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Tag: incentivi

Un Piano da 250 milioni di euro per ricerca e innovazione nelle PMI: in arrivo i Bandi dal MISE e dal MIUR

Il 6 febbraio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano “Ricerca e Innovazione nelle imprese” per il 2014, con il quale il Governo mette a disposizione 250 milioni di euro per misure di sostegno alle attività innovative e di ricerca delle imprese. Tra gli obiettivi principali del piano, la messa in atto di azioni qualificate per la crescita, che possano accelerare la ripresa economica del Paese, e la valorizzazione immediata delle opportunità del nuovo ciclo di programmazione.

Il Piano “Ricerca e Innovazione nelle imprese” prevede il raggiungimento di tali obiettivi attraverso una serie di misure che agiscono in vista dell’aumento dell’occupazione qualificata all’interno delle aziende e sul potenziamento dei livelli di innovazione ed internazionalizzazione delle imprese: nelle prossime settimane saranno emanati appositi Bandi da parte dei Ministeri coinvolti (MIUR e MISE).

Vediamo più nel dettaglio quali sono le sette misure previste dal Piano “Ricerca e Innovazione nelle imprese” 2014:

Misura n. 1: Rise & Shine

Rise & Shine nasce allo scopo di avvicinare il mondo della ricerca alle PMI, attraverso la concessione di incentivi per le imprese che assumono con contratto a tempo indeterminato dottori di ricerca e laureati magistrali in discipline tecnico-scientifiche. L’assunzione avverrà dopo uno stage annuale in azienda. Il Bando sarà emanato dal MIUR entro tre mesi dall’assegnazione delle risorse finanziarie e la scadenza del Bando è prevista entro il 2014.

Misura n. 2: Mille e più dottorati industriali

Grazie a questa misura si prevede la realizzazione di circa 2000 percorsi formativi che saranno progettati d’intesa tra scuole di dottorato, imprese e altri enti operanti nei territori di riferimento (in particolare Regioni, Enti di Ricerca e Pubbliche Amministrazioni) e che saranno cofinanziati dalle imprese.
Mille e più dottorati industriali si pone quindi l’obiettivo di incentivare la diffusione dei dottorati di ricerca a caratterizzazione industriale, offrendo l’opportunità al dottorando/ricercatore di fare esperienza nell’impresa, e all’impresa di formare una figura altamente qualificata con il supporto dell’Università.
Il MIUR pubblicherà il Bando entro un mese dall’assegnazione delle risorse finanziarie, la scadenza prevista per il Bando è fissata a luglio 2014.

Misura n. 3: Reti per l’innovazione

La misura si propone di promuovere, finanziare e favorire le iniziative di programmazione congiunta della ricerca destinata all’innovazione d’impresa, con particolare attenzione a gruppi di ricerca a livello nazionale ed internazionale, con finalità di ricerca interdisciplinare ed intersettoriale.
Il Bando relativo alle Reti per l’innovazione sarà emanato dal MIUR entro due mesi dall’assegnazione delle risorse finanziarie e la scadenza prevista è per luglio 2014.

Misura n. 4: Ricerca in movimento

Riferita in particolare alle regioni del Mezzogiorno, la misura in questione si propone di incentivare lo sviluppo di competenze e relazioni per accrescere le capacità necessarie alla partecipazione ai bandi europei previsti da Horizon 2020. Saranno finanziati a tale scopo progetti che favoriscano la mobilità dei ricercatori e la creazione di reti di collaborazione della ricerca.
Anche in questo caso, il Bando è affidato al MIUR che provvederà alla pubblicazione entro 45 giorni dall’assegnazione delle risorse: il Bando avrà scadenza entro il 2014.

Misura n. 5: Un laureato in ogni impresa

Per incentivare l’assunzione di personale qualificato allo scopo di rafforzare la propensione all’innovazione nelle PMI, il MISE pubblicherà entro due mesi dall’assegnazione delle risorse un decreto per la concessione di un credito d’imposta per assunzioni e stabilizzazioni a tempo indeterminato di personale in possesso di laurea magistrale o dottorato di ricerca.
Il credito d’imposta sarà pari al 35% del costo aziendale sostenuto e potrà essere pari a massimo 200.000 euro annui per ciascuna impresa.
Si prevede inoltre uno strumento integrativo ad hoc per le PMI del Mezzogiorno, che aumenterà il credito fino alla soglia del 75% dei costi sostenuti per assunzioni di lavoratori qualificati.

Misura n. 6: Voucher per l’innovazione per le PMI

Si tratta di contributi a fondo perduto sotto forma di voucher che potranno coprire fino al 60% dei costi sostenuti per servizi finalizzati ad accrescere l’innovazione nelle PMI. I servizi innovativi potranno essere relativi ad attività di R&S, sviluppo di nuovi prodotti/processi/servizi, consulenze legali per la tutela della proprietà intellettuale, consulenza manageriale per l’innovazione strategica/organizzativa/commerciale, etc.
Il decreto relativo ai voucher per l’innovazione sarà pubblicato dal MISE entro due mesi dall’assegnazione delle risorse.

Misura n. 7: Voucher per l’internazionalizzazione delle PMI

Si tratta di contributi a fondo perduto sotto forma di voucher che potranno coprire fino al 60% dei costi sostenuti per servizi finalizzati all’internazionalizzazione nelle PMI, in misura non eccedente l’importo di 30.000 euro. I servizi dovranno riguardare ad attività di business scouting sui mercati esteri, indagini di mercato, ricerca di potenziali partner esteri, assistenza sui mercati esteri (per questioni legali, doganali, fiscali), consulenze su temi quali la partecipazione a gare e la proprietà intellettuale, missioni di incomign, partecipazione a fiere ed eventi.
Il decreto relativo ai voucher per l’internazionalizzazione sarà pubblicato dal MISE entro due mesi dall’assegnazione delle risorse.

La presentazione del Piano “Ricerca e Innovazione nelle imprese” 2014 è disponibile in formato PDF al seguente link: http://www.pmi.it/wp-content/uploads/2014/02/Ricerca-e-Innovazione-nelle-imprese.pdf

Napoli, 12/02/2014

Pubblicato il Bando del Comune di Napoli per agevolazioni e contributi alle imprese partenopee

Durante una Conferenza Stampa tenutasi stamattina nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo è stato presentato il Bando dell’Assessorato al Lavoro – Direzione Centrale Sviluppo, Ricerca, Mercato del Lavoro – Servizio Mercato del Lavoro, Ricerca e Sviluppo Economico del Comune di Napoli per le agevolazioni a piccole e micro imprese e il sostegno di progetti imprenditoriali, ai sensi della legge 266/97.

I contributi saranno concessi per il 50% a fondo perduto, mentre il restante 50% sarà soggetto a rimborso attraverso un piano di ammortamento in rate trimestrali della durata massima di 3 anni.

Il Bando si articola in tre linee di intervento per una dotazione finanziaria complessiva pari 5.600.000 euro: la seguente tabella raccoglie alcune informazioni utili su ciascuna linea. Si rimanda alla pagina dedicata del sito ufficiale del Comune di Napoli per il testo integrale del Bando, gli allegati e ulteriori dettagli ed approfondimenti.

Linea d’intervento 1 – Promozione di Reti d’Impresa formali e permanenti Linea d’intervento 2 – Sostegno a processi di consolidamento e di innovazione Linea d’intervento 3 – Sostegno al sistema delle piccole e micro imprese nei settori del commercio, dell’artigianato e del turismo nei Borghi

Tipologia di interventi

(Art. 1 – 2)

Le Reti, già costituite o di nuova costituzione, dovranno essere composte da almeno 3 imprese ed essere finalizzate alla collaborazione produttiva, alla progettazione, alla fornitura di servizi sui mercati locali, all’internazionalizzazione. Destinata a rafforzare la competitività e la capacità produttiva piccole e micro imprese, con investimenti per il potenziamento delle capacità commerciali, produttive e gestionali; l’aggiornamento tecnologico; la riduzione dell’impatto ambientale; l’innovazione di processo e/o di prodotto L’intervento prevede politiche di supporto a specifiche attività, tradizioni, vocazioni e potenzialità dei Borghi, con particolare attenzione ai settori del commercio, del turismo e dell’artigianato.

Dotazione finanziaria

(Art. 5)

3.000.000,00 1.800.000,00 800.000,00

Destinatari e Requisiti

(Art. 4)

Imprese già esistenti/nuove imprese (1) che svolgono la propria attività in una delle seguenti forme giuridiche: individuale, societaria, cooperativa.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 1 al Bando.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 1 al Bando.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 2 al Bando.

Ambito territoriale

(Art. 3)

Le imprese devono essere localizzate nei seguenti quartieri:

Municipalità 2 – Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto

Municipalità 3 – Stella, San Carlo all’Arena

Municipalità 4 – San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale

Municipalità 6 – Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio

Municipalità 7 – Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno

Municipalità 8 – Piscinola, Chiaiano, Scampia

Municipalità 9 – Soccavo, Pianura

Municipalità 10 – Bagnoli, Fuorigrotta

Ammontare del contributo (2)

(Art. 6)

30.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 46.153,85

60.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 92.307,69

60.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 92.307,69

Tempi di realizzazione dell’investimento

(Art. 4)

Entro 8 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Spese ammissibili

(Art. 7)

Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Opere assimilate alle murarie (max 30% totale spese ammissibili); Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Opere murarie e assimilate alle murarie (max 30% totale spese ammissibili); Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Termini e modalità di presentazione delle domande

(Art. 9)

Formulario di progetto e documentazione amministrativa e tecnica da presentare dal 28/02/2014 al 13/06/2014 (ore 12:00) al Comune di Napoli – Servizio Mercato del Lavoro, Ricerca e Sviluppo Economico (nel dettaglio, le modalità di presentazione sono previste dall’art. 9 del Bando)

Procedura di selezione

(Art. 10)

Procedura di tipo valutativo fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Al termine delle valutazioni saranno pubblicate tre graduatorie (una per ciascuna linea di intervento). Sarà inoltre eventualmente costituita una graduatoria generale nella quale confluiranno tutti i progetti delle linee di intervento ammessi e non finanziati per indisponibilità dei fondi, per eventuali e successive riassegnazioni.

Premialità speciali (3)

(Art. 10)

Saranno assegnati 10 punti in caso di provenienza delle compagini o delle imprese dagli Incubatori di impresa del Comune di Napoli.

Saranno assegnati 10 punti in caso di provenienza delle compagini o delle imprese dagli Incubatori di impresa del Comune di Napoli.

Saranno assegnati 10 punti a interventi localizzati nei quartieri dell’Intervento Borghi.

Modalità di erogazione del contributo

(Art. 13)

Le agevolazioni sono erogate in due quote:

a) previa presentazione dello stato d’avanzamento obbligatorio a 120 giorni dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione e Obbligo;

b) previa presentazione della richiesta di saldo, ad ultimazione dell’investimento.

In alternativa, la quota descritta al punto a) può essere sostituita dalla presentazione di una richiesta di erogazione del contributo a titolo di anticipazione.

NOTE

(1) Per imprese già esistenti si intende si intendono quelle regolarmente iscritte alla CCIAA da almeno sei mesi prima della data di pubblicazione del Bando, per nuove imprese si intendono quelle ancora da costituire e quelle iscritte alla CCIAA da meno di sei mesi alla data di pubblicazione del Bando.

(2) Per tutte e tre le linee di intervento, il contributo massimo erogabile va inteso nel rispetto del limite de minimis previsto dalla normativa comunitaria. Inoltre, il contributo non potrà superare il 65% delle spese ammissibili: le imprese dovranno infatti sostenere il 35% dell’investimento complessivo ammissibile.

(3) Le premialità speciali saranno riservate, per le linee di intervento 1 e 2, a compagini e imprese provenienti dal CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est (in incubazione o in coworking alla data di pubblicazione del Bando) e dalla Casa della Socialità (imprese che abbiano concluso positivamente la fase di way out). Per la linea di intervento 3, i quartieri dell’Intervento Borghi (elencati all’art. 3 del Bando) sono i seguenti: Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Stella, San Lorenzo, San Pietro a Patierno.

Pubblicati i nuovi orientamenti UE in tema di aiuti di Stato per investimenti in equity: focus particolare su accesso al credito, PMI e innovazione

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i nuovi Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitale di rischio nel territorio degli Stati Membri: si tratta del documento che andrà a sostituire gli orientamenti in scadenza al 30 giugno 2014, e che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2014.

Si tratta di uno strumento fondamentale che la Commissione intende affiancare alle altre iniziative UE per favorire l’accesso al credito delle PMI, ed in particolare ai programmi Horizon 2020 e COSME 2014/2020: lo scopo principale è quello di promuovere la nascita e la crescita di nuove imprese, “in particolare quelle più innovative e a forte crescita”, che possono inoltre generare nuova occupazione.

Presupposto di base da cui parte la Commissione è che spesso le PMI, nonostante le loro potenzialità di crescita, possono avere difficoltà nell’accesso ai finanziamenti: ciò è vero soprattutto per le imprese che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo, e quindi per le startup.
In questo contesto, la Commissione ritiene che sia necessario promuovere misure che siano in grado di migliorare ed ampliare l’utilizzo di strumenti di equity e di debito, con strumenti semplici, flessibili ed efficaci.

Tra le novità degli Orientamenti, che saranno in vigore dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2020, abbiamo innanzitutto un ampliamento del campo di azione degli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitali di rischio: non saranno più destinati soltanto alle PMI, ma saranno incluse tra le imprese beneficiarie anche le midcap e le imprese a media capitalizzazione innovative (in particolare, per progetti di innovazione e di R&S).

Gli aiuti, in particolare sottoforma di agevolazioni fiscali, potranno inoltre essere indirizzati agli investitori e agli intermediari finanziari (o soggetti gestori di intermediari finanziari). Sono concedibili anche aiuti di Stato per la creazione di piattaforme alternative di negoziazione, che potranno coprire fino al 50% dei costi.

Inoltre, è previsto un innalzamento sostanziale della soglia massima di aiuti concebili: dagli attuali 1,5 milioni di euro previsti, gli aiuti potranno arrivare fino a 15 milioni di euro per impresa.

Riguardo invece alle tipologie di strumenti, gli aiuti di Stato per la promozione degli investimenti di rischio potranno assumere diverse forme: equity, quasi-equity, prestiti ed interventi di garanzia.

Rimane in vigore l’obbligo di partecipazione di investitori privati agli strumenti di sostegno pubblico: è infatti indispensabile, secondo la Commissione, che ci sia condivisione dei rischi e dei benefici tra lo Stato e i privati, per assicurare una corretta gestione ed utilizzazione degli strumenti di accesso al credito.

Per il documento integrale della Commissione Europea: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2014:019:0004:0034:IT:PDF

Napoli, 07/02/2014

Chiarimenti dal MISE – SRL semplificate: il modello standard di atto costitutivo non è modificabile

Il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota prot. n. 6404 del 15 gennaio 2014, ha fornito alcuni importanti chiarimenti in merito alle SRLs, le società a responsabilità limitata semplificate: si tratta di una delle nuove forme societarie particolarmente diffusa tra le startup, grazie alle agevolazioni previste per la sua costituzione.

Ricordiamo, infatti, che la SRLs può essere costituita anche con un capitale sociale di un euro (da 1 a 9.999 euro), che è esentata dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria per l’iscrizione al Registro delle Imprese, che è esonerata dal pagamento degli oneri notarili per l’adozione del modello standard di atto costitutivo.

I chiarimenti del MISE riguardano proprio il modello standard di atto costitutivo: con il DL 76/2013 (art. 9 comma 13) è stato infatti modificato l’art. 2463 bis del Codice Civile, e in particolare si prevede che, per le SRLs, “le clausole del modello standard tipizzato sono inderogabili”.

In precedenza, però, un parere del Ministero della Giustizia (n. 43644 del 10 dicembre 2012) aveva affermato che, ferme restando le clausole minime previste per il modello standard, era possibile apportare delle modifiche per ottenere uno Statuto più in linea con le esigenze dei soci.

Ciò ha causato dei problemi riguardo all’interpretazione sull’inderogabilità del modello standard.

I dubbi sono stati fugati dall’ultimo parere del MISE, il quale ha affermato che il modello standard di atto costitutivo di una SRLs non può essere oggetto di modifiche, salvo quelle indispensabili per adattarlo e renderlo coerente alla legge notarile.

La motivazione alla base di questa interpretazione piuttosto restrittiva viene spiegata dal MISE nel modo seguente: poiché il DL 76/2013 ha avuto effetto non soltanto sulla disciplina relativa alle SRLs, ma anche sulle SRL a capitale ridotto e sulle SRL ordinarie, il rischio è che si possa creare una sovrapposizione tra SRL semplificata e SRL ordinaria con capitale inferiore a 10.000 euro.

Per approfondimenti:

Nota n. 6404 del 15/01/2014 – MISE
DL 76/2013

Napoli, 30/01/2014

Credito d’imposta per assunzioni di personale qualificato per attività di R&S: procedura semplificata e riserva speciale per startup innovative e incubatori certificati

E’ stato pubblicato ieri, nella Gazzetta Ufficiale n. 16 del 21/01/2014, il Decreto Ministeriale 23/10/2013 del Ministero dello Sviluppo Economico che definisce le modalità di attuazione del Credito d’imposta per l’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato da impiegare nelle attività di Ricerca & Sviluppo.

Si tratta di un passo avanti nell’iter burocratico per l’effettiva attivazione di questo strumento di agevolazione destinato alle imprese di qualsiasi forma e dimensione, comprese le startup innovative e gli incubatori certificati: per l’attivazione vera e propria occorre però aspettare l’affidamento della gestione della piattaforma informatica per l’invio delle domande e il Decreto Direttoriale che andrà a identificare i contenuti della domanda e la procedura semplificata prevista per startup e incubatori.

Attualmente è possibile ricavare dal DM 23/10/2013, oltre ai beneficiari individuati sopra, le condizioni di accesso al Credito d’imposta e l’ammontare delle agevolazioni erogabili.

E’ possibile richiedere il Credito d’imposta per assunzioni a tempo indeterminato o per trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, per un periodo massimo pari a dodici mesi dalla data di assunzione, per:

1) personale in possesso di un dottorato di ricerca universitario conseguito presso una università italiana o estera (nel secondo caso il titolo deve essere riconosciuto equipollente);

2) personale in possesso di laurea magistrale in discipline in ambito tecnico o scientifico purché impiegato in attività di Ricerca e Sviluppo.

In particolare, per le startup innovative e per gli incubatori certificati è agevolabile anche il costo aziendale per assunzioni a tempo indeterminato effettuate mediante contratto di apprendistato.

Il “costo aziendale” viene calcolato considerando il costo salariale sostenuto dall’impresa, comprendente la retribuzione lorda (prima delle imposte) e i contributi obbligatori (oneri previdenziali e contributi assistenziali).

Relativamente all’anno 2012, il credito d’imposta deve essere calcolato sui costi aziendali sostenuti a partire dal 26 giugno 2012, mentre per gli anni successivi i costi si calcolano a partire dal 1° gennaio di ciascun anno.

I contributi di cui ciascun beneficiario può usufruire per ciascun anno non possono superare il limite massimo di 200.000 euro.
Il credito d’imposta è pari al 35% dei costi aziendali sostenuti dall’impresa.

L’impresa è tenuta ad indicare nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta durante il quale ha beneficiato delle agevolazioni l’importo del contributo sotto forma di credito d’imposta. Tale importo non concorre alla formazione del reddito, nè della base imponibile IRAP.

Da segnalare, relativamente a startup innovative e incubatori certificati, oltre alla procedura semplificata di accesso anche la previsione di un’apposita riserva del fondo per il credito d’imposta per l’assunzione di personale qualificato per attività di R&S: tale riserva è pari a 2 milioni di euro.

Napoli, 22/01/2014

Microcredito e strumenti per l’Autoimpiego: giovedì 23 a Napoli il Convegno sui nuovi sportelli informativi

Il Progetto “Microcredito e Servizi per Lavoro” è attuato dall’Ente Nazionale per il Microcredito in accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Direzione Generale delle Politiche dei Servizi per il Lavoro): tra gli scopi del Progetto, c’è quello di creare una rete di servizi che possano garantire informazione, orientamento e accompagnamento sugli strumenti dell’microcredito e dell’autoimpiego.

Per la Campania sono attualmente attivi 31 sportelli presso le 8 Amministrazioni che aderiscono al Progetto: sono inoltre a disposizione degli utenti 38 operatori e una Piattaforma Informativa che garantiscono l’erogazione di questo servizio.

Nell’ambito del Progetto “Microcredito e Servizi per Lavoro” la Sala Vincenzo Gemito della Galleria Principe di Napoli ospiterà giovedì 23 gennaio 2014 un convegno sul tema “Inclusione Sociale e Finanziaria: il ruolo dei nuovi sportelli per il Microcredito e l’Autoimpiego” (l’inizio è fissato per le ore 10:00).

Il ruolo di questo evento è quello di offrire un’occasione di animazione, dibattito e confronto sul tema trattato, favorendo inoltre l’ampliamento e la diffusione della rete locale a sostegno degli sportelli informativi.

Sono due momenti centrali previsti dal programma del Convegno di giovedì:

  • ore 11:00Tavola Rotonda sul tema “Quali politiche per l’inclusione sociale e finanziaria”, nella quale interverranno tra gli altri l’Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli Enrico Panini, il Presidente di Confapi Campania Emilio Alfano e il Presidente di BCC Napoli Amedeo Manzo.
  • ore 12:15Workshop tecnico sul tema “La rete locale a sostegno degli Sportelli informativi per il microcredito e l’autoimpiego”, che vedrà tra gli interventi in programma quello del Responsabile attività regionali del Progetto Stefania Brancaccio.

Nell’ambito del workshop è prevista inoltre la partecipazione del CSI – Incubatore Napoli Est, per presentare i servizi offerti dalla struttura.

  • Al seguente link, è possibile scaricare il Programma completo dell’evento: programma_Micro_Gennaio23_def
  • Qui, il link della pagina sul Progetto “Microcredito e Servizi per Lavoro” dal sito dell’Ente Nazionale per il Microcredito

Napoli, 17/01/2014

Nuove opportunità: Attive dal 7 febbraio le agevolazioni per imprese nelle Zone Franche Urbane della Campania

Dal 7 febbraio 2014 sarà possibile presentare domanda per le agevolazioni fiscali e contributive previste dalle Zone Franche Urbane (ZFU) in Campania e Calabria.
L’attivazione degli interventi permette il via libera delle agevolazioni per le 16 ZFU delle due Regioni, sbloccando 98 milioni di euro per la Campania e 54,88 milioni di euro per la Calabria, che permetteranno di finanziare le agevolazioni per le imprese con sede nelle aree indicate dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il sistema delle ZFU prevede infatti l’individuazione, all’interno dei Comuni indicati, di zone specifiche all’interno delle quali potranno essere richieste le agevolazioni fiscali e contributive: il modello delle ZFU prende ispirazione dalle Zones Franches Urbaines, nate in Francia allo scopo di favorire l’imprenditoria nelle zone disagiate del territorio urbano.

In particolare, i Comuni campani individuati dal MISE di concerto con la Regione Campania per la creazione delle ZFU sono: Aversa, Benevento, Casoria, Mondragone, Napoli, Portici (centro storico e zona costiera), San Giuseppe Vesuviano, Torre Annunziata. I confini delle aree che identificano le ZFU all’interno di questi Comuni sono stati ricavati in base alle sezioni censuarie, e sono segnalati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Riguardo ai beneficiari delle agevolazioni per le ZFU, la normativa identifica i seguenti requisiti:

– imprese di micro e piccola dimensione;
già costituite alla data di presentazione dell’istanza e regolarmente iscritte al Registro delle imprese;
– che svolgono la propria attività all’interno della ZFU;
– che siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria, non sottoposte a procedure concorsuali.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i quattro strumenti che compongono il mix di agevolazioni per le imprese delle ZFU, descritte dal Decreto Ministeriale 10 aprile 2013 del MISE:

1) Esenzione dalle imposte sui redditi (art. 9)

L’esenzione si applica sul reddito derivante dall’attività svolta dall’impresa nella ZFU fino a un limite di 100.000 euro. L’esenzione è totale (100%) per i primi 5 periodi di imposta, dopodiché le percentuali decrescono nel modo seguente:

– 60% dal sesto al decimo periodo d’imposta;
– 40% per l’undicesimo e il dodicesimo periodo d’imposta;
– 20% per il tredicesimo e quattordicesimo periodo d’imposta.

Nel caso in cui l’impresa svolga la propria attività anche al di fuori della ZFU è obbligatorio, ai fini dell’agevolazione, mantere una contabilità separata apposita.

2) Esenzione dall’IRAP (art. 11)

L’esenzione è applicabile per i primi 5 periodi di imposta entro il limite di 300.000 euro.

3) Esenzione dall’imposta municipale propria (art. 12)

Si riconosce l’esenzione dall’imposta municipale propria per i primi quattro anni: gli immobili in questione devono essere situati nella ZFU, essere in possesso dell’impresa beneficiaria e utilizzati per l’esercizio dell’attività di impresa.

4) Esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente (art. 13)

Si applica per contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato di durata non inferiore a 12 mesi, a condizione che almeno il 30% degli occupati risieda nel Sistema Locale di Lavoro della ZFU. L’esonero verrà calcolato sulla base delle stesse percentuali previste per le imposte sui redditi (vedi sopra).

Gli incentivi per le ZFU in Campania

Per le ZFU della Regione Campania, le agevolazioni saranno concesse a micro imprese e imprese di piccola dimensione che ricadono nelle aree identificate come accennato più sopra.

Le modalità di accesso alle agevolazioni sono state specificate attraverso il DD 13 gennaio 2014, che prevede l’obbligo di inviare le istanze esclusivamente per via telematica.
Il modello di istanza da compilare e firmare digitalmente è allegato al decreto direttoriale stesso (allegato 2), che andrà inviato seguendo la procedura telematica cui si avrà accesso dopo aver effettuato la registrazione al seguente link: https://agevolazionidgiai.invitalia.it/index.shtml

I termini per l’invio delle istanze sono dalle ore 12:00 del 7 febbraio 2014 alle ore 12:00 del 28 aprile 2014.

Nello specifico, per ciascun Comune delle ZFU campane è assegnata una percentuale delle risorse finanziarie disponibili (complessivamente pari a 98 milioni di euro): la tabella è pubblicata in allegato al DD 13 gennaio 2014, e contiene inoltre le riserve di scopo per ciascun Comune (allegato 1).
In particolare, le riserve in questione sono riservate a imprese di nuova o recente costituzione e imprese femminili.

Per maggiori dettagli e informazioni:

La pagina dedicata alle ZFU Campania dal sito del MISE
Il testo integrale del D.M. 10 aprile 2013
Il testo integrale del D.D. 13 gennaio 2014

Napoli, 17/01/2014

Il Credito d’imposta R&S e il Digital Bonus a sostegno di imprese e startup: in cosa consistono?

In questo post pubblicato qualche settimana fa, abbiamo raccolto le misure più interessanti per imprese e startup contenute nel Decreto Destinazione Italia (D.L. 145/2013): analizziamo oggi più nel dettaglio due degli strumenti più utili per l’agevolazione dei business innovativi.

Credito d’imposta R&S (art. 3)

Destinazione Italia prevede l’istituzione del credito d’imposta a beneficio delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo: in attesa dell’apposito Decreto con cui il MISE definirà le modalità operative di tale strumento, vediamo quali sono i casi in cui il credito di imposta viene riconosciuto:

– importo massimo annuo di 2.500.000 euro per ciascuna impresa beneficiaria;
– per incrementi annuali (in ciascun periodo di imposta) del 50% di spesa nelle attività di ricerca e sviluppo;
– con decorrenza a partire dal periodo di imposta stabilito dal futuro decreto del MISE e fino alla chiusura del periodo di imposta al 31 dicembre 2016;
– nel rispetto della condizione secondo cui l’impresa sostenga spese per attività di R&S per almeno 50.000 euro per ciascun periodo di imposta.

L’articolo elenca inoltre le attività di ricerca e le spese ammissibili al credito di imposta. Le attività di ricerca ammissibili sono raggruppate nelle seguenti quattro voci:

a) lavori (sperimentali o teorici) la cui principale finalità sia “l’acquisizione di nuove conoscenze dui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili”, senza la previsione di applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette;

b) ricerca pianificata o indagini critiche con lo scopo di “acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi” o migliorare quelli esistenti, oppure per la creazione di componenti di sistemi complessi utili alla ricerca industriale;

c) acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo di conoscenze e capacità già esistenti per produrre “piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati” (prototipi);

d) attività di produzione e collaudo di prodotti, processi o servizi che non siano impiegati o trasformati allo scopo di applicazioni industriali o per finalità commerciali.

Le spese ammissibili al credito d’imposta R&S sono invece quelle contenute nelle seguenti tre voci:

a) personale impiegato nelle attività di R&S;

b) quote di ammortamento per le spese di acquisizione e utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio;

c) costi della ricerca svolta in collaborazione con università ed organismi di ricerca.

Il Decreto prevede inoltre un’apposita procedura per ottenere l’agevolazione, che inizia con la presentazione di un’istanza telematica da parte dell’impresa. Le modalità di presentazione dell’istanza verranno specificate dal Decreto MISE.
Il secondo passaggio della procedura prevede la predisposizione di una certificazione che attesti la bontà del credito, da allegare al bilancio.

Da un punto di vista fiscale, infine, il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui il beneficio è maturato. Il credito d’imposta, inolte, non concorre alla formazione del reddito, nè alla base imponibile IRAP.

Digital Bonus (art. 6)

Il Digital Bonus per la digitalizzazione delle imprese previsto da Destinazione Italia consiste in Voucher di importo non superiore a 10.000 euro che saranno concessi sotto forma di finanziamento a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese per:
– l’acquisto di software e hardware,
– l’acquisto di servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale, lo sviluppo dell’e-commerce, la connessione a banda larga e ultra-larga;
– il finanziamento della formazione qualificata del personale nel campo ICT.

La somma complessiva destinata ai Digital Bonus è di 100 milioni euro, ripartiti tra le Regioni in base proporzionale al numero di imprese registrate nelle Camere di Commercio.

Fonte: Fiscal Focus

Napoli, 14/01/2013

Formazione, network e contributi in arrivo per le startup partenopee: presentato a Napoli il Progetto TECH HUB

Tech Hub è l’iniziativa destinata a sostenere le startup e imprese innovative partenopee presentata ieri dai promotori Camera di Commercio di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II e Banco di Napoli: si tratta quindi di tre soggetti istituzionali con risorse e competenze differenti, che hanno deciso di costituire un’associazione temporanea di scopo per offrire strumenti utili a startup partenopee di nuova costituzione o fondate da non più di 48 mesi.

Attraverso l’iniziativa Tech Hub, la Camera di Commercio partenopea, l’Università Federico II e il Banco di Napoli intendono offrire alle startup napoletane una serie di strumenti:

– erogazione di contributi per la fase di avvio delle nuove imprese;

– accesso ad un network di imprese e investitori nazionali ed internazionali;

– possibilità di usufruire di un percorso di formazione con esperti sul tema della creazione di impresa.

Il progetto Tech Hub verrà realizzato nel corso di 2014 e si articola in due cicli, di cui il primo si concluderà entro il mese di giugno, mentre per il secondo la data di chiusura prevista è a dicembre 2014: il processo di selezione sarà finalizzato ad individuare 14 startup partenopee che usufruiranno dei servizi e degli strumenti offerti dai promotori, che hanno messo a disposizione un fondo di 300.000 euro per la realizzazione dell’iniziativa.

L’iniziativa sarà articolata essenzialmente in tre fasi:

1) Presentazione delle candidature e selezione dei migliori 14 progetti, attraverso apposito Bando Pubblico in uscita nelle prossime settimane (i Bandi saranno comunicati entro i prossimi 30 giorni attraverso i canali istituzionali degli enti promotori);

2) Percorso formativo di approfondimento, con tutor della Federico II, esperti del settore imprenditoriale e con la collaborazione di esperti del Banco di Napoli per i temi relativi al Business Plan e ai rapporti con gli investitori;

3) Al termine del percorso formativo e di approfondimento, alle migliori startup tra quelle selezionate saranno assegnati premi sottoforma di contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 50.000 euro per ciascun progetto. Per l’erogazione dei contributi, la Camera di Commercio di Napoli metterà a disposizione un fondo di 600.000 euro.

Tra le caratteristiche di Tech Hub, il forte coinvolgimento (nel percorso formativo e attraverso la creazione del network) delle eccellenze imprenditoriali del territorio: lo conferma lo stesso Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di commercio di Napoli, il quale si augura che i rappresentanti di tali eccellenze “seguano le idee delle startup, per essere protagoniste con noi di un percorso vincente”.

Il rettore della Federico II Massimo Marrelli, invece, sottolinea il ruolo e le competenze dell’Università nel progetto Tech Hub che si occuperà di “vedere se l’idea è tecnologicamente fattibile; oltre ad affiancare gli altri soci nell’attività formativa”. Lo stesso Marrelli pone l’accento sulla questione della ricerca, spiegando come quest’ultima “che pure sviluppa tante idee, resta ferma, e queste idee non riusciamo a venderle, in particolare a Napoli.”

In ultimo, il presidente del Banco di Napoli Maurizio Barracco spiega il motivo per cui il Gruppo che rappresenta ha deciso di investire nello sviluppo delle startup: si tratta di ragioni legati alla creazione di nuova occupazione, infatti attualmente le startup “creano più posti di lavoro di quanti ne distruggono, e il 60% dei posti creati esistono ancora dopo 5 anni”.

Per maggiori informazioni, il link al sito della Camera di Commercio di Napoli è http://www.na.camcom.it/wps/wcm/connect/cciaa/sito

Napoli, 10/01/2014

Il Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane: nuovi strumenti a sostegno di startup e PMI dalla Regione Campania

Con Decreto Dirigenziale n. 298 del 24/12/2013, la Regione Campania ha creato un Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane con una dotazione pari a 100 milioni di euro, affidandone la gestione a Sviluppo Campania Spa.

Sarà Sviluppo Campania, quindi, a selezionare i beneficiari attraverso appositi bandi pubblici: in attesa di sapere quali saranno termini e requisiti per ottenere agevolazioni e finanziamenti, vediamo come saranno impiegati i fondi a disposizione.

Per conoscere gli obiettivi del Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane , è fondamentale il contenuto del documento relativo alla Strategia di Investimento pubblicato nel BURC n. 74 del 30/12/2013, nel quale ritroviamo una serie di obiettivi e strategie:

Limitazione del sistema di finanziamento a fondo perduto, grazie ad un sistema rotativo del Fondo per assicurare la disponibilità di risorse anche nella futura programmazione;

Intervento sul sistema del credito e delle garanzie, per facilitare l’accesso al credito delle PMI e fornire finanziamenti laddove il sistema bancario non è propenso a farlo;

Fornire supporto alle startup e alle giovani aziende anche a copertura di investimenti immateriali, per assicurare supporto alla crescita di aziende basate sul know-how;

Snellimento e informatizzazione delle procedure, ricorrendo alla presentazione di domande esclusivamente on-line ed assicurando un servizio di assistenza digitale ai partecipanti;

Erogazione dei finanziamenti in più round, sulla base dell’invio di report periodici e sistematici.

Per raggiungere tali obiettivi, si prevede l’attivazione di una serie di strumenti, suddivisi nel già citato Decreto in tre macro aree:

a.1 Operazioni a supporto del tessuto produttivo artigianale e di start up

a.2 Iniziative finalizzate a facilitare l’accesso al credito

a.3 Misure a favore della crescita del tessuto produttivo

Nel documento relativo alla Strategia di Investimento, gli strumenti relativi alle tre macro aree sono ulteriormente specificati in cinque voci elencate nel Quadro sinottico degli strumenti:

1) Per le startup e le aziende di piccole dimensioni, saranno erogati finanziamenti a tasso agevolato (durata massima 5 anni e importo massimo 250.000 euro) da rimborsare con sei mesi di preammortamento;

2) Per le reti d’impresa, allo scopo di sostenere l’internazionalizzazione, si prevedono finanziamenti fino a un milione di euro. Lo strumento è riservato a raggruppamenti di minimo 3 micro, piccole e medie imprese con sede in Campania, costituite in forma di contratto di rete e dotate di un fondo patrimoniale comune;

3) Tranched cover per la facilitazione dell’accesso al credito, strumenti di garanzia diretta per la mitigazione del rischio dei finanziatori che investono in imprese con portafogli di crediti non agevolmente smobilizzabili. Riservato a PMI dei settori manifatturiero, servizi ed edilizia.

4) Rafforzamento della rete dei Confidi regionale, attraverso la creazione di un fondo di garanzia di secondo livello per supportare i consorzi fidi della Regione che prevedono garanzie anche per le passività a breve;

5) Patrimonializzazione delle startup, per sostenere i programmi di investimento di PMI ad elevato contenuto innovativo attraverso la sottoscrizione di quote di minoranza del capitale di rischio.

Da segnalare, infine, che un’ingente quota del Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane sarà dedicata alle nuove imprese, con particolare attenzione a quelle composte in maggioranza da under 35 e a quelle operanti nel settore dell’artigianato.

Per approfondimenti:

BURC n. 74 del 30/12/2013 (In allegato: il Decreto Dirigenziale n. 298 del 24/12/2013; l’Accordo di Finanziamento; la Lettera dei Costi e la Strategia di Investimento)

Napoli, 07/01/2014

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