Loading...

Autore: Chiara Burriello

Startup Tips: 6 suggerimenti utili in materia di Customer Service

Quando si avvia una startup, non ci si può aspettare che il livello di efficienza del Customer Service sia uniforme in tutte le fasi di sviluppo del business: il servizio clienti cresce, proprio come tutti gli aspetti di una startup, ed è fondamentale che il livello sia adatto alla fase di crescita che l’azienda sta attraversando.

In un interessante post pubblicato dal blog di HubSpot (azienda di rilevanza internazionale che ha sviluppato un noto software per l’Inbound Marketing) con la firma di Michael Redbord (Vicepresidente di HubSpot), si approfondisce la tematica delle caratteristiche che il servizio clienti deve assumere all’inizio della vita di una startup, quello che l’autore definisce il “livello base” di Customer Service e che corrisponde alla fase di fondazione del business (da 0 a 5 dipendenti).

Al momento della fondazione, per una startup il servizio di assistenza clienti è molto in fondo alla lista delle priorità, ed è giusto che sia così: più che preoccuparsi dei clienti, i founders in questa fase devono concentrarsi sul raggiungimento dell’obiettivo principale: il product-market fit.

A questo livello, il contributo più grande che la startup può ricevere dai propri clienti risponde ad un solo nome: feedback. In questa fase di test, la startup che si approccia al cliente e risponde alle richieste di supporto deve concentrarsi costantemente sull’ottenere e l’applicare il feedback. La domanda da porsi è: in che modo il feedback che ho appena ricevuto può essere utile allo sviluppo del prodotto? Bisogna sempre avere ben presente, infatti, che nella fase di fondazione l’obiettivo principale del team di una startup è quello di ottenere un prodotto che si adatti perfettamente alle esigenze del mercato di riferimento.

Una volta chiarito questo quadro di riferimento, Redbord elenca 6 consigli utili in tema di Customer Service per startup nella fase di fondazione:

1) Configurare un flusso di lavoro semplice per gestire le richieste dei clienti. Non dimenticare mai che il business di una startup di successo è destinato a scalare: un processo complesso può essere gestibile all’inizio, ma è destinato a fallire quando il volume di affari crescerà. Pertanto, mantieni un flusso semplice e concentrati esclusivamente sull’obiettivo di imparare dai tuoi clienti e dai loro feedback.

2) Incontrarsi regolarmente per rivedere i problemi più comuni tra i clienti e apportare le correzioni necessarie alla roadmap di sviluppo del prodotto. Ascoltare i clienti fornisce una vera e propria miniera d’oro di spunti per comprendere con precisione cosa vogliono i clienti dal tuo prodotto. La startup che ascolta i propri clienti e il proprio mercato capisce con chiarezza come deve essere sviluppato il prodotto per incontrare il favore della clientela. Inoltre, ascoltare con attenzione i primi clienti significa ripagarli per averti dato fiducia fin dall’inizio, e questo può farli trasformare nei tuoi più affezionati testimonial.

3) Coinvolgere tutto il team per aiutare a risolvere i problemi dei clienti. Il coinvolgimento di tutto il team mentre il business scala consente di ottenere due risultati: la concentrazione sui bisogni del cliente e la creazione di un team specializzato.

4) Rimanere concentrati sull’utilizzo del Customer Service come strumento di apprendimento. L’attività di ascolto del feedback dei clienti per migliorare il prodotto è fondamentale e va svolta con attenzione e costanza.

5) Non ottimizzare il servizio… almeno, non ancora. L’obiettivo iniziale è quello di raggiungere il successo: sembra molto allettante spendere tempo e risorse per ottimizzare il servizio clienti e renderlo sempre più efficiente. Senza dubbio, questo tipo di lavoro sarà utile quando la startup sarà cresciuta abbastanza da apprezzare il risultato in termini di miglioramento dell’efficienza, ma fino ad allora ciò che conta davvero è che il tuo servizio clienti sia in grado di soddisfare appieno il cliente, differenziandoti dalla concorrenza. In una startup alle fasi iniziali, non importa risolvere un problema il 2% più velocemente rispetto al mese scorso: è importante concentrarsi sul cliente e su ciò che lo rende felice.

6) Non permettere ai tuoi ingegneri di lavorare a soluzioni alternative che non potranno essere mantenute in futuro. Al contrario, falli impegnare su soluzioni utili ai problemi reali che il prodotto presenta attualmente. Bisogna implementare soluzioni sostenibili, senza pensare soltanto alla rapidità di risoluzione dei problemi: l’impegno deve essere teso a trovare il giusto equilibrio tra sostenibilità e velocità, ascoltando con attenzione la voce dei clienti. In questi termini, bisogna assicurarsi che esista un dialogo efficace tra Customer Service e team di sviluppo, per trovare il miglior modo di venire incontro alle esigenze dei clienti e del mercato.

In sintesi, il servizio clienti deve essere gestito da una startup come un lavoro di squadra indispensabile per il futuro successo del business: il feedback dei clienti va trattato come un’opportunità per migliorare il prodotto e, in quanto tale, come uno dei beni più preziosi per la tua azienda.

Fonte: https://blog.hubspot.com/service/customer-service-startups

E la tua startup, in quale fase si trova? Hai già iniziato a sviluppare la tua idea?
Se hai un’idea di impresa e vuoi trasformarla in una startup, non perdere l’occasione di confrontarti con mentor ed esperti e di incontrare altri talenti innovativi come te: partecipa allo Scouting Day di #VulcanicaMente4R!
L’appuntamento è per il 28 e 29 settembre: compila subito il modulo di iscrizione disponibile qui, lo staff del CSI – Incubatore Napoli Est ti aspetta!

Napoli, 10/09/2018

Startup Early Stage: come si definiscono, cosa fanno, di cosa hanno bisogno

Quando si parla di ciclo di vita di una startup, si intendono le varie fasi che quest’ultima attraversa dalla sua nascita fino all’eventuale exit o acquisition. Ci sono molte differenti classificazioni delle fasi di vita di una startup, e le stesse singole fasi vengono definite e identificate in maniera differente.

La primissima fase di una startup, la cosiddetta fase early stage, è sicuramente quella più difficile da identificare e definire: Lee M. von Kraus, esperto di startup e mentor di grande esperienza, ad esempio, sostiene che la startup early stage è quella “in fase pre-money, che sta ancora lavorando allo sviluppo del suo primo prodotto”. In questa fase, la startup sta perfezionando la propria idea di partenza, lavorando alla costruzione di un MVP ed effettuando i primi test del prototipo.

A seconda dei risultati di questi test, una volta analizzati con cura i dati ottenuti, la startup early stage potenzialmente è pronta per le modifiche e gli aggiustamenti (pivot) e per ripartire da capo. L’obiettivo finale della fase early stage è quello di ottenere un prodotto scalabile da presentare ai potenziali investitori attraverso un pitch efficace e convincente. Per von Kraus, quindi, la fase early stage rappresenta per una startup l’intera fase di pre-finanziamento. Una volta ottenuti i primi soldi, la startup è pronta per attraversare la fase successiva, la cosiddetta fase seed.

Per altri esperti, però, è la fase seed a identificarsi con quella di pre-finanziamento. Superata la fase seed, la startup sarà pronta a passare alla fase early stage. Ecco, quindi, che la definizione del ciclo di vita della startup diventa confusa e complicata! Per capire meglio cosa si intende per startup early stage, proviamo a passare in rassegna le definizioni di altri esperti.

Vediamo, ad esempio, cosa ne pensa Kent Gustavson, imprenditore ed esperto di startup: “la fase early stage è come i primi giorni di primavera, in cui le piante crescono più che mai”. Una definizione poetica, in cui la startup early stage è vista come quella più rischiosa e incerta, ma anche come quella più ricca di opportunità.

Secondo Gustavson, l’obiettivo principale della startup in fase early stage non si limita alla ricerca dei primi finanziamenti: “è paragonabile al primo periodo di attività di un artista. In questa fase, l’arte è spesso più semplice, più ideolgica, ma è anche molto importante per la futura crescita dell’artista”. In questo senso, la startup early stage è a suo parere quella in cui il team è visionario, l’idea rivoluzionaria, e il MVP è in grado di agganciare i primi clienti e sostenitori.

Brian Rabben (team lead di Google e mentor a 500 Startups) ha, invece, una definizione decisamente più tecnica: la fase early stage è quella in cui la startup si trova in una situazione di “pre product-market fit” accompagnata da almeno una delle seguenti condizioni aggiuntive: meno di 10 dipendenti, incapacità di pagare ai dipendenti e ai fondatori uno stipendio competitivo, assenza di profitti e/o finanziamenti.

Infine, Mike Moyer, docente universitario e autore di best seller in tema di imprenditorialità, definisce la startup early stage come “una società nella quale tutti i partecipanti mettono a rischio i propri contributi personali in termini di tempo, denaro, relazioni, forniture, strutture o attrezzature”. Secondo Moyer, se una startup ha già abbastanza denaro, ricavi o investimenti per pagare i componenti del team non può essere più considerata in fase early stage.

Rileggendo tutte le definizioni di startup early stage elencate, si nota un comune denominatore: il denaro. Tutti gli esperti concordano sul fatto che la startup early stage è in fase di pre-money e di pre-finanziamento. Per passare alla fase successiva del proprio ciclo di vita, quindi, lo strumento indispensabile per una startup è il capitale.

Per raccogliere capitale, però, è indispensabile che la startup si prepari adeguatamente a presentarsi sul mercato e agli investitori: in questa fase iniziale, una risorsa di valore inestimabile è data da un percorso di mentorship e formazione personalizzato, sotto la guida esperta di chi conosce al meglio l’approccio Lean Startup.

FONTE: https://www.startups.co/articles/startup-stages

Vuoi provare ad accedere al percorso di VulcanicaMente4R? Le application sono aperte fino al 22 ottobre 2018! Compila la tua domanda qui.

Vuoi l’aiuto di un team di esperti per sviluppare la tua idea? Hai bisogno di inserire nel tuo team nuove competenze? Partecipa al nostro Scouting Day, il 28 e 29 settembre 2018! Iscriviti gratuitamente compilando il form disponibile qui.

Napoli, 06/09/2018

vm4r

#SaveTheDate: lo Scouting Day di #VulcanicaMente4R vi aspetta il 28 e 29 settembre!

Sono aperte le iscrizioni per partecipare al primo dei due Scouting Day di “VulcanicaMente: dal talento all’impresa 4 Reloaded”: l’appuntamento è fissato per il 28 e il 29 settembre presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est, in Via Bernardino Martirano n. 17.

L’evento avrà una durata di due giornate e prevede l’alternarsi di keynote, testimonianze di startupper ed esperti, sessioni di mentorship allo scopo di perfezionare le idee di impresa proposte dai partecipanti e di facilitare la nascita di nuovi team di aspiranti imprenditori innovativi.

Se hai un’idea di impresa innovativa, ma non hai un team per realizzarla; se hai le competenze di natura tecnica o imprenditoriale per costruire una startup di successo, ma non hai ancora un team; se hai bisogno di una spinta per sviluppare al meglio la tua idea, lo Scouting Day di #VulcanicaMente4R è un’opportunità imperdibile per preparare al meglio la tua application e incontrare tanti altri talenti!

La partecipazione allo Scouting Day è totalmente gratuita, ma i posti a disposizione sono limitati: è necessario prenotarsi, bastano pochi istanti per compilare il modulo disponibile a questo link: https://www.incubatorenapoliest.it/events/scouting-day-1/

Napoli, 04/09/2018

Perché le startup falliscono? L’importanza della strategia di distribuzione per la crescita del business

Jim Huffman è CEO e co-founder dell’agenzia di Growth Marketing “GrowthHit”, con sede a Seattle. Huffman ha recentemente firmato il libro “The Growth Marketer’s Playbook”, del quale il portale Geekwike ha pubblicato un interessante estratto, per rispondere alla domanda: “Qual’è la vera ragione per cui le startup falliscono?” .

Nel libro di Huffman si legge che la prima causa di fallimento per una startup è da ricercare non tanto nel prodotto, quanto nella strategia di distribuzione di quest’ultimo: secondo CB Insights, infatti, ben il 42% delle startup non riesce a sopravvivere perché non esiste alcun bisogno corrispondente al prodotto o servizio offerto sul mercato.

Huffman sostiene che, in questi casi, la startup ha sbagliato il prodotto o ha mirato ai consumatori sbagliati: non è vero, infatti, che un ottimo prodotto si vende da solo. Il prodotto vince se soddisfa il mercato giusto: ecco perché è fondamentale porre la stessa attenzione che si pone nella creazione del prodotto alla strategia di distribuzione dello stesso.

Ma quali possono essere gli errori nella strategia di distribuzione di una startup? Il problema potrebbe essere nel modo in cui si cerca di raggiungere i potenziali clienti. Il piano di distribuzione, in questi casi, è errato o pensato male in origine.
Ancora, la startup potrebbe cadere nell’errore di proporre il prodotto ai clienti sbagliati e, di conseguenza, ricevere feedback falsati o comunque non utili.
Potrebbe esserci, infine, anche un problema riguardante la strategia di acquisizione clienti o la comunicazione.

Huffman propone ai lettori una formula matematica per capire se la startup sta procedendo sulla strada giusta e avrà margini di crescita: la regola di base relativa alle grandezze di costo acquisizione clienti (CAC) e lifetime value del cliente (LTV), l’indicatore che misura i profitti prevedibili in base alla relazione con i clienti, a partire dal loro comportamento d’acquisto.
La relazione tra CAC e LTV deve essere in rapporto 3:1, con LTV pari a tre volte il CAC (ad esempio, spendi 30€ per ottenerne 90€).

Spesso gli startupper sono convinti che, concentrando al massimo tutte le risorse e gli sforzi per ottenere il miglior prodotto possibile, i clienti arriveranno automaticamante, quasi come per magia. Questo non è assolutamente vero!
Non esistono tattiche o trucchi per acquisire clienti: l’unica strada praticabile per ottenere una startup di successo è seguire un approccio ben preciso che consenta di allineare il prodotto ai potenziali clienti ideali.

Huffman sostiene che esiste una strategia ben precisa per assicurarsi di imboccare la strada giusta per la crescita e il successo di una startup: la cosiddetta strategia di crescita sostenibile. La domanda chiave da porsi è: stai investendo nel marketing la stessa cura e attenzione che investi per costruire il tuo prodotto?
La strategia di marketing utile e ricca di contenuti rappresenta, infatti, il modo migliore per assicurarsi che la strategia di distribuzione sia davvero efficace.

Una strategia di marketing di successo si basa sulla giusta combinazione di canali di marketing, sull’analisi dei dati e sulla strategia di crescita. Bisogna poi definire accuratamente una serie di regole per decidere come e quando apportare eventuali modifiche e aggiustamenti al modello di business, cosa che è possibile fare soltanto testando il prodotto sul mercato e imparando a conoscere alla perfezione il settore in cui si opera. Ancora, è importante eseguire una costante attività di controllo e di verifica, per assicurarsi di essere al passo con la programmazione dei propri obiettivi.

Ecco, quindi, che diventa fondamentale fare una ricerca preventiva per capire chi è il cliente target, dove si trova, come può essere raggiunto.
Una ricerca di questo tipo rappresenta il primo passo per trovare la strategia di distribuzione più efficace, in grado di mettere in contatto il tuo prodotto con le persone che ne hanno bisogno.

La giusta strategia di distribuzione può davvero salvare una startup!

Fonte: https://www.geekwire.com/2018/real-reason-startups-fail-right-distribution-strategy-can-save-company/

Vuoi avere l’opportunità di conoscere meglio le strategie e gli strumenti più utili per trasformare la tua idea di impresa in una startup? Scopri tutte le opportunità di “VulcanicaMente: dal talento all’impresa 4 Reloaded”: https://www.incubatorenapoliest.it/vulcanicamente-4-reloaded/

Napoli, 30/08/2018

Get It!, la Call for impact per startup sui temi del Turismo Sostenibile

Fino al 5 settembre è ufficialmente possibile candidarsi per la seconda Call For Impact di “Get it!”, iniziativa a cura di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Cariplo Factory S.r.l. dedicata alla tematica del “Turismo Sostenibile e Accessibile e Valorizzazione del Patrimonio Culturale e Ambientale”.

Nata allo scopo di incentivare business innovativi e sostenibili in grado di generare impatto sociale, l’iniziativa Get it! prevede 4 Call For Impact, ciascuna dedicata a differenti ambiti di mercato: attualmente, è aperta la seconda call, dedicata a startup e team di innovatori (in cui almeno uno dei componenti abbia un età inferiore a 35 anni) con progetti ad impatto sociale, culturale o ambientale nel settore del turismo sostenibile e della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale.

Tra tutte le application ricevute entro la deadline, fissata per le ore 12:00 del 5 settembre 2018, saranno selezionati 10 progetti che avranno l’opportunità di:
– partecipare ad un percorso di incubazione/accelerazione della durata di tre mesi, più ulteriori 3 mesi di mentorship,
– far parte del portafoglio di partecipazioni di FSVGDA (con accesso al network FSVGDA e Cariplo Factory),
– competere con le migliori strartup partecipanti all’iniziativa per aggiudicarsi un investimento del valore compreso tra 25 e 40K.

Per tutte le informazioni e i dettagli relativi alla partecipazione è possibile consultare il Bando a questo link: https://getit-cariplo-wp.azurewebsites.net/wp-content/uploads/2018/06/Bando-Get-it_Call-For-Impact-2_Turismo-sostenibile-e-accessibile-e-valorizzazione-del-patrimonio-culturale-e-ambientale-1.pdf

E a proposito di opportunità per progetti e talenti innovativi, vi ricordiamo che anche il CSI – Incubatore Napoli Est ha aperto la sua call for ideas: #VulcanicaMente4R è orientamento, formazione, mentorship, finanziamento dell’idea e networking per costruire startup di successo. Tutte le info sono disponibili qui: https://www.incubatorenapoliest.it/vulcanicamente-4-reloaded/

Napoli, 28/08/2018

vm4r

VULCANICAMENTE dal talento all’impresa® 4 – Reloaded: aperta la call for ideas!

Sono aperte le application per partecipare a VulcanicaMente dal talento all’impresa® 4 – Reloaded, la quarta edizione della competition promossa dal Comune di Napoli, Assessorato al bilancio, al lavoro e alle attività economiche, e realizzata tramite il CSI – Incubatore Napoli Est, per individuare talenti e portatori di idee imprenditoriali ad elevato contenuto innovativo, da inserire in percorsi di formazione e validazione.

VulcanicaMente dal talento all’impresa® 4 – Reloaded è l’unico programma gratuito per startupper che permette di accedere a tutte le seguenti opportunità:

  1. ORIENTAMENTO e FORMAZIONE: entrare in contatto con altri innovatori, formare un team, sviluppare competenze imprenditoriali.
  2. MENTORSHIP: acquisire la “cassetta degli attrezzi” dello startupper; essere supportato nel processo di sviluppo dell’idea, disponendo anche di servizi logistici presso l’incubatore (es. postazione di lavoro, uso delle sale riunioni e convegni, accesso alla rete, segreteria, ecc.)
  3. FINANZIAMENTO DELL’IDEA: accedere a PREMI E CONTRIBUTI in denaro, per sostenere le prime spese di sviluppo e finanziarie parzialmente gli investimenti qualora si costituisca effettivamente l’impresa
  4. NETWORKING: avere occasioni per presentare l’idea al nostro network nell’ambito di specifici eventi.

La partecipazione è aperta a team composti da almeno due persone in possesso di competenze, expertise e della giusta motivazione per trasformare idee imprenditoriali innovative in startup. I settori preferenziali delle idee sono i seguenti: Soluzioni tecnologiche per il turismo e la valorizzazione dei beni culturali, Big data, Robotica, Reti di comunicazione di prossima generazione (es. 5G), Social & business innovation, Social recruiting, Foodtech, Clean technologies (es. Circular economy, blue economy, renewable, ecc.), Tecnologie maker (Internet of everythings, Fast prototipation, ecc.), Open data, Smart cities solution, Biomed, Nanotech, Biotech, Space economy (es Aviospazio), Geotermia, Packaging, altre web & digital technologies (Fintech, Insurtech, Blockchain, Marketing Automation, E-commerce, Fashion & Design Lyfestyle), altre soluzioni ICT (Cyber Security, Artificial Intelligence, Industry 4.0, Software).

La competition è un percorso selettivo per fasi, ciascuna delle quali ricca di opportunità per i partecipanti.

Le opportunità partono prima ancora che il percorso entri nel vivo, con due eventi di SCOUTING DAY programmati già nella fase preliminare, prima della scadenza della call. Si tratta di due appuntamenti della durata di due giorni ciascuno, a numero chiuso e con obbligo di iscrizione, dedicati alla presentazione delle idee, al networking, alla formazione di nuovi team, alla formazione in aula su tematiche come il Business Model Canvas, con momenti dedicati a colloqui individuali e testimonianze di startupper e imprenditori. La partecipazione agli Scouting Day non è obbligatoria per candidarsi alla call, ma è decisamente consigliato partecipare per garantirsi di accedere a tutte le opportunità offerte nel corso delle giornate.

Il percorso vero e proprio di VulcanicaMente dal talento all’impresa® 4 – Reloaded si apre con la selezione dei 20 migliori progetti che avranno presentato la propria application entro la scadenza fissata per il 22 ottobre 2018 alle 23:59:59: i team prescelti accederanno ai LEARNING DAYS, un percorso composto da 6 workshop della durata di 2 giorni ciascuno, per un totale di 12 giornate formative incentrate sulla validazione delle idee e la creazione del pitch.

Una volta conclusi i Learning Days, saranno individuate le 12 migliori idee che avranno accesso alla fase successiva: si tratta dell’OPEN DAY, una pitching session che si concluderà con l’assegnazione dei primi dieci premi in denaro, per un montepremi complessivo pari a 70.000€ suddivisi tra i migliori progetti partecipanti all’evento.

Oltre al premio in denaro, i dieci migliori team dell’Open Day di VulcanicaMente dal talento all’impresa® 4 – Reloaded avranno diritto a partecipare al PERCORSO DI VALIDAZIONE presso il CSI – Incubatore Napoli Est del Comune di Napoli, con momenti dedicati alla formazione d’aula, al networking, alla mentorship e al coaching individuale costruito su misura per ciascun progetto.

Al termine del Percorso di Validazione, i dieci migliori progetti di impresa accederanno al DEMO DAY ove concorreranno ai premi finali: un percorso di consulenza specialistica fuori dall’incubatore, denominato Phasing Out, della durata di quattro mesi, la possibilità di accedere ad ulteriori vantaggi in termini di contributi e, per il primo classificato, un ulteriore premio in denaro del valore di 5.000€.

Per ulteriori informazioni sull’avviso pubblico di VulcanicaMente dal talento all’impresa® 4 – Reloaded, per aderire agli eventi di orientamento e presentare la propria candidatura, è possibile consultare il sito del CSI – Incubatore Napoli Est.

Napoli, 21/08/2018

Il CSI vi augura buone vacanze con la sfida FactorYmpresa Turismo: premi da 10K per startup e imprese nel Food&Wine

FactorYmpresa Turismo è i programma promosso dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e Invitalia che permette a startup e imprese nel settore turistico di crescere sul mercato nazionale ed internazionale, grazie alla concessione di contributi e servizi di tutoraggio.

Per il 2018, il tema della nuova sfida di Factoryimpresa è “Food&Wine Tourism”: la call per la presentazione dei progetti è aperta fino alle ore 12:00 del 10 settembre 2018.

La sfida prevista dalla call consiste in “Innovare, integrare e connettere imprese, professioni, servizi e mercati del turismo e dell’enogastronomia”: in particolare, i progetti dovranno declinare la tematica del “Food&Wine Tourism” su tre assi principali: Territorio, Esperienza e Marketing.

Possono partecipare alla call le persone fisiche (individualmente o in team) che si impegnano a costituire un’impresa in caso di ammissione alle agevolazioni, le imprese costituite entro il 1° gennaio 2014 e le startup innovative regolarmente iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese (ex DL n. 179/2012).

Per partecipare occorre caricare la documentazione richiesta dal Regolamento nella sezione dedicata del sito FactorYmpresa, entro la deadline fissata al 10 settembre 2018 (ore 12:00).

Saranno selezionate le migliori 20 idee di impresa, che beneficeranno dei servizi di accompagnamento e mentoring propedeutici all’accesso alla seconda fase del concorso: l’Accelerathon.

L’Accelerathon è un evento full immersion della durata di 24 ore in cui i 20 finalisti avranno la possibilità di presentare il proprio pitch e ricevere consigli e feedback per il loro miglioramento. Al termine della giornata, la Giuria selezionerà i 10 progetti vincitori che avranno diritto ad un premio in denaro pari a 10K.

Per tutte le informazioni, gli approfondimenti e la documentazione è possibile visitare il seguente link: http://www.factorympresa.invitalia.it/factory-turismo/sfide-2018/sfide

Con il post di oggi, lo staff del CSI vi saluta e vi augura buone vacanze! Ci rivediamo lunedì 20 agosto, con una grande novità 🙂
Stay Tuned!!!

Napoli, 06/08/2018

Startup e metodo scientifico: tre step per trovare le migliori soluzioni di business

Il lavoro di un imprenditore comporta quotidianamente la necessità di fare delle scelte, di prendere delle decisioni rispetto a problemi da risolvere e soluzioni da implementare. A volte può essere difficile scegliere tra più opzioni quella giusta, quella che porterà ad ottenere risultati di successo e crescita per il business.

Una buona idea è quella di avere una vera e propria strategia di pensiero, un processo in più fasi da seguire ogni volta che ci si trova a dover scegliere la miglior soluzione tra più opzioni: questo approccio può essere utile in qualsiasi momento della vita di un impresa, fin dalle prime fasi di startup.

Una strategia utile in tal senso è quella descritta da Rehan Ashroff, direttore dell’Innovation Lab and New Ventures per Farmers Insurance.
Prima di approdare al mondo dell’innovazione tecnologica, Ashroff era un biologo molecolare e lavorava in un laboratorio di biotecnologia. A quei tempi, conduceva svariati test sulle ipotesi a sua disposizione e cercava il modo di rendere il problema sempre più piccolo e semplice da affrontare. Aveva sviluppato una strategia in tre fasi basata sul metodo scientifico, che oggi applica con successo ai progetti dell’Innovation Lab e su cui consiglia agli startupper di basare il proprio pitch. Vediamo quali sono i tre step della strategia di Ashroff:

1. Trova il problema e scomponilo in più parti

Questo approccio è tipico del metodo cartesiano: si adatta al mondo aziendale in quanto il primo punto che una startup o impresa deve affrontare e quello del problema che si propone di risolvere, per posizionarsi nella propria nicchia di mercato.

Una volta identificato il problema ci sarà una mission chiara e definita: il passo successivo sarà quello di scomporre tale mission nelle singole azioni necessarie per raggiungere l’obiettivo, ossia suddividere il problema principale in piccoli problemi dalla soluzione più semplice e immediata.

2. Unisci i puntini

“La creatività è semplicemente connettere le cose: quando chiedi ai creativi come hanno fatto qualcosa, si sentono un po’ colpevoli perchè non hanno fatto nulla, hanno soltanto visto qualcosa”: in questo pensiero di Steve Jobs è racchiusa la base di partenza della seconda fase della strategia di Ashroff: bisogna osservare con attenzione tutti i punti e le informazioni a propria disposizione, cercando di collegarli tra loro per vedere con chiarezza una soluzione che, in realtà, è già lì.

Per unire i puntini bisogna essere curiosi e con una gran voglia di continuare costantemente ad apprendere. Se capita di sentirsi bloccati, Ashroff consiglia di uscire dal proprio ambiente abituale e parlare con persone esterne: la condivisione di informazioni tra persone di background differenti può essere molto fruttuosa.

3. Evita di pensare “Buona la prima”

Raramente la prima idea di un imprenditore è quella che decollerà verso il successo: è risaputo che la maggior parte delle aziende sarà in perdita nel primo anno di attività. Ecco perché non bisogna mai fermarsi alla prima idea, alla prima soluzione trovata: occorre continuare a lavorare, a testare le varie ipotesi, finché la soluzione giusta non viene fuori.

Il metodo scientifico è di grande aiuto anche in questa terza fase: bisogna seguire i vari step di osservazione, misurazione, sperimentazione e formulazione delle ipotesi. Grazie a questo metodo sarà possibile per la startup identificare il prodotto o servizio da creare, eseguire i test per assicurarsi che tutto stia procedendo per il meglio, raccogliere i dati da presentare nel pitch e agli investitori.

In conclusione, la strategia in tre fasi può richiedere del tempo per una corretta implementazione, ma allo stesso tempo consente di raggiungere ottimi risultati che potranno avere effetti anche nel lungo periodo.

Fonte: https://www.entrepreneur.com/article/317397

Napoli, 03/08/2018

moniTower – Call for Innovation: application per startup e PMI entro il 30/09

Terna, il gestore della rete di trasmissione in alta tensione in Italia, e DM Energytech (partnership tra Digital Magics e Compendia) hanno lanciato la  moniTower – Call for Innovation, rivolta a startup e PMI innovative con un progetto per applicazioni e servizi in grado di sfruttare e/o valorizzare le potenzialità dell’IoT in tre ambiti principali:

  • Servizi per la protezione ambientale,
  • Servizi di sicurezza (prevenzione di attività illecite),
  • Servizi per la RTN (Rete di Trasmissione Nazionale).

I progetti proposti dovranno sfruttare i dati raccolti tramite l’infrastruttura Terna (sistema di sensori installati sui tralicci) e disponibili sulla piattaforma cloud.

Lo scopo di moniTower – Call for Innovation è quello di individuare le migliori startup, con le quali intraprendere un’eventuale partnership commerciale.

Il contest è aperto a persone fisiche o team e a persone giuridiche (in qualsiasi forma societaria), che potranno presentare la propria application entro la scadenza fissata per il 30 settembre 2018.

La procedura di application è disponibile a questo link: https://openinnovation.digitalmagics.com/it/custom/opencall/directory

Tra tutti i partecipanti, saranno individuate le migliori 10 startup che accederanno all’evento di presentazione dei pitch previsto per il 30 ottobre a Roma.

Al termine dell’evento, sarà individuata la startup vincitrice che avrà diritto ad un premio in denaro pari a 15K.

Inoltre, tra tutti i finalisti, i promotori del contest avranno la possibilità di scegliere uno o più progetti che potranno intraprendere un percorso di empowerment con Terna o accedere al programma di incubazione di Digital Magics.

Per tutte le informazioni e per accedere al Regolamento completo di moniTower: https://openinnovation.digitalmagics.com/it/challenge/monitower

Napoli, 01/08/2018

Pensa positivo, agisci positivo: l’approccio giusto per la tua startup

In uno dei post più recenti pubblicati nel nostro blog, abbiamo accennato ad alcuni consigli utili per startupper e imprenditori. Tra questi, spiccava l’importanza della positività: un aspetto che a volte sembra molto lontano dalla vita in azienda, molto spesso collegato ad altri ambiti della vita. Il pensiero positivo, invece, può avere un forte impatto nella vita professionale di chi crea e conduce un’impresa: ne parla, ad esempio, Mark Feldman (CTO di Findmyshift) nell’articolo intitolato “To Infinity & Beyond: Harnessing the Power of Positive Thinking”, pubblicato dal portale Business.com qualche tempo fa.

Secondo Feldman, il potere del pensiero positivo può davvero fare la differenza nel business: l’imprenditore di successo è una persona positiva, che si avvicina al mondo degli affari con l’atteggiamento di chi sa di avere le carte in regola per ottenere dei buoni risultati.

Esistono svariati contributi in Psicologia che affermano l’importanza del pensiero positivo nell’approccio al problem solving: la positività, ad esempio, aiuta ad approcciarsi con maggior apertura alla raccolta di nuovi spunti e informazioni e migliora la capacità di “unire i puntini” per affrontare con maggior efficacia i problemi o gli ostacoli che si presentano quotidianamente.

Chi pensa positivo, inoltre, ha più energia: la positività accresce l’entusiasmo e la voglia di fare.

L’energia positiva è attratta da energia positiva – Deborah Giorno

La positività è, inoltre, legata al concetto di resilienza: è risaputo che gli imprenditori devono passare attraverso svariate difficoltà e fallimenti prima di arrivare al successo. In questo, la resilienza ha un ruolo fondamentale: aiuta a metabolizzare più velocemente esperienze ed emozioni negative, e pronti ad affrontare le prossime sfide.

Pensare positivo ha forti effetti sulle abilità inerenti il processo di decision making: anche in questo caso, il pensiero positivo aiuta a prendere decisioni migliori rispetto ad affrontare una scelta con l’approccio pervaso dalla negatività. Le decisioni prese con entusiasmo ed energia sono spesso quelle più redditizie per il business.

Essere positivi, naturalmente, ha un impatto nel team di lavoro. La positività è contagiosa e rende i collaboratori più abili nell’approcciarsi ai clienti.

Infine, occorre ricordare un aspetto fondamentale: pensare positivo non porta a nulla se non c’è azione positiva! I risultati tangibili della positività possono essere raggiunti soltanto se si agisce di conseguenza.

L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare. Walt Disney

Napoli, 30/07/2018

1 7 8 9 10 11 40