Loading...

Tag: imprese

LUISS EnLabs: nuova call aperta fino al 15 settembre per l’acceleratore romano

E’ aperta fino al 15 settembre 2013 la call per il programma di accelerazione dell’incubatore LUISS EnLabs di Roma Termini che partirà nel mese di novembre.

LUISS EnLabs selezionerà le 6 migliori startup tra quelle che presenteranno la propria candidatura inviando una mail all’indirizzo applications@luissenlabs.com (specificando nell’oggetto il nome della startup).

La call per il programma romano di accelerazione è destinata a startup operanti nel settore ICT, che abbiano un’idea dirompente, originale ed innovativa e siano presentate da un team motivato, con grandi capacità di apprendimento ed adattamento e molta voglia di lavorare.

I criteri di valutazione per la selezione delle startup sono essenzialmente cinque: il team, il mercato (con preferenza per quelli in rapida crescita), il prodotto (non basta l’idea, è preferibile avere almeno una versione alpha o meglio ancora beta del prodotto), la roadmap (avere una vera e propria tabella di marcia in cui sono esplicitati obiettivi e azioni per i 5 mesi di accelerazione) e vantaggio competitivo.

Il programma in partenza a novembre avrà una durata di 5 mesi, durante i quali gli startuppers imparano a gestire l’azienda partendo dall’osservazione del mercato di riferimento.
Le startup di LUISS EnLabs apprendono e applicano i principi dell’approccio “Lean Startup” grazie al supporto di mentors e consulenti. LUISS EnLabs garantisce inoltre un contatto diretto con i potenziali clienti e mette a disposizione un network di startuppers che hanno alle spalle esperienze di successo. Grazie al confronto con loro, i team che prendono parte al programma possono imparare le best practices del settore.

L’offerta di LUISS EnLabs comprende 30.000 euro cash, la possibilità per i team di usufruire di postazioni di lavoro e del programma di accelerazione dei mentors, l’incontro con una platea di investitori e la partecipazione agli eventi organizzati periodicamente dall’acceleratore.

Agli startuppers che entrano a far parte di LUISS EnLabs è richiesto di lavorare nei locali dell’incubatore (e quindi di trasferirsi a Roma) per i 5 mesi di durata del programma di accelerazione.

Per tutte le informazioni sul programma di accelerazione e sulla call (ricordiamo la deadline: 15 settembre 2013), il sito internet di LUISS EnLabs è disponibile a questo link.

Scopri anche la nuova call del CSI :: VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

Napoli, 29 luglio 2013

I 10 errori più frequenti per una startup (e i consigli per evitarli) di Laurence McCahill

NetMagazine.com ha pubblicato un interessante decalogo di Laurence McCahill, founder di Spook Studio (una delle più rinomate società inglesi di consulenza e design per startup), dedicato ai 10 errori più frequenti delle startup e ai metodi più opportuni per evitarli.

1) Non avere una vision o un obiettivo chiaro

La vision e gli obiettivi della società dovrebbero essere il punto di partenza dei fondatori di qualsiasi startup, ma spesso questo punto viene trascurato: secondo McCahill, i founders si tuffano nella realizzazione della propria idea senza fermarsi a pensare a come e perchè lo stanno facendo.
In realtà avere un obiettivo prefissato e una visione chiara della propria mission e dei propri valori aziendali è fondamentale, per fare in modo che i potenziali clienti abbiano un motivo per avvicinarsi al prodotto.

McCahill, infatti, evidenzia quanto le decisioni di acquisto siano sempre più influenzate dalle emozioni anzichè dalla logica, e afferma che i clienti che si fidano della mission aziendale sono poi più predisposti a fidarsi dell’azienda e a parlare bene dei prodotti con i propri conoscenti.

Per questo motivo, McCahill conclude la sua analisi di questo primo “mistake” con il consiglio di darsi da fare per definire il DNA della startup.

2) Mancanza di un focus

Secondo McCahill, avere un obiettivo chiaro serve a comunicare in maniera più efficace cos’è il vostro prodotto e a chi è destinato: molte startup, invece, spesso vogliono fare troppe cose, troppo in fretta. Questo atteggiamento porta ad un prodotto troppo complesso e,soprattutto, diluisce il messaggio che si cerca di far passare al cliente.

Il consiglio di McCahill è appunto quello di focalizzare il più possibile l’attenzione sui punti fondamentali cui lavorare, partendo da una lista delle cose che il team NON farà: ciò servirà a fornire delle linee guida su cosa il prodotto non è, consentendo al team di prendere decisioni efficaci senza perdere di vista l’obiettivo principale.

3) Il design, una mancata opportunità

Le startup, di solito, non riescono a vedere l’utilità di investire capitale nel design: questo è, secondo McCahill, un grave errore e un’opportunità mancata.
L’approccio delle startup è troppo focalizzato sulla tecnologia o sul prodotto, e troppo poco sul cliente e sulle sue esigenze: in realtà, invece, il miglior vantaggio competitivo proviene dalla capacità di disegnare un prodotto/servizio che accontenti le esigenze del cliente.

Questo perchè esiste una correlazione molto forte tra l’esperienza positiva del cliente e la sua lealtà verso l’azienda: per questo motivo, è importante che già nella fase di startup ci si impegni a lavorare sulla soddisfazione del cliente come il principale obiettivo dell’azienda.

4) Costruire un prodotto che nessuno vuole

In fase di startup, l’attività dell’azienda si basa sulle ipotesi dei fondatori sulle esigenze e i bisogni dei clienti: è fondamentale agire fin da subito per testare la validità di tali ipotesi, in modo da costruire un prodotto che sia percepito come effettivamente utile dalla clientela.

McCahill cita in proposito Ash Maurya, founder di Spark59 e guru mondiale nel mondo delle startup, secondo cui: “La vita è troppo breve per costruire qualcosa che nessuno vuole”.

5) Inseguire gli investitori, anzichè i clienti

McCahill spiega che spesso gli startuppers, convinti di avere una buona idea, si concentrano molto per migliorare il pitch da presentare ai potenziali investitori non preoccupandosi a sufficienza di acquisire clienti: questo è un errore molto grave, perchè il modo più sicuro per far funzionare un’azienda è quello di avere abbastanza clienti da poter essere auto-sufficienti.

Il suggerimento di McCahill è quello di concentrarsi sulla ricerca di nuovi clienti, perchè il vero imprenditore non spreca tempo e risorse per qualcosa che non può controllare (come, appunto, i VC e i business angels).

6) Parlare troppo, ascoltare poco

Quando l’azienda è in fase di startup, dovrebbe impegnarsi nell’intervistare i potenziali clienti per capire quali siano le loro effettive esigenze e quali caratteristiche deve avere il prodotto.

Il modo migliore per riuscirci, secondo McCahill, è quello di evitare il più possibile di “parlare” durante queste interviste, cercando di concentrarsi sull’ascolto per capire davvero cosa cerca il nostro potenziale cliente.

7) Lanciare il prodotto troppo tardi (o troppo presto)

Alcune startup lasciano trascorrere anni senza lanciare sul mercato il proprio prodotto, per incertezza o per paura della concorrenza.
Altre startup, invece, lanciano sul mercato una prima versione del prodotto troppo “povera e minimale”.

Si tratta di centrare un punto intermedio tra il MVP dell’approccio Lean e il “prodotto perfetto”, di trovare il giusto equilibrio e, soprattutto, il momento giusto per lanciare il proprio prodotto: secondo McCahill è un’impresa non facile, ma potrebbe essere la chiave per iniziare a pagare dividendi.

8) Non riuscire a chiedere aiuto

McCahill scrive che, spesso, gli imprenditori sono molto testardi e per questo restii a chiedere aiuto: in realtà non c’è nulla di male a chiedere aiuto, soprattutto in fase di startup, ma sono davvero pochi i founders che lo fanno.

Ciò che sarebbe opportuno, invece, è trovare un mentor di cui potersi fidare e che abbia davvero un interesse sincero per il successo della startup: il consiglio è quello di costruire una vera e propria “rete di sostegno” che sia in grado di indirizzare il team quando ce n’è bisogno.

9) Non avere un piano di crescita

Un imprenditore seriale sa bene che il 90% dell’imprenditorialità si basa sulle vendite e sul marketing: l’obiettivo di una startup dovrebbe essere quello di accrescere sempre di più il numero di clienti per poter accedere a quote di mercato sempre più ampie (scalabilità).

McCahill cerca di sfatare il mito secondo cui costruire un buon prodotto sia l’unica cosa che conta: l’acquisizione dei clienti è la seconda, fondamentale parte del viaggio di un eo-imprenditore ed è fondamentale per la crescita dell’impresa.

10) Cattive assunzioni

Quando una startup riesce ad ottenere dei finanziamenti, spesso fa un errore comune: assume le persone troppo presto, quando ancora non sa bene effettivamente di che tipologia di risorse avrà bisogno.

La scelta dei collaboratori e dei co-fondatori, invece, va fatta con attenzione: McCahill consiglia di concentrarsi il più possibile sulla definizione della mission e della cultura aziendale.
Questo perchè la scelta dei collaboratori giusti è più facile e sicura, se i candidati sono a conoscenza dei valori alla base dell’azienda.

1° Agosto: Webinar e incontro informativo a Salerno sul Bando MISE “Smart & Start”

Giovedì 1° agosto, il Premio Best Practices per l’Innovazione organizza a partire dalle 15:30 un webinar, con possibilità di partecipazione anche dal vivo nella sede di Confindustria Salerno, per informare sulle opportunità offerte con il bando Smart & Start del MISE, che mette a disposizione un fondo di 190 milioni di euro destinato alla creazione di start up innovative nelle Regioni del Mezzogiorno.

Il Bando prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per spese di investimento e di gestione dedicati alle start up innovative: sarà possibile presentare le domande a partire dal 4 settembre, con procedura telematica a sportello che prevede una valutazione in ordine di protocollo fino ad esaurimento fondi (qui il nostro approfondimento più recente sull’argomento).

Il webinar sarà tenuto da Massimo Di Filippo, coordinatore della sezione uPsTart del Premio Best Practices per l’Innovazione, e ha due obiettivi

1) informare sulle opportunità del bando
2) facilitare la creazione di reti e di progetti condivisi tra gli attori del Premio.

Ai partecipanti a mezzo web, che non dovranno superare il numero di 100, sarà data possibilità interagire a mezzo chat. C’è inoltre la possibilità di assistere ai lavori presso la sede di Confindustria Salerno, in via Madonna di Fatima, 194.

In entrambi i casi per poter partecipare è necessario iscriversi inviando una mail a premiobp@confindustria.sa.it .

Napoli, 26/07/2013

Riparte VulcanicaMente: dal talento all’impresa! Aperta la call per la seconda edizione

Si è tenuta ieri nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino la Conferenza Stampa per il lancio di VulcanicaMente: dal talento all’impresa 2.

Durante la Conferenza è stato presentato ufficialmente il nuovo Avviso Pubblico (che trovate nella sezione Eventi & Iniziative di questo sito) per la selezione delle migliori idee innovative di talenti vulcanici da trasformare in startup.

Sul nostro sito, nella sezione Eventi & Iniziative, sono già disponibili tutte le informazioni per partecipare alla nuova edizione di VulcanicaMente 2.

Inoltre, sono aperte da oggi 25 luglio 2013 le prenotazioni agli eventi di scouting: trovate nella sezione Eventi & Iniziative i form di iscrizione. Attenzione: ricordate che i posti sono limitati, per cui affrettatevi!

La Conferenza Stampa di ieri è stata inoltre l’occasione per conoscere meglio le startup attualmente ospitate al CSI – Incubatore Napoli Est: i talenti creativi della scorsa edizione hanno infatti raccontato la propria esperienza e i progressi delle loro idee imprenditoriali innovative da VulcanicaMente ad oggi.

Napoli, 25/07/2013

La Carta Servizi Startup, nuove opportunità dall’ICE

Le startup innovative hanno a disposizione un nuovo strumento di agevolazione che permetterà di ottenere sconti sui servizi forniti dall’ICE – Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: infatti l’ICE, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha autorizzato nei giorni scorsi l’emissione della Carta Servizi Startup.

Grazie alla Carta Servizi Startup, le startup innovative regolarmente registrate alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese potranno ottenere uno sconto pari al 30% sui servizi di assistenza erogati dall’Agenzia. Sono escluse dalle agevolazioni le spese inerenti ai servizi esterni.

Tra i servizi offerti dall’ICE – Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ricordiamo indagini di mercato e statistiche, guide per le aziende che vogliono espandersi sul mercato estero, ricerca di partner e clienti esteri, pubblicità sui media stranieri, eventi promozionali e di comunicazione a livello internazionale.

L’emissione della Carta Servizi Startup rappresenta la realizzazione di una delle previsioni del Decreto Sviluppo bis (nello specifico, ai commi 7 e 8 dell’art. 30), secondo cui l’ICE si impegna nei confronti delle startup innovative su più fronti:

– fornire assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia;
– provvedere a individuare le principali fiere e manifestazioni internazionali dove ospitare gratuitamente le startup innovative, tenendo conto dell’attinenza delle loro attività all’oggetto della manifestazione;
– sviluppare iniziative per favorire l’incontro delle startup innovative con investitori potenziali per le fasi di early stage capital e di capitale di espansione.

Le startup interessate possono richiedere il codice della Carta rivolgendosi ai seguenti contatti: urp.export@ice.it oppure sviluppo.servizi@ice.it, specificando in oggetto la dicitura “Richiesta Carta Servizi Startup”.

Per maggiori informazioni: http://www.ice.gov.it/

Napoli, 22 luglio 2013

Infoday Startup del Sud il 23 luglio a Napoli: strumenti e opportunità di finanziamento per imprese del Mezzogiorno

L’evento descritto in questo articolo è stato annullato http://www.campaniainhub.it/area-stampa/eventi/infoday-startup-del-sud-strategie-strumenti-e-opportunita-regionali-nazionali-e-internazionali-1

Questa settimana è in programma un interessante appuntamento per startuppers, innovatori e aspiranti imprenditori: martedi 23 luglio la sede dell’Università Federico II di Monte Sant’Angelo ospita infatti l’Infoday Startup del Sud organizzato da Campania Innovazione.

SI tratta di una giornata informativa dedicata all’approfondimento di strategie, strumenti e opportunità per le Startup del Mezzogiorno, con riferimento a strumenti regionali, nazionali ed internazionali: l’Info Day è infatti suddiviso in due parti.

La prima parte è dedicata all’approfondimento delle opportunità offerte alle startup a livello regionale: interverranno sull’argomento Amedeo Giurazza (Vertis SGR), Edoardo Imperiale (Campania Innovazione), Valeria Fascione (Smart Lab Incubator – Città della Scienza), Gennaro Tesone (56Cube) e Giorgio Ventre (Università degli Studi di Napoli Federico II).

La seconda parte della giornata è dedicata agli strumenti nazionali ed internazionali per le startup, con particolare riferimento al Bando del Ministero dello Sviluppo Economico che ha messo recentemente a disposizione 190 milioni di euro per le aziende di nuova costituzione con sede nelle Regioni del Mezzogiorno (qui il nostro approfondimento sull’argomento). Interverrano in questa fase Mattia Corbetta (MISE), Gianluca Fiorillo (Invitalia) e Mauro Mariani (ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

Tra gli argomenti che verranno approfonditi, inoltre, si segnalano le modalità di accesso al Fondo di Garanzia, la costituzione di S.r.l.s. con capitale sociale a partire da un euro, le disposizioni relative alle startup innovative contenute nel Decreto Lavoro.

Inoltre sarà possibile prenotare, presso il desk di accoglienza e registrazione a partire dalle 9:30 e fino all’apertura dei lavori (prevista per le ore 10), degli incontri individuali con gli esperti di Invitalia, per approfondire le opportunità offerte dal Bando MISE per le nuove imprese nel Mezzogiorno cui sopra accennato.

Napoli, 19/07/2013

Un supporto alla diffusione delle ICT nelle imprese dall’Unione Europea: gli ICT Innovation Vouchers

Gli ICT Innovation Vouchers rientrano tra gli strumenti messi a disposizione dall’Unione Europea per le micro, piccole e medie imprese situate nel territorio degli Stati Membri: si tratta di piccole linee di credito (che non possono superare il valore di 10.000 euro) che le aziende possono utilizzare allo scopo di aumentare la propria competitività e migliorare il proprio processo di crescita attraverso le potenzialità offerte dalle ICT.

Grazie a questi Vouchers, infatti, le microimprese e le PMI europee possono acquistare servizi ICT da aziende private, università, centri di ricerca e altri fornitori accreditati: tra i servizi specialisti acquistabili figurano, ad esempio, i servizi di formazione e assistenza per la creazione di un sito web aziendale, di strumenti per l’e-commerce, di infrastrutture tecnologiche per il miglioramento dei processi interni dell’azienda o servizi di gestione dei rapporti con clienti e fornitori.

Gli ICT Innovation Vouchers sono definiti dall’Unione Europea come uno strumento semplice e flessibile, che prevede bassi costi di amministrazione e consente alle microimprese e alle PMI di raggiungere una serie di obiettivi e miglioramenti:

– aumentare l’utilizzo dell’ICT nei singoli business,
– migliorare l’efficienza aziendale,
– aumentare l’innovazione all’interno dell’azienda,
– accrescere la competitività dell’azienda sul mercato.

Lo schema di utilizzo del voucher è semplice ed intuitivo: il responsabile dell’azienda richiede il voucher ed avvia un contatto con il fornitore del servizio di cui intende usufruire. Il fornitore, una volta autorizzato, ha la responsabilità di svolgere il lavoro per il richiedente e di riferire a quest’ultimo il risultato del servizio svolto, ottenendo un voucher del corrispettivo valore nominale.
Le effettive modalità di erogazione del pagamento saranno definite dalle singole Regioni, insieme all’elenco dei fornitori accreditati.

Finanziati attraverso i Fondi Strutturali dell’Unione Europea (FESR), i voucher destinati all’Italia prevedono un plafond del valore di circa 200 milioni di euro: le prime Regioni a beneficiarne sono la Campania, la Calabria, la Basilicata, la Sicilia e il Molise.

In particolare, la Regione Campania ha a disposizione 122 milioni di euro: è stato già siglato un protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico per il primo progetto che riguarderà il completamento della rete a banda ultralarga.

Il progetto degli ICT Innovation Vouchers è partito nel 2013 in due regioni spagnole, Murcia ed Extremadura: per le altre regioni, Italia compresa, la partenza è prevista nel corso del 2014.

Per ulteriori informazioni, la pagina dedicata nel sito dell’Agenda Digitale Europea è disponibile a questo link. In fondo alla pagina, inoltre, è possibile scaricare un’utile brochure con la Guida per Regioni.

Napoli, 19 luglio 2013

Il settore digital in Italia: il punto della situazione offerto da Assintel

Assintel, l’associazione nazionale delle imprese ICT italiane, ha commissionato allo Studio Giaccardi e Associati la ricerca “Long Wave”, un’analisi svolta nel maggio 2013 sul panorama delle PMI digitali in Italia.

I risultati sono stati presentati alcuni giorni fa alla Camera di Commercio di Milano: il capoluogo lombardo è infatti la città italiana che conta il maggior numero di imprese digitali.

La ricerca “Long Wave” identifica ben 173.000 aziende che rientrano nella definizione di nuove imprese digitali, e che lavorano in settori quali i servizi Web, mobile e Internet of things, software e Big Data, social media, digital entertainment e finance 2.0.

Secondo Assintel, i dati dello studio mostrano il settore digitale italiano come punto di partenza e settore trainante per favorire l’uscita del Paese dalla crisi economica: le imprese digitali, infatti, hanno organizzazioni strutturate in maniera flessibile, e fanno dell’innovazione e della creatività il loro punto di forza maggiore per mantenere buoni risultati in termini di fatturato anche in questi anni di forti difficoltà economiche.

Le imprese digitali hanno infatti le migliori previsioni di fatturato per il 2013 rispetto a tutti gli altri settori produttivi italiani: ben il 68% prevede un fatturato in crescita, mentre il 28% dichiara che riuscirà a mantenere la stabilità rispetto allo scorso anno.

Dalla ricerca emerge inoltre l’identikit dell’impresa digitale italiana: la maggioranza di esse è costituita da PMI che contano in media 17 collaboratori, il 63% di esse è digital native (nell’86% dei casi si tratta di imprese nate dopo il 2000), mentre il restante 37% è composto da imprese nate come evoluzione di “vecchie” imprese IT.

Circa 2/3 delle imprese digitali in Italia sceglie di dotarsi della forma societaria della S.r.l., ma il modello organizzativo interno di questo tipo di società è per lo più “liquido”, strutturato sul singolo processo/commessa ed informale.

Un ruolo preponderante, naturalmente, è svolto dal Web: l’85% delle imprese digitali in Italia dichiara di utilizzarlo come piattaforma di collaborazione e il 33% sfrutta le possibilità della vendita on line.

Riguardo invece ai lavoratori digitali, si tratta di giovani under 35 (67%), in maggioranza uomini (64%), con una solida preparazione accademica (65% laureati, 12% in possesso di master/dottorato/PHD) che spesso hanno all’attivo un’esperienza lavorativa all’estero (29%).
I lavoratori digitali non inseguono il posto fisso, nè tantomeno un contratto a tempo indeterminato: oltre un terzo di essi lavorano con un contratto atipico e con Partita IVA, anche perchè spesso i costi dello Stato sul lavoro sono troppo alti per imprese piccole e flessibili come quelle del settore digitale.
In ogni caso, il modello occupazionale di questa tipologia di impresa risulta essere vincente: a fine 2012 il settore conta ben 620.000 addetti, con una crescita del 13,7% rispetto al 2009, anno di inizio della crisi.

Da questo scenario positivo e in crescita, però, emergono alcune criticità: i maggiori problemi dichiarati nelle interviste di Assintel riguardano i già citati costi del lavoro allo Stato, ma sono presenti anche forti difficoltà per l’accesso al credito bancario e una scarsa disponibilità sul territorio nazionale di investitori privati.

Le imprese dichiarano inoltre alcune difficoltà di tipo organizzativo: il carico di lavoro è spesso oneroso per le poche persone a disposizione, tanto che spesso il titolare dell’azienda diventa un factotum per sollevare i suoi collaboratori.
Inoltre, esiste un problema di reperimento delle figure professionali dotate di capacità adeguate alle esigenze del settore, oltre alla mancanza di un’offerta formativa in materia nella maggior parte del territorio nazionale: circa l’80% del territorio italiano è ancora poco “digital”.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti, la piattaforma “Long Wave” di Assintel è disponibile a questo link.

Napoli, 18 luglio 2013

 

Nuova opportunità per presentare la tua startup all’Italian Venture Forum!

Con la collaborazione di enti tra cui figurano Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte e I3P (Incubatore Imprese Innovative Politecnico di Torino), Europe Unlimited presenta l’Italian Venture Forum, che si terrà a Torino il 20 novembre 2013.

L’evento offre alle startup e PMI selezionate l’opportunità di presentare la propria azienda di fronte ad un pubblico composto da investitori istituzionali e venture capitalist, esperti del settore e docenti universitari, favorendo inoltre il confronto con le più promettenti aziende del settore tecnologico in Europa e garantendo ai partecipanti una vetrina per accrescere la propria visibilità a livello europeo.

Le migliori aziende partecipanti, inoltre, avranno la possibilità di essere presenti al più grande evento in materia di venture capital: l’European Venture Summit, che si terrà in Germania nel dicembre 2013, durante il quale potranno presentare il proprio pitch a un panel internazionale di investitori.

Sono ammesse a partecipare alle selezioni PMI in fase di startup o già avviate, che siano in cerca di investimenti per sviluppare nuove idee di business nei settori ICT, CleanTech e Life Science: le candidature sono aperte fino al 4 ottobre 2013.

La Giuria, composta da investitori internazionali, selezionerà 40 aziende sulla base di criteri quali la potenzialità sul mercato, le competenze del team, il livello di avanzamento tecnologico del prodotto/servizio, il posizionamento a livello competitivo, l’interesse per gli investitori, la qualità del progetto.

Le 40 aziende selezionate avranno diritto a partecipare al Dry-Run, l’evento di preparazione e formazione che si terrà il 19 novembre presso la sede di I3P a Torino: i coach e i mentors offriranno i propri consigli per migliorare il pitch e prepararsi al meglio alla presentazione del giorno dopo, nel corso dell’Italian Venture Forum.

Per partecipare alle selezioni di Italian Venture Forum occorre registrarsi all’evento e inserire il Company Profile completo dell’azienda compilando il form a questo link.

Per maggiori informazioni: http://www.e-unlimited.com/events/view.aspx?events_pages_id=1817

Napoli, 18/07/2013

Dalla BEI in collaborazione con Gruppo Intesa Sanpaolo, nuove risorse per le PMI italiane

La BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno stipulato un accordo per l’erogazione di finanziamenti a medio e lungo termine alle imprese italiane, allo scopo di sviluppare e rafforzare il settore produttivo italiano.

La BEI ha messo a disposizione un plafond di 661 milioni di euro distribuiti su 6 aree di intervento: tra queste, due riguardano progetti locali (16 milioni di euro per l’edilizia sociale a Parma e 65 milioni di euro per l’efficienza energetica nelle scuole della Provincia di Milano), una terza area è riservata ai prestiti a studenti universitari (20 milioni di euro per finanziare gli studi nelle Università convenzionate), mentre le ultime tre riguardano le imprese con sede su tutto il territorio nazionale.

PMI (400 milioni di euro)
Le piccole e medie imprese italiane potranno avere accesso a un fondo di 400 milioni di euro per l’ottenimento di finanziamenti a condizioni particolarmente agevolate: i finanziamenti saranno erogati attraverso Mediocredito Italiano, la società del Gruppo Intesa Sanpaolo specializzata nei finanziamenti a medio e lungo termine per le PMI, e Leasint, società di leasing del Gruppo.

Grazie ai 400 milioni investiti dalla BEI, il Gruppo Intesa Sanpaolo potrà aumentare il massimale complessivo attualmente messo a disposizione delle PMI italiane.

I prestiti alle PMI saranno destinati ad aziende in fase di startup o già avviate, non potranno superare i 25 milioni di euro e dovranno avere una durata massima pari a 15 anni. Non ci sono particolari limitazioni dal punto di vista dei settori produttivi: sono ammesse aziende operanti nell’agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi.

Riguardo alle spese ammissibili, rientrano in questo ambito quelle relative all’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa.
Sono invece esclusi dal finanziamento i progetti di puro investimento immobiliare e/o finanziario.

Energie rinnovabili (100 milioni di euro)
Anche in questo caso i finanziamenti vengono erogati attraverso Mediocredito Italiano e Leasint: la BEI mette a disposizione 100 milioni di euro per supportare progetti nei settori dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili in Italia.

Non si tratta della prima collaborazione in tal senso tra BEI e Gruppo Intesa Sanpaolo: l’iniziativa rientra in una serie di accordi settoriali già sottoscritti con Intesa Sanpaolo nel corso degli ultimi tre anni.

Ambiente (60 milioni di euro)
L’ultima linea di credito nata dall’accordo è destinata a finanziare progetti di “tutela dell’ambiente” e “comunità sostenibili” (tra cui il rinnovamento urbano), presentati da enti locali e altri enti di diritto pubblico o privato.

Il prestito può essere utilizzato anche per finanziare investimenti che riguardano il personale (nel settore della sanità e dell’istruzione), i progetti nel settore dell’energia e progetti riguardanti le infrastrutture situate nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza.

Per maggiori informazioni, trovate qui la pagina dedicata all’accordo tra BEI e Gruppo Intesa Sanpaolo sul sito istituzionale della Banca Europea per gli investimenti.

Napoli, 17 luglio 2013

1 90 91 92 93 94 100