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Tag: imprese

“VulcanicaMente 2: dal talento all’impresa”: in partenza la fase di coworking!

Dopo gli eventi di scouting e le valutazioni per scegliere le 10 migliori proposte progettuali tra i partecipanti a “VulcanicaMente: dal talento all’impresa 2”, è in partenza la seconda fase dell’iniziativa del Comune di Napoli dedicata ai giovani talenti creativi ed innovativi partenopei: si è svolta stamattina l’assegnazione delle postazioni di coworking presso il CSI – Centro Servizi Incubatore d’Impresa Napoli Est!

Tutti i 10 team hanno preso in consegna la propria postazione di lavoro nei coworking space del CSI, come previsto dall’Avviso Pubblico per VulcanicaMente 2: ricordiamo che i 10 progetti selezionati avranno un periodo di 3 mesi per usufruire della propria postazione e dei servizi dell’Incubatore. Al termine dei primi 3 mesi di coworking, si terrà l’evento finale di presentazione dei progetti, il TechGarage Day: tra i 10 coworkers della seconda edizione di VulcanicaMente saranno quindi selezionati i migliori progetti (fino ad un massimo di 5) che potranno prolungare il proprio periodo di coworking presso il CSI per altri 3 mesi.

Dopo l’insediamento di oggi, la fase di coworking entra subito nel vivo con il primo seminario sul tema del “Business Modeling” che si terrà venerdì 8 novembre. Il coworking di VulcanicaMente 2 offre fin da subito ai partecipanti delle occasioni formative e di incontro con lo staff dei mentor, per poter iniziare con il piede giusto a lavorare alle idee progettuali e provare a trasformarle in vere startup vulcaniche!

Ricordiamo inoltre a chi non è riuscito a superare le selezioni di questa edizione, e a chiunque abbia un’idea creativa ed innovativa da proporre allo staff del CSI, che è già in programmazione una nuova edizione di VulcanicaMente: per saperne di più, resta in contatto con noi attraverso il sito internet www.incubatorenapoliest.it!

Di seguito alcuni link utili… Ricorda che puoi iscriverti subito alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato! … Stay Tuned!

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Napoli, 06/11/2013

Il progetto MarioWay: da VulcanicaMente al lancio sul mercato!

Qui al CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est è arrivata oggi un’ottima notizia: è nata la “carrozzina per disabili” MarioWay, protagonista di uno dei progetti vincitori della prima edizione di VulcanicaMente!

Il team guidato da Mario Vigentini era infatti risultato tra i vincitori sia nella graduatoria per l’accesso al percorso di incubazione (al quale ha dovuto poi rinunciare, vivendo e lavorando a Milano), sia nella graduatoria stilata dalla Giuria dell’evento finale di VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

Il progetto MarioWay nasce proprio dall’esperienza di Mario Vigentini, che lavora a contatto con persone disabili da oltre vent’anni: partendo dalla propria esperienza, Mario decide di realizzare (grazie alla collaborazione di artisti artigiani noti a livello internazionale, gli amici di Abnormalcycles) il prototipo di una nuova e moderna carrozzina per disabili.

Oggi MarioWay è finalmente un prodotto finito, con una tutela brevettuale depositata, altamente personalizzabile, che è possibile vedere on line al sito www.marioway.it o dal vivo all’EICMA, il più importante salone del ciclo e del motociclo che si svolge a Milano dal 7 al 10 novembre 2013.

Obiettivo primario del team di MarioWay è quello di eliminare la distanza tra normalità e disabilità: è questa la “Upright Revolution” cui il progetto aspira, e che secondo il team è raggiungibile se c’è attenzione ai temi della qualità della vita, del divertimento, del design e dell’artigianalità.

Tra le caratteristiche del progetto MarioWay, l’azione responsabile finalizzata al bene delle persone, della comunità e dell’intero pianeta, ma anche un approccio sistemico che si relaziona continuamente con il mondo (creando un circolo virtuoso tra influenze reciproche e interdipendenza tra gli attori coinvolti), e il ricorso alla filosofia Open Source, un’altra caratteristica fondamentale per il successo di una startup, fondata sulla volontà di costruire e progettare insieme con ideatori, finanziatori, fornitori e clienti.

Per saperne di più su MarioWay è possibile visitare il sito internet www.marioway.it: intanto, lo staff del CSI rinnova i suoi complimenti a Mario e al suo team!

Napoli, 05/11/2013

Nana Bianca e il programma Asteroids: la terza call for ideas per startup

Nana Bianca, l’acceleratore di startup con sede a Firenze degli ex fondatori di Dada, lancia la nuova edizione del suo programma: Asteroids #3.
Le candidature resteranno aperte fino al 15 dicembre 2013 e la partecipazione è riservata a team con progetti nel settore Internet e App Mobile con un prodotto in versione Beta.

Il programma Asteroids #3 offre infatti alle startup accelerate un ecosistema capace di finanziare e sostenere i progetti innovativi nella fase di passaggio da beta a prodotto finito: i team dovranno confrontarsi innanzitutto con il mercato italiano, ma devono essere pronti a rapportarsi anche con il mercato globale.

Inoltre, è necessario che all’interno dei team sia presente almeno uno sviluppatore: questo perchè i responsabili di Nana Bianca sono convinti che non basta avere una buona idea, ma è indispensabile essere in grado di realizzarla.

Il programma Asteroids #3 prevede un evento di scouting fissato per il 22 gennaio 2014, durante il quale i team selezionati presenteranno i propri progetti di fronte ai mentors di Nana Bianca, ad investitori ed esperti del settore e agli altri team ospitati dall’acceleratore.

In palio per i migliori team c’è un periodo di tre mesi nel working space di Nana Bianca a Firenze, durante il quale sarà possibile beneficiare di una serie di servizi di supporto e tutoraggio su diversi aspetti fondamentali per lo sviluppo di una startup: product validation, acquisizione di nuovi clienti, ricerca HR, consulenze legali. I team avranno a disposizione un network di consulenti e una rete di supporto per la ricerca di investimenti in fase seed. In cambio, Nana Bianca chiede un impegno full time da parte del team, che dovrà lavorare nella struttura fiorentina, e il 10% in Equity.

Per candidare il proprio progetto il link di riferimento è: https://angel.co/nana-bianca-asteroids/apply

Napoli, 05/11/2013

L’innovazione nel settore dell’edilizia: un sostegno dalla Start-Up Initiative di Intesa Sanpaolo

La terza edizione dello Smart Building & Costruction Open Innovation Day si è svolta lo scorso 8 novembre a Milano, durante lo SMAU: si tratta di una delle iniziative della piattaforma di Intesa Sanpaolo dedicata all’innovazione, Start-Up Initiative, che offre alle startup tecnologiche un programma in 5 fasi che mette in contatto i team partecipanti con le migliori opportunità di business offerte dal network Intesa Sanpaolo.

Il Programma della Start-Up Initiative è aperto a startup, spin-off e a chiunque sia in possesso di un’idea imprenditoriale innovativa: per partecipare allo Scouting è necessario iscriversi compilando il form di registrazione a questo link.

Le cinque fasi della Start-Up Initiative di Impresa Sanpaolo partono proprio dopo la selezione delle idee registrate, le quali vengono assegnate a degli eventi specifici, come l’Open Day riguardante il settore dell’edilizia citato in precedenza.

Nelle settimane precedente all’evento, le startup selezionate partecipano alla Fase 1 (Tutoring e coaching aziendale), nella quale gli aspiranti imprenditori possono imparare a perfezionare il business plan e a migliorare la presentazione ai potenziali investitori, con la collaborazione di attori come il network di angel investor della Silicon Valley Maverick Angels.

La Fase 2 è dedicata alla Valutazione e selezione delle idee, durante la quale una commissione composta da esperti e specialisti del settore scelgono una dozzina di startup che possono proseguire nel Programma, accedendo alla Fase 3: il Meeting Arena, un evento di networking che permette ai team di entrare in contatto con una platea di potenziali investitori.

La Fase 4 è definita “Follow-up” e si sostanzia nella raccolta dei feedback degli investitori interessati, anche con il supporto di una piattaforma on-line appositamente creata (MySUI) che facilita il contatto tra startup e finanziatori.

La quinta e ultima fase è l’International Roadshow, consistente nell’organizzazione di una serie di eventi simili all’Arena Meeting in luoghi chiave per il business a livello europeo e mondiale, come Londra, Parigi, New York e San Francisco.

La Start-Up Initiative di Impresa Sanpaolo, con la terza edizione dello Smart Building & Costruction Open Innovation Day, ha mostrato i risultati raggiunti dalle aziende partecipanti al programma nel settore dell’edilizia: si tratta di un mercato che sta già offrendo e continuerà ad offrire alle startup innovative operanti nel settore grandi opportunità su un mercato in crescita e di respiro internazionale.

Il focus sul quale si incentra il mercato dell’edilizia oggi è infatti quello dell’innovazione, con una particolare attenzione agli aspetti green: lo dimostra l’esempio di Personal Factory, una delle startup partecipanti al programma, che ha messo a punto un sistema innovativo per l’edilizia che consiste in una macchina in grado di miscelare e confezionare inerti e prodotti chimici, trasformando qualsiasi rivenditore anche in un produttore di materiali. Con questo macchinario, la startup calabrese ha rappresentato l’eccellenza tecnologica italiana all’Expo di Shangai, ha vinto il premio “Best Practices” di Confindustria ed è arrivata tra i finalisti del Global Cleantech Round Table a Washington.

L’iniziativa dedicata alle startup da Intesa Sanpaolo punta molto sul settore delle costruzioni, come dimostra un recente aumento di capitale pari a circa 2 milioni di euro per il fondo Atlante Ventures Mezzogiorno, in cui Intesa Sanpaolo figura tra i soggetti gestori con la sua società Imi Fondi Chiusi Sgr.

Molto significativo è anche il claim dell’iniziativa, “Think big, start small, scale fast”: si tratta di un messaggio molto adatto alle startup, che hanno già insita nella propria mentalità la tendenza a pensare in grande (con una visione del business spesso diretta al mercato internazionale), e che hanno l’obiettivo di scalare rapidamente. La possibilità di partire dal piccolo e di scalare prima e meglio possibile è offerta proprio dalla Start-Up Initiative, che si occupa delle startup a un livello formativo, ma anche offrendo un network di attori importanti a livello internazionale e la possibilità di investimenti nei progetti più promettenti.

Per maggiori informazioni: http://www.startupinitiative.com/en/index.html

(Fonte: IlSole24Ore)

Napoli, 04/11/2013

Lo stato attuale del Crowdfunding in Italia: il report 2013 di ICN

Si è tenuto lo scorso 19 ottobre a Roma Crowdfuture, l’evento italiano dedicato al mondo del crowdfunding e del finanziamento collettivo delle idee innovative: giunto alla sua seconda edizione, Crowdfuture si è concentrato sull’analisi della situazione attuale del fenomeno con uno sguardo ai futuri temi e trend del mercato.

Nel corso di Crowdfuture è stata presentata la Mappa Italiana del Crowdfunding, un’analisi dettagliata delle piattaforme italiane aggiornata con i dati di ottobre 2013 a cura di Daniela Castrataro, presidente dell’Italian Crowdfunding Network, e Ivana Pais, dell’Università Cattolica di Milano.

Attualmente, il panorama italiano del crowdfunding conta ben 42 piattaforme, di cui 27 attive e 15 in fase di lancio.
Dal report si desume che sono quattro le tipologie di piattaforme on line maggiormente presenti in Italia: reward-based (basato su un sistema di ricompense in cambio dei contributi); donation based (in cui non esiste ricompensa a fronte delle donazioni); equity based (in cui il finanziatore, a fronte del proprio contributo, ricevono una quota del capitale societario) e lending based (che consiste in uno scambio di microprestiti tra privati).

Le autrici della Mappa fanno però notare che, a differenza di altre parti del mondo, in Italia è presente una maggiore complessità di modelli per quanto riguarda le piattaforme di crowdfunding: molti sono gli esempi di piattaforme “ibride”, che sono difficili da “inquadrare” nelle categorie standard.

Concentrandosi sulle piattaforme attive, il Report conferma ancora una volta che il modello prevalente in Italia resta il reward based, cui appartiene oltre la metà delle piattaforme attuali: subito dopo si posiziona il donation based, che copre oltre il 30% del totale.

Riguardo invece all’equity based, che rappresenta la modalità maggiormente interessante per le startup, bisogna guardare all’immediato futuro: le piattaforme in fase di lancio che, anche sulla spinta del Regolamento CONSOB pubblicato lo scorso luglio, si affideranno a tale modalità di crowdfunding sono infatti 9 (di cui una avrà un modello ibrido reward/equity) e andranno a costituire il 22% delle piattaforme italiane di crowdfunding.
Da questo punto di vista, gioca sicuramente un ruolo fondamentale la presenza di una disciplina giuridica del fenomeno che ha reso il nostro Paese il primo al mondo a dotarsi di una normativa specifica in materia: circostanza che crea all’Italia un importante vantaggio competitivo, anche e soprattutto riguardo alla possibilità di formare professionalità con competenze specifiche sull’argomento. Riguardo a quest’ultimo aspetto, anche il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est ha recentemente offerto il proprio contributo ad approfondire la conoscenza del fenomeno dell’Equity Crowdfunding, con un workshop sull’argomento tenuto da Alberto Giusti.

Riguardo all’entità di capitali raccolti, il fenomeno del crowdfunding in Italia non registra sicuramente un vero e proprio boom, ma è sicuramente in crescita: sono stati raccolti dalle nostre piattaforme 23 milioni di euro, di cui 11 soltanto nell’ultimo anno.

Storicamente, la prima piattaforma italiana di crowdfunding è Produzioni Dal Basso, nata nel 2005: da allora, i numeri sono cresciuti fino ad arrivare al boom del 2013 con 24 nuove piattaforme.
Da un punto di vista della distribuzione geografica, invece, il Nord Italia continua ad ospitare la maggioranza delle piattaforme anche se, rispetto alla Mappa Italiana del Crowdfunding presentata nel 2012, si segnala la nascita di tre piattaforme nel Sud Italia.

Tra le piattaforme di Crowdfunding particolarmente attive al Sud, ricordiamo la partenopea DeRev: tra i progetti presentati durante la prima edizione di VulcanicaMente, DeRev nasce nel novembre 2012 grazie al suo founder Roberto Esposito, autore insieme a Claudio Calveri del report “Crowdfunding World 2013”, una fotografia sullo stato attuale del fenomeno a livello globale con un focus particolare sull’Italia. Il documento è scaricabile in maniera gratuita da questo link.

Tra le altre novità interessanti contenute nella Mappa Italiana del Crowdfunding, ricordiamo infine l’apertura al mercato europeo ed extraeuropeo (anche se la maggior parte delle piattaforme si rivolge esclusivamente al mercato italiano, infatti, sono attualmente 4 le piattaforme che si rivolgono al mercato europeo e 2 quelle che si muovono sul mercato extraeuropeo): un ulteriore aspetto che conferma la crescita di questo fenomeno non solo a livello globale, ma anche nel nostro Paese.

Fonte: ICN – Italian Crowdfunding Network, Analisi delle Piattaforme Italiane di Crowdfunding (di Daniela Castrataro e Ivana Pais).

Napoli, 31/10/2013

SMAU NAPOLI: a dicembre la prima edizione con un focus sui Distretti Tecnologici

Per la prima volta, arriva a Napoli l’evento nazionale dedicato all’innovazione e alle tecnologie digitali per le imprese: il 12 e 13 dicembre si terrà nel capoluogo partenopeo SMAU NAPOLI. L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi durante SMAU MILANO da Guido Trombetti, assessore regionale alla ricerca scientifica, presente all’edizione 2013 dell’evento milanese per presentare i neonati Distretti Tecnologici della Regione Campania.

Come affermato dallo stesso Trombetti al convegno inaugurale dell’evento milanese, SMAU NAPOLIrappresenta una opportunità importante per il nostro sistema di ricerca. La Campania ha una straordinaria capacità di produrre conoscenze e competenze di qualità. Tracciare percorsi virtuosi per facilitare e valorizzare lo sviluppo delle relazioni commerciali tra la domanda di innovazione proveniente dal mondo delle imprese e l’offerta di innovazione sviluppata dalle Università e dai centri di ricerca è una priorità“.

SMAU NAPOLI sarà l’occasione per ospitare i protagonisti più importanti dell’ecosistema mondiale delle tecnologie digitali e non solo: l’evento sarà concepito allo scopo di far incontrare startup, centri di ricerca, imprese del settore ICT e finanziatori pubblici e privati per le imprese.

L’idea di base è quella di consentire all’imprenditore di avere una panoramica completa sul mondo dell’innovazione, per consentire alle imprese di “trovare la giusta spinta per evolversi e innovare la propria impresa“, come spiegato dall’amministratore delegato di SMAU Pierantonio Macola.

Ampio spazio durante SMAU NAPOLI sarà destinato al mondo della ricerca industriale (con un’area dedicata che durante l’evento sarà denominata Campania Next), dove saranno presentati i sei distretti regionali:

STRESS: Distretto tecnologico Sviluppo Tecnologie e Ricerca per l’Edilizia sismicamente Sicura ed ecoSostenibile, nato allo scopo di favorire la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca del territorio regionale campano in ambito ricerca & sviluppo nel settore delle costruzioni sostenibili.

BIOSCIENCE: Distretto tecnologico per le biotecnologie, comprende 91 imprese del territorio regionale attive nel campo delle biotecnologie e della salute dell’uomo. Particolarmente attivo nel sostegno alle nuove imprese biotech e del settore agroalimentare.

D.A.C.: Distretto tecnologico Aerospaziale, è costituito da 30 soggetti tra i quali figurano grandi aziende, PMI e centri di ricerca. L’attività del D.A.C. ha portato alla presentazione di uno studio di fattibilità già approvato dal MIUR con 11 programmi strategici e circa 145 milioni di euro di investimenti per i prossimi tre anni.

DATABENC: Distretto ad Alta TecnologiA per i BENi Culturali, si occupa della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale in Campania attraverso l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di tecnologie con un focus particolare sulla fruizione sostenibile della cultura.

SMART POWER SYSTEM: Distretto tecnologico per le energie rinnovabili, opera in una serie di ambiti di intervento afferenti alla competitività, lo sviluppo e il trasferimento di conoscenze in materia di reti elettriche intelligenti. Tra gli ambiti in questione, ricordiamo Smart Grid, Fonti rinnovabili, Geotermia, Risparmio energetico e sostenibilità ambientale.

DISTECTRA: DIStretto ad Alta TECnologia TRAsporti di Superficie, si adopera per l’aumento della competitività delle imprese e per l’attrazione di nuovi investimenti nei settori automotive, ferroviario e logistica. Particolare attenzione è riservata alla ricerca & sviluppo, alla crescita delle PMI e al sostegno alla nascita di nuove imprese nei settori di riferimento.

Oltre al tema dei Distretti Industriali, il programma di SMAU NAPOLI prevede oltre 70 workshop su temi fondamentali per imprenditori e startuppers, oltre ad una serie di premi come il Premio Innovazione ICT Campania e il Premio Smart City.

Per maggiori informazioni, qui la pagina dedicata all’argomento dal Portale della Regione Campania.
Napoli, 29/10/2013

L’edizione 2013 del Bando “cheFare”: 100.000 euro per progetti innovativi nel settore Cultura

Nato grazie all’Associazione Culturale “doppiozero”, il Bando “cheFare” mette in palio un premio di 100.000 euro per progetti presentati da imprese, associazioni, organizzazioni, società operanti nel settore della cultura.

L’edizione 2013 di “cheFare” nasce con l’obiettivo di costituire un network di imprese culturali ad alto contenuto innovativo ed elevato impatto sociale, che si ponga come punto di incontro tra il mondo delle startup, che attraversa un momento di crescita nonostante una serie di difficoltà, e quello della cultura, che vive un periodo difficile già da alcuni anni.

Nel progetto degli organizzatori, il network di imprese culturali sarà in grado di raggiungere due importanti scopi: da un lato, incentivare le dinamiche positive che si vengono a creare dalla messa in rete delle competenze delle imprese culturali coinvolte, dall’altro lato, supportare la costruzione di nuovi modelli di business economicamente e socialmente sostenibili nel mondo delle imprese culturali.

Il Bando è aperto a progetti operanti nell’ambito della cultura umanistica (letteratura, teatro, danza, musica, fotografia, cinema, etc.) che siano caratterizzati dai seguenti elementi:

1. Promuovere la collaborazione e le capacità di relazione e interazione con soggetti terzi (attraverso reti territoriali e on-line);
2. Ricercare modalità innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura;
3. Essere scalabili e riproducibili (in termini di dimensioni e di replicabilità in ambiti e contesti differenti);
4. Essere economicamente sostenibili nel tempo;
5. Promuovere l’equità contrattuale ed economica dei lavoratori coinvolti;
6. Avere un positivo impatto in termini sociali sul territorio, anche in termini di accesso e fruibilità della cultura;
7. Saranno valutati positivamente i progetti che ricorrono a strategie di progettazione, produzione, gestione e distribuzione della cultura come bene comune (open source e free software);
8. Coinvolgimento delle comunità di riferimento e dei destinatari del progetto nelle attività di comunicazione.

Riguardo alle modalità di partecipazione, sono previste 3 fasi differenti:

FASE 1 – PRESELEZIONE

Le candidature possono essere inviate esclusivamente on-line compilando il form presente sul sito www.che-fare.com dal 28 ottobre al 9 dicembre 2013. Entro il 15 gennaio 2014, un team di esperti sceglierà i progetti da pubblicare sull’apposita piattaforma on-line. Saranno selezionati fino a un massimo di 40 progetti che accedono alla fase successiva.

FASE 2 – VOTAZIONE ON-LINE

Dal 15 gennaio al 13 marzo 2014, i progetti selezionati saranno votati dal pubblico. Per accedere alle votazioni, gli utenti dovranno registrarsi al sito per poi esprimere le proprie preferenze. Saranno i migliori 8 progetti ad accedere al gruppo dei Finalisti e alla fase n.3

FASE 3 – VOTAZIONE DELLA GIURIA

L’ultima fase si svolgerà tra il 19 marzo e il 3 aprile 2014: la Giuria proclamerà il Vincitore anche sulla base del Business Plan che i Finalisti provvederanno a recapitare tramite raccomandata indirizzata all’Associazione Culturale doppiozero, via A. Fioravanti, 3 – 20154 Milano (entro e non oltre il 19 marzo 2013).

Il Progetto Vincitore avrà diritto al Premio finale di 100.000 euro, suddiviso in una prima tranche pari a 50.000 euro (entro 3 mesi dalla proclamazione del vincitore) e altre due tranches da 25.000 euro ciascuna vincolate ad una serie di incontri di monitoraggio sullo stato di avanzamento del progetto.

Per maggiori informazioni su “cheFare” e sulla documentazione richiesta per la partecipazione, è possibile visualizzare qui il Bando completo.

Altri link utili:

Napoli, 29/10/2013

Napoli – San Francisco: due nuove accordi per ricerca e startup, e lo stage del CSI

Nell’ambito della visita istituzionale del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che si è svolta nei giorni scorsi a San Francisco, sono stati sottoscritti due accordi riguardanti la ricerca e la tecnologia per migliorare la cooperazione tra le due città. In entrambi gli accordi, il Comune di Napoli ha il ruolo di soggetto patrocinante e di propulsore assieme agli altri soggetti coinvolti.

Il primo accordo porta la firma dell’Università di San Francisco e dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: è finalizzato all’organizzazione di workshop biennali in entrambe le città per lo sviluppo di opportunità nell’ambito della ricerca universitaria nel settore medico-scientifico. Si prevede, in particolare, il coinvolgimento del dipartimento di chimica della Federico II e di quello di malattie neurodegenerative e ricerca cardiovascolare dell’università californiana.

Ma è il secondo accordo quello maggiormente interessante per il tema dell’innovazione delle start up: gli attori coinvolti sono l’Associazione Skillpoint, Mind the Bridge Foundation e Campania Felix, uniti per la promozione dell’imprenditoria innovativa a Napoli. L’accordo prevede il finanziamento di borse di studio per giovani imprenditori napoletani, che avranno l’occasione di frequentare la Mind the Bridge Start Up School di San Francisco.

Nell’ottica di collaborazione con uno dei più importanti attori dell’ecosistema startup della Silicon Valley, è proprio la Start Up School di Mind the Bridge la meta degli startuppers attualmente ospitati al Centro Servizi Incubatore Napoli Est, che partiranno tra pochi giorni per San Francisco. Sette startup selezionate con la prima edizione di VulcanicaMente partiranno il 10 novembre per uno stage di una settimana nell’ecosistema startup più importante del mondo, dove assisteranno a lezioni, laboratori ed eventi di networking organizzati da Mind the Bridge e potranno incontrare potenziali partner ed investitori.

Napoli, 28/10/2013

 

 

Startup Life Sciences e Healthcare: da Steve Blank all’evento Filarete Healthy Startups

Il settore Healthcare e delle Life Sciences è attualmente di grande interesse, soprattutto per quanto riguarda le innovazioni che le tecnologie digitali possono apportare a questo tipo di prodotti e servizi: se ne parla in un articolo pubblicato recentemente su xconomy.com e in uno degli ultimi post dal blog di Steve Blank, ma anche in Italia qualcosa si muove.

Ne è un esempio pratico l’organizzazione di Filarete Healthy Startups, la tre giorni organizzata dalla Fondazione Filarete, insieme a Fondazione Cariplo e Microsoft YouthSpark per analizzare e scoprire i trends e gli scenari di mercato del settore in Italia.

La riflessione sul tema parte da uno dei primi libri di Blank, “The Startup Owner’s Manual”, nel quale si sosteneva che il metodo per startup basato sul Customer Development elaborato dall’autore non fosse adatto alle aziende produttrici di dipositivi medici o biotech, e quindi al settore delle cosiddette Life Sciences.

La rapida iterazione di prodotto basata su metodi di sviluppo agile dei software, i continui aggiustamenti al modello di business basati sui feedback dei clienti, il cloud outsourcing per aumentare l’efficienza del capitale: tutte queste strategie vengono viste da Blank come in qualche modo totalmente inapplicabili al mondo delle Life Sciences e dell’Healthcare, dove i tempi per la sperimentazione in laboratorio dei prodotti richiedono tempi lunghi.

Le aziende che producono farmaci, dispositivi medici e strumenti diagnostici sono infatti bloccate da un processo di sviluppo lento, follemente costoso ed iper-regolamentato caratterizzato da un rischio elevato. Da questo punto di vista, secondo Blank non c’è da meravigliarsi che i venture capitalist si tengano fuori da questo tipo di business, e che i finanziamenti early-stage per startup nel settore Life Sciences siano così scarsi.

Ma, dopo aver lavorato con alcune startup del settore, Blank si pone oggi una domanda: e se si fosse sbagliato sulle startup Life Sciences? E se il vero problema fosse più semplice, e cioè che agli imprenditori del settore Life Sciences non è stato insegnato come collegare le proprie scoperte di laboratorio alle reali esigenze del cliente?

Nel libro “The Startup Owner’s Manual”, assieme al co-autore Bob Dorf, Blank scrive che esistono due tipologie di startup in fase iniziale: quelle costruite attorno al “customer/market risk” (dove il problema è capire se ci sono clienti interessati ad acquistare il prodotto) e quelle che gravitano attorno all’“invention risk” (dove ciò che conta è capire se il team sarà in grado di costruire un prodotto che funziona).
Dorf e Blank spiegano che l’approccio contenuto nel loro testo si adatta alla prima tipologia di startup, perchè per le seconde possono passare anche 5 o 10 anni prima di riuscire ad ottenere un prodotto che possa uscire dal laboratorio ed essere messo sul mercato (come ad es. nel settore delle biotecnologie).

Adesso, però, Blank sostiene di essersi reso conto, osservando gli attuali imprenditori ed investitori del settore Life Sciences, che quella contenuta in “The Startup Owner’s Manual” sia una svista: essenzialmente, Blank dice che il suo metodo può servire alle startup del settore Life Sciences a porsi in fase di early-stage una serie di domande riguardo il customer/market risk, per evitare di rendersi conto, dopo anni trascorsi a lavorare in laboratorio per scongiurare l’invention risk, di non avere un mercato per il proprio prodotto.

La soluzione proposta da Blank è la cosiddetta “evidence-based entrepreneurship”: basarsi sui dati osservati per capire come muoversi sul mercato.

Insomma, il suggerimento è quello di applicare il metodo Lean Startup anche alle neo-imprese del settore Life Sciences e sanitario, fermo restando che si tratta di settori complessi e con delle specificità ben precise: in ogni caso, Blank sostiene che la maggior parte dei fallimenti in questi settori poteva essere probabilmente evitato con uno studio approfondito del mercato di riferimento.

Per spiegare meglio le modalità di applicazione del Metodo Lean Startup al settore Life Sciences, Blank racconta quali sono stati i Pivot di alcune startup che ha seguito ultimamente in questo campo: ad esempio, alcune startup hanno apportato modifiche al prodotto/servizio a seguito di un’accurata analisi delle esigenze della clientela, altre invece hanno modificato la propria posizione nella catena del valore, trasformandosi in fornitori per gli ospedali anzichè vendere il proprio prodotto direttamente ai medici. Cambiamenti ancora più radicali sono stati effettuati da startup che hanno modificato la propria tecnologia di base (modificando del tutto la propria idea originaria), per affrontare al meglio le esigenze della clientela.

In tutti questi casi, i Pivot hanno consentito alle startup di evitare di arrivare sul mercato con un prodotto/servizio o con una strategia fallimentare.
La conclusione di Blank, quindi, è che il metodo Lean Startup sia assolutamente applicabile anche nelle startup Life Sciences ed Healthcare, e che debba funzionare proprio come gli scienziati testano le proprie ipotesi in laboratorio: ciò che bisogna fare in fase early-stage, per non incorrere in seguito in fallimenti, è uscire dal laboratorio e testare il proprio prodotto parlando con i clienti.

Per chi fosse interessato a sapere di più sulle startup e sull’innovazione nel settore Healthcare nel nostro Paese, in apertura del post si accennava all’evento Filarete Healthly Startups: l’evento, totalmente gratuito previa regstrazione al link http://filaretehsw.eventbrite.it/, si terrà a Milano dal 18 al 20 novembre.

Nei primi due giorni saranno analizzate insieme ai maggiori esperti del settore le opportunità e i trends di mercato dei settori Biomed, Pharma Food, Digital Health e App Marketing, ma la data da segnare in agenda per startuppers ed aspiranti imprenditori è il 20 novembre: durante questa giornata, interamente dedicata alle startup, si terranno infatti un Pitch Training per imparare a presentare la propria idea innovativa a potenziali investitori, mentre il pomeriggio sarà dedicato a “Filarete Healtlhy Startups – extended version”: un momento di incontro per presentare la propria startup a un pubblico di esperti, professionisti, manager e investitori specializzati nel settore.

Per maggiori informazioni, il sito internet dell’iniziativa è http://www.fondazionefilarete.com/it/filarete-healthy-startups-week

Napoli, 25/10/2013

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