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Opportunità di finanziamento e accesso ad un network globale: parte l’edizione 2015 di Hello Tomorrow

Hello Tomorrow è un’iniziativa globale dedicata allo sviluppo e al sostegno di tecnologie disruptive che riescano ad innovare profondamente il processo di value creation: attraverso la sua community è possibile entrare in contatto con un network di scienziati, imprenditori, investitori, giornalisti e policy makers a livello internazionale.

Il percorso di Hello Tomorrow 2015 prevede una Start-Up Challenge aperta a progetti innovativi provenienti da tutto il mondo (nel 2014, per la sua prima edizione, Hello Tomorrow Challenge ha ricevuto circa 1.200 application): lo scopo è quello di selezionare i migliori 6 progetti technology-based che potranno “modellare il nostro domani”.

Per HT Challenge 2015, i settori di intervento sono sei: Energia & Ambiente, Information Technologies, Food & Agriculture, Healthcare, Materials & Manifacturing, Trasporti & Mobilità.

La call è riservata a talenti cretivi (anche non ancora costituiti in startup) in possesso di soluzioni innovative nei settori indicati. Per partecipare a HT Challenge 2015 occorre candidarsi entro la deadline fissata per il 28 febbraio 2015, compilando il modulo raggiungibile al seguente link: https://www.younoodle.com/competitions/hello_tomorrow_challenge_2015

Le migliori 30 startup selezionate saranno seguite dagli esperti di Hello Tomorrow con un programma di mentoring trimestrale, durante il quale potranno apportare le modifiche ed i miglioramenti necessari ai propri progetti prima della presentazione alla Giuria.

I finalisti parteciperanno infatti alla Conferenza Annuale Hello Tomorrow prevista a Parigi il 25 e 26 giugno: i team presenteranno i progetti di fronte ad una platea internazionale composta da 4.000 stakeholders, tra cui potenziali investitori, esperti e mentor.

Il primo classificato di HT Challenge 2015 avrà diritto ad un premio in denaro di 100.000€ in contanti, mentre gli altri 5 finalisti avranno un premio da 15.000€ cash ciascuno.
Per tutti i 30 team selezionati per il programma di mentorship, inoltre, Hello Tomorrow rappresenta l’occasione per un accesso più semplice agli acceleratori ed incubatori europei inseriti nella Community Hello Tomorrow.

Per maggiori informazioni e dettagli: http://hello-tomorrow.org/

Napoli, 05/02/2015

Aperta fino al 16 febbraio la call for projects per partecipare a Futur En Seine, il festival digital di Parigi

Futur En Seine è il festival digitale europeo che sarà ospitato a Parigi nel mese di giugno 2015: si tratta di un evento internazionale dedicato alle innovazioni digitali che lo scorso anno ha attratto oltre 23.000 visitatori, e prevede spazi ed appuntamenti dedicati a progetti innovativi (di startup, laboratori di ricerca, designer, artisti ed innovatori), B2B meetings ed eventi di networking, workshop e conferenze sui temi della cultura digitale e dei trend nel mondo dell’innovazione.

Il festival giunge quest’anno alla sua sesta edizione, ed è organizzato da Cap Digital, cluster francese per contenuti e servizi digitali che conta tra i suoi membri circa 800 organizzazioni: in maggioranza si tratta di PMI innovative, università ed enti di formazione, laboratori di ricerca.

Il Programma di Futur En Seine 2015 prevede quattro giornate (11/14 giugno) dedicate a startup e progetti innovativi, con il Village Des Innovations: il focus sarà particolarmente incentrato sui settori Media, Communication, Retail, Digital business and E-Government, Education, Smart Living, Tourism, Care, 3D and Immersive, Data, Mobile services, Gamification, Design, Internet of Things, Robotics, Clean Tech, Green Tech.

Fino al 1° marzo 2015 è possibile sottoporre la propria candidatura per partecipare gratuitamente a Futur En Seine 2015: la call è aperta a persone fisiche ed organizzazioni (in particolare startup e imprese) con progetti innovativi.
Nello specifico, il festival Futur En Seine è aperto a servizi e prodotti innovativi, prototipi, invenzioni, opere d’arte e contenuti digitali.

I progetti selezionati avranno innanzitutto accesso alla Demo Area del festival, dove potranno incontrare potenziali futuri clienti ai quali sottoporre il prodotto/servizio offerto.
Inoltre, i partecipanti potranno beneficiare delle opportunità di networking e di meeting con potenziali partner strategici, accedere a sessioni one-to-one con esperti in grado di potenziare il business e scoprire una serie di interessanti opportunità di finanziamento.

In particolare, le startup e i progetti selezionati potranno partecipare alla Axis Innovation’s Investors Convention, dove incontreranno una platea di potenziali investitori a livello internazionale.

Il form per inviare la propria candidatura è disponibile al seguente link: http://www.jotformpro.com/form/42954566869980

Per contatti e informazioni, è possibile scrivere a CAP DIGITAL – Pierre-Alexis Tilly, all’indirizzo pierre-alexis.tilly@capdigital.com

Il sito ufficiale dell’evento è invece disponibile qui: http://www.futur-en-seine.fr/fens2014/

Napoli, 04/02/2015

Consigli per startup e imprese: come migliorare il livello di Customer Satisfaction in sette step

Sujan Patel è vicepresidente del settore marketing per When I Work, società che offre strumenti e software per la gestione delle imprese aiutandole ad attrarre più clienti, aumentare i ricavi e far crescere il business. Di recente, il portale Inc.com ha pubblicato un suo articolo dedicato al tema della Customer Satisfaction e a come aumentare il livello di soddisfazione del cliente.

Per qualsiasi azienda, che sia in fase di startup o già consolidata, i clienti soddisfatti sono infatti una priorità fondamentale: per questo motivo, non si dovrebbe mai dare per scontata l’attività di Customer Satisfaction e si dovrebbero avere delle metriche ad hoc per monitorarla. In particolare, Patel elenca nel suo post sette azioni proattive che l’impresa può implementare per aumentare il livello di Customer Satisfaction.

1) Imparare a misurare la Customer Satisfaction

Non è possibile attivarsi per migliorare qualcosa se non si è in grado di misurarla: il primo passo, quindi, è imparare a misurare la Customer Satisfaction. Esistono diverse possibilità per effettuare questo tipo di misurazione: un sondaggio telefonico al termine di ogni chiamata al centralino, monitorare i feedback on-line, creare un sondaggio di Customer Satisfaction web-based da sottoporre a tutti i clienti. In ogni caso, bisogna tener presente che soltanto i clienti con un’opinione forte e ben definita si attiveranno per rispondere: è consigliabile, pertanto, tener conto di questo aspetto come causa di eventuali distorsioni nei risultati del sondaggio.

2) Diventare dei veri esperti nel proprio settore

I clienti hanno bisogno del vostro aiuto dopo aver acquistato il prodotto/servizio: è indispensabile, quindi, riuscire a posizionarsi come esperti nel settore di riferimento dell’azienda. Ciò non vuol dire impiegare il proprio tempo per raccontare ai clienti quanto si è bravi, ma significa responsabilizzarsi nell’attività di educazione della clientela, insegnando a capire il settore in modo nuovo. Se i clienti capiscono di avere di fronte un’azienda esperta nel settore, saranno entusiasti di relazionarsi con voi.

3) Utilizzare la live chat per offrire alla clientela un supporto eccellente

I clienti non sopportano i centralini e le lunghe attese al telefono. Il vostro business otterrà grossi benefici se sarà in grado di offrire un metodo alternativo di contatto alla clientela: la Customer Satisfaction crescerà quanto più le comunicazioni saranno in tempo reale, ad esempio inserendo una live chat nel sito web dell’azienda.
Il cliente potrà bypassare il centralino e, semplicemente con un click, entrare in contatto con chi può aiutarlo a risolvere il suo problema.

4) Assicurarsi che il team al completo sia impegnato nelle attività di Customer Satisfaction

Molte aziende pensano, erroneamente, che solo il servizio clienti abbia impatto sul livello di Customer Satisfaction. In realtà l’intero team (dalla contabilità al settore vendite) ha il proprio ruolo nel riuscire a fare in modo che la clientela sia soddisfatta: bisogna quindi ricordare spesso al team questo aspetto, assicurandosi che ognuno capisca il proprio ruolo nella promozione della Customer Satisfaction.

5) Mantenere l’engagement dei dipendenti

Tenere i dipendenti ispirati e legati al marchio e alla mission aziendale significa poter contare sul fatto che essi facciano la stessa cosa con i clienti. Un recente studio Gallup ha infatti dimostrato che nei team con più alti livelli di engagement si riscontra un livello di Customer Satisfaction maggiore: l’impatto positivo si ripercuote anche sulla fedeltà al marchio,
Il consiglio di Patel è “non dimenticare mai che il team è il cuore pulsante dell’azienda: se i membri della squadra sono felici, offriranno un ottimo servizio alla clientela“.

6) Costruire dei Key Performance Indicators (KPI) per la Customer Satisfaction

Una strategia utile per mantenere il team concentrato sulla mission di accrescere la Customer Satisfaction è quello di identificare gli obiettivi in modo tangibile. Il modo migliore è quello di prevedere un sistema di ricompense e gratifiche al raggiungimento dell’obiettivo prescelto, ad esempio con un bonus finanziario. Questo metodo incoraggia il team a lavorare con maggiore efficienza nelle attività di Customer Satisfaction.

7) Frequenti follow up sulla Customer Satisfaction

Una volta identificati i problemi più frequenti in tema di Customer Satisfaction, bisogna prendersi il tempo per un follow up che permetta di capire in che modo le eventuali modifiche apportate hanno migliorato la situazione. La misurazione delle metriche di Customer Satisfaction deve essere un processo continuo e in divenire, non un’attività singola e sporadica da effettuare una tantum.

In sintesi, Patel spiega che il livello di Customer Satisfaction può crescere soltanto se si implementano una serie di azioni proattive: il perseguimento di alti livelli di Customer Satisfaction deve essere visto in ottica di processo, per cui è necessario stabilire un piano ad hoc per ottenere dei miglioramenti tangibili nella reputazione del marchio.

Per leggere il post originale: http://www.inc.com/sujan-patel/7-proven-ways-to-boost-customer-happiness-in-2015.html

Napoli, 03/02/2015

Start Path Europe: il programma di Mastercard per startup innovative europee

Il colosso Mastercard, leader a livello globale per l’innovazione nel mondo del commercio e delle transazioni di pagamento, offre alle startup early stage d’Europa un’interessante opportunità: si tratta del Programma Start Path Europe.

Start Path è un programma per startup nel settore del commercio, che per l’edizione 2015 si appresta a selezionare i 6 migliori progetti a livello europeo da inserire nel suo percorso di mentorship della durata di 12 mesi.
Con l’accesso a Start Path Europe, le startup saranno seguite per un anno da mentor esperti di Mastercard (con sessioni virtuali e reali), avranno la possibilità di accedere al network Mastercard e di utilizzare le soluzioni Mastercard già esistenti per la sperimentazione di progetti pilota.

Il programma ha sede a Dublino e partirà nel mese di aprile 2015: è possibile inviare la propria application entro il 16 febbraio 2015 compilando il form di iscrizione disponibile al link https://www.f6s.com/mastercardstartpatheuropeapplication#/apply

Per partecipare alla call per Start Path Europe 2015, la startup dovrà essere in possesso dei seguenti requisiti:

una soluzione innovativa nel settore commerciale;
un prodotto pronto per la fase beta test;
un organico composto da almeno 5 persone;
avere sede in territorio europeo.

Tra le caratteristiche fondamentali del programma Start Path di Mastercard, gli organizzatori pongono l’accento sulla personalizzazione della mentorship in base alle esigenze di ciascuna startup. Inoltre, il programma non dà accesso immediato a fonti di finanziamento ma offre ai partecipanti l’opportunità di essere seguiti da esperti di Mastercard che valuteranno eventuali possibilità di investimento.

Il focus del Programma Start Path è sull’execution, inoltre sarà dato grosso risalto allo sviluppo di nuove conoscenze per il team e all’accesso ad un network mondiale di potenziali partner.

Per maggiori informazioni: http://www.startpath.com/index.html

Napoli, 02/02/2015

Finanziamenti per startup e imprese nel settore Videogames: dall’UE, contributi fino a 150.000€ con il Programma MEDIA

L’Unione Europea, nell’ambito del Programma Europa Creativa (sottoprogramma MEDIA) ha lanciato nei giorni scorsi il Bando EACEA 06/2015 Videogames, finalizzato al sostegno di progetti per lo sviluppo di videogiochi digitali indipendentemente dalla piattaforma o dal metodo di distribuzione previsto: è necessario che i videogiochi siano sviluppati da imprese di produzione (non da singoli professionisti) e che siano progetti sviluppati a fini commerciali, per il mercato europeo ed internazionale.

Le imprese possono presentare il proprio progetto entro il 26 marzo 2015, seguendo la procedura di application rintracciabile al seguente link: https://eacea.ec.europa.eu/PPMT/

Possono partecipare al Bando aziende aventi sede in:

Stati membri dell’Ue;
Paesi aderenti e Paesi candidati effettivi e potenziali che beneficiano di una strategia di preadesione;
Paesi EFTA membri del SEE;
la Confederazione svizzera, in forza di un accordo bilaterale da concludere con tale Paese;
Paesi dello spazio europeo di vicinato, in base agli accordi quadro che prevedono la loro partecipazione ai programmi dell’Unione europea.

I progetti selezionati avranno diritto ad un contributo finanziario concesso sotto forma di sovvenzione, per una cifra compresa tra 10.000 e 150.000€, finalizzata allo sviluppo del concept e del progetto: i contributi potranno coprire fino ad un massimo del 50% delle spese di progetto previste dal produttore.

I videogiochi dovranno avere un contenuto digital caratterizzato da elevata interattività abbinata ad una componente narrativa: la presenza di aspetti relativi allo storytelling è infatti ritenuta caratteristica fondamentale per accedere alla call for proposals.

I progetti saranno valutati secondo una serie di criteri, tra i quali ricordiamo la qualità dei contenuti, l’innovazione e la qualità della strategia di sviluppo in ottica internazionale.
Fondamentale, in ottica di valutazione dei progetti, anche le caratteristiche del team proponente.
Inoltre, sono previsti punteggi aggiuntivi in caso di videogiochi destinati ad un pubblico giovane (bambini dai 12 anni in su).

Per il testo integrale del Bando, il link di riferimento è: https://eacea.ec.europa.eu/sites/eacea-site/files/call_notice_dev-vg-2015.pdf

Altre informazioni utili sono disponibili ai seguenti link:

http://www.media-italia.eu/bandi/341/bando-eacea-06-2015-videogames.htm
http://www.media-italia.eu/news/582/pubblicazione-bando-per-il-sostegno-ai-viedeogames.htm
https://eacea.ec.europa.eu/creative-europe/funding/development-support-for-development-european-video-games-2015_en

Napoli, 02/02/2015

La call 2015 di UniCredit Start Lab: formazione, networking e grant da 10K per startup innovative e tecnologiche

Sono aperte le selezioni per partecipare all’edizione 2015 di UniCredit Start Lab, il programma di accelerazione per startup di UniCredit S.p.A. che si propone di sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali innovative ad alto contenuto tecnologico.

Fino al 30 aprile 2015 è possibile inviare la propria candidatura per accedere al programma annuale della Startup Academy e ai grant da 10.000€ messi a disposizione per le migliori startup in ciascuno dei settori individuati da UniCredit:

Life Science: biotecnologie, Pharma, Medical Devices e servizi di Health Care;
Clean Tech: energie rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile;
ICT/Web/Digital: Digital Design, Mobile Apps e Hardware;
Innovative Made in Italy – Services & Industrial: Fashion, materiali innovativi, nanotecnologie e robotica.

Possono presentare domanda di partecipazione al Programma UniCredit Start Lab 2015 persone fisiche e startup in possesso dei seguenti requisiti:

– persone fisiche maggiorenni, che intendano costituire una società entro sei mesi dall’accesso al Programma;
– persone fisiche maggiorenni che detengano, alla data di presentazione della domanda di partecipazione (individualmente o in team), almeno il 51% del capitale di una startup (la società deve essere stata costituita dopo il 1° gennaio 2011).

UniCredit prevede, per le quattro migliori startup in ciascuna delle categorie elencate, l’accesso al programma di accelerazione 2015 che prevede:

– assegnazione di un grant da 10.000€ alla migliore startup in ciascuna delle quattro categorie;
– partecipazione al Pitch Day, evento di incontro con potenziali investitori (Venture Capital, Business Angel, Fondi Early Stage, etc) che sarà realizzato entro 12 mesi dall’inizio del Programma UniCredit Start Lab 2015;
– accesso alla Startup Academy, il programma di formazione imprenditoriale in cui le startup potranno incontrare gli esperti di UniCredit e degli altri partner dell’iniziativa (tra cui Accenture e Legance);
– accesso al programma di mentoring Unicredit, con assegnazione di un mentor a ciascuna startup che seguirà i team con incontri periodici;
– assegnazione di un Relationship Manager di Unicredit che seguirà le esigenze bancarie della startup;
– assistenza e supporto nella ricerca di partner attraverso il network di Unicredit;
– visibilità attraverso il sito UniCredit Start Lab;
– accesso al pacchetto Microsoft BizSpark per le startup del settore ITC/Web/Digital.

Per partecipare alle selezioni occorre compilare la domanda disponibile dopo aver effettuato la registrazione al seguente link: http://startlab.impact.it/startlab/login.php

Le domande, corredate di Business Plan e della documentazione indicata all’art. 6 del Regolamento, dovranno essere inviate entro la deadline fissata per il 30/04/2015.

Per maggiori informazioni, per il Regolamento e per candidarsi a UniCredit Start Lab 2015: https://www.unicreditgroup.eu/startlab/it.html

Napoli, 30/01/2015

Consigli per startup B2B: se volete avere successo, scegliete piccole aziende come primi clienti

Thomas Bartman è membro del Forum for Growth and Innovation della Harvard Business School, un think tank che si occupa di studiare le dinamiche dell’innovazione disruptive: il blog della Harvard Business Review ha pubblicato un suo articolo incentrato sui motivi per cui una startup dovrebbe concentrarsi sulla vendita dei propri servizi alle piccole imprese, anziché rivolgersi ai grandi colossi del mercato.

Secondo Bartman è infatti ormai risaputo che le startup B2B rappresentano un segmento fondamentale del panorama imprenditoriale, ma spesso i founder hanno la tendenza, nelle fasi iniziali dell’avvio, a concentrarsi sui clienti sbagliati. L’errore sta nel ritenere che le grandi imprese siano i clienti migliori cui rivolgersi, pensando che inserirle nel proprio portafogli clienti fosse una sorta di “legittimazione” per attirare in futuro nuova clientela.

In realtà questo approccio orientato alle grandi imprese può essere il percorso più difficile per una startup B2B e riduce drasticamente le sue probabilità di successo: Bartman afferma chiaramente che le startup B2B dovrebbero concentrarsi sul segmento di mercato delle piccole imprese.

Il pensiero più diffuso riguardo il target delle piccole imprese è che siano più costose da gestire: questo atteggiamento, secondo l’autore, è miope. Vendere alle piccole imprese è invece un ottimo modo per iniziare un business, che rappresenta una strategia utile per gettare le basi per il futuro di una startup. Una volta acquisite nel portafoglio clienti le imprese di piccole dimensioni, infatti, sarà più facile per la startup proseguire il percorso di crescita e rivolgersi alle imprese più grandi.

Alcuni esempi del successo di questo tipo di strategia sono: Salesforce, che con le sue soluzioni cloud-based è riuscita a ridurre i costi dei database per le imprese; Vistaprint, che ha offerto un servizio disruptive nel mondo delle tipografie, con un servizio web-based di grafica e design caratterizzato da economie di scala e conseguente drastica riduzione dei costi; Stamps.com, che sostituisce costose attrezzature per il mail-processing con applicazioni on-line ad abbonamento mensile.

Un esempio più recente è offerto da HourlyNerd, che si propone di innovare radicalmente il settore delle società di consulenza offrendo agli imprenditori la possibilità di mettersi in contatto con consulenti indipendenti: è proprio analizzando il caso di HourlyNerd che Bartman cerca di spiegare alle startup la migliore strategia per creare aziende B2B disruptive partendo da una clientela di piccole imprese.

Il punto di partenza è che le piccole imprese hanno esigenze simili alle grandi imprese, per cui un modello di business pensato per piccole imprese può essere scalato ed applicato in modo relativamente semplice alle esigenze di medie e grandi imprese.
A ciò si aggiunge il fatto che le piccole imprese hanno un livello di rischio sostanzialmente basso, in quanto sono molto più numerose delle aziende di grandi dimensioni. Per questo motivo, un insuccesso con una piccola impresa non porterebbe a grossi danni reputazionali per una startup.

Inoltre, spesso le piccole imprese non hanno facilmente accesso a prodotti B2B rispetto alle aziende più grandi: per questo motivo, sono alla ricerca di soluzioni offerte da startup anche se con funzionalità ridotte rispetto a quelle pensate per le imprese di maggiori dimensioni. In questo scenario, le startup hanno facile accesso al mercato anche con un minimum viable product, un prototipo da testare e migliorare nel tempo.
Una startup che si rivolge alle piccole imprese può evitare i lunghi cicli di sviluppo pre-lancio per target di mercato più esigenti e iniziare a testare il prodotto con le piccole imprese, anche con disponibilità ridotte di capitale.

Il primo step per questo tipo di strategia aziendale è individuare le opportunità che gli operatori storici del mercato stanno ignorando: bisogna capire quali sono i prodotti troppo costosi o complessi per le piccole imprese, e individuare le possibili soluzioni tecnologiche innovative e a costi relativamente bassi che potrebbero soddisfare il target delle piccole imprese.

Una volta pronto il MVP, la startup può proporla a costi bassi e senza impegno alle piccole imprese: in questa fase è fondamentale lavorare a stretto contatto con i clienti, per accogliere tempestivamente i feedback e capire quali eventuali miglioramenti apportare al prodotto. Uno strumento utile in questa fase sono, ad esempio, le interviste da sottoporre al cliente prima e dopo l’utilizzo del prodotto.

I prodotti offerti devono essere standardizzati in maniera tale da poter incontrare il favore del maggior numero di piccole imprese possibile, lo scopo è quello di avere un offerta che riduca al minimo i costi di modifiche e personalizzazioni. In quest’ottica è utile segmentare la clientela basandosi su criteri relativi alla dimensione, e non alla posizione geografica.
I questo modo sarà possibile studiare soluzioni ad hoc, più semplici o più complesse a seconda delle esigenze dei clienti: la segmentazione va quindi effettuata in termini di benefici offerti, non sulla base di aspetti demografici.

Questo tipo di targeting dei clienti iniziali, inoltre, spesso consente alla startup di non ritrovarsi a competere direttamente con gli operatori che sono già da tempo sul mercato: il segmento di clientela servito, infatti, si discosta da quello di riferimento per i concorrenti “tradizionali”.

Un ultimo aspetto che l’autore considera riguarda infine il continuo miglioramento del prodotto: una startup B2B, attraverso le varie modifiche migliorative apportate al prodotto offerto a imprese di piccole dimensioni, si ritrova ad un certo punto con un prodotto abbastanza evoluto da essere adatto a risolvere le esigenze di grandi aziende. Inoltre, evitando la competizione diretta, i grandi operatori già presenti sul mercato si accorgeranno della nuova startup solo quando quest’ultima sarà abbastanza cresciuta da potersi confrontare con loro.

Naturalmente, conclude Bartman, una strategia di questo tipo non è priva di problematiche e difficoltà (tra cui, ad esempio, la percezione del marchio): ma i risultati ottenuti da startup di successo globale come Salesforce sono la prova che può essere davvero la più consigliata per una startup.

Per leggere l’articolo originale dal sito di HBR: https://hbr.org/2015/01/start-ups-should-sell-to-small-businesses-not-big-enterprises

Napoli, 29/01/2015

Il nuovo Bando UE frontierCities: finanziamenti fino a 150K per startup e PMI nel settore Smart Mobility

FrontierCities è uno dei 16 acceleratori nati nell’ambito dell’iniziativa UE FI-PPP (Future Internet – Public Private Partnership) e ha attualmente lanciato il suo bando dedicato al supporto e al finanziamento di startup e PMI con soluzioni innovative nel settore della Smart Mobility.

Il Bando frontierCities prevede il finanziamento di un massimo di 70 idee imprenditoriali (proposte da PMI, startup e web-developers) con la possibilità di accesso a grant di valore compreso tra 50.000 e 150.000 € ciascuno: inoltre, alle idee finanziate sarà garantito supporto tecnico e di business development dagli esperti del programma. I proponenti delle idee finanziate potranno inoltre partecipare a sessioni di mentoring e formazione e ad una serie di eventi internazionali organizzati a livello europeo.

Le idee innovative partecipanti a frontierCities dovranno essere caratterizzate dall’applicazione di tecnologie ICT e dall’utilizzo della piattaforma tecnologica FIWARE. Il tema principale di riferimento è quello della Smart Mobility, con particolare attenzione ai seguenti settori:

– Smart Cities,
– E-Health,
– Trasporti,
– Energia e ambiente,
– Turismo.

La call è stata lanciata lo scorso 20 novembre e prevede due step di selezione: innanzitutto, le candidature dovranno essere inviate per via telematica (https://www.f6s.com/fiware-frontiercities) entro il 16 febbraio 2015.
Nella domanda di partecipazione, i proponenti dovranno rispondere a 5 “core questions” riguardo la propria idea in tema Smart Mobility: il problema, la soluzione, la tecnologia, il mercato, le persone.

Al termine della prima fase di selezione saranno individuate le idee più meritevoli che potranno partecipare alsecondo step: i proponenti saranno invitati ad inviare una seconda domanda più dettagliata, della lunghezza massima di 15 pagine, contenente un piano dettagliato con business model, previsioni economico-finanziarie, informazioni relative al prototipo, notizie sui componenti del team e una timeline con le milestones principali da raggiungere.

Il programma frontierCities prevede infine il coinvolgimento di città e municipalità europee che si candideranno come tester per i progetti innovative e potranno eventualmente adottare in futuro le applicazioni che saranno finanziate e sviluppate dai vincitori del bando.

Per maggiori informazioni: http://www.fi-frontiercities.eu/the-call/

Napoli, 28/01/2015

Il DL “Investment Compact” e le PMI innovative: nuove agevolazioni per l’innovazione d’impresa in Italia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 20 gennaio il Decreto Legge “Investment Compact”, che contiene alcune novità molto interessanti per il mondo dell’imprenditoria innovativa: il nuovo provvedimento prevede infatti l’istituzione delle PMI Innovative, che si vanno ad affiancare alle startup innovative (istituite nel 2012 con il Decreto Sviluppo Bis) e rientrano in buona parte nel regime di agevolazione previsto per queste ultime.

Possono avvalersi dello status di PMI innovativa e del relativo regime di agevolazioni le PMI non quotate, residenti in Italia o in uno degli Stati Membri UE (o aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché con una sede produttiva o filiale in territorio italiano) che abbianol’ultimo bilancio certificato. La PMI dovrà essere costituita da non oltre sette anni.
Inoltre, la PMI deve rispettare almeno due dei cosiddetti requisiti di capacità innovativa, e nello specifico:

– volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura uguale o superiore al 3% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;
– impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, dipersonale “altamente qualificato”, ossia in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno 3 anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a un terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale;
– titolarità, anche quale depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale, relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato, purché tale privativa sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Per accedere allo status di PMI innovativa, l’impresa dovrà iscriversi all’apposita Sezione Speciale del Registro delle Imprese che sarà istituita presso le Camere di Commercio: la domanda di iscrizione va effettuata esclusivamente per via telematica.
Le informazioni obbligatorie contenute nella domanda di iscrizione alla Sezione Speciale andranno poi aggiornate due volte all’anno (entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre), pena la cancellazione d’ufficio.

Le PMI innovative possono beneficiare del regime di agevolazioni previste per le startup innovative, ad eccezione degli aspetti riguardanti le disposizioni di diritto fallimentare e quelle di regolamentazione del mercato del lavoro. Le agevolazioni previste per le PMI innovative, quindi, sono le seguenti:

1) Esonero dal pagamento dei diritti camerali e delle imposte di bollo;

2) Deroghe alle disposizioni civilistiche in tema di perdite che intaccano il capitale sociale: se si verifica una perdita che riduce di oltre 1/3 il capitale sociale, il termine entro il quale la perdita stessa deve risultare diminuita a meno di un terzo per evitare la riduzione del capitale stesso in proporzione delle perdite accertate è fissato alla fine del secondo esercizio successivo a quello in cui sono state rilevate le perdite (e non, come previsto nel regime ordinario, l’esercizio successivo);

3) Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale: i collaboratori possono essere pagati con tali strumenti (es. stock option) e i fornitori di servizi esterni con sistemi di work for equity;

4) Incentivi fiscali per gli investimenti da persone fisiche e giuridiche: detrazioni IRPEF del 19% e deduzioni imponibile IRES del 20%. Le percentuali previste non cambiano, come accade per le startup, in caso di PMI a vocazione sociale.

Alle PMI innovative, infine, viene estesa la possibilità di accedere ai portali on-line di crowdfunding per la raccolta di capitale di rischio.

FONTI: Il Sole 24 Ore, IPSOA

Napoli, 27/01/2015

L’Arena di TechHub: venerdì 23 a Napoli, 25 startup presentano i loro progetti per decretare i 7 vincitori

Venerdì 23 gennaio a partire dalle ore 9:00 la sede della Camera di Commercio di Napoli (Via S. Aspreno) ospita l’Arena finale di TechHub, il percorso di accelerazione per startup tecnologico nato dalla collaborazione tra CCIAA Napoli, Banco di Napoli e Università degli Studi di Napoli Federico II.

Dopo aver affrontato le selezioni (con quasi 100 idee innovative di impresa che si sono proposte per entrare nella “palestra per startup” di TechHub) e aver partecipato ad un percorso formativo con esperti e docenti di materie afferenti le tematiche principali dell’impreditorialità innovativa, le25 startup finaliste si sfideranno con il proprio pitch di fronte ad una platea di investitori, aziende e potenziali partner per provare a vincere uno dei sette premi in denaro messi a disposizione dalla Camera di Commercio.

Come previsto dal Bando per l’accesso a TechHub, infatti, le sette migliori startup tra i finalisti che partecipano all’Arena avranno la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per cifre comprese tra i 30.000 e i 50.000€.

Tra le 25 startup dell’Arena finale di TechHub, 5 sono i progetti che sono risultati tra i vincitori di VulcanicaMente: dal talento all’impresa e che, tra la prima e la seconda edizione della competition, hanno partecipato ai percorsi di incubazione del CSI – Incubatore Napoli Est:

1) ARTROOMS: marketplace di opere d’arte che raccoglie già oltre 600 opere di un centinaio di artisti contemporanei, tra i cinque vincitori del TechGarage finale di VulcanicaMente 2. Il portale Artrooms consente l’acquisto e il noleggio delle opere a tutti gli artlovers che desiderano avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea, offrendo nel contempo agli artisti l’opportunità di una vetrina on-line e un canale di vendita innovativo sul web.

2) APPETITOO: il progetto di punta di PushApp s.r.l., app factory napoletana tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente, è un appbuilder per il settore della ristorazione. Appetitoo consente ai ristoratori di creare un’app personalizzata per offrire una serie di servizi alla clientela del proprio ristorante.

3) PIZZA NOW: il team al lavoro su Pizza Now è stato tra i 9 migliori progetti che hanno partecipato al percorso di coworking e al TechGarage finale di VulcanicaMente 2, con la sua idea innovativa per ottimizzare il settore della consegna a domicilio delle pizze. Pizza Now è infatti un’app mobile multipiattaforma per smartphone e tablet geolocalizzata che permette ai clienti di ordinare la propria pizza e alle pizzerie di usufruire di un ulteriore canale di vendita con sistema di gestione degli ordini che consente un feedback immediato con il cliente.

4) REHUB: nata come web community rivolta a ricercatori e accademici per favorire l’incontro interdisciplinare tra materie umanistiche e scientifiche, Rehub è stata tra i vincitori di VulcanicaMente 1. Oggi il progetto si presenta come un vero e proprio aggregatore di profili che consente ai ricercatori di avere un biglietto da visita digitale: scopo del progetto è quello di favorire l’Open Science.

5) ZEESTY: il progetto Zeesty si inserisce nel settore della ristorazione, con sito web e app mobile per cercare e scegliere un ristorante in base ai gusti dell’utente. Grazie all’app, è possibile digitalizzare i menù di ristoranti, locali, pub e pizzerie. Zeesty è tra le sette startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente.

Nell’immagine seguente, una panoramica di tutti i finalisti dell’Arena di TechHub:

techhubfinalisti

L’appuntamento con l’Arena Finale di TechHub è quindi fissato per venerdì 23 a partire dalle 9: dal CSI – Incubatore Napoli Est, un grosso in bocca al lupo a tutti!

Napoli, 21/01/2015

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