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Tag: investitori

Come muovere i primi passi dall’idea alla startup? Le lezioni imparate sul campo dal founder di Buffer

Joel Gascoigne è CEO e founder di Buffer, una app che consente di condividere i propri contenuti nel minor tempo possibile sui propri profili social. Nel suo blog ha condiviso alcune delle lezioni e dei suggerimenti più importanti imparati durante la sua esperienza in una startup di successo, che ha raggiunto oltre 850.000 utenti riuscendo a risolvere un’esigenza importante per molte persone e attraverso una crescita veloce ed esponenziale.

Il primo pensiero quando Gascoigne pensa alla sua esperienza è un passo tratto dal saggio di Paul Graham “How To Make Wealth”: “Si può pensare ad una startup come a un modo per comprimere tutta la tua vita lavorativa in pochi anni. Immaginate lo stress di lavorare in un ufficio postale per 50 anni. In una startup è possibile ridurre questo stress a tre o quattro anni”.

Secondo Gascoigne questo pensiero è assolutamente vero, e lo ribadisce affermando che l’esperienza di dar vita ad una startup è a suo parere il modo migliore di condurre una vita lavorativa appagante.

Il suo post prosegue con una lista di sei consigli per aspiranti startuppers:

1. Experiment. Lots.
E’ fondamentale avere un “piano di riserva”: occorre concentrarsi su un progetto a parte oltre a quello della propria startup, anche se ciò significa maggior impegno e meno tempo libero. Lo stesso Gascoigne prima di lavorare a Buffer ha fatto parecchi tentativi di business e si è impegnato su svariati progetti collaterali.
Non sempre paga concentrarsi anima e corpo su un’unica strada: bisogna continuare ad impegnarsi su cose nuove finchè non si riesce a trovare qualcosa che funzioni, che abbia mercato e che piaccia alla gente.

2. Stay Inspired.
La motivazione è fondamentale per un aspirante startupper, ed è indispensabile per riuscire finalmente a concentrarsi e iniziare a lavorare sul serio. Ma è fondamentale riuscire a documentarsi e a farsi ispirare dalle storie di successi e fallimenti degli altri, di coloro che hanno tentato prima di noi, perchè spesso è proprio dalle storie degli altri che è possibile far scattare la scintilla che può aiutare un progetto a decollare.

3. Travel the world and move.
Prendendo spunto da una massima di Mark Twain (Viaggiare è fatale per il pregiudizio, il bigottismo e la ristrettezza mentale), Gascoigne spiega quanto sia stato importante per il suo progetto viaggiare, parlare con le persone e conoscere altre culture: prima di tutto, perchè spostandosi dal proprio ambiente è possibile incontrare persone e luoghi nei quali la nostra idea può avere successo. Ma soprattutto perchè lasciare ciò che si conosce ed entrare nell’incertezza aiuta la mente a diventare più aperta e capace di creare e vedere nuove opportunità.

4. Choose your friends wisely.
Scegliere bene le persone con le quali condividere la propria esperienza ed il proprio progetto è fondamentale: una startup ha bisogno di un team di persone ottimiste, convinte di poter avere successo, consapevoli che a volte si può fallire ma che è importante rialzarsi e riprovare.
Gascoigne spiega che questa convinzione si riflette anche nelle sue politiche di assunzione: la sua tendenza è quella di assumere persone nel proprio team dalle quali si possa imparare qualcosa ogni giorno.

5. Stay laser focused on building something people want.
Occorre sempre restare concentrati e focalizzati su un prodotto che la gente vuole: come afferma Paul Graham, “Quasi sempre, in una startup che fallisce il problema è che i clienti non vogliono quel prodotto“.
Gascoigne sa che spesso, in una startup, ci si può facilmente distrarre dal prodotto e concentrarsi su altri problemi, come la raccolta di capitali o il personale da assumere: ciò che conta davvero, soprattutto agli inizi, è trovare un problema importante da risolvere e lavorare al product/market fit finchè non si inizia a vendere.

6. Be open and vocal. 
Per spiegare il sesto e ultimo punto, Gascoigne parte da una citazione di George Bernard Shaw: “Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scamiamo, ciascuno di noi avrà ancora una mela. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce le scambiamo, ciascuno di noi avrà due idee“.
L’approccio open e la condivisione sono assolutamente fondamentali per una startup: basta pensare che la strategia di marketing seguita da Gascoigne agli inizi consisteva nel condividere l’idea con i suoi 1.700 seguaci su Twitter. Sono stati proprio questi ultimi ad avere un ruolo fondamentale nella crescita di Buffer: ecco perchè il consiglio finale, preso “in prestito” dalle parole di Leah Bursque, è quello di parlare della propria idea ad ogni singola persona che si incontra. Si tratta di un sistema infallibile per riuscire a testare e perfezionare la propria idea, e migliorare di conseguenza il proprio prodotto sulla base dei feedback ricevuti.

Napoli, 03/12/2013

Il CSI Incubatore Napoli Est ospita lo Startup Weekend Napoli (dal 13 al 15 dicembre)

Il CSI – Centro Servizi Incubatore d’Impresa Napoli Est del Comune di Napoli ospita lo Startup Weekend Napoli il 13, 14 e 15 dicembre: i temi centrali dell’evento saranno l’innovazione sociale e il social change. Obiettivo della maratona per startuppers della durata di 54 ore è la creazione di imprese sociali.

Napoli è la sede dell’unico “Social Startup Weekend” d’Italia: la nostra città ospita infatti per la seconda volta (dopo la scorsa edizione del maggio 2012) uno Startup Weekend espressamente dedicato alla Social Innovation e a chi vuole essere protagonista del cambiamento e dell’innovazione sociale nel nostro Paese.

Grazie alle opportunità di networking e di confronto con altri innovatori e con imprenditori esperti del settore, i partecipanti allo Startup Weekend Napoli potranno affinare il proprio progetto di impresa sociale, trovare nuovi soci e incontrare potenziali finanziatori.

La manifestazione segue il format classico dello Startup Weekend, che dalla sua nascita ha sostenuto oltre 8.000 startup a livello globale.

 

PROGRAMMA

I lavori iniziano alle ore 16:00 di venerdì 13 dicembre: dopo la registrazione dei partecipanti e i saluti istituzionali, la maratona entra nel vivo con la presentazione delle idee. Il passo successivo sarà la selezione delle idee più promettenti, che verranno sviluppate nei giorni successivi dai gruppi di lavoro creati a fine giornata.

Le giornate di sabato 14 e domenica 15 saranno dedicate allo sviluppo dell’idea e del business plan, attraverso il networking ed il supporto dei tutor, coach ed esperti presenti: il miglior progetto sarà infine votato dalla giuria nel pomeriggio di domenica, dopo una sessione di pitch in cui sarà possibile valutare i progressi fatti da ogni gruppo. I lavori iniziano in entrambele giornate alle 9:00 e proseguono fino alle 20:00.

 

COME PARTECIPARE

Per partecipare occorre iscriversi a questo link: http://www.eventbrite.com/e/napoli-startup-weekend-13-15-dicembre-2013-tickets-9279183287

La partecipazione a Startup Weekend Napoli è totalmente gratuita per i team (startup e coworkers) insediati al CSI e per i Residenti della VI municipalità di Napoli – Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio.

  • Per saperne di più sul programma dell’evento è possibile visitare la pagina ufficiale http://napoli.startupweekend.org/.
  • Per qualsiasi informazione aggiuntiva è possibile contattare gli organizzatori allo 0815529159 o all’indirizzo e-mail segreteria@pja2001.eu

 

Napoli, 29/11/2013

Da TechCrunch: i fabbisogni e le fonti di finanziamento migliori per una startup hardware

Un recente post firmato da Cyril Ebersweiler (founder dell’acceleratore di startup hardware HAXLR8R e partner di SOSVentures) e Benjamin Joffe (esperto di ecosistemi startup, angel investor e advisor di HAXLR8R) esamina il fabbisogno in termini finanziari di una startup hardware nelle sue 5 fasi di sviluppo, specificando la fonte di finanziamento più adatta in ciascun momento:

1. Concept
Obiettivo di questa fase è quello di convalidare il problema, ossia di esplorare attentamente la fattibilità dell’idea e le caratteristiche della domanda di mercato. Una startup hardware, in questa prima fase, deve applicare la metodologia “Lean Startup” adoperandosi con interviste e sondaggi ai potenziali clienti: è questo infatti l’unico modo per capire se il problema che il prodotto vuole risolvere è effettivamente percepito come tale dalle persone, e quindi per capire se c’è domanda di mercato e quali/quanti possono essere i potenziali clienti.
Nella fase “Concept” il fabbisogno di capitale di una startup è praticamente vicino allo zero, quindi non è necessario rivolgersi a fonti di finanziamento esterne. E’ quasi impossibile, quindi, che una startup nella sua prima fase di vita ottenga l’attenzione di un Venture Capitalist.

2. MFP – Minimum Functional Prototype
Nella seconda fase tutti gli sforzi di una startup hardware sono rivolti allo scopo di ottenere un dispositivo che funzioni. In questa fase c’è ancora poca attenzione al design e ad argomenti come l’ergonomia, ma si cerca soltanto di capire se il prodotto può essere in grado di risolvere il problema.
In questo momento la startup ha delle esigenze di finanziamento minime, che spesso dovranno essere coperte dai founders di tasca propria.
La fase del MFP può essere per alcune startup il momento per iniziare a guardare a qualche forma di finanziamento: gli autori però consigliano di evitare di richiedere finanziamenti all’esterno, perchè si corre il rischio che le persone possano guardare al prototipo come ad un prodotto finito.

3. CFP – Complete Functional Prototype
E’ la fase in cui l’obiettivo della startup hardware è quello di ottenere un prototipo il più vicino possibile a quello che sarà il prodotto finale: in questo momento bisogna iniziare a far attenzione al design, all’estetica e all’ergonomia per rassicurare le persone sulle capacità dell’azienda di tener testa ad una produzione di massa.
Il CFP spedito ai potenziali clienti deve essere il più possibile perfetto: in caso contrario, chi lo riceve sarà propenso a chiedersi “Se non sono in grado di fare un prodotto perfetto, come potranno farne migliaia da mettere sul mercato?”.
Le esigenze di finanziamento di questa terza fase sono ancora limitate, e la maggior parte del capitale dovrà essere investito per la ricerca e il miglioramento del prodotto. Le fonti di finanziamento più adatte alla fase 3 sono amici e parenti, angels, acceleratori, sovvenzioni e campagne di crowdfunding.

Proprio riguardo al crowdfunding, gli autori mettono in guardia i lettori su un aspetto particolarmente significativo: prima di rivolgersi a questa forma di finanziamento, una startup hardware deve essere sicura di aver concluso la fase di progettazione e, quindi, essere pronta per la produzione.

4. DFM – Design For Manufacture
La fase DFM è quella che gli autori definiscono “Ready to roll”: è il passaggio chiave per diventare dei veri imprenditori del settore hardware. Anche se spesso questo è il momento più difficile, perchè spesso un prodotto hardware non “sopravvive” al primo contatto con il cliente.
Le startup hardware che attraversano la fase 4 hanno esigenze di finanziamento solitamente inferiori ai $ 50k: il dato si basa sull’osservazione delle 30 startup di HAXLR8R, e le spese riguardano aspetti come la stampa 3D, la progettazione, le certificazioni, le spese legali e la produzione.
Questo è, secondo gli autori, il momento migliore per utilizzare il crowdfunding: il prodotto è praticamente pronto, e il team conosce costi di produzione e margini di guadagno.

5. FFR – First Factory Run
In questa fase la startup hardware inizia la produzione del prodotto: il prototipo DFM diventa una serie di prodotti identici. Le esigenze di finanziamento in questa fase sono variabili, in ogni caso è necessario che la startup riesca a coprire le spese per pagare i macchinari, le attrezzature e la prima produzione. In questo momento i finanziamenti possono venire dal crowdfunding, da un business angel, da un acceleratore o un fondo di venture capital.
Il crowdfunding può essere ancora una volta una buona soluzione perchè consente di vendere il prodotto direttamente ai finanziatori.
Inoltre, nella fase 5 c’è ancora la possibilità di far affidamento sui pre-ordini degli appassionati del settore: in alcuni casi, addirittura, è possibile che la startup venda l’intero primo lotto di produzione esclusivamente attraverso i pre-ordini.

6. Retail
L’obiettivo di una startup hardware arrivata a quest’ultima fase è uno solo: scalare! Si tratta di una fase che spesso arriva molto lontano nel tempo per le startup hardware. Ma è anche la fase in cui è più probabile ottenere l’attenzione degli investitori: su questo punto, gli autori del post tengono a sottolineare che i VC stanno ancora imparando a conoscere il settore hardware e pertanto sono molto prudenti quando si tratta di scegliere se investire. Per aumentare il loro interesse verso la propria startup, bisogna quindi poter dimostrare di avere una domanda di mercato piuttosto ampia su cui contare.

Per leggere il post originale, il link di riferimento su TechCrunch è
http://techcrunch.com/2013/11/28/financing-lean-hardware/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+Techcrunch+%28TechCrunch%29&utm_content=crowdfunding&utm_term=crowdfunding

Napoli, 29/11/2013

Appuntamenti per startup: il Convegno “Le Startup: un’opportunità di sviluppo per le imprese” a cura di ODCEC Napoli

Domani, 26 novembre, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – Circondario del Tribunale di Napoli ospita nella propria sede in Piazza dei Martiri n. 30 un Convegno dedicato al tema “Le Startup: un’opportunità di sviluppo per le imprese”.

A cura del Comitato Scientifico della Commissione Sviluppo Attività Produttive, il Convegno inizierà alle ore 9.00 con l’Apertura dei Lavori e i Saluti Istituzionali: saranno presenti il Dott. Vincenzo Moretta, Presidente ODCEC Napoli e i Dott. Salvatore Palma e Liliana Speranza, Consiglieri ODCEC Napoli e Delegati della Commissione Sviluppo Attività Produttive.

Tre i temi centrali in calendario:

Accelerazione della spesa del POR Campania 2007/2013: nuove iniziative per il sostegno al tessuto produttivo;
Opportunità per le startup;
Il ruolo del commercialista nelle fasi di sviluppo della startup.

I temi saranno introdotti dalla dott.ssa Carmen Padula, Presidente della della Commissione Sviluppo Attività Produttive ODCEC Napoli, e l’incontro sarà moderato dal dott. Claudio Mallardo, Vice-Presidente della Commissione.

Sono previsti interventi di rappresentanti istituzionali e del mondo accademico, oltre che attori e stakeholders del settore, in particolare il Programma prevede la presenza di:

  • On. FULVIO MARTUSCIELLO (Assessore Sviluppo Attività Produttive Regione Campania)
  • Prof. MARIO MUSTILLI (Pro Rettore – Seconda Università di Napoli)
  • Dott. EDOARDO IMPERIALE (Direttore Generale – Campania Innovazione)
  • Dott. VINCENZO CAPUTO (Presidente Giovani Imprenditori – Unione Industriali di Napoli)
  • Dott. LUIGI TOMMASINI (Responsabile degli Investimenti Indiretti Fondo Italiano di Investimento)
  • Dott. LINA D’AMATO (Direttore della Gestione Incentivi – Invitalia SpA)
  • Dott. GIOVANNI DE CARO (Investments Manager – Atlante Ventures)
  • Prof. ROBERTO VONA (Docente di Economia e Gestione delle Imprese Università degli Studi di Napoli Federico II)
  • Dott. PAOLA MARZARIO (Founder & CEO – Brandon Ferrari Srl)
  • Dott. GIOVANNI CATURANO (Presidente – Spinvector Spa)

Per partecipare all’evento, che attribuisce fino a n.4 crediti formativi validi per la formazione professionale continua del dottore commercialista ed esperto contabile, è necessario inviare una mail all’indirizzo prenotazione@odcec.napoli.it specificando nell’oggetto la dicitura “START UP”.

Per maggiori informazioni e per scaricare il Programma del Convegno in formato PDF il link di riferimento è:
http://www.odcec.napoli.it/component/content/article/124-scroll-home/3350-convegno-le-start-up-unopportunita-di-sviluppo-per-le-imprese.html

Napoli, 25/11/2013

Nuove opportunità per startup con Sodalitas Challenge: innovazione e occupazione per giovani under 35

La piattaforma digital Ideatre60 presenta alla community di iscritti una nuova opportunità dedicata a giovani italiani (o residenti in Italia) under 35, laureati o diplomati, in cerca di un lavoro o con un lavoro precario: si tratta del concorso Sodalitas Challenge, dedicato a business ideas innovative e sostenibili che contribuiscano a raggiungere gli obiettivi di crescita imprenditoriale e aumento dell’occupazione sul territorio nazionale.

La partecipazione a Sodalitas Challenge è aperta a singoli candidati o team composti da massimo 4 persone, che potranno presentare la propria idea inerente a uno solo dei seguenti ambiti:

Innovazione tecnologica: i progetti dovranno applicare al mondo imprenditoriale le tecnologie innovative in modo tale da produrre un miglioramento significativo, ad esempio nei processi e nell’organizzazione del lavoro, oppure nello sviluppo e utilizzo di nuovi prodotti o materiali.

Expo 2015: progetti innovativi e sostenibili legati all’evento di Milano e all’alimentazione (agricoltura, trasformazione e conservazione, consumo, ristorazione ed enologia, made in Italy, cibo KM 0, dieta mediterranea, alimentazione come stile di vita sostenibile, combattere la fame nel mondo.

Ambiente ed ecosostenibilità: progetti rivolti ad obiettivi quali risparmio di acqua, energia e territorio, utilizzo di energie rinnovabili e tutela dell’ambiente, mobilità sostenibile, raccolta, smaltimento e riciclo dei rifiuti, stili di vita ecosostenibili, miglioramento della qualità della vita nei centri urbani.

Lavoro, Salute e Benessere delle persone: progetti di formazione, education, inserimento lavorativo delle fasce deboli, servizi alla persona per la promozione della salute e del benessere, servizi per facilitare la conciliazione vita-lavoro.

Sviluppo del Territorio e della Comunità: progetti a favore di nuove povertà e fragilità sociali, assistenza ad anziani ed ammalati, ricerca scientifica e salute, social housing, cultura e turismo sostenibile.

Produzione e Consumo sostenibile: progetti con processo produttivo ecosostenibile, iniziative che promuovano stili di consumo sostenibili, marketing sostenibile, strumenti per la gestione sostenibile della supply chain.

Per partecipare al concorso è necessario registrarsi alla piattaforma IdeaTre60 (attraverso questo link) e compilare il form di partecipazione. In caso di candidatura di un team, la registrazione andrà fatta da tutti i componenti che dovranno scegliere un capo progetto.

La deadline per iscriversi a Sodalitas Challenge è fissata per le ore 10:00 del 31 gennaio 2014. Successivamente, si aprirà il processo di valutazione che prevede le seguenti fasi:

1. Prima Valutazione: dal 31/01 al 28/02/2014
Verranno costituite apposite commissioni di valutazione (composte da esperti appartenenti alla Fondazione Sodalitas, promotrice del progetto, e da manager provenienti dal network di Partner Tecnici, tra cui figurano LUISS EnLabs, H-Farm, PoliHub e Oltre Capital Ventures). Al termine della fase 1 saranno selezionati i progetti finalisti che proseguono il percorso.

2. Formazione e Coaching: dal 01/03 al 30/04/2014
I progetti selezionati parteciperanno ad un percorso di formazione e coaching con gli esperti della Fondazione Sodalitas per migliorare e completare le proprie business ideas al fine di presentare un elevator pitch che andrà caricato sulla piattaforma IdeaTre60 entro il 30 aprile 2014. I finalisti che completeranno la formazione accederanno alla fase successiva e riceveranno un attestato di partecipazione.

3. Valutazione finale: dal 01/05 al 01/06/2014
Il Comitato Esecutivo, composto da esperti del mondo imprenditoriale italiano e da esperti della Fondazione Sodalitas e del network di Partner Tecnici, valuterà i progetti finalisti sulla base degli elevator pitch e annuncerà fino a un massimo di 7 progetti vincitori nel corso di un evento pubblico.

Da giugno 2014 in poi è prevista la fase di Avvio Startup, durante la quale i progetti vincitori beneficeranno dei premi assegnati durante l’evento finale messi a disposizione dai partner tecnici. I Premi previsti sono i seguenti:

Premio H-FARM: programma di incubazione della durata di 3 mesi, con la possibilità di usufruire degli spazi di lavoro di H-Farm, di partecipare agli eventi, di accedere al network per la mentorship e di beneficiare della consulenza legale e finanziaria del Venture Incubator,

Premio LUISS EnLabs: programma di incubazione della durata di 3 mesi con utilizzo degli spazi di lavoro, affiancamento dei mentor, partecipazione all’Investor Day di LUISS EnLabs e agli altri eventi di networking, valutazione di un investimento seed a fine percorso.

Premio MAKE A CUBE3: programma di incubazione per startup a finalità sociale della durata massima di 6 mesi, durante i quali è previsto l’accesso agli spazi di lavoro di Make a Cube, un percorso di affiancamento e mentorship, la partecipazione ad eventi di networking e la visibilità presso aziende e potenziali investitori.

Premio POLIHUB: programma di incubazione della durata di 12 mesi in modalità open space, con tutoring e mentoring da parte degli esperti di PoliHub. Oltre alla partecipazione agli eventi di networking, il percorso prevede l’accesso al networking di ricercatori del Politecnico di Milano, il supporto di partner finanziari e la possibilità di incontrare partner industriali e imprese interessate al progetto.

Premio Speciale TALENT GARDEN: il premio consiste nella possibilità di accesso (per due persone) ad uno spazio di lavoro in uno dei TAG presenti sul territorio nazionale per un periodo di tre mesi, con accesso agli eventi in tutte le sedi TAG e al network dell’acceleratore. Inoltre sarà possibile partecipare ad uno degli Startup Weekend organizzati da TAG.

Premio Speciale UNICREDIT: prevede l’assegnazione di un tutor con confronti periodici sullo stato di avanzamento del progetto e di un Relationship Manager di Unicredit per seguire le esigenze bancarie della startup, la partecipazione alla Startup Academy con accesso al network di partner internazionali di UniCredit, la possibilità di entrare in contatto con potenziali investitori.

A tutti i partecipanti, inoltre, sarà garantita la possbilità di essere valutati dalle aziende aderenti a Sodalitas Challenge per eventuali opportunità di lavoro.

Per maggiori informazioni, il Bando Sodalitas Challenge è disponibile in formato PDF al seguente link: http://sodalitas.challenge.ideatre60partner.it/upl/ckuploads/files/BANDO_SODALITAS_CHALLENGE%281%29.pdf

Napoli, 19/11/2013

Come presentare al meglio una startup ai VC: i consigli di Tomasz Tunguz di Redpoint Ventures

Tomasz Tunguz è partner di Redpoint Ventures, società di venture capital californiana specializzata in startup tecnologiche. Tra i post del suo blog, uno dei più interessanti è dedicato agli strumenti per poter analizzare la propria startup con gli occhi di un investitore in meno di 15 minuti: qui, il link per leggere il post originale.

Nella sua esperienza di venture capitalist, Tunguz ha identificato tre strumenti a suo parere indispensabili per valutare una startup sulla quale investire:

1. Il Business Model Canvas, che permette di capire in maniera immediata ed efficace in che modo opera l’impresa;
2. Il modello delle 5 forze di Porter, grazie al quale è possibile valutare il livello di concorrenza che la startup si troverà a dover affrontare sul mercato;
3. La Value Chain Analysis, cioè l’analisi della catena del valore, per capire dove si inserisce l’azienda all’interno dell’ecosistema in cui opera.

Il primo strumento analizzato nel dettaglio da Tunguz è proprio il Business Model Canvas (BMC): si tratta di un modello molto famoso nel mondo delle startup, ideato da Alexander Osterwalder nel suo libro “Business Model Generation”. Il BMC è una modalità di rappresentazione che descrive le modalità di creazione del valore di un’azienda utilizzando un linguaggio visuale.
Si tratta di uno strumento particolarmente indicato per i business model di aziende innovative, per questo è molto utilizzato dalle startup. Il BMC si compone di 9 riquadri che rappresentano altrettanti elementi costituitivi di un’azienda: the Value Proposition, the Key (Operating) Activities, Partners, Assets/Resources, Customer Relationships, Go-To-Market Channels, Customer Segments, Cost Structure and Revenue Streams.
Grazie al BMC è possibile spiegare graficamente cosa offre il business, come l’azienda raggiunge i propri clienti e in che modo tutto ciò produce valore.

Per presentare una startup ai potenziali investitori, secondo Tunguz, sono altrettanto fondamentali gli altri due strumenti indicati dall’autore nel suo post: il modello delle 5 forze di Porter e la Catena del valore. Il consiglio di Tunguz è quello di unire questi due strumenti in un’unica matrice, che definisce “Grand Unifying Framework” (GUF).

Partendo dalla convinzione che per impostare correttamente il business di una startup è fondamentale capire in che tipo di mercato l’azienda si affaccia, Tunguz costruisce una matrice nella quale la catena del valore rappresenta le categorie orizzontali, mentre le cinque forze di Porter vanno a costituire le categorie verticali.

Di conseguenza, sull’asse orizzontale ritroviamo le attività/i processi primari e quelli di supporto, mentre sull’asse verticale le cinque forze competitive che Porter identifica in: Concorrenti diretti, Fornitori, Clienti, Potenziali entranti, Produttori di beni sostitutivi.

Il GUF consente, secondo Tunguz, di ottenere tre informazioni indispensabili per una startup che entra sul mercato: prima di tutto, identificare le attività che compongono la catena del valore. In secondo luogo, consente di capire quali sono le motivazioni che muovono tutti i giocatori coinvolti nell’ecosistema. Infine, la matrice offre la possibilità di vedere chi detiene il maggior potere e controlla il capitale all’interno del mercato.

Nell’ultima parte del post, infine, Tunguz suggerisce come utilizzare questi strumenti e cosa osservare in particolare per dedurre informazioni importanti.

Nella matrice GUF, per capire quale sia il giocatore con maggior potere (e, di conseguenza, che detta le leggi all’interno del mercato), bisogna guardare la colonna che contiene i clienti e fornitori con livello più basso di potere, nessun prodotto sostitutivo e la più alta barriera all’entrata. Inoltre, la matrice GUF consente di percepire immediatamente quanta concorrenza esiste per ciascun livello della catena del valore, osservando la riga dei concorrenti diretti.

Il BMC, invece, descrive il “go-to-market” di un’impresa: nel compilarlo, Tunguz suggerisce particolare attenzione alla Value Proposition (deve essere ben definita). Altri due aspetti fondamentali sono le Customer Relationships e la segmentazione dei clienti, seguiti dalla struttura dei costi dell’azienda. Quest’ultimo aspetto, infatti, determina il burn rate e i requisiti patrimoniali.

In chiusura del post Tunguz specifica che, per una startup in fase early stage, può essere difficile definire in maniera dettagliata tutte le aree del Business Model Canvas: ciò nonostante, esso rappresenta, assieme alla matrice GUF, uno strumento indispensabile per presentare il proprio business ad un potenziale investitore e devono essere curati al meglio.

Napoli, 15/11/2013

Il “Petal Diagram” spiegato da Steve Blank: la rappresentazione grafica della concorrenza su misura per le startup

In uno degli ultimi post del suo blog, Steve Blank suggerisce alle startup una nuova metodologia per rappresentare graficamente nel proprio pitch l’analisi della concorrenza.
Il presupposto da cui parte l’autore è che la “classica” slide sulla concorrenza, impostata su un grafico con gli assi X/Y che rappresentano i parametri di mercato, non sia adatta ad una startup ma sia uno strascico ereditato dall’analisi dello scenario competitivo di aziende che si inseriscono su mercati già esistenti: i parametri X e Y, infatti, sono definiti sulla base degli utenti del mercato attuale (di solito si tratta delle variabili prezzo e performance).

Secondo Blank, invece, la maggior parte delle startup cerca di posizionarsi in mercati totalmente nuovi, o di cambiare gli assestamenti di mercati già esistenti. E’ possibile, inoltre, che il mercato della startup in questione nasca dall’intersezione di mercati già esistenti, o ancora che il mercato non esista e sarà proprio la startup a crearlo. Da queste considerazioni, Blank deduce la necessità di trovare una nuova modalità di rappresentazione del panorama competitivo di una startup.

La scelta di Blank è una rappresentazione grafica chiamata “Petal Diagram”, nella quale la startup viene posizionata al centro della diapositiva. Nell’esempio descritto nel post, la startup sta creando una nuova categoria di mercato (un network di formazione a lungo termine pensato per gli imprenditori).
La startup in questione vuole creare il proprio mercato traendo i propri clienti da cinque segmenti: aziende, istruzione superiore, ecosistema startup, istituzioni, adulti che vogliono acquisire nuove skills.

A questo punto, i cinque segmenti vengono rappresentati come una nuvola di mercati contigui intorno alla startup. Il risultato è una slide composta dalla startup al centro, e cinque “petali” che la circondano: in ciascun petalo si inseriscono i nomi delle aziende concorrenti per quello specifico segmento.

Per ciascun concorrente si procede poi ad indicare la quota di capitale equity raccolta, in maniera tale da mostrare ai potenziali investitori che c’è interesse di altri investitori in quel mercato (Blank accenna alla convinzione tipica secondo la quale “no VC wants to miss a hot space”).

Infine, è possibile indicare nella slide “Petal Diagram” la dimensione di ogni mercato adiacente in modo tale da permettere alla startup di dare risposta alla domanda “Quanto grande può essere il vostro mercato?”, che di solito viene posta da tutti i potenziali investitori.

Ultimo aspetto fondamentale messo in luce da Steve Blank è che un’analisi della concorrenza rappresentata sottoforma di “Petal Diagram” serve alla startup anche da guida per la costruzione del Business Model Canvas: quando si utilizza il metodo Lean Startup, infatti, un grafico di questo tipo consente al team di identificare il primo segmento di potenziali clienti da inserire nel Canvas. Inoltre, è un modello semplice da modificare qualora ci si renda conto che le ipotesi iniziali erano errate: un altro vantaggio importante per una startup che muove i propri primi passi verso il mercato.

Napoli, 13/11/2013

Un’occasione per startup sociali da The HUB Milano

The HUB Milano ha presentato ieri, 12 novembre 2013, il contest Impact HUB Fellowship for longer lives: l’iniziativa (nata grazie alla collaborazione di partner quali Axa Assicurazioni e Swiss Re Foundation) è finalizzata alla ricerca e selezione delle migliori idee che rispondano ad una delle più importanti realtà che la società globale si trova ad affrontare negli ultimi anni, l’incremento delle aspettative di vita e l’invecchiamento globale.

Dal 2009, infatti, è cresciuto in maniera rapida e globale il numero e la proporzione di persone anziane rispetto alla popolazione globale: ne derivano una serie di sfide e problematiche economiche, sociali ed educative che permettono a talenti imprenditoriali creativi di approfittare di opportunità ancora poco esplorate.

Impact Hub prevede quindi l’organizzazione dell’iniziativa Impact HUB Fellowship for longer lives in quattro spazi nell’arco dei prossimi due anni: la prima occasione è proprio quella prevista a Milano, seguiranno Londra (presso Impact Hub Kings Cross, con apertura del bando a gennaio 2014), il Messico (apertura del bando ad aprile 2014) e Madrid (apertura del bando a maggio 2014).

The HUB Milano è alla ricerca di progetti e idee innovative e scalabili, che si fondino sulla collaborazione come strumento per migliorare la situazione attuale e che abbiano un impatto positivo su problematiche relative ad almeno una delle seguenti aree:

– Organizzazione della vita familiare
– Educazione
– Vita economica e lavoro
– Servizi pubblici

Sarà possibile inviare la propria candidatura entro il 4 gennaio 2014, compilando il modulo di iscrizione disponibile a questo link (è necessario allegare un Mini business plan, secondo il template scaricabile dalla stessa pagina).

Impact HUB Fellowship for longer lives prevede una serie di tappe fondamentali: si parte con un Idea Development Workshop previsto per il 4 dicembre 2013.

Tra tutti i progetti candidati, saranno selezionati i migliori entro il 27 gennaio 2014. Dopo un Pitching Workshop previsto per il 1 febbraio, i progetti selezionati parteciperanno al Jury Panel Event del 12 febbraio 2014.
Al termine dell’evento, la giuria di esperti internazionali selezionerà i 3 progetti finalisti, che il 3 marzo 2014 inizieranno un percorso di pre-incubazione. Il migliore tra i tre finalisti sarà il vincitore assoluto del contest, che inizia la fase di incubazione presso The HUB Milano il 19 maggio 2014.

Riguardo ai 3 finalisti, il premio sarà composto da:

SEED FUNDING: al vincitore, un premio di 15.500 euro suddiviso in 750 € mensili di rimborso spese per 12 mesi, più un premio una tantum di seed funding di 6.500 €. Al secondo e terzo classificato, un premio di 2.250 euro ciascuno, consistente in 750 € di rimborso spese per tre mesi.

WORKSPACE: accesso 24/7 agli spazi di The HUB Milano, per 12 mesi al vincitore e per 3 mesi al secondo e terzo classificato.

COACHING e NETWORKING con gli esperti di The Impact Hub, della durata di un anno per il vincitore e di tre mesi per gli altri due.

Per partecipare a Impact HUB Fellowship for longer lives, è necessario che i proponenti siano in possesso di una residenza valida per poter vivere e lavorare in Italia. Inoltre, bisogna assicurare il rispetto dei seguenti punti:

– Costituire la propria impresa a Milano,
– Seguire in maniera prioritaria l’iniziativa per tutta la durata di Fellowship,
– Lavorare per almeno il 50% del tempo negli spazi di Impact Hub Milano,
– iniziare l’anno di Fellowship entro i tre mesi successivi dalla vittoria del Contest.

Per qualsiasi chiarimento, è possibile scrivere a milan.fellowship@impacthub.net

Napoli, 13/11/2013

Una borsa di studio da 30.000 dollari per progetti Disruptive: la Global Impact Competition 2014

Sono aperte le candidature per la Global Impact Competition 2014, promossa da Axelera in partnership con la Singolarity University della California: fino al 7 gennaio 2014 è possibile presentare la propria candidatura compilando il modulo di adesione disponibile a questo link e allegando il materiale richiesto (che deve essere prodotto in lingua inglese).

La Global Impact Competition è una Call for Disruptors: Axelera è infatti alla ricerca di idee, progetti e persone che riescano a cambiare in maniera radicale le “regole del gioco” in Italia, rimuovendo gli ostacoli all’innovazione e a un futuro migliore per i giovani imprenditori italiani, grazie a proposte concrete e dirompenti caratterizzate dall’utilizzo delle più moderne tecnologie disponibili.

Il concorso è aperto a innovatori in possesso dei seguenti requisiti:

– aver compiuto il 21° anno di età;
– residenza in Italia e/o cittadinanza italiana;
– in possesso di passaporto valido fino al 30 novembre 2014;
– con ottima conoscenza della lingua inglese;
– che abbiano intenzione di partecipare al GSP14 (Graduates Studies Program 2014) presso la Singularity University in California, previsto da giugno ad agosto 2014.

Riguardo ai progetti candidabili, il Regolamento della competition specifica una serie di criteri:

– Essere in grado di migliorare la vita, accrescere la felicità, migliorare gli ambiti della salute, l’istruzione, la sicurezza, creare nuove opportunità per l’Italia e i suoi cittadini.

– Avere un impatto positivo in almeno una delle seguenti aree: educazione, energia, salute, prosperità, sicurezza, spazio, urbanizzazione, trasporti, riciclo/rifiuti, salute e benesseredella terza età, pace nel mediterraneo.

– Prevedere una soluzione concretamente realizzabile e scalabile, che possa potenzialmente avere impatto a livello nazionale, continentale, o globale.

– Proporre una soluzione che sia innovativa e sostenibile.

– Far leva sull’innovazione e sull’utilizzo di tecnologie in crescita esponenziale (disruptive).

I progetti candidati (tra il 10 ottobre 2013 e il 7 gennaio 2014) saranno valutati da una commissione di esperti e i migliori saranno selezionati (entro il 27 gennaio 2014) per partecipare all’evento finale di pitch e premiazione previsto tra febbraio e marzo 2014.

Tra i finalisti presenti all’evento, saranno premiati i primi 3 classificati:

– 1° classificato: Borsa di studio per il Graduate Studies Program 2014 della Singularity University, presso il centro di ricerca NASA Ames in California del valore di 30.000 dollari.

– 2° classificato: Premio Tech Disruption offerto da TalentGarden, consistente in un percorso della durata di un anno in uno dei 7 TAG italiani (Bergamo, Brescia, Milano, Padova, Genova, Pisa, Torino) con servizi di tutoraggio, affiancamento, networking, partecipazione ad eventi e corsi di formazione.

– 3° classificato: Premio Social Disruption offerto da Impact Hub Italia, consistente in un percorso di incubazione di 4 mesi in uno degli Impact Hub Italia (Milano, Rovereto, Trieste, Firenze, Siracusap, Bari, Roma) con accesso alla community globale attraverso la piattaforma di knowledge sharing (HUBNET), mentoring/coaching, networking, partecipazione ad eventi con potenziali finanziatori.

Per saperne di più:

Su Axelera: http://axelera.eu/
Sulla Singularity University: http://singularityu.org/
Sulla Global Impact Competition 2014: http://axelera.eu/globalimpactcompetition/?page_id=2001&preview=true

Napoli, 12/11/2013

Incentivi per chi investe in startup innovative: atteso per fine anno il via libera della Commissione Europea

Potrebbe arrivare entro Natale il via libera da parte della Commissione Europea agli incentivi previsti dal Decreto Sviluppo bis per coloro che investono in startup innovative: si tratta di una buona notizia non soltanto per coloro che stanno attendendo la conclusione dell’intero iter legislativo, ma anche e soprattutto per chi ha già investito in questi mesi in capitale di startup. Il D. Lgs. 179/2012 è infatti una norma retroattiva, che coprirà in ogni caso anche le operazioni concluse prima dell’autorizzazione della Commissione.

Ricordiamo che il D. Lgs. 179/2012, entrato in vigore il 20 ottobre dello scorso anno, prevede incentivi destinati a chi investe in startup innovative: le detrazioni riguardano l’imposta lorda sul reddito ed è pari al 19% per investimenti effettuati da persone fisiche, al 20% per investimenti effettuati da società.
Inoltre, se la startup innovativa oggetto di investimento opera nel settore energetico e/o sociale, le percentuali di detrazione salgono al 25% (persone fisiche) e 27% (società): gli incentivi sono applicati anche in caso di investimenti effettuati attraverso organismi di investimento collettivo del risparmio.
I vincoli previsti sono essenzialmente due: è necessario mantenere l’investimento per almeno 2 anni e l’importo detratto non può superare i 500.000 euro (per le persone fisiche) o 1,8 milioni di euro (per le società).

I meccanismi di incentivo previsti dal Decreto Sviluppo bis avrebbero già dovuto essere autorizzati dalla Commissione Europea, ma hanno seguito un percorso caratterizzato da alcuni ritardi.

Innanzitutto, i Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico avrebbero dovuto pubblicare le modalità attuative entro il 19/12/2012, ma a causa del cambio di Governo ciò è avvenuto solo nel giugno di quest’anno, con il D.L. 76/2013.
Il lato positivo di tale ritardo è stata sicuramente l’estensione degli incentivi in questione fino al 2016 (inizialmente, erano previsti per il triennio 2013/2015).

La notifica per ottenere l’autorizzazione agli incentivi è stata inviata ai vertici europei ad agosto 2013: inizialmente ciò doveva significare che il via libera sarebbe arrivato entro metà ottobre di quest’anno, ma la Commissione Europea ha chiesto al Governo italiano ulteriori informazioni per prendere la propria decisione, facendo slittare tale termine di 60 giorni.

Ad ogni modo, il benestare della Commissione Europea dovrebbe arrivare entro dicembre 2013: in quel caso, agli investitori in startup innovative sarebbero riconosciute le detrazioni a partire dalle operazioni effettuate da gennaio 2013.

Fonte: IlSole24Ore

Napoli, 07/11/2013

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