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Il Blog del CSI

Nuove opportunità a Napoli per imprese, startup e idee innovative: pubblicato il Bando per l’Incubatore di Città della Scienza

E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il nuovo Bando per la selezione di imprese innovative nell’Incubatore di Città della Scienza: possono partecipare persone fisiche e giuridiche, che intendano avviare una nuova attività imprenditoriale o che esercitino l’attività da non oltre due anni alla data di pubblicazione del Bando (17 luglio 2014).

L’attività di impresa esercitata deve essere di carattere innovativo, preferibilmente in uno dei settori prioritari elencati all’art. 2:

Smart Cities and Green Economy: ambiente, energia, cleantech, green mobility;
Bio Economy: tecnologie medicali, biotecnologie, health, scienze della vita, agri-food, economia del mare;
Creative Industries: advanced design, digital fabrication, new media, digital applications, smart education, culture, leisure;
Nuove frontiere dell’Information and Communication Technologies: es. Internet delle cose, interfacce utente, dispositivi wearable, cloud computing, big data, security, realtà virtuale, nuove applicazioni e soluzioni per il web;
Manufacturing 2.0: robotica, meccatronica, nanotecnologie, nuovi materiali, processi industriali.

Le startup selezionate potranno accedere agli spazi e servizi dell’Incubatore, sito a Napoli in Via Coroglio 57. e’ previsto un costo di € 13 al mq, con possibilità di tariffa agevolata (11 € a mq) per le prime 10 imprese selezionate attraverso il Bando.

Tra i servizi offerti, oltre alla possibilità di usufruire di uno dei 35 moduli e degli ambienti comuni (sale riunioni e reception), l’Incubatore di Città della Scienza garantisce una serie di servizi di accompagnamento e di assistenza specialistica: tra questi, ricordiamo il check-up aziendale, il tutoraggio, supporto all’accesso a strumenti di finanza agevolata, networking, promozione ed inserimento in una rete di contatti con il mondo della cultura, della ricerca, dell’innovazione, della finanza e dell’impresa (a livello regionale, nazionale ed internazionale).

Per partecipare alle selezioni occorre inviare la domanda di iscrizione (allegato A), business plan descrittivo e numerico (allegati B e C) e la documentazione indicata all’art. 4 del Bando.
Tra tutte le domande ricevute, l’Incubatore effettuerà mensilmente delle valutazioni con modalità a sportello, attraverso le quali saranno selezionate le startup che potranno accedere al percorso.

Le valutazioni mensili saranno effettuate la prima settimana di ogni mese, a partire da settembre 2014. La valutazione avverrà sia sulla base della domanda scritta, che attraverso un colloquio conoscitivo del team. I criteri di valutazione saranno:

– Valutazione del team imprenditoriale;
– Valutazione del progetto (innovatività, fattibilità, potenzialità, coinvolgimento del mondo della ricerca);
– Coerenza con i settori prioritari e in termini di integrabilità con le altre imprese presenti nell’Incubatore;
– Valutazione economico/finanziaria.

Sono previste inoltre alcune premialità aggiuntive, come ad esempio nel caso di presentazione da parte di startup innovative regolarmente iscritte nella Sezione Speciale del Registro delle Imprese.

Per tutti i dettagli e le informazioni, si rimanda alla lettura del testo integrale del Bando, disponibile al seguente link (insieme agli Allegati A,B,C per la presentazione della domanda): http://www.cittadellascienza.it/notizie/nuovo-bando-selezione-imprese/

Napoli, 28/07/2014

Dal programma UE “CEF – Connecting Europe Facility”, due call per PMI nel settore digitale mettono a disposizione in totale 10 milioni di euro

La Commissione Europea ha lanciato di recente due interessanti Call for Tenders destinate a piccole e medie imprese europee nel settore digitale: si tratta di gare d’appalto inserite nel programma CEF – Connecting Europe Facility, l’iniziativa comunitaria per il periodo 2014/2020 che eroga finanziamenti alle infrastrutture europee nei settori dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni/digitale (ICT).

La prima delle call for tenders in questione è finalizzata alla realizzazione di un portale paneuropeo di Open Data e servizi connessi. La dotazione finanziaria complessiva è di 8 milioni di euro, e l’incarico riguarda la creazione, l’avvio, l’esercizio e la manutenzione di una piattaforma su larga scala, transfrontaliera e intersettoriale, con funzionalità di visualizzazione avanzate.

Inoltre, l’appalto prevede attività di formazione, laboratori e incontri bilaterali, più conferenze e attività divulgative finalizzate ad accrescere la comprensione dell’importanza del riutilizzo degli open data pubblici per scopi commerciali. Infine, sono previsti servizi per la misurazione dell’impatto e della sostenibilità degli open data (infrastrutture).

La deadline per la partecipazione alla call for tenders “SMART 2014/1072 – Deployment of an EU Open Data core platform: implementation of the pan-European Open Data Portal and related services” è fissata al 08/09/2014.

Le informazioni dettagliate e i documenti utili sono disponibili al seguente link: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/smart-20141072-deployment-eu-open-data-core-platform-implementation-pan-european-open-data

La seconda call riguarda invece lo sviluppo di un’infrastruttura di servizi digitali per rendere internet più sicuro per i bambini. Nello specifico, la gara d’appalto richiede una piattaforma in grado di condividere risorse, servizi e pratiche tra fornitori di servizi a livello nazionale (i così detti SIC, centri “Internet più Sicuro”).

La gara prevede una dotazione finanziaria complessiva pari a 2 milioni di euro suddivisi in due lotti:

– il primo lotto (1,4 milioni di euro) è per la messa a punto e il funzionamento della piattaforma centrale. Tra gli incarichi previsti dall’appalto, ricordiamo: sviluppo e manutenzione di un elenco ricercabile di risorse formative; messa a punto di una piattaforma di strumenti on line e risorse e sviluppo di una community on line relativa alla pratica; sviluppo delle capacità, governance e coinvolgimento delle parti interessate;

– il secondo lotto (600.000 euro) è per la realizzazione di una banca dati di URL per la raccolta di dati su materiale pedopornografico trasmesso telefonicamente via linee dirette.

La deadline per la partecipazione alla call for tenders “SMART 2014/1073 – Digital Service Infrastructure for making a Better and Safer Internet for children” è fissata al 12/09/2014.

Le informazioni dettagliate e i documenti utili sono disponibili al seguente link: http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/smart-20141073-digital-service-infrastructure-making-better-and-safer-internet-children

Napoli, 28/07/2014

Team Management: come gestire le situazioni problematiche e creare una squadra che funzioni come un ecosistema

Patty McManus è senior consultant presso la Interaction Associates, società che si occupa a livello globale di leadership, collaborazione e team management. Di recente Fast Company ha pubblicato un suo articolo sulla gestione dei team “difficili”, elencando tre possibili tipologie di questi ultimi e definendo il così detto “Ecosystem team” con le caratteristiche e i passaggi fondamentali per costruire il team ideale.

Il team è sicuramente un argomento chiave per il successo di qualsiasi business, in particolare rappresenta il fulcro alla base di una startup in crescita. E’ quindi fondamentale che il leader (o founder) sia in grado di gestire e comunicare in maniera efficace con la propria squadra, imparando a mantenere il giusto equilibrio tra la posizione “di comando” e la vicinanza al team di lavoro.

Ci sono essenzialmente tre tipologie di team problematici, che McManus elenca nel suo articolo:

1) The War Zone

Questa tipologia di team si caratterizza per atteggiamenti come il guardarsi le spalle, la formazione di “fazioni” interne, le manovre nascoste. Si tratta di una situazione in cui i componenti sono particolarmente competitivi tra loro, e i leader si trovano costretti a tener conto di queste dinamiche per mantenere il controllo.

In situazioni di questo tipo, infatti, è difficile raggiungere un accordo e spesso i leader si trovano nell’impossibilità ad agire di concerto con il team per raggiungere gli obiettivi aziendali. A volte si è costretti a mandare messaggi contradditori al team, intaccando ancora di più le possibilità di lavorare insieme per le persone coinvolte.

2) The Love Fest

In questo caso, invece, tutti gli sforzi e le attenzioni del team sono finalizzate ad andare d’accordo: il rischio è che team di questo genere tendono all’isolamento, e ad auto-convincersi di sapere già tutto ciò che bisogna sapere per lavorare al meglio.

Uno degli aspetti più difficili in team di questo genere è la tendenza ad evitare problemi e conflitti per mantenere intatta l’armonia all’interno del gruppo.

3) The UnTeam

Si tratta di team che in realtà funzionano separatamente, in cui l’unico collegamento è il leader. Qui le riunioni e i meeting sono utilizzati come occasione di aggiornamento sullo stato dei lavori e la comunicazione è di tipo “top-down”. Hanno poche o addirittura nessuna prospettiva condivisa, anche relative ad aspetti più ampi come la vision aziendale, e spesso i membri vedono le riunioni come una perdita di tempo.

In situazioni di questo genere, le persone coinvolte possono anche andare d’accordo a livello individuale, ma non ci sono connessioni nè uno scopo condiviso.

Il Team come Ecosistema

La sana alternativa a queste situazioni difficili, secondo l’autore è il team visto come Ecosistema. Sappiamo che in natura, un ecosistema è in buona salute quando conserva la biodiversità grazie all’adattamento alle circostanze e alle minacce ambientali. Allo stesso modo, i team sani, soprattutto in una situazione economica dinamica come quella attuale, devono connsentire l’armonia e il rispetto tra componenti con valori e prospettive differenti.

Quando il team funziona come un ecosistema, le attività non restano bloccate perchè si lavora sui dati e sulle conoscenze individuali dei membri, trovando su queste basi delle soluzioni in comune accordo. Eventuali divergenze di opinione sono viste come sfide in cui cimentarsi e non come situazioni in cui combattere per far vincere la propria idea.

In queste situazioni, inoltre, la comunicazione è sana e rispettosa, non forzata, e funziona attraverso riunioni strutturate. Il processo decisionale è chiaro a tutti i componenti del team oltre che al leader, il quale tra l’altro non opera in maniera autoritaria ma con un processo equo ed equilibrato, in grado di intervenire per superare eventuali empasse. I problemi e i conflitti si risolvono in maniera semplice, contando su dinamiche basate sulla fiducia.

Per costruire un team di questo genere è necessario lavorare con impegno e attenzione, e con la collaborazione attiva del leader e di tutti i componenti del team. Inoltre, ci sono delle priorità sulle quali il leader dovrebbe concentrarsi, che Patty McManus individua nel suo articolo:

1) Gestire le differenze

Un leader efficace non rifugge all’idea di avere nel proprio team persone con competenze importanti ma con opinioni differenti: sa che, per mantenere rapporti civili e rispettosi, deve stabilire delle regole e impegnarsi a farle rispettare. Un vero leader lavora per creare uno “spazio sicuro” nel quale ciascuno possa esprimere le proprie idee, anche quando sono in disaccordo, offrendo un modello di comportamento basato sull’aspettativa che i conflitti vanno affrontati e risolti.

Il leader deve però essere sempre consapevole delle possibili reazioni dei membri del team di fronte ad eventuali conflitti e disaccordi: deve essere in grado di contenere tali reazioni ed invitare il team a riformulare le proprie opinioni in maniera differente, per favorire lo scambio di opinioni, anzichè soffocarlo.

2) Costruire una sana interdipendenza

Un vero leader sa che all’interno del team è importante creare sinergie utili: ciò non significa, però, che il leader debba essere responsabile di tali sinergie, nè che debba essere sempre presente a gestire e supervisionare tutte le comunicazioni all’interno del team.

Occorre invece saper creare le giuste interdipendenze, per le quali è indispensabile il sostegno reciproco tra i componenti della squadra di lavoro in termini di obiettivi, competenze e prospettive. Se questo tipo di interdipendenza costruttiva è assente, il leader deve provare a crearla favorendo lo scambio di input e il dialogo all’interno del team.

Uno strumento molto utile in questo senso è lo scambio di feedback: il leader deve assicurarsi che i membri del team si dicano direttamente ciò che pensano tra loro, senza scaricare le critiche tra colleghi sul leader. Il leader efficace favorisce la diffusione del feedback diretto all’interno del team.

3) Non “chiudersi” ai rapporti con l’esterno

A volte c’è il rischio che, nel tentativo di cementare il team, si ricada nell’errore di “isolarsi” troppo dalla realtà esterna. Invece, soprattutto per una startup, è fondamentale mantenere vivi i contatti con l’esterno e soprattutto con i potenziali clienti.

Bisogna quindi creare quella che McManus definisce una sorta di membrana semi-permeabile tra il team e il sistema esterno, ad esempio invitando alcuni ospiti ad assistere, in via informale, alle riunioni. In questo modo sarà possibile capire cosa pensa la gente dell’azienda e del lavoro che il team sta portando avanti.

Per leggere il post originale: http://www.fastcompany.com/3033275/3-types-of-dysfunctional-teams-and-how-to-fix-them

Napoli, 25/07/2014

Best of Biotech Competition: dalla ricerca all’impresa, un’opportunità per i migliori business plan nel settore delle Life Science

Best of Biotech (BoB) è la business plan competition internazionale dedicata a progetti innovativi nel settore delle Life Science (BioTech e MedTech) organizzata dal programma austriaco “LISA” (Life Science Austria). Attualmente è aperta la call for ideas per partecipare alla settima edizione della BoB Competition, nata allo scopo di incentivare scienziati e menti creative specializzati nelle Life Science a intraprendere attività imprenditoriali, trasformando la propria attività scientifica e di ricerca in business plan innovativi ed economicamente sostenibili.

La BoB Competition si snoda essenzialmente in due fasi:

Fase I: iniziata a giugno 2014 con l’apertura della call, terminerà a novembre 2014 con una premiazione delle tre migliori idee.

La prima scadenza intermedia è la deadline fissata per il 15/09/2014, termine ultimo per l’invio delle candidature. Per inviare il proprio progetto, occorre registrarsi alla piattaforma disponibile al seguente link: https://www.bestofbiotech.at/

Possono partecipare singoli individui o team di qualsiasi nazionalità, anche già costituiti in società, ma da non più di un anno dall’inizio della Competition (società costituite dopo il 1° giugno 2013). La lingua ufficiale della BoB Competition è l’inglese.

I partecipanti potranno usufruire, entro il 15 settembre 2014, di meeting one-to-one con i partner locali del progetto per dei momenti di coaching intensivo su aspetti relativi i diritti di proprietà industriale, le ricerche di mercato, la business strategy e gli aspetti finanziari del progetto.

Il 26 novembre 2014 i partecipanti saranno invitati a partecipare all’evento di chiusura della Fase I che si terrà a Vienna, durante il quale saranno premiate le tre migliori business idea tra quelle che avranno inviato la propria candidatura. Le tre business idea vincitrici della Fase I avranno diritto ad un premio di 1.500 € ciascuna.

Fase II: a partire dal 28/11/2014 e fino al 13/02/2015 sarà possibile inviare le candidature per la Fase II della BoB Competition: in questa fase i team partecipanti dovranno presentare un business plan strutturato del proprio progetto. Anche in questo caso, durante la fase di apertura della call sarà possibile beneficiare di incontri one-to-one con gli esperti di BoB che offriranno il proprio supporto per la stesura dei business plan.

Entro il 20 marzo 2015 saranno selezionati i 10 migliori business plan e i team saranno invitati alla coaching session della durata di due giorni prevista a Vienna il 10 e 11 aprile. Durante l’evento, i team riceveranno feedback e consigli dagli esperti e simuleranno la presentazione del progetto di fronte alla giuria.

L’evento finale è invece previsto per il 5 e 6 maggio 2015 a Vienna: durante la due giorni, i 10 team finalisti presenteranno i business plan alla giuria internazionale di esperti nel mondo della scienza, dell’imprenditoria e della finanza che selezioneranno i migliori progetti nel settore della medical technology.

I premi previsti per la Fase II della BoB Competition 2014 sono quattro: i primi tre classificati riceveranno un premio cash (rispettivamente, 5.000 € al terzo classificato, 10.000 € al secondo classificato e 15.000 € al primo classificato). Inoltre, è previsto un premio speciale di 10.000 €, il “LISAvienna Medtech Award”.

Per maggiori informazioni, il sito ufficiale della BoB Competition è disponibile al seguente link: https://www.bestofbiotech.at/

Napoli, 25/07/2014

StartmeupHK Venture Programme 2014: le migliori startup del mondo ad Hong Kong a novembre

Resteranno aperte fino al 31 luglio 2014 le candidature per partecipare a StartmeupHK Venture Programme 2014: si tratta di una competition globale dedicata a startup scalabili, innovative e ad alto impatto interessate ad espandere il proprio business ad Hong Kong.

La Competition prevede due categorie:

Early to growth stage: imprese già avviate, con un business innovativo, scalabile e sostenibile che abbiano già iniziato a fatturare da almeno 2/3 anni o abbiano un significativo numero di utenti/consumatori per il proprio prodotto o servizio. Le imprese di questa categoria dovranno avere l’obiettivo di espandere il proprio mercato a livello globale e di stabilire una sede operativa per il mercato asiatico ad Hong Kong.

Startups at the concept and prototype stage: startup o team con un’idea innovativa e un business model, anche in fase di prototipazione, che siano potenzialmente adatti ad un percorso di sviluppo globale, sostenibile e scalabile. I team dovranno avere l’intenzione di trasferire la base del proprio business a Hong Kong.

Per partecipare a StartmeupHK Venture Programme 2014, occorre compilare l’application on-line raggiungibile dal seguente link: http://www.startmeup.hk/en/awards-programme/application-process/application-2014/

Le domande di partecipazione dovranno essere compilate in lingua inglese entro la deadline fissata per il 31/07/2014: il form si compone di sei sezioni che affrontano una serie di aspetti chiave del business (pitch, problema/soluzione, team, concorrenza, business model, impatto economico e sociale del progetto, etc.).

Entro la metà del mese di settembre, saranno selezionati i 12 migliori progetti: 9 nella prima categoria e 3 nella seconda.
I 12 finalisti parteciperanno al programma di accelerazione della durata di 5 giorni StartmeupHK Venture Programme 2014 che si terrà ad Hong Kong dal 10 al 14 novembre 2014.

Il giorno 11 novembre, in particolare, sarà dedicato all’evento StartmeupHK Venture Forum, con una pitching session durante la quale i 12 team finalisti presenteranno il proprio progetto alla giuria e al pubblico presente (un audience internazionale composto da oltre 500 persone): al termine della pitching session saranno decretati i vincitori dei tre Grand Award.

I Grand Award di StartmeupHK Venture Programme 2014 sono i seguenti:

Smart City Award: si tratta di prodotti/servizi destinati al miglioramento della vita dei cittadini e delle imprese, attraverso l’utilizzo delle tecnologie in ambiti come il trasporto urbano, il risparmio delle risorse idriche, la gestione dei rifiuti, etc.

FinTech Award: prodotti, piattaforme e/o servizi innovativi in grado di trasformare gli attuali sistemi finanziari, le istituzioni, i servizi a beneficio degli utenti (ad es. nel campo delle transazioni monetarie).

Data Analytics Award: prodotti, piattaforme, algoritmi e/o servizi per l’analisi dei dati. Lo scopo è quello di offrire soluzioni innovative nel campo della raccolta, gestione, trasformazione e analisi dei dati per ottenere informazioni utili in termini di predictive analytics e decision-making.

I 12 progetti selezionati per StartmeupHK Venture Programme 2014 riceveranno inoltre un pacchetto di servizi (valore stimato: 500mila dollari) comprendente: spese di viaggio e soggiorno per Hong Kong, opportunità di business ed investimento, opportunità di networking e di confronto con esperti internazionali del mercato, mentorship e supporto pratico, opportunità di visibilità e accesso ai media.

Per saperne di più, il sito di StartmeupHK Venture Programme 2014 è disponibile al seguente link: http://www.startmeup.hk/en/home/

Napoli, 24/07/2014

Consigli alle startup: come implementare un’efficace strategia di PR fin dalle prime fasi di attività

Shana Starr è Managing Partner presso la LFPR, società di comunicazione globale che si occupa di consulenza in materia di public relations nel settore sanitario, tecnologico e finanziario. Di recente, Entrepreneur ha pubblicato un suo articolo dedicato al tema delle public relations per le startup, nel quale l’autrice offre alcuni consigli ai founder per gestire al meglio questa delicata attività del business.

Le public relations sono infatti un’attività centrale per qualsiasi azienda, ma diventano a maggior ragione di fondamentale importanza in una startup che, all’inizio del suo percorso, deve impegnarsi a fondo per far conoscere il brand, ottenere l’attenzione dei media e guadagnare punti in termini di riconoscibilità e diffusione.

Esistono però delle strategie utili che una startup può adoperare nelle public relations, che Shana Starr elenca nel modo seguente:

1) Be Ready (State pronti)

Il primo passo è essere pronti: se il prodotto non è ancora nella sua versione migliore, non sarà possibile ricevere buone recensioni e difficilmente la stampa parlerà bene di voi. Non c’è niente di peggio, secondo l’autrice, che una cattiva pubblicità da parte dei media: occorre quindi assicurarsi di essere davvero pronti prima di implementare una strategia di public relations.

2) Stabilite la vostra identità

Prima di dire al mondo chi sei, occorre assicurarsi di saper rispondere a questa domanda. Per stabilire l’identità della propria startup, occorre porsi alcune domande: Quali sono i vostri valori? In cosa consiste esattamente la vostra cultura aziendale? Cosa vi differenzia dai concorrenti? State facendo qualcosa che nessun altro ancora fa? Cosa vi rende unici?
Le risposte a queste domande forniscono la precisa identità di una startup: se non siete sicuri delle risposte, è possibile chiedere agli altri come vi vedono. Anzi, può essere molto utile porre queste domande a più persone e prendere nota delle risposte. Se ci sono troppe risposte diverse, vuol dire che la startup ha qualche problema: bisogna risolvere il problema di identità prima di passare allo step successivo, ossia prima di poter raccontare la vostra storia.

3) Condividete la vostra storia

Imparare a comunicare al meglio la storia della propria startup è parte integrante dell’attività di public relations. Dopo aver stabilito la propria identità, è necessario iniziare a lavorare sulla storia, sul racconto della propria startup. Avere una storia da condividere consente alla startup di distinguersi agli occhi dei media, di potenziali investitori e del target di riferimento: diventa quindi fondamentale raccontare chi siete e come avete iniziato.
Lo storytelling consente non soltanto di arrivare più facilmente ai potenziali clienti, ma renderà molto più difficile che le persone si dimentichino di voi.
La storia della startup andrà diffusa sui social, nelle newsletter, durante le interviste, in tutte le opportunità che i founder avranno di parlare in pubblico.

4) Assicuratevi di che il CEO abbia visibilità

Il CEO o il founder di una startup è il portavoce dell’azienda, e svolge pertanto un ruolo fondamentale nel plasmare l’immagine della società, del brand, della cultura. Per questo motivo, lui (o lei) devono essere accessibili, visibili al pubblico: ciò si traduce in una presenza attiva sui social, un rapporto positivo con i media e la capacità di condividere al meglio la storia della startup. La visibilità del CEO consente di accrescere la credibilità e la leadership nel settore, e aiuta anche in termini di networking, rendendo più facile avvicinare le persone giuste per espandere il business.

5) Non sottovalutate l’importanza dei social media

Posizionare il brand in modo che sia al di sopra dei concorrenti è un lavoro impegnativo, lungo e che comprende molte attività differenti. Tra queste, non bisogna mai sottovalutare l’importanza di una strategia social, per rappresentare al meglio il brand, la cultura e i valori della vostra startup.
Secondo Shana Starr la strategia social è fondamentale fin dalle primissime fasi di attività dell’azienda: implementarla in fase early stage significa costruire la propria identità e credibilità nel settore di riferimento, avere la possibilità di raccontare la propria storia e identificare il CEO come opinion leader.
Bisogna quindi dedicare il tempo necessario ai social, impegnarsi direttamente nelle relazioni con fans e followers, rispondere alle domande, condividere informazioni e coinvolgere la community nelle conversazioni.

6) Assumete qualcuno se avete bisogno di aiuto

Nelle fasi iniziali di startup può essere difficile attuare delle forti strategie di public relations: il consiglio dell’autrice è quello di assumere, se necessario, un professionista del settore. La persona scelta per ricoprire il ruolo deve essere entusiasta del progetto, del prodotto o servizio offerto, della vision aziendale: in questo modo, sarà in grado di comunicare in maniera davvero efficace la startup all’esterno. Un professionista del settore PR, quindi, sarà in grado di mettere in atto in maniera ottimale tutti gli step elencati, assicurando una strategia di PR che sia veramente utile alla startup.

Per leggere il post originale di Shana Starr: http://www.entrepreneur.com/article/235339

Napoli, 24/07/2014

CISCO e Pioneers scelgono le migliori startup per il percorso di accelerazione CISCO EIR a Vienna

Il programma di accelerazione CISCO EIR (Entrepreneurs in Residence) arriva per la prima volta in Europa grazie alla collaborazione con Pioneers Festival: si tratta di un’iniziativa destinata a idee ad alto potenziale innovativo in fase early stage che mette in palio tra i 5 e i 10 percorsi per startup, di durata semestrale e ospitati in una struttura localizzata a Vienna.

La selezione per CISCO EIR EUROPE è aperta a startup nei seguenti settori:

– Internet of Everything
– Sicurezza
– Big Data/Analytics
– Smart Cities

E’ già possibile inviare la propria application attraverso il sito internet del Pioneers Festival (application congiunta per CISCO EIR e Pioneers Challenge). Il link di riferimento è: http://pioneers.io/festival/startups/applications

CISCO e Pioneers selezioneranno i migliori progetti che parteciperanno al Pioneers Festival di Vienna (29 e 30 ottobre 2014). Nel corso dell’evento internazionale saranno proclamati i vincitori, che avranno diritto ad un semestre di accelerazione con il programma CISCO EIR (in partenza a gennaio 2015), che prevede:

– supporto finanziario,
– spazi di coworking,
– tool software di base,
– collaborazione con esperti CISCO in materia di sviluppo prodotti e engineering.

Per maggiori informazioni:

Napoli, 23/07/2014

Data Pioneers Startup Competition 2014: le migliori idee innovative data-based ai Data Days di Berlino

Anche quest’anno Berlino ospiterà, nei giorni 1 e 2 ottobre, i Data Days 2014: una conferenza internazionale (in lingua inglese) organizzata da nugg.ad, società di digital marketing di Deutsche Post DHL dedicata ai più recenti trend nel mondo dei dati e al loro impatto sulla società.

La seconda edizione dei Data Days berlinesi ha un focus particolarmente incentrato sulle startup: nella due giorni di conferenze si alterneranno grandi speaker internazionali per seminari e workshop sugli aspetti più importanti relativi alla gestione, organizzazione e ottimizzazione dei dati. L’evento, inoltre, rappresenta un’interessante occasione di networking a livello internazionale per i suoi partecipanti.

Nell’ambito dei Data Days 2014, nugg.ad ha lanciato la call per la Data Pioneers Startup Competition: dedicata alle migliori startup con idee e progetti innovativi di business basate sull’utilizzo dei dati, Data Pioneer 2014 offre l’opportunità alla startup vincitrice di entrare a far parte dell’ecosistema di nugg.ad (con un supporto sia finanziario che in termini di expertise).

Per partecipare alla call di Data Pioneers Startup Competition 2014, occorre inviare un abstract del progetto all’indirizzo e-mail pioneers@data-days.com entro il 1° settembre 2014: è preferibile allegare all’abstract della documentazione dettagliata e un business plan.

Tra tutti i progetti pervenuti, saranno selezionati i finalisti che presenzieranno ai Data Days 2014: nella giornata del 2 ottobre i finalisti presenteranno i propri progetti data-based di fronte alla Giuria (ciascun team avrà a disposizione 10/15 minuti).
I migliori tre progetti, scelti dalla Giuria dei Data Days, entreranno a far parte del “Promotion Programme”.

Il Promotion Programme è il percorso di incubazione per startup di nugg.ad, che offre possibilità di finanziamento fino a 100.000 euro, la possibilità di entrare a far parte di un network internazionale di esperti, partner, media e il supporto di un team di oltre venti mentor esperti in svariate aree di interesse per i business innovativi (aspetti tecnici, legali, di marketing, etc.).

Per maggiori dettagli, il Regolamento di Data Pioneers 2014 è disponibile qui: http://www.data-days.com/data_pioneers_factsheet_2014.pdf

Per saperne di più sui Data Days 2014 (Berlino, 1-2 ottobre): http://www.data-days.com/

Napoli, 23/07/2014

Ricerche di mercato e potenziali clienti: quali sono gli errori più frequenti dei founder prima di lanciare il prodotto di una startup?

Eli Portnoy è stato CEO e co-founder di startup come ThinkNear e ha esperienze lavorative in aziende di successo come Amazon. Di recente ha pubblicato un interessante post su Forbes, dedicato ai più frequenti e costosi errori che molti startuppers fanno all’inizio della propria attività imprenditoriale: lo spunto per l’articolo nasce da un suo incontro con il founder di una startup, finanziata da un VC, che si dichiarava profondamente sorpreso per il fatto che il suo prodotto non sembrava essere in sintonia con le esigenze del mercato.

Nonostante avesse, in precedenza, parlato a lungo con molti potenziali clienti, che avevano espresso pareri positivi sul prodotto della sua startup, una volta sul mercato le vendite faticavano a decollare: purtroppo, afferma Portnoy, questa situazione è piuttosto comune tra le startup. I founder, rinfrancati dalle reazioni positive dei potenziali clienti, si sentono sicuri di avere un prodotto di valore, ma si scontrano con una realtà differente una volta sul mercato.

Secondo l’autore, come spesso accade in molti altri ambiti, lavorare sodo non basta se non si lavora anche in maniera intelligente: parlare con molti potenziali clienti può essere uno spreco di tempo e di risorse se non si pongono le domande giuste. Ci sono infatti alcuni problemi “tipici” quando una startup affronta le ricerche di mercato:

1) Leading Questions

Si tratta di domande che potremmo definire “allusive”, nel senso che la maggior parte dei founders di una startup sono talmente convinti che le loro idee siano entusiasmanti da incappare nell’errore di non chiedere ai potenziali clienti se l’idea è buona o meno, bensì fanno domande che sono utili soltanto a convalidare le loro convinzioni. A volte si pongono domande troppo generiche, senza approfondire ulteriormente la questione, con il risultato che il potenziale cliente risponde semplicemente con un “sì” che può indurre il founder a credere che la persona intervistata vorrà acquistare il suo prodotto.

2) Dirty Lab

Quando gli scienziati conducono degli esperimenti in laboratorio, non tengono conto di alcune variabili. Spesso, gli imprenditori si comportano in maniera simile, conducendo le ricerche di mercato in modo tale da non rappresentare effettivamente la realtà, ma eliminando alcune variabili.
Ad esempio, si può evitare di menzionare fattori come il prezzo o l’impiego di tempo, che rappresentano invece delle variabili fondamentali nella decisione di acquisto di un potenziale cliente. In assenza di considerazioni su questo tipo di variabili, è facile per il cliente affermare che acquisterebbe il prodotto: bisogna quindi fare attenzione alle variabili da inserire nelle domande della ricerca di mercato.

3) Agreement Bias

Un terzo aspetto fondamentale che l’autore mette in evidenza è il fatto che, spesso, le persone si preoccupano di comportarsi in modo tale da rendersi gradevoli agli occhi degli altri. A volte è più facile dare una risposta positiva, che faccia piacere all’interlocutore.
Ecco perché bisogna considerare, quando si fa una ricerca di mercato, che spesso un potenziale cliente indeciso preferisce dire di essere interessato ad un prodotto piuttosto che deludere un founder, entusiasta della propria startup.

In conclusione, Portnoy offre alcuni spunti su come ottenere un buon feedback dai potenziali clienti intervistati prima del lancio. Il consiglio è quello di simulare una vera e propria vendita, andare sul mercato e cercare di vendere il proprio prodotto. Non interpellare i potenziali acquirenti chiedendo un feedback, ma semplicemente presentargli il prodotto.
Se sono entusiasti, chiederanno di iscriversi alla landing page per acquistare il prodotto quando sarà sul mercato. E nulla, afferma l’autore, dice che esiste un mercato per un prodotto più della conferma che c’è qualcuno pronto ad acquistarlo.

Per leggere il post originale, il link di riferimento è: http://www.forbes.com/sites/eliportnoy/2014/07/21/costly-mistakes-almost-every-entrepreneur-make/

Napoli, 21/07/2014