comprendere i problemi degli altri e sono determinati a fornire soluzioni che renderanno la loro vita migliore. Il loro amore per ciò che fanno li porta a divertirsi sul lavoro, e mettono il bilanciamento tra lavoro e famiglia tra le priorità. Le persone vedono in questa tipologia di personalità la più adatta al contatto con i clienti, o a fare da “collante” in team difficili ed esigenti.

4. Persone competitive che abbiano la spinta giusta per vincere sul mercato

Questo tipo di personalità è definito dall’autore “reward-driven”, ossia orientato alla ricompensa. Si tratta delle persone che vogliono guadagnare soldi, clienti, consensi ed ammirazione: una personalità molto determinata, che può aiutare a realizzare grandi cose in una startup all’inizio della sua esistenza. Queste persone sono decisamente orientate all’azione, ma necessitano di riconoscimenti ed incentivi per dare il meglio.

5. Persone alle quali basta che c’è un modo migliore o una soluzione al problema

Si tratta dei pensatori, di coloro a cui piace imparare, usare l’inventiva, godersi la sensazione che dà l’adrenalina di tanto in tanto. Personalità di questo tipo soffrono la frustrazione dei legami della burocrazia, non accettano che le cose debbano rimanere come sono semplicemente perchè sono sempre state fatte nello stesso modo. Per i membri del team, le personalità di questo tipo sono la linfa vitale che porta l’innovazione all’interno della startup.

A queste cinque tipologie di personalità, tratte dal libro “What Motivates Me: Put Your Passions to Work” di Adrian Gostick e Chester Elton, Martin Zwilling nel suo post affianca un ulteriore elenco che raccoglie i cinque livelli di motivazione che hanno impatto nel successo di una startup. Vediamo quali sono:

Livello A – E’ il caso in cui la motivazione primaria è quella di essere in grado di fare la differenza nel mondo, mentre la motivazione secondaria è guadagnarsi da vivere. Queste persone definiscono il proprio ruolo sulla base delle esigenze dei clienti o dei colleghi, mai sulle proprie.

Livello B – Qui la motivazione primaria che spinge la persona è offrire un ritorno consistente agli stakeholders: lo scopo è fornire buoni prodotti o servizi, l’idea di fare la differenza qui passa in secondo piano.

Livello C – La principale motivazione, a questo livello, non è soltanto il denaro: è l’amore per il denaro. Gli imprenditori che hanno questo livello di motivazione cercheranno il costo e la qualità minimi che gli garantiscano di essere più competitivi. In casi del genere, la pubblicità, i prezzi e le attività di supporto possono essere trattate con integrità discutibile.

Livello D – A questo livello l’avidità prende il sopravvento e diventa la motivazione principale. Sono tollerati anche gli atti non propriamente etici, e i clienti possono subire trattamenti ingiusti o addirittura essere danneggiati. Spesso si tratta di grandi aziende che cessano la propria attività in periodi di crisi finanziaria.

Livello F – Il livello più basso è quello delle attività illegali, come ad esempio le truffe su internet. Gli imprenditori a questo livello danneggiano se stessi, i loro dipendenti e clienti, la società in generale.

Sul lungo termine, gli startupper ed imprenditori del livello A sono quelli più felici, più produttivi e più di successo: Zwilling riconosce che a volte anche quelli di livello C e D sembrano aver successo all’inizio, ma si tratta di una prosperità effimera e fugace.

Il consiglio finale? Prima di avventurarsi in un progetto di startup, bisogna assicurarsi che la propria motivazione ad essere imprenditori sia più di un sogno, che sarà messo alla prova del tempo per la startup e per tutti coloro che vi gravitano attorno.

Il post originale è disponibile qui: http://blog.startupprofessionals.com/2015/11/5-personality-types-that-thrive-in-new.html

Napoli, 17/11/2015

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