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Tag: investitori

Il progetto MarioWay: da VulcanicaMente al lancio sul mercato!

Qui al CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est è arrivata oggi un’ottima notizia: è nata la “carrozzina per disabili” MarioWay, protagonista di uno dei progetti vincitori della prima edizione di VulcanicaMente!

Il team guidato da Mario Vigentini era infatti risultato tra i vincitori sia nella graduatoria per l’accesso al percorso di incubazione (al quale ha dovuto poi rinunciare, vivendo e lavorando a Milano), sia nella graduatoria stilata dalla Giuria dell’evento finale di VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

Il progetto MarioWay nasce proprio dall’esperienza di Mario Vigentini, che lavora a contatto con persone disabili da oltre vent’anni: partendo dalla propria esperienza, Mario decide di realizzare (grazie alla collaborazione di artisti artigiani noti a livello internazionale, gli amici di Abnormalcycles) il prototipo di una nuova e moderna carrozzina per disabili.

Oggi MarioWay è finalmente un prodotto finito, con una tutela brevettuale depositata, altamente personalizzabile, che è possibile vedere on line al sito www.marioway.it o dal vivo all’EICMA, il più importante salone del ciclo e del motociclo che si svolge a Milano dal 7 al 10 novembre 2013.

Obiettivo primario del team di MarioWay è quello di eliminare la distanza tra normalità e disabilità: è questa la “Upright Revolution” cui il progetto aspira, e che secondo il team è raggiungibile se c’è attenzione ai temi della qualità della vita, del divertimento, del design e dell’artigianalità.

Tra le caratteristiche del progetto MarioWay, l’azione responsabile finalizzata al bene delle persone, della comunità e dell’intero pianeta, ma anche un approccio sistemico che si relaziona continuamente con il mondo (creando un circolo virtuoso tra influenze reciproche e interdipendenza tra gli attori coinvolti), e il ricorso alla filosofia Open Source, un’altra caratteristica fondamentale per il successo di una startup, fondata sulla volontà di costruire e progettare insieme con ideatori, finanziatori, fornitori e clienti.

Per saperne di più su MarioWay è possibile visitare il sito internet www.marioway.it: intanto, lo staff del CSI rinnova i suoi complimenti a Mario e al suo team!

Napoli, 05/11/2013

Nana Bianca e il programma Asteroids: la terza call for ideas per startup

Nana Bianca, l’acceleratore di startup con sede a Firenze degli ex fondatori di Dada, lancia la nuova edizione del suo programma: Asteroids #3.
Le candidature resteranno aperte fino al 15 dicembre 2013 e la partecipazione è riservata a team con progetti nel settore Internet e App Mobile con un prodotto in versione Beta.

Il programma Asteroids #3 offre infatti alle startup accelerate un ecosistema capace di finanziare e sostenere i progetti innovativi nella fase di passaggio da beta a prodotto finito: i team dovranno confrontarsi innanzitutto con il mercato italiano, ma devono essere pronti a rapportarsi anche con il mercato globale.

Inoltre, è necessario che all’interno dei team sia presente almeno uno sviluppatore: questo perchè i responsabili di Nana Bianca sono convinti che non basta avere una buona idea, ma è indispensabile essere in grado di realizzarla.

Il programma Asteroids #3 prevede un evento di scouting fissato per il 22 gennaio 2014, durante il quale i team selezionati presenteranno i propri progetti di fronte ai mentors di Nana Bianca, ad investitori ed esperti del settore e agli altri team ospitati dall’acceleratore.

In palio per i migliori team c’è un periodo di tre mesi nel working space di Nana Bianca a Firenze, durante il quale sarà possibile beneficiare di una serie di servizi di supporto e tutoraggio su diversi aspetti fondamentali per lo sviluppo di una startup: product validation, acquisizione di nuovi clienti, ricerca HR, consulenze legali. I team avranno a disposizione un network di consulenti e una rete di supporto per la ricerca di investimenti in fase seed. In cambio, Nana Bianca chiede un impegno full time da parte del team, che dovrà lavorare nella struttura fiorentina, e il 10% in Equity.

Per candidare il proprio progetto il link di riferimento è: https://angel.co/nana-bianca-asteroids/apply

Napoli, 05/11/2013

L’innovazione nel settore dell’edilizia: un sostegno dalla Start-Up Initiative di Intesa Sanpaolo

La terza edizione dello Smart Building & Costruction Open Innovation Day si è svolta lo scorso 8 novembre a Milano, durante lo SMAU: si tratta di una delle iniziative della piattaforma di Intesa Sanpaolo dedicata all’innovazione, Start-Up Initiative, che offre alle startup tecnologiche un programma in 5 fasi che mette in contatto i team partecipanti con le migliori opportunità di business offerte dal network Intesa Sanpaolo.

Il Programma della Start-Up Initiative è aperto a startup, spin-off e a chiunque sia in possesso di un’idea imprenditoriale innovativa: per partecipare allo Scouting è necessario iscriversi compilando il form di registrazione a questo link.

Le cinque fasi della Start-Up Initiative di Impresa Sanpaolo partono proprio dopo la selezione delle idee registrate, le quali vengono assegnate a degli eventi specifici, come l’Open Day riguardante il settore dell’edilizia citato in precedenza.

Nelle settimane precedente all’evento, le startup selezionate partecipano alla Fase 1 (Tutoring e coaching aziendale), nella quale gli aspiranti imprenditori possono imparare a perfezionare il business plan e a migliorare la presentazione ai potenziali investitori, con la collaborazione di attori come il network di angel investor della Silicon Valley Maverick Angels.

La Fase 2 è dedicata alla Valutazione e selezione delle idee, durante la quale una commissione composta da esperti e specialisti del settore scelgono una dozzina di startup che possono proseguire nel Programma, accedendo alla Fase 3: il Meeting Arena, un evento di networking che permette ai team di entrare in contatto con una platea di potenziali investitori.

La Fase 4 è definita “Follow-up” e si sostanzia nella raccolta dei feedback degli investitori interessati, anche con il supporto di una piattaforma on-line appositamente creata (MySUI) che facilita il contatto tra startup e finanziatori.

La quinta e ultima fase è l’International Roadshow, consistente nell’organizzazione di una serie di eventi simili all’Arena Meeting in luoghi chiave per il business a livello europeo e mondiale, come Londra, Parigi, New York e San Francisco.

La Start-Up Initiative di Impresa Sanpaolo, con la terza edizione dello Smart Building & Costruction Open Innovation Day, ha mostrato i risultati raggiunti dalle aziende partecipanti al programma nel settore dell’edilizia: si tratta di un mercato che sta già offrendo e continuerà ad offrire alle startup innovative operanti nel settore grandi opportunità su un mercato in crescita e di respiro internazionale.

Il focus sul quale si incentra il mercato dell’edilizia oggi è infatti quello dell’innovazione, con una particolare attenzione agli aspetti green: lo dimostra l’esempio di Personal Factory, una delle startup partecipanti al programma, che ha messo a punto un sistema innovativo per l’edilizia che consiste in una macchina in grado di miscelare e confezionare inerti e prodotti chimici, trasformando qualsiasi rivenditore anche in un produttore di materiali. Con questo macchinario, la startup calabrese ha rappresentato l’eccellenza tecnologica italiana all’Expo di Shangai, ha vinto il premio “Best Practices” di Confindustria ed è arrivata tra i finalisti del Global Cleantech Round Table a Washington.

L’iniziativa dedicata alle startup da Intesa Sanpaolo punta molto sul settore delle costruzioni, come dimostra un recente aumento di capitale pari a circa 2 milioni di euro per il fondo Atlante Ventures Mezzogiorno, in cui Intesa Sanpaolo figura tra i soggetti gestori con la sua società Imi Fondi Chiusi Sgr.

Molto significativo è anche il claim dell’iniziativa, “Think big, start small, scale fast”: si tratta di un messaggio molto adatto alle startup, che hanno già insita nella propria mentalità la tendenza a pensare in grande (con una visione del business spesso diretta al mercato internazionale), e che hanno l’obiettivo di scalare rapidamente. La possibilità di partire dal piccolo e di scalare prima e meglio possibile è offerta proprio dalla Start-Up Initiative, che si occupa delle startup a un livello formativo, ma anche offrendo un network di attori importanti a livello internazionale e la possibilità di investimenti nei progetti più promettenti.

Per maggiori informazioni: http://www.startupinitiative.com/en/index.html

(Fonte: IlSole24Ore)

Napoli, 04/11/2013

Lo stato attuale del Crowdfunding in Italia: il report 2013 di ICN

Si è tenuto lo scorso 19 ottobre a Roma Crowdfuture, l’evento italiano dedicato al mondo del crowdfunding e del finanziamento collettivo delle idee innovative: giunto alla sua seconda edizione, Crowdfuture si è concentrato sull’analisi della situazione attuale del fenomeno con uno sguardo ai futuri temi e trend del mercato.

Nel corso di Crowdfuture è stata presentata la Mappa Italiana del Crowdfunding, un’analisi dettagliata delle piattaforme italiane aggiornata con i dati di ottobre 2013 a cura di Daniela Castrataro, presidente dell’Italian Crowdfunding Network, e Ivana Pais, dell’Università Cattolica di Milano.

Attualmente, il panorama italiano del crowdfunding conta ben 42 piattaforme, di cui 27 attive e 15 in fase di lancio.
Dal report si desume che sono quattro le tipologie di piattaforme on line maggiormente presenti in Italia: reward-based (basato su un sistema di ricompense in cambio dei contributi); donation based (in cui non esiste ricompensa a fronte delle donazioni); equity based (in cui il finanziatore, a fronte del proprio contributo, ricevono una quota del capitale societario) e lending based (che consiste in uno scambio di microprestiti tra privati).

Le autrici della Mappa fanno però notare che, a differenza di altre parti del mondo, in Italia è presente una maggiore complessità di modelli per quanto riguarda le piattaforme di crowdfunding: molti sono gli esempi di piattaforme “ibride”, che sono difficili da “inquadrare” nelle categorie standard.

Concentrandosi sulle piattaforme attive, il Report conferma ancora una volta che il modello prevalente in Italia resta il reward based, cui appartiene oltre la metà delle piattaforme attuali: subito dopo si posiziona il donation based, che copre oltre il 30% del totale.

Riguardo invece all’equity based, che rappresenta la modalità maggiormente interessante per le startup, bisogna guardare all’immediato futuro: le piattaforme in fase di lancio che, anche sulla spinta del Regolamento CONSOB pubblicato lo scorso luglio, si affideranno a tale modalità di crowdfunding sono infatti 9 (di cui una avrà un modello ibrido reward/equity) e andranno a costituire il 22% delle piattaforme italiane di crowdfunding.
Da questo punto di vista, gioca sicuramente un ruolo fondamentale la presenza di una disciplina giuridica del fenomeno che ha reso il nostro Paese il primo al mondo a dotarsi di una normativa specifica in materia: circostanza che crea all’Italia un importante vantaggio competitivo, anche e soprattutto riguardo alla possibilità di formare professionalità con competenze specifiche sull’argomento. Riguardo a quest’ultimo aspetto, anche il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est ha recentemente offerto il proprio contributo ad approfondire la conoscenza del fenomeno dell’Equity Crowdfunding, con un workshop sull’argomento tenuto da Alberto Giusti.

Riguardo all’entità di capitali raccolti, il fenomeno del crowdfunding in Italia non registra sicuramente un vero e proprio boom, ma è sicuramente in crescita: sono stati raccolti dalle nostre piattaforme 23 milioni di euro, di cui 11 soltanto nell’ultimo anno.

Storicamente, la prima piattaforma italiana di crowdfunding è Produzioni Dal Basso, nata nel 2005: da allora, i numeri sono cresciuti fino ad arrivare al boom del 2013 con 24 nuove piattaforme.
Da un punto di vista della distribuzione geografica, invece, il Nord Italia continua ad ospitare la maggioranza delle piattaforme anche se, rispetto alla Mappa Italiana del Crowdfunding presentata nel 2012, si segnala la nascita di tre piattaforme nel Sud Italia.

Tra le piattaforme di Crowdfunding particolarmente attive al Sud, ricordiamo la partenopea DeRev: tra i progetti presentati durante la prima edizione di VulcanicaMente, DeRev nasce nel novembre 2012 grazie al suo founder Roberto Esposito, autore insieme a Claudio Calveri del report “Crowdfunding World 2013”, una fotografia sullo stato attuale del fenomeno a livello globale con un focus particolare sull’Italia. Il documento è scaricabile in maniera gratuita da questo link.

Tra le altre novità interessanti contenute nella Mappa Italiana del Crowdfunding, ricordiamo infine l’apertura al mercato europeo ed extraeuropeo (anche se la maggior parte delle piattaforme si rivolge esclusivamente al mercato italiano, infatti, sono attualmente 4 le piattaforme che si rivolgono al mercato europeo e 2 quelle che si muovono sul mercato extraeuropeo): un ulteriore aspetto che conferma la crescita di questo fenomeno non solo a livello globale, ma anche nel nostro Paese.

Fonte: ICN – Italian Crowdfunding Network, Analisi delle Piattaforme Italiane di Crowdfunding (di Daniela Castrataro e Ivana Pais).

Napoli, 31/10/2013

Startup Life Sciences e Healthcare: da Steve Blank all’evento Filarete Healthy Startups

Il settore Healthcare e delle Life Sciences è attualmente di grande interesse, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni che le tecnologie digitali possono apportare a questo tipo di prodotti e servizi: se ne parla in un articolo pubblicato recentemente su xconomy.com e in uno degli ultimi post dal blog di Steve Blank, ma anche in Italia qualcosa si muove.

Ne è un esempio pratico l’organizzazione di Filarete Healthy Startups, la tre giorni organizzata dalla Fondazione Filarete, insieme a Fondazione Cariplo e Microsoft YouthSpark per analizzare e scoprire i trends e gli scenari di mercato del settore in Italia.

La riflessione sul tema parte da uno dei primi libri di Blank, “The Startup Owner’s Manual”, nel quale si sosteneva che il metodo per startup basato sul Customer Development elaborato dall’autore non fosse adatto alle aziende produttrici di dipositivi medici o biotech, e quindi al settore delle cosiddette Life Sciences.

La rapida iterazione di prodotto basata su metodi di sviluppo agile dei software, i continui aggiustamenti al modello di business basati sui feedback dei clienti, il cloud outsourcing per aumentare l’efficienza del capitale: tutte queste strategie vengono viste da Blank come in qualche modo totalmente inapplicabili al mondo delle Life Sciences e dell’Healthcare, dove i tempi per la sperimentazione in laboratorio dei prodotti richiedono tempi lunghi.

Le aziende che producono farmaci, dispositivi medici e strumenti diagnostici sono infatti bloccate da un processo di sviluppo lento, follemente costoso ed iper-regolamentato caratterizzato da un rischio elevato. Da questo punto di vista, secondo Blank non c’è da meravigliarsi che i venture capitalist si tengano fuori da questo tipo di business, e che i finanziamenti early-stage per startup nel settore Life Sciences siano così scarsi.

Ma, dopo aver lavorato con alcune startup del settore, Blank si pone oggi una domanda: e se si fosse sbagliato sulle startup Life Sciences? E se il vero problema fosse più semplice, e cioè che agli imprenditori del settore Life Sciences non è stato insegnato come collegare le proprie scoperte di laboratorio alle reali esigenze del cliente?

Nel libro “The Startup Owner’s Manual”, assieme al co-autore Bob Dorf, Blank scrive che esistono due tipologie di startup in fase iniziale: quelle costruite attorno al “customer/market risk” (dove il problema è capire se ci sono clienti interessati ad acquistare il prodotto) e quelle che gravitano attorno all’“invention risk” (dove ciò che conta è capire se il team sarà in grado di costruire un prodotto che funziona).
Dorf e Blank spiegano che l’approccio contenuto nel loro testo si adatta alla prima tipologia di startup, perchè per le seconde possono passare anche 5 o 10 anni prima di riuscire ad ottenere un prodotto che possa uscire dal laboratorio ed essere messo sul mercato (come ad es. nel settore delle biotecnologie).

Adesso, però, Blank sostiene di essersi reso conto, osservando gli attuali imprenditori ed investitori del settore Life Sciences, che quella contenuta in “The Startup Owner’s Manual” sia una svista: essenzialmente, Blank dice che il suo metodo può servire alle startup del settore Life Sciences a porsi in fase di early-stage una serie di domande riguardo il customer/market risk, per evitare di rendersi conto, dopo anni trascorsi a lavorare in laboratorio per scongiurare l’invention risk, di non avere un mercato per il proprio prodotto.

La soluzione proposta da Blank è la cosiddetta “evidence-based entrepreneurship”: basarsi sui dati osservati per capire come muoversi sul mercato.

Insomma, il suggerimento è quello di applicare il metodo Lean Startup anche alle neo-imprese del settore Life Sciences e sanitario, fermo restando che si tratta di settori complessi e con delle specificità ben precise: in ogni caso, Blank sostiene che la maggior parte dei fallimenti in questi settori poteva essere probabilmente evitato con uno studio approfondito del mercato di riferimento.

Per spiegare meglio le modalità di applicazione del Metodo Lean Startup al settore Life Sciences, Blank racconta quali sono stati i Pivot di alcune startup che ha seguito ultimamente in questo campo: ad esempio, alcune startup hanno apportato modifiche al prodotto/servizio a seguito di un’accurata analisi delle esigenze della clientela, altre invece hanno modificato la propria posizione nella catena del valore, trasformandosi in fornitori per gli ospedali anzichè vendere il proprio prodotto direttamente ai medici. Cambiamenti ancora più radicali sono stati effettuati da startup che hanno modificato la propria tecnologia di base (modificando del tutto la propria idea originaria), per affrontare al meglio le esigenze della clientela.

In tutti questi casi, i Pivot hanno consentito alle startup di evitare di arrivare sul mercato con un prodotto/servizio o con una strategia fallimentare.
La conclusione di Blank, quindi, è che il metodo Lean Startup sia assolutamente applicabile anche nelle startup Life Sciences ed Healthcare, e che debba funzionare proprio come gli scienziati testano le proprie ipotesi in laboratorio: ciò che bisogna fare in fase early-stage, per non incorrere in seguito in fallimenti, è uscire dal laboratorio e testare il proprio prodotto parlando con i clienti.

Per chi fosse interessato a sapere di più sulle startup e sull’innovazione nel settore Healthcare nel nostro Paese, in apertura del post si accennava all’evento Filarete Healthly Startups: l’evento, totalmente gratuito previa regstrazione al link http://filaretehsw.eventbrite.it/, si terrà a Milano dal 18 al 20 novembre.

Nei primi due giorni saranno analizzate insieme ai maggiori esperti del settore le opportunità e i trends di mercato dei settori Biomed, Pharma Food, Digital Health e App Marketing, ma la data da segnare in agenda per startuppers ed aspiranti imprenditori è il 20 novembre: durante questa giornata, interamente dedicata alle startup, si terranno infatti un Pitch Training per imparare a presentare la propria idea innovativa a potenziali investitori, mentre il pomeriggio sarà dedicato a “Filarete Healtlhy Startups – extended version”: un momento di incontro per presentare la propria startup a un pubblico di esperti, professionisti, manager e investitori specializzati nel settore.

Per maggiori informazioni, il sito internet dell’iniziativa è http://www.fondazionefilarete.com/it/filarete-healthy-startups-week

Napoli, 25/10/2013

Startup Europe Manifesto: il Leader Club presenta il documento con oltre 5.000 firme al Consiglio Europeo

Sono 22 le raccomandazioni contenute nel Manifesto “Startup Europe”, presentato dal Leaders Club al presidente del Consiglio Europeo Herman Van Romouy firmato da oltre 5.000 persone: una grande risposta da parte della community della Rete, che conferma l’interesse crescente a creare un ecosistema per startup nel nostro continente.

Lo Startup Manifesto nasce la convinzione che le startup siano il motore economico dal quale l’Europa può ripartire e tornare a crescere, per cui il documento cerca di inquadrare le azioni e gli strumenti utili per fare del territorio UE un posto dove sia più semplice fondare una startup, grazie anche ad un collegamento con le istituzioni pubbliche e con il mondo dell’università e della ricerca.

Come accennato in un precedente post del nostro blog dedicato all’argomento, Per il mercato dell’Internet Economy si prevede una crescita pari all’8% all’anno nei prossimi 5 anni nei paesi del G20 (per le economia in via di sviluppo la crescita annuale del settore è stimata addirittura al 18%): favorire la nascita e lo sviluppo di startup operanti nel settore delle tecnologie digitali è quindi un’occasione fondamentale per migliorare la situazione economia, in termini occupazionali e di nuova ricchezza.

Ricordiamo che tra i redattori e i firmatari del Manifesto è possibile ritrovare nomi di grandi esperti e protagonisti del settore, tra i quali Zaryn Dentzel (Tuenti), Daniel Ek (Spotify), Kaj Hed (Rovio Entertainment), Lars Hinrichs (HackFwd), Boris Veldhuijzen van Zarten (The Next Web), che sono tra l’altro alcuni tra i fondatori del Leader Club, nato alcuni mesi fa su indicazione del vicepresidente della Commissione europea Neelie Kroes (qui, il nostro approfondimento sul Leader Club).

I redattori del Manifesto hanno individuato 22 azioni sulla base delle quali le imprese possono orientarsi per migliorare le proprie performance future: l’invito a imprenditori, investitori, consulenti e altri soggetti interessati contenuto nel documento è di “impegnarsi in questo dialogo e condividere le loro opinioni sul Manifesto per aiutarci a muoversi verso l’adozione di questo piano di crescita digitale per l’UE”.

 

Ecco le 22 raccomandazioni contenute nello Startup Manifesto:
1 . Trasformare gli insegnanti in esperti digitali per affrontare la sfida .
2 . Insegnare ai nostri figli i principi, i processi e la passione per l’imprenditorialità fin da piccoli.
3 . Incoraggiare gli studenti universitari ad avviare un’attività prima di laurearsi.
4 . Preparare i laureati per un mercato radicalmente diverso.
5 . Incoraggiare le grandi imprese a formare il grande pubblico.
6 . Fare dell’Europa il posto più facile dove talenti altamente qualificati possano avviare un’impresa e ottenere un lavoro grazie a un “visto di startup” paneuropeo.
7 . Rendere più facile per le aziende assumere al di fuori dei loro Paesi d’origine.
8 . Rendere più facile per le aziende licenziare i dipendenti .
9 . Riportare a casa i migliori cervelli.
10 . Aumentare gli investimenti privati ​​e istituzionali in startup .
11 . Rendere più facile raccogliere capitali attraverso i mercati pubblici per le imprese a forte crescita.
12 . Acquistare di più dalle piccole imprese .
13 . Istituire una E-Corp , nuovo tipo di società trans-europea.
14 . Tassare le share options come capital gain e non come reddito.
15 . Rivedere e normalizzare le leggi sulla protezione dei dati.
16 . Eliminare l’obbligo per i fornitori di dati di memorizzare le informazioni in un determinato Paese.
17 . Rendere pubblici i dati governativi.
18 . Far sì che i governi pensino in digitale.
19 . Avviare un cambiamento di mentalità in tutta Europa in termini di come definiamo il successo.
20 . Nominare un “Direttore Digitale” in tutti i paesi UE.
21 . Creare un archivio di “best practices” .
22 . Fondare un Forum digitale europeo.

Qui, il link ufficiale al sito Startup Europe, dove è possibile consultare la versione completa del Manifesto.

Napoli, 25/10/2013

 

Destinazione Italia: il documento on-line per la consultazione pubblica fino al 9 novembre

Il 19 settembre 2013 il Governo, su iniziativa del Presidente del Consiglio e dei Ministri degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico ha varato il documento “Destinazione Italia”: nato allo scopo di rendere l’Italia più attrattiva per gli investimenti dall’estero e per promuovere il nostro Paese nel mondo, Destinazione Italia contiene un elenco dei provvedimenti già adottati e le 50 misure che saranno attuate in futuro, indicizzate sulla base del tempo di attuazione (rapido, breve e medio periodo).

Tra le misure di particolare interesse per startup e imprese, ricordiamo la n. 18 che prevede di ampliare le fonti di finanziamento per le PMI oltre il sistema dei finanziamenti bancari, che attraversa ormai da tempo una fase di contrazione.

La misura n. 20 prevede l’istituzione di un Fondo “Invest in Made in Italy”, finalizzato all’investimento in equity di microimprese. Il Fondo, costituito con risorse pubbliche, private e quote di investitori istituzionali esteri, prevede ticket da 50 a 500 mila euro.

La misura successiva, la n. 21, è espressamente dedicata alle startup e prevede la creazione del “Fondo dei Fondi”: si tratta di uno strumento dedicato al co-investimento in fondi di venture capital, a supporto delle operazioni di investimento realizzate da altri attori dell’ecosistema startup (angel investor, incubatori ed acceleratori di impresa). Anche in questo caso si prevede la coesistenza di risorse pubbliche e private, e i fondi pubblici saranno attivati solo qualora almeno una parte delle risorse private provenga da capitali stranieri.

Interessante per le imprese e per le startup anche la misura n. 29, relativa al Credito d’imposta per la Ricerca&Sviluppo: l’idea proposta è quella di introdurre un credito d’imposta stabile e automatico sull’incremento, rispetto all’anno precedente, delle spese per attività di R&S.

Collegata alle startup anche la misura successiva (n. 30), che contiene le misure per favorire ed incentivare lo sviluppo di spin-off accademici e la capacità di questi ultimi di attrarre capitali: l’idea è quella di prevedere una programmazione condivisa università-impresa e creare un sistema di incentivi ad hoc per le grandi aziende che decideranno di affiancare le aziende spin-off nel loro ingresso sul mercato.

Da segnalare infine la misura n. 44: nell’ottica di utilizzare i visti come strumento di attrazione di aspiranti startuppers e di investitori sul territorio nazionale, è prevista la possibilità di istituire un visto specifico per le startup e gli investitori (sulla scia degli Startup VISA). Tale misura potrebbe incentivare non solo la nascita di nuove imprese e l’accesso di nuovi capitali, ma anche contribuire alla generazione di nuova occupazione.

Nelle intenzioni del Governo, il documento del 19 settembre va considerato come una “versione 0.5” ed è pertanto attualmente oggetto di una consultazione pubblica: è possibile per i cittadini partecipare attivamente alla redazione del piano per l’attrazione degli investimenti esteri e la promozione della competitività delle imprese italiane a livello globale fino al 9 novembre 2013 (qui il link di riferimento).

Al termine della consultazione pubblica, i risultati verranno pubblicati in un report e integrati nella versione finale 1.0 del documento Destinazione Italia, con l’attuazione delle misure in esso contenute nel corso della legislatura.

La consultazione aperta al pubblico permette un’ampia possibilità di partecipazione, sotto tre differenti modalità:

– proposta di commenti, integrazioni e segnalazioni per discutere ed arricchire ogni singola misura (in ciascuna pagina del documento);
– segnalazione delle priorità da assegnare alle 50 misure previste;
– proposta di ulteriori azioni complementari a quelle già previste dal documento.

Napoli, 17/10/2013

Startup del settore agroalimentare all’Internet Festival di Pisa con l’Investor Day di Rural Hub

Rural Hub è il primo spazio di incubazione in Italia destinato alle imprese rurali, nato allo scopo di offrire supporto al rinnovamento imprenditoriale nel settore agroalimentare attraverso la condivisione (co-living e co-working tra persone, idee e progetti) dell’innovazione sociale applicata alla ruralità.

Anche se a prima vista può sembrare un controsenso legare il tema dell’innovazione e delle tecnologie digitali alla ruralità e alle tradizioni, il progetto Rural Hub nasce dalla convinzione che le nuove tecnologie possano essere di grande aiuto allo sviluppo e al rinnovo del settore agroalimentare, ed in particolare che il modello startup sia estremamente utile per coniugare creatività ed innovazione e risolvere i problemi del settore dell’agricoltura e dell’alimentazione in Italia.

Nell’ambito delle sue attività a sostegno dell’innovazione nel settore agroalimentare, Rural Hub propone a tutti i changemaker, agli innovatori sociali e agli startuppers coinvolti in progetti sui temi della neo-ruralità, del local food e della rural innovation una call to action per l’Investor Day che si terrà l’11 ottobre durante l’Internet Festival 2013 di Pisa (10 – 13 ottobre).

La call to action è aperta a imprese, startup innovative, società cooperative, singoli cittadini o gruppi informali con un progetto relativo ad uno dei seguenti segmenti:

REDESIGN THE FOOD SYSTEM: forme di distribuzione e modelli di business innovativi maggiormente etici;

GAMIFICATION: una Farmville reale, dove ciascuno può scegliere, piantare e ricevere a casa le proprie verdure;

TOOLS FOR FARMERS: utilizzare Google AnalYtics per gli agricoltori;

ENVIRONMENT: risparmiare CO2 attraverso il riuso, la riduzione e il riciclo;

SOCIAL EATING: non mangiare più da soli, ma fare del mangiare un’attività sociale;

REVERSE AUCTIONS: più compri e meno paghi;

FOOD DELIVERY: per ordinare i pasti senza dover cucinare;

RESTAURANT BOOKING: per ricercare i ristoranti più vicini alle proprie esigenze;

RECIPE BOX: per ordinare una ricetta già pronta;

ENABLE LOCAL COMMUNITY: condivisione delle conoscenze tradizionali per migliorare le relazioni a livello di comunità locale.

La deadline per presentare i propri progetti è fissata per le 24:00 dell’8 ottobre 2013: entro il 9 ottobre saranno selezionate le migliori 12 proposte, che potranno presentare la propria idea durante l’Investor Day di venerdi 11 ottobre 2013 (dalle ore 16 alle ore 18) presso la Gipsoteca di Arte Antica (Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa) nell’ambito dell’Internet Festival 2013.

Per ciascuno dei progetti selezionati, saranno ammessi gratuitamente all’evento 2 rappresentanti del team che presenteranno la propria idea al panel di investitori ed esperti selezionati da Rural Hub e Oltre Venture.

Link utili

Napoli, 01/10/2013

Terminata la fase di scouting per VulcanicaMente2: dal talento all’impresa

Le ultime due settimane sono state caratterizzate da giornate intense per la community di talenti creativi e aspiranti startuppers napoletani. Un magma di idee imprenditoriali innovative e vulcaniche è emerso dagli eventi di scouting di VulcanicaMente: dal talento all’impresa 2, l’iniziativa del Comune di Napoli, giunta alla sua seconda edizione, con lo scopo di trovare e supportare i migliori progetti da trasformare in vere startup innovative.

Sono state ben 45 le idee innovative di impresa pervenute per le selezioni di VulcanicaMente 2, con progetti innovativi e creativi dedicati a temi e settori di grande attualità. Tra questi, segnaliamo progetti caratterizzati da potenziali ricadute positive sull’economia territoriale, ad esempio nell’ambito del turismo e della sostenibilità ambientale o ancora della vivibilità urbana, nonché dalle ultime tendenze tecnologiche, come la stampa 3D ed il mondo dei makers. Da notare anche una forte presenza di team interamente composti da donne, in linea con una tendenza globale che sta vedendo crescere la presenza femminile nel mondo delle startup.

Lo scouting di VulcanicaMente2 si è svolto attraverso due eventi: il Barcamper (17 settembre 2013) ed il TechDay (24/25 settembre 2013).

Il 17 settembre, per il primo evento di scouting, il Barcamper, un vero e proprio ufficio mobile, è stato posizionato per tutta la giornata in Piazza Dante. Prenotando uno slot per il Barcamper, i partecipanti alle selezioni di VulcanicaMente 2 hanno avuto l’opportunità di incontrare per un colloquio one-to-one lo staff dei mentor del CSI, ricevendo preziosi feedback e consigli esperti per focalizzare meglio i loro progetti.
Ma la presenza del Barcamper è stata anche un’occasione di informazione e sensibilizzazione: alcuni talenti creativi hanno deciso di mettersi in gioco e partecipare a VulcanicaMente 2 proprio grazie alle risposte alle proprie curiosità ottenute in Piazza Dante.

Il secondo ed ultimo evento dedicato allo scouting di VulcanicaMente2 è stato il TechDay (24 e 25 settembre al PAN di Napoli): due giornate ricche di momenti importanti, con ospiti d’eccezione e testimonianze significative.
Il TechDay ha visto tre momenti fondamentali: la presentazione delle idee in sala con Gianluca Dettori, che ha consigliato a ciascuno dei talenti le modifiche e gli aggiustamenti; la fase di colloqui one-to-one con lo staff dei mentor, per focalizzare e mettere a punto le modifiche ai progetti; ed infine la presentazione finale alla sala dei pitch da parte dei candidati.
Altri due momenti importanti e di alto valore formativo per i partecipanti su temi di rilevanza per aspiranti startuppers sono stati gli interventi di Giovanni De Caro (Atlante Ventures) e di Annalisa Clavari (Invitalia). De Caro ha parlato ai presenti del Venture Capital, con un focus particolare sulla situazione italiana dei finanziamenti alle imprese, rendendo il suo discorso ancora più prezioso grazie alla sua disponibilità e all’aperto confronto con i partecipanti; mentre Annalisa Clavari ha offerto una panoramica completa sugli incentivi previsti dal Bando Smart&Start del Ministero dello Sviluppo, che consente alle nuove imprese di ottenere finanziamenti fino a 200.000 euro. Anche in questo caso, c’è stato un interessante momento di scambio con i partecipanti, i quali hanno potuto avere risposte e chiarimenti, in modalità one-to-one, sul sistema di incentivi di Invitalia dedicato alle startup.
Un importante valore aggiunto del TechDay è stato offerto dalle testimonianze delle startup partecipanti alla prima edizione di VulcanicaMente: tra queste, alcuni rappresentanti dei team delle startup attualmente insediate al CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est. Hanno partecipato al TechDay, infatti, Marco Meola (Rehub), Pier Giuseppe Meo (FinWin), Ottavio Sgrosso e Marco Vladovich Relja (Pushapp), Alessandro Schirio (SmartGo) e Pasquale Mauriello (Prenoda): ciascuno di loro, con le testimonianze e i racconti su differenti aspetti della vita quotidiana di uno startupper, ha permesso ai nuovi aspiranti imprenditori di carpire consigli, suggerimenti ed esperienze utili di chi sta lavorando per trasformare in una realtà imprenditoriale di successo la propria idea innovativa.

Special guest del TechDay sono stati anche Angelo Romano (Linkpass) e Roberto Esposito (DeRev). Poco più di un anno fa Linkpass e DeRev erano due solide idee di business emerse durante gli eventi di VulcanicaMente, oggi, anche grazie ad un finanziamento di un importante fondo di Venture Capital partenopeo, sono realtà significative dell’imprenditoria innovativa che nascono da Napoli e si proiettano verso un mercato internazionale.

In conclusione, lo scouting di VulcanicaMente 2 è stato un processo virtuoso di formazione e networking tra i partecipanti, gli esperti, i mentor e gli startupper. Il risultato più interessante è stata l’attivazione di un meccanismo concreto di sviluppo partecipativo e di team building attorno alle idee presentate. Ciò in piena armonia con i contenuti del percorso di coworking, presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est del Comune di Napoli, cui beneficeranno le migliori 10 idee risultanti dalla selezione.

Napoli, 30/09/2013

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