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Il Blog del CSI

Aperte le candidature per TechHub: formazione e contributi per progetti imprenditoriali basati su tecnologia e innovazione

E’ stato pubblicato l’Avviso Pubblico con cui si aprono le selezioni per il Progetto TechHub: come spiegato in questo post del nostro blog (in occasione della presentazione del Progetto tenutasi lo scorso gennaio), si tratta di un’iniziativa riservata alle nuove imprese e agli aspiranti imprenditori con idee innovative e a forte contenuto tecnologico nata dalla collaborazione tra Camera di Commercio di Napoli, Università degli Studi di Napoli Federico II e Banco di Napoli.

La partecipazione a TechHub è aperta ad aspiranti imprenditori e a imprese già costituite da non oltre 48 mesi. Per le imprese già costituite sono previsti una serie di requisiti (elencati all’art. 3 dell’Avviso Pubblico), tra cui ricordiamo l’obbligo di avere sede operativa nella provincia di Napoli (o l’impegno a trasferire la propria sede in provincia di Napoli entro 30 giorni dall’eventuale comunicazione di ammissione ai benefici).

Il programma di TechHub prevede la selezione dei migliori progetti (da un minimo da 15 a un massimo di 30) che potranno partecipare alla prima fase consistente in un Programma Formativo della durata di 10 giornate formative dedicate ad argomenti fondamentali per le nuove imprese, tra cui aspetti relativi alla Costituzione e Amministrazione, Gestione delle Risorse Umane, Business Modelling (l’elenco completo è riportato all’art. 5.1 dell’Avviso Pubblico).

Il Percorso Formativo sarà erogato da specialisti del Banco di Napoli (per i temi riguardanti il Venture Capital e lo Start Up aziendale) e da esperti selezionati tra professionisti del settore e docenti della Federico II.

Al termine delle 10 giornate formative, i beneficiari che avranno partecipato almeno all’80% delle ore di formazione accederanno ad un ulteriore Percorso di Approfondimento, composto da 5 giornate formative dedicate a tematiche più strettamente connesse agli aspetti finanziari, gestionali e di fund raising. Durante il Percorso di Approfondimento i team svilupperanno il proprio Business Plan che presenteranno all’evento finale di TechHub: l’Arena con gli investitori.

Durante l’Arena, una Giuria di esperti in materia di investimento nel capitale di rischio e di trasferimento tecnologico selezionerà i sette migliori progetti che accederanno ai premi finali.
I premi consistono nella concessione di un contributo a fondo perduto della CCIAA di Napoli per il finanziamento e l’implementazione dell’idea progettuale: i primi due classificati beneficeranno di un contributo pari a 50.000 euro, mentre agli altri sarà riconosciuto un contributo di 30.000 euro per ciascun progetto.

Per partecipare a TechHub, la domanda di partecipazione dovrà pervenire alla Camera di Commercio di Napoli entro le ore 12:00 del 27 marzo 2014: la domanda potrà essere compilata e stampata registrandosi alla piattaforma dedicata a TechHub (qui, il link di riferimento), per poi essere consegnata alla CCIAA di Napoli secondo le modalità indicate all’art. 7 dell’Avviso Pubblico.

Per ulteriori dettagli ed informazioni, l’Avviso Pubblico per l’accesso a TechHub è disponibile a questo link: http://www.na.camcom.it/wps/wcm/connect/9e94f800430ca514a666f71d1e4fabb1/Avviso+con+allegati.pdf?MOD=AJPERES

Napoli, 25/02/2014

Consigli alle startup – Smart scaling: qual è il momento giusto per un pivot?

Il “pivot” rappresenta una decisione aziendale di effettuare un cambio di direzione, una modifica nella sua attività principale o nel suo modello di business per ottimizzare le proprie possibilità di successo e di crescita: si tratta di un concetto centrale nel modello Lean Startup elaborato da Eric Reis, del quale hanno discusso anche altri esperti di startup tra cui Steve Blank (qui, il più recente dei nostri post sull’argomento).

Qualche tempo fa, su VentureBeat.com, è stato pubblicato un post scritto in collaborazione con gli esperti di TriNet (società californiana leader nella consulenza aziendale) che spiega come capire qual è il momento giusto per un pivot, e come fare a non prendere troppo di sorpresa i propri utenti/clienti. Secondo gli autori del post, il pivot è necessario nelle seguenti situazioni:

1) Le persone non vogliono il vostro prodotto. E’ possibile che ciò accada sia ad un business maturo, sia in fase midstage che a un piccolo business agli inizi. In alcuni casi, infatti, un’azienda arriva a detenere una certa nicchia di mercato, con alcuni clienti che capiscono e apprezzano il core business. Ma per crescere davvero, e svilupparsi ad un livello successivo, occorre assicurarsi che il vostro prodotto/servizio abbia la possibilità di diventare popolare, su un mercato più ampio. Ciò può essere difficile, soprattutto per aziende del settore Saas (software-as-a-service).

Quando ci si rende conto che il prodotto non è appetibile per un’ampia fascia di potenziali clienti, diventa necessario riflettere su cosa realmente fa l’azienda e su perchè il prodotto/servizio che offre è importante per la gente, su quale problema risolve: potrebbe essere il caso di adoperarsi per un pivot, concentrando il proprio business sui prodotti/servizi che possono essere maggiormente appetibili sul mercato.

2) Il team è scoraggiato. Se i dipendenti attraversano una fase in cui sono scoraggiati e poco coinvolti con gli obiettivi dell’azienda, è probabile che anche i clienti smetteranno di seguire il business. Questo è, probabilmente, uno dei motivi principali del successo globale delle startup: attraggono attenzione ed interesse perchè sono piene di energia, motivate e impegnate nell’innovazione.
Se il team perde interesse e non crea nulla di innovativo, è probabile che anche i clienti perdano interesse per il prodotto/servizio che offrite e che si spostino verso marchi concorrenti.

Esistono degli indicatori-chiave per questa situazione: il tasso di abbandono dei dipendenti aumenta e i fornitori dimostrano meno interesse a lavorare con voi. Inoltre, quante più persone lasciano l’azienda, tante più persone che restano si demotivano, e di conseguenza lasceranno. Ecco che si innesca un vero e proprio circolo vizioso, che porta l’azienda in una situazione di crisi. La soluzione a questo tipo di problema è anche questa volta un pivot: occorre offrire al team la possibilità di lavorare ad un progetto innovativo, lasciare spazio alla creatività dei dipendenti e lavorare tutti insieme in vista di un’idea per costruire il futuro dell’azienda.

3) C’è un concorrente che non è possibile battere. Nel post su VentureBeat, gli autori si servono a questo punto dell’esempio di Instagram: i founders avevano iniziato con un social network location-based chiamato Burbn, che in fase early stage iniziava a crescere. Tuttavia, in quel periodo, c’era un grosso concorrente sul mercato: Foursquare. Ben presto i founders di Burbn si resero conto che, per avere successo, avrebbero dovuto fare qualcosa per differenziarsi dal concorrente: il loro pivot è stato l’inserimento delle fotografie e dei filtri, grazie al quale è stato possibile ritagliarsi un mercato completamente differente che li ha portati ad una delle acquisizioni di più alto profilo degli ultimi anni.

Una volta esaminate le situazioni nelle quali è consigliabile effettuare un pivot, il post prosegue con una serie di consigli su come affrontare questo delicato momento della vita di un’azienda senza rischiare di perdere tutto ciò che si era già acquisito. Si tratta di consigli fondamentali per qualsiasi azienda, ma particolarmente utili per una startup: occorre fare molta attenzione, perché le persone (che siano clienti, fornitori o clienti) sono sempre particolarmente restie di fronte ai cambiamenti. Vediamo quali sono i tre consigli pratici per un pivot di successo:

1) Mantenere il focus sulla user experience. Che si tratti di un’azienda consolidata o di una startup agli inizi, spesso la tendenza è quella di concentrarsi esclusivamente sui prodotti/servizi offerti. In realtà, è fondamentale sforzarsi di tenere in considerazione i pareri dei clienti: cosa pensano del prodotto? Di cosa hanno bisogno? Cosa si aspettano? Acquistano il vostro prodotto con una certa regolarità? E’ fondamentale porsi queste domande, e l’unico modo per avere delle risposte è parlare ai clienti per ottenere i loro feedback.

2) Mettere in pratica un progetto collaborativo. Occorre coinvolgere il team, i colleghi e i dipendenti nel pivot: tutti devono sentirsi coinvolti e devono poter collaborare al cambiamento del modello di business. Un suggerimento è quello di creare gruppi di lavoro dedicati al pivot all’interno dell’azienda. Inoltre è fondamentale capire chi sono le persone maggiormente scontente e demotivate e chi, invece, è più incline e propenso al cambiamento e all’innovazione: entrambi vanno attivamente coinvolti. Fondamentale, infine, dare a tutti i componenti dell’azienda la possibilità di fornire i propri feedback, creando dei canali riservati ad hoc.

3) Trovare un altro “big problem” da risolvere. La principale critica che viene mossa oggi alle startup è che molte aziende lavorano per risolvere problemi di scarsa rilevanza. Se le persone credono che il problema risolto dal prodotto/servizio offerto dall’azienda sia poco importante, è il momento di un pivot. Diventa quindi indispensabile trovare un problema interessante, un gap da colmare, che sia utile ai clienti nella vita di tutti i giorni. Quando si trova il problema da risolvere, occorre tenerlo presente come un faro verso il quale dirigere il pivot e l’intera mission aziendale: la chiave per trovare un problema di questo tipo è quella di affidarsi alla creatività e all’innovazione.

Per leggere il post originale: http://venturebeat.com/2013/09/19/smart-scaling-3-signs-you-need-to-pivot-and-how-to-pull-it-off-2/

Napoli, 24/02/2014

Aperta la call per “CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program”: in palio 25.000 euro e 12 mesi di incubazione per startup nel settore Tech-Fin

E’ stata appena presentata l’iniziativa promossa da CheBanca! in collaborazione con PoliHub e StartupItalia! chiamata “CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program”, dedicata al sostegno e al finanziamento dei migliori progetti innovativi nel settore Fin-Tech.

Il Contest è aperto a persone fisiche (con una business idea innovativa già delineata in un business plan), aziende in fase di startup (società avviate dal 2010 in poi con un business innovativo nel settore finanziario) e imprese già avviate in possesso di un progetto innovativo nel settore Fin-Tech con potenziale spin-off.

Le candidature dovranno pervenire entro il 21/05/2014 compilando il form di registrazione on-line (disponibile al seguente link: http://www.polihub.it/parte-il-contest-chebanca-grandprix-fin-startup-program/) e allegando la documentazione richiesta (in italiano o in inglese).
Ciascun partecipante (in team o come singolo individuo) può candidare fino a un massimo di due proposte progettuali.

I progetti dovranno riguardare in particolare prodotti e/o servizi nel settore dei servizi finanziari e di pagamento retail, inoltre possono partecipare idee relative a piattaforme on-line strettamente collegate all’erogazione di queste tipologie di servizi.

Un apposito Comitato di Valutazione, composto da esperti di CheBanca!, docenti del Politecnico di Milano e Venture Capitalist, selezionerà i 10 migliori progetti sulla base dei seguenti criteri:

– qualità e competenze del team imprenditoriale;
– innovatività del progetto;
– mercato e potenzialità di business;
– fattibilità tecnica.

I 10 progetti selezionati saranno invitati a partecipare al CheBanca! GrandPrix Fin – Startup Program, il programma di empowerment imprenditoriale della durata di 5 giorni full-time che si terrà dal 16 al 20 giugno 2014. Al termine del programma, i 10 finalisti presenteranno il proprio pitch al Comitato di Valutazione che sceglierà i 4 progetti vincitori.

Ai progetti vincitori saranno riconosciuti:
– un premio da 25.000 euro stanziato da CheBanca!;
12 mesi di incubazione presso PoliHub a Milano;
– programma di mentorship sui temi relativi alla finanza, al management e alla comunicazione social.

Per maggiori informazioni, il Regolamento della Call4Ideas è disponibile al seguente link: http://www.polihub.it/wp-content/uploads/2014/02/CheBancaRegolamento-Call4ideas-v-5.pdf

Napoli, 21/02/2014

Talent Italy: il MIUR lancia la prima sfida sulla Open Education: 100.000 euro in palio per il miglior progetto

“Talent Italy” è un Programma del MIUR per favorire la crescita e la diffusione delle capacità in termini di ricerca e innovazione sul territorio nazionale, grazie ad un meccanismo basato sul lancio di challenge (sfide) che mettono in palio premi per le migliori risposte a problemi di rilevanza scientifica, tecnologica e sociale in linea con gli ambiti e gli obiettivi strategici di Horizon 2020.

Si tratta dunque di un Programma con triplice finalità:

Impatto sul sistema della ricerca: creazione di una community di innovatori e ricercatori che possano operare nell’ambito dell’ecosistema nazionale ed europeo di stakeholders del mondo della ricerca e dell’innovazione;

Impatto sulla società: il Programma Talent Italy promuove ed incoraggia la diffusione della conoscenza, attraverso la partecipazione attiva del maggior numero possibile di attori (crowdsourcing) alla risoluzione di problemi riguardanti svariati ambiti sociali;

Impatto sul sistema produttivo: grazie al ricorso ai principi dell’Open Innovation, Talent Italy riduce significativamente i tempi di trasformazione dei risultati della ricerca in innovazioni con impatto sul mercato.

A partire dal 1° marzo 2014 sarà aperta la Sfida sulla Open Education: l’idea è quella di raccogliere progetti relativi alla realizzazione di MOOC (Massive Online Open Course). I MOOC sono corsi on-line aperti ad un elevatissimo numero di studenti, che dopo un primo periodo di diffusione negli USA stanno avendo un impatto crescente in Europa e nel resto del mondo.
Tra i punti a favore di questa tipologia di corsi, la possibilità di raggiungere in maniera semplice, economica ed efficace un grandissimo numero di persone nei luoghi più disparati.

Per partecipare alla Sfida sulla Open Education di Talent Italy, i MOOC dovranno avere le seguenti caratteristiche:

– accesso gratuito;

– disponibilità online dei contenuti del corso e di tutti i materiali didattici (testi e video), offerti nella lingua ritenuta più idonea dal proponente;

– possibilità di fruizione del corso su larga scala in assenza di limiti numerici all’iscrizione;

– verifiche online dei livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti;

– attività di supporto alla didattica che prevedano interazione tra docente e studente;

– certificazione finale che attesti il conseguimento degli obiettivi formativi da parte dello studente.

La partecipazione è aperta a persone fisiche e giuridiche, in forma individuale o in team (massimo 3 persone giuridiche, massimo 10 persone fisiche). I soggetti ammissibili, nello specifico, possono essere:

– cittadini, italiani o stranieri, residenti sul territorio nazionale;
startup innovative regolarmente iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese;
spin-off universitari;
– scuole, università, istituti universitari ed enti pubblici di ricerca.

Per partecipare alla sfida è necessario caricare il proprio progetto sulla piattaforma Talent Italy dal 03/03/2014 al 03/04/2014. Ciascuna proposta dovrà contenere i tre documenti previsti dall’art. 8 dell’Avviso (disponibile qui): a) form amministrativo; b) proposta; c) documentazione di supporto. Oltre alla documentazione elencata, i proponenti potranno caricare un video di presentazione del progetto della durata massima di 10 minuti in lingua inglese.

La Sfida sulla Open Education si articola in due fasi:

– La FASE 1 si sostanzia nella raccolta delle proposte e nella valutazione di queste ultime da parte della giuria sulla base dei seguenti criteri: potenziale risolutivo, solidità, fruibilità, novita e originalità, competenza. Al termine delle valutazioni la giuria sceglierà i progetti ammessi alla fase successiva.

– La FASE 2 avrà una durata di 6 mesi, e si concluderà con un evento finale di premiazione dei vincitori. Le modalità e le date specifiche relativamente alla fase 2 saranno rese note al termine della prima fase attraverso il portale dedicato a Talent Italy. I criteri di valutazione per la seconda fase saranno: risoluzione del problema, solidità, specificità, impatto.

I vincitori avranno a disposizione premi in denaro per un totale di 160.000 euro, ripartiti nel modo seguente: al primo classificato, un premio da 100.000 euro; al secondo, terzo e quarto classificato un premio da 20.000 euro ciascuno.

Per informazioni, è possibile scrivere all’indirizzo e-mail talentitaly@miur.it

Napoli, 20/02/2014

Un’opportunità per progetti innovativi nel settore Vending dal contest “Intel Intelligent Vending Competition”

Intel Intelligent Vending Competition è un contest organizzato da Intel Corporation collegato all’evento internazionale Venditalia 2014, la fiera internazionale dedicata agli attori del settore Vending (vendita attraverso distributori automatici) che si terrà a Milano dal 7 al 10 maggio 2014.

Il Contest è dedicato a talenti creativi che abbiano un progetto innovativo nel settore Vending. In particolare, la Giuria si baserà sui seguenti criteri di valutazione:

1. Eccellenza nella vending user experience, inclusa l’interfaccia della macchina (grafica, touch screen, integrazione con i social media, ecc.);
2. Integrazione tra le funzioni del vending system management con la piattaforma (connettività, product e price management, ecc.);
3. Business Model innovativi nel settore Vending (programmi fedeltà, sconti, voucher/coupons, etc.);
4. Integrazione di metodi di pagamento/transazione innovativi alle piattaforme vending (sistemi di pagamento mobile-based, vouchering, ecc.).

La partecipazione a Intel Intelligent Vending Competition è aperta a talenti internazionali che abbiano compiuto il 18° anno di età, le candidature dovranno pervenire entro il 1° marzo 2014 attraverso il modulo on-line disponibile al seguente link: https://www.inteleventzone.co.uk/iva-2014/

Entro il 14 marzo 2014 la giuria selezionerà il miglior progetto: il team proponente potrà partecipare in maniera gratuita all’evento Venditalia 2014, con la possibilità di presentare il proprio progetto attraverso lo stand Intel all’interno della manifestazione. Si tratta di un’occasione di grande visibilità, infatti la scorsa edizione di Venditalia ha registrato circa 20.000 visitatori da oltre 90 paesi in tutto il mondo.

Napoli, 20/02/2014

Continuous Customer Discovery, MVP e complessità: i consigli alle startup dal blog di Steve Blank

L’ultimo post del blog di Steve Blank è dedicato al tema della Continuous Customer Discovery: il contatto continuo con i clienti è fondamentale per una startup, e consente al team di diventare più “smart” anche dei potenziali investitori.

Per spiegare l’importanza della Continuous Customer Discovery Blank si serve dell’esempio di Ashwin, un suo ex-studente, che qualche tempo fa cercava di mettere a segno un seed round piuttosto ingente per finanziare il suo progetto di startup, Ceres Imaging. Il progetto prevedeva la costruzione di droni (Unmanned Aerial Vehicles) dotati di una speciale fotocamera (Hyper-spectral Camera), da far volare sui campi coltivati per raccogliere immagini delle coltivazioni. Partendo dalle immagini catturate dai droni, e grazie a dei particolari algoritmi sviluppati ad hoc, Ashwin e il suo team avrebbero potuto raccogliere dati e informazioni utili sulle piante: gli agricoltori avrebbero potuto sapere in tempi rapidi se le piante erano in buono stato di salute, se c’erano insetti, se c’era abbastanza fertilizzante e se avevano bisogno d’acqua.

Quando Ashwin cercava finanziamenti seed per costruire i droni, Blank gli aveva fatto notare che il loro minimum viable product in realtà non erano i droni, bensì i dati fruibili per gli agricoltori. Il suggerimento di Blank era quindi quello di convalidare il minimum viable product in un modo più semplice ed economico, affittando un elicottero o un aereo per sorvolare i campi. Una volta in possesso delle immagini, Ashwin e il suo team avrebbero potuto estrarre manualmente i dati e vedere se i contadini erano disposti a pagare per ottenerli. In questo modo, i capitali che Ashwin aveva bisogno di reperire attraverso un seed round sarebbero stati molto meno ingenti, e anche i tempi per effettuare il test erano drasticamente ridotti.

Qualche tempo dopo, Blank ha incontrato nuovamente Ashwin per scoprire a che punto era il progetto e quale fosse attualmente il minimum viable product: con grande sorpresa di Blank, la situazione era totalmente cambiata.

I founders di Ceres Imaging, parlando con i potenziali clienti (gli agricoltori) della loro idea dei droni, avevano scoperto che esistono i cosiddetti “Crop Dusters“: si tratta di veicoli aerei utilizzati in agricoltura per spruzzare pesticidi sulle coltivazioni. Negli USA sono circa 1.400 le aziende agricole che utilizzano i Crop Dusters, con circa 2.800 aerei in 44 stati.

Parlando con i potenziali clienti, Ashwin e gli altri founders di Ceres Imaging avevano ottenuto un’informazione preziosa: non era affatto necessario costruire dei droni per convalidare il minimum viable product, bastava semplicemente montare le Hyper-spectral Camera su questi veicoli già in possesso dei coltivatori. Quello che sembrava essere un grosso sforzo in termini di tempo, risorse e capitali si era immediatamente trasformato in un piccolo costo variabile e, allo stesso tempo, ben 1.400 aziende erano diventati potenziali clienti di Ceres Imaging.

Il minimum viable product era diventato un sistema di imaging montato sui Crop Dusters, per ottenere dati e informazioni utili ai coltivatori. La value proposition di Ceres Imaging non era l’aereo, nè tantomeno la macchina fotografica, bensì gli algoritmi specializzati nel monitoraggio dei livelli di acqua e fertilizzanti: un’idea brillante per una startup.

L’esperienza di Ashwin e del team di Ceres Imaging dimostra ancora una volta quanto sia importante “uscire dall’edificio” e andare a parlare con i potenziali clienti: secondo Blank, la continuous customer discovery deve entrare a far parte del DNA dell’azienda.

Inoltre, Blank sottolinea l’importanza per una startup di scegliere bene il minimum viable product: il giusto MVP consente infatti alla startup di eliminare le complessità dal business model e facilitare la fase di test.
La scelta deve essere effettuata focalizzandosi su ciò che fornisce valore immediato agli earlyvangelists, i primi potenziali partner e clienti della startup.

Ultimo consiglio di Blank: le complessità e il valore aggiunto vanno presi in considerazione soltanto in seguito, quando il minimum viable product è convalidato.

Per leggere il post originale dal blog di Steve Blank: http://steveblank.com/2014/02/19/how-to-be-smarter-than-your-investors-continuous-customer-discovery/

Napoli, 20/02/2014

Consigli per startup: le sfide da affrontare quando si lancia sul mercato un prodotto innovativo

Scott Finfer è dal 2011 CEO della startup Emerge Clinical Solutions, ed è un esperto imprenditore ed investitore, che ha lavorato con questa startup riuscendo a trasformarla da un’azienda innovativa alle prime armi a leader consolidato nel settore medico e sanitario. Di recente ha firmato un articolo per Entrepreuner sulle sfide più difficili per una startup che, con un prodotto/servizio innovativo, crea un mercato del tutto nuovo.

Mentre un’azienda che offre un prodotto/servizio già esistente sul mercato deve fare i conti con i competitors per guadagnare quote di mercato, un’idea innovativa si trova ad affrontare spesso problemi molto più grandi: bisogna far comprendere il proprio prodotto ai potenziali clienti, far nascere in questi ultimi la consapevolezza di averne bisogno e convincerli ad assumersi il rischio di acquistarlo. Tutto ciò, riuscendo a mantenere l’azienda a galla da un punto di vista finanziario.

Finfer parte proprio dalla sua esperienza presso la startup Emerge Clinical Solutions, che commercializza un software nel settore medico (il cosiddetto EMR): si trattava di un prodotto totalmente nuovo, che aveva necessità di un forte sostegno finanziario e di una buona attività di marketing. Vediamo quali sono le sfide che una startup con un prodotto innovativo, che ha creato un nuovo mercato, ha dovuto affrontare.

1. Sopravvivere al passaggio da “unproven” a “proven”.

Durante le prime fasi di sviluppo, gli investitori originari di Emerge avevano finito i capitali a propria disposizione e si sono rivolti ad investitori esterni. Ma con un’idea “unproven”, non ancora testata, non è facile convincere degli investitori a rischiare i propri capitali per finanziare il progetto: è stato quindi fondamentale prestare la massima attenzione alla gestione finanziaria nelle fasi iniziali, cercando allo stesso tempo di guardare al futuro e di stringere relazioni efficaci con partner strategici.

2. Come si fa a vendere un prodotto che ancora non esiste, e del quale non si sa quali potrebbero essere le caratteristiche e i problemi?

Come accennato, Emerge commercializza cartelle cliniche elettroniche (EMR), ma durante le prime fasi di vita della startup solo il 25% dei medici utilizzavano questa tecnologia: una situazione difficile, che Finfer paragona a quello che poteva essere vendere la tecnologia e-mail prima che esistesse internet. Il mercato era molto limitato, ma Emerge aveva una vision ben precisa, e presto i medici hanno iniziato a comprendere l’utilità e l’efficienza della tecnologia EMR. Il prodotto di Emerge consentiva di migliorare qualcosa che i medici stavano già utilizzando, e questo ha aiutato la diffusione del prodotto.

3. Come si fa a dimostrare che un prodotto è valido, quando non c’è nulla con cui paragonarlo?

Proprio come nel caso di Emerge, è difficile ottenere dei confronti e dei dati specifici riguardanti l’impatto positivo di un prodotto quando non c’è nulla di simile cui paragonarlo: senza statistiche precedenti, è difficile dimostrare che le performance del nostro prodotto sono migliori. Una possibile soluzione è quella di costruire una statistica di dati con i primi clienti, che possono condividere i risultati, i benefici ed i pareri con gli altri potenziali clienti interessati al prodotto. I primi clienti diventano// dei “tester” che partecipano al work in progress della startup e suggeriscono modifiche e miglioramenti.

4. Individuare un valore di mercato equo è essenziale.

Un’altra questione che si pone quando una startup lancia un prodotto innovativo è capire come decidere quanto vale tale prodotto. Se il prodotto è troppo costoso, infatti, diventa molto difficile venderlo e, viceversa, se il prezzo fissato è troppo basso, si corre il rischio di svalutarlo agli occhi dei potenziali clienti. Anche in questo caso, diventa fondamentale trovare dei clienti che facciano da “tester”, che siano disponibili a rischiare acquistando un prodotto che si affaccia per la prima volta sul mercato: anche questa può essere una sfida davvero impegnativa per una startup.

5. Il vostro successo è la nascita di un concorrente prima che il vostro business abbia iniziato a scalare.

Quando la startup ha superato le prime quattro sfide, solitamente si ritrova a dover affrontare un ulteriore problema: nascono i primi concorrenti, che cercano di copiare il prodotto. Ecco che un prodotto di nicchia, improvvisamente, si avvia a diventare mainstream. Spesso saranno proprio le grandi aziende a cercare di capire cosa rende così speciale il vostro prodotto, a provare a duplicarlo e scalarlo più velocemente di voi. Un’azienda pionieristica, secondo Finfer, può sopravvivere a quest’ultima sfida soltanto se riesce a mantenere stretta la propria posizione e la propria nicchia di mercato, lottando per la crescita del proprio business.

Il post originale di Scott Finfer è disponibile a questo link: http://www.entrepreneur.com/article/231570

Napoli, 19/02/2014

Eventi per imprese e startup a Napoli: il 1° marzo il dibattito “Imprese innovative: per sviluppo e occupazione”

“Imprese innovative: per sviluppo e occupazione” è il titolo dell’evento che si terrà sabato 1° marzo dalle ore 10:00 alle ore 12:30 presso Eccellenze Campane (Via Brin 69, Napoli).
Si tratta di un confronto/dibattito organizzato da Eccellenze Campane e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II (nello specifico, a cura del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale) cui prenderanno parte rappresentanti del mondo accademico, imprenditoriale e delle Istituzioni.

Anche il CSI – Centro Incubatore Napoli Est sarà presente all’evento con un intervento di Giampiero Bruno (Soges S.p.a. – A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est): tra gli altri interventi in programma, ricordiamo quello di Giuseppe Bruno (Presidente del Corso di Studi Ingegneria Gestionale – Università Federico II), Pasquale Buonocore (Direttore di Eccellenze Campane), Mario Raffa (Direttore della Collana di Ingegneria Economico Gestionale ESI) e
Pietro Russo (Presidente dell’Ascom – Confcommercio Provincia di Napoli).

Durante l’evento “Imprese innovative: per sviluppo e occupazione” verrà inoltre presentato il volume di Bruno Iaccarino intitolato “Le categorie del sapere per la realizzazione di un Business Plan”, dedicato all’imprenditorialità innovativa e a temi utili per imprenditori e startuppers.

Qui, la locandina dell’evento.

Per maggiori informazioni: http://www.marioraffa.eu/

Napoli, /02/2014

Nuovi finanziamenti per startup e PMI: lo Sportello dell’Innovazione della Regione Campania mette 75 milioni di euro a disposizione per progetti di innovazione e ricerca

La Regione Campania, con Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014, ha stanziato la cifra complessiva di 75 milioni di euro per il finanziamento dell’intervento Sportello per l’Innovazione: si tratta di un avviso pubblico, ripartito su quattro linee di intervento, finalizzato al sostegno finanziario di progetti di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico per la crescita dello sviluppo competitivo delle nuove imprese e degli organismi di ricerca sul territorio regionale.

L’intervento Sportello per l’Innovazione è concepito come strumento di realizzazione delle linee di intervento previste dal Piano di azione per la Ricerca e Sviluppo, l’Innovazione e l’ICT della Regione Campania (previsto con Delibera della Giunta Regionale n. 180 del 29/04/2011), e in particolare risponde a tre delle linee di intervento previste dal Piano:

Linea 2.1: Sviluppo di reti di eccellenza tra sistema pubblico della ricerca e della formazione e sistema industriale;

Linea 3.2: Incentivare lo sviluppo delle filiere tecnologiche;

Linea 3.4: Favorire la creazione di nuove imprese, con particolare riguardo ai giovani.

Allo scopo di mettere in pratica tali linee di intervento, la Regione Campania prevede quattro tipologie di azioni da avviare attraverso lo Sportello per l’Innovazione:

Azione 1: Potenziamento delle reti dedicate al trasferimento negli ambiti non tecnologici.

Tale azione si pone l’obiettivo di sostenere i processi di integrazione locali tra sistema della ricerca e sistema produttivo. Lo scopo è quello di avviare progetti “culture based” caratterizzati da innovatività e trasferibilità, oltre che si favorire la nascita di un network di eccellenza produttiva in ambiti culturali specifici grazie all’impiego di tecnologie chiave abilitanti.

La realizzazione dell’Azione 1 è resa possibile dalla linea di intervento Progetti Cultural and Creative Lab.

Azione 2: Creatività ed imprenditorialità.

Finalizzata alla promozione e al sostegno della nascita di nuove imprese innovative ad alto contenuto di conoscenza sul territorio campano, la linea di azione 2 è espressamente dedicata a startup che riescano a valorizzare economicamente i risultati della ricerca e a sviluppare prodotti e servizi basati sulle nuove tecnologie.

La modalità realizzativa prevista dallo Sportello per l’Innovazione è chiamata Campania Start-up.

Azione 3: Innovazione per le imprese ad alto potenziale.

Si propone di sostenere gli investimenti in PMI campane caratterizzate da alto potenziale in termini di innovazione, per ottenere una produzione di beni e servizi qualitativamente eccellenti grazie a processi di specializzazione produttiva che si caratterizzano per l’utilizzo di nuove conoscenze e processi di ingegnerizzazione per l’ottenimento di nuovi prodotti/servizi.

Azione 4: Progetti di innovazione derivata dalle PMI innovative.

Destinata a PMI innovative già operative sul territorio regionale, si focalizza sul sostegno di processi di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione che siano strategici per lo sviluppo del sistema regionale di innovazione e per la competitività delle imprese campane anche a livello internazionale.

Le azioni 3 e 4 saranno realizzate attraverso la linea di intervento definita dal Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014 come Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale.

Le risorse finanziarie destinate allo Sportello per l’Innovazione sono così ripartite:

1) 15 milioni di euro per i Progetti Cultural and Creative Lab;
2) 10 milioni di euro per i Progetti Campania Start-up;
3) 50 milioni di euro per i Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale, di cui 10 milioni per l’Azione 2 e 40 milioni per l’Azione 4.

Vediamo nel dettaglio ciascuna delle linee di intervento previste dall’Avviso pubblico della Regione Campania:

Progetti Cultural and Creative Lab

I finanziamenti saranno concessi a progetti innovativi cultural/cultural based nei seguenti ambiti di intervento: industrie culturali, artistiche e di intrattenimento; industria dei media; industrie creative.

Possono presentare domanda i partenariati (costituiti o costituendi) tra almeno una PMI e almeno un Organismo di ricerca, nelle seguenti forme: associazione temporanea di scopo, consorzio, società consortile o rete di impresa.

Le agevolazioni saranno concesse a progetti con un costo complessivo compreso tra 350.000 e 1.500.000 euro, deve proporre attività di R&S non ancora effettuate né in corso di svolgimento, e la partecipazione complessiva degli Organi di Ricerca al costo complessivo del progetto deve essere pari ad una percentuale compresa tra il 10 e il 40%.

I costi ammissibili devono riguardare spese sostenute per attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, e in particolare sono ammesse: spese per il personale, spese per strumenti e attrezzature, spese per consulenze tecniche e di servizi equivalenti, spese generali e altri costi (purché strettamente connessi alle attività di R&S).

I contributi saranno concessi sotto forma di aiuto a fondo perduto per una percentuale nominale delle spese ammissibili complessive: l’intensità dell’aiuto massima concedibile è pari all’80% (per i dettagli, consultare l’art. 9 del Decreto).

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 3 maggio 2014.

Progetti Campania Start-up

Gli aiuti sono diretti a startup e nuove imprese nelle seguenti fasi di sviluppo: definizione dell’idea imprenditoriale o fase di concezione dell’impresa, avvio dell’impresa, sviluppo delle attività gestionali (produzione, organizzazione e marketing per nuovi prodotti/servizi).

Le PMI che possono presentare domanda di agevolazione dovranno essere costituite da non più di sei mesi alla data di pubblicazione dell’Avviso, essere costituita in forma societaria, avere sede legale e operativa in Campania ed avere una compagine sociale composta in maggioranza da persone altamente qualificate. Le agevolazioni sono aperte anche a persone fisiche che intendano costituire una nuova impresa (in tal caso, la società dovrà essere costituita entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni richieste).

Anche per i Progetti Campania Start-up, il costo complessivo del progetto dovrà essere ricompreso tra 350.000 e 1.500.000 euro. I progetti dovranno essere finalizzati alla realizzazione di un percorso di innovazione e sviluppo del business. Per ciascuna delle tre fasi finanziabili sono previste delle percentuali specifiche a seconda delle tipologie di spesa, specificate dall’articolo 13 del Decreto.

Le tipologie di costi ammissibili riguardano: spese di consulenze straordinarie, spese sostenute per l’acquisto di Studi di fattibilità tecnica preliminari alle attività di R&S, spese sostenute per la realizzazione delle attività di R&S, spese connesse ai diritti di proprietà industriale relativamente ai risultati delle attività di R&S; spese sostenute per la realizzazione delle attività di innovazione e di trasferimento tecnologico; spese sostenute per la realizzazione degli investimenti produttivi innovativi.

L’intensità del contributo concedibile può raggiungere una percentuale massima pari all’80% dei costi di progetto, a seconda della tipologia di attività: i dettagli sono previsti dall’art. 15 del Decreto.

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 19 maggio 2014.

Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale

Sono ammesse alla partecipazione all’Avviso Pubblico i partenariati (costituiti o costituendi) tra almeno una PMI e almeno un Organismo di ricerca, nelle seguenti forme: associazione temporanea di scopo, consorzio, società consortile o rete di impresa. I soggetti richiedenti dovranno avere una qualificata esperienza in attività di R&S che siano coerenti con gli obiettivi del Progetto presentato (i requisiti comprovanti tale qualificata esperienza sono elencati all’art. 18 comma 2 del Decreto).

I Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese ad alto potenziale dovranno avere un costo complessivo compreso tra 500.000 e 1.200.000 euro, con una durata prevista non superiore a 12 mesi dalla data di presentazione del progetto.

Inoltre, i Progetti presentati per l’Azione 4 dovranno soddisfare due ulteriori requisiti: prevedere attività di R&S per un valore non inferiore all’80% del valore complessivo del progetto e costi di attività di sviluppo sperimentale per almeno il 70% del totale dei costi previsti per attività di R&S.

La partecipazione degli Organismi di Ricerca ai progetti presentati dovrà essere ricompresa tra il 10 e il 40% del totale dei costi previsti (in origine il limite massimo previsto era del 30%, rettificato con Decreto Dirigenziale n. 4 del 11/02/2014).

Riguardo ai costi ammissibili, rientrano tra questi: le spese sostenute per la realizzazione delle attività di R&S, le spese connesse ai diritti di proprietà industriale relativamente ai risultati delle attività di R&S; le spese sostenute per la realizzazione delle attività di innovazione e di trasferimento tecnologico; i costi per personale altamente qualificato.

L’intensità degli aiuti concedibili, anche in questo caso, può raggiungere una percentuale massima del 70%: per i dettagli in merito, consultare l’art. 21 del Decreto.

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 3 maggio 2014.

Per tutte le linee di intervento previste dall’Avviso Pubblico per lo Sportello dell’Innovazione, la procedura di istruttoria e valutazione delle domande sarà effettuata a sportello, in base alla data di presentazione delle domande. Lo stesso soggetto non può presentare più domande di agevolazione nell’ambito dello stesso intervento.

Si rimanda alla lettura integrale del Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014 per tutte le informazioni.

Napoli, 18/02/2014

“Customize your world – Digital Fabrication: scenari di ricerca e innovazione” – Open Workshop il 24 e 25 febbraio a Napoli

Lunedì 24 e martedì 25 febbraio l’Aula SL1.1 in Via Forno Vecchio 36 (Napoli) ospita l’Open Workshop  “Customize your world – Digital Fabrication: scenari di ricerca e innovazione”:si tratta di un’iniziativa ad opera del DiArc (Dipartimento di Architettura della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II), in collaborazione con Urban/Eco (Centro Interdipartimentale di Ricerca delle Facoltà di Architettura, Economia, Chimica e Lettere e Filosofia della Federico II), Mediterranean FabLab e MedaArch (Mediterranean Academy of Architecture) nata allo scopo di diffondere la cultura maker e la conoscenza della stampa 3D, dei FabLab e delle potenzialità della Digital Fabrication nell’ambito del mondo accademico e, in particolare, di come le nuove tecnologie digitali possono incidere sulla progettazione.

Anche il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est condivide le finalità del Workshop, e partecipa con un intervento di Gianluca Dettori previsto nel pomeriggio di lunedì 24 (a partire dalle ore 15:00) dedicato al tema del Venture Capital per startup nell’ambito maker.
Tra gli altri momenti da segnalare in questa interessante informativa, l’ampio spazio riservato alla presentazione dei progetti degli studenti presentati alla Maker Faire Rome 2013, oltre alle installazioni e le dimostrazioni pratiche a cura del Mediterranean FabLab previsti per la giornata di martedì 25.

La locandina del Workshop è disponibile al seguente link: http://www.diarc.unina.it/downloads/news/altri_eventi/Workshop%20CUSTOMIZE%20YOUR%20WORLD.pdf

La diffusione della cultura maker, dei FabLab e della tecnologia di stampa 3D sta causando negli ultimi mesi una vera e propria rivoluzione economica e digitale: si aprono così nuovi scenari, anche in termini occupazionali, particolarmente interessanti soprattutto per ambiti come l’architettura e il design.

Ma la stampa 3D ha anche altri importanti risvolti per il rilancio economico: basta pensare al rilancio che l’adozione delle nuove tecnologie di Digital Fabrication può offrire alle imprese manifatturiere italiane, che rappresentano una grossa fetta della produzione nazionale.
Anche i FabLab hanno un ruolo fondamentale in questo scenario: rappresentano infatti un luogo dove le startup possono servirsi di tecnologie, attrezzature e servizi per una prototipazione open facilitando e rendendo meno costosa la fase di test del MVP.

Sono molti gli esempi della diffusione della cultura maker che sta caratterizzando il nostro Paese in questi anni: dalla creazione di nuovi, numerosi FabLab sul territorio nazionale, alla recente nascita della Fondazione Make in Italy Cdb onlus, passando per il grande successo dell’edizione 2013 della Maker Faire (tenutasi a Roma lo scorso ottobre).

In particolare, la Maker Faire Rome, forte del successo dell’edizione dello scorso anno (oltre 35.000 visitatori, 250 espositori e 3.000 invenzioni) ha già provveduto ad arricchire il programma per l’edizione 2014: l’appuntamento di quest’anno durerà un’intera settimana (dal 28 settembre al 5 ottobre 2014) e si propone il traguardo di diventare il maggior appuntamento mondiale della terza rivoluzione industriale, con workshop, mostre collaterali, hackathon e una speciale area per bambini dedicata alla Digital Educational.

Per restare aggiornati sulla programmazione della Maker Faire Rome 2014: http://www.makerfairerome.eu/news/torna-maker-faire-romedal-28-settembre-al-5-ottobre-2014/

Napoli, 17/02/2014