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Estesa fino al 15/06/2014 la Call for Makers per l’edizione 2014 della Maker Faire Rome

Dopo il grande successo dello scorso anno, torna a Roma dal 3 al 5 ottobre 2014 Maker Faire Rome, la grande fiera internazionale dedicata all’innovazione, la creatività e il saper fare dei talenti europei.

Organizzata a cura di Asset Camera (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma dedicata a servizi e progetti per l’innovazione e la crescita del tessuto imprenditoriale), Maker Faire Rome si basa sull’idea dei suoi promotori, secondo i quali il movimento dei Makers è fondamentale per l’implementazione di un nuovo modo di fare impresa in Italia: lo scopo è quello di affiancare alle attività di ricerca e sviluppo la diffusione di una cultura del “saper fare”, grazie alle grandi novità della stampa 3D.

Fino al 25 maggio 2014 (N.B. la call è prorogata fino al 15/06/2014) è aperta la Call for Makers, dedicata a chi voglia partecipare alla Maker Faire Rome 2014 per presentare il proprio lavoro, la propria esperienza e il proprio progetto: è possibile candidarsi on-line previa registrazione a questo link http://www.makerfairerome.eu/call-for-makers/calls/

Le domande potranno essere presentate singolarmente o in team, il modulo va compilato in lingua inglese e occorre fornire un’accurata descrizione del progetto e dei suoi promotori, allegando fotografie e video.

Le candidature per la Call for Makers possono riguardare un lungo elenco di settori (qui, la lista completa): tra questi, ricordiamo Digital Fabrication, Robot&Drones, Education, Arduino, Internet of Things, 3D Printing, Food & Agriculture, Artigianato.

La Call for Makers consente tre tipologie di candidatura:

1) Maker: singoli, team, scuole e organizzazioni che vogliono mostrare il proprio progetto, ciò che fanno e come funziona. Sono particolarmente incoraggiate dagli organizzatori le mostre interattive. I candidati selezionati avranno diritto ad uno stand standard all’interno della fiera.

2) Light-Talk Speaker: singoli e team che vogliono parlare di un’idea o un progetto che sia di interesse rilevante per la community Maker, oppure makers che vogliono dimostrare ciò che fanno e come lavorano in un setting dedicato. Le presentazioni potranno avere una durata di 15 o 40 minuti, più il tempo per le Q&A.

3) Hands-On Workshop: gli organizzatori della Maker Faire incoraggiano chiunque voglia trasmettere al propria passione e ispirazione al pubblico a proporre workshop e attività in tema. L’organizzazione è disponibile a fornire materiali e componenti che andranno specificati dal proponente. Ciascun workshop, che dovrà essere guidato dal Maker, avrà una durata di due ore e mezza o di un’intera giornata. In particolare, le attività dovranno essere adatte anche al pubblico più giovane che dovrà, nel caso, partecipare con l’aiuto dei genitori.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’indirizzo e-mail makers@makerfairerome.eu

Il sito ufficiale di Maker Faire Rome 2014 è disponibile al seguente link: http://www.makerfairerome.eu/

Napoli, 13/05/2014

Da Registro.it, l’edizione 2014 di .it Cup dedicata a startup e idee innovative nel settore ICT

.it Cup è la business competition organizzata da Registro.it, che dal 1987 gestisce, attraverso il CNR, le attività relative alla registrazione e al mantenimento dei nomi a dominio .it.
Fino all’11 luglio 2014 è possibile presentare domanda di partecipazione al Bando .it Cup 2014, dedicato alla crescita di idee imprenditoriali nel settore dell’informatica, della telematica e dell’ICT.

Possono partecipare al bando persone fisiche (singolarmente o in team) e società, startup, associazioni, enti già costituiti o in fase di costituzione per lo sviluppo di prodotti e/o servizi innovativi nel settore ICT.
I progetti imprenditoriali dovranno essere caratterizzati per innovatività, originalità e alto valore aggiunto nel campo delle tecnologie e dei media digitali.

Per partecipare a .it Cup bisogna compilare il form di iscrizione disponibile al sito dedicato all’iniziativa (http://www.itcupregistro.it/it/partecipa/): tra i progetti pervenuti, saranno selezionati i 10 migliori che accederanno al percorso di formazione per perfezionare la business idea, il pitch e la comunicazione della startup.

La formazione si svolgerà presso l’area del CNR di Pisa nel mese di settembre 2014: si tratta di un percorso personalizzato di coaching e tutoring che consentirà ai finalisti di presentare al meglio il proprio progetto imprenditoriale agli investitori.

Al termine della formazione, i migliori progetti parteciperanno all’evento finale della competition: .itCupDay 2014 si svolgerà a Pisa il 10 ottobre 2014 e sarà l’occasione per gli aspiranti imprenditori di incontrare potenziali investitori ed esperti del settore.

L’evento finale sarà inoltre l’occasione per decretare il vincitore della competition, che avrà diritto a tre settimane di corso presso la Startup School di Mind The Bridge di San Francisco.

I 10 finalisti di .it Cup 2014 avranno inoltre diritto ad un percorso di formazione a cura di iDNA, focalizzato sul tema della comunicazione.

Per maggiori informazioni: http://www.itcupregistro.it/

Napoli, 07/05/2014

Good4 Start Up The Future: un’occasione per startup del settore agroalimentare. In palio contributi da 15.000 euro, percorsi di tutoring a Speed Mi Up e Master alla SDA Bocconi School of Management

Il Gruppo Barilla, in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e l’incubatore Speed MI Up, presenta l’iniziativa Good4 Start Up The Future, dedicata a progetti imprenditoriali nel settore agroalimentare che siano concepite nel rispetto dello sviluppo sostenibile (dal punto di vista economico, ambientale e sociale) e della filosofia alla base del modo di fare impresa del Gruppo Barilla, riassumibile nella frase “Buono per te, buono per il pianeta”.

In particolare, i progetti imprenditoriali dovranno prevedere una soluzione innovativa riguardante la filiera alimentare, in una delle seguenti quattro categorie:

1) Good4 our Wellbeing: progetti finalizzati al miglioramento del benessere delle persone attraverso il cibo, dal punto di vista degli aspetti nutrizionali, di qualità e di sicurezza degli alimenti.

2) Good4 our Planet: progetti che promuovano le filiere agroalimentari sostenibili, considerando la filiera nel suo complesso o delle sue fasi specifiche.

3) Good4 our Communities: progetti che si propongono di accrescere l’inclusione sociale delle persone attraverso la valorizzazione del cibo come veicolo di benessere e di sviluppo socio-economico.

4) Good4 our Knowledge: progetti nati allo scopo di comunicare alle persone e alle nuove generazioni l’importanza di conoscere il cibo (processi di produzione, impatti sociali ed ambientali, aspetti nutrizionali e salutistici, controllo e gestione delle risorse) per consentire loro la possibilità di scegliere in maniera consapevole e sostenibile.

Il bando è aperto a giovani studenti universitari, ricercatori e imprenditori fino a 30 anni compiuti entro il 31/12/2014.
Per le prime tre categorie, la partecipazione è aperta a singoli o team di massimo 3 persone.
Per la categoria Good4 our Knowledge, invece, la partecipazione può essere solo singola e i candidati (per accedere al Master of Management in Food & Beverage di SDA Bocconi School of Management previsto per i vincitori) dovranno essere laureati, con almeno due anni di esperienza professionale e in possesso di tutti i requisiti di ammissione previsti dalla scuola (per maggiori informazioni: http://www.sdabocconi.it/en/specialized-master-full-time-executive/mfb).

Le candidature a Good4 Start Up The Future sono aperte dalle ore 9:00 del 7 maggio alle ore 18:00 del 15 ottobre 2014: la procedura di iscrizione avviene on-line al sito www.barillagood4.com e le domande andranno compilate in lingua inglese.

Entro il 30 novembre 2014, la Giuria sceglierà:

3 vincitori per la categoria Good4 our Knowledge, che saranno ammessi alle prove di ammissione per il Master of Management in Food & Beverage della SDA Bocconi School of Management. I tre vincitori, previo superamento delle prove, riceveranno un contributo economico di 15.000 euro ciascuno e l’esonero totale dalla tassa di iscrizione al Master.

6 progetti imprenditoriali finalisti relativi alle tre categorie rimanenti (Good4 our Wellbeing, Good4 our Planet, Good4 our Communities), che parteciperanno ad una Final Round Competition. Si tratta di un evento di premiazione della dirata di due giorni durante il quale i finalisti esporranno la propria idea alla Giuria. Al termine della Final Round Competition saranno scelti i vincitori (uno per ciascuna categoria) che riceveranno un contributo economico di 15.000 euro ciascuno e un semestre di speed up tutoring presso l’incubatore Speed MI Up (da giugno a novembre 2015).

Per eventuali chiarimenti, gli organizzatori sono raggiungibili ai seguenti contatti:

– tel. 348 9986186 (dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00);
– e-mail tutor@barillagood4.com;
– skype: BarillaGood4

 

Napoli, 07/05/2014

Un premio da 100.000 euro per startup tecnologiche dall’iniziativa portoghese “Caixa Capital Awards”

Sono aperte fino al 20 maggio 2014  (N.B. la chiusura delle candidature è prorogata al 9 giugno 2014) le candidature per partecipare alla quinta edizione di Caixa Capital Awards, il concorso internazionale organizzato da Caixa Geral de Depositos e Mit Portogallo per la creazione di nuove imprese e la crescita di imprese già esistenti technology-based.

Il concorso nasce nell’ambito dell’iniziativa Building Global Innovators, dedicata all’accelerazione di progetti innovativi che prevedono l’utilizzo delle nuove tecnologie per l’impresa: un punto di incontro tra aspiranti imprenditori e startupper, investitori, mentor e in generale per la business community internazionale.

Nello specifico, il concorso è aperto a progetti in fase iniziale con potenziale di sviluppo a livello mondiale e a startup esistenti da non più di 60 mesi. I progetti dovranno riguardare i seguenti ambiti:

1) Ocean Economy (tecnologie applicabili alle scienze marine);
2) Smart Cities & Industrial Tech;
3) Medical Technologies & HealthIT (tecnologie in ambito sanitario);
4) Enterprise IT & Smart Data.

Le domande, in lingua inglese, possono essere presentate entro la mezzanotte del 20/05/2014 (N.B. la chiusura delle candidature è prorogata al 9 giugno 2014) on-line, previa registrazione al seguente link: http://www.portal.bginnovators.webfactional.com/login/

Alla domanda di partecipazione andranno allegati alcuni documenti, tra cui il CV dei componenti del team, una breve descrizione del progetto (non oltre i 500 caratteri), un Executive Summary, Pitch Presentation (in massimo 12 slide o in formato video della durata massima di 3 minuti), un Elevator Pitch (della durata massima di 1 minuto).

Dopo la chiusura delle candidature on-line, gli organizzatori pre-selezioneranno 40 semifinalisti che saranno intervistati via Skype (per chiarire ulteriormente i contenuti dei progetti).
Tra i 40 semifinalisti intervistati, la Giuria sceglierà i migliori 20: tra questi ultimi, la Giuria sceglierà poi i 4 vincitori, uno per ciascuna categoria. I quattro vincitori selezionati dovranno creare una “presenza fisica” in Portogallo, per poter beneficiare del premio in denaro previsto (ad esempio una divisione Vendite, Marketing, R&S, Produzione, Distribuzione o una qualsiasi combinazione tra queste).

Il premio previsto per ciascun vincitore consiste in un finanziamento di 100.000 euro: i vincitori saranno annunciati durante l’evento finale “5th Ed. Grand Finale Event & Poster Session” previsto il 26 febbraio 2015.

Sono previsti inoltre tre step intermedi tra la chiusura delle selezioni e l’evento finale:

21/25 luglio 2015: 5 day e-Teams I & Speed-dating event;
20 novembre 2015: Track Finals event & Poster session;
21/22 novembre 2015: e-Teams II bootcamp Lisbon.

Napoli, 05/05/2014

Consigli alle startup – Il pitch per gli investitori e quello per i clienti: due modi differenti per raccontare il business

Mark Birch è un tech investor e imprenditore newyorkese, CRO di una tech startup (Enhatch) e autore del blog Strong Opinions (il blog di Birch Ventures per la community newyorkese di startup tecnologiche): uno dei suoi più recenti post affronta il tema della differenza tra Investor Pitch e Customer Pitch, partendo dal presupposto di base che utilizzare lo stesso pitch per presentarsi sia agli investitori che ai clienti è una mossa che molto raramente funziona a dovere.

Il motivo fondamentale è che investitori e clienti hanno motivazioni ed interessi differenti: pertanto, guardano il pitch da diversi punti di vista. Ne consegue che lo stesso pitch non è utilizzabile per entrambi: occorre costruire un pitch “su misura” per ciascuna delle due “categorie di pubblico” cui la startup si rivolge.

Gli investitori, infatti, sono alla ricerca di grandi opportunità di mercato, che possano comportare un significativo ritorno in termini di capitale. Il discorso dal punto dell’investitore è sintetizzato da Birch in questo modo: Team Market Product Traction Investors. Occorre dimostrare all’investitore che c’è un bisogno da soddisfare, che il team è in grado di ottenere il prodotto/servizio per soddisfarlo, che c’è un mercato per tale prodotto/servizio e calcolare se tutto ciò possa giustificare un investimento. In altre parole, occorre che il pitch sia in grado di dare all’investitore i dati, i numeri in modo tale che egli possa calcolare se investire o meno nella startup.

I clienti, invece, hanno un problema da risolvere o un bisogno da soddisfare. Per i clienti, le dimensioni del mercato sono assolutamente irrilevanti. La traction può essere un argomento appena interessante, ma sicuramente non importante per loro. Il team può essere leggermente più rilevante, ma in ultima analisi l’unica cosa che interessa ai clienti è cosa fa il prodotto e in che modo risolve il bisogno. Ed è proprio su questo aspetto che occorre concentrarsi quando si comunica con i clienti.

Birch spiega di aver provato a modificare il pitch che aveva sviluppato per gli investitori cercando di adattarlo ai clienti: eliminando un paio di slide e modificandone altre, però, ha ottenuto semplicemente una presentazione poco efficace perché totalmente svuotata dagli aspetti relativi la passione e la vision aziendale. Questa è, secondo l’autore del post, la cosa peggiore che si possa fare: non è possibile vendere senza questi elementi, che sono la forza ed il valore intrinseco di una startup.

Ecco quindi la conclusione di Birch: occorre preparare separatamente due pitch, uno per gli investitori ed uno per i clienti. Occorre inoltre farlo in momenti differenti, vincendo la tentazione di sfruttare alcune diapositive per entrambi i destinatari semplicemente apportando delle piccole modifiche.
E’ importante lavorare ad entrambi i pitch tenendo ben presenti gli aspetti fondamentali per coloro cui è destinato, cercando di guardare con i loro occhi e raccontando una storia differente in ciascuno dei due pitch: la stessa storia vista da due diverse angolazioni.

Il post originale da Strong Opinions è disponibile al seguente link: http://birch.co/post/81359224501/investor-pitches-vs-customer-pitches

Napoli, 02/05/2014

Un concorso dedicato alle migliori startup femminili: dal Gruppo MADE, il Premio Gemma 2014

Il Gruppo MADE, specializzato in consulenza imprenditoriale ed investimenti per startup e imprese, ha lanciato un concorso dedicato a startup al femminile: si tratta del Premio Gemma 2014, che offre a neo-imprenditrici ed aspiranti startupper la possibilità di beneficiare di percorsi di tutoring, consulenze e contributi per le prime fasi di vita dell’impresa.

Il Premio Gemma 2014 è aperto a nuove idee di business presentate da donne creative e con talento imprenditoriale: è possibile partecipare singolarmente o in team (che deve essere composto per almeno i due terzi da donne). Non ci sono limiti di età e la partecipazione è aperta a cittadini italiani ed europei.

Le idee per il Premio Gemma 2014 possono essere di qualsiasi tipo, purché abbiano la potenzialità di trasformarsi in startup di successo. Il concorso si sviluppa in quattro fasi:

1) Iscrizione: Entro il 30 giugno 2014 è necessario inviare una mail all’indirizzo alessandra.formenti@madeinvestimenti.it contenente il nome del progetto e i nominativi e contatti dei componenti del team e del referente. Contemporaneamente, o comunque entro e non oltre il 15 luglio 2014, occorre inviare allo stesso indirizzo i seguenti documenti: a) breve presentazione del progetto; b) business plan; c) piano economico/finanziario a 3 o a 5 anni; d) copia della carta di identità e del codice fiscale del referente.

2) Selezione: nel periodo compreso tra il 15 luglio e il 15 settembre 2014 la giuria (composta da tre donne imprenditrici, una avvocatessa, un giovane imprenditore, un giornalista e un professore universitario) selezioneranno i 10 migliori progetti che accederanno alla fase successiva.

3) Tutoring: questa fase partirà il 15 settembre per concludersi il 13 dicembre 2014, e prevede per ciascun finalista la possibilità di beneficiare di 6 ore di consulenza da parte degli esperti MADE (via skype o presso la sede di Milano). Inoltre, il weekend del 18/19 ottobre 2014 sarà dedicato ad una due giorni formativa intensiva dedicata ai 10 progetti finalisti che si terrà a Milano.

4) Evento finale: l’evento di premiazione si terrà il 13 dicembre 2014, con interventi di esperti del settore, giovani imprenditori e la possibilità per i finalisti di partecipare ad una sessione domande-risposte con i presenti. Inoltre, i 10 finalisti presenteranno i propri progetti alla Giuria e, dopo la premiazione, accederanno ad una sessione di networking.

I vincitori del Premio Gemma 2014 avranno diritto ai seguenti premi:

Primo classificato: 50 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 5.000 euro;

Secondo classificato: 30 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 3.000 euro;

Terzo classificato: 20 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 2.000 euro.

Il Regolamento del Premio Gemma 2014 è disponibile al seguente link: http://media.wix.com/ugd/7d311b_0cd080bf3cec4a12b2bb29c86686f10b.pdf

Per maggiori informazioni: http://www.madeinvestimenti.it/#!concorso/c7tc

Napoli, 29/04/2014

Make in Italy presenta Maker Contest: il concorso per le migliori idee innovative in tema sanità e benessere.

L’Associazione Make in Italy, nata allo scopo di favorire la crescita, la ricerca e la condivisione di conoscenze nell’ambito della personal fabrication, lancia il concorso “Maker Contest” dedicato alla selezione e valorizzazione di idee hardware innovative in ambito “Health e Quantified Self”.

Il Contest è alla ricerca di idee innovative con focus sulla sanità e sui prodotti per il benessere, particolarmente indirizzate al miglioramento della qualità della vita: saranno selezionati progetti relativi all’estensione della copertura sanitaria (anche in paesi in via di sviluppo), alla prevenzione di patologie, che coinvolgano il monitoraggio a distanza, ecc.

In particolare, il Maker Contest di Make in Italy prevede le seguenti categorie:

– Wearable per il “Quantified Self”;
– Open-lab: equivalenti di strumenti di analisi di laboratorio rilasciati in modalità open source;
– Soluzioni innovative per le disabilità;
– Soluzioni innovative per il miglioramento della qualità della vita (postura, affaticamento, educazione alimentare).

La partecipazione al Maker Contest è aperta ad innovatori e maker in forma individuale o in team, sotto forma di gruppi informali, persone giuridiche, associazioni, ecc.
Per partecipare è necessario compilare la domanda di partecipazione disponibile al seguente link: http://www.makeinitaly.org/maker-contest/

Le domande di partecipazione dovranno essere corredate da una presentazione in formato PDF composta da un massimo di 15 slide, nella quale sia descritta l’idea rispondendo ad una serie di domande (elencate al paragrafo dedicato alle Modalità di svolgimento del Bando Maker Contest disponibile al seguente link: http://www.makeinitaly.org/wp-content/uploads/2014/04/BandoMakerContest_ITA.pdf).

I proponenti delle idee innovative in ambito Health e Quantified Self dovranno indicare il problema e la soluzione, analizzare i potenziali competitor, indicare i potenziali partner e/o progetti cui si ispira l’idea, specificare i vantaggi tecnologici della soluzione proposta, indicare lo stadio di sviluppo attuale del progetto e le risorse e competenze necessarie a rendere l’idea proposta un business.

Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 15 maggio 2014: saranno selezionati i migliori progetti (da un minimo di 5 a un massimo di 10) che avranno la possibilità di beneficiare di un percorso di mentorship sponsorizzato da amdLP, società di consulenza londinese specializzata in startup.

I progetti selezionati avranno infine la possibilità di presentare il proprio progetto, dopo i miglioramenti apportati grazie al percorso di mentorship, ad una platea di esperti e potenziali investitori del settore Health e Quantified Self durante l’evento finale di Maker Contest, previsto per il 20 giugno 2014 a Milano.

Per maggiori informazioni: http://www.makeinitaly.org/

Napoli, 28/04/2014

Il Fondo PMI della Regione Campania: alcune novità, il Piano Operativo del Fondo e le direttive di Attuazione della Misura Start Up

La Regione Campania ha pubblicato, all’interno del BURC n. 27 del 22 aprile 2014, alcune novità interessanti per startup e imprese che intendano beneficiare delle agevolazioni e dei finanziamenti previsti dal Fondo PMI: si tratta del D.D. n. 240 del 08/04/2014, che stabilisce alcune modifiche alla Strategia di Investimento (approvata con D.D. n. 298 del 24/12/2013, che affida la gestione del Fondo a Sviluppo Campania spa) e approva il Piano Operativo del Fondo e le direttive di attuazione per la selezione dei progetti da ammettere ai finanziamenti previsti dalla Misura Start Up.

Le direttive di attuazione sono alla base del Bando Startup pubblicato nel BURC n. 24 del 14/04/2014, con una dotazione finanziaria totale pari a 30 milioni di euro, che abbiamo approfondito alcuni giorni fa in questo post del nostro blog:
https://www.incubatorenapoliest.it/pubblicato-il-bando-start-up-del-fondo-regionale-per-lo-sviluppo-delle-pmi-campane-un-fondo-da-30-milioni-per-finanziamenti-da-25-000-a-250-000-euro/

Riguardo invece alle modifiche approvate alla Strategia di Investimento del Fondo, il Decreto elenca le seguenti tre voci:

1) Non è più previsto il requisito di personalità giuridica per le reti di imprese che intendano accedere ai finanziamenti del Fondo PMI della Regione Campania;

2) Non è più previsto il limite di accesso ai finanziamenti alle sole reti di imprese per l’internazionalizzazione;

3) Riguardo alle startup e aziende di piccole dimensioni, grazie alle modifiche attualmente approvate, i finanziamenti erogabili (fino a 250 mila euro) potranno essere rimborsati a tasso agevolato in 7 anni con ammortamento differito della prima rata a 24 mesi (le disposizioni approvate in precedenza fissavano la durata massima del finanziamento a 5 anni con sei mesi di preammortamento).

Come accennato sopra, inoltre, il D.D. n. 240 del 08/04/2014 approva il Piano Operativo del Fondo PMI della Regione Campania: il documento contiene nel dettaglio la strategia del Fondo, le Linee di intervento previste e una serie di precisazioni sulle modalità operative del Fondo gestito da Sviluppo Campania spa.

Il Fondo PMI della Regione Campania nasce allo scopo di stimolare la nascita di nuove imprese e sostenere la crescita di attività imprenditoriali già esistenti sul territorio regionale: per raggiungere tali obiettivi, la Regione Campania ha deciso di creare uno strumento in grado di facilitare l’accesso al credito (con particolare attenzione a imprese gestite da giovani e donne), potenziare gli strumenti per il rilascio delle garanzie e promuovere gli investimenti nel settore del capitale di rischio.

Sulla base di tali obiettivi, il Piano Operativo del Fondo PMI identifica tre linee di intervento e per ciascuna di esse stabilisce delle misure specifiche. Per ciascuna misura la Regione Campania prevede uno o più specifici Avvisi Pubblici, necessari a definire modalità attuative e tempistica dell’attività di selezione dei beneficiari.

Le tre linee di intervento previste per il Fondo PMI della Regione Campania sono le seguenti:

1) Finanziamenti a tasso agevolato;
2) Sistema delle Garanzie;
3) Interventi di Equity (seed financing).

LINEA DI INTERVENTO FINANZIAMENTI A TASSO AGEVOLATO

Destinatari degli interventi sono micro, piccole e medie imprese nuove ed esistenti, imprese artigiane e reti di impresa, operanti nei settori definiti dai codici Ateco 2007.

Sono previste tre misure ed altrettanti Avvisi Pubblici: a) start up (si tratta del Bando già pubblicato citato in precedenza); b) imprese artigiane; c) reti di impresa.

Le agevolazioni consistono in finanziamenti a tasso agevolato per investimenti innovativi materiali ed immateriali e per spese di gestione: per le startup e le imprese artigiane il limite è compreso tra 25.000 e 250.000 euro, mentre per le reti di impresa è possibile ottenere finanziamenti fino a 1 milione di euro.

Per ciascuna misura è prevista una procedura di selezione a sportello con tempi e modalità stabiliti da specifici Avvisi Pubblici.

LINEA DI INTERVENTO SISTEMA DELLE GARANZIE

L’obiettivo è quello di facilitare le operazioni di smobilizzo (in particolare nei settori ad alto rischio) e favorire l’accesso al credito da parte delle PMI. Sono previste due misure: Tranched Cover e Garanzie di Secondo Livello.

TRANCHED COVER: le risorse assegnate sono pari a 6 milioni di euro e il focus è particolarmente incentrato sui settori edile, manifatturiero e dei servizi.

La misura prevede innanzitutto una fase di selezione delle banche “originator” che svolgeranno l’attività creditizia e di realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare alle micro e PMI campane che avranno accesso alle agevolazioni.

Il portafoglio di esposizione creditizia di ciascuna impresa beneficiaria sarà suddiviso in due classi: tranche junior e tranche senior. La Garanzia regionale coprirà l’80% della tranche junior, quella più esposta al rischio di prima perdita.

Anche in questo caso sono previsti Avvisi Pubblici per le selezioni (sia delle banche “originator” che per le imprese beneficiarie) e per le direttive di attuazione.

GARANZIE DI SECONDO LIVELLO: anche per questa misura sono assegnate risorse pari a 6 milioni di euro, destinate al supporto delle attività dei Confidi per accrescere il plafond delle garanzie rilasciabili alle PMI campane.

Le risorse saranno destinate ai Confidi operanti nel territorio regionale in possesso dei requisiti previsti dalla legge: tempi e modalità di attuazione saranno definiti attraverso specifici Avvisi Pubblici.

LINEA DI INTERVENTO SEED FINANCING

Prevede la creazione di un nuovo strumento simile al Fondo High Tech nazionale: la misura prevede infatti l’istituzione di un Fondo dei Fondi basato sulla collaborazione con Fondi di Investimento costituiti ad hoc da SGR appositamente selezionate.

Le risorse stanziate sono pari a 18 milioni di euro, la durata del Fondo regionale prevista è di 8 anni (più eventuali due anni per le esigenze di disinvestimento): beneficiarie degli investimenti di seed e startup financing saranno le piccole e medie imprese campane con programmi ad elevato contenuto innovativo. Si prevede la sottoscrizione di capitale di rischio per quote di minoranza.

TIMING DELLE ATTIVITA’ DEL FONDO REGIONALE PER LE PMI

Secondo il cronoprogramma contenuto nel Piano Operativo, il primo ciclo di intervento del Fondo PMI della Regione Campania si svolge tra aprile e giugno 2014. Nello specifico:

Aprile 2014: Linea di intervento 1 (Finanziamenti a tasso agevolato) – Avvisi Pubblici destinati a startup (30 mln) e imprese artigiane (26,8 mln).

Maggio 2014: Linea di intervento 1 (Finanziamenti a tasso agevolato) – Avviso Pubblico reti di impresa (10 mln); Linea di intervento 2 (Sistema delle Garanzie) – Avvisi Pubblici Garanzia di secondo livello (6 mln) e Tranched Cover (6 mln).

Giugno 2014: Linea di intervento 3 (Equity) – Avviso Pubblico Seed financing (18 mln).

Per maggiori dettagli, il testo integrale del D.D. n. 240 del 08/04/2014 e gli Allegati (Piano Operativo del Fondo PMI; Direttive di Attuazione “Misura Start up”) sono disponibili al seguente link:

http://redazione.regione.campania.it/rcnews_ce/showDocumentsNletter.php?04e2cb8004f27fa7b8d0af5c5f9d0e39=f29c445a2be2b4824c131bfedfa8ad2b&nletter=nletter&num_newsletter=283&pgCode=G6I56R5353&refresh=on

Napoli, 23/04/2014

La sesta edizione di Switch2Product di Polihub: le migliori idee di startup a Milano. Deadline 20/05/2014

Polihub, l’incubatore di impresa del Politecnico di Milano, lancia la call per la sesta edizione di Switch2Product, iniziativa di scouting per idee creative ed innovative che possono dare vita a nuovi prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico o dal design innovativo.

La competition è aperta sia a chi abbia un’idea innovativa che a chi voglia mettere a disposizione le proprie competenze per collaborare alla realizzazione dei progetti, e sono candidabili le idee relative alle aree di competenza del Politecnico di Milano (ingegneria, architettura, disegno industriale) con particolare riferimento ai seguenti settori: CleanTech/Greening; Nuovi dispositivi innovativi; Convergenza tra tecnologie digitali e hardware fisico; ICT.

La partecipazione a Swith2Product è gratuita ed è aperta a tutti i cittadini maggiorenni italiani (anche stranieri o extracomunitari, purché in possesso di regolare permesso di soggiorno): è possibile partecipare individualmente o in team con un’idea che non sia stata ancora resa pubblica (le idee possono essere state presentate all’interno di un esame di un corso di laurea, di una tesi di laurea o di pubblicazioni scientifiche).

Le candidature vanno presentate esclusivamente on-line, attraverso la compilazione del form di iscrizione disponibile all’indirizzo www.s2p.it entro la deadline fissata per il giorno 20 maggio 2014.
Sono disponibili due sezioni per candidarsi a Swith2Product: Idee (Call4Ideas) e Persone (Call4People).

Una volta concluse le candidature, si apre la fase di Selezione&Matching: il 30/05/2014 i migliori 20 team saranno invitati ad esporre i progetti davanti alla giuria.
Durante la fase di Selezione&Matching saranno creati i team in modo da ricoprire le competenze fondamentali: ciascun team dovrà presentare un profilo tecnico, un profilo manageriale e un designer. I team potranno essere composti da un minimo di 3 fino a un massimo di 5 componenti.
La giuria sceglierà inoltre i 10 migliori progetti che passeranno alla fase successiva: l’Innovation Camp.

L’Innovation Camp è un percorso formativo tenuto da esperti tra cui ingegneri, designer, architetti ed economisti che lavoreranno per alcuni giorni con i 10 team selezionati alternando momenti di formazione, coaching, brain-storming con un approccio creativo, innovativo e multidisciplinare. Al termine dell’Innovation Camp i team parteciperanno ad una pitch session che permetterà di individuare i 5 migliori progetti che riceveranno i premi previsti da Switch2Product.

I 5 migliori team, infatti, avranno la possibilità di beneficiare di un percorso di pre-incubazione della durata di tre mesi presso Polihub con un percorso formativo e di mentoring che li renderà in grado di redigere un business plan da presentare a Business Angel e Venture Capitalist: si tratta quindi dell’occasione di presentare la propria idea a potenziali investitori per finanziare la fase di startup aziendale.

Per maggiori informazioni su Switch2Product 2014: http://www.polihub.it/11042014-polihub-lancia-la-nuova-edizione-dells2p/

Napoli, 22/04/2014

Quali sono gli errori più frequenti per una startup alle prese con il fundraising?

Sam Altman è un imprenditore, attualmente presidente di Y Combinator e precedentemente co-founder e CEO della startup Loopt, applicazione mobile per il social networking, acquisita nel 2012 dalla Green Dot Corporation.

In un post pubblicato qualche tempo fa sul suo blog, Altman ha analizzato una fase fondamentale per una startup in crescita: la fase del fundraising. L’obiettivo del suo post è quello di individuare alcuni degli errori più frequenti che i founder di una startup possono fare quando si affacciano alla fase di fundraising.

1) Rendere il processo “iper-ottimizzato”

Moltissimi founder cercano strade difficili per la raccolta di capitali, mettendo spesso in pratica dei “trucchi” che pensano siano utili ma in realtà non fanno che complicare le cose. In realtà, scrive Altman, è tutto piuttosto semplice: se l’azienda funziona bene, otterrà dei buoni risultati in termini di fundraising. L’unica strada da percorrere, quindi, è quella di lavorare per migliorare il più possibile l’azienda, il suo funzionamento e i suoi risultati.

Il processo di fundraising, infatti, è molto semplice: innanzitutto bisogna trovare il modo di ottenere un incontro con i potenziali investitori. Dopodichè, occore spiegare loro in che modo la startup può riuscire a fargli ottenere guadagni elevati. Ciò significa spiegare agli investitori la mission aziendale, il prodotto, la traction, la visione futura, il mercato, la concorrenza, quale sarà il vantaggio competitivo nel lungo periodo, come hai intenzione di ottenere dei ricavi e come si compone il team.

Occorre riuscire a implementare un vero e proprio ambiente competitivo: le migliori condizioni in termini di raccolta capitali si ottengono quando più investitori sono in concorrenza tra loro per finanziare una startup. Secondo Altman, è questa l’unica “regola del gioco” valida.

Non bisogna, quindi, ricorrere a piccoli e grandi trucchi: l’unica strada percorribile è quella di lavorare sodo per far funzionare il business nel migliore dei modi, gli investitori decidono di finanziare una startup solo se sentono di poterlo fare con fiducia.

2) Numeri, richieste e valutazioni troppo alti

Quando si cerca di ottenere dei finanziamenti, è importante mantenere quelli che Altman definisce “clean terms”: spesso le startup alla ricerca di capitali tendono infatti a valutare per eccesso i numeri, facendo richieste più elevate di quanto sia realmente necessario.

Alla base di questo errore c’è la convinzione dei founder di “impressionare” i potenziali investitori: in realtà questo atteggiamento allontana gli investors, mentre chiedere semplicemente ciò di cui si ha effettivamente bisogno è l’atteggiamento vincente nel fundraising.

3) Non riuscire a creare un ambiente competitivo

Si tratta di una fase critica del “gioco” del fundraising. Come accennato più sopra, secondo Altman è fondamentale mettere “in competizione” più potenziali investitori.

La parte più difficile da gestire è sicuramente quando arriva la prima offerta: una volta ottenuta un’offerta, infatti, se non ne arrivano altre in tempi stretti si corre il rischio di voler aspettare troppo ad accettare (in attesa che altri investitori facciano una proposta) e di perdere quella che potenzialmente potrebbe essere una buona opportunità.

La cosa migliore, sarebbe trovare un investitore che ama davvero ciò che la startup sta facendo e che sia totalmente disposto a finanziarla: quando c’è una prima offerta di questo tipo, la startup può aspettare più tranquillamente e cercare di ottenere altre offerte.
Naturalmente occorre ricompensare il primo investitore, assicurandogli priorità o quanto meno la sicurezza di rientrare nel round di investimento.

Quando si riesce a creare un buon ambiente competitivo tra potenziali investitori, il processo di fundraising diventa davvero in discesa e spesso anche chi in precendenza non aveva mostrato interesse a finanziare il progetto inizia a considerare un possibile investimento.

4) Presentarsi agli investitori in maniera arrogante, irrispettosa, ecc.

Presentarsi ai potenziali investitori con un’aura da “nerdy founder” è un vezzo inutile e controproducente: occorre essere sempre rispettosi quando si incontrano gli investors. Questo significa, avverte Altman, che non bisogna mai pretendere una decisione dopo il primo incontro (a meno che non si stia davvero per chiudere il round di finanziamento).

Altman consiglia di ricordare sempre che gli investitori sono persone che vogliono essere amate, bisogna fargli sapere che si desidera davvero lavorare insieme a loro per renderli più inclini ad investire nella vostra startup.

5) Non ascoltare

Gli investitori sono preoccupati di non rischiare di perdere i propri capitali, mentre i founder sono persone ottimiste per eccellenza. Questo significa che, molto spesso, quella che per un investor è una versione “carina” di un no viene recepita dal founder come un “con un paio di ulteriori incontri, possiamo arrivare ad un sì”.

Bisogna imparare ad ascoltare con molta attenzione, e capire se è il caso di insistere ulteriormente o è più saggio e fruttuoso andare avanti e incontrare altri potenziali finanziatori.

6) Non avere un “lead investor”

Altman spiega che spesso i founder che raccolgono capitali da più investitori si compiacciono del fatto che nessuno di questi ha un particolare “potere” rispetto agli altri. La realtà, però, è che un investitore con poco potere nelle aziende che finanzia non si sente veramente coinvolto e non si adopera per il successo della startup.

Sarebbe invece davvero utile avere un “lead investor”, con il quale organizzare regolari incontri mensili per metterlo al corrente dei progressi: questi incontri fissi creano infatti una tensione positiva nella startup, soprattutto a livello operativo e di raggiungimento dei risultati prefissati.

7) Avere un pitch scarno

Spesso i founder si fanno prendere dalla voglia di seguire alla perfezione un template, spiegando tutto ciò che sanno sui concorrenti, sull’evoluzione del mercato, ecc. Ma altrettanto spesso, sono i primi ad annoiarsi e questa noia è palese anche all’esterno.

Il consiglio di Altman per un pitch vincente da presentare agli investitori è quello di concentrarsi sulle parti del business che davvero ti entusiasmano: ciò renderà entusiasti anche gli investitori. Trasmettere la passione per il proprio business è fondamentale, ed è quasi impossibile mentire a riguardo.

Gli investitori vogliono ascoltare una vera e propria storia, che racconta come il team ha deciso di lavorare all’idea, come si sono incontrati i co-founder, ecc.: sono aspetti da non tralasciare nel proprio pitch.

Inoltre, gli investitori intelligenti sono alla ricerca di progetti che possano realmente avere successo: occorre quindi concentrarsi sugli aspetti fondamentali che facciano capire che si sta davvero costruendo una grande azienda.

8) Non chiedere delle referenze sugli investitori

I grandi investor possono apportare una quantità enorme di valore aggiunto, nella stessa misura in cui i cattivi investitori possono rendere davvero la vita difficile ai founder di una startup: ecco perché Altman succerisce di chiedere sempre informazioni a chi ha già ottenuto finanziamenti, cercando di ottenere delle vere e proprie referenze sugli investitori con cui ci si prepara a collaborare.

9) Non avere una vision sufficientemente chiara

Se non si è fermamente convinti di ciò che si fa, e si è sempre d’accordo con i suggerimenti dell’investitore, significa che la vision della startup non è sufficientemente chiara. Altman sostiene che, pur dovendo sempre ascoltare ciò che l’investitore ha da dire, si dovrebbe rimanere sempre fermi su ciò in cui si crede davvero.

I founder che hanno una vision aziendale chiara riescono a spiegare ciò che stanno facendo e perché il loro progetto è importante in poche e semplici parole: una vision chiara implica solitamente una grande idea. Fermo restando che esistono sempre delle incognite: anche se non è possibile avere tutte le risposte, prima di iniziare la fase di fundraising è fondamentale avere una vision chiara.

10) Non conoscere le metriche chiave

Le possibili domande degli investitori per una startup in fase di early stage sono essenzialmente due: “Il team sa cosa fare?” e “Il team è in grado di farlo?”.
La risposta alla prima domanda è nel punto 9: occorre avere una vision aziendale chiara e definita.
Per la seconda domanda, invece, occorre essere in grado di dimostrare la qualità operativa attraverso i numeri e le metriche chiave: Altman afferma che è davvero sorprendente come spesso le aziende si rivolgano ai potenziali investitori senza conoscere queste informazioni.

Per leggere il post originale di Sam Altman: http://blog.samaltman.com/fundraising-mistakes-founder-make

Napoli, 17/04/2014

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