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Tag: startup

Incentivi fiscali: in dirittura d’arrivo il Decreto per chi investe in startup

Venerdi 7 giugno si è tenuta l’ultima riunione tecnica tra i Ministeri delle Finanze e dello Sviluppo Economico per rifinire il testo del Decreto attuativo sugli incentivi per chi investe in startup innovative: si tratta dell’attuazione delle agevolazioni fiscali su IRPEF e IRES previste dall’art. 29 del Decreto Sviluppo Bis (179/2012).
Le agevolazioni riguardano il triennio 2013/2015, pertanto i Ministri hanno accelerato i tempi per la firma del Decreto, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Il Decreto dovrebbe essere composto da 6 articoli, ispirati alla legislazione olandese in materia, ed individua innanzitutto chi sono i beneficiari: si tratta di persone fisiche o società che decidono di investire risorse reali direttamente o attraverso Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio) o altre società «che a loro volta investano prevalentemente in start up».

Le persone fisiche avranno diritto ad una detrazione d’imposta, mentre per le persone giuridiche è prevista la deducibilità dal reddito degli investimenti in startup innovative. Vediamo più nel dettaglio quali dovrebbero essere le agevolazioni previste dal Decreto:

  • Riguardo alle persone fisiche, l’art. 4 del Decreto prevede una detrazione IRPEF pari al 19% dei conferimenti effettuati, con un limite massimo dei conferimenti pari a 500.000 € per periodo d’imposta. Sono previste regole particolari per i conferimenti effettuati da persone fisiche in qualità di soci di società di persone (Snc o Sas): in questi casi, l’importo spettante della detrazione si calcola in proporzione alle rispettive quote di partecipazione di ciascun socio, in tal modo il limite massimo di 500.000 € non si calcola per i conferimenti dei singoli soci, ma per l’intera società.
  • Le persone giuridiche possono dedurre ai fini IRES un importo pari al 20% dei conferimenti effettuati in capitale di rischio di startup innovative. Il Decreto Sviluppo bis prevede, ai commi 4 e 5 del Decreto Sviluppo Bis, che l’agevolazione riguardi un importo massimo di investimento pari a 1.800.000 €, e che tale investimento venga mantenuto per almeno due anni. Il Decreto Attuativo dovrebbe contenere un’interpretazione che integra il contenuto dei due commi secondo la quale i soggetti IRES possono dedurre un importo pari al 20% dei conferimenti effettuati in ciascun periodo di imposta, per un importo massimo pari al 20% di 1,8 milioni.

Oltre ai limiti massimi previsti già dal Decreto Sviluppo Bis, il nuovo Decreto dei Ministeri delle Finanze e dello Sviluppo Economico inserisce un’ulteriore soglia: le agevolazioni in materia IRPEF e IRES potranno essere applicate a condizione che l’ammontare complessivo dei conferimenti in ciascun periodo di imposta non sia superiore a 2,5 milioni di euro.

Il Decreto prevede inoltre che i beneficiari delle agevolazioni dimostrino, con apposita documentazione, che gli investimenti effettuati riguardino società che possiedono e sono in grado di mantenere nel tempo la qualifica di startup innovativa. In particolare, viene richiesto agli investitori di conservare la copia del certificato di iscrizione della startup alla sezione speciale del registro delle imprese; la certificazione della startup che attesti il rispetto del limite di investimento di 2,5 milioni; una copia del piano di investimento della startup innovativa (con informazioni dettagliate sull’oggetto dell’attività, sui relativi prodotti, sulle previsioni di vendite). Infine, per gli investimenti in startup a vocazione sociale l’investitore deve conservare una certificazione rilasciata dalla stessa startup attestante l’oggetto della propria attività.

Da segnalare, infine, che le agevolazioni fiscali sugli investimenti in startup innovative sono cumulabili con le esenzioni previste dall’articolo 27 del Decreto Sviluppo Bis, destinate alle start up innovative e agli incubatori certificati in relazione alle remunerazioni di amministratori, dipendenti e collaboratori coordinati e continuativi costituite dall’attribuzione di strumenti finanziari o diritti similari.

Napoli, 10/06/2013

A cura di Technapoli, un ciclo di seminari su innovazione e proprietà industriale a Napoli

Il Consorzio Technapoli organizza a Napoli un ciclo di seminari per imprese, professionisti e startupper sull’innovazione e la proprietà industriale: nelle prossime settimane si terranno due incontri della durata di 12 ore ciascuno. Il tema trattato il 10 e 11 giugno è “Tutelare la Proprietà Industriale e proteggersi dalla contraffazione, con particolare riferimento all’area BRIC“, mentre il secondo incontro è previsto per il 17 e 18 giugno ed avrà come tema portante i “Contratti di sfruttamento delle tecnologie e contratti di utilizzo dei marchi“.

I seminari tratteranno gli argomenti in questione da un punto di vista sia teorico che operativo, con esempi e casi di studio, allo scopo di fornire una panoramica completa sugli strumenti giuridici che consentono la tutela dell’innovazione tecnologica e dei marchi d’impresa e sulle strategie finalizzate a proteggere tali asset aziendali.

Il ciclo di seminari del Consorzio Technapoli è anche un’occasione per conoscere meglio il nuovo Pacchetto Innovazione del MISE, nel quale rientra anche la riapertura del bando “Incentivi per il Design” di cui abbiamo parlato ieri in questo post. Durante gli incontri, infatti, saranno illustrati gli incentivi messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico per supportare il deposito e l’industrializzazione di brevetti, marchi e modelli. I partecipanti a ciascun seminario riceveranno inoltre un attestato di partecipazione ed una guida agli incentivi MISE che rientrano nel Pacchetto Innovazione.

La partecipazione al seminario è totalmente gratuita, previa registrazione on-line con la compilazione dell’apposito form.

Napoli, 07/06/2013

Un Fondo di 190 milioni di euro per startup e imprese innovative del Mezzogiorno

In data 6 marzo 2013, il MISE ha firmato un Decreto per lo stanziamento di 190 milioni di euro allo scopo di promuovere la nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno: tra le Regioni interessate troviamo la Campania, insieme a Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Attualmente si è in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto (il cui testo integrale è disponibile qui) e della Circolare attuativa che definirà nel dettaglio modalità, forme e termini per le procedure telematiche di invio delle domande: con grande probabilità, l’apertura del Bando è prevista per il mese di settembre 2013. La valutazione delle domande sarà affidata a Invitalia, individuata come soggetto gestore, attraverso una procedura a sportello basata sull’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Riguardo alla procedura di valutazione delle domande, il Decreto contiene una previsione espressamente dedicata alle startup innovative: le domande presentate da queste imprese saranno valutate da una commissione ad hoc, composta da esperti in materia di venture capital e startup di impresa.

Il Decreto prevede due tipologie di agevolazioni:

  • al TITOLO II (artt. 6 – 12) sono previsti gli aiuti a favore delle piccole imprese di nuova costituzione,
  • al TITOLO III (artt. 13 – 20) sono previste le azioni di sostegno ai programmi di investimento effettuati da nuove imprese digitali e/o ad alto contenuto tecnologico.

Prima di esaminare più nel dettaglio le due tipologie di agevolazioni, vediamo chi sono i soggetti beneficiari: l’art. 5 del Decreto elenca i requisiti delle imprese che hanno accesso agli aiuti, facendo un esplicito riferimento all’inclusione tra queste delle startup innovative (così come definite all’art. 25, comma 2, del DL n. 179/2012).
Possono presentare domanda le imprese costituite da non più di 6 mesi, con sede operativa e legale nel territorio di una delle Regioni interessate, costituite in forma sociataria o cooperativa regolarmente iscritte al Registro delle Imprese. Possono inoltre avere accesso alle agevolazioni le persone fisiche che intendono costituire una nuova impresa in possesso di tali requisiti entro e non oltre i 30 giorni successivi alla data di presentazione della domanda.

TITOLO II: Aiuti a favore delle piccole imprese di nuova costituzione

In particolare, sono ammessi alle agevolazioni previste dal Titolo II i progetti che presentano carattere di innovatività: i piani di impresa devono introdurre nuove soluzioni organizzative o produttive e/o orientate a nuovi mercati.

I contributi previsti dal Titolo II si riferiscono ai costi sostenuti per i primi 4 anni di attività (dalla data di presentazione della domanda), per un importo annuo massimo di 50.000 euro e totale di 200.000 euro. Tale limite viene però innalzato per le startup innovative in due possibili casi (riconducibili ai tre “ulteriori requisiti” di cui al DL 179/2012):

  • spese di Ricerca e Sviluppo per una percentuale pari o superiore al 30% del maggiore valore tra costo e valore della produzione;
  • spese per la retribuzione “di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero“, qualora tale forza lavoro sia in percentuale pari o superiore al 40% della forza lavoro complessiva.

Se si verifica uno di questi due casi, l’importo annuo massimo del contributo sarà pari a 60.000 euro per il primo anno, ed aumenterà di 10.000 euro l’anno fino a raggiungere i 90.000 euro per il quarto e ultimo anno di agevolazione. Si segnala che tale innalzamento del limite annuo sarà revocato in caso di perdita dei requisiti di startup innovativa.

I costi ammissibili sono elencati all’art. 7 del Decreto, e riguardano in particolare i finanziamenti esterni concessi all’impresa, le spese per impianti e macchinari (affitto, ammortamento e leasing) e i costi per il personale.

L’intensità degli aiuti concessi viene suddivisa in due periodi:

  • per i primi tre anni dalla data di presentazione della domanda, abbiamo una percentuale del 25% per le imprese ubicate in Sardegna, e del 35% per le imprese ubicate in Campania e nelle altre Regioni oggetto di intervento;
  • per l’ultimo anno di agevolazione, abbiamo una percentuale del 15% per le imprese ubicate in Sardegna, e del 25% per le imprese ubicate in Campania e nelle altre Regioni oggetto di intervento.

TITOLO III: azioni di sostegno ai programmi di investimento effettuati da nuove imprese digitali e/o ad alto contenuto tecnologico

Le agevolazioni previste dal Titolo III riguardano due tipologie di programmi di investimento:

  • programmi di investimento per l’avvio di imprese nel settore dell’economia digitale;
  • programmi di investimento a contenuto tecnologico, finalizzati a valorizzare economicamente i risultati della ricerca del settore pubblico e privato.

Tali programmi devono avere una durata massima di 18 mesi e possono altresì accedere alle agevolazioni i soggetti ammissibili alle agevolazioni previste dal Titolo II. Ulteriori requisiti per l’accesso alle agevolazioni del Titolo III saranno specificati dalla Circolare attuativa, fermo restando anche in questo caso l’indispensabilità del carattere innovativo dei progetti presentati, sia riguardo l’introduzione di nuovi prodotti/servizi che l’utilizzo di nuove soluzioni organizzative o produttive.

L’agevolazione prevista dal Titolo III si compone di due parti:

  • un contributo in conto impianti per la realizzazione dei programmi di investimento: per un importo massimo pari a 200.000 euro, a copertura del 65% dei costi ammissibili. Tale percentuale è aumentata al 75% per imprese costituite interamente da giovani under 35 e da donne;
  • servizi di tutoring tecnico-gestionale a sostegno della fase di avvio dell’impresa, erogati direttamente da Invitalia per un importo massimo di 5.000 euro.

I costi ammissibili per i contributi di cui al Titolo III sono elencati all’art. 15 e riguardano aspetti più strettamente tecnologici direttamente collegati all’attività di impresa. Sono ammesse in particolare le spese per impianti, macchinari e attrezzature tecnologici e/o tecnico-scientifici; componenti hardware e software; brevetti e licenze, ma anche certificazioni, know-how e conoscenze tecniche non brevettate; spese di progettazione, sviluppo, personalizzazione e collaudo di soluzioni informatiche e impianti tecnologici, con relative spese per consulenze ed eventuali interventi correttivi ed adeguativi.

Si ricorda che gli aiuti concessi sia dal Titolo II che dal Titolo III del Decreto 06 Marzo 2013 sono da intendersi nel rispetto del regime De Minimis, e che le piccole imprese sono individuate secondo la definizione comunitaria che prevede un organico inferiore a 50 persone e un fatturato (o il totale del bilancio annuale) non superiore a 10 milioni di euro.

Per ulteriori informazioni si rimanda alla pagina dedicata al Decreto nel sito web del MISE.

Napoli, 05/06/2013

Start Up Bootcamp Pitch Days Tour: appuntamento a Roma il 27 Giugno

Lo Start Up Bootcamp è alla ricerca di nuove idee da inserire nei suoi programmi di accelerazione globale in Europa: il Pitch Days Tour avrà la sua tappa italiana il 27 giugno a Roma, presso Luiss Enlabs.

Al Pitch Day romano parteciperanno i 10 migliori progetti selezionati tra quelli che avranno inviato la propria candidatura. Durante l’evento del 27 giugno, i team selezionati avranno una duplice opportunità: presentare il proprio pitch e ottenere un incontro di mentorship con gli esperti del programma Start Up Bootcamp, che daranno i propri pareri e consigli sulla business idea proposta dagli aspiranti startupper.

I progetti ascoltati durante le tappe del Pitch Days Tour parteciperanno alle selezioni per entrare a far parte dei programmi di accelerazione di Start Up Bootcamp: in particolare, ci si può candidare per i tre mesi di accelerazione degli Start Up Bootcamp di Berlino, Copenaghen, Eindhoven e Amsterdam.

Tra le domande previste dal form, particolarmente importante quella riguardante il team: Start Up Bootcamp chiede non solo di evidenziare il ruolo di ciascun founder, ma anche di raccontare come si è formato il team e perchè ha deciso di lavorare insieme al progetto. Secondo i mentors di Start Up Bootcamp, infatti, l’affiatamento tra i componenti del team è una delle caratteristiche fondamentali per il successo di una start up.

Le altre domande previste dal form riguardano una breve descrizione del business (non più di 140 caratteri), delle dimensioni del mercato potenziale, del bisogno soddisfatto dal proprio prodotto/servizio e delle caratteristiche e peculiaritàche lo rendono unico. E’ possibile inoltre inserire l’URL al proprio sito web.

Per partecipare allo Start Up Bootcamp Pitch Day di Roma c’è tempo fino al 20 giugno 2013: il form di iscrizione è disponibile qui.

Napoli, 03/06/2013

Innovazione a Napoli: due eventi in agenda il 3 giugno

Sono due gli eventi dedicati al tema dell’innovazione previsti in agenda per lunedì 3 giugno a Napoli: l’evento conclusivo di Naples 2.0 e la conferenza stampa di presentazione di Start’n’Up.

Naples 2.0 è la competition internazionale dedicata a progetti di innovazione sociale organizzata da Fondazione UniCredit, Project Ahead e Euclid Network. Lunedì il Maschio Angioino ospita la premiazione dei due vincitori e la tavola rotonda aperta al pubblico sul tema “Che cos’è l’innovazione sociale per l’Italia? Lezioni apprese durante Napoli 2.0 per costruire una strategia nazionale”.

Per partecipare all’evento basta registrarsi a questo link http://naples20public.eventbrite.com/

Start’n’Up è un progetto nato dall’accordo tra l’Unione Industriali di Napoli e l’Università Federico II: l’obiettivo è sostenere giovani aspiranti imprenditori e nuove imprese ad alto potenziale di crescita, grazie allo sviluppo di driver dell’innovazione per la crescita della competitività delle imprese sul territorio.
La conferenza stampa, durante la quale verrà siglato il Protocollo d’intesa, sarà ospitata lunedì mattina presso la sede dell’Unione Industriali di Piazza dei Martiri.

Per ulteriori informazioni http://www.news.unina.it/dettagli_area.jsp?ID=13726

Start up per l’innovazione sociale negli USA con ItaliaCamp

L’Associazione ItaliaCamp, in collaborazione con Polihub (l’incubatore del Politecnico di Milano) e con il Patrocinio del Consiglio dei Ministri ha indetto la terza edizione del concorso La tua idea per il Paese.

Lo scopo è quello di ricercare le migliori idee di innovazione sociale per metterle in contatto con i decision makers e gli investitori privati che possano aiutare i talenti italiani a realizzarle: inoltre, si tratta di un’importante occasione di visibilità internazionale per i vincitori, che presenteranno i loro progetti nel corso della missione USACamp, che l’Associazione ItaliaCamp organizzerà nel mese di novembre 2013 tra Washington e New York.

Le caratteristiche più importanti per i progetti che vogliono partecipare a La tua idea per il Paese sono essenzialmente tre: avere un valore aggiunto i termini di innovazione sociale (migliorare la qualità di vita del cittadino e del contesto in cui vive), rispettare i criteri di sostenibilità nell’accezione più ampia del termine (sosteniblità ambientale, economica, sociale e culturale) e proporre soluzioni replicabili a livello internazionale.

Le aree di interesse sono le seguenti:

  • Impresa e Lavoro
  • Politica, Istituzioni e P.A.
  • Ambiente ed Energia
  • Infrastrutture
  • Economia e Finanza
  • Ricerca e Scienza
  • Tecnologia
  • Cultura e Sociale

E’ possibile iscriversi al concorso registrandosi al sito di ItaliaCamp e rispondendo alla Call for IdeasUSACamp Idee di Business” entro il 5 Agosto 2013.

Un Comitato Scientifico di esperti selezionerà le 20 idee vincintrici che parteciperanno alla missione internazionale negli Stati Uniti dal 9 al 16 Novembre 2013.

Per tutte le informazioni, il Regolamento è consultabile a questo link.
Napoli, 31/05/2013

 

Paqos e Rehub: due start up del CSI al Premio Best Practices per l’Innovazione

Tra i finalisti per il Premio Paolo Traci – Best Practices per l’Innovazione, due delle start up attualmente incubate al CSI – Incubatore Napoli Est: Paqos e Rehub.

Paqos presenta il progetto ITDOES, la piattaforma che permette di coinvolgere una comunità di persone a condividere specifiche esigenze e collaborare per risolverle. I servizi di ITDOES sono offerti principalmente tramite applicazioni per smartphone e tablet (ad es. iPhone eiPad), allo scopo di organizzare al meglio le proprie attività ricorrenti condividendole con ci sta intorno in modo da ricevere o fornire aiuto.

Per saperne di più su Paqos srls e su ITDOES:

Per votare ITDOES al Premio Best Practices per l’Innovazione: http://213.92.15.210/ATechSenseCom/poll/vote.jsp?poll_id=4&poll_evaluated_id=99

REHUB è una community rivolta ai ricercatori accademici e dei centri di ricerca pubblici, privati e delle imprese, nonché a dottori di ricerca e dottorandi a cui vuole offrire gli strumenti per creare innovazione attraverso la valorizzazione dell’interdisciplinarietà e il dialogo tra discipline umanistiche e discipline scientifiche. Lo scopo è quello di dare un forte impulso al processo di trasformazione che sta vivendo la ricerca internazionale negli ultimi anni, traghettando il mondo della ricerca ancora più avanti sulla strada della condivisione e della collaborazione online, secondo i principi e le pratiche dell’Open Science.

Per saperne di più su REHUB:

Per votare REHUB al Premio Best Practices: http://213.92.15.210/ATechSenseCom/poll/vote.jsp?poll_id=4&poll_evaluated_id=109

Alleanza Technapoli – INFN per facilitare la contaminazione tra ricerca e startup

Il Consorzio Technapoli (consorzio partecipato dalla Camera di Commercio di Napoli che riunisce le realtà hi-tech campane) e la sezione napoletana dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) hanno siglato un protocollo d’intesa allo scopo di favorire la valorizzazione e il trasferimento dell’alta tecnologia al tessuto imprenditoriale della Campania.

Il documento prevede infatti lo sviluppo di nuovi Big Science Project nel territorio campano per individuare start up innovative che siano in grado di finalizzare la ricerca industriale: l’obiettivo è quello di sfruttare a livello industriale i risultati della ricerca delle start up attraverso la creazione di spin-off tematici e con un programma di informazione ad hoc, con meeting tra mondo della ricerca e imprese.

Si verrà a creare, quindi, un vero e proprio circolo virtuoso di scambio tra ricercatori ed imprenditori campani, in cui le start up mettono a disposizione le proprie competenze e conoscenze in materia di tecnologie innovative, valorizzando e commercializzando i risultati della propria ricerca, e innescando un meccanismo di sviluppo del settore produttivo.
Il progetto è quindi finalizzato allo sviluppo e al sostegno di un sistema di reti virtuose, come sottolineato dall’assessore regionale alla Ricerca, Guido Trombetti: “È di grande rilievo che il mondo imprenditoriale comprenda la centralità della ricerca fondamentale. Un nuovo sistema di rete si costituisce per favorire la competitività delle imprese. Da questo punto di vista la strategia regionale per la ricerca e lo sviluppo è indirizzata a premiare le reti virtuose a sostegno, non solo della ricerca applicata ma anche della ricerca curiosity driver“.

Si tratta di un progetto molto ambizioso e coraggioso: lo stesso Luigi Iavarone di TechNapoli sottolinea come iniziative di questo tipo, che puntano concretamente sulla ricerca per fornire tecnologia ai processi industriali, siano poco diffuse. In ogni caso, Iavarone sostiene che: “Seppure i tempi di recupero sono destinati a rimanere lunghi si tratta di processi dal potenziale elevatissimo, in grado di cambiare le proporzioni del mercato delle nostre aziende”.

Al momento è in corso di creazione un gruppo di lavoro che sarà composto da ricercatori dell’INFN e imprenditori di Technapoli: innanzitutto procederà ad un’analisi dei fabbisogni delle aziende campane e, in seguito, si occuperà di lavorare al prospetto dei risvolti applicativi delle linee di ricerca seguite nei laboratori campani. Vedremo quali saranno le nuove opportunità che l’accordo offrirà alle start up innovative campane impegnate nella ricerca e sviluppo di tecnologie per l’industria.

Fonte: Il Denaro

Napoli, 30/05/2013

Bootstrapping: quando la start up si auto-finanzia

La tendenza di molte start up oggi è quella di cercare il modo migliore di attrarre investitori per finanziare il business: spesso, invece, la scelta migliore è quella di auto-finanziare la propria attività. Anzichè ricorrere al Venture Capital o ai Business Angels, infatti, molte start up otterrebbero risultati migliori e duraturi affidandosi al Bootstrapping, cioè al finanziamento con mezzi propri.

Il termine Bootstrapping significa infatti “tirarsi fuori dalle difficoltà senza ricorrere all’aiuto altrui” e, secondo Andrew Gazdecki (founder e CEO di Bizness Apps, piattaforma web per app mobile destinata alle piccole imprese), presenta alcuni vantaggi rispetto al ricorso al VC: vediamo quali sono, prendendo spunto dal suo post pubblicato recentemente su Gigaom.

Per prima cosa, una start up che si auto-finanzia può concentrare la propria attenzione sui bisogni dei clienti, anzichè sugli investitori.
Spesso, infatti, una start up in cerca di finanziamenti si impegna a trovare il modo per attrarre gli investitori, perdendo di vista il modello di Customer Development fondamentale per il successo di un’azienda in fase di avvio.
Prendendo la decisione di “bootstrappare”, il team può dedicarsi senza distrazioni allo sviluppo del minimal viable product da proporre ai potenziali clienti, creando così una base più affidabile di successo per il proprio business.
Gazdecki afferma che, naturalmente, è possibile concentrarsi contemporaneamente sia sui clienti che sugli investitori: ciò che conta è non focalizzarsi totalmente su questi ultimi, trascurando i primi.

Un altro aspetto fondamentale secondo Gazdecki è che la scarsità di capitale disponibile costringe il team a stabilire dei limiti e confini utili per risolvere i problemi. Avere pochi soldi a disposizione porta il team a pensare in maniera creativa, a scegliere le opzioni più vantaggiose e a prendere le decisioni in tempi più brevi.
In questo modo viene a crearsi all’interno dell’azienda una cultura orientata al problem solving, che sarà utile anche in futuro, una volta superata la fase di start up.

Inoltre, l’urgenza di “fare cassa” aumenta l’efficienza dell’intera azienda: Gazdecki spiega che in una situazione di bootstrapping il team non spenderà giornate preziose in decisioni e discorsi che è possibile rimandare (nel post troviamo ad esempio la scelta dei colori del logo): ciò che conta è lavorare al prodotto, concentrarsi affinchè quest’ultimo risponda ai bisogni del cliente. In una situazione del genere, quindi, ci si focalizza sulle decisioni veramente urgenti, si impara a definire in maniera corretta le priorità.

Secondo Gazdecki, infine, il lavoro di una start up che opta per l’auto-finanziamento vedrà nascere spontaneamente il senso di disciplina e responsabilità tra i componenti de team: come in una famiglia di acrobati, ciascuno ha un compito da svolgere, un bersaglio da raggiungere, e un tempo ed un luogo prefissati per farlo.

In conclusione, le difficoltà incontrate nella fase di start up saranno poi ripagate da una cultura aziendale basata su sane fondamenta: orientamento al cliente, creatività, definizione delle priorità, efficienza, disciplina e responsabilità.

Ma come bisogna gestire più in concreto una start up affidandosi al bootstrapping? Proponiamo alcuni consigli utili di due protagonisti del mondo delle start up: Rosemary Peavler, con 25 anni di esperienza nell’insegnamento di Business Finance nel mondo accademico americano (qui il suo decalogo “How to Bootstrap Your Startup or New Business“) e Guy Kawasaky, manager ed imprenditore americano CEO di garage.com, che finanzia iniziative hi-tech in Silicon Valley (qui il suo post “The Art of Bootstrapping“).

Innazitutto troviamo alcuni suggerimenti di base, come fare attenzione ai costi, evitare il più possibile gli sprechi, fare attenzione ai costi per la gestione del magazzino, affidarsi al co-working e allo scambio alla pari come mezzo di pagamento.

E’ importante inoltre costruire un team e assumere personale giovane: sia perchè ciò implica costi inferiori, sia perchè i giovani sono più creativi e motivati.

Kawasaki pone inoltre l’accento sull’importanza del minimal viable product: non bisogna aspettare che il prodotto sia perfetto, è importante entrare nel mercato e proporre una “versione base” al pubblico.

Un altro suggerimento utile è quello di concentrarsi all’inizio sulla vendita di servizi anzichè di prodotti, che presenta costi inferiori.

Ancora, è importante concentrare i propri sforzi su pochi obiettivi fondamentali e non sprecare risorse: bisogna avere cura delle funzionalità e non della forma.

Inoltre, Kawasaki suggerisce di evitare complicate strategie di posizionamento e focalizzarsi sulla scelta più semplice: posizionarsi contro il leader di mercato.

Ma l’aspetto più importante secondo Kawasaki è quello della conoscenza, ossia tenere gli occhi bene aperti sulla realtà affidandosi ad un semplice calcolo: attenzione al rapporto tra denaro disponibile e denaro speso, perchè solo quello può dire qualcosa su “how much longer you can live“.

Napoli, 29/05/2013

Buona Impresa! Il Credito Cooperativo finanzia lo start up

A pochi mesi dal lancio, Buona Impresa!, il progetto del Credito Cooperativo Italiano destinato all’imprenditoria giovanile, ha già finanziato 25 startup e oltre 30 imprese giovanili, per un importo totale pari a 1,3 milioni di euro. Attualmente sono state accolte il 53% delle richieste di finanziamento e il 25% sono in fase di istruttoria.

La caratteristica principale del progetto Buona Impresa! è l’abbinamento tra i vari strumenti di finanziamento agevolato e i servizi di accompagnamento messi a disposizione delle aziende: i giovani di età inferiore a 35 anni possono accedere contemporaneamente al sostegno creditizio e a servizi di consulenza e tutoraggio offerti grazie alla collaborazione di partner come ReteImprese Italia e Confcooperative.

Tra gli strumenti di finanziamento offerti dal Credito Cooperativo Italiano, di particolare interesse per le start up è il Mutuo Start Up: grazie ad esso, gli aspiranti imprenditori possono ottenere un finanziamento fino a 100.000 euro, con un periodo di pre-ammortamento fino a 12 mesi e una durata massima di 60 mesi (oltre al pre-ammortamento).

Molto interessante anche lo strumento destinato all’Internazionalizzazione: le imprese interessate ad aprirsi al mercato estero possono usufruire di un finanziamento agevolato con condizioni e servizi aggiuntivi particolarmente vantaggiosi, grazie alla partecipazione di Simest, finanziaria pubblica nata allo scopo di fornire assistenza alle imprese italiane che decidono di intraprendere un percorso di internazionalizzazione del proprio business.

Tra gli altri strumenti finanziari previsti da Buona Impresa! ricordiamo, inoltre, quelli destinati al Leasing e al Factoring, il Mutuo fino a 3 milioni rivolto ad imprese già avviate, i finanziamenti in modalità Project Finance dedicati agli investimenti per realizzazione di impianti di Energie Rinnovabili e gli strumenti di Passaggio Generazionale e Finanza Straordinaria per giovani che intendono rilevare l’azienda di famiglia massimizzando il valore della proprietà e assicurando continuità e sviluppo all’attività d’impresa.

Come accennato, il progetto Buona Impresa! si caratterizza per i servizi di affiancamento: le start up potranno usufruire del supporto di consulenti specializzati nei servizi alle imprese, che li guideranno per i primi due anni di attività nella fase di sviluppo dell’idea, nella redazione del business plan e nella verifica dello stato di avanzamento del progetto con incontri face-to-face almeno due volte l’anno.

Per conoscere le storie di chi è riuscito ad avviare la propria impresa grazie al Credito Cooperativo Italiano, segnaliamo infine che il sito internet di Buona Impresa! ospita “Un giro d’Italia differente“: un tour virtuale sul territorio italiano attraverso i progetti dei giovani imprenditori italiani.

Napoli, 28/05/2013

 

 

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