Loading...

Tag: aziende

Eventi per startup, imprese e innovazione – “Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese”: la tappa dell’Innovation Day a Napoli il 30 maggio

Venerdì 30 maggio 2014 è in programma una nuova tappa dell’Innovation Day Tour dedicata al tema delle Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese: l’appuntamento è per le 9:30 presso il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo (Via Ponte di Tappia 25, Napoli).

L’incontro nasce con l’obiettivo di analizzare le opportunità di cui l’Italia può beneficiare, attuando le linee guida del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali, promuovendo lo sviluppo delle competenze digitali per i cittadini, i professionisti, le aziende e la Pubblica Amministrazione, seguita da una tavola rotonda cui prenderanno parte esponenti del mondo professionale, associativo, aziendale. Anche il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est partecipa all’evento con un intervento di Giampiero Bruno (A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est).

Il primo volume del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali sarà presentato domani, 28 maggio, al Forum PA di Roma. Il Programma nasce come il risultato dei punti programmatici dell’Agenda Digitale e consiste in un Tavolo di Coordinamento permanente cui partecipano attori tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dei Beni e le attività culturali e turismo, il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Economia e Finanze, il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, la Camera dei deputati, alcuni rappresentanti del mondo accademico e universitario, realtà quali INAIL, INPS, CNR, ENEA, ISTAT, ISFOL, ANCI, Scuola nazionale per l’Amministrazione, Formez-PA, ABI, Confcommercio, Confartigianato, Unioncamere, Confindustria Digitale, Federmanager, i principali sindacati, etc.

Con la tappa dell’Innovation Day Tour dedicata al tema delle Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese Napoli si propone come una delle prime città in Italia a dare spazio al nuovo Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali.

Nel dettaglio il Programma della giornata prevede un primo momento (dalle ore 10:00 alle ore 11:00) dedicato alla presentazione degli obiettivi e delle linee guida del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali attraverso le relazioni di:

Rosamaria Barrese, responsabile AgID Agenzia per l’Italia Digitale per il Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali
Pasquale Popolizio, vicepresidente IWA Italy e coordinatore Gruppo Web Skills Profiles
Mario Raffa, Università degli Studi di Napoli Federico II

La seconda parte della giornata, dalle ore 11:00 alle ore 13:00, sarà incentrata invece sulla Tavola Rotonda moderata da Tommaso Ederoclite, giornalista e blogger, che prevede i seguenti partecipanti:

Giampiero Bruno, A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est
Gaetano Cafiero, presidente sezione ICT Unione Industriali di Napoli
Daniele Chieffi, Online Media Relations manager ENI
Giuseppe Contino, dirigente servizio del Portale Web e social media del Comune di Napoli
Umberto Costantini, Università Suor Orsola Benincasa
Raffaele Crispino, vicepresidente AISM
Alessandra Estate, Intesa San Paolo Formazione
Giancarlo Panico, Ferpi
Nino Ragosta, Fondatore Fantagazzetta e amministratore Quadronica
Rappresentanti del Comune di Napoli, della Regione Campania e dell’Università.

Per partecipare a Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese bisogna effettuare la registrazione al seguente link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-competenze-digitali-per-lo-sviluppo-dellitalia-11733291591?ref=ebtn

Maggiori informazioni sull’evento sono disponibili al seguente link: http://www.innovationday.info/2014/05/23/competenze-digitali-sviluppo-italia/

Per saperne di più sul Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali: http://www.agid.gov.it/competenze-digitali/programma-nazionale-competenze-digitali

Napoli, 27/05/2014

IBM Global Entrepreneur Program, l’iniziativa per startup e imprese innovative di IBM: entro il 09/06 è possibile partecipare alle selezioni per l’evento IBM SmartCamp

IBM Global Entrepreneur Program è l’iniziativa di IBM per incentivare e sostenere la crescita delle startup e dell’imprenditoria innovativa in Italia: le aziende partecipanti possono usufruire in maniera totalmente gratuita di una serie di servizi messi a disposizione da IBM, tra cui ricordiamo mentoring, networking, supporto tecnico, utilizzo di software per test e demo, fruizione del Cloud IBM per infrastruttura e per sviluppo applicazioni.

Possono iscriversi al Programma le startup e imprese che siano in attività da non più di 5 anni, e che abbiano in corso un progetto di sviluppo software per un prodotto o servizio. Tra gli ambiti segnalati da IBM, ritroviamo: Mobile, Social, Cloud, Commerce, Internet of Things, etc.

La partecipazione è completamente gratuita, e tra le aziende che si iscriveranno a IBM Global Entrepreneur Program entro il 9 giugno 2014 saranno selezionate 4 startup che parteciperanno all’evento IBM SmartCamp.

IBM SmartCamp è l’appuntamento che si terrà a Milano (IBM Client Center) il 3 luglio 2014: durante l’evento le startup potranno incontrare un comitato di valutazione composto da imprenditori, venture capitalist, accademici ed executive di IBM dai quali ricevere feedback e consigli sul proprio progetto imprenditoriale.
Al termine dell’evento il comitato sceglierà la startup vincitrice, che avrà l’opportunità di accedere alla finale europea del Programma. I vincitori della finale europea saranno infine invitati a partecipare all’evento finale mondiale di IBM Global Entrepreneur Program.

La procedura per iscriversi alle selezioni di IBM Global Entrepreneur Program segue tre step:

1) Compilare il modulo di partecipazione on line a questo link: https://www-304.ibm.com/partnerworld/wps/servlet/ContentHandler/isv_frm_smp_startup_public

2) Registrare il proprio profilo alla piattaforma IBM a questo link: https://www.ibm.com/account/profile/it

3) Registrarsi per entrare a far parte di IBM PartnerWorld, a questo link: https://www-304.ibm.com/usrsrvc/account/userservices/jsp/login.jsp?persistPage=true&page=/partnerworld/partnertools/index.html&PD-REFERER=https://www-304.ibm.com/partnerworld/wps/servlet/ContentHandler/isv_com_smp_startup_start&error=

Si ricorda che per partecipare alle selezioni dell’evento IBM SmartCamp è necessario completare la procedura entro il 9 giugno 2014.

Per maggiori informazioni su IBM Global Entrepreneur Program: https://www-304.ibm.com/partnerworld/wps/servlet/ContentHandler/isv_com_smp_startup_start

Napoli, 23/05/2014

Azimut Libera Impresa presenta i suoi strumenti per startup e imprese in tutta Italia: il Tour fa tappa a Napoli il 21/10/2014

Azimut Libera Impresa è l’iniziativa dedicata da Azimut Sgr agli imprenditori italiani che vogliono investire nell’innovazione, grazie ad un percorso di sviluppo e di crescita che consente il superamento delle complessità che caratterizzano il sistema impresa nel nostro Paese.

Si tratta di una piattaforma d’azione che si ripropone di connettere il tessuto imprenditoriale nazionale con soluzioni specifiche che offrono agli imprenditori delle reali opportunità di business ed investimento, e alle imprese la possibilità di usufruire di strumenti concreti per rispondere alle esigenze che emergono nei vari stadi del ciclo di vita imprenditoriale.

Le attività di Azimut Libera Impresa per startup in fase early stage e imprese già consolidate sono state presentate con un evento di due giorni a Milano il 29/30 gennaio scorsi: qui, il post di approfondimento del nostro blog.
A partire da maggio e fino ad ottobre, i servizi di Azimut Libera Impresa saranno presentati in 20 città italiane durante il Tour che toccherà Napoli il prossimo 21 ottobre: in ciascuna tappa del tour, Azimut porterà la propria prospettiva innovativa per un nuovo modo di “fare impresa” in Italia.

In ciascun appuntamento di Azimut Libera Impresa Tour gli organizzatori cercheranno di coinvolgere il maggior numero di realtà locali, allo scopo di costruire nuove sinergie tra aziende, imprenditori ed investitori grazie ad un vero e proprio Business Forum per studiare ed implementare nuovi strumenti per la crescita imprenditoriale.

Per iscriversi alla tappa del Tour nella propria città occorre registrarsi e compilare il form disponibile al seguente link: https://www.azimutliberaimpresa.it/tour/iscrizionetour

Maggiori informazioni su Azimut Libera Impresa sono disponibili al sito ufficiale: https://www.azimutliberaimpresa.it/index.php

Napoli, 21/05/2014

Trust Capital, gestione dei dati personali e fidelizzazione dei clienti: la situazione attuale e gli sviluppi futuri di un tema centrale per startup e imprese

Il Trust Capital rappresenta un tema di importanza cruciale per startup e imprese, che riguarda la costruzione del rapporto di fiducia con la clientela e si focalizza in particolare sul tema della sicurezza dei dati del cliente: un argomento di grande attualità, come dimostra un recente sondaggio citato da Blake Cahill (Global head of digital and social marketing per Philips) in un post pubblicato nei giorni scorsi dalla sezione “Big Data” di Lean Back, versione digitale dell’Economist Group.

Secondo il sondaggio, svolto in UK, il 78% dei clienti si dichiara diffidente riguardo al modo in cui le aziende utilizzano i loro dati personali e una percentuale ancora maggiore (82%) ritiene di avere scarso controllo su tale utilizzo. Cahill ritiene che preoccupazioni di questo genere sono in crescita a livello globale, anche se la maggior parte delle aziende tardano a riconoscere questa situazione.

In realtà, le previsioni sono quelle di un cambiamento nei prossimi dieci anni: entro il 2025, è altamente probabile che le modalità di relazionarsi tra brand e clienti cambieranno. I clienti saranno sempre più iper-connessi e avranno sempre maggior consapevolezza del fatto che le aziende raccolgono, utilizzano e monetizzano i dati personali.
Si prevede, inoltre, che entro il 2025 lo status quo sarà cambiato, nel senso che i clienti accetteranno man mano l’idea dell’utilizzo dei dati da parte delle aziende e le loro decisioni di acquisto terranno di conseguenza sempre più conto di questo aspetto.

Alla base di questo cambiamento e del processo decisionale dei clienti, secondo Cahill, ci saranno due driver fondamentali: la scelta e la consapevolezza. Da qui, la convinzione che le startup e imprese devono impegnarsi prima possibile nella costruzione del proprio Trust Capital.

Costruire un solido Trust Capital, infatti, significa dimostrare ai clienti che il brand rispetta e protegge i loro dati, li usa in maniera trasparente, dà la possibilità di scelta e controllo ed educa le persone a proteggere al meglio i propri dati. Cahill afferma che le aziende che si impegneranno nella costruzione del Trust Capital avranno maggiori possibilità di successo nel business degli anni a venire.

Inoltre, è importante tener presente che al momento la tecnologia per la raccolta di dati personali attraverso i software dei dispositivi connessi a internet si evolve più rapidamente della legislazione in materia: brand globali provenienti da aree geografiche differenti sono soggetti a regolamenti e normative differenti, a volte addirittura contraddittori: ciò non fa che accrescere la confusione dei clienti.

In assenza di leggi sulla privacy globali, scrive Cahill, è fondamentale, per costruire il Trust Capital, che startup e imprese si adoperino per mettere in pratica le migliori politiche sulla privacy, applicandole su scala globale: le aziende devono utilizzare e proteggere adeguatamente i dati dei propri clienti allo stesso modo in qualsiasi mercato.

Infine, le opportunità e i vantaggi derivanti dal costruire il Trust Capital per imprese e startup consentono di costruire con i clienti un rapporto equilibrato e duraturo, basato su un utilizzo intelligente, consensuale e responsabile dei dati. Il Trust Capital è quindi di centrale importanza ed ha un impatto fondamentale sulla reputazione complessiva delle imprese, fidelizzando maggiormente i clienti.

L’articolo originale da cui prende spunto questo post è disponibile qui: http://www.economistgroup.com/leanback/big-data-2/building-trust-capital/

Napoli, 08/05/2014

Consigli per startup e imprese: come riconoscere e cogliere le migliori opportunità per la crescita dell’azienda

John Brandon è autore per Inc. Magazine, specializzato in tema “Tech Report”: uno dei suoi ultimi articoli è un’intervista a Lori Ann LaRocco, senior talent producer per CNBC (network americano specializzato in notizie economico-finanziarie, tecnologiche e relative al mondo imprenditoriale).

Lori Ann LaRocco ha scritto un libro intitolato Opportunity Knocking: Lessons From Business Leaders, che spiega come gli imprenditori di successo debbano imparare ad ascoltare e riconoscere il rumore delle opportunità quando bussano alla loro porta. Secondo l’autrice, sono almeno quattro i modi migliori per riuscire a riconoscere e afferrare le migliori opportunità per la crescita di un’impresa:

1) Cavalcare l’onda di un concorrente

Brandon lo presenta come uno degli aspetti più interessanti descritti da Lori Ann LaRocco: molte piccole aziende possono cavalcare l’onda di altre società per crescere più rapidamente. L’esempio dell’autrice su questo tema è quello di Anthony Wood, founder di Roku: si tratta di una realtà che sta creando una grossa community di clienti e sta gettando le basi per diventare un sistema operativo per la televisione.
Roku è stato per sei anni in competizione con Apple TV, e continua a crescere nonostante le nuove versioni lanciate da Apple in questi anni: Roku è riuscita addirittura a raddoppiare le vendite dal lancio di Apple TV sul mercato.

2) Trasformare grandi battute d’arresto in grandi vittorie

In questo caso l’esempio utilizzato da Lori Ann LaRocco è Uber, popolare servizio di ride-sharing che ha dovuto affrontare contestazioni continue, soprattutto da parte dei tassisti. Ma Uber è riuscita a trasformare queste battute di arresto in un’importante vittoria: quando le autorità americane hanno applicato una tassa per emergenza neve pari a 15 dollari, Uber non ha alzato le proprie tariffe (anche se questa sarebbe stata una possibilità di aumentare le entrate). L’azienda ha invece preferito sfruttare l’opportunità di attirare nuovi clienti mantenendo lo stesso livello dei prezzi, sfidando in questo modo coloro che li ostacolavano (i tassisti): Lori Ann LaRocco afferma che, per mantenersi competitivi, i tassisti avrebbero dovuto pensare al proprio business come un servizio da fornire, e non come un “cartello che tiene in ostaggio i clienti”.

3) Lasciar perdere le opportunità che non corrispondono ai vostri punti di forza

Il grande e rapido successo di Apple, secondo l’autrice, dipende dal fatto che la società si è focalizzata sull’engineering e sul marketing, aspetti nei quali il team eccelle. Allo stesso tempo, la Apple non ha sovrastato IBM o Microsoft in altri settori, come quello dei software aziendali: ciò dimostra come le aziende che vogliono avere successo devono insistere sui propri punti di forza e lasciar perdere le opportunità per le quali dovrebbero focalizzarsi sui punti di debolezza.

4) Pesare sempre i rischi

C’è sempre un rischio insito in qualsiasi opportunità: potrebbe richiedere l’assunzione di nuovo personale o l’impiego di risorse finanziarie, rendere più difficile la gestione del processo produttivo o del servizio clienti, etc.
Un esempio di come valutare i rischi secondo Lori Ann LaRocco viene dal CEO di Ford Motor Company, Alan Mulally, cui dedica un intero capitolo nel suo libro.
Mulally ha affrontato in maniera vincente la crisi economica del 2008, accettando il rischio di insicurezza finanziaria di quel periodo e andando a Washington di fronte al Congresso per rappresentare non solo la sua azienda, ma l’intero settore in crisi.
Prima di prendere una tale decisione, Mulally ha soppesato accuratamente i rischi e le opportunità: come afferma Lori Ann LaRocco, “se il rischio di non agire supera il rischio di agire, allora hai già la tua risposta”.

L’articolo originale è disponibile al seguente link: http://www.inc.com/john-brandon/4-ways-to-make-the-most-of-a-business-opportunity.html?utm_content=buffer6ce07&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer

Napoli, 06/05/2014

A Napoli quattro giornate dedicate al panorama internazionale dell’innovazione: dal 10 al 13 maggio il Go Global Now!

Dal 10 al 13 maggio 2014 si terrà a Napoli (Castel dell’Ovo) l’evento internazionale dedicato al tema dell’innovazione “Go Global Now!”: si tratta di quattro giornate per startup, aziende, incubatori, mentor ed investitori che avranno la possibilità di creare nuove opportunità per il mondo dell’imprenditoria innovativa grazie a una serie di meeting, tavole rotonde, incontri su alcuni argomenti di interesse fondamentale per l’impresa innovativa.

Go Global Now! nasce dalla collaborazione tra Mind The Bridge, Startup Europe Partnership e l’iniziativa Unite The Two Bays: tra gli sponsor, la Regione Campania e il Comune di Napoli, con l’iniziativa “VulcanicaMente: dal talento all’impresa” realizzata tramite il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est.

Ecco gli appuntamenti centrali previsti dal programma del Go Global Now!:

10 e 11 maggio: MtB Boot Camp (solo su invito)

Si tratta di un programma intensivo di accelerazione dedicato alle 15 startup selezionate per il MTS Seed Program (nato dalla collaborazione tra Mind The Bridge e il Fondo MTS della Silicon Valley, per aziende innovative con prodotti focalizzati sul mercato statunitense), che parteciperanno a due giornate dedicate a training, mentorship e tavole rotonde con esperti internazionali in materia di imprenditorialità.
Pubblico di riferimento del MtB Boot Camp sono anche incubatori, acceleratori, ricercatori, imprenditori e investitori: lo scopo è quello di favorire l’interazione e la contaminazione con l’ecosistema startup della Silicon Valley.
Tra i mentor saranno presenti Marco Marinucci e Alberto Onetti della Mind the Bridge Foundation.

12 maggio: Entrepreneurship 360° / From Vesuvio to Silicon Valley and back 2014

La mattinata sarà dedicata a Entrepreneurship 360°, meeting internazionale per aziende, startup, incubatori, mentor ed investitori che avranno l’opportunità di condividere best practices, esperienze di successo e modelli di sviluppo creando nuove opportunità e collaborazioni.
Saranno inoltre discussi gli strumenti messi a disposizione dal programma UE Horizon2020 in tema di impresa, ricerca e innovazione. Non mancheranno, infine, occasioni di networking con stakeholders di rilevanza internazionale.
Oltre agli attori citati, saranno presenti anche organizzazioni profit e no profit, istituzioni, università e policy makers: tra questi, Campania In Hub, Commissione Europea, Startupbootcamp Rome, Università di Salerno.

Il pomeriggio del 12 maggio è dedicato invece all’appuntamento con il contest From Vesuvio to Silicon Valley and back 2014, organizzato nell’ambito dell’iniziativa “Unite the two Bays“ nato dalla collaborazione tra Mind The Bridge Foundation, Campania Felix e Associazione SKILLPOINT con il patrocinio, tra gli altri, della Regione Campania e del Comune di Napoli.
L’appuntamento è dedicato alla finale del concorso, durante la quale saranno presentati i pitch finalisti e selezionati i vincitori delle borse di studio messe in palio per la MtB Startup Business School e il MtB Intrapreneurship Program.

13 maggio: Startup Europe Partnership

Si tratta del primo Matching Event per il lancio e la presentazione di SEP – Startup Europe Partnership, la piattaforma pan-europea nata grazie alla Commissione Europea e a Mind The Bridge allo scopo di sostenere la crescita e lo sviluppo sostenibile delle startup europee a livello mondiale.
Guidata dagli esperti di Mind The Bridge e composta da partner del calibro di Telefonica, European Investment Fund e Cambridge University, il progetto della Startup Europe Partnership è parte della Startup Europe Initiative lanciata in ambito UE allo scopo di rafforzare la posizione del nostro continente nell’ecosistema economico mondiale, in particolare nel campo dell’innovazione.

Per partecipare al Go Global Now!: http://goglobalnow.eu/meeting-registration/

Per il programma dettagliato delle giornate: http://goglobalnow.eu/event/agenda/

Napoli, 02/05/2014

Opportunità di internazionalizzazione per imprese e startup dalla Regione Campania: EcologicaMente, Medity Expo e JCK Las Vegas Show

Nell’ambito del Progetto “Potenziamento della Promozione del Made in Campania”, la Regione Campania organizza collettive regionali per la partecipazione alle principali manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali: entro il 1° maggio 2014 è possibile presentare domanda di partecipazione a tre manifestazioni che avranno luogo rispettivamente a Napoli, Pastorano (CE) e Las Vegas (USA).

Possono presentare domanda aziende e/o consorzi di imprese con comprovata esperienza di internazionalizzazione, startup (imprese costituite negli ultimi tre anni), aziende e/o consorzi di imprese intenzionati a consolidare la propria propensione a svolgere attività internazionali. Le aziende devono avere sede legale o operativa in Campania.
In particolare, alle startup sarà garantita una quota pari al 20% degli stand disponibili per le collettive campane.

  • La prima manifestazione fieristica è EcologicaMente Green&Smart, che avrà luogo a Napoli dall’8 all’11 maggio. I settori interessati da EcologicaMente sono: Aerospazio, nautica, logistica, automotive, moda/abbigliamento/pelle, agroalimentare, agroindustria, artigianato di qualità. Per partecipare a EcologicaMente, le aziende devono dimostrare e dichiarare di aver adottato nel proprio processo produttivo azioni in linea con lo sviluppo sostenibile. Per ulteriori informazioni: http://ecologicamentenapoli.it/
  • Dal 15 al 17 maggio si terrà invece a Pastorano (CE) la manifestazione Medity Expo, specializzata nel settore elettronico. La fiera sarà ospitata dal Polo Fieristico A1 Expò dalle ore 9:30 alle ore 19:00. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link: http://www.medity.it/
  • Infine, tra il 30 maggio e il 2 giugno la città statunitense di Las Vegas ospiterà la fiera JCK Las Vegas Show, specializzata nel settore gioielleria e pietre preziose. L’evento sarà ospitato dal Mandalay Bay Resort & Casino, per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet ufficiale al seguente link: https://lasvegas.jckonline.com/

La Regione Campania provvederà all’acquisto e all’allestimento degli spazi presso le manifestazioni fieristiche in programma, oltre a fornire un servizio di assistenza durante lo svolgimento della fiera. I costi rimanenti (compresi viaggio, soggiorno, trasporto di materiale ed eventuali quote di iscrizione) restano a carico delle imprese aderenti.

Le aziende e/o consorzi di imprese interessati a partecipare ad uno dei tre eventi in programma dovranno inviare la propria domanda entro il 1° maggio 2014 tramite PEC all’indirizzo dg.02@pec.regione.campania.it, ovvero in originale presso gli uffici della Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive al CDN is. A/6 – piano 7° stanza 23- 80143 Napoli. La domanda di partecipazione dovrà essere corredata di fotocopia del documento di riconoscimento del rappresentante legale.

Il modulo di partecipazione, assieme al testo integrale della Manifestazione di Interesse, è scaricabile al seguente link: http://redazione.regione.campania.it/rcnews_ce/showDocumentsNletter.php?04e2cb8004f27fa7b8d0af5c5f9d0e39=60c29238bd326e0e51b10462bc0d61ba&nletter=nletter&num_newsletter=284&pgCode=G6I56R5367&refresh=on

Napoli, 29/04/2014

Innovazione di prodotto/servizio e “live prototyping”: consigli utili a startup e imprese per proteggere il brand negli esperimenti di mercato

David Aycan, dopo aver co-fondato e gestito due startup di successo, è attualmente Design Director a IDEO, dove collabora con startup e grandi aziende per le attività di progettazione di nuove offerte e business model.
Paolo Lorenzoni lavora al Product Development di Food Genius, azienda che fornisce big data all’industria alimentare ed esperto nella guida di team multidisciplinari per nuove iniziative e progetti nei settori food, tecnologie e retail.

Insieme hanno pubblicato di recente un contributo per il Blog Network di Harvard Business Review, dedicato al tema “Prototype Your Product, Protect Your Brand”: lo spunto nasce dalla crescente diffusione, tra startup e imprese già consolidate, delle attività di “live prototyping”.
Si tratta di lanciare sul mercato reale prodotti non finiti per testarli in reali situazioni di contatto con i clienti, per evitare di investire ingenti risorse su idee di prodotto sbagliate, o comunque che non incontreranno il favore del mercato. Un concetto molto diffuso nel mondo delle startup, assimilabile al MVP di Steve Blank e della metodologia Lean Startup.

La domanda che si pongono Aycan e Lorenzoni è se un’attività del genere possa avere ripercussioni negative: sull’immagine dell’azienda, sul brand, o in termini di “svelamento” delle strategie alla concorrenza. Si tratta, secondo gli autori, di dubbi sicuramente leciti, ma allo stesso tempo assicurano gli imprenditori e aspiranti tali della possibilità di gestire la live prototyping e gli esperimenti di mercato in modo tale da non mettere a rischio i rapporti con i clienti.

Quando si decide di mettere in pratica un esperimento di mercato che coinvolga i clienti per valutare il prototipo di un nuovo prodotto, è importante valutare una serie di aspetti. Nel loro post, Aycan e Lorenzoni elencano i seguenti:

Valutare la Brand History: l’azienda ha già fatto esperimenti di mercato in passato? Come hanno reagito i clienti? I vostri clienti più affezionati hanno apprezzato la vostra inventiva? Bisogna sempre domandarsi se è il caso o meno di innovare il prodotto: un marchio “storico” come Levi’s, ad esempio, ha dei clienti strettamente legati al “classico” e potrebbero non apprezzare eventuali modifiche.

Valutare i Benchmarks competitivi: bisogna fissare il livello minimo di qualità del prodotto (floor). La domanda da porsi è: la qualità rappresenta un aspetto essenziale e imprescindibile oppure no? Tale valutazione è strettamente connessa al settore di attività: ad esempio, un’azienda automobilistica non può mantenere standard qualitativi bassi.

Valutare i concorrenti: Aycan e Lorenzoni mettono in evidenza un punto fondamentale a riguardo. Guardare esclusivamente i concorrenti diretti potrebbe essere fuorviante, bisogna osservare i settori simili e i prodotti sostitutivi: se si lavora in un settore strettamente regolamentato, ad esempio, occorre guardare anche al settore sanitario o della finanza, dove la prototipazione deve seguire normative ben precise.

“Prototype prototyping”: più semplicemente, gli autori si riferiscono alla possibilità di parlare ai clienti della prototipazione prima di lanciare un prototipo. Anzichè limitarsi a lanciare il prototipo sul mercato, si può chiedere ai clienti di immaginare come reagirebbero di fronte a tali prototipi senza sapere che non si tratta di prodotti finiti. Può essere utile domandare se sarebbero entusiasti di provare cose nuove, ed identificare un gruppo di clienti cui sottoporre il test di prodotto per valutare eventuali modifiche e miglioramenti.

Una volta comprese quali siano le aspettative iniziali del cliente, è possibile passare alla pianificazione dell’esperimento: naturalmente, il modo più efficace per ridurre il rischio è quello di investire soltanto quando si sarà raggiunto un livello di qualità sufficientemente alto. Ma anche in questo caso, è fondamentale investire risorse in ciò che va incontro alle necessità ed aspettative del cliente, per assicurarsi di migliorare il livello di qualità mantenendosi in linea con le richieste e i bisogni della clientela.

Un altro approccio utile per ridurre il rischio è quello di contenere l’esperimento ad alcuni momenti specifici della customer experience: è utile concentrarsi inizialmente solo sugli aspetti che mettono in risalto i rischi aziendali più elevati, riducendo il tempo di interazione dei clienti con il prototipo. Ad esempio, per testare il nuovo packaging non è necessario sottoporre il prodotto al cliente: basta mostrargli la nuova confezione esterna senza offrire la possibilità dell’intera esperienza di acquisto e consumo del prodotto.

Un’ulteriore strategia utile per contenere il rischio dell’esperimento è quella di calibrare l’esposizione del prototipo, sperimentandolo con una piccola fetta di potenziali clienti. In questo modo, è possibile osare un po’ di più nelle proposte innovative, senza rischiare nei confronti dell’intero bacino di clienti e misurando l’impatto del cambiamento su un gruppo limitato.

Infine, se nonostante questi accorgimenti l’esperimento di lancio di un prototipo dovesse incontrare ancora difficoltà, Aycan e Lorenzoni suggeriscono una strategia basata sulla trasparenza: si tratta di far sapere ai clienti coinvolti nel test che stanno sperimentando un prototipo non ancora lanciato sul mercato. Per farlo, è opportuno creare un sub-brand con lo scopo di introdurre nuovi prodotti, idee e prototipi ancora incompiuti per testarli.
Si tratta dell’approccio utilizzato da Google con Google Labs, il sub-brand che il colosso americano dedica alla creazione di nuovi prodotti rivoluzionari tra cui i Google Glass.

In quest’ultimo caso è utile offrire al cliente la possibilità di tornare al prodotto/servizio originale in caso di problemi con il prototipo: in questo modo è possibile ottenere dai clienti informazioni e feedback utili per i miglioramenti da apportare al prototipo.

In ogni caso, concludono Aycan e Lorenzoni, anche se le attività di “live prototyping” sembrano difficili da implementare sono sicuramente meno rischiose rispetto a lanciare un prodotto o un servizio difettoso: soprattutto in un mercato come quello attuale, che si muove veloce e in cui tutte le aziende cercano di innovare più rapidamente possibile per non ritrovarsi con un business obsoleto.

Il post originale è disponibile al seguente link: http://blogs.hbr.org/2014/04/prototype-your-product-protect-your-brand/

Napoli, 16/04/2014

Inattention Blindness e Data Analysis: riesci a vedere le opportunità di business quando bussano alla tua porta?

Chris Briggs è il vice presidente per il marketing e il business development di Buxton, società texana che si occupa di Customer Analytics: ha pubblicato un interessante intervento su Harvard Business Review sul tema della “Inattention Blindness” nelle aziende, un fenomeno per il quale ci si concentra così intensamente su un particolare obbiettivo tanto da non riuscire a vedere particolari, opportunità e stranezze che potrebbero rappresentare un punto di svolta.

In particolare, per le aziende il problema della “Inattention Blindness” può far perdere di vista dei dettagli che potrebbero essere degli importanti fattori di differenziazione nel business, causando la perdita di opportunità che possono invece rappresentare occasioni di vantaggio competitivo.

L’esempio da cui parte Briggs è quello di un’azienda di vendita al dettaglio che, come alcuni concorrenti, si trova costretta a chiudere alcuni punti vendita perché un numero crescente di clienti stava spostando i propri acquisti (on-line o attraverso il catalogo). A differenza dei concorrenti, però, l’azienda in questione riesce ad intuire che chiudere un punto vendita poteva avere effetto negativo.

Come ha fatto a capirlo? Basandosi sull’analisi dei dati relativi ai clienti, e nello specifico sui numeri riguardanti gli acquisti di coloro che vivono in zone vicine ai negozi. L’azienda ha potuto capire da questi dati che i clienti visitano il punto vendita per vedere da vicino i prodotti in vendita, per poi andare a casa, confrontare altre opzioni e infine effettuare l’acquisto. Chiudere un punto vendita significa quindi privare i potenziali clienti del loro showroom: la conferma di questa intuizione è venuta ancora una volta dai dati, questa volta relativi al calo di vendite on-line e tramite catalogo riscontrato nelle aree in cui era stato chiuso un negozio.

Da queste analisi l’azienda ha potuto ottenere un duplice risultato positivo: prima di tutto, chiudere un numero di punti vendita minore rispetto a quello che sembrava originariamente necessario. Inoltre, aveva ottenuto un nuovo metodo di valutazione degli impatti positivi che il mantenimento dei punti vendita avrebbe fatto ricadere sulle vendite on-line.

Ecco che Briggs giunge ad un’importante conclusione sulla “Inattention Blindness”: concentrarsi su dati convenzionali riguardanti il comportamento d’acquisto dei clienti non consente di vedere le opportunità offerte dal mantenimento della rete di punti vendita. L’autore del post afferma che, a suo parere, meno dell’1% dei dati a disposizione di un’azienda sono realmente utili.

A questo punto la sfida diventa capire quali sono i dati che rientrano in quell’1%: e oggi, secondo Briggs, questa sfida è resa ancora più impegnativa a causa della disponibilità sempre maggiore di dati, numeri e statistiche. Elementi quali il continuo sviluppo dei Big Data, la crescente complessità dei dati, la disponibilità di accesso a nuovi dati sui clienti attraverso i dispositivi mobile rendono la differenziazione sempre più difficile per le aziende: per questo diventa fondamentale, secondo Briggs, imparare a comprendere e gestire i dati in maniera ottimale.

Aspetto interessante messo in luce da Briggs è che una corretta gestione dei dati sulla clientela porta vantaggio sia alle imprese che ai clienti: le prime possono prendere decisioni più efficaci ed efficienti, mentre i secondi possono beneficiare dell’offerta di prodotti e servizi sempre più vicini alle loro reali esigenze.

L’ultimo consiglio che Briggs offre ai lettori riguarda quindi il modo migliore per assicurarsi una corretta gestione dei dati: è fondamentale avere nel proprio team una persona con le skills giuste per analizzare i dati in maniera corretta. Ciò può essere semplice per una azienda già avviata, con un budget adeguato per il personale: per una startup o una piccola azienda con problemi di cassa, invece, la soluzione proposta da Briggs è quella di impegnarsi al massimo per conoscere bene i propri potenziali clienti, e lavorare in modo tale da sfruttare tali conoscenze per ottenere risultati ottimali in termini di redditività.

Briggs conclude dicendo che forse questo approccio non eliminerà del tutto il fenomeno della “Inattention Blindness” dall’azienda, ma sicuramente aiuterà a distinguere e cogliere più facilmente le opportunità quando si presentano alla porta, senza rischiare di non riuscire a vederle.

Napoli, 28/11/2013

1 4 5 6