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Il test di prodotto: come ottenere i feedback più utili per una startup fin dalla fase di prototipazione?

Trovare la strada migliore per raggiungere il successo con la propria startup non è sicuramente prevedibile, ma ci sono alcune attività che i founder dovrebbero mettere in pratica per contribuire ad aumentare le possibilità di crescita della propria azienda, anziché quelle di incorrere in un fallimento. Tra queste, una delle principali attività utili alle startup è quella dei test di prodotto.

Recentemente su Entrepreneur è stato pubblicato un contributo di JD Albert (Director of Engineering presso Bresslergroup, società di Philadelphia specializzata in innovazione e accelerazione di imprese) dedicata proprio al tema dei test di prodotto, e a quanto una buona strategia informale basata sul testing possa essere utile per risparmiare tempo e denaro rispetto a ricerche che possono costare anche decine di migliaia di dollari.

Una ricerca informale basata sul testing può infatti essere effettuata prima di una ricerca formale, in quanto risulta essere meno impegnativa e più snella. Albert offre quindi alcuni consigli e spunti interessanti per le startup alle prese con i test di prodotto:

1. Il prototipo deve essere pronto prima possibile.

Aspettare fino ad avere un prototipo di prodotto perfetto da testare è un errore piuttosto comune per le startup, dettato probabilmente dal timore di essere giudicati: in realtà, bisogna fare un vero e proprio “scatto” mentale e capire che testare un prototipo prima possibile consente di risparmiarsi parecchie critiche in seguito, quando tra l’altro sarà molto più costoso apportare delle modifiche.

La cosa migliore da fare è mettere il prototipo tra le mani delle persone, osservare le reazioni ed imparare dai feedback dei clienti, che spesso possono fornire informazioni inaspettate e a maggior ragione utili.

2. Iniziare con un network di contatti già esistenti.

I primi tester per il prodotto di una startup vanno reclutati tra le persone più vicine e facilmente raggiungibili: amici, parenti, contatti on-line. In quest’ottica, i social media rappresentano una grande opportunità per entrare in contatto e ottenere la collaborazione di un gruppo di potenziali clienti fin dalla fase early stage (ad esempio, i social media consentono piuttosto facilmente di effettuare un primo test su un campione di 100 persone).

Anche le piattaforme on-line come Kickstarter e Indiegogo possono rappresentare uno strumento utilissimo per testare un prototipo di prodotto e trovare supporto per il proprio progetto.
Queste piattaforme mettono la startup in comunicazione con un vasto pubblico di early adopter che non vedono l’ora di poter dare il proprio feedback.
L’autore cita a tale proposito il libro di Hardi Maybaum “The Art of Product Design: Changing How Things Get Made”, secondo cui l’idea di open engineering è la strada migliore per abbattere le barriere ed entrare in contatto con la community on-line, avvicinandosi alle conoscenze e agli strumenti più utili per accelerare il processo di product design.

3. Utilizza la critica costruttiva come nutrimento per il processo di sviluppo.

Le iniziali reazioni negativa dei consumatori aiutano molto a plasmare il prodotto. Per ottenere le critiche più preziose per una startup, occorre predisporre la fase di test in modo tale che le persone abbiano la possibilità di scegliere tra differenti opzioni (stili, colori, caratteristiche…).
Inoltre, i founder dovrebbero mantenere un atteggiamento aperto nei confronti dei feedback, per riuscire ad ottenere il meglio dalla fase di testing. Assumere una mentalità chiusa in questa fase trasforma il test di prodotto in una totale perdita di tempo.

Bisogna sempre tenere ben presente il principio di base: qualsiasi modifica e aggiustamento scoperta in fase di test consente di correre ai ripari in fretta e a costi contenuti. Effettuare le modifiche e gli aggiustamenti su un prodotto finale già lanciato sul mercato comporta invece dei costi elevati.

4. Destinare un budget specifico al test di prodotto.

Anche se testare un prototipo in maniera informale è sicuramente meno costoso di una ricerca di mercato formale, bisogna comunque considerare che si tratta di un’attività che comporta dei costi. Il consiglio dell’autore è quello di non sottovalutare mai i costi della fase di testing: si tratta di costi di gestione a livello logistico, costi di raccolta dati, costi per lavorare con i clienti.
Si tratta di attività costose in termini di tempo e di denaro, e di attività piuttosto difficili da non prendere mai sottogamba: per questo è opportuno che la startup metta a disposizione un budget adeguato.

5. Prepararsi in tempo utile.

Se gli utenti di riferimento sono parte di una nicchia di mercato molto specifica, è buona regola iniziare a stabilire i collegamenti con i tester prima possibile. Costruire un network utile richiede infatti parecchio tempo, soprattutto per un prodotto innovativo in cui la rete va costruita da zero.
Inoltre, è consigliabile approcciarsi i propri tester in maniera metodica, non affidandosi alla casualità: questo significa porre a tutti le stesse domande, in modo da avere dei dati e dei risultati davvero utili da analizzare.

In conclusione, Albert ricorda ai propri lettori il principio di base secondo il quale non sarà mai facile modificare un prodotto che è già sul mercato. La fase di test non solo aiuta ad evitare piccoli e grandi intoppi, ma approfondisce la connessione tra una potenziale grande idea e i futuri clienti che un giorno investiranno in essa.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/235201

Napoli, 10/07/2014

Il 14/07 a Tip & Tricks for startupper, i 5 vincitori dell’iniziativa “Trasformare un’idea in un’impresa”: conosciamoli meglio

Lunedì 14 luglio 2014 il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est riapre le porte a nuove idee, talenti e startupper con l’evento gratuito Tip & Tricks for startupper: tra i presenti durante il pomeriggio ci saranno i 5 migliori team dell’iniziativa “Trasformare un’idea in un’impresa”, tenutasi lo scorso 27 giugno presso la sede dell’Unione Industriale di Napoli a cura di Gestione dello Sviluppo Imprenditoriale – Corso di Studi Ingegneria Gestionale (Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II di Napoli).

I cinque team di “Trasformare un’idea in un’impresa” avranno l’occasione di presentare il proprio pitch ai presenti, ricevendo feedback e consigli da Gianluca Dettori , dai team delle due passate edizioni dell’iniziativa per startup del Comune di Napoli “VulcanicaMente: dal talento all’impresa” e da altri aspiranti startupper e talenti creativi.

In attesa di incontrare i membri dei team che hanno presentato i migliori business plan all’evento del 27 giugno, conosciamo meglio i loro progetti:

1) MEMENTO

Il team primo classificato è composto da Raffaele Russo, Sabrina Russo e Davide Vastola: il loro progetto punta a produrre e commercializzare un dispositivo che sia in grado di aiutare le persone con deficit di memoria (anche patologici) a ricordare i propri oggetti personali. Si tratta di un pannello elettronico che riconosce il passaggio (o il mancato passaggio) di determinati oggetti in un’area delimitata localizzata nei pressi della porta di casa.

2) NAPOLI AUGMENTED

Il progetto che si è classificato al secondo posto è presentato da Margherita Cioffi, Paola Russo, Laura Malegieri, Emilyalexandra Orefice, Luisa Migliore. Si tratta di Napoli Augmented, un’applicazione turistica che si basa sulla tecnologia dei Google Glass. Grazie agli occhiali e al QR Code applicato ai monumenti, il software sarà in grado di offrire al turista circa 8 ore di contenuti multimediali che si integrano al contesto: lo scopo è quello di fornire ai turisti un supporto aggiuntivo per visitare la città di Napoli in maniera autonoma, per effettuare dei veri e propri viaggi virtuali nel passato, per indviduare aspetti tipici dell’enogastronomia partenopea.

3) ID TICKET

Il team di ID TICKET si è invece classificato al terzo posto: costituito da Raffaele Boccia, Flavio Cerciello, Giovanni Cioffi e Walter Golluscio, ha presentato un progetto che si candida a rispondere a uno dei principali problemi del trasporto pubblico urbano. Si tratta infatti di un dispositivo a radiofrequenza composto di un tag RFID da collocare sui biglietti e da lettori da installare alle porte dei bus, per identificare i passeggeri che viaggiano senza regolare titolo di viaggio.

4) INTELLENCE

Al quarto posto, una startup del settore manifatturiero: si tratta di Intellence, che si propone di costruire una caffettiera innovativa che, grazie ad un’innovazione di tipo meccanico, fornirà un sapore molto intenso al caffè.
Il team di Intellence, composto da Roberto Pianelli, Raffaele Falco, Pasquale Lettieri e Daniele Sinagra, ha infatti pensato ad un meccanismo che, attraverso una molla, consente il sollevamento della parte inferiore della caffettiera mantenendo la pressione costante e aumentando l’intensità dell’aroma del caffè.

5) VITRUM

Anche il team di Vitrum (costituito da Vincenzo Amendola, Luigi Dario Izzo, Pasquale Cucinella, Luigi Falco, Dario Borrelli) ha presentato un progetto innovativo nel settore manifatturiero. L’idea è quella di un sistema di raccolta di bottiglie di vetro vuote attraverso un box dotato di un’interfaccia elettronica. Una volta depositati i vuoti, il sistema eroga un bonus spendibile presso l’attività commerciale o l’ente pubblico che ha installato il sistema di raccolta.

Napoli, 09/07/2014

Eventi per startup e innovatori: sabato 8 marzo #SOCIALFUND. Una panoramica sui temi del crowdfunding e fundraising

Sistema Cilento S.C.p.A. organizza, in collaborazione con R&R Consulting e DeRev, un evento dedicato al tema “#SOCIALFUND – Crowdfunding & Fundraising – Strumenti e strategie di raccolta fondi per progetti, buone cause e opere pubbliche”.

Si tratta di una giornata a scopo formativo e divulgativo, suddivisa in due sessioni, costituite ciascuna da due workshop: l’appuntamento è per sabato 8 marzo 2014 presso l’Aula Consiliare di Vallo della Lucania (SA).
La partecipazione è gratuita, previa registrazione obbligatoria al seguente link: http://www.eventbrite.it/e/biglietti-socialfund-strumenti-e-strategie-di-raccolta-fondi-10620982645

Come accennato, il programma di #SOCIALFUND prevede due sessioni:

I SESSIONE (ore 10/12)

Il primo workshop è incentrato sul tema “Fundraising/Crowdfunding per le scuole e progetti innovativi”. I relatori (Massimo Coen Cagli, Direttore della Scuola fundraising di Roma e Roberto Esposito, founder e CEO di DeRev) offriranno ai presenti il proprio punto di vista su argomenti quali i programmi di educazione al dono, il ruolo del volontariato no profit come primo passo per una carriera profit, le modalità di finanziamento dei programmi extrascolastici e le possibilità di finanziamento per il recupero delle strutture scolastiche.

Il secondo workshop della sessione mattutina è invece dedicato al tema “Fundraising e Crowdfunding per la Politica e le Pubbliche Amministrazioni: dalla campagna elettorale al finanziamento delle opere pubbliche e delle politiche di welfare”. Tra gli argomenti trattati durante il secondo workshop, la richiesta efficace del 5×1000 per sostenere progetti e le modalità di pianificazione di una campagna di crowdfunding da parte di un Comune.
I relatori del workshop saranno Valeria Romanelli (fundraiser R&R Consulting), Massimo Coen Cagli (Direttore della Scuola fundraising di Roma), Marco Musella (Direttore del DIpartimento di Scienze Politiche – Università Federico II di Napoli) e Roberto Esposito (founder e CEO di DeRev).

II SESSIONE (ore 15/17)

La sessione pomeridiana si apre con il terzo workshop previsto dal programma: il tema è quello del “Fundraising/Crowdfunding per associazioni culturali, cooperative ed enti no-profit”.
I relatori (Valeria Romanelli, fundraiser R&R Consulting; Maurizio Imparato, titolare Crowdfundingformazione.com e Michele Dell’Edera, giornalista esperto in comunicazione web) offriranno una panoramica sul ciclo di crowdfunding, le varie tipologie di fundraising adatte alle organizzazioni, l’attivazione di campagne di crowdfunding a sostegno di buone cause e la comunicazione efficace sui canali social dedicate alla raccolta fondi.

Ultimo workshop della giornata è quello incentrato sul tema “Progetti artistici, culturali e startup: come autofinanziare le buone idee”.
Tra gli argomenti previsti ricordiamo il crowdfunding per progetti indipendenti e startup, la possibilità di utilizzare un’impresa sportiva per il finanziamento di un’idea e un momento dedicato all’impresa e agli strumenti ed opportunità per la nascita e la crescita di nuovi progetti imprenditoriali.
I relatori del quarto ed ultimo workshop della giornata sono Nello Onorati (Presidente di Sistema Cilento), Chiara Spinelli (Ricercatrice al CNR di Pisa) e Maurizio Onorato (Titolare Crowdfundingformazione.com).

La locandina dell’evento è disponibile qui: programma-socialfund

Napoli, 05/03/2014