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Tag: potenza

Eccellenze in Digitale 2015: 92 nuove borse di studio per la digitalizzazione da Google e UnionCamere

Dopo l’edizione del 2014, che ha riscontrato grande successo sul territorio nazionale, torna l’iniziativa di Google e UnionCamere “Made in Italy – Eccellenze in digitale”, nata con la collaborazione delle Camere di Commercio allo scopo di favorire la digitalizzazione delle imprese italiane.

Il Bando “Made in Italy – Eccellenze in Digitale 2015” prevede l’assegnazione di 92 borse di studio destinate a giovani neolaureati o laureandi (e, in alcune CCIAA, diplomati) in possesso di competenze in ambito economico, di marketing e di management, competenze digitali orientate al web marketing, conoscenza dei processi di internazionalizzazione, padronanza della lingua inglese.

In particolare, le borse di studio di Eccellenze in Digitale 2015 (due per ciascun territorio) sono disponibili per le seguenti Camere di Commercio italiane: Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Biella, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Cuneo, Fermo, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, La Spezia, Latina, Lecce, Lucca, Macerata, Monza e Brianza, Novara, Nuoro, Padova, Pavia, Pesaro e Urbino, Piacenza, Potenza, Prato, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Sassari, Savona, Sondrio, Taranto, Terni, Torino, Trento, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Verona, Viterbo.

Eccellenze-in-digitale

Riguardo ai requisiti di partecipazione, possono presentare la propria candidatura giovani nati a partire dal 1° gennaio 1986, maggiorenni, con cittadinanza italiana o di un altro Stato dell’Unione Europea.

I giovani candidati dovranno avere la residenza nella Regione in cui ricade la provincia per cui si effettua candidatura, e aver conseguito la laurea con votazione non inferiore a 95/110.

In alternativa alla laurea, sono ammessi gli studenti iscritti ad un corso di laurea con certificato universitario attestante il possesso di almeno: 121 CFU per la Laurea Triennale, 81 CFU per la Laurea Magistrale/Specialistica, 201 CFU per il percorso a Ciclo Unico.

La partecipazione è estesa a diplomati presso Istituti Professionali o Tecnici con votazione non inferiore a 70/100 solo nelle seguenti Camere di Commercio: Bari, Biella, Campobasso, Catanzaro, Cosenza, Cuneo, Fermo, Foggia, Genova, Latina, Lecce, Monza e Brianza, Novara, Pavia, Pesaro e Urbino, Piacenza, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Sassari, Savona, Sondrio, Taranto, Torino, Trento, Verbano Cusio Ossola, Verona, Viterbo.

Le domande di partecipazione possono essere inviate entro le ore 12:00 del 30 aprile 2015, attraverso il form on-line disponibile al seguente link: https://www.eccellenzeindigitale.it/formeid2015

I candidati ammessi alla selezione sosterranno una prova selettiva scritta (test a risposta multipla) e orale (colloquio individuale motivazionale), e per ciascuna Camera di Commercio coinvolta nell’iniziativa avranno accesso alla Borsa di Studio i primi due candidati in graduatoria.

La Borsa di Studio per i vincitori di “Made in Italy – Eccellenze in Digitale 2015” ha un valore di 9.000 € e una durata complessiva di 9 mesi (da giugno 2015 ad aprile 2016): i vincitori svolgeranno la propria attività secondo un piano di lavoro individuale e concordato.

Tra le attività previste per i borsisti, il Bando elenca:

a) organizzazione di un evento di presentazione del progetto per le PMI del territorio;
b) analisi delle possibilità offerte dal contesto produttivo locale alla digitalizzazione;
c) definizione di un numero minimo di aziende in cui diffondere l’utilizzo del web;
d) definizione di un numero minimo di aziende off line con cui sviluppare una prima presenza in rete;
e) definizione di un numero minimo di aziende on line con cui elaborare una strategia digitale per l’export.

Per saperne di più, il Bando “Made in Italy – Eccellenze in Digitale 2015” è scaricabile al seguente link: http://www.unioncamere.gov.it/P42A2639C1924S1919/Procedure-selettive-per-l-assegnazione-di-92-borse-di-studio-destinate-a-giovani-laureati-e-o-diplomati-di-scuola-secondaria-superiore-finalizzate-ad-accompagnare-le-pmi-italiane-alla-scoperta-delle-opportunita-offerte-dall-economia-digitale.htm

Il sito web dedicato all’iniziativa è disponibile qui: https://www.eccellenzeindigitale.it/home

Napoli, 22/04/2015

Il Bullseye Framework: un processo in cinque fasi per aiutare le startup a generare Traction

Gabriel Weinberg e Justin Mares sono gli autori di un interessante manuale dedicato alle startup dal titolo “Traction – A Startup Guide to Getting Customers”: il testo è incentrato sulla presentazione del “Bullseye Framework”, un processo in cinque fasi che viene utilizzato dalle aziende di successo per generare traction, ed è quindi utile ai founders di startup che sono in cerca dei canali di marketing più utili a portare l’azienda verso la fase di crescita successiva.

Il tema della Traction è di rilevanza centrale per una startup, ma in molti casi viene trascurato dai founders: spesso, i team sono concentrati per mesi a lavorare sul prodotto, per poi iniziare a pensare alla Traction solo quando si trovano ad affrontare il lancio sul mercato. La Traction andrebbe invece curata in tutte le fasi di vita dell’azienda: dovrebbe essere uno sforzo continuo, focalizzato sulla ricerca dei migliori canali di acquisizione dei clienti.

Nella maggioranza dei casi, invece, le startup si approcciano alla questione in maniera casuale e non strutturata: il Bullseye Framework è utile in questo caso perché permette di seguire un processo sistematico di approccio al marketing e, in particolare, alla strategia di distribuzione.

In un articolo pubblicato sul suo blog, Gabriel Weinberg ha offerto una panoramica del Bullseye Framework e di come un approccio di questo tipo possa essere di aiuto ai founders di una startup per generare Traction. Le premesse su cui nasce il Bullseye Framework sono essenzialmente tre:

1) In ogni fase di crescita, esiste solitamente un unico canale di acquisizione clienti (traction vertical) sul quale si basa l’intera strategia della startup. Questa è una conseguenza del fatto che generare Traction è generalmente un “power law problem” (un problema basato sulla legge di potenza, ossia una relazione funzionale tra due quantità nella quale una quantità varia in maniera esponenziale al variare dell’altra).

2) Esistono circa venti differenti traction verticals che le startup possono adoperare nella propria strategia di crescita. E’ difficile prevedere quale di questi venti possibili canali di acquisizione clienti sia maggiormente adatto ad una certa startup: è però possibile (e consigliato dall’autore del post) fare delle ipotesi plausibili in merito, fermo restando le difficoltà ad individuare con certezza il canale giusto quando la startup inizia la fase di execution.

3) La maggior parte dei founders di startup ha maggiore familiarità e propensione ad utilizzare alcuni canali di acquisizione clienti, e scelgono questi ultimi in favore di altre traction verticals. Una delle conseguenze più evidenti di questa situazione è che la maggior parte delle startup si concentra su alcuni canali, lasciandone molti altri sottoutilizzati e trascurati.

Entrando nello specifico del Bullseye Framework, l’autore spiega innanzitutto che il processo si compone di cinque fasi e si basa sulla metafora del bersaglio (bullseye): il cerchio interno rappresenta le traction verticals più promettenti, diventando via via meno promettenti man mano che i cerchi si allontanano dal centro.

Entriamo adesso in una spiegazione più articolata delle cinque fasi:

FASE 1 – BRAINSTORMING

Si tratta di passare in rassegna ciascuno dei possibili canali di acquisizione clienti ed effettuare un brainstorming per capire come ogni canale si potrebbe utilizzare in maniera efficace nel momento storico specifico che la startup sta attraversando.

Questo primo step serve a contrastare i pregiudizi e costringe ad analizzare seriamente e meticolosamente ogni possibile traction vertical. Si tratta quindi di una fase che richiede tempi adeguati, ed è inoltre necessario possedere una certa conoscenza di ciascun canale per poter procedere ad una valutazione utile e coerente.
Una volta analizzati pro e contro di tutti i canali, si passa a mappare il mercato cercando di capire quali traction verticals utilizzano i concorrenti, in che modo e con quali risultati.
Infine, bisogna analizzare singolarmente i possibili percorsi ed eventuali test a basso costo che è possibile effettuare per ciascun canale di acquisizione.

La prima fase del Bullseye Framework è quella che richiede tempi più lunghi: secondo Weinberg può impegnare alcuni giorni o settimane.

FASE 2 – RANKING

Si costruisce il vero e proprio “bersaglio” suddividendo i canali di acquisizione clienti in tre colonne:

Colonna A (Inner Circle / Centro del bersaglio): quali traction verticals sembrano più promettenti in questo momento?

Colonna B (Promising / Cerchi intermedi): quali traction verticals potrebbero funzionare?

Colonna C (Long-shot / Cerchi esterni): quali traction verticals sembrano avere minori possibilità di successo al momento?

FASE 3 – PRIORITIZING

In questa fase si stabiliscono le priorità: si torna ad osservare le tre colonne e si ripensa criticamente alle scelte effettuate. Il risultato di questa fase deve essere uno schema in cui si posizionano le prime tre traction verticals nella colonna A, sei canali nella colonna B e il resto nella colonna C.

FASE 4 – TESTING

I tre canali di acquisizione clienti posizionati nella colonna A rappresentano il centro del bersaglio: occorre iniziare una serie di test su queste tre traction verticals, avendo cura che le prove avvengano in parallelo.

FASE 5 – FOCUSING

Se una delle tre traction verticals del centro del bersaglio inizia a dare segni di early traction, significa che la startup ha trovato il canale giusto (per il momento): a questo punto, il consiglio dell’autore è quello di raddoppiare gli sforzi e le risorse su questo canale, cercando di ottenere i migliori risultati possibili in termini di Traction.

Se, invece, nessuna delle tre traction verticals testate sembra funzionare, occorre tornare alla fase 1 e ricominciare il processo, facendo tesoro delle informazioni e dell’esperienza.

In ogni caso, a prescindere che la startup scelga di utilizzare o meno il Bullseye Framework, è fondamentale approcciarsi alla Traction scegliendo un processo strutturato.

 

Per leggere il post originale di Gabriel Weinberg: http://www.gabrielweinberg.com/blog/2013/01/the-bullseye-framework.html

Napoli, 08/08/2014