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Startup e Creatività: una caratteristica imprescindibile per imprenditori di successo

Susan Jones è esperta in imprenditorialità innovativa, ed in particolare nelle attività di Strategic Thinking: il suo blog, Ready Set Startup, contiene molti spunti interessanti e consigli utili per aspiranti startupper e imprenditori alle prese con l’avvio del proprio business. Uno dei suoi post più interessanti è quello intitolato “Why creativity is essential to your survival as an entrepreneur”: in questo articolo, l’autrice cerca di spiegare i motivi per cui la creatività rappresenta una skill fondamentale per chi decide di trasformare un’idea in una startup.

Il punto di partenza dell’intero post è rappresentato da un tweet che Susan Jones ha ricevuto di recente: secondo l’autore del tweet, l’idea rappresenta soltanto una minima percentuale del successo di una startup. Ciò che conta davvero, a suo parere, è trovare un grande co-founder e costruire un team in grado di portare il business al successo.
Susan Jones concorda sull’importanza centrale del team per il successo di una startup, ma aggiunge un altro elemento: un grande team è composto da persone con esperienza in determinati settori, ma queste persone devono essere animate da grande creatività per poter applicare le proprie competenze in modalità innovative. Il team giusto per una startup è quello in grado di lavorare con gli elementi già esistenti per creare nuove soluzioni ai problemi di business, un po’ come un compositore lavora con le note musicali per creare una nuova canzone.

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Secondo Susan Jones, ci sono almeno quattro motivi fondamentali per cui la creatività è una caratteristica indispensabile per il successo di una startup:

1) Se si vuole costruire una grande azienda, è necessario applicare ad essa la creatività

La creatività rappresenta uno dei fattori che distinguono una piccola impresa da una startup: l’autrice si serve di un esempio incentrato sul settore del graphic design. Un graphic designer che inizia a pubblicizzare il lavoro ed i servizi offerti ai propri clienti è una piccola impresa, anche se è brillante e riesce ad impiegare nel proprio team altri grafici brillanti. Ma quando si applica la creatività al campo del graphic design, ciò che si ottiene è una startup di successo internazionale come 99designs.

2) Uno startupper è colui che riesce a risolvere i problemi sviluppando soluzioni nuove, cui nessuno ha mai pensato prima

Prendiamo il caso in cui ci si trova in una città nuova dove non si conosce nessuno. Come fare a trovare persone simpatiche? O nel caso di uno startupper, come incontrare potenziali co-founder e investitori?

Oggi, la soluzione è ovvia: si utilizza Meetup. Ma fino al 2002, la soluzione non era così semplice ed evidente, e c’è voluta molta creatività e molto lavoro per svilupparla. Il risultato, però, è una startup di successo globale.

3) La creatività è un valido aiuto anche nei momenti più difficili dell’esperienza da startupper

Prendiamo i momenti più difficili di una startup agli inizi: cosa fare quando il nostro prodotto non vende? Come creare una nuova campagna di marketing? Come affrontare un pivot? Cosa fare quando si è a corto di denaro cash?
Per uscire da tutte queste situazioni è indispensabile essere creativi: non esistono soluzioni “preconfezionate”, bisogna trovare quella più adatta al nostro business.

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4) Più si riesce a sviluppare la propria creatività, più aumenta il vantaggio competitivo della startup

Tutti gli imprenditori sono potenzialmente delle persone creative, ma ciò che li contraddistingue è la capacità di trovare soluzioni pratiche innovative e di riuscire ad attuarle. Quanto più si riescono ad affinare queste competenze, più possibilità ci sono di riuscire ad avere idee di business di successo e, soprattutto, di riuscire a realizzarle.

Il consiglio finale di Susan Jones? Trovare il modo di allenare la propria creatività, ogni giorno.

Il post originale di Susan Jones è disponibile qui: http://www.readysetstartup.com/business-creativity/

Napoli, 24/07/2015

Consigli per startup: i sette passi da seguire per costruire una community fin dalla fase early stage

Costruire una community forte rappresenta un aspetto di fondamentale importanza per una startup, tanto che le figure di community builder, manager e architect sono ormai sempre più facili da incontrare nel team di una startup già nella fase early stage. I founder si stanno rendendo conto sempre di più che, prima della crescita e del social media marketing, ciò che davvero serve ad una startup sono le persone: in particolare, persone che abbiano a cuore la mission aziendale, che credano nel team e nel prodotto fin dagli inizi di una startup.

Il tema dell’importanza centrale di una community di riferimento per una startup è stato recentemente affrontato da David Spinks, co-founder della startup Feast, in un articolo pubblicato da Nibletz.com: a suo parere, la costruzione della community rappresenta per la startup una parte fondamentale del core business.

Spinks presenta due famosi esempi di startup che hanno iniziato con una piccola community per poi crescere sul mercato internazionale: Instagram, che all’inizio invitava gli influencer ad utilizzare il proprio prodotto, e Facebook, nato come social network destinato agli universitari che ha potuto poi allargare il numero di utenti dopo aver rafforzato la community di riferimento di partenza.

In ogni caso, la forza e il potere della community non si limita ai soli prodotti “social”: qualsiasi tipologia di startup può trarre benefici dall’impegno a costruire una community di early adopters, che potrà crescere e trasformarsi in un ampio gruppo di consumatori.

Per aiutare le startup ad orientarsi nella fase di costruzione della community, l’autore del post elenca sette passi fondamentali. Vediamo quali sono:

1) Costruire la community intorno alla mission

Bisogna impostare la creazione della community facendo leva sulla mission aziendale, sul problema che la startup cerca di risolvere: non si deve cadere nell’errore di costruire la community intorno al marchio o al prodotto. In una startup early stage, infatti, è altamente probabile che il prodotto cambierà più volte: ciò che resta fermo è il problema da risolvere e, di conseguenza, la mission.

2) Iniziare con una persona alla volta

Spesso le startup hanno fretta di crescere: ma anche quelle che oggi sono grandi aziende con miliardi di dollari di fatturato hanno iniziato con una persona che ha deciso di sostenere una società nuova di zecca, che aveva tutto da dimostrare e la passione per un problema da risolvere.

L’aspetto positivo è che non c’è neanche bisogno di avere già un prodotto da pubblicizzare: basta avere una mission ben chiara per iniziare a costruire la community. Può anche essere più semplice incontrare, una alla volta, le persone che hanno interesse a risolvere il problema al centro della tua mission e cercare di imparare il più possibile da ognuna di esse. Il passo successivo è quello di collegare le singole persone che incontri, per avere una community.

3) Fare in modo da far sentire speciali i membri della community

Probabilmente si sentono già speciali, se il founder della startup ha impiegato del tempo per incontrarli e parlare con loro. Occorre continuare su questa strada, facendo sentire ogni membro della community speciale e privilegiato per essere parte del network. Un consiglio utile è quello di mantenere la community esclusiva, con accesso su inviti, per mantenere alto il senso di appartenenza ad una community “diversa dalle altre”.

4) Costruire la community per i suoi membri, non per te

Spesso le startup fanno l’errore di impostare la community chiedendo ai suoi membri di aiutarli con tweets e feedback: secondo l’autore questa impostazione è sbagliata, perché ci si dimentica che le persone stanno già investendo per noi qualcosa di molto prezioso, cioè il proprio tempo.

Dal momento che la community è costituita da persone con le quali abbiamo parlato, che conosciamo, dovremmo sapere quali sono le loro esigenze e i loro problemi. Per questo, la startup dovrebbe lavorare per risolvere tali problemi, facendo tesoro del tempo e dell’energia che la community apporta al team.

5) Creare una piattaforma adatta alla conversazione

Un gruppo di persone può considerarsi una vera e propria community soltanto se i suoi membri stanno costruendo delle relazioni tra loro. E le relazioni si costruiscono attraverso la conversazione.

Per cui, è indispensabile offrire ai membri di una community la possibilità di interagire: il consiglio di Spinks è quello di utilizzare, all’inizio, dei gruppi ad hoc su Facebook. Questo perché la piattaforma è già un luogo di incontro familiare per i membri della nuova community che si sta creando.
Inoltre, è possibile organizzare degli eventi per facilitare l’incontro tra i componenti della community.

6) Assicurarsi che ognuno si senta ascoltato

E’ molto importante che i membri di una community sappiano che c’è qualcuno in ascolto: bisogna rispondere sempre ad ogni messaggio e ad ogni commento, e se un altro membro della community risponde in maniera appropriata occorre far capire che si è d’accordo con “like”. Inoltre, bisogna sempre incoraggiare i membri della community a rispondere ai post e commentare.

In una nuova community all’inizio ci saranno quelli che Spinks definisce “silenzi imbarazzanti”: è un aspetto inevitabile, ma bisogna continuare ad impegnarsi e a mantenere un atteggiamento positivo. Una volta che i meccanismi inizieranno ad ingranare, i benefici di una community ripagheranno tutti gli sforzi.

7) Crescere in maniera costante

Una volta che la community inizia a girare, è importante continuare a farla crescere tenendo continuamente alta l’energia. Bisogna continuare a portare persone all’interno della community, a poco a poco ma costantemente.
Seguendo questi consigli, con il tempo la startup avrà a disposizione una community forte e numerosa che sarà un’ottima base per la vita dell’azienda e del prodotto.

Il post originale è disponibile qui: http://nibletz.com/2014/07/02/how-to-build-a-strong-community-for-your-startup/

Napoli, 11/07/2014