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Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2019

Il riconoscimento annuale destinato alle innovazioni riguardanti le riduzioni degli impatti ambientali.

Il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2019, ideato da Legambiente, è un riconoscimento nazionale che premia le imprese che promuovono l’innovazione tecnologica, ambientale e sociale.

Il Premio punta a realizzare un contesto favorevole alla ricerca e mira a incrementare la diffusione di buone pratiche nell’ambito della sostenibilità ambientale. Il Premio è rivolto alle Startup non ancora costituite e a quelle già iscritte al registro delle imprese, agli Spin Off Universitari o Aziendali.

Si tratta di un riconoscimento annuale destinato a tutte quelle innovazioni di prodotto, di processo, di servizio, tecnologiche, gestionali e sociali, che dimostrano di contribuire a significative riduzioni degli impatti ambientali, a considerevoli rafforzamenti della resilienza agli effetti del cambiamento climatico e che si segnalano per originalità, replicabilità e potenzialità di sviluppo.

Per l’edizione 2019 il tema sarà quello della lotta ai cambiamenti climatici: ci si concentrerà su come le innovazioni e le nuove applicazioni contribuiscano a preservare il Pianeta e il suo ecosistema attraverso:

  • Innovatività e Replicabilità;
  • Impatto ambientale;
  • Fattibilità tecnica e Team;
  • Modello di business.

Inoltre, saranno apprezzate iniziative, interventi, piani, progetti che si muovano negli ambiti che seguono, riferendosi al rispettivo Sustainable Development Goal in accordo con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, nel particolare:

  • Agricoltura e Filiere Agro-alimentari: Valorizzazione dei territori, sistemi di tracciabilità, integrazione innovativa di sistemi agricoli e della filiera agroalimentare. Capacità di fare sistema, impegno nella ricerca di tecnologie agricole innovative e nella diffusione di pratiche sostenibili nella produzione di alimenti. Garanzie nella sicurezza alimentare, migliorando la nutrizione e promuovendo una filiera sostenibile con impatti positivi a livello locale.
  • Mobilità sostenibile: Le modalità di spostamento che sono in grado di diminuire gli impatti ambientali, sociali ed economici. Per esempio: l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra, l’inquinamento acustico, la congestione stradale, l’incidentalità. Ma anche il degrado delle aree urbane, il consumo di territorio, i costi degli spostamenti;
  • Smart Cities and communities: Riqualificazione ambientale, energetica e sociale del patrimonio costruito, anche sulla base delle indicazioni europee sulla sostenibilità dei materiali, della durabilità degli edifici, riutilizzo e riciclabilità dei materiali dopo le demolizioni. Rigenerazione di interi spazi urbani, ecoquartieri, nuove tecnologie e interconnessione dei vari aspetti della vita quotidiana nelle abitazioni, negli uffici, nei luoghi produttivi e ricreativi;
  • Aree interne in rete: Valorizzazione dei piccoli centri al fine di renderli inclusivi, sostenibili e forti di un nuovo modo di pensare attraverso reti strategiche con la finalità di promuovere la sostenibilità ambientale, il contesto territoriale, il tessuto sociale in modo duraturo. Soluzioni volte alla crescita economica, sostenibile, in grado di fornire occupazione e di mettere in rete realtà analoghe.

Per partecipare al Bando 2019 del Premio Innovazione Amica dell’ambiente è necessario inviare entro e non oltre le 23:59 del 15 settembre 2019 la domanda di partecipazione al seguente indirizzo email: premioinnovazione@legambiente.it

Per maggiori informazioni consultare il Regolamento al seguente link: https://www.legambienteinnovazione.org/il-premio-2019/il-bando

 

Consigli per startup: i sette passi da seguire per costruire una community fin dalla fase early stage

Costruire una community forte rappresenta un aspetto di fondamentale importanza per una startup, tanto che le figure di community builder, manager e architect sono ormai sempre più facili da incontrare nel team di una startup già nella fase early stage. I founder si stanno rendendo conto sempre di più che, prima della crescita e del social media marketing, ciò che davvero serve ad una startup sono le persone: in particolare, persone che abbiano a cuore la mission aziendale, che credano nel team e nel prodotto fin dagli inizi di una startup.

Il tema dell’importanza centrale di una community di riferimento per una startup è stato recentemente affrontato da David Spinks, co-founder della startup Feast, in un articolo pubblicato da Nibletz.com: a suo parere, la costruzione della community rappresenta per la startup una parte fondamentale del core business.

Spinks presenta due famosi esempi di startup che hanno iniziato con una piccola community per poi crescere sul mercato internazionale: Instagram, che all’inizio invitava gli influencer ad utilizzare il proprio prodotto, e Facebook, nato come social network destinato agli universitari che ha potuto poi allargare il numero di utenti dopo aver rafforzato la community di riferimento di partenza.

In ogni caso, la forza e il potere della community non si limita ai soli prodotti “social”: qualsiasi tipologia di startup può trarre benefici dall’impegno a costruire una community di early adopters, che potrà crescere e trasformarsi in un ampio gruppo di consumatori.

Per aiutare le startup ad orientarsi nella fase di costruzione della community, l’autore del post elenca sette passi fondamentali. Vediamo quali sono:

1) Costruire la community intorno alla mission

Bisogna impostare la creazione della community facendo leva sulla mission aziendale, sul problema che la startup cerca di risolvere: non si deve cadere nell’errore di costruire la community intorno al marchio o al prodotto. In una startup early stage, infatti, è altamente probabile che il prodotto cambierà più volte: ciò che resta fermo è il problema da risolvere e, di conseguenza, la mission.

2) Iniziare con una persona alla volta

Spesso le startup hanno fretta di crescere: ma anche quelle che oggi sono grandi aziende con miliardi di dollari di fatturato hanno iniziato con una persona che ha deciso di sostenere una società nuova di zecca, che aveva tutto da dimostrare e la passione per un problema da risolvere.

L’aspetto positivo è che non c’è neanche bisogno di avere già un prodotto da pubblicizzare: basta avere una mission ben chiara per iniziare a costruire la community. Può anche essere più semplice incontrare, una alla volta, le persone che hanno interesse a risolvere il problema al centro della tua mission e cercare di imparare il più possibile da ognuna di esse. Il passo successivo è quello di collegare le singole persone che incontri, per avere una community.

3) Fare in modo da far sentire speciali i membri della community

Probabilmente si sentono già speciali, se il founder della startup ha impiegato del tempo per incontrarli e parlare con loro. Occorre continuare su questa strada, facendo sentire ogni membro della community speciale e privilegiato per essere parte del network. Un consiglio utile è quello di mantenere la community esclusiva, con accesso su inviti, per mantenere alto il senso di appartenenza ad una community “diversa dalle altre”.

4) Costruire la community per i suoi membri, non per te

Spesso le startup fanno l’errore di impostare la community chiedendo ai suoi membri di aiutarli con tweets e feedback: secondo l’autore questa impostazione è sbagliata, perché ci si dimentica che le persone stanno già investendo per noi qualcosa di molto prezioso, cioè il proprio tempo.

Dal momento che la community è costituita da persone con le quali abbiamo parlato, che conosciamo, dovremmo sapere quali sono le loro esigenze e i loro problemi. Per questo, la startup dovrebbe lavorare per risolvere tali problemi, facendo tesoro del tempo e dell’energia che la community apporta al team.

5) Creare una piattaforma adatta alla conversazione

Un gruppo di persone può considerarsi una vera e propria community soltanto se i suoi membri stanno costruendo delle relazioni tra loro. E le relazioni si costruiscono attraverso la conversazione.

Per cui, è indispensabile offrire ai membri di una community la possibilità di interagire: il consiglio di Spinks è quello di utilizzare, all’inizio, dei gruppi ad hoc su Facebook. Questo perché la piattaforma è già un luogo di incontro familiare per i membri della nuova community che si sta creando.
Inoltre, è possibile organizzare degli eventi per facilitare l’incontro tra i componenti della community.

6) Assicurarsi che ognuno si senta ascoltato

E’ molto importante che i membri di una community sappiano che c’è qualcuno in ascolto: bisogna rispondere sempre ad ogni messaggio e ad ogni commento, e se un altro membro della community risponde in maniera appropriata occorre far capire che si è d’accordo con “like”. Inoltre, bisogna sempre incoraggiare i membri della community a rispondere ai post e commentare.

In una nuova community all’inizio ci saranno quelli che Spinks definisce “silenzi imbarazzanti”: è un aspetto inevitabile, ma bisogna continuare ad impegnarsi e a mantenere un atteggiamento positivo. Una volta che i meccanismi inizieranno ad ingranare, i benefici di una community ripagheranno tutti gli sforzi.

7) Crescere in maniera costante

Una volta che la community inizia a girare, è importante continuare a farla crescere tenendo continuamente alta l’energia. Bisogna continuare a portare persone all’interno della community, a poco a poco ma costantemente.
Seguendo questi consigli, con il tempo la startup avrà a disposizione una community forte e numerosa che sarà un’ottima base per la vita dell’azienda e del prodotto.

Il post originale è disponibile qui: http://nibletz.com/2014/07/02/how-to-build-a-strong-community-for-your-startup/

Napoli, 11/07/2014