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Tag: business

Cresce l’ecosistema campano dell’innovazione: nasce a Caserta “012 Factory”, centro di contaminazione per startup

E’ appena nata in Campania una nuova realtà dedicata all’imprenditoria innovativa: si tratta di 012 Factory, centro di contaminazione per startup, talenti e idee creative di impresa che offre un percorso formativo gratuito sui temi dell’imprenditoria innovativa: 012 Academy.

Il centro 012 Factory si trova a Caserta ed sarà inaugurato ufficialmente oggi, 27 febbraio, con un evento che si terrà a Villa Vitrone (Via Fulvio Renella, 89 – Caserta) a partire dalle 17:30.
Nel frattempo, sono già aperte le iscrizioni per il programma formativo 012 Academy 2014: è possibile inviare la propria candidatura on-line entro il 31 marzo 2014 compilando il form di iscrizione disponibile al link http://www.012factory.com/academy.php .

Tra tutte le candidature saranno selezionate le migliori 30 che potranno accedere gratuitamente al percorso di formazione semestrale (che si terrà tra maggio e novembre 2014): il focus è su progetti innovativi e ad alto potenziale di crescita, e la partecipazione è aperta a talenti creativi, studenti, aspiranti imprenditori già in possesso di un’idea imprenditoriale o semplicemente con molta voglia di mettersi alla prova. E’ prevista inoltre un’attività di team building ad aprile 2014, prima dell’inizio dell’Academy.

Il percorso 012 Academy si struttura in 12 moduli dedicati ad altrettanti temi fondamentali per startup e imprese: Analisi dei Bisogni, Competitor e Best Practices, Analisi di Mercato, Processi di Produzione, Piano Commerciale e Pricing, Comunicazione, Risorse Umane, Aspetti Legali e Societari, Proprietà Intellettuale, Business Model, Finance e Piano Economico, Pitch Development.

Al termine del percorso formativo, la migliore idea di impresa riceverà un premio consistente in un Seed Funding di 20.000 euro e potrà accedere all’Incubatore di 012 Factory per un percorso della durata di altri 6 mesi.

Per maggiori informazioni: http://www.012factory.com/

Napoli, 27/02/2014

Opportunità per startup: aperte fino al 30/06 le candidature per UniCredit Start Lab 2014

UniCredit Start Lab è il programma di accelerazione dedicato ai migliori progetti imprenditoriali innovativi creato nel 2009 da UniCredit, che ha sostenuto negli ultimi anni oltre 100 startup ed è attualmente alla ricerca delle idee di impresa più interessanti per l’edizione 2014 del Programma: le candidature on-line resteranno aperte fino al 30 giugno 2014 (è possibile registrarsi alla piattaforma on-line dedicata al Programma UniCredit Start Lab a questo link).

UniCredit Start Lab è un programma multisettoriale, che accoglie progetti innovativi di impresa riguardanti i seguenti ambiti:

Life Science: Biotecnologie, Pharma, Medical Devices, Servizi di Health Care;
ICT/Web/Digital: Digital Design, Mobile Apps, Hardware;
CleanTech: Energie rinnovabili, Efficienza energetica, Mobilità sostenibile;
Innovative Made in Italy: Fashion, Materiali innovativi, Nanotecnologie, Robotica.

Tra tutti i Business Plan ricevuti entro il 30 giugno 2014, UniCredit Start Lab selezionerà 10 startup per ciascuna delle categorie elencate che saranno ammesse al Programma. Il Programma Start Lab ha una durata di 12 mesi e prevede la partecipazione alla Startup Academy 2014 di UniCredit, un percorso di formazione sui temi dell’imprenditorialità, e al programma di mentoring personalizzato di UniCredit per ciascun team inserito nel programma UniCredit Start Lab.

Il programma annuale Unicredit Start Lab offre quindi una serie di opportunità, servizi e attività per le startup selezionate:

Valutazione: incontri one-to-one con gli esperti della commissione specializzata nel proprio ambito di riferimento, che permetteranno al team di confrontarsi e ottenere feedback utili allo sviluppo e la crescita della startup;
Mentoring: una volta effettuata la valutazione, a ciascun team saranno assegnati uno o più mentor del network UniCredit che seguiranno il team nell’evoluzione nel progetto e in particolare nei momenti chiave per la crescita della startup. Sono previsti almeno quattro incontri durante i 12 mesi di durata del programma.
Formazione: erogata essenzialmente attraverso la Startup Academy, si svolgerà presso gli spazi di UniCredit a Milano e sarà dedicata a temi specifici legati alla realizzazione e l’accelerazione dei progetti imprenditoriali (es. Go To Market, Business Plan, Governance).
Networking: i partecipanti al Programma entreranno in contatto con il network internazionale di UniCredit, e quindi con aziende, professionisti, partner, soggetti istituzionali e manager protagonisti del mondo dell’imprenditorialità e dell’innovazione.

Inoltre, i team selezionati per il Programma UniCredit Start Lab 2014 parteciperanno all’evento finale “Pitch Day”, durante il quale avranno la possibilità di incontrare potenziali investitori (Business Angel, Fondi Early Stage, Venture Capitalist, ecc.). Al termine del Programma saranno selezionati 4 vincitori (uno per ciascuno dei settori di riferimento) i quali riceveranno un premio in denaro di 10.000 euro: i migliori progetti saranno scelti sulla base di criteri quali l’innovatività, le potenzialità di mercato, la completezza del team e le prospettive economico-finanziarie del business.

Per maggiori informazioni:

– La pagina ufficiale dedicata al Programma UniCredit Start Lab: https://www.unicreditgroup.eu/startlab/it/startlab/programma.html

– Il Regolamento del Programma UniCredit Start Lab: https://www.unicreditgroup.eu/startlab/it/startup/regolamento.html

Napoli, 27/02/2014

European ACE Competition: un percorso di accelerazione per startup innovative che vogliono crescere sui mercati internazionali

Manca poco alla chiusura delle application per European ACE Competition, progetto europeo dedicato alle startup e PMI innovative più promettenti con elevato potenziale di crescita nei mercati internazionali: fino al 28 febbraio 2014 è possibile inviare la propria candidatura on-line compilando il form disponibile al link http://www.f6s.com/aceprogram.

Il Progetto ACE (Accelerator Cross-Border Engagement Project), lanciato nel settembre dello scorso anno, consiste in un programma di accelerazione per startup e PMI innovative nel settore ICT ed è finalizzato all’internazionalizzazione dei progetti coinvolti, in particolare alla ricerca di partner e finanziatori sui mercati esteri.

Dopo la chiusura delle selezioni, saranno identificati i 120 progetti migliori che verranno inseriti nel programma di accelerazione ACE: all’interno della rete di partner che abbraccia tutta Europa, i team e le startup selezionate attraverso European ACE Competition potranno beneficiare di un programma gratutito di mentorship che include attività e servizi quali living lab validation, assistenza ed incontri con potenziali partner e clienti, spazi di coworking, incontri con investor stranieri, coaching ed assistenza per la stesura e la presentazione del pitch. Lo scopo finale del programma di accelerazione è consentire alle startup coinvolte la possibilità di sviluppare il proprio internationalization plan.

Come accennato, il Progetto ACE può contare su un network di partner internazionali che erogheranno i servizi e le attività del percorso di accelerazione ai vincitori: il partner italiano del Progetto ACE è META Group, leader nella consulenza aziendale, gestore di alcuni fondi di venture capital (attraverso ZernikeMeta Ventures) e attore di rilievo nell’ecosistema startup italiano con il suo Startups’Village.

Per maggiori informazioni: http://www.europeanace.eu/

Napoli, 26/02/2014

Open Event al CSI: il 7 marzo, Coaching Day sull’Innovation Management – Strategie e strumenti

L’ENEA, nell’ambito del Progetto Enterprise Europe Network, in collaborazione con CSI Incubatore Napoli Est – Comune di Napoli – Assessorato Lavoro, Gestione delle crisi e Politiche di sviluppo, organizza il Coaching Day sull’Innovation Management – Strategie e strumenti: l’evento è destinato ad imprese e startup innovative e si terrà il 7 marzo 2014 a partire dalle 9:30 presso la sede del CSI (Via Bernardino Martirano, 17 – Napoli).

Il workshop dedicato al tema dell’Innovation Management prevede due sessioni:

– La I sessione si terrà nella mattinata di venerdì 7 e consiste in un workshop durante il quale verrà fornita ai partecipanti un’ampia e puntuale panoramica su opportunità e vincoli della valorizzazione dell’innovazione e sugli strumenti finanziari per l’innovazione dedicati alle PMI in ambito nazionale e comunitario.

– La II sessione, prevista nelle ore pomeridiane di venerdì 7 (dalle ore 14:30 in poi), sarà dedicata ad incontri one-to-one finalizzati all’analisi specifica del portfolio innovativo e del fabbisogno finanziario: gli esperti di Innova Spa e Invent Innovation Ventures lavoreranno sui singoli casi individuando le possibili soluzioni specifiche.

La partecipazione al Coaching Day sull’Innovation Management – Strategie e strumenti è gratuita con prenotazione obbligatoria (i posti sono limitati).

Per prenotarsi occorre compilare il form disponibile nella pagina dedicata all’evento sul sito www.incubatorenapoliest.it

Per partecipare ai colloqui one-to-one previsti nella sessione pomeridiana, oltre alla prenotazione online, è obbligatorio compilare l’application form disponibile a questo link: https://www.incubatorenapoliest.it/wp-content/uploads/2014/02/App-form_Coaching-day_INCNAPOLIEST.pdf

L’application form per i colloqui one-to-one deve essere inviata entro il 04/03/2014 all’indirizzo enea.bridgeconomies@enea.it

Per tutte le informazioni, per le prenotazioni e per scaricare l’application form di iscrizione ai colloqui one-to-onehttps://www.incubatorenapoliest.it/event/innovation-management-strategie-e-strumenti-open-workshop/

Napoli, 25/02/2014

Aperte le candidature per TechHub: formazione e contributi per progetti imprenditoriali basati su tecnologia e innovazione

E’ stato pubblicato l’Avviso Pubblico con cui si aprono le selezioni per il Progetto TechHub: come spiegato in questo post del nostro blog (in occasione della presentazione del Progetto tenutasi lo scorso gennaio), si tratta di un’iniziativa riservata alle nuove imprese e agli aspiranti imprenditori con idee innovative e a forte contenuto tecnologico nata dalla collaborazione tra Camera di Commercio di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II e Banco di Napoli.

La partecipazione a TechHub è aperta ad aspiranti imprenditori e a imprese già costituite da non oltre 48 mesi. Per le imprese già costituite sono previsti una serie di requisiti (elencati all’art. 3 dell’Avviso Pubblico), tra cui ricordiamo l’obbligo di avere sede operativa nella provincia di Napoli (o l’impegno a trasferire la propria sede in provincia di Napoli entro 30 giorni dall’eventuale comunicazione di ammissione ai benefici).

Il programma di TechHub prevede la selezione dei migliori progetti (da un minimo da 15 a un massimo di 30) che potranno partecipare alla prima fase consistente in un Programma Formativo della durata di 10 giornate formative dedicate ad argomenti fondamentali per le nuove imprese, tra cui aspetti relativi alla Costituzione e Amministrazione, Gestione delle Risorse Umane, Business Modelling (l’elenco completo è riportato all’art. 5.1 dell’Avviso Pubblico).

Il Percorso Formativo sarà erogato da specialisti del Banco di Napoli (per i temi riguardanti il Venture Capital e lo Start Up aziendale) e da esperti selezionati tra professionisti del settore e docenti della Federico II.

Al termine delle 10 giornate formative, i beneficiari che avranno partecipato almeno all’80% delle ore di formazione accederanno ad un ulteriore Percorso di Approfondimento, composto da 5 giornate formative dedicate a tematiche più strettamente connesse agli aspetti finanziari, gestionali e di fund raising. Durante il Percorso di Approfondimento i team svilupperanno il proprio Business Plan che presenteranno all’evento finale di TechHub: l’Arena con gli investitori.

Durante l’Arena, una Giuria di esperti in materia di investimento nel capitale di rischio e di trasferimento tecnologico selezionerà i sette migliori progetti che accederanno ai premi finali.
I premi consistono nella concessione di un contributo a fondo perduto della CCIAA di Napoli per il finanziamento e l’implementazione dell’idea progettuale: i primi due classificati beneficeranno di un contributo pari a 50.000 euro, mentre agli altri sarà riconosciuto un contributo di 30.000 euro per ciascun progetto.

Per partecipare a TechHub, la domanda di partecipazione dovrà pervenire alla Camera di Commercio di Napoli entro le ore 12:00 del 27 marzo 2014: la domanda potrà essere compilata e stampata registrandosi alla piattaforma dedicata a TechHub (qui, il link di riferimento), per poi essere consegnata alla CCIAA di Napoli secondo le modalità indicate all’art. 7 dell’Avviso Pubblico.

Per ulteriori dettagli ed informazioni, l’Avviso Pubblico per l’accesso a TechHub è disponibile a questo link: http://www.na.camcom.it/wps/wcm/connect/9e94f800430ca514a666f71d1e4fabb1/Avviso+con+allegati.pdf?MOD=AJPERES

Napoli, 25/02/2014

Consigli alle startup – Smart scaling: qual è il momento giusto per un pivot?

Il “pivot” rappresenta una decisione aziendale di effettuare un cambio di direzione, una modifica nella sua attività principale o nel suo modello di business per ottimizzare le proprie possibilità di successo e di crescita: si tratta di un concetto centrale nel modello Lean Startup elaborato da Eric Reis, del quale hanno discusso anche altri esperti di startup tra cui Steve Blank (qui, il più recente dei nostri post sull’argomento).

Qualche tempo fa, su VentureBeat.com, è stato pubblicato un post scritto in collaborazione con gli esperti di TriNet (società californiana leader nella consulenza aziendale) che spiega come capire qual è il momento giusto per un pivot, e come fare a non prendere troppo di sorpresa i propri utenti/clienti. Secondo gli autori del post, il pivot è necessario nelle seguenti situazioni:

1) Le persone non vogliono il vostro prodotto. E’ possibile che ciò accada sia ad un business maturo, sia in fase midstage che a un piccolo business agli inizi. In alcuni casi, infatti, un’azienda arriva a detenere una certa nicchia di mercato, con alcuni clienti che capiscono e apprezzano il core business. Ma per crescere davvero, e svilupparsi ad un livello successivo, occorre assicurarsi che il vostro prodotto/servizio abbia la possibilità di diventare popolare, su un mercato più ampio. Ciò può essere difficile, soprattutto per aziende del settore Saas (software-as-a-service).

Quando ci si rende conto che il prodotto non è appetibile per un’ampia fascia di potenziali clienti, diventa necessario riflettere su cosa realmente fa l’azienda e su perchè il prodotto/servizio che offre è importante per la gente, su quale problema risolve: potrebbe essere il caso di adoperarsi per un pivot, concentrando il proprio business sui prodotti/servizi che possono essere maggiormente appetibili sul mercato.

2) Il team è scoraggiato. Se i dipendenti attraversano una fase in cui sono scoraggiati e poco coinvolti con gli obiettivi dell’azienda, è probabile che anche i clienti smetteranno di seguire il business. Questo è, probabilmente, uno dei motivi principali del successo globale delle startup: attraggono attenzione ed interesse perchè sono piene di energia, motivate e impegnate nell’innovazione.
Se il team perde interesse e non crea nulla di innovativo, è probabile che anche i clienti perdano interesse per il prodotto/servizio che offrite e che si spostino verso marchi concorrenti.

Esistono degli indicatori-chiave per questa situazione: il tasso di abbandono dei dipendenti aumenta e i fornitori dimostrano meno interesse a lavorare con voi. Inoltre, quante più persone lasciano l’azienda, tante più persone che restano si demotivano, e di conseguenza lasceranno. Ecco che si innesca un vero e proprio circolo vizioso, che porta l’azienda in una situazione di crisi. La soluzione a questo tipo di problema è anche questa volta un pivot: occorre offrire al team la possibilità di lavorare ad un progetto innovativo, lasciare spazio alla creatività dei dipendenti e lavorare tutti insieme in vista di un’idea per costruire il futuro dell’azienda.

3) C’è un concorrente che non è possibile battere. Nel post su VentureBeat, gli autori si servono a questo punto dell’esempio di Instagram: i founders avevano iniziato con un social network location-based chiamato Burbn, che in fase early stage iniziava a crescere. Tuttavia, in quel periodo, c’era un grosso concorrente sul mercato: Foursquare. Ben presto i founders di Burbn si resero conto che, per avere successo, avrebbero dovuto fare qualcosa per differenziarsi dal concorrente: il loro pivot è stato l’inserimento delle fotografie e dei filtri, grazie al quale è stato possibile ritagliarsi un mercato completamente differente che li ha portati ad una delle acquisizioni di più alto profilo degli ultimi anni.

Una volta esaminate le situazioni nelle quali è consigliabile effettuare un pivot, il post prosegue con una serie di consigli su come affrontare questo delicato momento della vita di un’azienda senza rischiare di perdere tutto ciò che si era già acquisito. Si tratta di consigli fondamentali per qualsiasi azienda, ma particolarmente utili per una startup: occorre fare molta attenzione, perché le persone (che siano clienti, fornitori o clienti) sono sempre particolarmente restie di fronte ai cambiamenti. Vediamo quali sono i tre consigli pratici per un pivot di successo:

1) Mantenere il focus sulla user experience. Che si tratti di un’azienda consolidata o di una startup agli inizi, spesso la tendenza è quella di concentrarsi esclusivamente sui prodotti/servizi offerti. In realtà, è fondamentale sforzarsi di tenere in considerazione i pareri dei clienti: cosa pensano del prodotto? Di cosa hanno bisogno? Cosa si aspettano? Acquistano il vostro prodotto con una certa regolarità? E’ fondamentale porsi queste domande, e l’unico modo per avere delle risposte è parlare ai clienti per ottenere i loro feedback.

2) Mettere in pratica un progetto collaborativo. Occorre coinvolgere il team, i colleghi e i dipendenti nel pivot: tutti devono sentirsi coinvolti e devono poter collaborare al cambiamento del modello di business. Un suggerimento è quello di creare gruppi di lavoro dedicati al pivot all’interno dell’azienda. Inoltre è fondamentale capire chi sono le persone maggiormente scontente e demotivate e chi, invece, è più incline e propenso al cambiamento e all’innovazione: entrambi vanno attivamente coinvolti. Fondamentale, infine, dare a tutti i componenti dell’azienda la possibilità di fornire i propri feedback, creando dei canali riservati ad hoc.

3) Trovare un altro “big problem” da risolvere. La principale critica che viene mossa oggi alle startup è che molte aziende lavorano per risolvere problemi di scarsa rilevanza. Se le persone credono che il problema risolto dal prodotto/servizio offerto dall’azienda sia poco importante, è il momento di un pivot. Diventa quindi indispensabile trovare un problema interessante, un gap da colmare, che sia utile ai clienti nella vita di tutti i giorni. Quando si trova il problema da risolvere, occorre tenerlo presente come un faro verso il quale dirigere il pivot e l’intera mission aziendale: la chiave per trovare un problema di questo tipo è quella di affidarsi alla creatività e all’innovazione.

Per leggere il post originale: http://venturebeat.com/2013/09/19/smart-scaling-3-signs-you-need-to-pivot-and-how-to-pull-it-off-2/

Napoli, 24/02/2014

Un’opportunità per progetti innovativi nel settore Vending dal contest “Intel Intelligent Vending Competition”

Intel Intelligent Vending Competition è un contest organizzato da Intel Corporation collegato all’evento internazionale Venditalia 2014, la fiera internazionale dedicata agli attori del settore Vending (vendita attraverso distributori automatici) che si terrà a Milano dal 7 al 10 maggio 2014.

Il Contest è dedicato a talenti creativi che abbiano un progetto innovativo nel settore Vending. In particolare, la Giuria si baserà sui seguenti criteri di valutazione:

1. Eccellenza nella vending user experience, inclusa l’interfaccia della macchina (grafica, touch screen, integrazione con i social media, ecc.);
2. Integrazione tra le funzioni del vending system management con la piattaforma (connettività, product e price management, ecc.);
3. Business Model innovativi nel settore Vending (programmi fedeltà, sconti, voucher/coupons, etc.);
4. Integrazione di metodi di pagamento/transazione innovativi alle piattaforme vending (sistemi di pagamento mobile-based, vouchering, ecc.).

La partecipazione a Intel Intelligent Vending Competition è aperta a talenti internazionali che abbiano compiuto il 18° anno di età, le candidature dovranno pervenire entro il 1° marzo 2014 attraverso il modulo on-line disponibile al seguente link: https://www.inteleventzone.co.uk/iva-2014/

Entro il 14 marzo 2014 la giuria selezionerà il miglior progetto: il team proponente potrà partecipare in maniera gratuita all’evento Venditalia 2014, con la possibilità di presentare il proprio progetto attraverso lo stand Intel all’interno della manifestazione. Si tratta di un’occasione di grande visibilità, infatti la scorsa edizione di Venditalia ha registrato circa 20.000 visitatori da oltre 90 paesi in tutto il mondo.

Napoli, 20/02/2014

Continuous Customer Discovery, MVP e complessità: i consigli alle startup dal blog di Steve Blank

L’ultimo post del blog di Steve Blank è dedicato al tema della Continuous Customer Discovery: il contatto continuo con i clienti è fondamentale per una startup, e consente al team di diventare più “smart” anche dei potenziali investitori.

Per spiegare l’importanza della Continuous Customer Discovery Blank si serve dell’esempio di Ashwin, un suo ex-studente, che qualche tempo fa cercava di mettere a segno un seed round piuttosto ingente per finanziare il suo progetto di startup, Ceres Imaging. Il progetto prevedeva la costruzione di droni (Unmanned Aerial Vehicles) dotati di una speciale fotocamera (Hyper-spectral Camera), da far volare sui campi coltivati per raccogliere immagini delle coltivazioni. Partendo dalle immagini catturate dai droni, e grazie a dei particolari algoritmi sviluppati ad hoc, Ashwin e il suo team avrebbero potuto raccogliere dati e informazioni utili sulle piante: gli agricoltori avrebbero potuto sapere in tempi rapidi se le piante erano in buono stato di salute, se c’erano insetti, se c’era abbastanza fertilizzante e se avevano bisogno d’acqua.

Quando Ashwin cercava finanziamenti seed per costruire i droni, Blank gli aveva fatto notare che il loro minimum viable product in realtà non erano i droni, bensì i dati fruibili per gli agricoltori. Il suggerimento di Blank era quindi quello di convalidare il minimum viable product in un modo più semplice ed economico, affittando un elicottero o un aereo per sorvolare i campi. Una volta in possesso delle immagini, Ashwin e il suo team avrebbero potuto estrarre manualmente i dati e vedere se i contadini erano disposti a pagare per ottenerli. In questo modo, i capitali che Ashwin aveva bisogno di reperire attraverso un seed round sarebbero stati molto meno ingenti, e anche i tempi per effettuare il test erano drasticamente ridotti.

Qualche tempo dopo, Blank ha incontrato nuovamente Ashwin per scoprire a che punto era il progetto e quale fosse attualmente il minimum viable product: con grande sorpresa di Blank, la situazione era totalmente cambiata.

I founders di Ceres Imaging, parlando con i potenziali clienti (gli agricoltori) della loro idea dei droni, avevano scoperto che esistono i cosiddetti “Crop Dusters“: si tratta di veicoli aerei utilizzati in agricoltura per spruzzare pesticidi sulle coltivazioni. Negli USA sono circa 1.400 le aziende agricole che utilizzano i Crop Dusters, con circa 2.800 aerei in 44 stati.

Parlando con i potenziali clienti, Ashwin e gli altri founders di Ceres Imaging avevano ottenuto un’informazione preziosa: non era affatto necessario costruire dei droni per convalidare il minimum viable product, bastava semplicemente montare le Hyper-spectral Camera su questi veicoli già in possesso dei coltivatori. Quello che sembrava essere un grosso sforzo in termini di tempo, risorse e capitali si era immediatamente trasformato in un piccolo costo variabile e, allo stesso tempo, ben 1.400 aziende erano diventati potenziali clienti di Ceres Imaging.

Il minimum viable product era diventato un sistema di imaging montato sui Crop Dusters, per ottenere dati e informazioni utili ai coltivatori. La value proposition di Ceres Imaging non era l’aereo, nè tantomeno la macchina fotografica, bensì gli algoritmi specializzati nel monitoraggio dei livelli di acqua e fertilizzanti: un’idea brillante per una startup.

L’esperienza di Ashwin e del team di Ceres Imaging dimostra ancora una volta quanto sia importante “uscire dall’edificio” e andare a parlare con i potenziali clienti: secondo Blank, la continuous customer discovery deve entrare a far parte del DNA dell’azienda.

Inoltre, Blank sottolinea l’importanza per una startup di scegliere bene il minimum viable product: il giusto MVP consente infatti alla startup di eliminare le complessità dal business model e facilitare la fase di test.
La scelta deve essere effettuata focalizzandosi su ciò che fornisce valore immediato agli earlyvangelists, i primi potenziali partner e clienti della startup.

Ultimo consiglio di Blank: le complessità e il valore aggiunto vanno presi in considerazione soltanto in seguito, quando il minimum viable product è convalidato.

Per leggere il post originale dal blog di Steve Blank: http://steveblank.com/2014/02/19/how-to-be-smarter-than-your-investors-continuous-customer-discovery/

Napoli, 20/02/2014

Consigli per startup: le sfide da affrontare quando si lancia sul mercato un prodotto innovativo

Scott Finfer è dal 2011 CEO della startup Emerge Clinical Solutions, ed è un esperto imprenditore ed investitore, che ha lavorato con questa startup riuscendo a trasformarla da un’azienda innovativa alle prime armi a leader consolidato nel settore medico e sanitario. Di recente ha firmato un articolo per Entrepreuner sulle sfide più difficili per una startup che, con un prodotto/servizio innovativo, crea un mercato del tutto nuovo.

Mentre un’azienda che offre un prodotto/servizio già esistente sul mercato deve fare i conti con i competitors per guadagnare quote di mercato, un’idea innovativa si trova ad affrontare spesso problemi molto più grandi: bisogna far comprendere il proprio prodotto ai potenziali clienti, far nascere in questi ultimi la consapevolezza di averne bisogno e convincerli ad assumersi il rischio di acquistarlo. Tutto ciò, riuscendo a mantenere l’azienda a galla da un punto di vista finanziario.

Finfer parte proprio dalla sua esperienza presso la startup Emerge Clinical Solutions, che commercializza un software nel settore medico (il cosiddetto EMR): si trattava di un prodotto totalmente nuovo, che aveva necessità di un forte sostegno finanziario e di una buona attività di marketing. Vediamo quali sono le sfide che una startup con un prodotto innovativo, che ha creato un nuovo mercato, ha dovuto affrontare.

1. Sopravvivere al passaggio da “unproven” a “proven”.

Durante le prime fasi di sviluppo, gli investitori originari di Emerge avevano finito i capitali a propria disposizione e si sono rivolti ad investitori esterni. Ma con un’idea “unproven”, non ancora testata, non è facile convincere degli investitori a rischiare i propri capitali per finanziare il progetto: è stato quindi fondamentale prestare la massima attenzione alla gestione finanziaria nelle fasi iniziali, cercando allo stesso tempo di guardare al futuro e di stringere relazioni efficaci con partner strategici.

2. Come si fa a vendere un prodotto che ancora non esiste, e del quale non si sa quali potrebbero essere le caratteristiche e i problemi?

Come accennato, Emerge commercializza cartelle cliniche elettroniche (EMR), ma durante le prime fasi di vita della startup solo il 25% dei medici utilizzavano questa tecnologia: una situazione difficile, che Finfer paragona a quello che poteva essere vendere la tecnologia e-mail prima che esistesse internet. Il mercato era molto limitato, ma Emerge aveva una vision ben precisa, e presto i medici hanno iniziato a comprendere l’utilità e l’efficienza della tecnologia EMR. Il prodotto di Emerge consentiva di migliorare qualcosa che i medici stavano già utilizzando, e questo ha aiutato la diffusione del prodotto.

3. Come si fa a dimostrare che un prodotto è valido, quando non c’è nulla con cui paragonarlo?

Proprio come nel caso di Emerge, è difficile ottenere dei confronti e dei dati specifici riguardanti l’impatto positivo di un prodotto quando non c’è nulla di simile cui paragonarlo: senza statistiche precedenti, è difficile dimostrare che le performance del nostro prodotto sono migliori. Una possibile soluzione è quella di costruire una statistica di dati con i primi clienti, che possono condividere i risultati, i benefici ed i pareri con gli altri potenziali clienti interessati al prodotto. I primi clienti diventano// dei “tester” che partecipano al work in progress della startup e suggeriscono modifiche e miglioramenti.

4. Individuare un valore di mercato equo è essenziale.

Un’altra questione che si pone quando una startup lancia un prodotto innovativo è capire come decidere quanto vale tale prodotto. Se il prodotto è troppo costoso, infatti, diventa molto difficile venderlo e, viceversa, se il prezzo fissato è troppo basso, si corre il rischio di svalutarlo agli occhi dei potenziali clienti. Anche in questo caso, diventa fondamentale trovare dei clienti che facciano da “tester”, che siano disponibili a rischiare acquistando un prodotto che si affaccia per la prima volta sul mercato: anche questa può essere una sfida davvero impegnativa per una startup.

5. Il vostro successo è la nascita di un concorrente prima che il vostro business abbia iniziato a scalare.

Quando la startup ha superato le prime quattro sfide, solitamente si ritrova a dover affrontare un ulteriore problema: nascono i primi concorrenti, che cercano di copiare il prodotto. Ecco che un prodotto di nicchia, improvvisamente, si avvia a diventare mainstream. Spesso saranno proprio le grandi aziende a cercare di capire cosa rende così speciale il vostro prodotto, a provare a duplicarlo e scalarlo più velocemente di voi. Un’azienda pionieristica, secondo Finfer, può sopravvivere a quest’ultima sfida soltanto se riesce a mantenere stretta la propria posizione e la propria nicchia di mercato, lottando per la crescita del proprio business.

Il post originale di Scott Finfer è disponibile a questo link: http://www.entrepreneur.com/article/231570

Napoli, 19/02/2014

Eventi per imprese e startup a Napoli: il 1° marzo il dibattito “Imprese innovative: per sviluppo e occupazione”

“Imprese innovative: per sviluppo e occupazione” è il titolo dell’evento che si terrà sabato 1° marzo dalle ore 10:00 alle ore 12:30 presso Eccellenze Campane (Via Brin 69, Napoli).
Si tratta di un confronto/dibattito organizzato da Eccellenze Campane e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II (nello specifico, a cura del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale) cui prenderanno parte rappresentanti del mondo accademico, imprenditoriale e delle Istituzioni.

Anche il CSI – Centro Incubatore Napoli Est sarà presente all’evento con un intervento di Giampiero Bruno (Soges S.p.a. – A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est): tra gli altri interventi in programma, ricordiamo quello di Giuseppe Bruno (Presidente del Corso di Studi Ingegneria Gestionale – Università Federico II), Pasquale Buonocore (Direttore di Eccellenze Campane), Mario Raffa (Direttore della Collana di Ingegneria Economico Gestionale ESI) e
Pietro Russo (Presidente dell’Ascom – Confcommercio Provincia di Napoli).

Durante l’evento “Imprese innovative: per sviluppo e occupazione” verrà inoltre presentato il volume di Bruno Iaccarino intitolato “Le categorie del sapere per la realizzazione di un Business Plan”, dedicato all’imprenditorialità innovativa e a temi utili per imprenditori e startuppers.

Qui, la locandina dell’evento.

Per maggiori informazioni: http://www.marioraffa.eu/

Napoli, /02/2014

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