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Tag: investitori

Tecnologia, innovazione e creatività: in arrivo a Roma la Maker Faire (3-6 ottobre)

Tra pochi giorni, dal 3 al 6 ottobre, il Palazzo dei Congressi di Roma ospiterà la Maker Faire, edizione europea dell’evento internazionale dedicato al Movimento dei Maker, all’innovazione, alle idee e alla creatività.
La Maker Faire è realizzata, promossa e organizzata da Asset-Camera con il supporto di Tecnopolo e la collaborazione di Arduino e della rivista Make, curatori dell’evento sono Massimo Banzi e Riccardo Luna.

Obiettivo primario degli organizzatori è quello di avvicinare le famiglie al mondo dell’innovazione ed in particolare alla tecnologia rivoluzionaria dei Maker, facendo scoprire al grande pubblico la nuova cultura che è da più parti accreditata come la prossima grande rivoluzione industriale: i Maker sono veri e propri inventori, che coniugano allo stesso tempo l’essere esperti delle tecnologie più avanzate con le caratteristiche degli artigiani del XXI secolo.

Probabilmente la caratteristica che rende il movimento dei Maker unico al mondo è proprio nel suo essere “nata dal basso”, grazie ad una community che ha visto i suoi primi passi nelle case e nei garage dei primi a possedere una stampante 3D o a costruirsene una ed è cresciuta a livello globale con un approccio open di condivisione delle conoscenze e dei progressi di ognuno.

Il programma della Maker Faire inizia giovedi 3 ottobre con la conferenza di apertura curata da Riccardo Luna (ore 10/19): insieme ad ospiti internazionali spiegherà ai partecipanti chi sono i Maker, come è nato il loro Movimento e cosa sono la Stampa 3D e l’elettronica open source. Per partecipare, è necessario registrarsi gratuitamente attraverso questo form.

La giornata di venerdi 4 ottobre è invece dedicata a due momenti: l’Educational Day ed il Techgarage.

L’Educational Day è riservato alle scuole, che potranno accreditare le proprie classi e partecipare gratuitamente ai workshop in programma durante l’intera giornata: tra i temi trattati, l’energia ecosostenibile e la robotica, ma anche laboratori destinati ai più piccoli sull’elettricità o il riciclo creativo. Per sapere quali sono tutti i workshop in programma, il link di riferimento è http://www.makerfairerome.eu/il-programma/makerfairerome-per-scuole/, nel quale è indicato anche il link per il form di iscrizione.

Il Techgarage è il momento dedicato ai 10 migliori progetti di impresa selezionati nei mesi scorsi per partecipare all’evento “Techgarage – The business of making”: i partecipanti potranno presentare il proprio progetto di fronte ad una platea di esperti, venture capitalist, rappresentanti delle Istituzioni, docenti universitari e giornalisti.
Per assistere all’evento, caratterizzato tra l’altro da interessanti dibattiti sul tema della creatività innovativa, è possibile registrarsi a questo link: https://techgarage.eventbrite.it/

Il 5 e 6 ottobre la Maker Faire entra nel vivo con l’accesso agli spazi espositivi e ad una serie di interessanti workshop: l’ingresso per queste due giornate è a pagamento, i biglietti sono in vendita qui.
L’ingresso in fiera, in entrambi i giorni, è possibile a partire dalle 9:30 e il programma offre un’ampia gamma di interventi di speaker di fama internazionale e di workshop su temi di particolare interesse, a partire dalla stampa 3D, al gaming, all’elettronica e il web design. Il programma dei workshop e la lista degli speaker sono in continuo aggiornamento, per saperne di più basta visitare il sito internet dell’iniziativa.

Napoli, 27/09/2013

Ultima chiamata per partecipare a WCap 2013!

Ancora pochi giorni per partecipare alla Call for Ideas di Working Capital: i tre acceleratori di Telecom Italia, con sede a Roma, Milano e Catania sono alla ricerca di progetti di impresa inovativi nei settori digital e green.

La deadline è fissata per il 30 settembre 2013: per partecipare, occorre registrarsi e caricare il proprio progetto qui.

Working Capital offre 15 grant del valore di 25.000 euro ciascuno, da assegnare ad altrettante startup: chi accede al percorso di accelerazione potrà beneficiare di servizi di mentorship e networking, entrando in contatto con i più importanti protagonisti del mondo dell’innovazione: Working Capital, inoltre, offre il proprio supporto anche nella fase di execution, particolarmente delicata per il successo di un progetto imprenditoriale.

Working Capital è il programma di Telecom Italia nato nel 2009 a supporto delle innovazioni, del talento e delle idee che supporta la nascita e la crescita delle startup italiane allo scopo di favorire l’imprenditorialità sul territorio nazionale. Nel 2013 WCAP ha inaugurato i tre acceleratori di Roma, Catania e Milano affidati a mentor esperti come i team di Iquii, dPixel e StartupCT.

Tra le novità dell’edizione 2013, particolarmente interessante è il Repository: una piattaforma sviluppata in collaborazione con la Kauffman Society nella quale saranno caricati tutti i progetti, anche quelli partecipanti alle edizioni precedenti, che saranno resi pubblici e disponibili per investitori nazionali ed internazionali.

Per saperne di più, il sito ufficiale di Working Capital è: http://www.workingcapital.telecomitalia.it/.

Da qui è possibile, inoltre, prendere visione del contratto WCap 2013, che sarà poi personalizzato sulla base di ogni singolo progetto selezionato.

Napoli, 26/09/2013

Il TechDay di VulcanicaMente 2 al PAN, le prenotazioni chiudono il 23 settembre!

Si terrà il 24 e 25 settembre presso il PAN – Palazzo delle Arti Napoli (Via dei Mille n. 60) il TechDay, secondo ed ultimo degli eventi di scouting in programma per la nuova edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

L’evento è l’ultima occasione per mettere in gioco il proprio talento creativo e le proprie idee innovative e partecipare alle selezioni di VulcanicaMente: dal talento all’impresa 2.

Il programma (consultabile qui) prevede momenti dedicati agli incontri one-to-one, tra gli iscritti e lo staff dei mentor, momenti formativi ed ospiti d’eccezione. Sono previsti, infatti, interventi di Gianluca Dettori, Giovanni De Caro (Atlante Ventures) e le testimonianze di alcune startup protagoniste della prima edizione di VulcanicaMente (DeRev, Linkpass, ReHub, FinWin, SmartGo, Pushapp, ecc).

Infine, il TechDay è un momento di incontro tra startuppers ed aspiranti imprenditori, che potranno cogliere l’occasione per fare networking e team building, facilitati dai mentor.

Vi ricordiamo che per partecipare alle selezioni bisogna prenotarsi, compilando il form di iscrizione disponibile a questo link.
Affrettatevi: la deadline è fissata alle 23:59 del 23/09/2013.

Tutte le informazioni sono disponibili nella sezione Eventi & Iniziative del sito internet www.incubatorenapoliest.it!

Napoli, 20/09/2013

Equity CrowdFunding: Italia e U.S.A. a confronto

Il mercato del CrowdFunding si conferma in netta espansione a livello globale: dopo l’Italia, primo Paese al mondo a dotarsi di una disciplina specifica in materia con l’apposito Regolamento della CONSOB, tra pochi giorni anche negli U.S.A. sarà possibile effettuare raccolta di capitali grazie a campagne on line di equity crowdfunding.

E’ stata infatti abrogata una norma di circa 80 anni fa che vietava alle imprese private di utilizzare la pubblicità per sollecitare gli investitori ad acquistare quote e diritti di proprietà delle società: dal prossimo 23 settembre entrerà in vigore nell’ordinamento legislativo americano la normativa in materia di equity crowdfunding prevista dal Jobs Act del 2012.

In precedenza, il Crowdfunding negli U.S.A. era riservato a realtà no profit, come dimostrano esempi celebri quali Kickstarter, che ha contribuito a lanci nel settore delle produzioni cinematografiche, musicali e documentaristiche. Con la nuova normativa, invece, saranno anche le startup in cerca di finanziatori a poter beneficiare degli strumenti del Crowdfunding.

Tra gli strumenti più recenti nati negli Stati Uniti ritroviamo la piattaforma JumpStartFund: si tratta di un vero e proprio laboratorio on-line che unisce crowdsourcing e crowdfunding: le idee e i prototipi saranno sviluppati attraverso una collaborazione open dai partecipanti alla community, che riceveranno in cambio quote di partecipazione nelle startup innovative che sviluppano il progetto.

In questo modo, i founders di JumpStartFund propongono la loro soluzione a un problema che si riscontra spesso nelle startup, e che spesso le porta al fallimento: la mancanza di esperienza e skills nei componenti del team (qui, il pensiero sull’argomento di Dirk Ahlborn, co-founder di JumpStartFund).

Ma il mercato del Crowdfunding è in netta crescita anche in Italia: grazie alle nuove norme contenute nel Regolamento CONSOB, sarà possibile la nascita di piattaforme on line di equity crowdfunding che dovranno iscriversi nell’apposito registro CONSOB, oppure di piattaforme gestite da banche e società di investimento: si tratta sicuramente di un settore che sta attraversando un’importante evoluzione, che aprirà nuovi scenari ed opportunità per le startup.

Già dallo scorso anno, si è evidenziato infatti un dato di rilievo: secondo una ricerca ICN, le piattaforme di Crowdfunding in Italia sono passate dalle 16 rilevate nel 2012 alle attuali 39.
Ed è previsto un aumento, proprio in virtù della nuova regolamentazione CONSOB che offre un quadro di riferimento meglio delineato e maggiori garanzie anche e soprattutto per gli investitori non professionali.

Non stupisce, quindi, il recente interesse che l’argomento sta suscitando nel nostro Paese: proprio pochi giorni fa, il CSI – Incubatore Napoli Est ha ospitato un Open Workshop sull’argomento a cura di Alberto Giusti.

L’evento rientra nelle attività di animazione e sensibilizzazione sul tema dell’imprenditoria giovanile organizzate dall’Incubatore: tra queste, ricordiamo le opportunità offerte dalla seconda edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

Grazie a VulcanicaMente, i talenti creativi ed innovativi campani possono provare a mettere in gioco le proprie idee e trasformare i propri progetti in una vera startup: tutte le informazioni sono nella sezione Eventi & Iniziative del sito www.incubatorenapoliest.it!

Per partecipare alle selezioni, basta prenotarsi per il TechDay che si terrà il 24 e 25 settembre: compila subito il form di iscrizione disponibile qui!

Altri link utili:

Napoli, 18/09/2013

Presenta la tua idea innovativa a potenziali investitori con Startup Opportunity 2013

Startup Opportunity 2013 è il concorso promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Pordenone, il Polo Tecnologico di Pordenone e Pordenone Fiere giunto alla sua seconda edizione.

Scopo del concorso è quello di sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali da parte di giovani talenti italiani che abbiano un progetto innovativo di business ad elevato potenziale di crescita.

La partecipazione a Startup Opportunity 2013 è riservata a:

– persone fisiche di età compresa tra 18 e 40 anni, che vogliano avviare una startup nei settori dell’industria o dei servizi sul territorio italiano;
– startup ad elevato potenziale di crescita già costituite, con un fatturato compreso tra 0 e 2 milioni di euro.

I progetti selezionati per Startup Opportunity 2013 dovranno essere incentrati su iniziative originali e ad alto contenuto innovativo: per partecipare, occorre registrarsi alla piattaforma http://www.startupopportunity.it/ e compilare il form di iscrizione. Inoltre, i team dovranno allegare il proprio progetto ed un pitch di 7 minuti (che sarà disponibile attraverso il canale Youtube dell’iniziativa). La deadline è fissata per le ore 17:00 del 15 ottobre 2013.

Tra i progetti pervenuti tramite la piattaforma on-line, la Commissione di Valutazione selezionerà i migliori 5: i team prescelti saranno invitati a partecipare all’evento dell’8 novembre 2013 durante la manifestazione “Punto d’incontro” dove presenteranno il proprio progetto alla platea appositamente selezionata di rappresentanti del mondo dell’imprenditoria, business angel, venture capitalist, istituti di credito e società finanziarie.

Ciascun team avrà a disposizione 15 minuti per la propria presentazione, più 5 minuti per eventuali domande e chiarimenti. Obiettivo dell’evento dell’8 novembre, trovare finanziamenti per realizzare i progetti presentati: sarà possibile ottenere un finanziamento da 300.000 a 800.000 euro, con disponibilità a partecipare in coinvestimento a round fino a 2 milioni di euro.

  • Per tutte le informazioni, è possibile scrivere all’indirizzo info@startupopportunity.it oppure telefonare ai numeri 0434 232208/232111.
  • Il Bando 2013 di Startup Opportunity è invece scaricabile dal seguente link: http://www.incontropordenone.it/startup-opportunity/bando-2013
  • Per tutte le informazioni sulla manifestazione Punto d’incontro, trovate qui il sito ufficiale dell’iniziativa.

Ricordiamo inoltre che gli aspiranti startuppers hanno a disposizione un’altra importante opportunità per presentare il proprio pitch ad una platea di investitori ed esperti di imprese innovative: sono aperte le iscrizioni per il TechDay, l’evento di scouting per partecipare a VulcanicaMente 2: dal talento all’impresa.

Tutte le informazioni su VulcanicaMente 2, insieme al form di iscrizione per partecipare al TechDay, sono disponibili nella sezione Eventi & Iniziative del sito internet www.incubatorenapoliest.it

Napoli, 12/09/2013

 

Approccio Lean, Storytelling e Raccolta di Capitali: gli ingredienti per una Startup di successo

Nel suo post pubblicato su Instigator Blog, Ben Yoskovitz (imprenditore seriale canadese, consulente e mentor specializzato in tema startup) offre alcuni spunti molto interessanti per startuppers e aspiranti tali, partendo da un confronto tra l’approccio “Lean Startup” (qui, uno dei post sull’argomento pubblicati nel nostro blog) e la raccolta di capitali.

Sappiamo che l’approccio Lean è focalizzato su concetti come la sperimentazione e l’apprendimento, declinati secondo un approccio metodico che prevede un lento cammino, fatto di pivot e ripensamenti, che porterà ad una crescita esponenziale della startup. L’approccio Lean è quindi particolarmente adatto a sviluppare un business model che sia incentrato su un processo di sviluppo del prodotto che tenga conto continuamente dei feedback dei clienti, sulla base dei quali il team può decidere di applicare modifiche (i cosiddetti pivot).

Oltre all’approccio Lean, Yoskovitz prende in considerazione la raccolta di capitali, nella quale il team deve dimostrare di essere in grado di convincere gli investitori: si tratta quindi di essere in possesso di abilità di comunicazione, della capacità di saper presentare il proprio progetto spiegando nel dettaglio quale problema la nostra startup è in grado di risolvere, per chi, ed in che modo.

La domanda che l’autore si pone è “come si fa a bilanciare i due approcci?”

Secondo Yoskovitz, infatti, negli ultimi anni si è verificata la tendenza in molte startup di presentarsi agli investitori per la raccolta fondi puntando sul fatto di essere delle “Lean Startup”: l’approccio Lean è infatti molto popolare ed apprezzato dagli investitori perché meticoloso e rigoroso.

Il problema è nato quando, a un certo punto, molte startup che si autodefinivano “Lean” hanno iniziato a perdere smalto, deludendo le aspettative di chi aveva investito capitali nel loro progetto: spesso si trattava di team senza una visione aziendale precisa, che si improvvisavano imprenditori. In realtà, per raccogliere fondi presso gli investitori, Yoskovitz è assolutamente convinto che gli startuppers debbano essere dei bravi storytellers, in grado di saper spiegare la vision e la mission della propria startup, di saper “vendere” la propria idea.

Nello stesso tempo, gli startuppers devono avere dei contenuti da raccontare: non basta saper parlare in pubblico o di fronte ai potenziali investitori, è fondamentale avere una presentazione ben fatta, dettagliata, che si soffermi sulle sperimentazioni e su ciò che il team ha imparato lavorando al proprio progetto.

Per usare le parole di Yoskovitz, gli imprenditori di successo devono “vendere il proprio sogno e convincere/dimostrare agli investitori che la loro startup è in grado di realizzarlo”. Si tratta quindi di dosare sapientemente le abilità di storytelling con l’approccio Lean.

Se anche tu vuoi imparare a presentare la tua idea imprenditoriale a potenziali investitori, o se vuoi semplicemente ricevere feedback e consigli dallo staff dei tutor del CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est, non perdere l’opportunità di partecipare a VulcanicaMente2: dal talento all’impresa! Sono ancora aperte le prenotazioni per il TechDay, l’evento di scouting che si terrà il 24 e 25 settembre (qui, il form di iscrizione, da compilare in pochi click).

Per tutte le informazioni su VulcanicaMente2 e sul TechDay, puoi visitare la sezione Eventi & Iniziative del sito www.incubatorenapoliest.it!

Napoli, 10/09/2013

Consigli per startup: come realizzare un Pitch vincente

Business2Community ha pubblicato di recente un interessante post di Deb McAlister-Holland, consulente americana specializzata in startup tecnologiche, dal quale è possibile ricavare una serie di consigli utili per realizzare un Pitch di 3 minuti vincente da presentare ai potenziali investitori.

Il punto di partenza quando bisogna presentare la propria startup con un pitch di tre minuti è non farsi prendere dal panico: secondo Deb McAlister-Holland, infatti, uno startupper deve sempre ricordare che le pitch competition sono uno strumento indispensabile per ottenere fondi, e partecipare ad una Pitch Competition è uno sforzo necessario per il team.

Detto ciò, tutti i passi successivi devono essere mossi con la consapevolezza che un pitch della durata di 3 minuti non può fare a meno di concentrarsi esclusivamente sulle informazioni essenziali. Il consiglio è quello di seguire la “Regola delle 5W” tipica del giornalismo:

  • Who (Chi): la domanda a cui rispondere è “chi sono i potenziali clienti di questo prodotto?”. Fondamentale, inoltre, dire al potenziale investitore da quanti potenziali clienti è formato il mercato.
  • What (Cosa): la risposta alla domanda “cosa stai vendendo?” deve essere il più possibile semplice e diretta, tralasciando la terminologia specifica del marketing.
  • Where (Dove): si tratta della risposta alla domanda “attualmente, dove stanno spendendo i propri soldi i vostri potenziali clienti?”: in pratica si tratta di far capire al potenziale investitore chi è la concorrenza.
  • When (Quando): si riferisce a quando il prodotto sarà pronto per essere immesso sul mercato. Per rispondere a questa domanda bisogna spiegare cosa si è già fatto, a che punto è il progetto e quali sono i tempi previsti per completare i vari step.
  • Why (Perchè): l’ultimo punto prevede la risposta a domande quali “perchè il vostro prodotto è diverso?”, “quali bisogni soddisfa/problemi risolve?”, “perchè qualcuno dovrebbe investire nel vostro progetto?”.

Deb McAlister-Holland sostiene che per dare una risposta soddisfacente alle 5W dovrebbero bastare circa 90 secondi: in questo modo, il team ha ancora metà dei 3 minuti a propria disposizione per fornire ulteriori informazioni e dettagli.

Deb McAlister-Holland sostiene poi che ci sono innanzitutto 4 slides fondamentali per un buon pitch di tre minuti:

  1. La slide iniziale, una sorta di apripista che viene proiettata mentre il team attraversa la sala per arrivare al palco;
  2. La slide sul team, con le fotografie dei componenti e un paio di righe biografiche su ciascuno di loro. Deb McAlister-Holland precisa che questa slide non va letta, per non rubare tempo alla presentazione dell’idea;
  3. La “ask” slide, ossia la slide in cui il team mostra al pubblico la cifra rischiesta e come prevede di spenderla. Si tratta di una slide sulla quale soffermarsi solo pochi secondi, rimandando eventuali approfondimenti ad un colloquio one-to-one con il potenziale investitore realmente interessato.
  4. La “contact” slide, ultima slide del pitch, in cui si ringrazia per l’ascolto e si segnalano i contatti (telefono, e-mail). Anche questa non va letta, basta semplicemente congedarsi con un “Grazie mille”.

Secondo l’autrice, per queste quattro slides indispensabili bisogna calcolare un tempo massimo di 20 secondi: restano a disposizione 2 minuti e 40 da dedicare al prodotto.

Il post di Deb McAlister-Holland contiene altri consigli utili, primo tra tutti quello di esercitarsi e ripetere più volte possibile il pitch, per acquisire sicurezza nell’esposizione: è facile per chi ascolta distinguere già al primo sguardo uno startupper preparato e sicuro di sè da uno nervoso e poco convinto della propria presentazione.

Immaginando una Pitch competition, inoltre, l’autrice consiglia agli startupper di non portare sul palco l’intero team: una persona è più che sufficiente per un pitch di tre minuti. Questa regola vale però esclusivamente per il palco: è invece importante, secondo l’autrice, che all’evento siano presenti almeno 3-4 membri del team che possano parlare con più persone possibili.

Altri spunti interessanti riguardano la possibilità di sostituire le informazioni testuali contenute nelle “classiche” slides con immagini, fotografie e video (Deb McAlister-Holland suggerisce per quest’ultimo una durata di circa un minuto): la comunicazione del pitch sarà più efficace ed incisiva, e sarà più semplice mantenere alta l’attenzione di chi ascolta.

Infine, l’autrice del post offre agli startuppers ultimo prezioso suggerimento: procurarsi delle chiavette USB con il logo della propria startup da distribuire ai presenti. Si tratta di un piccolo gesto che consente al team di lasciare ai presenti non soltanto il pitch, ma anche informazioni dettagliate e ulteriore materiale di approfondimento sulla propria startup: un sistema economico per curare i contatti acquisiti in queste occasioni anche dopo la presentazione, con un gadget utile e gradito che permetterà al team di distinguersi dagli altri e farsi ricordare dai nuovi contatti incontrati all’evento.

Anche il CSI – Incubatore Napoli Est ti offre l’opportunità di presentare il tuo pitch!

Vuoi migliorare la tua presentazione con l’aiuto dei nostri mentors?

Vuoi presentare il tuo pitch a una platea di investitori ed esperti dell’innovazione?

Partecipa a VulcanicaMente 2: dal talento all’impresa! Trovi tutte le informazioni nella sezione “Eventi ed Iniziative” del sito internet www.incubatorenapoliest.it

Napoli, 28/08/2013

 

La tua startup in Israele con Startup Boot-Camp Tel Aviv Competition

Lo Startup Boot-Camp Tel Aviv è una competition internazionale aperta alle startup di 14 paesi del mondo (Regno Unito, Germania, Danimarca, Francia, Italia, Spagna, Svezia, Irlanda, Lituania, India, Cina – Shangai, Corea, Messico e Colombia) che si contendono la partecipazione al Boot-Camp che si terrà dal 12 al 17 ottobre 2013 a Tel Aviv.

Israele si conferma ancora una volta come uno dei migliori ecosistemi per startup al mondo, con la seconda edizione del boot-camp organizzato anche quest’anno dal Ministero degli Affari Esteri Israeliano, la città di Tel-Aviv e Google Israel: la selezione della startup italiana avverrà a cura dei partner nazionali dell’iniziativa, l’Ambasciata d’Israele in Italia e da LUISS ENLABS – La Fabbrica delle Startup, in collaborazione con ItaliaCamp.

Possono partecipare alle selezioni le startup attive nei settori web, mobile o security, con team di età compresa tra i 25 e i 40 anni che abbiano già ricevuto un finanziamento (seed stage): le candidature possono essere inviate entro il 31 agosto 2013 all’indirizzo startelaviv@roma.mfa.gov.il.

Le startup che desiderano presentare il proprio progetto per concorrere alla Startup Boot-Camp Tel Aviv Competition dovranno allegare alla mail:

– il link ad un video pitch in lingua inglese di presentazione del progetto, della durata massima di 5 minuti
– un executive summary di 500 parole (max 1 pagina), in lingua inglese
– un CV del founder in lingua inglese
– il link ad una demo del prodotto (opzionale)

Il premio in palio per la migliore startup è la partecipazione al boot-camp di Tel Aviv, durante il quale i founder delle 14 startup provenienti dai paesi coinvolti nell’iniziativa avranno la possibilità di prendere parte ad un interessante ed intenso programma. Tra gli appuntamenti previsti: conferenze, workshop, e incontri con imprenditori, professionisti e investitori israeliani leader nel settore: qui, il programma dettagliato delle cinque giornate.

Il boot-camp in Israele si terrà durante il Festival DLD Tel Aviv (Digital Life Design) e in concomitanza con altri due eventi di rilevanza internazionale: Second Annual Cities Summit (14 ottobre) e Open Startup (16 e 17 ottobre), offrendo così ai partecipanti ulteriori occasioni di incontrare personalità di spicco dell’ecosistema startup israeliano (ricercatori, imprenditori, business angels e venture capital).

La startup italiana vincitrice della Startup Boot-Camp Tel Aviv Competition verrà proclamata durante l’evento di chiusura che LUISS EnLabs ospiterà a Roma il 17 settembre: la scelta sarà effettuata da una giuria composta da importanti nomi del mondo dell’innovazione, giornalisti, imprenditori ed investitori tra cui figurano Gianluca Dettori (DPixel), Emil Abirascid (Startupbusiness.it), Luca De Biase (Il Sole 24 Ore), Stefano Parisi(Presidente Confindustria Digitale).

Per maggiori informazioni:
– il link ufficiale all’evento dal sito di LUISS EnLabs
– la pagina ufficiale internazionale dell’evento

Napoli, 02/08/2013

I 10 errori più frequenti per una startup (e i consigli per evitarli) di Laurence McCahill

NetMagazine.com ha pubblicato un interessante decalogo di Laurence McCahill, founder di Spook Studio (una delle più rinomate società inglesi di consulenza e design per startup), dedicato ai 10 errori più frequenti delle startup e ai metodi più opportuni per evitarli.

1) Non avere una vision o un obiettivo chiaro

La vision e gli obiettivi della società dovrebbero essere il punto di partenza dei fondatori di qualsiasi startup, ma spesso questo punto viene trascurato: secondo McCahill, i founders si tuffano nella realizzazione della propria idea senza fermarsi a pensare a come e perchè lo stanno facendo.
In realtà avere un obiettivo prefissato e una visione chiara della propria mission e dei propri valori aziendali è fondamentale, per fare in modo che i potenziali clienti abbiano un motivo per avvicinarsi al prodotto.

McCahill, infatti, evidenzia quanto le decisioni di acquisto siano sempre più influenzate dalle emozioni anzichè dalla logica, e afferma che i clienti che si fidano della mission aziendale sono poi più predisposti a fidarsi dell’azienda e a parlare bene dei prodotti con i propri conoscenti.

Per questo motivo, McCahill conclude la sua analisi di questo primo “mistake” con il consiglio di darsi da fare per definire il DNA della startup.

2) Mancanza di un focus

Secondo McCahill, avere un obiettivo chiaro serve a comunicare in maniera più efficace cos’è il vostro prodotto e a chi è destinato: molte startup, invece, spesso vogliono fare troppe cose, troppo in fretta. Questo atteggiamento porta ad un prodotto troppo complesso e,soprattutto, diluisce il messaggio che si cerca di far passare al cliente.

Il consiglio di McCahill è appunto quello di focalizzare il più possibile l’attenzione sui punti fondamentali cui lavorare, partendo da una lista delle cose che il team NON farà: ciò servirà a fornire delle linee guida su cosa il prodotto non è, consentendo al team di prendere decisioni efficaci senza perdere di vista l’obiettivo principale.

3) Il design, una mancata opportunità

Le startup, di solito, non riescono a vedere l’utilità di investire capitale nel design: questo è, secondo McCahill, un grave errore e un’opportunità mancata.
L’approccio delle startup è troppo focalizzato sulla tecnologia o sul prodotto, e troppo poco sul cliente e sulle sue esigenze: in realtà, invece, il miglior vantaggio competitivo proviene dalla capacità di disegnare un prodotto/servizio che accontenti le esigenze del cliente.

Questo perchè esiste una correlazione molto forte tra l’esperienza positiva del cliente e la sua lealtà verso l’azienda: per questo motivo, è importante che già nella fase di startup ci si impegni a lavorare sulla soddisfazione del cliente come il principale obiettivo dell’azienda.

4) Costruire un prodotto che nessuno vuole

In fase di startup, l’attività dell’azienda si basa sulle ipotesi dei fondatori sulle esigenze e i bisogni dei clienti: è fondamentale agire fin da subito per testare la validità di tali ipotesi, in modo da costruire un prodotto che sia percepito come effettivamente utile dalla clientela.

McCahill cita in proposito Ash Maurya, founder di Spark59 e guru mondiale nel mondo delle startup, secondo cui: “La vita è troppo breve per costruire qualcosa che nessuno vuole”.

5) Inseguire gli investitori, anzichè i clienti

McCahill spiega che spesso gli startuppers, convinti di avere una buona idea, si concentrano molto per migliorare il pitch da presentare ai potenziali investitori non preoccupandosi a sufficienza di acquisire clienti: questo è un errore molto grave, perchè il modo più sicuro per far funzionare un’azienda è quello di avere abbastanza clienti da poter essere auto-sufficienti.

Il suggerimento di McCahill è quello di concentrarsi sulla ricerca di nuovi clienti, perchè il vero imprenditore non spreca tempo e risorse per qualcosa che non può controllare (come, appunto, i VC e i business angels).

6) Parlare troppo, ascoltare poco

Quando l’azienda è in fase di startup, dovrebbe impegnarsi nell’intervistare i potenziali clienti per capire quali siano le loro effettive esigenze e quali caratteristiche deve avere il prodotto.

Il modo migliore per riuscirci, secondo McCahill, è quello di evitare il più possibile di “parlare” durante queste interviste, cercando di concentrarsi sull’ascolto per capire davvero cosa cerca il nostro potenziale cliente.

7) Lanciare il prodotto troppo tardi (o troppo presto)

Alcune startup lasciano trascorrere anni senza lanciare sul mercato il proprio prodotto, per incertezza o per paura della concorrenza.
Altre startup, invece, lanciano sul mercato una prima versione del prodotto troppo “povera e minimale”.

Si tratta di centrare un punto intermedio tra il MVP dell’approccio Lean e il “prodotto perfetto”, di trovare il giusto equilibrio e, soprattutto, il momento giusto per lanciare il proprio prodotto: secondo McCahill è un’impresa non facile, ma potrebbe essere la chiave per iniziare a pagare dividendi.

8) Non riuscire a chiedere aiuto

McCahill scrive che, spesso, gli imprenditori sono molto testardi e per questo restii a chiedere aiuto: in realtà non c’è nulla di male a chiedere aiuto, soprattutto in fase di startup, ma sono davvero pochi i founders che lo fanno.

Ciò che sarebbe opportuno, invece, è trovare un mentor di cui potersi fidare e che abbia davvero un interesse sincero per il successo della startup: il consiglio è quello di costruire una vera e propria “rete di sostegno” che sia in grado di indirizzare il team quando ce n’è bisogno.

9) Non avere un piano di crescita

Un imprenditore seriale sa bene che il 90% dell’imprenditorialità si basa sulle vendite e sul marketing: l’obiettivo di una startup dovrebbe essere quello di accrescere sempre di più il numero di clienti per poter accedere a quote di mercato sempre più ampie (scalabilità).

McCahill cerca di sfatare il mito secondo cui costruire un buon prodotto sia l’unica cosa che conta: l’acquisizione dei clienti è la seconda, fondamentale parte del viaggio di un eo-imprenditore ed è fondamentale per la crescita dell’impresa.

10) Cattive assunzioni

Quando una startup riesce ad ottenere dei finanziamenti, spesso fa un errore comune: assume le persone troppo presto, quando ancora non sa bene effettivamente di che tipologia di risorse avrà bisogno.

La scelta dei collaboratori e dei co-fondatori, invece, va fatta con attenzione: McCahill consiglia di concentrarsi il più possibile sulla definizione della mission e della cultura aziendale.
Questo perchè la scelta dei collaboratori giusti è più facile e sicura, se i candidati sono a conoscenza dei valori alla base dell’azienda.

Nuova opportunità per presentare la tua startup all’Italian Venture Forum!

Con la collaborazione di enti tra cui figurano Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte e I3P (Incubatore Imprese Innovative Politecnico di Torino), Europe Unlimited presenta l’Italian Venture Forum, che si terrà a Torino il 20 novembre 2013.

L’evento offre alle startup e PMI selezionate l’opportunità di presentare la propria azienda di fronte ad un pubblico composto da investitori istituzionali e venture capitalist, esperti del settore e docenti universitari, favorendo inoltre il confronto con le più promettenti aziende del settore tecnologico in Europa e garantendo ai partecipanti una vetrina per accrescere la propria visibilità a livello europeo.

Le migliori aziende partecipanti, inoltre, avranno la possibilità di essere presenti al più grande evento in materia di venture capital: l’European Venture Summit, che si terrà in Germania nel dicembre 2013, durante il quale potranno presentare il proprio pitch a un panel internazionale di investitori.

Sono ammesse a partecipare alle selezioni PMI in fase di startup o già avviate, che siano in cerca di investimenti per sviluppare nuove idee di business nei settori ICT, CleanTech e Life Science: le candidature sono aperte fino al 4 ottobre 2013.

La Giuria, composta da investitori internazionali, selezionerà 40 aziende sulla base di criteri quali la potenzialità sul mercato, le competenze del team, il livello di avanzamento tecnologico del prodotto/servizio, il posizionamento a livello competitivo, l’interesse per gli investitori, la qualità del progetto.

Le 40 aziende selezionate avranno diritto a partecipare al Dry-Run, l’evento di preparazione e formazione che si terrà il 19 novembre presso la sede di I3P a Torino: i coach e i mentors offriranno i propri consigli per migliorare il pitch e prepararsi al meglio alla presentazione del giorno dopo, nel corso dell’Italian Venture Forum.

Per partecipare alle selezioni di Italian Venture Forum occorre registrarsi all’evento e inserire il Company Profile completo dell’azienda compilando il form a questo link.

Per maggiori informazioni: http://www.e-unlimited.com/events/view.aspx?events_pages_id=1817

Napoli, 18/07/2013

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