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Tag: agevolazioni

Finanziamenti per startup e imprese nel settore Videogames: dall’UE, contributi fino a 150.000€ con il Programma MEDIA

L’Unione Europea, nell’ambito del Programma Europa Creativa (sottoprogramma MEDIA) ha lanciato nei giorni scorsi il Bando EACEA 06/2015 Videogames, finalizzato al sostegno di progetti per lo sviluppo di videogiochi digitali indipendentemente dalla piattaforma o dal metodo di distribuzione previsto: è necessario che i videogiochi siano sviluppati da imprese di produzione (non da singoli professionisti) e che siano progetti sviluppati a fini commerciali, per il mercato europeo ed internazionale.

Le imprese possono presentare il proprio progetto entro il 26 marzo 2015, seguendo la procedura di application rintracciabile al seguente link: https://eacea.ec.europa.eu/PPMT/

Possono partecipare al Bando aziende aventi sede in:

Stati membri dell’Ue;
Paesi aderenti e Paesi candidati effettivi e potenziali che beneficiano di una strategia di preadesione;
Paesi EFTA membri del SEE;
la Confederazione svizzera, in forza di un accordo bilaterale da concludere con tale Paese;
Paesi dello spazio europeo di vicinato, in base agli accordi quadro che prevedono la loro partecipazione ai programmi dell’Unione europea.

I progetti selezionati avranno diritto ad un contributo finanziario concesso sotto forma di sovvenzione, per una cifra compresa tra 10.000 e 150.000€, finalizzata allo sviluppo del concept e del progetto: i contributi potranno coprire fino ad un massimo del 50% delle spese di progetto previste dal produttore.

I videogiochi dovranno avere un contenuto digital caratterizzato da elevata interattività abbinata ad una componente narrativa: la presenza di aspetti relativi allo storytelling è infatti ritenuta caratteristica fondamentale per accedere alla call for proposals.

I progetti saranno valutati secondo una serie di criteri, tra i quali ricordiamo la qualità dei contenuti, l’innovazione e la qualità della strategia di sviluppo in ottica internazionale.
Fondamentale, in ottica di valutazione dei progetti, anche le caratteristiche del team proponente.
Inoltre, sono previsti punteggi aggiuntivi in caso di videogiochi destinati ad un pubblico giovane (bambini dai 12 anni in su).

Per il testo integrale del Bando, il link di riferimento è: https://eacea.ec.europa.eu/sites/eacea-site/files/call_notice_dev-vg-2015.pdf

Altre informazioni utili sono disponibili ai seguenti link:

http://www.media-italia.eu/bandi/341/bando-eacea-06-2015-videogames.htm
http://www.media-italia.eu/news/582/pubblicazione-bando-per-il-sostegno-ai-viedeogames.htm
https://eacea.ec.europa.eu/creative-europe/funding/development-support-for-development-european-video-games-2015_en

Napoli, 02/02/2015

Opportunità di finanziamento per nuove imprese e startup: vocher fino a 15.000€ dalla Regione Toscana

La Regione Toscana ha pubblicato di recente il Bando “Start Up House – Azione 1.2 Voucher Imprese Giovanili”: si tratta di un provvedimento finalizzato al sostegno di imprese di nuova costituzione da parte di giovani under 40 che garantisce ai beneficiari la possibilità di usufruire di finanziamenti, spazi attrezzati e servizi di affiancamento e tutoraggio per le attività di impresa.

Il Bando prevede una dotazione finanziaria complessiva pari a 500.000€ ed è aperto a progetti legati alle tematiche di ICT e fotonica, fabbrica intelligente, chimica e nanotecnologia: si tratta delle priorità tecnologiche in tema di Ricerca e Innovazione stabiliti dalla strategia della Regione per la “Smart Specialisation in Toscana“.

La partecipazione è aperta a nuove imprese giovanili, definite secondo i requisiti indicati dall’art. 2 del Bando: si tratta quindi di micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata (reti di imprese, consorzi) costituite da rappresentanti legali e soci (in questo caso almeno il 50%) di età non superiore ai 40 anni al momento della costituzione della società.

Inoltre, la sede (o l’unità locale) destinataria dell’intervento deve essere situata in territorio regionale toscano: per le imprese che non abbiano sede in Toscana al momento della presentazione della domanda, il requisito deve sussistere al momento dell’eventuale erogazione del pagamento a titolo di saldo.

I progetti ammissibili al Bando prevedono un investimento minimo differente a seconda della dimensione dell’impresa:

– microimprese: 10.000€;
– piccole imprese: 12.500€;
– medie imprese, consorzi, reti di imprese: 20.000€

L’investimento massimo ammissibile, invece, non può superare in nessun caso il limite di 36.000€.

L’agevolazione prevista dal Bando consiste in aiuti per la realizzazione dei progetti di investimento nella forma di voucher, quale contributo in conto capitale di entità massima non superiore a 15.000€: il voucher potrà essere utilizzato come delega di pagamento entro 18 mesi dal momento dell’insediamento, ossia della pubblicazione del provvedimento di concessione dell’aiuto.

Tra le spese ammissibili (art. 3.4) ricordiamo i costi per servizi di consulenza e sostegno all’innovazione e i servizi di affiancamento e tutoraggio: per maggiori dettagli è utile consultare le “Linee Guida delle spese ammissibili e per la relativa rendicontazione” scaricabili, assieme al Bando e agli altri allegati, dal sito ufficiale della Regione Toscana.

Le domande per l’accesso alle agevolazioni devono essere inoltrate per via telematica attraverso il sistema informatico della Regione Toscana, disponibile al seguente link:
https://sviluppo.toscana.it/bandi/

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per le ore 17:00 del 16 febbraio 2015.

Per maggiori informazioni e dettagli si rimanda alla lettura del testo integrale del Bando.

Il Bando e gli allegati sono disponibili al seguente link: http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/DettaglioAttiD.xml?codprat=2014AD00000007445

Napoli, 29/01/2015

Il DL “Investment Compact” e le PMI innovative: nuove agevolazioni per l’innovazione d’impresa in Italia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 20 gennaio il Decreto Legge “Investment Compact”, che contiene alcune novità molto interessanti per il mondo dell’imprenditoria innovativa: il nuovo provvedimento prevede infatti l’istituzione delle PMI Innovative, che si vanno ad affiancare alle startup innovative (istituite nel 2012 con il Decreto Sviluppo Bis) e rientrano in buona parte nel regime di agevolazione previsto per queste ultime.

Possono avvalersi dello status di PMI innovativa e del relativo regime di agevolazioni le PMI non quotate, residenti in Italia o in uno degli Stati Membri UE (o aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché con una sede produttiva o filiale in territorio italiano) che abbianol’ultimo bilancio certificato. La PMI dovrà essere costituita da non oltre sette anni.
Inoltre, la PMI deve rispettare almeno due dei cosiddetti requisiti di capacità innovativa, e nello specifico:

– volume di spesa in ricerca e sviluppo in misura uguale o superiore al 3% del maggior valore fra costo e valore totale della produzione della PMI innovativa;
– impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, dipersonale “altamente qualificato”, ossia in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno 3 anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a un terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale;
– titolarità, anche quale depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale, relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato, purché tale privativa sia direttamente afferente all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.

Per accedere allo status di PMI innovativa, l’impresa dovrà iscriversi all’apposita Sezione Speciale del Registro delle Imprese che sarà istituita presso le Camere di Commercio: la domanda di iscrizione va effettuata esclusivamente per via telematica.
Le informazioni obbligatorie contenute nella domanda di iscrizione alla Sezione Speciale andranno poi aggiornate due volte all’anno (entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre), pena la cancellazione d’ufficio.

Le PMI innovative possono beneficiare del regime di agevolazioni previste per le startup innovative, ad eccezione degli aspetti riguardanti le disposizioni di diritto fallimentare e quelle di regolamentazione del mercato del lavoro. Le agevolazioni previste per le PMI innovative, quindi, sono le seguenti:

1) Esonero dal pagamento dei diritti camerali e delle imposte di bollo;

2) Deroghe alle disposizioni civilistiche in tema di perdite che intaccano il capitale sociale: se si verifica una perdita che riduce di oltre 1/3 il capitale sociale, il termine entro il quale la perdita stessa deve risultare diminuita a meno di un terzo per evitare la riduzione del capitale stesso in proporzione delle perdite accertate è fissato alla fine del secondo esercizio successivo a quello in cui sono state rilevate le perdite (e non, come previsto nel regime ordinario, l’esercizio successivo);

3) Remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale: i collaboratori possono essere pagati con tali strumenti (es. stock option) e i fornitori di servizi esterni con sistemi di work for equity;

4) Incentivi fiscali per gli investimenti da persone fisiche e giuridiche: detrazioni IRPEF del 19% e deduzioni imponibile IRES del 20%. Le percentuali previste non cambiano, come accade per le startup, in caso di PMI a vocazione sociale.

Alle PMI innovative, infine, viene estesa la possibilità di accedere ai portali on-line di crowdfunding per la raccolta di capitale di rischio.

FONTI: Il Sole 24 Ore, IPSOA

Napoli, 27/01/2015

NEWS: Chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate in tema di agevolazioni per chi investe in startup innovative

Il 22 gennaio 2015 l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Risoluzione 9/E incentrata sul tema delle agevolazioni fiscali riservate a chi effettua conferimenti in denaro in startup innovative ai sensi del D.L. 179/2012 (Decreto Sviluppo Bis).

Come previsto dall’art. 29 del Decreto Sviluppo Bis, infatti, coloro che effettuano conferimenti in denaro (capitale sociale) in startup innovative ha diritto ad un’agevolazione fiscale ai fini delle imposte sui redditi, e nello specifico sotto forma di detrazione di imposta (IRPEF) o deduzione dal reddito complessivo (IRES).

La Risoluzione 9/E analizza due casi specifici:

1) Conferimento in denaro in una startup innovativa in cui le quote siano sottoscritte tramite società fiduciaria;

2) Conferimento in denaro in una startup innovativa che perfezioni l’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese successivamente all’iscrizione nella sezione ordinaria.

CASO 1

L’Agenzia delle Entrate osserva che in generale, anche se il conferimento avviene attraverso l’interposizione di una società fiduciaria, non si modifica in nessun caso l’effettivo proprietario dei beni: l’investitore che effettua il conferimento, quindi, resta comunque colui che si è rivolto alla fiduciaria.

Di conseguenza, l’Agenzia afferma che le agevolazioni fiscali ai sensi dell’art. 29 D.L. 179/2012 restano valide e applicabili a tutti gli effetti.

CASO 2

Nella seconda parte della Risoluzione, l’Agenzia delle Entrate osserva che il perfezionamento successivo dell’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese non va ad inficiare il fatto che il conferimento in denaro sia finalizzato ad un investimento in startup innovative.

Pertanto, il regime fiscale di agevolazioni previsto dall’art. 29 del Decreto Sviluppo Bis è applicabile a tutti gli effetti.

Per maggiori dettagli e approfondimenti, il testo della Risoluzione 9/E è disponibile al seguente link:http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/nsilib/nsi/documentazione/provvedimenti+circolari+e+risoluzioni/risoluzioni/archivio+risoluzioni/risoluzioni+2015/gennaio+2015+risoluzioni/risoluzione+n+9e+del+22+gennaio+2015/RIS+9e+del+22+01+15.pdf

FONTE: Fiscal Focus

Napoli, 26/01/2015

Microcredito per i Piccoli Comuni (PICO): nuove agevolazioni per imprese e startup dalla Regione Campania

La Regione Campania ha pubblicato nel BURC n. 4 del 19/01/2015 il Decreto per i finanziamenti relativi al Microcredito per i Piccoli Comuni (PICO): si tratta del Decreto Dirigenziale n. 3 del 14/01/2015, che rende noto l’elenco dei Comuni campani con meno di 5.000 abitanti ammessi all’erogazione dei finanziamenti e le modalità di attuazione del Microcredito PICO.

Il Fondo Microcredito PICO (qui, il nostro articolo sul tema in occasione dell’Avviso per la presentazione dei progetti da parte dei Comuni) prevede una dotazione pari a 20 milioni di euro che saranno utilizzati per il finanziamento di imprese e startup costituite esclusivamente nei Comuni ricompresi nell’elenco di cui sopra.

I finanziamenti del Microcredito PICO sono accessibili a persone fisiche e imprese costituende o costituite da almeno un soggetto che sia disoccupato, inoccupato, inattivo, lavoratore in CIG oppure da almeno una donna, un immigrato o uno studente universitario.

In caso di presentazione della domanda da parte di imprese già costituite, è necessario che almeno un soggetto in possesso dei requisiti appena elencati sia stato assunto nei dodici mesi precedenti.

I finanziamenti erogati attraverso il Fondo Microcredito PICO della Regione Campania possono essere ricompresi tra 5.000 e 25.000€ e andranno rimborsati attraverso un piano della durata massima di 60 mesi, a tasso 0 e con rate costanti mensili. Non sono previste garanzie di natura reale, patrimoniale o finanziaria all’atto di presentazione della domanda.

Le domande per il Fondo Microcredito PICO possono essere inoltrate esclusivamente on-line, attraverso la procedura disponibile al seguente link: http://akrp-fondomicrocredito3.datamanagement.it/TIEFO/TIEFO.htm

La procedura di istruttoria delle domande sarà gestita da Sviluppo Campania S.p.a. in ordine cronologico, secondo una procedura a sportello fino ad esaurimento dei fondi disponibili (non sarà predisposta alcuna graduatoria). Le domande possono essere presentate a decorrere dalle ore 9.00 del 2 marzo 2015 alle ore 12 del 23 marzo 2015.

N.B. : Avviso Regione Campania 27/03/2015: Proroga dei termini di presentazione delle domande al 10 aprile 2015

Le domande saranno valutate sulla base dei criteri indicati dall’art. 9 delle Direttive di attuazione del Fondo Microcredito PICO, e in particolare:

1) Contenuto del progetto: Validità tecnica, economica e finanziaria del progetto (redditività, sostenibilità finanziaria, capacità rimborso del prestito, prospettive di mercato, coerenza soggetto proponente);

2) Priorità: Creazione nuova occupazione; Residenza nel Comune del Pico selezionato; Attività di utilità e rilievo sociale (operare in un settore di interesse sociale, ambientale o culturale); Priorità strategica dell’intervento data a giovani, donne, studenti e immigrati; Microattività con fatturato inferiore a 500.000€.

Per le imprese costituende, infine, è previsto l’obbligo di costituzione in società entro 30 giorni dalla comunicazione del provvedimento di concessione del finanziamento.

Per maggiori informazioni e ulteriori dettagli, il D.D. n. 3 del 14/01/2015 e i relativi allegati sono scaricabili nella Sezione Decreti Dirigenziali – Programmazione Economica del BURC n. 4 del 19/01/2015, al seguente link:http://burc.regione.campania.it/eBurcWeb/publicContent/home/index.iface

Napoli, 23/01/2015

Startup innovative a vocazione sociale: la nuova procedura semplificata per l’accesso al regime di agevolazione

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato una nuova procedura per le nuove imprese a vocazione sociale: si tratta di una semplificazione che rende più leggeri e flessibili i meccanismi e le attività di riconoscimento e comunicazione dei requisiti necessari ad accedere ai vantaggi derivanti dallo status di startup innovativa a vocazione sociale (SIAVS), introdotta nel nostro sistema legislativo dal DL 179/2012 che stabiliscono i requisiti di startup innovative ed incubatori certificati.

La nuova procedura semplificata è stata introdotta dalla Circolare MISE n. 3677/C (20 gennaio 2015, prot. 6957), e viene spiegata nel dettaglio nella Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”(pubblicata dallo stesso Dicastero il 21 gennaio 2015).

Secondo la nuova procedura, per effettuare l’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese ed accedere, di conseguenza, ai vantaggi del regime per startup innovative a vocazione sociale, le nuove imprese devono presentare un’apposita Autocertificazione alla CCIAA competente.

Nell’Autocertificazione, la SIAVS dovrà per prima cosa dichiarare di operare in via esclusiva in uno o più settori tra quelli stabiliti dal D.Lgs. 155/2006 (art. 2 comma 1), ossia:

– assistenza sociale;
– assistenza sanitaria;
– educazione, istruzione e formazione;
– tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
– valorizzazione del patrimonio culturale;
– turismo sociale;
– formazione universitaria e post-universitaria;
– ricerca ed erogazione di servizi culturali;
– formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo;
– servizi strumentali alle imprese sociali, resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

La startup, inoltre, deve dichiarare nell’autocertificazione di realizzare, attraverso la propria attività in tale/i settore/i, una finalità di interesse generale e impegnarsi a dare evidenza dell’impatto sociale prodotto.

In particolare sull’ultimo punto, la dichiarazione di impegno va espressa attraverso la redazione di un apposito “Documento di descrizione di impatto sociale”: il Documento ha la funzione di descrivere e dare conto all’esterno degli impatti sociali prodotti, attraverso il ricorso ad indicatori quantitativi e qualitativi. Le linee guida per compilare il Documento, che comprende una parte descrittiva e una dedicata alla griglia degli indicatori, sono contenute nella già citata Guida pubblicata dal MISE.

Si ricorda, infine, che sia l’Autocertificazione che il Documento di dichiarazione di impatto sociale vanno presentati alla CCIAA con cadenza annuale, per garantire il rinnovo dello status di startup innovativa fino a un massimo di 4 anni.

Per maggiori dettagli e approfondimenti:

– Circolare MISE n. 3677/C
– Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”

Napoli, 22/01/2015

Il regime Patent Box: agevolazioni fiscali per imprese che lavorano con beni immateriali

La Legge di Stabilità 2015 (n. 190/2014, commi da 37 a 45) prevede il cosiddetto regime “Patent Box”, destinato alle imprese che gestiscono beni immateriali (intangibles): si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata di cui le imprese potranno usufruire a partire dal 2015.

La normativa in questione nasce per arginare eventuali fenomeni di delocalizzazione dei beni immateriali, cercando al contempo di incentivare il rientro in Italia di tali beni (in particolare marchi e brevetti) che gruppi italiani localizzano oggi all’estero. Anche altri paesi Europei prevedono infatti un regime agevolatorio simile, condizione che ha accentuato negli anni un fenomeno per cui le imprese italiane delocalizzavano all’estero le attività basate su beni intangibili allo scopo di usufruire del regime di tassazione esistente in altri Paesi.
La nuova normativa italiana cerca di arginare tale fenomeno, differenziandosi dai regimi Patent Box di altri stati europei per la caratteristica di estendersi, come vedremo, a tutte le tipologie di intangibles.

Come affermato ai commi 37 e 38, l’agevolazione Patent Box è riservata ai titolari di reddito di impresa: sono coinvolte tutte le tipologie di forma giuridica, imprese di ogni dimensione e con qualsiasi tipologia di regime contabile (società di persone e di capitali, imprese individuali, organizzazioni italiane non residenti in territorio nazionale ma comunque residenti in Paesi “white list” – i Paesi “white list” sono quelli in cui esiste un accordo per evitare la doppia imposizione e con cui sia possibile scambiare le informazioni necessarie).

Riguardo alle tipologie di beni immateriali per i quali è possibile richiedere l’applicazione del regime Patent Box, il comma 39 stabilisce che è possibile detassare i redditi derivanti dall’utilizzo “delle opere dell’ingegno, di brevetti industriali, di marchi d’impresa funzionalmente equivalenti ai brevetti, nonchè di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili“.

In particolare, per “marchi d’impresa funzionalmente equivalenti a brevetti” il legislatore provvede a chiarire che tali marchi sono quelli per il cui mantenimento, accrescimento o sviluppo è necessario il sostenimento di spese per attività di ricerca e sviluppo.
Non è obbligatoria la registrazione del bene immateriale, ma deve trattarsi di beni per cui la legislazione prevede “potenzialmente” la protezione; sono inoltre esclusi in ogni caso dall’agevolazione i marchi esclusivamente commerciali.

Come accennato in apertura, il regime di agevolazione Patent Box è esercitabile a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, quindi in generale a partire dal 2015.
Per usufruire delle agevolazioni fiscali è necessario esercitare l’opzione, che è irrevocabile e valida per 5 anni.
Il regime Patent Box rileva ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, anche ai fini IRAP.

L’agevolazione del regime Patent Box consiste nell’esclusione da imposizione dei redditi per utilizzo diretto, per cessione o per concessione in uso dei beni intangibili:

 in caso di utilizzo diretto: sarà esclusa da imposizione la quota parte del reddito derivante dall’utilizzo dei beni immateriali, determinata in base ad una procedura di ruling internazionale. Le percentuali di detassazione previste sono: 30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017;

 in caso di concessione in uso: l’esclusione da imposizione sarà applicata ai relativi redditi secondo le percentuali di detassazione del30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017.

 in caso di cessione: il regime di tassazione agevolata si applica anche al reddito delle plusvalenze derivate dalla cessione dei beni immateriali. In questo caso, la detassazione è integrale a condizione che entro la fine del secondo periodo di imposta successivo alla cessione almeno il 90% del corrispettivo sia reinvestito per attività di manutenzione e sviluppo di altri beni intangibili agevolabili.

Infine, i commi 41 e 42 trattano l’argomento delle condizioni per usufruire delle agevolazioni del regime Patent Box: è necessario che i soggetti richiedenti svolgano attività di ricerca e sviluppo, anche attraverso contratti di ricerca stipulati con Università ed Enti di ricerca. Tali contratti di ricerca devono essere finalizzati alla produzione dei beni intangibili oggetto del regime in questione.
Il calcolo della quota di reddito e del valore della produzione oggetto di agevolazione è definita dal rapporto tra costi di attività di ricerca e sviluppo sostenuti per mantenimento, accrescimento e sviluppo del bene e costi complessivi sostenuti per produrre il bene.

Per maggiori informazioni e approfondimenti, il testo integrale della Legge di Stabilità 2015 è pubblicato in G.U. n. 300 del 29/12/2014 ed è rintracciabile al seguente link: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/12/29/14G00203/sg

FONTE: Fiscal Focus

Napoli, 20/01/2015

Finanziamenti alle imprese: dal MISE, il nuovo regime di aiuto per società cooperative

Con Decreto Ministeriale del 4 dicembre 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2015, il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito un nuovo regime di aiuto destinato alla promozione delle società cooperative di piccola e media dimensione: gli incentivi sono finalizzati principalmente a sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove società cooperative, mentre per le regioni del Mezzogiorno gli aiuti sono destinati anche alla crescita, allo sviluppo e alla ristrutturazione di società cooperative già esistenti.

Beneficiari del nuovo regime del MISE sono le società cooperative regolarmente costituite e iscritte del Registro delle imprese, con particolare attenzione alle società cooperative costituite da lavoratori provenienti da aziende in crisi, alle società cooperative sociali e alle società cooperative che gestiscono aziende confiscate alla criminalità organizzata. In generale, sull’intero territorio nazionale, gli aiuti saranno mirati al sostegno di nuove società ma, come accennato, per le regioni del Mezzogiorno sarà possibile finanziare anche società cooperative già esistenti.
Possono presentare domanda di agevolazioni anche le società cooperative non residenti in territorio italiano, purché abbiano una sede o filiale sul territorio nazionale alla data di erogazione del finanziamento: in ogni caso, gli investimenti devono essere effettuati in territorio italiano.

Le agevolazioni previste dal D.M. 4 dicembre 2014 si sostanziano in finanziamenti a tasso agevolato che dovranno essere richiesti alle società finanziarie autorizzate secondo le modalità e le tempistiche che verranno stabilite con provvedimento del Direttore Generale per gli incentivi alle imprese (vedi art. 8 del Decreto).
Una volta ammesse al regime di agevolazione, le società cooperative riceveranno un finanziamento a tasso agevolato che potrà coprire fino al 100% delle spese previste dal programma di investimento, per un importo non superiore a 1 milione di euro.

Le spese oggetto del piano di investimento possono riguardare la creazione di nuove unità produttive o l’ampliamento di unità produttive esistenti, la diversificazione dell’attività produttiva mediante l’introduzione di nuovi prodotti, il cambiamento e miglioramento dei processi produttivi, l’acquisizione di attivi direttamente connessi alle attività produttive.
Gli attivi acquistati possono essere beni materiali o immateriali, ma in ogni caso deve trattarsi di beni ammortizzabili.
Per i finanziamenti concessi per piani di investimento già avviati, è possibile inserire tra le spese ammissibili anche le spese inerenti lo svolgimento dell’attività di impresa.

I finanziamenti a tasso agevolato concessi secondo il regime del Decreto Ministeriale 4 dicembre 2014 hanno una durata massima di 10 anni (compreso l’eventuale periodo di preammortamento), da rimborsare secondo un piano a rate semestrali con scadenza al 31/05 e al 30/11 di ogni anno.
Il tasso di interesse è pari al 20%, nel rispetto dei limiti stabiliti dalla Commissione Europea. Le agevolazioni sono concesse nel rispetto del Regolamento De Minimis.

Per ulteriori informazioni e dettagli, il testo integrale del D.M. 4 dicembre 2014 è disponibile al seguente link: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/decreto_ministeriale_4dicembre2014.pdf

Napoli, 13/01/2015

Opportunità di finanziamento per startup e imprese dal Comune di Bologna: è on-line il Bando “Progetti per l’impresa”

Il Comune di Bologna ha pubblicato lo scorso 31 dicembre il Bando “Progetti per l’impresa”, con cui ha messo a disposizione fondi per 2,4 milioni di euro per lo sviluppo di attività imprenditoriali in alcune aree del capoluogo emiliano: le agevolazioni, in parte a fondo perduto e in parte sotto forma di finanziamento a tasso agevolato, saranno disponibili per imprese già avviate con sede legale nel territorio bolognese, e per persone fisiche che intendano avviare una startup nel territorio in questione.

Gli incentivi sono destinati a progetti imprenditoriali nel campo dell’ICT, della Moda & Design e dell’Artigianato e Commercio al dettaglio in sede fissa: per i progetti afferenti all’ICT i fondi a disposizione sono pari a 1,5 milioni di euro, mentre a Moda & Design e Commercio e Artigianato sono stati assegnati in totale 900 mila euro.

I soggetti destinatari dei fondi “Progetti per l’impresa” sono persone fisiche che intendono costituire una nuova impresa, nuove imprese (in attività da non più di 48 mesi) e imprese esistenti (in attività da oltre 4 anni): possono fare richiesta di agevolazione ditte individuali, piccole imprese (di persone o di capitali), cooperative (di produzione e lavoro o sociali) e, naturalmente, team di persone fisiche.

Le imprese (costituite o costituende) dovranno avere o aprire una sede operativa nei territori stabiliti dal Comune di Bologna che mette a disposizione, tra l’altro, alcuni edifici di proprietà comunale per eventuale insediamento di progetti di impresa.

Ciascun progetto potrà accedere ad un finanziamento per un importo massimo pari a 150.000 euro, nel limite massimo del 50% delle spese ammesse alle agevolazioni.
Il finanziamento sarà in parte a fondo perduto (fino a un massimo del 50% delle spese ammesse ad agevolazione). Per le imprese esistenti, il finanziamento a fondo perduto potrà coprire esclusivamente le spese per investimenti; per le nuove imprese potrà coprire sia le spese di investimenti che quelle di gestione.

La parte restante del finanziamento sarà sotto forma di prestito a tasso agevolato, con un tasso di interesse fisso dello 0,50% annuo e rimborsabile secondo un piano di rientro a rate annuali con scadenza al 31 dicembre. Il prestito dovrà essere restituito in un massimo di quattro anni e la prima rata va pagata a partire dall’anno successivo alla data di erogazione del saldo.
Le tipologie spese ammissibili sono descritte dai paragrafi 6.1 e 6.2 del Bando.

Riguardo alla procedura di richiesta delle agevolazioni, è possibile inoltrare le domande a partire dal 2 febbraio 2015 e fino alle ore 13:00 del 31 marzo 2015. Le domande di finanziamento con in allegato la documentazione richiesta potranno essere inviate:

in formato cartaceo, in carta semplice e corredata dalle dichiarazioni/autocertificazioni richieste, seguendo le indicazioni al punto 15.5 del Bando;

in formato digitale, attraverso la procedura on-line e dopo aver effettuato la registrazione al seguente link: https://servizi.comune.bologna.it/cas/login

Per maggiori informazioni è possibile consultare il testo integrale del Bando e scaricare la modulistica per inoltrare la domanda di partecipazione a questo link: http://www.comune.bologna.it/concorsigare/bandi/135:8024/30460

Napoli, 12/01/2015

Credito d’Imposta per attività di R&S: un’opportunità per imprese e startup innovative

All’interno della Legge di Stabilità 2015 è previsto un nuovo regime di Credito d’Imposta per aziende che effettuano investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo che rappresenta un’opportunità interessante per le imprese e le startup: l’incentivo in questione, infatti, prevede uno sconto fiscale maggiore per le aziende che stipulano contratti di ricerca con startup, oltre che con università ed enti di ricerca.

Il Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo è previsto dall’art. 7 della Legge di Stabilità 2015 (L. n. 190 del 23/2/2014, pubblicata in G.U. 29/12/2014): si differenzia dall’analogo credito previsto in precedenza da Destinazione Italia, in quanto è rivolto a qualsiasi tipologia di impresa senza vincoli di forma giuridica, dimensione o livello di fatturato (il Credito d’Imposta per attività di R&S contenuto in Destinazione Italia era riservato a imprese con fatturato annuo inferiore a 500.000 €).

Possono invece beneficiare del Credito d’Imposta 2015 tutte le imprese italiane che effettueranno investimenti in attività di Ricerca e Sviluppo nei periodi di imposta dal 2015 al 2019: il bonus è riconosciuto per un minimo ammontare di spesa annuale pari a 30.000€.
Sono ritenute spese ammissibili quelle elencate al comma 6 dell’art. 7, tra cui figurano lavori (sperimentali o teorici) finalizzati all’acquisizione di nuove conoscenze; attività di ricerca per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o migliorare quelli esistenti; acquisizione di conoscenze e capacità per progettazione di nuovi prodotti, processi o servizi (o per il miglioramento di quelli esistenti).

Sono inoltre considerate ammissibili le spese relative al personale altamente qualificato impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo (in possesso di un titolo di dottore di ricerca, iscritto ad un ciclo di dottorato presso un’università italiana o estera, o in possesso di laurea magistrale in discipline di ambito tecnico o scientifico); e quelle per contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca e altre imprese, comprese le startup innovative (ai sensi dell’articolo 25 del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179).

Il Credito di Imposta sarà pari al 25% delle spese aggiuntive in attività di Ricerca e Sviluppo, rispetto alla media delle spese per tali attività effettuate nei tre periodi di imposta antecedenti a quello in corso nel 2015. Per le aziende più giovani la media sarà effettuata su un periodo più breve, a decorrere dalla data di costituzione.
La percentuale sale al 50% per le spese relative al personale altamente qualificato e ai contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca, imprese e startup.
In ogni caso, il limite massimo previsto per il Credito d’Imposta per attività di R&S è pari a 5 milioni di euro all’anno.

Per ulteriori informazioni:

Il testo completo della Legge di Stabilità 2015 è invece disponibile qui: http://www.governo.it/GovernoInforma/documenti/legge_stabilita_2015/allegati/ARTICOLATO.pdf

Napoli, 12/01/2015

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