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Tag: crescita

Opportunità di finanziamento per nuove imprese e startup: vocher fino a 15.000€ dalla Regione Toscana

La Regione Toscana ha pubblicato di recente il Bando “Start Up House – Azione 1.2 Voucher Imprese Giovanili”: si tratta di un provvedimento finalizzato al sostegno di imprese di nuova costituzione da parte di giovani under 40 che garantisce ai beneficiari la possibilità di usufruire di finanziamenti, spazi attrezzati e servizi di affiancamento e tutoraggio per le attività di impresa.

Il Bando prevede una dotazione finanziaria complessiva pari a 500.000€ ed è aperto a progetti legati alle tematiche di ICT e fotonica, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologia: si tratta delle priorità tecnologiche in tema di Ricerca e Innovazione stabiliti dalla strategia della Regione per la “Smart Specialisation in Toscana“.

La partecipazione è aperta a nuove imprese giovanili, definite secondo i requisiti indicati dall’art. 2 del Bando: si tratta quindi di micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata (reti di imprese, consorzi) costituite da rappresentanti legali e soci (in questo caso almeno il 50%) di età non superiore ai 40 anni al momento della costituzione della società.

Inoltre, la sede (o l’unità locale) destinataria dell’intervento deve essere situata in territorio regionale toscano: per le imprese che non abbiano sede in Toscana al momento della presentazione della domanda, il requisito deve sussistere al momento dell’eventuale erogazione del pagamento a titolo di saldo.

I progetti ammissibili al Bando prevedono un investimento minimo differente a seconda della dimensione dell’impresa:

– microimprese: 10.000€;
– piccole imprese: 12.500€;
– medie imprese, consorzi, reti di imprese: 20.000€

L’investimento massimo ammissibile, invece, non può superare in nessun caso il limite di 36.000€.

L’agevolazione prevista dal Bando consiste in aiuti per la realizzazione dei progetti di investimento nella forma di voucher, quale contributo in conto capitale di entità massima non superiore a 15.000€: il voucher potrà essere utilizzato come delega di pagamento entro 18 mesi dal momento dell’insediamento, ossia della pubblicazione del provvedimento di concessione dell’aiuto.

Tra le spese ammissibili (art. 3.4) ricordiamo i costi per servizi di consulenza e sostegno all’innovazione e i servizi di affiancamento e tutoraggio: per maggiori dettagli è utile consultare le “Linee Guida delle spese ammissibili e per la relativa rendicontazione” scaricabili, assieme al Bando e agli altri allegati, dal sito ufficiale della Regione Toscana.

Le domande per l’accesso alle agevolazioni devono essere inoltrate per via telematica attraverso il sistema informatico della Regione Toscana, disponibile al seguente link:
https://sviluppo.toscana.it/bandi/

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per le ore 17:00 del 16 febbraio 2015.

Per maggiori informazioni e dettagli si rimanda alla lettura del testo integrale del Bando.

Il Bando e gli allegati sono disponibili al seguente link: http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/DettaglioAttiD.xml?codprat=2014AD00000007445

Napoli, 29/01/2015

Il nuovo Bando UE frontierCities: finanziamenti fino a 150K per startup e PMI nel settore Smart Mobility

FrontierCities è uno dei 16 acceleratori nati nell’ambito dell’iniziativa UE FI-PPP (Future Internet – Public Private Partnership) e ha attualmente lanciato il suo bando dedicato al supporto e al finanziamento di startup e PMI con soluzioni innovative nel settore della Smart Mobility.

Il Bando frontierCities prevede il finanziamento di un massimo di 70 idee imprenditoriali (proposte da PMI, startup e web-developers) con la possibilità di accesso a grant di valore compreso tra 50.000 e 150.000 € ciascuno: inoltre, alle idee finanziate sarà garantito supporto tecnico e di business development dagli esperti del programma. I proponenti delle idee finanziate potranno inoltre partecipare a sessioni di mentoring e formazione e ad una serie di eventi internazionali organizzati a livello europeo.

Le idee innovative partecipanti a frontierCities dovranno essere caratterizzate dall’applicazione di tecnologie ICT e dall’utilizzo della piattaforma tecnologica FIWARE. Il tema principale di riferimento è quello della Smart Mobility, con particolare attenzione ai seguenti settori:

– Smart Cities,
– E-Health,
– Trasporti,
– Energia e ambiente,
– Turismo.

La call è stata lanciata lo scorso 20 novembre e prevede due step di selezione: innanzitutto, le candidature dovranno essere inviate per via telematica (https://www.f6s.com/fiware-frontiercities) entro il 16 febbraio 2015.
Nella domanda di partecipazione, i proponenti dovranno rispondere a 5 “core questions” riguardo la propria idea in tema Smart Mobility: il problema, la soluzione, la tecnologia, il mercato, le persone.

Al termine della prima fase di selezione saranno individuate le idee più meritevoli che potranno partecipare alsecondo step: i proponenti saranno invitati ad inviare una seconda domanda più dettagliata, della lunghezza massima di 15 pagine, contenente un piano dettagliato con business model, previsioni economico-finanziarie, informazioni relative al prototipo, notizie sui componenti del team e una timeline con le milestones principali da raggiungere.

Il programma frontierCities prevede infine il coinvolgimento di città e municipalità europee che si candideranno come tester per i progetti innovative e potranno eventualmente adottare in futuro le applicazioni che saranno finanziate e sviluppate dai vincitori del bando.

Per maggiori informazioni: http://www.fi-frontiercities.eu/the-call/

Napoli, 28/01/2015

Il DL “Investment Compact” e le PMI innovative: nuove agevolazioni per l’innovazione d’impresa in Italia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 20 gennaio il Decreto Legge “Investment Compact”, che contiene alcune novità molto interessanti per il mondo dell’imprenditoria innovativa: il nuovo provvedimento prevede infatti l’istituzione delle PMI Innovative, che si vanno ad affiancare alle startup innovative (istituite nel 2012 con il Decreto Sviluppo Bis) e rientrano in buona parte nel regime di agevolazione previsto per queste ultime.

Possono avvalersi dello status di PMI innovativa e del relativo regime di agevolazioni le PMI non quotate, residenti in Italia o in uno degli Stati Membri UE (o aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché con una sede produttiva o filiale in territorio italiano) che abbianol’ultimo bilancio certificato. La PMI dovrà essere costituita da non oltre sette anni.
Inoltre, la PMI deve rispettare almeno due dei cosiddetti requisiti di capacità innovativa, e nello specifico:

– volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura uguale o superiore al 3% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;
– impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, dipersonale “altamente qualificato”, ossia in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno 3 anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a un terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale;
– titolarità, anche quale depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale, relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato, purché tale privativa sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Per accedere allo status di PMI innovativa, l’impresa dovrà iscriversi all’apposita Sezione Speciale del Registro delle Imprese che sarà istituita presso le Camere di Commercio: la domanda di iscrizione va effettuata esclusivamente per via telematica.
Le informazioni obbligatorie contenute nella domanda di iscrizione alla Sezione Speciale andranno poi aggiornate due volte all’anno (entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre), pena la cancellazione d’ufficio.

Le PMI innovative possono beneficiare del regime di agevolazioni previste per le startup innovative, ad eccezione degli aspetti riguardanti le disposizioni di diritto fallimentare e quelle di regolamentazione del mercato del lavoro. Le agevolazioni previste per le PMI innovative, quindi, sono le seguenti:

1) Esonero dal pagamento dei diritti camerali e delle imposte di bollo;

2) Deroghe alle disposizioni civilistiche in tema di perdite che intaccano il capitale sociale: se si verifica una perdita che riduce di oltre 1/3 il capitale sociale, il termine entro il quale la perdita stessa deve risultare diminuita a meno di un terzo per evitare la riduzione del capitale stesso in proporzione delle perdite accertate è fissato alla fine del secondo esercizio successivo a quello in cui sono state rilevate le perdite (e non, come previsto nel regime ordinario, l’esercizio successivo);

3) Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale: i collaboratori possono essere pagati con tali strumenti (es. stock option) e i fornitori di servizi esterni con sistemi di work for equity;

4) Incentivi fiscali per gli investimenti da persone fisiche e giuridiche: detrazioni IRPEF del 19% e deduzioni imponibile IRES del 20%. Le percentuali previste non cambiano, come accade per le startup, in caso di PMI a vocazione sociale.

Alle PMI innovative, infine, viene estesa la possibilità di accedere ai portali on-line di crowdfunding per la raccolta di capitale di rischio.

FONTI: Il Sole 24 Ore, IPSOA

Napoli, 27/01/2015

BEST Program 2015: domani, l’evento di presentazione a Napoli – 4 Borse di Studio per la tua startup in Silicon Valley

Domani, 27 gennaio 2015, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ospita un incontro dedicato a tutti gli interessati al Programma BEST, destinato a giovani italiani under 35 interessati ad un’esperienza di scambio innovativo negli Stati Uniti e, in particolare, all’ecosistema startup della Silicon Valley: il convegno “Programma BEST: la tua startup high-tech imparando a Silicon Valley” sarà ospitato nell’Aula Scipione Bobbio – Scuola Politecnica e delle Scienze di Base sita a Napoli in Piazzale Tecchio n. 80, a partire dalle 10:30.

Tra gli interventi in Calendario, una tavola rotonda dedicata al tema “Prospettive dell’Imprenditoria giovanile nei settori high-tech” moderata da Giorgio Mulè (Direttore di Panorama) cui parteciperanno, tra gli altri, Pietro Salatino, Presidente Scuole Politecniche e delle Scienze di Base Federico II; Luigi Califano, Presidente Scuole di Medicine e Chirurgie Federico II; Domenico Arcuri, Amministratore Delegato Invitalia e Eva Milella, Presidente IMAST.

A seguire, la presentazione dell’iniziativa BEST_BUSINESS EXCHANGE AND STUDENT TRAINING e del Bando BEST 2015/2016, da parte di Fernando Napolitano, Responsabile di Italian Business and Investment Initiative e la presentazione di testimonianze di partecipanti alle precedenti edizioni del Programma BEST.

L’incontro è finalizzato ad incentivare la partecipazione all’edizione 2015/16 del Programma BEST, nato allo scopo di stimolare ed accrescere la cultura imprenditoriale high-tech in Italia offrendo ai migliori talenti under 35 la possibilità di una borsa di studio del valore di 35.000 € per frequentare i corsi universitari intensivi in Entrepreneurship e Management e partecipare ad uno stage (internship) presso un’azienda USA.
Le borse di studio sono riservate a giovani italiani di età massima pari a 35 anni, in possesso di Laurea triennale o Laurea Vecchio Ordinanamento, Laurea Magistrale o Dottorato di Ricerca oppure frequenza di un Dottorato di Ricerca.
I settori prioritari sono: Biotecnologie, Nanotecnologie, Scienze biomediche, Tecnologia delle comunicazioni, Ingegneria aereospaziale e dei nuovi materiali, Design industriale, Tecnologie per la protezione ambientale e la produzione energetica, Art&Fashion, Entertainment.

Il Bando 2015 del BEST Program prevede l’assegnazione di quattro borse di studio della durata complessiva di sei mesi, suddivisi in un trimestre di corsi intensivi in Entrepreneurship e Management (incentrati sul settore scientifico e tecnologico) e un trimestre diinternship presso una società della Silicon Valley.

Il Programma inizierà tra agosto e settembre 2015, e la borsa di studio copre le tasse universitarie, l’alloggio, l’assicurazione medica, i costi iniziali di insediamento (start-up allowance), il programma di orientamento all’arrivo presso la Santa Clara University. I borsisti, inoltre, hanno diritto ad uno stipendio mensile di circa 1.000 $ e ad un rimborso forfetario di 1.500 € per le spese di viaggio e il visto di ingresso negli USA.

Il Programma BEST ha avuto negli ultimi anni numerosi casi di successo e ha consentito la nascita di numerose startup (37 startup high-tech realizzate in Italia) con la creazione di 320 nuovi posti di lavoro.

Le domande per partecipare al Programma BEST 2015 dovranno essere inviate entro il 27 marzo 2015: per maggiori informazioni e dettagli è consigliabile la lettura integrale del Bando di Concorso, disponibile al seguente link: http://www.fulbright.it/wp-content/uploads/2014/12/Bando-BEST-2015-16.pdf.

Altri link utili:

http://www.bestprogram.it/
http://www.fulbright.it/programma-best/

Napoli, 26/01/2015

NEWS: Chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate in tema di agevolazioni per chi investe in startup innovative

Il 22 gennaio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Risoluzione 9/E incentrata sul tema delle agevolazioni fiscali riservate a chi effettua conferimenti in denaro in startup innovative ai sensi del D.L. 179/2012 (Decreto Sviluppo Bis).

Come previsto dall’art. 29 del Decreto Sviluppo Bis, infatti, coloro che effettuano conferimenti in denaro (capitale sociale) in startup innovative ha diritto ad un’agevolazione fiscale ai fini delle imposte sui redditi, e nello specifico sotto forma di detrazione di imposta (IRPEF) o deduzione dal reddito complessivo (IRES).

La Risoluzione 9/E analizza due casi specifici:

1) Conferimento in denaro in una startup innovativa in cui le quote siano sottoscritte tramite società fiduciaria;

2) Conferimento in denaro in una startup innovativa che perfezioni l’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese successivamente all’iscrizione nella sezione ordinaria.

CASO 1

L’Agenzia delle Entrate osserva che in generale, anche se il conferimento avviene attraverso l’interposizione di una società fiduciaria, non si modifica in nessun caso l’effettivo proprietario dei beni: l’investitore che effettua il conferimento, quindi, resta comunque colui che si è rivolto alla fiduciaria.

Di conseguenza, l’Agenzia afferma che le agevolazioni fiscali ai sensi dell’art. 29 D.L. 179/2012 restano valide e applicabili a tutti gli effetti.

CASO 2

Nella seconda parte della Risoluzione, l’Agenzia delle Entrate osserva che il perfezionamento successivo dell’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese non va ad inficiare il fatto che il conferimento in denaro sia finalizzato ad un investimento in startup innovative.

Pertanto, il regime fiscale di agevolazioni previsto dall’art. 29 del Decreto Sviluppo Bis è applicabile a tutti gli effetti.

Per maggiori dettagli e approfondimenti, il testo della Risoluzione 9/E è disponibile al seguente link:http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/nsilib/nsi/documentazione/provvedimenti+circolari+e+risoluzioni/risoluzioni/archivio+risoluzioni/risoluzioni+2015/gennaio+2015+risoluzioni/risoluzione+n+9e+del+22+gennaio+2015/RIS+9e+del+22+01+15.pdf

FONTE: Fiscal Focus

Napoli, 26/01/2015

Microcredito per i Piccoli Comuni (PICO): nuove agevolazioni per imprese e startup dalla Regione Campania

La Regione Campania ha pubblicato nel BURC n. 4 del 19/01/2015 il Decreto per i finanziamenti relativi al Microcredito per i Piccoli Comuni (PICO): si tratta del Decreto Dirigenziale n. 3 del 14/01/2015, che rende noto l’elenco dei Comuni campani con meno di 5.000 abitanti ammessi all’erogazione dei finanziamenti e le modalità di attuazione del Microcredito PICO.

Il Fondo Microcredito PICO (qui, il nostro articolo sul tema in occasione dell’Avviso per la presentazione dei progetti da parte dei Comuni) prevede una dotazione pari a 20 milioni di euro che saranno utilizzati per il finanziamento di imprese e startup costituite esclusivamente nei Comuni ricompresi nell’elenco di cui sopra.

I finanziamenti del Microcredito PICO sono accessibili a persone fisiche e imprese costituende o costituite da almeno un soggetto che sia disoccupato, inoccupato, inattivo, lavoratore in CIG oppure da almeno una donna, un immigrato o uno studente universitario.

In caso di presentazione della domanda da parte di imprese già costituite, è necessario che almeno un soggetto in possesso dei requisiti appena elencati sia stato assunto nei dodici mesi precedenti.

I finanziamenti erogati attraverso il Fondo Microcredito PICO della Regione Campania possono essere ricompresi tra 5.000 e 25.000€ e andranno rimborsati attraverso un piano della durata massima di 60 mesi, a tasso 0 e con rate costanti mensili. Non sono previste garanzie di natura reale, patrimoniale o finanziaria all’atto di presentazione della domanda.

Le domande per il Fondo Microcredito PICO possono essere inoltrate esclusivamente on-line, attraverso la procedura disponibile al seguente link: http://akrp-fondomicrocredito3.datamanagement.it/TIEFO/TIEFO.htm

La procedura di istruttoria delle domande sarà gestita da Sviluppo Campania S.p.a. in ordine cronologico, secondo una procedura a sportello fino ad esaurimento dei fondi disponibili (non sarà predisposta alcuna graduatoria). Le domande possono essere presentate a decorrere dalle ore 9.00 del 2 marzo 2015 alle ore 12 del 23 marzo 2015.

N.B. : Avviso Regione Campania 27/03/2015: Proroga dei termini di presentazione delle domande al 10 aprile 2015

Le domande saranno valutate sulla base dei criteri indicati dall’art. 9 delle Direttive di attuazione del Fondo Microcredito PICO, e in particolare:

1) Contenuto del progetto: Validità tecnica, economica e finanziaria del progetto (redditività, sostenibilità finanziaria, capacità rimborso del prestito, prospettive di mercato, coerenza soggetto proponente);

2) Priorità: Creazione nuova occupazione; Residenza nel Comune del Pico selezionato; Attività di utilità e rilievo sociale (operare in un settore di interesse sociale, ambientale o culturale); Priorità strategica dell’intervento data a giovani, donne, studenti e immigrati; Microattività con fatturato inferiore a 500.000€.

Per le imprese costituende, infine, è previsto l’obbligo di costituzione in società entro 30 giorni dalla comunicazione del provvedimento di concessione del finanziamento.

Per maggiori informazioni e ulteriori dettagli, il D.D. n. 3 del 14/01/2015 e i relativi allegati sono scaricabili nella Sezione Decreti Dirigenziali – Programmazione Economica del BURC n. 4 del 19/01/2015, al seguente link:http://burc.regione.campania.it/eBurcWeb/publicContent/home/index.iface

Napoli, 23/01/2015

Startup innovative a vocazione sociale: la nuova procedura semplificata per l’accesso al regime di agevolazione

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato una nuova procedura per le nuove imprese a vocazione sociale: si tratta di una semplificazione che rende più leggeri e flessibili i meccanismi e le attività di riconoscimento e comunicazione dei requisiti necessari ad accedere ai vantaggi derivanti dallo status di startup innovativa a vocazione sociale (SIAVS), introdotta nel nostro sistema legislativo dal DL 179/2012 che stabiliscono i requisiti di startup innovative ed incubatori certificati.

La nuova procedura semplificata è stata introdotta dalla Circolare MISE n. 3677/C (20 gennaio 2015, prot. 6957), e viene spiegata nel dettaglio nella Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”(pubblicata dallo stesso Dicastero il 21 gennaio 2015).

Secondo la nuova procedura, per effettuare l’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese ed accedere, di conseguenza, ai vantaggi del regime per startup innovative a vocazione sociale, le nuove imprese devono presentare un’apposita Autocertificazione alla CCIAA competente.

Nell’Autocertificazione, la SIAVS dovrà per prima cosa dichiarare di operare in via esclusiva in uno o più settori tra quelli stabiliti dal D.Lgs. 155/2006 (art. 2 comma 1), ossia:

– assistenza sociale;
– assistenza sanitaria;
– educazione, istruzione e formazione;
– tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
– valorizzazione del patrimonio culturale;
– turismo sociale;
– formazione universitaria e post-universitaria;
– ricerca ed erogazione di servizi culturali;
– formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo;
– servizi strumentali alle imprese sociali, resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

La startup, inoltre, deve dichiarare nell’autocertificazione di realizzare, attraverso la propria attività in tale/i settore/i, una finalità di interesse generale e impegnarsi a dare evidenza dell’impatto sociale prodotto.

In particolare sull’ultimo punto, la dichiarazione di impegno va espressa attraverso la redazione di un apposito “Documento di descrizione di impatto sociale”: il Documento ha la funzione di descrivere e dare conto all’esterno degli impatti sociali prodotti, attraverso il ricorso ad indicatori quantitativi e qualitativi. Le linee guida per compilare il Documento, che comprende una parte descrittiva e una dedicata alla griglia degli indicatori, sono contenute nella già citata Guida pubblicata dal MISE.

Si ricorda, infine, che sia l’Autocertificazione che il Documento di dichiarazione di impatto sociale vanno presentati alla CCIAA con cadenza annuale, per garantire il rinnovo dello status di startup innovativa fino a un massimo di 4 anni.

Per maggiori dettagli e approfondimenti:

– Circolare MISE n. 3677/C
– Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”

Napoli, 22/01/2015

L’Arena di TechHub: venerdì 23 a Napoli, 25 startup presentano i loro progetti per decretare i 7 vincitori

Venerdì 23 gennaio a partire dalle ore 9:00 la sede della Camera di Commercio di Napoli (Via S. Aspreno) ospita l’Arena finale di TechHub, il percorso di accelerazione per startup tecnologico nato dalla collaborazione tra CCIAA Napoli, Banco di Napoli e Università degli Studi di Napoli Federico II.

Dopo aver affrontato le selezioni (con quasi 100 idee innovative di impresa che si sono proposte per entrare nella “palestra per startup” di TechHub) e aver partecipato ad un percorso formativo con esperti e docenti di materie afferenti le tematiche principali dell’impreditorialità innovativa, le25 startup finaliste si sfideranno con il proprio pitch di fronte ad una platea di investitori, aziende e potenziali partner per provare a vincere uno dei sette premi in denaro messi a disposizione dalla Camera di Commercio.

Come previsto dal Bando per l’accesso a TechHub, infatti, le sette migliori startup tra i finalisti che partecipano all’Arena avranno la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per cifre comprese tra i 30.000 e i 50.000€.

Tra le 25 startup dell’Arena finale di TechHub, 5 sono i progetti che sono risultati tra i vincitori di VulcanicaMente: dal talento all’impresa e che, tra la prima e la seconda edizione della competition, hanno partecipato ai percorsi di incubazione del CSI – Incubatore Napoli Est:

1) ARTROOMS: marketplace di opere d’arte che raccoglie già oltre 600 opere di un centinaio di artisti contemporanei, tra i cinque vincitori del TechGarage finale di VulcanicaMente 2. Il portale Artrooms consente l’acquisto e il noleggio delle opere a tutti gli artlovers che desiderano avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea, offrendo nel contempo agli artisti l’opportunità di una vetrina on-line e un canale di vendita innovativo sul web.

2) APPETITOO: il progetto di punta di PushApp s.r.l., app factory napoletana tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente, è un appbuilder per il settore della ristorazione. Appetitoo consente ai ristoratori di creare un’app personalizzata per offrire una serie di servizi alla clientela del proprio ristorante.

3) PIZZA NOW: il team al lavoro su Pizza Now è stato tra i 9 migliori progetti che hanno partecipato al percorso di coworking e al TechGarage finale di VulcanicaMente 2, con la sua idea innovativa per ottimizzare il settore della consegna a domicilio delle pizze. Pizza Now è infatti un’app mobile multipiattaforma per smartphone e tablet geolocalizzata che permette ai clienti di ordinare la propria pizza e alle pizzerie di usufruire di un ulteriore canale di vendita con sistema di gestione degli ordini che consente un feedback immediato con il cliente.

4) REHUB: nata come web community rivolta a ricercatori e accademici per favorire l’incontro interdisciplinare tra materie umanistiche e scientifiche, Rehub è stata tra i vincitori di VulcanicaMente 1. Oggi il progetto si presenta come un vero e proprio aggregatore di profili che consente ai ricercatori di avere un biglietto da visita digitale: scopo del progetto è quello di favorire l’Open Science.

5) ZEESTY: il progetto Zeesty si inserisce nel settore della ristorazione, con sito web e app mobile per cercare e scegliere un ristorante in base ai gusti dell’utente. Grazie all’app, è possibile digitalizzare i menù di ristoranti, locali, pub e pizzerie. Zeesty è tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente.

Nell’immagine seguente, una panoramica di tutti i finalisti dell’Arena di TechHub:

techhubfinalisti

L’appuntamento con l’Arena Finale di TechHub è quindi fissato per venerdì 23 a partire dalle 9: dal CSI – Incubatore Napoli Est, un grosso in bocca al lupo a tutti!

Napoli, 21/01/2015

Il regime Patent Box: agevolazioni fiscali per imprese che lavorano con beni immateriali

La Legge di Stabilità 2015 (n. 190/2014, commi da 37 a 45) prevede il cosiddetto regime “Patent Box”, destinato alle imprese che gestiscono beni immateriali (intangibles): si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata di cui le imprese potranno usufruire a partire dal 2015.

La normativa in questione nasce per arginare eventuali fenomeni di delocalizzazione dei beni immateriali, cercando al contempo di incentivare il rientro in Italia di tali beni (in particolare marchi e brevetti) che gruppi italiani localizzano oggi all’estero. Anche altri paesi Europei prevedono infatti un regime agevolatorio simile, condizione che ha accentuato negli anni un fenomeno per cui le imprese italiane delocalizzavano all’estero le attività basate su beni intangibili allo scopo di usufruire del regime di tassazione esistente in altri Paesi.
La nuova normativa italiana cerca di arginare tale fenomeno, differenziandosi dai regimi Patent Box di altri stati europei per la caratteristica di estendersi, come vedremo, a tutte le tipologie di intangibles.

Come affermato ai commi 37 e 38, l’agevolazione Patent Box è riservata ai titolari di reddito di impresa: sono coinvolte tutte le tipologie di forma giuridica, imprese di ogni dimensione e con qualsiasi tipologia di regime contabile (società di persone e di capitali, imprese individuali, organizzazioni italiane non residenti in territorio nazionale ma comunque residenti in Paesi “white list” – i Paesi “white list” sono quelli in cui esiste un accordo per evitare la doppia imposizione e con cui sia possibile scambiare le informazioni necessarie).

Riguardo alle tipologie di beni immateriali per i quali è possibile richiedere l’applicazione del regime Patent Box, il comma 39 stabilisce che è possibile detassare i redditi derivanti dall’utilizzo “delle opere dell’ingegno, di brevetti industriali, di marchi d’impresa funzionalmente equivalenti ai brevetti, nonchè di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili“.

In particolare, per “marchi d’impresa funzionalmente equivalenti a brevetti” il legislatore provvede a chiarire che tali marchi sono quelli per il cui mantenimento, accrescimento o sviluppo è necessario il sostenimento di spese per attività di ricerca e sviluppo.
Non è obbligatoria la registrazione del bene immateriale, ma deve trattarsi di beni per cui la legislazione prevede “potenzialmente” la protezione; sono inoltre esclusi in ogni caso dall’agevolazione i marchi esclusivamente commerciali.

Come accennato in apertura, il regime di agevolazione Patent Box è esercitabile a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, quindi in generale a partire dal 2015.
Per usufruire delle agevolazioni fiscali è necessario esercitare l’opzione, che è irrevocabile e valida per 5 anni.
Il regime Patent Box rileva ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, anche ai fini IRAP.

L’agevolazione del regime Patent Box consiste nell’esclusione da imposizione dei redditi per utilizzo diretto, per cessione o per concessione in uso dei beni intangibili:

 in caso di utilizzo diretto: sarà esclusa da imposizione la quota parte del reddito derivante dall’utilizzo dei beni immateriali, determinata in base ad una procedura di ruling internazionale. Le percentuali di detassazione previste sono: 30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017;

 in caso di concessione in uso: l’esclusione da imposizione sarà applicata ai relativi redditi secondo le percentuali di detassazione del30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017.

 in caso di cessione: il regime di tassazione agevolata si applica anche al reddito delle plusvalenze derivate dalla cessione dei beni immateriali. In questo caso, la detassazione è integrale a condizione che entro la fine del secondo periodo di imposta successivo alla cessione almeno il 90% del corrispettivo sia reinvestito per attività di manutenzione e sviluppo di altri beni intangibili agevolabili.

Infine, i commi 41 e 42 trattano l’argomento delle condizioni per usufruire delle agevolazioni del regime Patent Box: è necessario che i soggetti richiedenti svolgano attività di ricerca e sviluppo, anche attraverso contratti di ricerca stipulati con Università ed Enti di ricerca. Tali contratti di ricerca devono essere finalizzati alla produzione dei beni intangibili oggetto del regime in questione.
Il calcolo della quota di reddito e del valore della produzione oggetto di agevolazione è definita dal rapporto tra costi di attività di ricerca e sviluppo sostenuti per mantenimento, accrescimento e sviluppo del bene e costi complessivi sostenuti per produrre il bene.

Per maggiori informazioni e approfondimenti, il testo integrale della Legge di Stabilità 2015 è pubblicato in G.U. n. 300 del 29/12/2014 ed è rintracciabile al seguente link: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/12/29/14G00203/sg

FONTE: Fiscal Focus

Napoli, 20/01/2015

Team Building e Leadership: alcuni suggerimenti utili per i founder di una startup

Il portale Serious Startup ha pubblicato qualche settimana fa un articolo sulla tematica del team building e della leadeship all’interno di una startup: la firma è di Dan Adika, CEO e co-founder di WalkMe (startup che fornisce un servizio cloud-based per professionisti dedicato in particolare alle attività di assistenza clienti).

Il punto di partenza sul quale Adika costruisce il suo contributo è quello secondo cui il team rappresenta il bene più importante per una startup, dal quale dipende in ampia misura il futuro successo del progetto imprenditoriale: per questo motivo, è interessante capire come gestire e dare ispirazione al team in modo tale da fornire ai suoi componenti gli strumenti fondamentali per lavorare al meglio.

I suggerimenti contenuti nel post di Dan Adika sono essenzialmente quattro: vediamoli più nel dettaglio.

1) Rispettare l’individuo

Ogni componente del team di una startup ha le proprie competenze ed esperienze. Spesso, il leader di una startup è giovane e alle sue prime esperienze, e può trovarsi a gestire persone più adulte e con un bagaglio di esperienza alle spalle maggiore del suo. Un buon consiglio per il leader è quello di non spaventarsi di fronte a questa eventualità, ma di vederla come una sfida e soprattutto come la possibilità di utilizzare a vantaggio della startup il bagaglio di competenze ed esperienze dei componenti del team.
Bisogna quindi innanzitutto essere sempre attenti ad ascoltare cosa pensano i componenti “senior” riguardo alle attività da implementare nel percorso, ed è importante allargare questo atteggiamento di ascolto e di apertura a tutti i componenti del team, non solo ai veterani. Occorre sempre ricordarsi che ciascuno dei membri del team ha le proprie caratteristiche e i propri campi di eccellenza, e questo è il motivo per cui il founder li ha scelti.

2) Essere aperti alle nuove idee

Mantenere una politica open all’interno della startup è molto importante: spesso le migliori idee provengono dalle fonti più inaspettate, quindi è necessario essere aperti a qualsiasi fonte. Il team deve sapere che il leader della startup è aperto a ricevere e valutare nuove idee, deve sentirsi incoraggiato a comunicarle in qualsiasi momento.
Inoltre, è risaputo che nessuno conosce il funzionamento di una startup meglio di chi ci lavora ogni giorno: il team è quindi la fonte migliore di suggerimenti per migliorare il business di una startup.

3) Essere d’esempio

Il leader di una startup deve essere sempre il modello di riferimento per il team, mostrando gli standard di riferimento attraverso il proprio lavoro. Essere d’esempio è infatti il modo migliore per motivare i componenti del team: comportarsi da “grande capo” che si limita a dare ordini non dà alcun contributo al successo di una startup.
Quando il team vede che non c’è una gerarchia in cui il leader si pone al di sopra del resto della squadra è più propenso a lavorare in maniera efficace al progetto e sarà più semplice mantenere degli standard elevati anche nel prodotto/servizio offerto ai clienti.

4) Empowerment

Un buon leader non deve mai dimenticare quanto sia importante l’empowerment per il team: la squadra ideale per una startup è quella in grado di affrontare problemi e difficoltà anche senza chiedere aiuto. Ad esempio, se un cliente è in attesa di una risposta, dover aspettare “il responso dall’alto” serve solo a rallentare il processo. In una startup è invece fondamentale offrire al team la formazione e le conoscenze di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro con successo e nella maniera più autonoma possibile. Per risparmiare tempo e denaro, l’autore consiglia di preferire le guide digitali agli incontri fisici.

In conclusione, secondo Dan Adika, seguire questi quattro suggerimenti può aiutare il leader di una startup ad attivare il team verso maggiori competenze di problem solving, con il risultato di potersi concentrare meglio e garantire la crescita ed il successo del progetto.

Il link del post originale è disponibile qui: http://seriousstartups.com/2014/12/01/4-tips-empowering-team/

Napoli, 19/01/2015

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