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Tag: innovazione

Innovazione a Napoli: due eventi in agenda il 3 giugno

Sono due gli eventi dedicati al tema dell’innovazione previsti in agenda per lunedì 3 giugno a Napoli: l’evento conclusivo di Naples 2.0 e la conferenza stampa di presentazione di Start’n’Up.

Naples 2.0 è la competition internazionale dedicata a progetti di innovazione sociale organizzata da Fondazione UniCredit, Project Ahead e Euclid Network. Lunedì il Maschio Angioino ospita la premiazione dei due vincitori e la tavola rotonda aperta al pubblico sul tema “Che cos’è l’innovazione sociale per l’Italia? Lezioni apprese durante Napoli 2.0 per costruire una strategia nazionale”.

Per partecipare all’evento basta registrarsi a questo link http://naples20public.eventbrite.com/

Start’n’Up è un progetto nato dall’accordo tra l’Unione Industriali di Napoli e l’Università Federico II: l’obiettivo è sostenere giovani aspiranti imprenditori e nuove imprese ad alto potenziale di crescita, grazie allo sviluppo di driver dell’innovazione per la crescita della competitività delle imprese sul territorio.
La conferenza stampa, durante la quale verrà siglato il Protocollo d’intesa, sarà ospitata lunedì mattina presso la sede dell’Unione Industriali di Piazza dei Martiri.

Per ulteriori informazioni http://www.news.unina.it/dettagli_area.jsp?ID=13726

Start up per l’innovazione sociale negli USA con ItaliaCamp

L’Associazione ItaliaCamp, in collaborazione con Polihub (l’incubatore del Politecnico di Milano) e con il Patrocinio del Consiglio dei Ministri ha indetto la terza edizione del concorso La tua idea per il Paese.

Lo scopo è quello di ricercare le migliori idee di innovazione sociale per metterle in contatto con i decision makers e gli investitori privati che possano aiutare i talenti italiani a realizzarle: inoltre, si tratta di un’importante occasione di visibilità internazionale per i vincitori, che presenteranno i loro progetti nel corso della missione USACamp, che l’Associazione ItaliaCamp organizzerà nel mese di novembre 2013 tra Washington e New York.

Le caratteristiche più importanti per i progetti che vogliono partecipare a La tua idea per il Paese sono essenzialmente tre: avere un valore aggiunto i termini di innovazione sociale (migliorare la qualità di vita del cittadino e del contesto in cui vive), rispettare i criteri di sostenibilità nell’accezione più ampia del termine (sosteniblità ambientale, economica, sociale e culturale) e proporre soluzioni replicabili a livello internazionale.

Le aree di interesse sono le seguenti:

  • Impresa e Lavoro
  • Politica, Istituzioni e P.A.
  • Ambiente ed Energia
  • Infrastrutture
  • Economia e Finanza
  • Ricerca e Scienza
  • Tecnologia
  • Cultura e Sociale

E’ possibile iscriversi al concorso registrandosi al sito di ItaliaCamp e rispondendo alla Call for IdeasUSACamp Idee di Business” entro il 5 Agosto 2013.

Un Comitato Scientifico di esperti selezionerà le 20 idee vincintrici che parteciperanno alla missione internazionale negli Stati Uniti dal 9 al 16 Novembre 2013.

Per tutte le informazioni, il Regolamento è consultabile a questo link.
Napoli, 31/05/2013

 

Paqos e Rehub: due start up del CSI al Premio Best Practices per l’Innovazione

Tra i finalisti per il Premio Paolo Traci – Best Practices per l’Innovazione, due delle start up attualmente incubate al CSI – Incubatore Napoli Est: Paqos e Rehub.

Paqos presenta il progetto ITDOES, la piattaforma che permette di coinvolgere una comunità di persone a condividere specifiche esigenze e collaborare per risolverle. I servizi di ITDOES sono offerti principalmente tramite applicazioni per smartphone e tablet (ad es. iPhone eiPad), allo scopo di organizzare al meglio le proprie attività ricorrenti condividendole con ci sta intorno in modo da ricevere o fornire aiuto.

Per saperne di più su Paqos srls e su ITDOES:

Per votare ITDOES al Premio Best Practices per l’Innovazione: http://213.92.15.210/ATechSenseCom/poll/vote.jsp?poll_id=4&poll_evaluated_id=99

REHUB è una community rivolta ai ricercatori accademici e dei centri di ricerca pubblici, privati e delle imprese, nonché a dottori di ricerca e dottorandi a cui vuole offrire gli strumenti per creare innovazione attraverso la valorizzazione dell’interdisciplinarietà e il dialogo tra discipline umanistiche e discipline scientifiche. Lo scopo è quello di dare un forte impulso al processo di trasformazione che sta vivendo la ricerca internazionale negli ultimi anni, traghettando il mondo della ricerca ancora più avanti sulla strada della condivisione e della collaborazione online, secondo i principi e le pratiche dell’Open Science.

Per saperne di più su REHUB:

Per votare REHUB al Premio Best Practices: http://213.92.15.210/ATechSenseCom/poll/vote.jsp?poll_id=4&poll_evaluated_id=109

Alleanza Technapoli – INFN per facilitare la contaminazione tra ricerca e startup

Il Consorzio Technapoli (consorzio partecipato dalla Camera di Commercio di Napoli che riunisce le realtà hi-tech campane) e la sezione napoletana dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) hanno siglato un protocollo d’intesa allo scopo di favorire la valorizzazione e il trasferimento dell’alta tecnologia al tessuto imprenditoriale della Campania.

Il documento prevede infatti lo sviluppo di nuovi Big Science Project nel territorio campano per individuare start up innovative che siano in grado di finalizzare la ricerca industriale: l’obiettivo è quello di sfruttare a livello industriale i risultati della ricerca delle start up attraverso la creazione di spin-off tematici e con un programma di informazione ad hoc, con meeting tra mondo della ricerca e imprese.

Si verrà a creare, quindi, un vero e proprio circolo virtuoso di scambio tra ricercatori ed imprenditori campani, in cui le start up mettono a disposizione le proprie competenze e conoscenze in materia di tecnologie innovative, valorizzando e commercializzando i risultati della propria ricerca, e innescando un meccanismo di sviluppo del settore produttivo.
Il progetto è quindi finalizzato allo sviluppo e al sostegno di un sistema di reti virtuose, come sottolineato dall’assessore regionale alla Ricerca, Guido Trombetti: “È di grande rilievo che il mondo imprenditoriale comprenda la centralità della ricerca fondamentale. Un nuovo sistema di rete si costituisce per favorire la competitività delle imprese. Da questo punto di vista la strategia regionale per la ricerca e lo sviluppo è indirizzata a premiare le reti virtuose a sostegno, non solo della ricerca applicata ma anche della ricerca curiosity driver“.

Si tratta di un progetto molto ambizioso e coraggioso: lo stesso Luigi Iavarone di TechNapoli sottolinea come iniziative di questo tipo, che puntano concretamente sulla ricerca per fornire tecnologia ai processi industriali, siano poco diffuse. In ogni caso, Iavarone sostiene che: “Seppure i tempi di recupero sono destinati a rimanere lunghi si tratta di processi dal potenziale elevatissimo, in grado di cambiare le proporzioni del mercato delle nostre aziende”.

Al momento è in corso di creazione un gruppo di lavoro che sarà composto da ricercatori dell’INFN e imprenditori di Technapoli: innanzitutto procederà ad un’analisi dei fabbisogni delle aziende campane e, in seguito, si occuperà di lavorare al prospetto dei risvolti applicativi delle linee di ricerca seguite nei laboratori campani. Vedremo quali saranno le nuove opportunità che l’accordo offrirà alle start up innovative campane impegnate nella ricerca e sviluppo di tecnologie per l’industria.

Fonte: Il Denaro

Napoli, 30/05/2013

IBM Global Entrepreuner Program: persone, prodotti e visibilità per le startup

IBM Global Entrepreuner Program è un’interessante iniziativa rivolta alle start up che vogliono utilizzare la tecnologia e l’innovazione per affrontare le sfide e costruire il cambiamento: per partecipare, bisogna essere un’azienda privata costituita da non più di cinque anni, ed avere in corso un progetto di sviluppo software di un prodotto o servizio.

I partecipanti al Global Entrepreuner Program di IBM usufruiranno di tutta una serie di risorse e di benefici: mentoring con grandi esperti del settore, possibilità di usufruire dei contatti del networking di IBM, supporto tecnico per lo sviluppo del prodotto, accesso gratuito ai software e al cloud IBM, possibilità di servirsi della visibilità e della comunicazione propri di un colosso mondiale dell’informatica.

Per accedere all’IBM Global Entrepreuner Program è necessario registrarsi al sito ed entrare a far parte dell’IBM Partner World: dal momento della registrazione, a ciascuna start up sarà assegnato un consulente di riferimento che fornirà il proprio supporto immediato in tutte le fasi ed aspetti del programma.

Far parte dell’IBM Partner World offre quindi una serie di benefici, ma tra i requisiti fondamentali c’è l’essere un’azienda in linea con quanto previsto dall’IBM Smarter Planet: si tratta di un’iniziativa di IBM basata sull’idea che la tecnologia e l’innovazione prodotte dalle aziende private debbano essere finalizzate a costruire un pianeta più intelligente. Secondo IBM, è necessario utilizzare la tecnologia e l’interconnessione per produrre l’intelligenza: questo consente di risolvere i problemi costruendo il cambiamento.

Una volta verificato di essere in possesso dei requisiti, la start up deve compilare il modulo per entrare nell’IBM Partner World: dopo la registrazione riceverà alcune e-mail, tra cui quella con le istruzioni per partecipare all’IBM Global Entrepreuner Program. La partecipazione all’iniziativa può avere una durata massima di tre anni, ed in ogni caso è subordinata al mantenimento dei requisiti di partecipazione da parte della start up.
Al termine del Global Entrepreuner Program l’azienda potrà comunque continuare a far parte dell’IBM Partner World continuando a beneficiare del supporto tecnico del proprio consulente dedicato, e potrà continuare ad utilizzare gratuitamente i software ed il cloud IBM.

Alle start up iscritte all’IBM Global Entrepreuner Program è infine offerta un’ulteriore ed interessante possibilità: compilando l’apposito modulo on line ed inviando il proprio pitch, parteciperanno alle selezioni per gli eventi IBM.
In particolare, è possibile accedere allo Smart Camp: si tratta di un esclusivo incontro con imprenditori, investitori, mentors, esperti di fama mondiale aperto esclusivamente alle migliori start up che partecipano al Global Entrepreuner Program. Il prossimo Smart Camp è previsto il 3 luglio 2013 presso IBM Client Center Milano: un’occasione unica per le start up che potranno incontrare grandi imprenditori, chiedere consigli ai migliori mentors e avere un accesso esclusivo ad investitori in seed e venture capital.

Per tutte le informazioni, è possibile contattare la responsabile del progetto Ornella Beggiato al seguente indirizzo: ornella_beggiato@it.ibm.com

Il sito internet dell’iniziativa è disponibile a questo link.

Napoli, 27 maggio 2013

I requisiti per gli Incubatori Certificati di Start up innovative

Il Decreto Sviluppo bis (D. L. 179/2012, convertito in legge 221/2012) ha introdotto, per la prima volta in Italia, il concetto di incubatore certificato di start-up innovative, delegando ad apposita disciplina attuativa la regolamentazione nel dettaglio. Tale regolamentazione è, quindi, stata emanata con Decreto Ministeriale (Ministero Sviluppo Economico) del 21/02/2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale 18/04/2013 n. 91, dove sono riportati i criteri e le scale di punteggi per gli incubatori certificati di start up innovative.

Nello specifico, il DL 179/2012 (convertito con legge n. 221/2012) elenca i requisiti necessari ad ottenere lo status di incubatore certificato di start-up innovative a seguito dell’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese. Infatti, è proprio grazie all’iscrizione alla CCIAA che si ottiene lo status di incubatore certificato, cui conseguono una serie di agevolazioni:

–     esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo e del diritto camerale per i primi 4 anni dall’iscrizione;

–     possibilità di remunerazione del personale con strumenti finanziari ovvero con ogni altro diritto o incentivo che preveda l’attribuzione di strumenti finanziari o diritti similari (si ricorda che il reddito da lavoro derivante dall’assegnazione di tali strumenti non concorre alla formazione del redito imponibile);

–     semplificazioni nella normativa prevista per il Credito d’Imposta, che viene concesso in via prioritaria rispetto alle altre imprese per il personale altamente qualificato assunto a tempo indeterminato, anche attraverso contratti di apprendistato;

–     accesso facilitato e gratuito al Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese;

–     una start-up innovativa può annoverare tra le spese di Ricerca e Sviluppo quelle relative ai servizi di incubazione forniti da un incubatore certificato;

–     la bozza di Regolamento sul crowdfunding della CONSOB prevede che una quota pari ad almeno il 5% degli strumenti finanziari offerti da un portale on-line di crowdfunding debba essere “sottoscritta da investitori professionali ovvero fondazioni bancarie, società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo di cui all’art. 2 della legge 5 ottobre 1991 n. 317, incubatori di start-up innovative“.

Nel dettaglio, per accedere alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese è richiesta innanzitutto la costituzione dell’incubatore in forma di società di capitali (anche in forma cooperativa), residente in Italia, con oggetto sociale inerente all’erogazione di “servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative”. Inoltre, l’incubatore deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

a)    disporre di strutture, anche immobiliari, adeguate ad accogliere start-up innovative, quali spazi riservati per poter installare attrezzature di prova, test, verifica o ricerca;

b)    disporre di attrezzature adeguate all’attività delle start-up innovative, quali sistemi di accesso alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o prototipi;

c)    essere amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia di impresa e innovazione e avere a disposizione una struttura tecnica e di consulenza manageriale permanente;

d)    avere regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a start-up innovative;

e)    avere un’adeguata e comprovata esperienza nell’attività di sostegno a start-up innovative.

I primi due requisiti sono quindi di natura strutturale, mentre quelli previsti alle lettere c) ed e) si focalizzano sulle competenze dei gestori. Con il requisito di cui alla lettera d), inoltre, si chiede la dimostrazione di un network di contatti con gli stakeholders, quale condizione fondamentale per la costruzione di un ecosistema adatto alla nascita e alla crescita delle start up innovative.

Il suddetto Decreto Ministeriale ha poi specificato, in materia di requisiti, che un incubatore certificato di start up innovative può offrire servizi a sostegno delle start up “anche in modo non esclusivo“. Lo stesso Decreto approfondisce, inoltre, il requisito dell’esperienza di chi gestisce l’incubatore specificando che essa va identificata “nei soci, negli amministratori della società e nelle unità di lavoro, collaboratori o professionisti che operano con continuità, equivalenti a tempo pieno (FTE)” in attività “dedicate in modo specifico al supporto e alla consulenza alle start-up innovative“.

Inoltre, in apposite tabelle allegate al Decreto Ministeriale, sono specificati i requisiti e i corrispondenti punteggi minimi che l’incubatore deve dimostrare per potersi iscrivere nella sezione speciale della CCIAA e acquisire lo status di “incubatore certificato”. Nello specifico:

–     La tabella A contiene i requisiti elencati alle lettere a, b, c, d, del comma 5 dell’art. 25 (DL 179/2012). In relazione a tali requisiti, il punteggio minimo richiesto è di 30 punti.

–     La tabella B si riferisce agli indicatori del requisito di cui alla lettera e) del comma 5 dell’art. 25 (DL 179/2012). In relazione a tali requisiti, il punteggio minimo richiesto è di 40 punti.

Da una lettura delle tabelle, appare molto importante per il legislatore il peso di requisiti di natura strutturale: agli incubatori vengono, infatti, attribuiti ben 10 punti ogni 400 metri quadrati di superficie destinati alle start up innovative. Inoltre, sono premiati gli incubatori che mettono a disposizione delle imprese incubate reti internet a banda larga e spazi adeguati alle sperimentazioni.

Infine, è da notare la particolare attenzione riservata al numero di posti di lavoro creati dalle start-up innovative, ospitate nell’incubatore, e al valore complessivo della produzione di queste ultime, che vengono valutati nella loro evoluzione temporale: nella tabella B, infatti, sono previsti due indici di variazione percentuale di tali grandezze rispetto all’anno precedente.

Il DM 21/02/2013 del MISE prosegue all’art. 3 con la disciplina relativa al monitoraggio: l’attività è affidata alle Camere di Commercio, che trasmetteranno al Ministero apposita reportistica in formato elettronico con cadenza massima semestrale. L’attività di monitoraggio consente al MISE di valutare l’adeguatezza degli incubatori certificati di start up innovative.

L’ultimo aspetto analizzato dal Decreto Ministeriale è quello dei controlli: gli incubatori certificati hanno l’obbligo di conservare per almeno 5 anni dal momento dell’iscrizione della Sezione Speciale del Registro delle Imprese gli atti e i documenti attestanti la veridicità delle informazioni fornite alla CCIAA.

L’iscrizione alla sezione speciale della CCIAA avviene mediate presentazione, in formato elettronico di un’apposita Autocertificazione attestante il possesso dei suddetti requisiti.

Napoli, 24/05/2013

Un premio da 5.000 euro per l’innovazione sociale: il Kublai Award

Kublai è un’iniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del MISE per avviare e incentivare progetti di sviluppo locale. Kublai organizza il Kublai Award: si tratta del premio destinato al miglior progetto di innovazione sociale registrato alla community ning che raccoglie tutti i partecipanti a Kublai. Per il 2013, il bando prevede due premi: uno previsto per il mese di luglio, l’altro per novembre.

Il Kublai Award mette in palio un voucher del valore di 5.000 euro, da spendere per la formazione per servizi utili alla crescita del progetto. Il premio è messo in palio dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del MISE e possono partecipare tutti i progetti iscritti alla community ning di Kublai precedentemente al 30 maggio 2013.

Per partecipare all’edizione di luglio, infatti, basta iscrivere il proprio progetto di innovazione sociale compilando il form di iscrizione e allegando il documento di progetto redatto secondo lo schema progettuale presente all’interno del sito. Le candidature dovranno essere inviate entro le ore 15:00 del 30 maggio 2013.

Il documento progettuale dovrà concentrarsi su tre aspetti fondamentali:

1) Il cuore dell’idea: Idea progettuale e piano delle attività;

2) Le persone e le alleanze per lo sviluppo del progetto: il team promotore, la realtà locale, le alleanze e le collaborazioni, l’assetto organizzativo;

3) Prospetto economico-finanziario e timeline di realizzazione del progetto.

Per decretare il vincitore, i progetti affronteranno prima di tutto una preselezione di cui si occuperà lo staff di Kublai che comunicherà entro il 5 luglio i progetti finalisti (massimo 10). La preselezione verrà effettuata sulla base dei seguenti criteri:

  • Qualità del documento di progetto
  • Partecipazione della community alla discussione sul progetto
  • Condivisione dei valori di Kublai: progettazione partecipata, socializzazione e scambio delle idee ed esperienze, trasparenza, apertura.
  • Credibilità della proposta in relazione al profilo ed alle competenze dei proponenti

L’aspetto della community e dei valori di partecipazione, socializzazione e scambio è infatti fondamentale nella visione del progetto Kublai: a tal fine, oltre alla piattaforma ning, sono a disposizione degli iscritti degli appositi help desk che consentono ai partecipanti di interagire con i responsabili e lo staff di Kublai.

I progetti finalisti verranno valutati da una giuria di esperti e addetti ai lavori nel corso di un evento che avrà luogo a metà luglio. Il vincitore sarà decretato tenendo in considerazione i seguenti parametri:

  • Fulcro dell’iniziativa (idea progettuale e piano delle attività)
  • Innovatività e originalità
  • Realizzabilità (immediata) e sostenibilità economica
  • Qualità e completezza della presentazione/pitch
  • Persone (organizzazione e alleanze)
  • Rilevanza rispetto al contesto

Per tutte le informazioni: http://www.progettokublai.net/2013/05/21/kublai-award-iscrizioni-aperte-per-il-premio-di-luglio/

Per scaricare il Regolamento del Kublai Award: http://www.dps.tesoro.it/documentazione/bandi/DD_KUBLAI_AWARD_2013_ALL_1.pdf

Napoli, 23 maggio 2013

I 4 tipi di mercato e la Customer Discovery per start up: i consigli di Steve Blank

In un recente post pubblicato nel blog The Accelerators del Wall Street Journal, Steve Blank parla delle 4 tipologie di mercato e dà consigli agli aspitanti startupper per approcciarsi a ciascuna di esse: il punto di partenza è che ogni mercato ha le proprie caratteristiche e la startup dovrà affacciarsi ad esso con gli strumenti giusti, per ottenere le informazioni di cui ha bisogno senza spendere grosse cifre per strategie di marketing e di pricing.

Le quattro tipologie di mercato analizzate da Blank sono: mercati Existent, mercati Resegmented, mercati New e mercati Clone. Ognuna di esse ha le proprie peculiarità in termini di modelli e cicli di vendita e le startup, per poter competere, dovranno concentrarsi su diversi aspetti. I primi due sono i mercati in cui è effettivamente possibile procedere alla misurazione della domanda, mentre gli ultimi due sono mercati in cui non è possibile ottenere dati sulle grandezze del mercato, ma è comunque possibile ricavare informazioni utili.

MERCATI EXISTENT E MERCATI RESEGMENTED

I mercati Existent sono, come suggerisce il nome, i mercati già esistenti. In questo tipo di mercato è possibile misurare tutte le grandezze utili per capire quali sono le opportunità effettive per la startup: il numero di clienti, i concorrenti, il tasso di crescita, ecc. Si tratta di una situazione in cui è possibile reperire facilmente le informazioni su clienti e concorrenti, e il modo per vincere su questo tipo di mercato è quello di arrivare meglio e più velocemente a soddisfare i bisogni-chiave dei clienti.
In un mercato esistente è quindi indispensabile applicare gli strumenti di Customer Development e incontrare i clienti degli operatori già presenti sul mercato. Le informazioni di cui la startup ha bisogno in questo caso per valutare la domanda riguarderanno:

  • Aspetti alla base della concorrenza (velocità, prestazioni, prezzi, ecc.);
  • Come gli operatori attualmente presenti sul mercato soddisfano i bisogni della clientela;
  • Cosa potrebbe fare la startup per convincere i clienti ad acquistare il suo prodotto.

I mercati Resegmented sono monopoli o duopoli, in cui esistono già operatori che detengono la quota dominante di mercato. Blank avverte: una startup che opta per un “attacco frontale” su un mercato di questo tipo va incontro quasi certamente ad un fallimento. L’unico modo per entrare in un mercato del genere è quello di risegmentarlo: la startup deve trovare qualche caratteristica non ancora offerta dagli operatori dominanti ed incorporarla al proprio prodotto, per presentarsi ad una nicchia di clienti.
Un esempio proposto da Blank è il caso di un segmento di clienti che potrebbero essere soddisfatti anche da una versione “abbastanza buona” del prodotto offerto dagli operatori dominanti: la startup potrebbe in questo caso presentarsi come un produttore di una versione low cost del prodotto.
Per risegmentare il mercato è quindi fondamentale comprendere i bisogni del cliente: Blank sottolinea che la comprensione dei bisogni è assolutamente diversa dall’opinione che la startup può avere di questi ultimi, per cui sarà indispensabile anche stavolta incontrare i clienti e chiedere le informazioni di cui la startup ha bisogno.
Nei mercati Resegmented le informazioni utili sono quelle che consentono di capire:

  • Quale bisogno non è soddisfatto gli operatori storici;
  • Quali sono le caratteristiche del prodotto offerto dagli operatori storici;
  • Quanto e in che modo i clienti sono attualmente soddisfatti dagli operatori storici;
  • In che modo la startup può ottenere il passaggio del cliente dal prodotto già presente sul mercato al proprio prodotto.

I mercati Existent e i mercati Resegmented sono quelli in cui è effettivamente possibile misurare la domanda. Secondo Blank, gli strumenti più adatti per questa misurazione sono quelli di Customer Discovery: bisogna incontrare i clienti faccia a faccia per verificare se c’è un problema o un’esigenza che i prodotti attualmente offerti dal mercato non riescono a soddisfare. Qualora si riscontri effettivamente un problema da risolvere, è possibile per la startup andare al passaggio successivo e proporre la propria soluzione ai potenziali clienti per verificare il loro livello di interesse/entusiasmo. Blank suggerisce alcuni strumenti utili:

  • Creazione di un sito web o di un blog semplice e poco costoso per descrivere il prodotto o il problema che risolve. Il consiglio di Blank è di aggiungere un pulsante di grandi dimensioni per condividere la pagina con gli amici. Bisogna fare attenzione al livello di traffico che si genera, ma anche al numero e la percentuale di persone che riferiscono le informazioni ad altri, al numero di coloro che vengono al sito, e soprattutto a quanti decidono di “impegnarsi” lasciando il proprio indirizzo e-mail, chiedendo ulteriori informazioni, ecc.
  • Intervistare 50 persone al giorno (non è importante dove, Blank ad esempio suggerisce un parco, uno Starbucks, l’esterno di un negozio). Si suggerisce di mostrare loro una semplice foto del prodotto o del pacchetto e di fargli 3-5 domande.  Vanno considerate attentamente le risposte che corrispondono almeno al livello B+ (85% di entusiasmo).
  • Creazione di una serie di campagne pubblicitarie (Blank suggerisce Google Adwords) per cercare di spingere la gente ad uno specifico sito web. La startup dovrà cercare di capire quali sono le frasi e le parole chiave che guidano più traffico. Per approfondire l’analisi, Blank suggerisce di guardare la percentuale di persone che esprimono interesse, si iscrivono, visualizzano più pagine o indicano in qualsiasi altro modo una propensione all’acquisto.
  • Creazione di un “Dry test”. Si tratta di offrire in vendita il prodotto della startup, acquistando alcuni banners per guidare la gente alla pagina “buy”. Blank specifica che il Dry Test non prevede l’effettiva monetizzazione dell’acquisto: ciò che è importante è capire la percentuale di visitatori che cliccano effettivamentesul pulsante “buy”, dove – invece di prendere i dati delle carte di credito per concludere l’acquisto – si dice: “Grazie. Si prega di lasciare il tuo indirizzo e-mail qui e ti contatteremo non appena il prodotto è pronto”.

MERCATI NEW E MERCATI CLONE

Il mercato New è un mercato nuovo, in cui non ci sono ancora prodotti, concorrenti e clienti: si tratta di una situazione in cui non ci sono grandezze misurabili, ma è comunque necessario reperire informazioni.
Secondo Blank, una startup che decide di affacciarsi ad un nuovo mercato deve anche in questo caso parlare con i potenziali clienti: è fondamentale “uscire dall’edificio” per non correre il rischio di trascorrere anni a sviluppare un prodotto che non incontri le esigenze ed i bisogni delle persone.
In un mercato New, le informazioni utili per la startup sono differenti da quelle dei mercati già esistenti o da risegmentare. Secondo Blank l’obiettivo è quello di comprendere quali sono i bisogni e le abitudini attuali del cliente, come questi cambieranno con l’arrivo del nuovo prodotto sul mercato e quali altri cambiamenti (culturali, tecnologici, ambientali, economici, ecc.) potranno influire sul business della startup.

Il mercato Clone è quello in cui una startup decide di importare un modello di business di successo da un altro Paese (solitamente dagli USA) per riproporlo nel proprio Paese. Non è possibile avere dati certi perchè spesso il paese da cui proviene il clone ha delle proprie caratteristiche peculiari in termini di mercato, cultura, lingua, regolamentazioni e normative: ciò che la startup deve riuscire a capire è se questo modello di business funzionerà anche nel proprio Paese.
Anche in questo caso, Blank spiega come la Customer Discovery sia utile alla startup per ottenere informazioni sulla domanda di mercato. Il processo è simile a quello analizzato per i mercati Resegmented: bisogna capire se secondo i clienti c’è un problema da risolvere (o un bisogno da soddisfare) e, successivamente, proporre il proprio prodotto e verificare il livello di interesse/entusiasmo dei clienti.

In conclusione, dall’articolo di Blank si comprende ancora una volta l’importanza del Customer Development per una startup: è fondamentale uscire dall’edificio e incontrare faccia a faccia i clienti per capire di cosa hanno bisogno, senza basarsi su ipotesi e supposizioni.

Fonte: Wall Street Journal

Napoli, 22/05/2013

“Dal Vesuvio alla Silicon Valley e ritorno”: in palio la Startup School di Mind The Bridge

Unite The Two Bays è un’iniziativa lanciata dall’associazione Skillpoint e da Campania Felix LLC nata per creare un canale stabile di scambi culturali ed economici tra Napoli e San Francisco: la creatività della città partenopea si riunisce con la capitale mondiale delle start up innovative e tecnologiche, per avere l’occasione di incontrare da vicino i Venture Capitalist americani.

Nell’ambito di questa iniziativa e con la collaborazione di Mind The Bridge e Campania Innovazione nasce il contest “Dal Vesuvio alla Silicon Valley e ritorno“: in palio, la partecipazione alla “Mind The Bridge Startup School” di San Francisco, uno dei più importanti programmi di formazione al mondo dedicato agli aspiranti startupper della durata di 3 settimane, durante le quali imparare e vedere da vicino come funziona il Modello Silicon Valley.

Le migliori start up selezionate per il contest avranno la possibilità di partecipare alla Startup GYM Session che Mind The Bridge porterà a Napoli il 25 giugno 2013 nell’ambito del progetto MtB Job Creator Tour: saranno ammesse fino a 5 start up, scelte tra le migliori che avranno inviato la propria candidatura compilando il modulo on-line predisposto da Mind The Bridge. Le iscrizioni si chiudono il 14 giugno 2013.

La Startup GYM Session sarà l’occasione per le startup selezionate di presentare il proprio progetto alla giuria di esperti ed investitori, rispondendo alle loro domande e ascoltando i loro suggerimenti, ma soprattutto avranno diritto a concorrere all’assegnazione delle Borse di studio per la sessione autunnale prevista nel 2013 dalla Mind The Bridge Startup School. Alle start up selezionate per partecipare alla Startup GYM Session verrà data comunicazione via e-mail entro il 21 giugno 2013.

La selezione delle startup verrà effettuata da Mind the Bridge, valutando aspetti fondamentali quali il grado di innovatività dell’idea, la dimensione e il potenziale di crescita del mercato di destinazione, la qualità del team (tenendo conto di aspetti quali la composizione, l’eterogeneità, le competenze, le esperienze, il background, l’education), la fattibilità e le potenzialità di realizzazione del progetto.
Il Regolamento specifica, inoltre, che “dove possibile, verrà data priorità a progetti locali, ossia a startup con sede in Campania e a progetti proposti da persone residenti in Campania“.

Il progetto di Vertis: un nuovo incubatore e 60 milioni di euro per le start up

Il 17 e 18 maggio si è tenuto a Napoli il ConvegnoIl ruolo del Venture Capital nello sviluppo economico del Mezzogiorno” organizzato dalla società partenopea di Venture Capital Vertis SGR.
Dagli interventi dei relatori, tra cui il vice presidente di Confindustria Enzo Boccia, Rocco Corigliano della Fondazione Cariplo e il presidente del FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) Dario Scannapieco, emerge una grande attenzione per il mondo delle start up innovative e più in generale per le PMI, considerate fondamentali per dare all’Italia un ruolo importante nel sistema competitivo globale.
Secondo le personalità intervenute, infatti, è necessario rinnovare il più possibile il sistema strutturale del nostro Paese, grazie a misure di sostegno all’imprenditoria innovativa, tra cui la normativa relativa appunto al venture capital.
In particolare, la Fondazione Cariplo è una sostenitrice delle start up innovative, come dimostra l’investimento di oltre 250 milioni di euro effettuato nel settore: Cappellini spiega, infatti, che Cariplo ha “impiegato tutti i fondi disponibili per sostenere startup e centri di eccellenza. In giro per l’Italia ci sono molte realtà di questo tipo, ma pochissimi attori pronti a sostenere“.

In questo quadro si inserisce il nuovo progetto di Vertis SGR, annunciato proprio durante il Convegno del 17 e 18 maggio, che prevede la costruzione di un nuovo incubatore di start up innovative a Napoli e il lancio di un nuovo fondo di investimento.

Il nuovo incubatore di Napoli nasce dalla collaborazione tra:

  • Vertis, che si occuperà dello scouting di idee innovative e degli investimenti;
  • La scuola di management IPE, per la formazione degli startupper;
  • Il Denaro, che si occuperà della comunicazione.

Lo scopo, come dichiarato da Antonio Ricciardi, direttore scientifico dell’Ipe, è quello di “fare in modo di evitare che i nostri migliori innovatori siano costretti a emigrare, come purtroppo ancora oggi accade“.

Durante il Convegno del 17 e 18 maggio, inoltre, Amedeo Giurazza (numero uno di Vertis SGR) ha dichiarato l’intenzione di istituire un nuovo fondo di finanziamento per le start up: “pensiamo di approvarlo in consiglio di amministrazione nelle prossime settimane, anche prendendo spunto dalla definizione di start up innovativa introdotta dal Decreto Sviluppo di fine 2012, nel quale sono previsti anche incentivi fiscali per gli investitori in fondi di Venture Capital”.

Il nuovo fondo si chiamerà quasi sicuramente Vertis Venture 2 ed avrà una dotazione pari a 60 milioni di euro: il precedente, invece, ha effettuato investimenti per 40,5 milioni.
A differenza del primo fondo di Vertis, che era focalizzato su aziende del Mezzogiorno, il nuovo fondo potrà investire su tutto il territorio nazionale anche attraverso investimenti seed, quindi con importi più modesti, di un valore compreso tra i 50mila e i 300mila euro.

Fonte: Il Denaro

Napoli, 20/05/2013

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