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Autore: Giampiero Bruno

In arrivo il Regolamento sul Crowdfunding

La Consob ha pubblicato il 29 marzo il documento di consultazione sul Crowdfunding, così come previsto dall’art. 30 del cosiddetto “Decreto sviluppo bis”, il n. 179 del 18/10/2012. E’ possibile inviare osservazioni al documento fino al 30/04/2013.
Nato dalla constatazione di come il bisogno di liquidità sia una tra le più grosse criticità per la nascita di nuove imprese nazionali, il documento fa dell’Italia il primo Paese europeo ad avere una normativa in materia.
La bozza di regolamento disciplina l’Equity Crowdfunding, “l’accesso al pubblico risparmio da parte delle startup tramite portali on line“, che mira a sostenere la nascita di nuove start up innovative o l’ampliamento di quelle esistenti. Tra le aperture previste dalla normativa, è sicuramente fondamentale la possibilità di versare direttamente on line, e non più l’obbligo di versare materialmente solo al momento della costituzione della società. Ciò nonostante, la previsione specifica di riservare l’equity crowdfunding esclusivamente alle start up innovative e a quelle a vocazione sociale, così come previste dalla legge, rappresenta una forte limitazione, tanto da auspicare una prossima estensione della regolamentazione a tutte le tipologie di impresa.
Il documento pubblicato dalla Consob, composto di 48 pagine, si apre con una sezione dedicata al quadro legislativo di riferimento: in questa sezione, dopo una definizione del fenomeno in oggetto, si specifica chiaramente l’obiettivo della Consob di tutelare attraverso la regolamentazione gli investitori, in particolare quelli non professionali (retail), basandosi sul presupposto che le partecipazioni al capitale di imprese neo-costituite, peraltro in un settore incerto come quello delle tecnologie innovative, possono essere uno strumento finanziario particolarmente rischioso.
In seguito, la bozza definisce i protagonisti dell’equity crowdfunding: i gestori di portali on line e le start up innovative, così come previsti dalla normativa contenuta nel già citato decreto 179/2012.
La Seconda Parte del regolamento è dedicata innanzitutto alla normativa sulla pubblicazione di un apposito Registro dei gestori di portali on line negli elenchi della Consob, subordinata alla verifica del possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità previsti dalla legge da parte della Consob stessa.
Sono previste inoltre una serie di regole di condotta per i gestori, relative in particolare alla trasparenza, all’informazione e agli obblighi di comunicazione. E’ dato ampio rilievo anche in questa sezione alla tutela degli investitori non professionali, attraverso specifiche previsioni sugli obblighi di correttezza per il gestore che assicurino parità di trattamento tra gli investitori e assenza di conflitto d’interesse. Le informazioni devono essere chiare, comprensibili, non fuorvianti, costantemente aggiornate e di facile reperimento.
In questa sezione della bozza di Regolamento sono identificati anche gli obblighi di informazione e comunicazione a carico delle start up, che dovranno rendere pubblici i dati necessari all’emissione delle azioni nell’offerta del portale (ad esempio, descrizione dell’emittente e del progetto, curriculum vitae degli amministratori).
La Parte Terza rappresenta il cuore dell’intero documento: essa è dedicata alla Disciplina delle Offerte tramite portali e prevede l’obbligo secondo il quale una quota di investimento pari ad almeno il 5% degli strumenti finanziari sia sottoscritta da investitori professionali: in mancanza di tale quota minima, non è possibile offrire azioni agli investitori non professionali. Questa regola è un prerequisito di garanzia per gli investitori retail, che possono beneficiare delle attività svolte in maniera professionale da investitori più esperti: ne consegue che per ciascuna start up dovrà obbligatoriamente esserci almeno un investitore professionale.
Al documento sono infine allegate le istruzioni per presentare la domanda di iscrizione nel Registro dei Gestori, la Relazione dull’Attività di impresa e sulla struttura organizzativa, le Informazioni sull’offerta.
Come accennato sopra, le Consultazioni terminano il 30 aprile 2013: sarà possibile inviare le proprie osservazioni tramite il SIPE – Sistema Integrato per l’Esterno oppure alla CONSOB – Divisione Strategie Regolamentari Via G.B. Martini, n. 3 – 00198 ROMA.
La bozza di Regolamento è consultabile sul sito della CONSOB al seguente link: http://www.consob.it/main/aree/novita/consultazione_crowdfunding_20130329.htm

Per ulteriori approfondimenti si rimanda, anche, all’articolo dell’ottimo Gianluca Dettori http://www.chefuturo.it/2013/04/il-crowdfunding-va-di-corsa-puo-essere-lanno-doro-delle-startup/

Napoli, 04 aprile 2013

 

Approfondimento del “Bando StartUp”

Dopo lo sguardo d’insieme offerto qualche giorno fa, e aver partecipato all’incontro divulgativo tenutosi lo scorso 27/03 presso Città della Scienza, analizziamo più nel dettaglio il “cd Bando StartUp” emanato dal MIUR con il Decreto n. 436 del 13 marzo 2013.

Ricordiamo che con tale bando il Ministero ha provveduto allo stanziamento di un fondo di 30 milioni di euro articolati su quattro linee di intervento. Approfondiamo di seguito le tre linee riservate alle imprese.

Diciamo subito che, a dispetto del nome, il Bando non fa diretto e, comunque, esclusivo riferimento alle “Startup innovative”, così come definite dalla recente normativa.

 

REQUISITI GENERALI…

Le linee di intervento in questione sono definite nel Titolo I del Decreto 436/2013 nel modo seguente: Big Data, per cui sono stati stanziati 8 milioni di euro, Cultura ad impatto aumentato, con uno stanziamento pari a 14 milioni di euro e Social Innovation Cluster, cui sono stati riservati 7 milioni di euro.

Per tutte le linee di intervento, i soggetti ammissibili devono essere imprese industriali in possesso di tre requisiti:

  • avere sede operativa nelle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Sicilia, Calabria),
  • essere in possesso dei requisiti comunitari di piccola, media o micro-impresa (previsti dalla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione),
  • essere esistenti da meno di sei anni dalla pubblicazione del Bando.

E’ prevista la possibilità per tali soggetti di presentare i propri progetti anche in maniera congiunta (es. associazione di scopo, reti d’imprese, ecc.), “tra loro e/o con grandi imprese, con Università e Istituti Universitari statali, e/o con Enti e Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca vigilati dall’Amministrazione Pubblica Centrale, e/o con altri organismi di ricerca in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione Europea del 6 agosto 2008, e tutti comunque con sede operativa nelle 4 regioni dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia)“. In ogni caso, una percentuale pari ad almeno il 60% del costo totale del progetto dovrà essere sostenuto da piccole, medie o micro-imprese.

 

INTENSITA’ ECONOMICA DEGLI AIUTI…

I progetti ammissibili dovranno avere un costo complessivo minimo pari a € 400.000,00 fino ad un massimo di € 1.200.000,00 e una durata massima di 24 mesi. In particolare, l’art. 11 descrive i costi ammissibili, che possono essere: spese di personale, spese per strumenti e attrezzature, spese di consulenza, costi di fabbricati e terreni, spese generali supplementari. In ogni caso, i costi sostenuti devono essere specificamente riferiti al progetto.

Il Ministero eroga gli aiuti sotto forma di rimborsi spese, con possibilità di liquidare un’anticipazione del 50% previa stipula di polizza fideiussoria.

L’intensità massima degli aiuti, in termini di ESL, è pari al 80% dei costi ammissibili (85% per gli Enti di Ricerca). L’intensità degli aiuti si determina come segue:

  • 50% base dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di ricerca industriale per le PMI;
  • 25% base dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di sviluppo sperimentale per le PMI

Le suddette percentuali sono aumentate cumulativamente:

  • del 10%, per le medie imprese, e del 20%, per le piccole imprese;
  • del 15% nel caso di collaborazione con Università statali e Enti di Ricerca, se quest’ultimi sostengano almeno il 10% dei costi ammissibili nonché abbiano il diritto di pubblicare i risultati della ricerca.

Queste disposizioni, assieme a quella sulla riserva del 60% a favore delle pmi, sopra descritta, sono, certamente, i più evidenti elementi del Bando a favore delle imprese di modeste dimensioni.

 

GLI INTERVENTI AMMISSIBILI…

Analizzando nel dettaglio ciascuna linea di intervento, il Decreto specifica che la linea 1 – Big Data nasce allo scopo di promuovere progetti di ricerca e innovazione che offrano soluzioni nuove o che riguardino metodi e tecnologie esistenti sebbene riformulati in un contesto applicativo nuovo del mercato italiano. Fondamentale caratteristica che tali progetti devono possedere è quella relativa alla sostenibilità economica, e quindi alla capacità di accedere a quello che l’art. 2, comma 1 definisce “un mercato rilevante“.
Gli ambiti tecnologici all’interno dei quali è possibile presentare domanda di finanziamento sono quattro, nello specifico:

  1. Cloud Computing – Modelli e strumenti di gestione evoluta dei sistemi di comunicazione e di calcolo che permettano di migliorarne le prestazioni in termini di efficienza e efficacia.
  2. Data Integration – Modelli e strumenti di integrazione di grandi basi di dati anche attraverso l’utilizzo di tecniche innovative di data management e data integration (es. linked open data, semantic web) che permettano di gestire in modo efficace una grande varietà di fonti informative.
  3. Cyber security – Modelli e strumenti per l’analisi delle vulnerabilità, del rischio e della successiva protezione dell’integrità logico-funzionale dei sistemi informatici e dei dati in esso contenuti o condivisi.
  4. Big Data Analytics – Modelli e strumenti evoluti di data management, data processing e data mining in grado di raccogliere, curare, archiviare, ricercare, condividere, analizzare e visualizzare grandi quantità di dati.

Il Decreto identifica inoltre un elenco di settori/temi in cui i progetti proposti dovranno trovare applicazione (uno o più temi/settori), basandosi sulle caratteristiche del mercato nazionale e delle sue potenzialità.
Riguardo alla presentazione dei progetti, le proposte per la linea 1 di intervento dovranno basarsi su fonti informative rilevanti, preferibilmente nazionali, descritte in un massimo di 3.000 caratteri secondo uno schema che, partendo da una complessiva descrizione del progetto (che espliciti caratteristiche e obiettivi), si soffermi su una serie di punti: l’esplicitazione degli obiettivi di ricerca; la descrizione delle competenze scientifico-tecnologico-gestionali del soggetto proponente; la descrizione dettagliata delle attività di ricerca e sperimentali e delle relative fasi; il programma temporale della proposta; le modalità di valorizzazione dei risultati del progetto e la relativa sostenibilità nel tempo dell’iniziativa attraverso un dettagliato modello di business.

La linea 2 – Cultura ad Impatto Aumentato annovera tra le proposte finanziabili i progetti che trasformino le risorse della cultura in prototipi di prodotti e servizi, attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali. In particolare, tali progetti, innovando le modalità di produzione, fruizione e distribuzione dei contenuti culturali, dovranno avere lo scopo di supportare la creazione di strumenti che consentano di rafforzare e ampliare la catena del valore della cultura, promuovendo la fertilizzazione incrociata di settori e imprese dell’industria creativa e culturale, e l’applicazione di processi tecnologici e creativi a processi produttivi tradizionali, anche con il coinvolgimento del settore manifatturiero, dell’artigianato e del turismo. I progetti dovranno inoltre favorire l’integrazione di servizi pubblici e privati innovativi, stimolare l’avvio di imprese o di idee progettuali supportate da consorzi di impresa ad elevato contenuto creativo ed innovativo e sviluppare nuove professionalità legate all’evoluzione tecnologica.

Le proposte dovranno essere indirizzate ad uno dei tre ambiti di riferimento previsti dalla normativa, che sono:

  1. Digital Cultural Heritage: soluzioni tecnologiche che valorizzano il processo di digitalizzazione dei beni culturali materiali e/o immateriali, al fine di arricchire e incrementare la fruizione e la distribuzione dei contenuti e dei significati;
  2. Making e Design: progetti mirati alla realizzazione di prototipi di prodotti e servizi a partire da beni culturali, attraverso processi di produzione innovativa tipici del making, dell’artigianato digitale e delle moderne applicazioni del design (interaction, product, customized, open), anche attraverso la realizzazione di strutture per la fabbricazione digitale;
  3. Spazi della Cultura 2.0: progetti mirati allo sviluppo di soluzioni tecnologiche per la valorizzazione di beni e siti culturali promuovendone nuovi modelli di interazione, interpretazione, destinazione d’uso, riuso e fruizione, anche nel quadro di politiche pubbliche e di valorizzazione del territorio

Si specifica, inoltre, che i progetti dovranno riguardare uno o più beni culturali così come definiti dalle Convenzioni UNESCO in materia, sia per i beni culturali e paesaggistici che per quelli afferenti al patrimonio culturale immateriale.

La proposta progettuale, redatta anche in questo caso in massimo 3.000 caratteri, dovrà seguire uno schema sostanzialmente simile a quello previsto per la linea 1 per quanto riguarda l’oggetto della proposta, gli obiettivi di ricerca, la descrizione del soggetto proponente, i risultati e il programma temporale. Tuttavia, per i progetti della Linea 2 sono previsti alcuni elementi caratteristici da mettere in risalto: la componente innovativa e creativa e fattibilità tecnica (per spiegare in che modo l’applicazione al bene cuturale delle tecniche digitali produce valore aggiunto); la componente culturale e/o territoriale (come il progetto si relaziona con il mondo della cultura in generale e con il bene culturale cui è specificamente riferito); la disponibilità del bene culturale, ossia delle modalità di accesso e utilizzazione del bene culturale per gli scopi del progetto.

Per questa linea di intervento è prevista la possibilità di una descrizione aggiuntiva di massimo 5.000 caratteri che verrà valutata come premialità aggiuntiva qualora i progetti presentino caratteristiche di scalabilità e replicabilità a livello nazionale e internazionale, appartenenza dei promotori del progetto a settori differenti o coinvolgimento del settore produttivo, partnerariato e finanziamenti aggiuntivi (pubblici o privati) anche attraverso intenzione formale di co-finanziamento.

La linea 3 – Social Innovation Cluster riguarda i progetti capaci di aggregare competenze interdisciplinari, capacità innovative e di imprenditorialità emergente che si distinguano per un forte impatto in termini crescita sostenibile dei territori e dimostrino di poter contribuire alla competitività internazionale ed al sistema economico nazionale. Anche in questo caso, i progetti dovranno essere a forte impatto tecnologico ed economicamente sostenibili, sono richieste specificamente anche caratteristiche di dinamismo, flessibilità e capacità di risposta alle nuove esigenze del mercato italiano.

Il Decreto elenca una variegata serie di ambiti di riferimento lasciando però aperta la possibilità di presentazione di proposte progettuali anche in altri ambiti non espressamente previsti.

Come per le linee di intervento 1 e 2, i progetti dovranno essere presentati con una descrizione di massimo 3.000 caratteri, focalizzata sui seguenti elementi:

  • una complessiva descrizione della proposta, che evidenzi la tipologia di beni e servizi che si intende sperimentare, valorizzando una ricerca riferita alla coerenza del progetto rispetto ai bisogni sociali e di mercato identificati dagli aderenti al Cluster;
  • descrizione di un piano di attività con “milestones“, obiettivi, risorse necessarie per la realizzazione di ciascun obiettivo. In aggiunta alla descrizione può anche essere allegato uno schema di tipo GANNT;
  • descrizione delle ricadute positive in termini di impiego delle risorse e di qualità della vita della collettività;
  • la descrizione del modello e dei meccanismi di “revenue sharing” con i partner coinvolti.

 

I CRITERI DI VALUTAZIONE…

Un ultimo approfondimento fondamentale va dedicato alle modalità di valutazione dei progetti proposti: tutti i progetti saranno valutati distintamente ed in forma comparata da un panel di esperti (nazionali ed internazionali) nominati dal MIUR. Per ciascuna linea di intervento sono previsti criteri di valutazione ad hoc:

BIG DATA. 1) Qualità della proposta (max 30 punti): in termini di solidità e praticabilità; grado di innovazione, originalità ed utilità; congruità economica. 2) Qualità dei soggetti proponenti (max 20 punti): in termini di competenze coinvolte, valorizzate e generate dal progetto; meccanismi di governance, coinvolgimento di eventuali partner, valorizzazione delle competente delle piccole, medie e microimprese coinvolte. 3) Sostenibilità del progetto in termini economici e temporali (max 20 punti). Sono previsti ulteriori 10 punti a titolo di premialità per coloro che dimostrino una partnership pubblica o privata con un’organizzazione che metta a disposizione un patrimonio informativo rilevante (punteggio minimo per l’ammissibilità della proposta: 50 su 80).

CULTURA AD IMPATTO AUMENTATO. 1) Qualità tecnico-scientifica del progetto (max 25 punti): in termini di solidità e praticabilità; grado di innovazione; novità, originalità ed utilità; capacità di creazione di valore aggiunto; congruità economica. 2) Qualità dei soggetti proponenti (max 20 punti): competenze coinvolte sia singolarmente sia come raggruppamento; articolazione e integrazione delle competenze; qualità del legame proposto con il detentore del bene culturale. 3) Sostenibilità e impatto dei progetti (max 25 punti): temporale, economica, sociale e in termini di impatto sul territorio anche a livello internazionale.
Sono previsti altri 10 punti a titolo di premialità con riferimento alla descrizione aggiuntiva di cui si è parlato in precedenza (punteggio minimo per l’ammissibilità della proposta: 55 su 80).

SOCIAL INNOVATION CLUSTER. 1) Qualità delle attività progettuali (max 30 punti): in termini di innovatività e originalità; capacità di dare risposta alle sfide individuate per ciascuna area di intervento. 2) Replicabilità dell’iniziativa anche in termini di partnership internazionali (max 30 punti). 3) Rilevanza del business model soprattutto in termini di auto-sostenibilità del Cluster nel medio-lungo periodo (max 15 punti). 4) Diversificazione delle azioni progettuali con preferenza per progetti che coinvolgano almeno due ambiti di intervento (max 15 punti). Non sono previsti in questo caso elementi di premialità aggiuntiva (punteggio minimo per l’ammissibilità della proposta: 60 su 90).

 

MAGGIORI INFO…

Questo è il sito ufficiale del Bando http://startup.miur.it/

Il Bando e gli altri documenti ufficiali, la presentazione in ppt, sono disponibili a questo link http://www.ponrec.it/pac/start-up/documenti/

Le FAQ saranno aggiornate a partire dal 05/04 a questo link http://www.ponrec.it/pac/start-up/faq/

Questi sono, invece, le principali coordinate social:

  • https://www.facebook.com/MIURsocial
  • @MiurSocial
  • @PONREC
  • #MiurStartup — #bigdata — #socialinnovation — #clabs — #culturadigitale — #creativeculture — #makers
  • http://www.youtube.com/user/ponrec

 

Napoli, 02 aprile 2013

 

Diventa Social Entrepreuner con “Social App Italia”!

Nasce Social App Italia, la competition per Start up creata da Italian Business & Investment Initiative Youth, la divisione young di Italian Business & Investment Initiative, l’organizzazione indipendente che fornisce una piattaforma per creare e sviluppare business tra l’Italia e l’America (New York e San Francisco in particolar modo).
In collaborazione con Thinking Technologies, azienda leader in Italia per lo sviluppo di soluzioni web, software, ria e mobile ad alto contenuto tecnologico, IB&II promuove la creazione di StartUp Innovative e, in particolare, con Social App Italia si propone di promuovere la figura dell’imprenditore sociale in Italia.

Lo slogan della competition è infatti: “Diventa un Social Entrepreuner in 90 giorni!“: l’iniziativa si rivolge a idee ad alto contenuto di innovazione tecnologica, sostenibili dal punto di vista economico-finanziario, con un alto impatto sociale e che riguardino lo sviluppo di una Mobile App in uno dei seguenti settori:

  • Sostenibilità Ambientale
  • Educazione
  • Disabili e anziani
  • Pari opportunità
  • Agricoltura sostenibile
  • Alimentazione
  • Beni culturali ed artistici
  • Salute
  • Sicurezza

La call for ideas è aperta dal 25 marzo al 15 Maggio 2013, da inviare previa registrazione al link http://www.socialappitalia.it/Login.aspx.
Entro il 20 maggio verranno selezionate le cinque idee finaliste, parteciperanno all’evento di chiusura il 30 Maggio 2013 a Milano. Dopo la presentazione dei pitch, verrà decretata l’idea vincitrice. La partecipazione è riservata a giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Al vincitore verrà garantito il supporto tecnico e manageriale che lo accompagnerà al lancio sul mercato dell’App, prevista per il 1° settembre 2013. Tale supporto sarà fornito da due team: il team di advisory, che supporterà il vincitore nell’implementazione del Business Model Canvas e la stesura del Social Business Plan, ed il team tecnico, formato dagli sviluppatori, ingegneri informatici, sistemisti di rete e designer di Thinking Technologies, che curerà lo sviluppo dell’App.
Il premio comprende inoltre una borsa di studio per la Startup School di Mind the Bridge a San Francisco, la promozione dell’app sui canali Microsoft, un Google kit for entrepreneurs ed un plafond di Windows Azure da parte di Microsoft.

Per maggiori informazioni, consultate il seguente link: http://www.socialappitalia.it/Default.aspx

Startup culturali e creative, 200.000 euro in palio con il concorso Culturability

Nel mondo delle Start up si fa sempre più spazio alla cultura e alla creatività: lo dimostra la nuova iniziativa della Fondazione Unipolis, da sempre impegnata per la realizzazione di iniziative di responsabilità sociale e civile all’insegna della sostenibilità, che ha ideato e promosso il concorso “Culturability – la responsabilità della cultura per una società sostenibile“.
L’iniziativa è destinata ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, ma il bando prevede possibilità di partecipazione anche per spin off di università, associazioni e organizzazioni non-profit con sede in Italia riconosciute o iscritte agli albi competenti e per cooperative e cooperative sociali, purché inattive, costituite da non più di un anno al momento di avvio del bando.

Gli obiettivi di Culturability sono tutti focalizzati sui concetti di cultura, creatività, sviluppo e sostenibilità: l’iniziativa mira a promuovere l’idea della cultura come fattore di coesione e inclusione sociale, favorendo l’accesso alla conoscenza e all’educazione da parte delle persone più deboli e tradizionalmente escluse.
Nella presentazione sul sito internet dedicato, infatti, si legge che “Culturability” è un termine che nasce dalla fusione di “cultura” e “capability”, ed evidenzia l’obiettivo di Unipolis di contribuire a costruire nuovi spazi reali e virtuali nei quali il tema dell’accesso alla cultura sia centrale per promuovere la coesione sociale e ridurre le disuguaglianze.

I partecipanti concorrono ad un premio del valore di 200.000 euro, attraverso un percorso di accompagnamento e sostegno garantiti da una rete di partner qualificati, tra i quali figurano Unipol Banca e Unipol Assicurazioni, Legacoop, i giovani cooperatori di Generazioni, gli esperti di SeniorCoop, Coopfond e la Fondazione <ahref, che si occuperà degli aspetti legati al web e al mondo digitale, mettendo a disposizione la propria piattaforma Timu, per raccontarsi e raccogliere suggerimenti.
La cifra sarà suddivisa tra i dieci migliori progetti che verranno selezionati fra quelli presentati nell’ambito del Bando, con un contributo di 20 mila euro per ciascun progetto.

Le idee finanziabili devono avere ad oggetto progetti culturali nell’ambito dei seguenti settori:

  • Attività core: arti visive, arti performative, patrimonio storico-artistico-architettonico;
  • Industrie culturali: editoria, comprese le sue declinazioni multimediali, industria musicale, radio-televisione, cinema e videogiochi
  • Industrie creative: architettura, pubblicità e branding, design.

Per partecipare, inoltre, i progetti dovranno avere le seguenti caratteristiche:

  • Promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani;
  • Avere un impatto sociale positivo, promuovere la coesione, favorire l’accesso alla cultura e ai saperi da parte del maggior numero di persone;
  • Attivare e incrementare la capacità di relazione e interazione con soggetti terzi attraverso la costruzione di reti territoriali e reti on-line;
  • Ricercare forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura;
  • Essere economicamente sostenibili nel tempo, affinché l’impresa cooperativa si mantenga attiva ed efficiente nel lungo periodo.

Il termine ultimo per la presentazione delle candidature, da presentare on line registrandosi al sito http://startup.culturability.org/, è fissato per il 30 aprile 2013.

Per leggere la versione integrale del bando: http://startup.culturability.org/bando

 

Innovation Union Scoreboard 2013: l’innovazione a due velocità dell’UE

La direzione generale per le imprese e l’industria della Commissione Europea ha appena pubblicato l’Innovation Union Scoreboard 2013, lo screening annuale sull’innovazione nell’area UE.

Dai risultati emergono essenzialmente una buona e una cattiva notizia: nel suo complesso, l’Unione Europea è più innovativa dello scorso anno nonostante il perdurare della crisi economica, ciò nonostante aumenta il divario tra i 27 Stati Membri.
I dati mettono in luce un’Unione Europea a due velocità, con i Paesi più innovativi che hanno ulteriormente migliorato le proprie performance, mentre gli altri non riescono a fare progressi: la lenta ma progressiva convergenza registrata negli ultimi anni tra Paesi in difficoltà e grandi innovatori ha subito un brutto colpo d’arresto, se non addirittura una vera e propria inversione di tendenza.

Il rapporto fornisce una valutazione comparativa delle prestazioni di ricerca e innovazione degli Stati membri dell’UE-27 e dei punti di forza e di debolezza della loro ricerca e di innovazione e prende in considerazione 24 parametri, raggruppabili in tre macro-categorie:

  • elementi abilitanti: gli elementi fondamentali che rendono possibile l’innovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi);
  • attività delle imprese che rispecchiano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale);
  • risultati che mostrano come ciò si traduce in benefici per l’intera economia (essenzialmente gli effetti economici derivanti).

La classifica risultato dell’analisi raggruppa i Paesi dell’UE in quattro gruppi:

  • Innovation leaders: Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, tutti mostrano una performance ben superiore a quello della media europea.
  • Innovation followers: Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, Regno Unito, Austria, Irlanda, Francia, Slovenia, Cipro ed Estonia mostrano un andamento simile a quello della media europea (si tratta dei Paesi che “tengono il passo“).
  • Moderate innovators: La performance di Italia, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e la Lituania è inferiore a quello della media europea.
  • Modest innovators: La performance della Polonia, la Lettonia, la Romania e la Bulgaria è ben al di sotto della media UE.

L’Italia è rimasta come lo scorso anno nel gruppo degli Innovatori Moderati, collocandosi al di sotto della media UE (che corrisponde ai Paesi appartenenti al gruppo b): dal country profile della Commissione, si evincono una serie di punti di debolezza del nostro Paese. Innanzitutto il ritardo negli investimenti per la modernizzazione dei settori pubblico e industriale, in particolare quello ad alto contenuto tecnologico, e l’insufficiente percentuale di Pil investita in ricerca e sviluppo (mentre Roma è ferma all’1,3 per cento sul Pil, la media Ue è al 2 per cento mentre i leader d’innovazione sono già al 3 per cento). Tra i punti di forza, invece, la disponibilità di capitale umano e di innovatori. Da osservare anche il dato delle imprese che debuttano in mercati per loro del tutto nuovi (più 13 per cento). Si osserva inoltre un forte calo negli investimenti in Venture Capital (meno 8,2 per cento), nelle spese per l’innovazione diverse da quelle per attività di ricerca e sviluppo (meno 15 per cento), e il livello di occupazione per profili ad alto valore aggiunto (meno 0,4 per cento): probabilmente osare di più negli investimenti consentirebbe all’Italia di passare dal gruppo dei “Moderate Innovators” a quello dei “Followers”, nella consapevolezza che, come sottolineato dal Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, “Gli investimenti nell’innovazione sono essenziali, se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa. Dobbiamo incoraggiare l’imprenditorialità poiché le Pmi sono un volano essenziale dell’innovazione“.

Per approfondimenti:

 

La tua Startup a San Francisco con Mind the Bridge!

Sono aperte le candidature per partecipare al Summer Batch 2013, il programma di accelerazione di Mind the Bridge aperto alle startup dell’area mediterranea che operano nei campi mobile, big data, editoria digitale, piattaforme di formazione, design, moda, pagamenti.

Dopo la conclusione della sessione invernale del programma, il Winter Batch (che ha finanziato 6 startup tra cui l’italiana Esimple, prima classificata), Mind the Bridge si prepara a selezionare i nuovi talenti che potranno ricevere fino a 65 mila dollari e partecipare al programma di accelerazione della durata di 10 settimane nell’incubatore MtB Gym di San Francisco in partenza ad agosto 2013.

Requisiti indispensabili per la partecipazione, un prodotto almeno in fase minimale di realizzazione e un primo (anche se piccolo) bacino di utenti. Ciascuna start up dovrà inoltre inviare una presentazione di massimo 10/15 slide, completa di link a una demo o a un video di presentazione del progetto.

Per partecipare basta collegarsi al sito mindthebridge.org/accelerator e cliccare su “Apply now“: si verrà indirizzati a una pagina che consente di creare il proprio profilo online. A questo punto, i candidati dovranno inserire i propri dati e allegare i documenti richiesti. E’ prevista una Early submission deadline per il 31 marzo, ma la Final deadline è fissata al 15 aprile 2013.

Mind the Bridge selezionerà i venti progetti migliori, che parteciperanno all’appuntamento con il Boot Camp, la due giorni dedicata all’approfondimento del progetto e al miglioramento del pitch attraverso sessioni di mentorship, che quest’anno verrà ospitato da TrentoRISE intorno a metà maggio. Dopo circa un mese, infine, la selezione finale dei progetti che riceveranno il finanziamento e il supporto economico da parte del fondo Mind the Seed più l’inserimento nel programma di accelerazione a San Francisco, che consentirà ai vincitori di poter vivere un’esperienza unica nella Silicon Valley per consolidare il proprio progetto imprenditoriale.

Per ulteriori informazioni: http://mindthebridge.org/

 

 

 

 

Finanziamenti UE: nuove regole per i fondi d’investimento

Sono stati approvati dal Consiglio UE i regolamenti che modificano la normativa per l’accesso ai finanziamenti europei: sono previsti nuovi requisiti, basati su criteri volti a migliorare l’accesso al credito delle PMI e delle micro imprese.
Nello specifico, si tratta dei regolamenti del Single Market Act che riguardano i fondi destinati alla fornitura di capitali per le piccole, medie e micro imprese nella fase di avvio delle attività (start-up) e imprenditoria sociale (con focus sugli strumenti di investimento disponibili nel settore pubblico e privato, strumenti di gestione del debito e microcredito).

Obiettivo dell’azione, dunque, è stimolare la crescita della piccola imprenditoria europea consentendo l’accesso ai finanziamenti mediante l’istituzione di un passaporto europeo per i manager di venture capital (per i quali è stata istituita la denominazione EuVeca) e di fondi di imprenditoria sociale (per i quali è stata istituita la denominazione EuSef), che certifichi la loro competenza a proporre i relativi fondi.

Le nuove norme comunitarie per i gestori dei fondi di venture capital e dei fondi destinati all’imprenditoria sociale prevedono:

  • requisiti uniformi a livello comunitario per i gestori di organismi di investimento collettivo, relativamente al portafoglio e alle tecniche di investimento e alle imprese ammissibili;
  • regole uniformi per categorie di investitori ai quali il fondo europeo si può indirizzare e per l’organizzazione interna dei soggetti gestori che li commercializzano;
  • passaporto europeo per i manager di venture capital che assicuri parità di condizioni per gli operatori di mercato.

La normativa comunitaria nasce dalla constatazione di quanto i fondi di venture capital siano fondamentali per la crescita economica, per la creazione di nuovi posti di lavoro, per la mobilitazione del capitale, per gli investimenti in innovazione e ricerca e sviluppo e, in generale, per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale europeo. Da qui, l’esigenza di individuare un quadro comune per tutti gli Stati Membri che vada a definire in maniera condivisa le requisiti, regole e strumenti.

Come previsto per i Regolamenti comunitari, non è necessario alcun atto di recepimento da parte dei singoli Stati: le nuove regole entreranno automaticamente in vigore in tutti gli Stati Membri a partire dal 22 luglio 2013. Attualmente saranno applicabili esclusivamente ai Fondi comunitari, ma è prevista entro due anni una revisione del Regolamento che potrebbe estendere l’efficacia anche a fondi stabiliti al di fuori del territorio UE.

Per le startup, il regolamento relativo alla denominazione EuVeca è scaricabile al seguente link:
http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/12/pe00/pe00073.en12.pdf

ItaliaOnLine e Starthappy: tecnologia cloud e visibilità digital per 20 startup italiane

Un concreto supporto alla crescita di nuove imprese digitali, un’offerta complessiva in servizi e visibilità digital del valore di 2 milioni di euro per 20 start up: è questo il programma Starthappy di ItaliaOnLine, la più grande internet company italiana che da febbraio 2013 riunisce tutti i brand e gli asset di Libero e Matrix.
ItaliaOnLine si propone come fulcro del prossimo sviluppo digitale nazionale, di cui vuole farsi interprete e promotore grazie ad iniziative come Starthappy, allo scopo di diventare il punto di riferimento di chi fa innovazione in Italia.
Starthappy è un programma della durata di 2 anni per il quale verranno selezionate 20 startup italiane in possesso dei seguenti requisiti:

  • Essere imprese private del settore ICT
  • Avere meno di 3 anni di età
  • Non essere quotate in borsa
  • Avere avuto ricavi inferiori a 1 milione di euro nell’ultimo anno

Il programma è articolato in due fasi: una volta superato il processo di selezione, si apre la prima fase durante la quale alle start up è offerto accesso gratuito, per un valore di € 50.000,00 in due anni, all’infrastruttura Cloud di Libero, basata sulla tecnologia della californiana Joyent. Oltre alle risorse cloud, le start up in questa fase possono beneficiare di un’opportunità di visibilità nei confronti dei 20 milioni di visitatori unici al mese di Libero.it e Virgilio.it, attraverso spazi di advertising dedicati.
In questo modo le startup possono concentrarsi sullo sviluppo dei propri business plan, mentre ItaliaOnLine pensa all’infrastruttura e si fa carico di costi e aspetti tecnici.
La seconda e ancor più importante fase si svilupperà sul modello del “Venture building & Accelerator”, con un focus specifico nel settore editoriale e dell’e-commerce: in particolare, ItaliaOnline individuerà periodicamente idee innovative da sviluppare in compartecipazione con talenti dallo spiccato spirito imprenditoriale dando vita a nuove startup.

L’offerta per ciascuna startup ha un valore di mercato pari a circa 100.000,00 euro, che ItaliaOnLine mette a disposizione per “contribuire attivamente alla crescita dell’industry digitale, supportando in modo concreto lo sviluppo di nuove iniziative di business“, come dichiarato da Antonio Converti, CEO di ItaliaOnline, che prosegue: “Da leader di mercato sentiamo il dovere di contribuire alla nascita di un modello italiano per le startup e di definire insieme ad altri operatori un percorso per sostenere l’innovazione, lo sviluppo economico e, non ultimo, la creazione di posti di lavoro, in un momento particolarmente delicato della storia del nostro Paese“. (fonte: Assodigitale.it)

Ad oggi sono state già selezionate due startup: OndangoSportsQuare Games: la prima offre soluzioni che permettono alle aziende di vendere prodotti e servizi direttamente dalla fan page di Facebook, ed ha all’attivo oltre 500 clienti a livello globale; la seconda sviluppa giochi sportivi a livello mondiale con 80.000 utenti registrati.
Per proporre la propria startup a Starthappy basta compilare il modulo disponibile al seguente link: http://www.starthappy.it/it/proponi-la-tua-startup/

Startup in Europa, nasce il “Leader Club”

Dopo il lancio della Grand Coalition nelle scorse settimane, per la quale è possibile presentare qui la propria candidatura fino al 31 maggio 2013, prosegue l’attività della Commissione Europea per il sostegno dell’impreditorialità e dell’innovazione nel settore ICT con l’iniziativa Startup in Europe, Stay in Europe.

Si tratta di un piano della Commissione in 6 mosse, grazie al quale gli aspiranti imprenditori digitali d’Europa potranno avere a disposizione nuovi strumenti per mettere in pratica le proprie idee, senza dover sognare la Silicon Valley: il primo passo è mettere a disposizione dei giovani europei le esperienze di chi ce l’ha fatta, con la piattaforma Startup Europe Leader Club.

Vorrei che i giovani imprenditori trovassero modelli cui ispirarsi, con un vero e proprio mercato unico digitale in cui sviluppare le loro idee“, dice Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea: è su questo presupposto che la Commissione sta creando una piattaforma in cui imprenditori di spicco potranno parlare delle loro fonti di ispirazione e delle loro frustrazioni, richiamando l’attenzione dei giovani e dei leader europei sul potenziale offerto da una carriera imprenditoriale.

Contando sulla partecipazione dei creatori di Spotify, Angry Birds, Tuenti, Skype, SeedCamp, HackFwd, della Tech City di Londra e di TheNextWeb, sta prendendo forma in queste settimane il Leader Club: sono proprio loro la prova vivente che diventare imprenditori del web si può, e che questa può essere una carriera professionale particolarmente gratificante. Neelie Kroes ha commentato: “Queste persone non si sono limitate alle parole, sono passate ai fatti e hanno realizzato un progetto. Ecco perché i giovani e i leader dovrebbero ascoltarle“.

Per fare qualche esempio, oggi Spotify è disponibile in 23 paesi, mentre attraverso Skype passa un terzo delle chiamate internazionali e Angry Birds, con gli oltre 250 milioni di utenti attivi al mese, è più grande di Twitter.
Ciò nonostante, il numero di laureati nel settore delle ICT è in calo e la disoccupazione è in aumento: gli imprenditori, con il progetto Startup Europe Leader Club, possono aiutare i cittadini degli Stati Membri a colmare queste lacune.

Nel dettaglio, i Leader che partecipano al progetto sono Zaryn Dentzel (fondatore e CEO di Tuenti, il più grande social network “solo su invito” spagnolo, con oltre 12 milioni di utenti); Daniel Ek e Martin Lorentzon (co-fondatori di Spotify); Kaj Hed (presidente di Rovio, editore di Angry Birds); Lars Hinrichs (fondatore e CEO di HackFwd, società di investimento progettata per supportare gli sviluppatori di software in Europa); Joanna Shields (Ceo di Tech City); Reshma Sohoni (Partner di Seedcamp, un catalizzatore per la prossima generazione di investitori europei); Boris Veldhuijzen van Zanten (fondatore di The Next Web); Niklas Zennström (co-fondatore di Skype, Kazaa, Joltid e Joost).

Gli altri punti previsti dall’iniziativa “Start up in Europe, Stay in Europe” sono:

  • la partnership Startup Europe, per mobilitare le competenze tecniche, le possibilità di tutoraggio, le tecnologie e i servizi
  • il forum EU Accelerators, per far conoscere i programmi di accelerazione esistenti
  • le reti di crowdfunding (finanziamento collettivo) dell’UE, per collegare le attuali piattaforme di crowdfunding, in particolare quelle specializzate in start-up che operano sul web
  • una maggiore sensibilizzazione degli investitori in capitali di rischio alle opportunità commerciali del web grazie alla condivisione delle esperienze positive e alla creazione di reti
  • la promozione delle competenze legate al web: a) ampliando il ruolo delle piattaforme didattiche online (quali i “corsi online aperti a tutti” o “Massive Online Open Courses”) per sopperire alla carenza di sviluppatori del web; b) utilizzando piattaforme per condividere e scambiare competenze tra gli imprenditori del web su scala europea; nonché c) esplorando l’utilità di gemellaggi, a livello europeo, fra operatori esperti di alto livello e giovani imprenditori, con l’intento di condividere idee ed esperienze.

SI tratta di un altro passo avanti nel percorso dell’UE per lo sviluppo e l’innovazione dell’imprenditoria digitale in Europa: la crescita “Made in Europe” passa attraverso le Startup!
Per tutte le informazioni: https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/web-entrepreneurs

Approfondimenti: Finanziamenti per 30 milioni di euro con il Bando Startup

Con il Decreto n. 436 del 13 marzo 2013 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha provveduto allo stanziamento dei fondi strutturali europei del PAC: il Bando Start Up, infatti, mette a disposizione una vera e propria “corsia preferenziale” per le piccole, medie e micro imprese delle Regioni Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) esistenti da meno di sei anni, che vogliano investire sulla Ricerca e l’Innovazione attraverso le applicazioni dell’ICT.
Oltre alle singole imprese in possesso di tali requisiti, il Decreto annovera tra i soggetti ammissibili eventuali reti di imprese, o collaborazioni con grandi imprese, Università Statali, Enti e/o Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca e/o altri organismi di ricerca. Il Bando Start Up impegna complessivamente 30 milioni di euro e si articola in quattro linee di intervento: le prime tre linee sono destinate alle imprese e alle reti di imprese come sopra definite. Per tali linee di intervento, le proposte progettuali devono avere un costo compreso tra 400.000 e 1.200.000 euro e una durata non superiore ai 24 mesi.

Linea 1 – BIG DATA: il Decreto annovera tra questi gli interventi con lo scopo di “promuovere progetti di ricerca e innovazione caratterizzati dalla creazione di soluzioni nuove o dalla declinazione e personalizzazione di metodi e tecnologie esistenti in un contesto applicativo nuovo, tipicamente italiano; inoltre esse devono dimostrare di essere sostenibili economicamente e di essere in grado di accedere ad un mercato rilevante“.
Per presentare domanda, è necessario che i progetti riguardino uno dei seguenti ambiti tecnologici: Cloud Computing, Data Integration, Cyber Security e Big Data Analytics. Per far sì che gli interventi siano il più possibile coerenti con le caratteristiche strutturali e le potenzialità economiche e tecnologiche italiane, inoltre, il Bando identifica i temi/settori in cui i progetti proposti dovranno trovare applicazione: turismo, politiche pubbliche, comunicazione, sanità, energia e mobilità. (Fondi stanziati: 8 milioni di euro)

Linea 2 – CULTURA AD IMPATTO AUMENTATO: Si tratta di progetti volti “alla traduzione, attraverso la combinazione di tecnologie digitali, di risorse della cultura in prototipi di prodotti e servizi, in particolare innovando le modalità di produzione, fruizione e distribuzione dei contenuti culturali“. Le proposte progettuali devono rispondere ad una serie di caratteristiche anche dal punto di vista degli scopi perseguiti: si va dal suporto alla creazione di strumenti che consentano esperienze collaborative e interattive dei contenuti e delle risorse culturali, al  “rafforzare e ampliare la catena del valore della cultura” applicando processi tecnologici e creativi a processi produttivi tradizionali, passando per il favorire l’integrazione di servizi pubblici e privati innovativi, tenendo sempre presente l’elevato contenuto creativo ed innovativo e lo sviluppo di nuove professionalità nel settore tecnologico.
I progetti della linea 2 dovranno essere riferiti ai seguenti ambiti: Digital Cultural Heritage, Making e Design, Spazi della Cultura 2.0.
E’ importante sottolineare, inoltre, che le proposte progettuali dovranno essere centrate sull’innovazione nelle modalità di produzione, fruizione e distribuzione dei contenuti culturali combinando tecnologie afferenti ai seguenti campi di applicazione: esperienza visiva e interattiva, produttività e automazione intelligente, distribuzione digitale, mobilità e interoperabilità. (Fondi stanziati: 14 milioni di euro)

Linea 3 – SOCIAL INNOVATION CLUSTER: I Cluster della Social Innovation sono intesi dal Bando Start Up “come aggregazioni organizzate di imprese, università, altre istituzioni pubbliche o private di ricerca, altri soggetti attivi nel campo della Social Innovation articolate in più aggregazioni, anche pubblico-private“. Essi dovranno contribuire alla competitività internazionale sia dei territori di riferimento sia del sistema economico nazionale. E’ prevista la possibilità di adesione al Cluster di partner internazionali.
Il Decreto elenca, in maniera esemplificativa e non esaustiva, una serie di ambiti di intervento delle proposte progettuali, tra cui energie rinnovabili e sviluppo sostenibile, occupazione, istruzine e formazione sui temi di educazione finanziaria, digitale e alla legalità, tutela e valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, riuso e riciclo di materiali e rifiuti non pericolosi.
I soggetti che intendono presentare domanda dovranno, per questa linea di intervento, riunirsi in consorzi, società consortili, Associazioni temporanee di Impresa, Associazioni Temporanee di Scopo. Essi dovranno essere non meno di tre e dovranno individuare tra loro uno specifico organo capofila di coordinamento e gestione,il Cluster dovrà inoltre avere una composizione i cui proponenti provengano da almeno tre regioni diverse. (Fondi stanziati: 7 milioni di euro)

La quarta linea di intervento è denominata CONTAMINATION LAB e non è riferita alle imprese, bensì alle Università e agli Istituti Universitari Statali delle quattro regioni dell’Obiettivo Convergenza: lo scopo è quello di promuovere Progetti sviluppati dalle Università volti alla creazione di un Contamination Lab nel rispetto di una serie di linee guida identificate dal provvedimento stesso.
I CLab sono descritti nelle linee guida come “luoghi di contaminazione tra studenti di discipline diverse“, che nascono allo scopo di promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione permettendo agli studenti di sviluppare progetti di innovazione a vocazione imprenditoriale. All’interno dei CLab le Università offrono agli studenti un’offerta formativa utile all’elaborazione di tali progetti, attraverso una serie di risorse, iniziative, strutture e attività. Un CLab dovrà prevedere uno spazio fisico ed uno spazio virtale per ospitare la propria community, inolte ciascuno di essi andrà a confluire in un unica rete nazionale che sarà denominata “CLab Italia“.
Anche in questo caso, i progetti devono avere una durata massima di 24 mesi, mentre il valore complessivo massimo è fissato a 200.000 euro. (Fondi stanziati: 1 milione di euro)

Le domande di partecipazione al Bando Start Up dovranno essere presentate entro le ore 17.00 del 10 maggio 2013 per via telematica, tramite i servizi dello sportello telematico SIRIO.

Le richieste di informazioni possono essere inviate all’indirizzo di posta elettronica bandostartup@miur.it

Il testo del Decreto è disponibile al seguente link: http://attiministeriali.miur.it/anno-2013/marzo/dd-13032013.aspx

 

Napoli, 22 marzo 2013

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