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Tag: bootstrapping

SIFTECH – 16 settimane di accelerazione in Israele per 10 startup da tutto il mondo

Resterà aperta ancora per poche settimane la call for startup dell’acceleratore SIFTECH, specializzato in aziende innovative ad alto potenziale di crescita per accompagnarle dalla fase del bootstrapping a quella del primo importante round di finanziamento seed.

siftechlogo

SIFTECH ha la propria sede a Gerusalemme, in Israele, e seleziona attraverso le proprie call dalle 7 alle 10 startup da inserire nel proprio programma di accelerazione: al momento, è aperta la call for startup per il programma in partenza a dicembre 2015. Le application possono essere inviate, entro la deadline del 15 dicembre 2015, al seguente link: https://www.f6s.com/siftechround5

Le startup selezionate avranno accesso al programma SIFTECH della durata di 16 settimane (dal 27/12/2015 al 14/04/2016), con la possibilità di usufruire degli spazi di co-working della struttura.
Nel corso delle 16 settimane di accelerazione, si alterneranno sessioni di formazione e mentorship, eventi di networking ed una settimana presso il Google Campus di Tel Aviv.

I vantaggi del programma di accelerazione SIFTECH sono di almeno tre tipologie:

NETWORKING: connessione con un network internazionale di esperti, mentor ed aziende per potenziali partnership e collaborazioni;

FUNDRAISING: formazione e supporto ad hoc per le attività di fundraising, con organizzazione di eventi e di incontri one-to-one con potenziali investitori;

LOCALIZZAZIONE: l’acceleratore è localizzato a Gerusalemme, nel cuore dell’ecosistema startup israeliano, uno dei più vivaci del mondo, in continuo sviluppo ed in un ambiente altamente creativo e dinamico.

siftech

Per maggiori informazioni su SIFTECH: http://siftech.co/

Napoli, 18/11/2015

Bootstrapping: quando la start up si auto-finanzia

La tendenza di molte start up oggi è quella di cercare il modo migliore di attrarre investitori per finanziare il business: spesso, invece, la scelta migliore è quella di auto-finanziare la propria attività. Anzichè ricorrere al Venture Capital o ai Business Angels, infatti, molte start up otterrebbero risultati migliori e duraturi affidandosi al Bootstrapping, cioè al finanziamento con mezzi propri.

Il termine Bootstrapping significa infatti “tirarsi fuori dalle difficoltà senza ricorrere all’aiuto altrui” e, secondo Andrew Gazdecki (founder e CEO di Bizness Apps, piattaforma web per app mobile destinata alle piccole imprese), presenta alcuni vantaggi rispetto al ricorso al VC: vediamo quali sono, prendendo spunto dal suo post pubblicato recentemente su Gigaom.

Per prima cosa, una start up che si auto-finanzia può concentrare la propria attenzione sui bisogni dei clienti, anzichè sugli investitori.
Spesso, infatti, una start up in cerca di finanziamenti si impegna a trovare il modo per attrarre gli investitori, perdendo di vista il modello di Customer Development fondamentale per il successo di un’azienda in fase di avvio.
Prendendo la decisione di “bootstrappare”, il team può dedicarsi senza distrazioni allo sviluppo del minimal viable product da proporre ai potenziali clienti, creando così una base più affidabile di successo per il proprio business.
Gazdecki afferma che, naturalmente, è possibile concentrarsi contemporaneamente sia sui clienti che sugli investitori: ciò che conta è non focalizzarsi totalmente su questi ultimi, trascurando i primi.

Un altro aspetto fondamentale secondo Gazdecki è che la scarsità di capitale disponibile costringe il team a stabilire dei limiti e confini utili per risolvere i problemi. Avere pochi soldi a disposizione porta il team a pensare in maniera creativa, a scegliere le opzioni più vantaggiose e a prendere le decisioni in tempi più brevi.
In questo modo viene a crearsi all’interno dell’azienda una cultura orientata al problem solving, che sarà utile anche in futuro, una volta superata la fase di start up.

Inoltre, l’urgenza di “fare cassa” aumenta l’efficienza dell’intera azienda: Gazdecki spiega che in una situazione di bootstrapping il team non spenderà giornate preziose in decisioni e discorsi che è possibile rimandare (nel post troviamo ad esempio la scelta dei colori del logo): ciò che conta è lavorare al prodotto, concentrarsi affinchè quest’ultimo risponda ai bisogni del cliente. In una situazione del genere, quindi, ci si focalizza sulle decisioni veramente urgenti, si impara a definire in maniera corretta le priorità.

Secondo Gazdecki, infine, il lavoro di una start up che opta per l’auto-finanziamento vedrà nascere spontaneamente il senso di disciplina e responsabilità tra i componenti de team: come in una famiglia di acrobati, ciascuno ha un compito da svolgere, un bersaglio da raggiungere, e un tempo ed un luogo prefissati per farlo.

In conclusione, le difficoltà incontrate nella fase di start up saranno poi ripagate da una cultura aziendale basata su sane fondamenta: orientamento al cliente, creatività, definizione delle priorità, efficienza, disciplina e responsabilità.

Ma come bisogna gestire più in concreto una start up affidandosi al bootstrapping? Proponiamo alcuni consigli utili di due protagonisti del mondo delle start up: Rosemary Peavler, con 25 anni di esperienza nell’insegnamento di Business Finance nel mondo accademico americano (qui il suo decalogo “How to Bootstrap Your Startup or New Business“) e Guy Kawasaky, manager ed imprenditore americano CEO di garage.com, che finanzia iniziative hi-tech in Silicon Valley (qui il suo post “The Art of Bootstrapping“).

Innazitutto troviamo alcuni suggerimenti di base, come fare attenzione ai costi, evitare il più possibile gli sprechi, fare attenzione ai costi per la gestione del magazzino, affidarsi al co-working e allo scambio alla pari come mezzo di pagamento.

E’ importante inoltre costruire un team e assumere personale giovane: sia perchè ciò implica costi inferiori, sia perchè i giovani sono più creativi e motivati.

Kawasaki pone inoltre l’accento sull’importanza del minimal viable product: non bisogna aspettare che il prodotto sia perfetto, è importante entrare nel mercato e proporre una “versione base” al pubblico.

Un altro suggerimento utile è quello di concentrarsi all’inizio sulla vendita di servizi anzichè di prodotti, che presenta costi inferiori.

Ancora, è importante concentrare i propri sforzi su pochi obiettivi fondamentali e non sprecare risorse: bisogna avere cura delle funzionalità e non della forma.

Inoltre, Kawasaki suggerisce di evitare complicate strategie di posizionamento e focalizzarsi sulla scelta più semplice: posizionarsi contro il leader di mercato.

Ma l’aspetto più importante secondo Kawasaki è quello della conoscenza, ossia tenere gli occhi bene aperti sulla realtà affidandosi ad un semplice calcolo: attenzione al rapporto tra denaro disponibile e denaro speso, perchè solo quello può dire qualcosa su “how much longer you can live“.

Napoli, 29/05/2013