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StartupBootcamp Barcelona: 3 mesi in Spagna e 15K alle migliori 10 startup in tema Internet of Things e Data

StartupBootcamp Barcelona è uno dei più importanti acceleratori d’Europa con focus su progetti innovativi in ambito Internet of Things & Data. Ancora per pochi giorni, è possibile presentare application al suo programma intensivo (della durata di tre mesi) che si svolgerà presso la sua sede di Barcellona a partire dal 1° dicembre 2015.

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La call è aperta, infatti, fino al 16 ottobre 2015 attraverso il form di iscrizione disponibile a questo link: https://www.f6s.com/startupbootcampiotdata2015

Saranno selezionate le migliori 10 startup early stage, con progetti focalizzati in particolare nei seguenti settori: Public Sector & Cities; Healthcare & Life Sciences; Transport, Logistic, Automotive; Environmental, Renewables, Waste Processing; Home & Garden; Industrial & Manifacturing; Finance & Insurance; Offices & Workplace; Oil, gas; Travel; Utilities; Buildings & Infrastructure; Agriculture; Personal productivity; Media & Entertainment; Construction; Retail.

Inoltre, StartupBootcamp Barcelona segnala nello specifico 9 temi di interesse, da declinare nell’area Data o in quella IoT:

1. Security
2. Analytics
3. Storage
4. Connectivity
5. Hardware
6. Software
7. Infrastructure
8. Platforms
9. Products & Services

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Alle 10 startup selezionate attraverso la call, StartupBootcamp Barcelona offre un percorso di accelerazione trimestrale con coaching, mentorship, workshop e formazione più un premio in denaro (cash) da 15.000€ per ciascun team. In cambio, le startup dovranno assicurare full commitment e frequenza del programma per la sua intera durata e Equity per l’8%. I team selezionati avranno a disposizione uno spazio gratuito di lavoro presso StartupBootcamp Barcelona per i tre mesi del percorso, più altri tre mesi.

Infine, ai vincitori sarà offerta l’opportunità di presentare il proprio pitch nel corso del Mobile World Congress 4YFN e del Demo Day finale del Programma, previsto per il 25 febbraio 2016.

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Per ulteriori informazioni: http://www.startupbootcamp.org/accelerator/internet-of-things-data-barcelona.html

Napoli, 06/10/2015

Startup Tips – Qual è il fattore che distingue una startup di successo da una destinata al fallimento?

Bill Murphy Jr è executive editor per TheMid.com e founder di ProGhostwriters.com e di recente ha pubblicato un post sul portale Inc.com nel quale cerca di trovare la risposta ad una domanda molto interessante: qual è il motivo n°1 per cui alcune startup riescono ad avere successo (e tante altre falliscono)?

Nel suo articolo, quindi, Murphy si propone di mettere in evidenza il più grande ed importante fattore che divide le startup di successo da quelle che non riescono a sfondare sul mercato e lo fa partendo dall’intervento che Bill Gross (imprenditore seriale che ha ideato Idealab) ha tenuto durante una conferenza TED: nel corso del suo intervento, Gross ha analizzato 200 aziende per capire quale fosse il fattore più importante a determinarne il successo o il fallimento.

Gross ha incluso nel suo studio aziende di enorme successo planetario (come AirBnB e YouTube) e, per controbilanciare, aziende che non hanno realizzato fino in fondo le proprie aspettative ed ha analizzato i loro punti di forza in cinque aree: Idea, Team, Business Model, Funding, Timing.

La grande sorpresa nell’analisi dei risultati è stata che, fermo restando l’importanza di tutti e cinque i fattori, il fattore più importante (che rappresenta il 42% della differenza tra successo e fallimento) è stato quello relativo al tempo e alle tempistiche: il Timing.

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Riguardo al Timing, una startup dovrebbe porsi domande come quelle che lo stesso Grass si è posto:

– E’ troppo presto per lanciare l’idea e il mercato non è ancora pronto?
– E’ presto, ma ciò rappresenta un vantaggio ed un’opportunità per “educare” il mercato?
– E’ troppo tardi e ci sono già troppi concorrenti in attività?

A titolo di esempio, Gross ha citato AirBnb e Uber.

Prendiamo innanzitutto l’esperienza di AirBnb: il team aveva un’idea apparentemente folle che ben pochi investitori erano disposti a prendere in considerazione. Inoltre, il team aveva molte risorse e capacità, ma una scarsissima esperienza in tema di leadership. Tuttavia, il servizio è stato lanciato in periodo di recessione economica, quando la gente aveva bisogno di fare soldi extra, ed era pertanto propensa a considerare l’idea di affittare una stanza o un posto letto ad un estraneo.
Considerazioni simili possono essere fatte per Uber: il lancio del progetto è coinciso con un periodo di crisi economica, quando le persone erano propense a guidare la propria auto e portare in giro gli stranieri, guadagnando un po’ di soldi extra.

Le esperienze di AirBnb e Uber sono in netto contrasto con quello che è successo invece a Z.com, società di entertainment on-line cui Gross ha collaborato nel 1999: Z.com partiva con la strada spianata in termini di risorse finanziarie ed accesso ai capitali. Ma ciò non è bastato ad evitare il fallimento.
La causa del fallimento è stata che il lancio è avvenuto troppo presto: almeno cinque anni prima che il problema della visualizzazione dei video on-line fosse veramente risolto. Cosa che invece è accaduta qualche anno dopo con YouTube.

Il consiglio finale per chi vuole lanciare una startup, quindi, è di trovare una grande idea ed un grande team ma, cosa ancora più importante, capire se il mercato ed i consumatori sono davvero pronti ad accogliere il nuovo prodotto/servizio.

Per leggere il post originale: http://www.inc.com/bill-murphy-jr/here-s-the-no-1-biggest-reason-why-some-startups-succeed-and-most-others-fail.html

Napoli, 06/10/2015

Creative Clusters – Dalla Regione Campania, due Bandi dedicati a startup e imprese innovative

La Regione Campania, attraverso l’agenzia Sviluppo Campania, promuove l’iniziativa Creative Clusters, programma di animazione ed orientamento a supporto della creazione di imprese e startup innovative con progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire allo sviluppo sostenibile della Campania, in termini economici e sociali.

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In particolare, fino al 5 ottobre 2015 sarà possibile partecipare ad uno dei due bandi previsti dall’iniziativa: Smart Cities e BCT – Beni Culturali e Turismo: per entrambi, la partecipazione è aperta a studenti, imprenditori, laureati, ricercatori, startup innovative, spin-off universitari ed industriali che operano nell’ambito territoriale della Regione Campania.

BANDO CREATIVE CLUSTERS – SMART CITIES

L’obiettivo è raccogliere e selezionare le migliori idee per lo sviluppo di città intelligenti, da supportare con servizi di innovazione e creazione di impresa.
Le proposte progettuali dovranno caratterizzarsi per innovatività e creatività, e tradursi in prodotti e processi in grado di incentivare lo sviluppo economico nei seguenti ambiti di intervento:

Broad Band
Smart Health
Smart Mobility e Mobilità Alternativa
Smart Education
Smart Government
Smart Culture & Travel
Smart Security
Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica
Risorse Naturali

BANDO CREATIVE CLUSTERS – BCT

L’obiettivo è raccogliere e selezionare le migliori idee per il settore dei Beni Culturali e del Turismo, da supportare con servizi di innovazione e creazione di impresa.
Le proposte progettuali dovranno caratterizzarsi per innovatività e creatività, e tradursi in prodotti e processi in grado di incentivare lo sviluppo economico della città di Pompei nei seguenti ambiti di intervento:

Ospitalità (alloggio e ristorazione)
Trasporto e mobilità delle persone (in particolare dei turisti)
Facility e Utility di supporto al turismo
Organizzazione del tempo libero e attività culturali
Industria culturale
Enogastronomia e produzioni tipiche artigianali

CREATIVE CLUSTERS – DESTINATARI, TEMPI E MODALITA’

I destinatari di entrambi gli avvisi si suddividono in persone fisiche e startup (con particolare premialità per startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese e spin-off universitari ed industriali). Le persone fisiche dovranno impegnarsi a costituire una startup con sede operativa nella Regione Campania entro 45 giorni dalla sottoscrizione del contratto di servizi.

Le candidature ammesse al programma seguiranno un percorso di orientamento in tre fasi:

1) Audit dell’idea di business: analisi delle idee di business presentate per individuarne elementi chiave e criticità;
2) La cassetta degli attrezzi dello startupper: aggiornamenti tecnici ad alto contenuto specialistico su tematiche-chiave della gestione di impresa, tra cui comunicazione e marketing, fund raising e crowdfunding, branding;
3) Take off dell’idea imprenditoriale: traduzione dell’idea in un Business Plan, per verificarne la fattibilità tecnologica, economica e finanziaria ed individuare le fonti e gli strumenti di finanziamento pubblico-privati più adatti al progetto.

Per entrambi i Bandi saranno selezionati fino ad un massimo di 10 proposte progettuali, sulla base dei seguenti criteri:

Chiarezza della proposta
Impatto (sia generale che rispetto al contesto territoriale)
Grado di innovatività dell’idea
Fattibilità tecnica
Appeal di mercato
Premialità (come già accennato).

Per partecipare, occorre scaricare gli Allegati disponibili a questo link ed inviarli a mezzo PEC all’indirizzo impresainnovazione.sviluppocampania@legalmail.it

La deadline è fissata per le ore 12:00 del 5 ottobre 2015

Napoli, 29/09/2015

CIPNES Barcamper Challenge: dPixel e CIPNES Gallura alla ricerca delle migliori startup nella nautica e nel food-tech

Il CIPNES di Olbia è alla ricerca di startup, da scovare e selezionare in dieci città italiane attraverso l’iniziativa “CIPNES Barcamper Challenge”.

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CIPNES Barcamper Challenge è un progetto del CIPNES Gallura, con il Patrocinio di UCINA Confindustria Nautica, della Fondazione Banco di Sardegna e di Cattolica Assicurazioni, che si propone di cercare e supportare i migliori 10 progetti innovativi di impresa nel settore della nautica e nel food-tech, da insediare nel nascente incubatore consortile di Olbia.

La fase di scouting verrà condotta su tutto il territorio nazionale grazie al Barcamper di dPixel (che supporterà il progetto in tutte le sue fasi), con un tour che attraverserà le seguenti città italiane: Genova, Oristano, Viareggio, Milano, Lecco, Bologna, Monfalcone, Roma, Ravenna, Padova.

La prima tappa del Tour si terrà al 55° Salone Nautico Internazionale di Genova, in programma dal 30 settembre al 5 ottobre. E’ già possibile prenotare uno slot sul Barcamper per partecipare alle selezioni: il link di riferimento da cui accedere al form di iscrizione è http://barcamper.it/tours/cipnes/

Dopo la fase di selezione del Barcamper Tour, saranno scelti i 20 migliori team che parteciperanno ad una startup school ad alta pressione, nel corso della quale i mentor affiancheranno e supporteranno i partecipanti nelle attività di focalizzazione dei progetti e predisposizione della documentazione da presentare in maniera professionale a investitori, partner, clienti. Inoltre, la startup school permetterà agli analisti di dPixel di effettuare una prima “due diligence” sui piani d’impresa, per valutare le successive ipotesi di investimento.

Al termine della startup school, infine, saranno scelti i 10 progetti finalisti, che parteciperanno all’evento finale TechGarage di Olbia (previsto nel 2016): durante la finale di CIPNES Barcamper Challenge, i team presenteranno i propri progetti d’impresa alla comunità finanziaria e ai potenziali partner industriali.

Per i vincitori di CIPNES Barcamper Challenge sono previsti premi in denaro e un periodo di supporto e accelerazione all’interno dell’incubatore del CIPNES.

Per maggiori informazioni: http://barcamper.it/tours/cipnes/

Napoli, 25/09/2015

App4Cities: dai dati alle applicazioni mobile – Da Polihub e FORUM PA, la call per idee innovative nel settore della Pubblica Amministrazione

Torna anche quest’anno, in occasione di #SCE2015 – Citizen Data Festival (previsto a Bologna dal 14 al 16 ottobre), l’iniziativa “App4Cities: dai dati alle applicazioni mobile”. App4Cities nasce dalla collaborazione tra FORUMPAChallenge e Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano, allo scopo di scovare e offrire visibilità alle migliori soluzioni innovative per migliorare la vita delle città e dei territori.

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L’iniziativa è dedicata a persone fisiche, imprese, enti pubblici, sviluppatori e startup (avviate nel corso degli ultimi 5 anni) con prodotti e/o servizi in grado di aiutare la pubblica amministrazione nel loro percorso di digitalizzazione delle procedure interne e dei servizi.

La Call di App4Cities si articola in sei dimensioni, legate alle dimensioni caratteristiche delle smart cities:

Economy
Mobility
Environment
People
Living
Governance

Le app presentate alla call dovranno incentrarsi sul riuso e l’elaborazione di dati o informazioni, finalizzati allo scopo di migliorare l’amministrazione pubblica, i servizi e la vita quotidiana sul territorio.

Le candidature per App4Cities resteranno aperte fino al 30 settembre 2015 a questo link: http://www.forumpachallenge.it/pagine/app4cities-dai-dati-alle-applicazioni-mobile

La Giuria, composta da esperti di PoliHub e di FORUM PA, selezionerà le 10 app finaliste, che saranno invitate a partecipare a #SCE2015 – Citizen Data Festival, ospitato dal 14 al 16 ottobre presso BolognaFiere.

Durante #SCE2015, i 10 finalisti potranno presentare la propria app e accedere ad uno spazio per le attività di networking all’interno della Manifestazione, dove sarà possibile incontrare potenziali clienti ed investitori.

Inoltre, FORUM PA e PoliHub sceglieranno, tra i 10 finalisti selezionati, una rosa di progetti che potranno usufruire di visibilità mediatica attraverso gli organizzatori ed essere coinvolti come partner nei progetti di innovazione che FORUM PA implementa e promuove durante l’anno.

Per maggiori informazioni: http://www.polihub.it/forumpa-app4cities/

Napoli, 23/09/2015

Wind Startup Award 2015: per il primo classificato, una borsa di studio per la Mind The Bridge School in Silicon Valley!

E’ aperta la call per partecipare all’edizione 2015 di Wind Startup Award, il concorso organizzato da Wind Business Factor e Wind Telecomunicazioni SpA dedicato a selezionare, supportare e premiare le migliori iniziative di impresa focalizzate sull’innovazione digitale.

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Posso partecipare alla call persone fisiche e team di progetto (idee) o startup innovative ed aziende già avviate (startup) che siano nel primo caso residenti in Italia, e nel secondo che abbiano sede legale ed operativa sul territorio nazionale.

Le idee e le startup candidabili a Wind Startup Award 2015 dovranno rispondere a requisiti di:

innovazione e/o rilevanza del prodotto e/o della tecnologia utilizzata, ma anche in termini di processo e modello di business;
efficacia reale delle soluzioni proposte;
concreta fattibilità dei progetti.

Le soluzioni innovative (sia B2B che B2C) dovranno riguardare il campo della Digital Economy, con particolare riferimento agli ambiti elencati dall’art. 2.2. del Regolamento. Tra questi ricordiamo, a titolo esemplificativo: Internet of Things, Life Science, FinTech, Digital Marketing, E-Learning, etc.

Le application possono essere inviate, entro la deadline fissata alle ore 17:00 del 30 novembre 2015 (N.B. Deadline prorogata al 6 dicembre 2015), seguendo la procedura on-line disponibile al seguente link: http://www.windbusinessfactor.it/login

La candidatura a Wind Startup Award 2015 va completata con informazioni relative a:

Descrizione del progetto: mission, problema/esigenza da risolvere;
Descrizione del mercato di riferimento;
Descrizione del modello di business;
Presentazione o link a prototipo/demo/layout;
Descrizione del team.

A partire dal 15 ottobre e fino al 9 dicembre 2015, gli iscritti alla community di Wind Business Factor potranno votare le idee e le startup iscritte alla call. Al termine delle iscrizioni, sarà creata una shortlist di 10 semifinalisti, di cui almeno 2 saranno selezionati tra i più votati dalla community.

Per i 10 progetti semifinalisti, Wind Startup Award 2015 prevede un percorso di affiancamento con i suoi coach e mentor per perfezionare il progetto e produrre un pitch efficace: il team di mentor e coach, infine, sceglierà i 5 progetti finalisti della competition.

Per i 5 finalisti è infine previsto un evento di presentazione denominato Angel/Investor Day, durante il quale presenteranno i propri pitch davanti ad un panel di venture capitalist, business angels, imprenditori e manager di Wind che sceglieranno il vincitore.

Per il vincitore di Wind Startup Award 2015, il premio in palio è una borsa di studio per un soggiorno di networking e formazione in Silicon Valley, presso la Startup School di Mind the Bridge.

Per maggiori informazioni: http://www.windbusinessfactor.it/contest/wind-startup-award-2015/5

Napoli, 17/09/2015

International Accelerator Winter Program 2015: 12 mesi in Texas e 50K per le startup selezionate

Resterà aperta fino al prossimo 5 ottobre la call for startup di International Accelerator, acceleratore statunitense (con sede nella città di Austin, in Texas) che si ripropone di portare sul mercato nordamericano le migliori startup nate fuori dagli USA.

La call è destinata a startup di tutto il mondo, che saranno selezionate con l’aiuto di ambassador scelti per ogni Paese (per l’Italia si tratta di Startupbusiness).
Le candidature vanno inviate entro il 5 ottobre 2015, compilando il modulo online disponibile al seguente link: http://www.internationalaccelerator.com/apply-now/

Le 10 migliori startup saranno selezionate entro il 19 ottobre e dovranno confermare la loro partecipazione all’evento “Investment Commitee” (previsto nella sede di International Accelerator ad Austin tra il 18 e il 21 novembre) entro il 23 ottobre. Tra le 10 startup finaliste, saranno selezionate soltanto le migliori (da 3 a 5) che entreranno a fare parte del programma di accelerazione invernale 2015/2016.

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International Accelerator è alla ricerca di progetti in svariati settori, con un focus in particolare sulle seguenti aree: Saas, Healthcare, Energy & Cleantech, Social Media.

Requisito fondamentale richiesto alle startup candidate, è avere a disposizione un Mvp (minimum viable product), con una validazione di mercato e metriche di traction.

Il prodotto dovrà rispondere ad uno specifico bisogno in un mercato che negli Stati Uniti sia attualmente in fase di crescita. Completano l’elenco delle caratteristiche fondamentali per partecipare alla call, un team solido con una profonda conoscenza del prodotto e del mercato di riferimento della startup, in cui almeno uno dei membri non sia cittadino USA. Inoltre, almeno uno dei rappresentanti del team deve disponibile a trasferirsi ad Austin, per la durata del percorso di accelerazione.

Riguardo ai premi in palio, le 10 startup finaliste avranno l’opportunità di presentare i loro progetti agli investitori dell’area di Austin e di conoscere meglio l’area della città texana, tra quelle che stanno crescendo con la maggiore velocità tre le tech-city americane.
Le startup vincitrici della call, infine, accedono al programma di accelerazione di International Accelerator (durata 12 mesi) e ad un finanziamento da 50.000$ (sotto forma di convertible note).

Per maggiori informazioni: http://www.internationalaccelerator.com/

FONTE: http://it.startupbusiness.it/news/aperta-la-call-invernale-di-international-accelerator/80992/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+startupbusinessnews+%28Startupbusiness+News%29

Napoli, 10/09/2015

Startup Tips – Alcune affermazioni da valutare con attenzione quando si vuole raggiungere il successo

Il portale Entrepreneur ha recentemente pubblicato un articolo intitolato “Beware of These 6 Assumptions in Your Startup”: firmato da Peter Daisyme (co-founder di Hostt), contiene alcune affermazioni sulle startup che, secondo l’autore, vanno attentamente ponderate quando si intraprende un nuovo percorso di business.

La scelta delle affermazioni cui fare attenzione deriva dal punto di partenza di Daisyme, secondo il quale spesso gli aspiranti imprenditori sono semplicemente i sognatori più audaci: per raggiungere il successo con una startup, infatti, bisogna essere in grado di realizzare il proprio sogno scegliendo accuratamente quali aspetti trasformare in realtà e in che modo.

Questo perchè, anche quando uno startupper è davvero audace e propenso al rischio, nel suo percorso di imprenditore dovrà fare i conti con una serie di problemi ed ostacoli da risolvere e superare, di fronte ai quali sarà necessario conoscere approfonditamente il mercato e mantenere il più possibile la mente aperta.

Vediamo, quindi, quali sono le affermazioni a cui uno startupper deve fare attenzione per portare al successo la sua idea di impresa.

Posso fare tutto da solo

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Molti startupper credono di riuscire a gestire la propria attività da soli, senza contare sull’aiuto di nessuno. Ma ben presto, ci si rende conto che restare un founder senza collaboratori, è un lavoro troppo duro da affrontare!

Non bisogna perdere alcuna opportunità di capire come gli altri vedono il nostro progetto, ed è sempre consigliabile condividere la responsabilità che fondare e far crescere una startup comporta. Ancora, è importante riuscire a trovare dei co-founder con competenze diverse e complementari alle proprie. Inoltre, l’autore ricorda che una startup realizzata da almeno due co-founder ha maggiori possibilità di essere finanziata rispetto ad una startup con un solo fondatore.

La mia startup è un’azienda

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Un’azienda è un soggetto stabile, con una formula per realizzare e perseguire la crescita, attrarre capitali e realizzare ritorno sugli investimenti. Un’azienda ha un business plan affidabile, e delle date di lancio calendarizzate. Una startup, purtroppo, non è questo.

Le startup funzionano seguendo stime e congetture, con piani che sono sempre provvisori, capitali scarsi, quasi senza dipendenti (almeno per i primi mesi) e, spesso, senza un business model definitivo su cui contare.
Costruire una startup è un processo di continua sperimentazione per capire cosa funziona e cosa no, e nella stragrande maggioranza dei casi è il founder a pagare i conti.

A compensare tutto questo, c’è l’emozione e l’adrenalina di iniziare un progetto nuovo, per qualcosa di totalmente proprio, nella speranza che il coraggio ripaghi con il successo: non bisogna, quindi, confondere il concetto di startup con quello di azienda.

Una startup cerca la propria strada per trasformarsi in azienda, e lo fa senza alcuna sicurezza, ma assumendosi di continuo il rischio di sbagliare per ricominciare dopo aver fatto i necessari aggiustamenti.

Il lancio sarà tutto, e la data del lancio è fissa e non modificabile

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L’espressione “launch early” è molto nota tra chi fa startup, al punto tale che molti sembrano aver dimenticato cosa significa pianificare le date in maniera ragionata. D’altronde è facile lasciarsi trasportare da piani ambiziosi: dopo mesi in cui si è lavorato alla propria idea, si è impazienti di lanciare il prototipo sul mercato (anche perchè è più facile ottenere un finanziamento dopo il lancio).

Chiunque ha affrontato la nascita di una startup almeno una volta nella vita, sa che tutto ciò non accade molto facilmente: nel percorso tra l’idea, il prototipo, il lancio e l’interesse degli investitori c’è sempre qualche intoppo.

Quindi, piuttosto che impegnarsi a pubblicizzare una data di presunto lancio per incuriosire il mercato e catturare l’attenzione degli investitori, l’autore consiglia di pianificare il lancio del prodotto in maniera discreta e flessibile.
Nel migliore dei casi, infatti, il prototipo avrà bisogno di aggiustamenti e modifiche, e dovrà essere rilanciato più volte.

Il prodotto sarà esattamente come immaginavamo

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Pensate che il computer sia esattamente come i suoi creatori lo avevano immaginato? O che venti anni fa, qualcuno immaginava che i cellulari sarebbero stati touch screen e in grado di collegarsi ad un database mondiale attraverso un semplice tasto?

Viviamo in un’epoca ricca di stimoli, in costante evoluzione, dove le nostre aspettative originarie sono spesso smentite dalla realtà: allo stesso modo, non possiamo sapere come si evolverà il nostro prodotto.

Una startup deve quindi testare continuamente il proprio prodotto, che sia per un pivot o per rendersi conto che il prodotto è anche meglio di come si era immaginato.

Il fund raising è la meta per il successo

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Il fund raising è soltanto un primo passo verso la liquidità: ottenere un finanziamento è sicuramente positivo, oltre ad essere utile per lavorare con maggiore tranquillità allo sviluppo del prodotto e della prima base di utenti, ma la strada da percorrere per la startup è ancora lunga.

Solo una ogni 10 aziende che raccolgono capitali riescono ad avere davvero successo, e il tasso di fallimento delle startup tecnologiche fluttua tra il 40 e il 50%. Il problema è che spesso le startup prestano troppa attenzione al fund raising e alla ricerca di venture capital, piuttosto che impegnarsi nello sviluppo di un buon prodotto.

In questo modo si rischia addirittura di far lievitare troppo il capitale, raccogliendo troppi soldi, suscitando aspettative eccessive. La scelta migliore è quella di pensare “per tappe”, impegnandosi nel fund raising per la cifra strettamente necessaria per ciascuno step.

So perfettamente chi sono i miei clienti

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Quando si immagina il cliente ideale e si cerca di stimare il mercato, è inevitabile che i founder di una startup siano portati a sovrastimare i dati in termini di crescita degli utenti e di dimensioni del mercato.

La chiave per raggiungere una visione coerente e veritiera della clientela è quella di presentare il prodotto al target di riferimento, fornendo la migliore user experience possibile. In questo modo è più semplice costruire la fiducia del cliente, e sarà più probabile che gli utenti ripetano l’acquisto. Inoltre, si ha l’occasione di conoscere davvero i propri clienti.

Soprattutto è importante che la startup non si focalizzi sulla propria idea del cliente, ma sia il più possibile aperta a conoscere veramente il mercato ed il target di riferimento.

Il post originale è disponibile qui: http://www.entrepreneur.com/article/249954

Napoli, 07/09/2015

OpenAxel: dall’UE, la call for startup che premia i migliori progetti nel settore ICT

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C’è tempo fino al 30 ottobre 2015 per partecipare alla seconda edizione della call for startup OpenAxel (Open Acceleration across Europe), progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dello Startup Europe Hub allo scopo di selezionare le migliori idee innovative in ambito ICT per supportarne la crescita, il processo di internazionalizzazione, la ricerca di finanziamenti.

Con la sua seconda call, OpenAxel selezionerà le migliori 30 startup semifinaliste, che riceveranno un pacchetto equity-free di servizi di accelerazione e l’invito a partecipare all’evento pubblico finale del Mobile World Congress 2016 a Barcellona. Tra i 30 semifinalisti, inoltre, saranno selezionati i 9 progetti vincitori che avranno diritto ai seguenti premi:

coaching e mentoring da dirigenti di aziende leader a livello globale;
accesso ad un network di potenziali partner internazionali nel settore tecnologico e dell’ICT;
Boot Camp Week in Silicon Valley per incontrare aziende leader e potenziali investitori;
invito a partecipare all’evento pubblico finale del Mobile World Congress 2016 a Barcellona.

Le application sono aperte (fino al 30 ottoobre 2015) a startup già costituite o persone fisiche (individualmente o in team) in possesso di una business idea da trasformare in impresa. I progetti innovativi per OpenAxel dovranno riguardare il settore ICT, e saranno valutati in base ai seguenti criteri:

stadio di sviluppo del progetto (da early stage a early growth),
innovatività e potenzialità disruptive dell’idea,
utilizzo delle nuove tecnologie nelle comunicazioni digital,
potenzialità in termini di scalabilità e crescita globale,
solidità del business model,
potenzialità di distribuzione rapida del prodotto e time-to-market,
solidità e committment del team.

Il link per iscriversi alla call for startup OpenAxel è disponibile a questo link: http://portal.openaxel.com/p/openaxel/

Il Regolamento completo è invece disponibile qui: http://openaxel.com/wp-content/uploads/2015/09/OPENAXEL_D41_AnnexII_Guide-for-applicants_2nd-contest_FINAL.pdf

Per tutte le informazioni: http://openaxel.com/contest/

Napoli, 04/09/2015

Startup Tips – Allineare Corporate Strategy, Product Strategy ed Execution per portare l’azienda al successo

Jim O’Leary è Vice Presidente del Product Management & Marketing per la Mitchell International, storica società californiana nel settore Software con sede a San Diego. Di recente, ha pubblicato attraverso LinkedIn un articolo molto interessante dedicato al tema della Corporate Strategy e dell’importanza di allineare la Product Strategy e l’Execution per il successo aziendale.

Il punto di partenza della sua analisi nasce dalla sua esperienza diretta nelle varie aziende in cui ha lavorato: in ognuna di esse, c’è un processo di Corporate Straqtegy ben definito, con modelli in PowerPoint e frameworks altisonanti provenienti dalla Harvard Business Review, che vengono discussi e stabiliti dal gruppo dirigente e poi condivisi con il resto dell’organizzazione. I piani di Corporate Strategy, infine, arrivano al team di Product Management e… vengono puntualmente ignorati!

O’Leary sottolinea che ciò accade non perché i responsabili di PM (Product Management) siano volontariamente disobbedienti: il fatto è che non esiste in azienda un processo per assicurarsi che la Corporate Strategy si traduca in Product Strategy e che quest’ultima venga poi effetivamente eseguita.

Per ovviare a questa situazione così diffusa, O’Leary assieme al suo team ha sviluppato e sta diffondendo una soluzione che potrebbe essere utile per risparmiare tempo e risorse, e che si presta ad essere affiancata ed inglobata con altri approcci alternativi.

Vediamo uno schema che riassume in generale la soluzione di O’Leary:

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Sharing the Corporate Strategy

Prima di tutto (come già accade in tutte le aziende) si condivide la Corporate Strategy con i Product Manager: a questo scopo, l’autore consiglia di utilizzare sessioni di gruppo interattive per piccoli team.

Product Portfolio Review Sessions

Per allineare gli investimenti di prodotto alla Corporate Strategy, O’Leary e il suo team hanno istituito delle sessioni dedicate al Product Portfolio Review ogni 10 settimane (cadenzate con il rilascio del prodotto). In queste sessioni, ci si assicura di:

– Revisionare lo stato di avanzamento di ciascun progetto di Product Development in corso (adattando le risorse se necessario),
– Selezionare i nuovi progetti da finanziare, in base alle loro potenzialità di promuovere la Corporate Strategy,
– Raccogliere gli input degli stakeholders più importanti per assicurarsi che tutti diano il proprio parere, in ordine di priorità.

PM Strategy Sessions

Per allineare l’execution delineata dal team di prodotto alla Corporate Strategy, O’Leary ha inoltre stabilito dei regolari incontri dedicati alla “PM Strategy”, da tenersi anch’essi ogni 10 settimane. Ecco come funziona ciascuna PM Strategy Session:

i Product Manager presentano i contenuti relativi a ciascuna linea di prodotto al capo e agli altri responsabili del PM & Marketing interessati a questa tipologia di informazioni;
a ciascuna linea di prodotto vengono dedicati circa 30 minuti, per poter presentare tutti gli aspetti e i dati in modo tale da offrire una visione completa dello stato attuale del prodotto, e dei futuri obiettivi da raggiungere. Le sessioni sono svolte in maniera molto interattiva, dando la possibilità di effettuare modifiche e aggiustamenti alle strategie in corso d’opera;
al termine delle presentazioni di ciascuna linea di prodotto, ogni PM identifica le strategie che potenzialmente vanno perseguite e le azioni che bisogna implementare per raggiungere i risultati desiderati (execution);
il PM stima inoltre i tempi necessari per implementare le azioni stabilite, basandosi su una stima dei tempi a disposizione. A questo punto, si preparano delle tabelle che riassumono i tempi, le azioni e gli obiettivi e che vengono esaminate con cadenza settimanale dal manager e dai dipendentri: ciò garantisce che la strategia e l’execution siano seguite quotidianamente;
in apertura della session successiva, saranno monitorate le azioni e gli obiettivi raggiunti: questa “revisione pubblica” dà grande motivazione a tutti i membri del team,
la PM session è infine indispensabile per identificare in maniera esplicita le strategie e le azioni più urgenti e quelle da tralasciare, in modo tale da ridurre al minimo la quantità di WIP (work in progress) e ottimizzare ulteriormente tempi e risorse.

PM Strategy Sessions – Metriche e Dati

Infine, O’Leary identifica i dati e le metriche fondamentali da passare in rassegna durante ciascuna PM Strategy Session:

1) Value Proposition del prodotto: è fondamentale che un Product Manager sia in grado di articolare la value proposition del suo prodotto in maniera interessante per i prospetti, i clienti, il team di vendita. Se al PM non è chiara la value proposition, infatti, si rischa di investire in capabilities di prodotto che non sono importanti per il mercato, e di veicolare messaggi che non sono efficaci. Con il tempo, l’azienda dovrebbe concentrarsi per allineare ciascuna value propsition di prodotto alla value proposition ae alla comunicazione dell’azienda in generale.

2) Fase del ciclo di vita del prodotto: identificare la fase del ciclo di vita in cui si trova ciascun prodotto è necessario per ottenere informazioni utili su cui basare le aspettative, i livelli di investimento, la quantità di risorse da spendere in marketing, etc. Molto spesso, infatti, il PM di un prodotto in fase di declino cerca di ottenere risorse aggiuntive per lo sviluppo, anzichè dedicarsi al contenimento dei costi (cosa che sarebbe più appropriata per un prodotto in fase di declino).

3) Feedback recenti raccolti dai clienti: che siano feedback raccolti in maniera diretta, o attraverso ricerche di mercato, riscontri positivi in termine di vendite, etc., si tratta di una possibilità per il PM di tenere traccia dei risultati ottenuti attraverso informazioni provenienti da varie fonti. Per il team di PM, inoltre, questo è il modo per essere più in contatto con il mercato.

4) Posizione del prodotto rispetto ai concorrenti sulla curva Prezzo-Performance: è fondamentale per capire il nostro prodotto (anche in termini di prezzo) rispetto a quelli della concorrenza. L’asse dei prezzi è relativamente semplice, mentre ottenere i dati per quella delle prestazioni è più complesso e si tratta di numeri difficili da misurare con precisione. In ogni caso, anche se le metriche di performance sono approssimate, la curva Prezzo-Performance rimane uno strumento indispensabile per il PM, che riesce a capire se il prezzo del nostro prodotto è quello più giusto rispetto a quello applicato dai concorrenti.

5) Obiettivi di Business annui per il prodotto: una volta identificata la fase di vita in cui si trova ciascun prodotto, bisogna definire ciò che significa “avere successo” per ciascun prodotto. Ciò vuol dire stabilire degli obiettivi adatti a ogni prodotto, a seconda delle sue specifiche caratteristiche.

6) Revenue Trend e Customer Trend: probabilmente la metrica più importante di tutte. Serve a capire se il prodotto è in crescita o è in calo.

7) Total Addressable Market (TAM): per quantificare se il prodotto è in un mercato che vale la pena perseguire, occorre osservare il gap tra il TAM e la quota di mercato stimata composta da “nostro fatturato + fatturato dei concorrenti”. In questo modo è possibile capire se ci sono opportunità di mercato non ancora sfruttate, o se l’azienda sta investendo troppo in un TAM in realtà basso. In questo modo è possibile fare degli aggiustamenti efficaci agli investimenti previsti per ciascuna linea di prodotto.

8) Margine di prodotto: presentato di solito con un grafico a cascata, aiuta a visualizzare quanto profitto viene generato da un prodotto e aiuta il team ad identificare le opportunità per migliorare la redditività riducendo i costi.

9) Andamento del Technical Support Case Volume nel tempo: l’indicatore in questione offre informazioni sul livello di soddisfazione dei clienti (i clienti soddisfatti non hanno bisogno di supporto tecnico) e identificano le opportunità per attuare modifiche migliorative al prodotto, abbassando così i costi di Technical Support.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/stop-ignoring-your-corporate-strategy-how-align-product-jim-o-leary

Napoli, 02/09/2015

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