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Tag: sviluppo

Internet, innovazione, creatività: il 4 ottobre a Napoli l’Innovation Day

L’Innovation Day (Napoli, 4 ottobre 2013) giunge quest’anno alla sua seconda edizione e si conferma ancora una volta come un’appuntamento che favorisce l’incontro di aziende, pubblica amministrazione, professionisti, Università ed organizzazioni sui temi più importanti dell’innovazione, della crescita, dello sviluppo legati ad Internet e al Web.

La giornata, ospitata dall’Hotel Mediterraneo di Napoli (Via Ponte di Tappia 25), prevede una sequenza di tre seminari sui seguenti temi:

I nuovi innovatori del digitale: makers e professionisti della Rete (ore 10:00)

Le politiche di supporto alle startup (ore 11:30)

Il Mezzogiorno ed i giovani (ore 14:00)

Tra i relatori che interverranno durante la giornata, ricordiamo Mario Raffa (Università degli Studi di Napoli Federico II), Pasquale Popolizio (Coordinatore Gruppo Web skills profiles e vicepresidente IWA Italy), Maria Cristina Di Luca e Maria Bianco (Kublai), Rosamaria Barrese (Agenzia per l’Italia Digitale), Gaetano Cafiero (Presidente sezione ICT Unione Industriali di Napoli), Roberto Esposito (Founder and CEO DeRev), Carlo Tricoli (Responsabile dell’Unità Centrale Studi dell’ENEA). E’ possibile consultare la lista completa dei relatori dell’Innovation Day a questo link, che contiene anche il form per la registrazione obbligatoria. La partecipazione all’Innovation Day è completamente gratuita.

Per saperne di più sull’Innovation Day, la pagina ufficiale dell’evento è http://www.innovationday.info/

Napoli, 30/09/2013

Nasce “IParcheggiatori”, la nuova App per segnalare i parcheggiatori abusivi in tutta Italia

E’ ufficialmente disponibile l’App iParcheggiatori, nata dal progetto omonimo di Pasquale Mauriello, founder di Prenoda, tra le sette startup attualmente insediate al CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est grazie alla prima edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa.

Il sistema permette di segnalare tramite il web (compilando il form disponibile all’indirizzo http://www.iparcheggiatori.it/ e grazie alla nuova App) i parcheggiatori abusivi in qualsiasi punto d’Italia ci si trovi.
Al sito iParcheggiatori sono già arrivate oltre 570 segnalazioni, e la notizia della nuova applicazione ha già suscitato interesse: qui, un articolo dal sito BadPug sull’argomento.

L’idea si basa sulla possibilità di sfruttare la tecnologia di geolocalizzazione per scovare e segnalare in via del tutto anonima il punto esatto della città in cui si trovano i parcheggiatori abusivi: permette, inoltre, di indicare se il pagamento è “a piacere” o se c’è una “tariffa fissa” e se si sono subite minacce o danni alla propria vettura.

L’app iParcheggiatori è stata sviluppata grazie alla collaborazione nata con Fabio Ranieri di Fingerlinks ed è attualmente disponibile per Android, al più presto sarà disponibile anche per Windows Phone e iPhone.

Per tutte le informazioni e per scaricare l’App iParcheggiatori, trovate qui il link di riferimento.

Napoli, 20/09/2013

Startup Manifesto: programmi, azioni e politiche UE per le startup

Durante il suo intervento all’edizione 2013 del Campus Party (Londra, 2/7 settembre 2013), il Commissario dell’Agenda Europea Neelie Kroes ha presentato lo Startup Europe Manifesto: si tratta di una piattaforma europea nata allo scopo di sintetizzare e mettere in pratica la politica UE dedicata alle startup.

Alla base del Manifesto c’è la convinzione dei vertici comunitari che l’unico modo per risalire dalla crisi economica che ha portato alla caduta del PIL nel vecchio continente sia quello di investire nella Internet Economy, per la quale si prevede una crescita annua pari all’8% nei prossimi 5 anni.

Il punto di partenza è, secondo la Kroes, cambiare radicalmente la mentalità nel mondo dell’imprenditoria in generale e in particolare rispetto alle politiche di sostegno alle startup: la soluzione offerta dal Manifesto è quella di fornire soluzioni utili ai neo-imprenditori ed aspiranti startuppers basate sull’open source, sulla diffusione delle best practices e sulla mentorship di grandi imprenditori ed esperti del settore digitale.

Tra i firmatari del Manifesto, infatti, figurano nomi di spicco tra i quali Daniel Ek di Spotify, Niklas Zennström di Atomico, Boris Veldhuijzen van Zarten di The Next Web e Reshma Sohoni di Seedcamp.
C’è tempo fino al 20 ottobre 2013 per aderire allo Startup Manifesto, accedendo alla pagina ufficiale dell’iniziativa.

Il piano dello Startup Manifesto si concretizza su cinque linee d’azione fondamentali:

1. Education & Skills

Oggi le tecnologie digitali rientrano in tutti gli aspetti della nostra vita: è perciò indispensabile che nei percorsi di formazione scolastica dei Paesi UE ci siano programmi adeguati in materia. Inoltre, è necessario aggiornare le competenze digitali dei docenti.

2. Access to talent

Da un lato, la maggior parte dei datori di lavoro europei ha difficoltà a trovare le competenze di cui ha bisogno. Dall’altro, sempre più aspiranti imprenditori lasciano l’Europa per fondare le proprie startup in Silicon Valley. Infine, gli investitori al di fuori dell’UE non sono invogliati a portare nell’area europea i propri capitali e i propri business: per questi motivi, bisogna adoperarsi per rendere l’UE un ecosistema startup all’avanguardia, che aiuti i propri talenti a trovare lavoro e a fondare la propria impresa restando nel vecchio continente e renda più semplice per gli investitori esteri avviare le proprie aziende in territorio UE.

3. Access to capital

Per rispondere al calo degli investimenti VC nell’area UE, bisogna aumentare gli investimenti privati ed istituzionali in startup. Il suggerimento del gruppo aderente al Manifesto Europeo delle Startup è quello di basarsi sul “Modello Israele”, che permette di considerare come perdita l’investimento in una startup per il primo anno e defiscalizza quello degli anni successivi. L’azione dovrebbe quindi essere su due fronti: privato ed istituzionale.

4. Data policy, Protection & Privacy

E’ di fondamentale importanza aggiornare le regolamentazioni sulla protezione dei dati, una materia che nell’area comunitaria è particolarmente arretrata: il cloud potrebbe essere una soluzione per le aziende, ma bisogna agire anche sulla digitalizzazione e pubblicazione dei dati pubblici. In particolare, la digitalizzazione degli enti pubblici consentirebbe di ridurre significativamente i costi migliorando il servizio fornito ai cittadini.

5. Thougth Leadership

L’Europa è ricca di imprenditori con storie di successo e talenti creativi ed innovativi di primo livello, ma manca ancora una vera cultura dell’imprenditoria e della leadership: è necessario avviare un vero e proprio rinnovo della mentalità europea, in termini di definizione del successo.
Un primo passo suggerito dal Manifesto è la creazione di un repository (per ciascuno Stato Membro e centrale) delle best practices. Inoltre, sarebbe auspicabile creare un Digital Forum Europeo in cui gli enti a livello locale e nazionale possano condividere in maniera immediata le risorse.

Il Manifesto Europeo delle Startup è un’iniziativa fondamentale per riunire i leader e i decisori degli Stati Membri allo scopo di comprendere e condividere necessità, obiettivi e risorse comuni: l’auspicio dei sottoscrittori è quello di concretizzare al più presto le linee guida attraverso azioni reali.

Per saperne di più sul Manifesto e per firmare (entro il 20/10/2013): http://startupmanifesto.eu/

Tra le occasioni per aspiranti startuppers, al fine di migliorare l’ecosistema italiano per startup, ricordiamo a tutti la nuova call per VulcanicaMente2: dal talento all’impresa. I talenti creativi ed innovativi partenopei (e non solo) possono provare a mettersi in gioco e trasformare la propria idea di impresa in un vero business grazie alla seconda edizione dell’iniziativa del Comune di Napoli presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est.

Per saperne di più, basta visitare la sezione Eventi & Iniziative del sito www.incubatorenapoliest.it: sono ancora aperte le prenotazioni per il TechDay! Compila subito il form di iscrizione!

Napoli, 06/09/2013

I primi passi di una startup: errori da evitare e consigli utili secondo Paul Graham

Paul Graham ha raccolto in un interessante post apparso qualche settimana fa sul suo blog una serie di consigli ed aneddoti utili per le startup agli inizi del loro percorso imprenditoriale. Il titolo, “Do Things That Don’t Scale”, suggerisce il concetto di partenza dell’autore: spesso i founders sono convinti che una startup o decolla immediatamente, oppure non lo farà mai.

In realtà una startup decolla perchè sono i suoi fondatori, con il proprio lavoro, a renderlo possibile: occorre una spinta per dare origine al processo di crescita, che passa innanzitutto per l’acquisizione dei primi clienti attraverso attività non scalabili.

Ciò si traduce in modalità di acquisizione dei primi clienti che Graham definisce “manuali”: bisogna uscire e andare di persona a proporre ai potenziali interessati il proprio prodotto, non ci si può permettere di restare fermi ad aspettare che siano loro ad avvicinarsi.

Spesso i founders pensano che i numeri ottenibili da un percorso di questo tipo siano troppo piccoli e non valgano lo sforzo: Graham fa un esempio molto efficace per smentirli. Se si parte da un bacino di potenziali clienti pari a 100, basta proporsi un incremento settimanale del 10%: dopo 7 giorni saranno 110, dopo un anno 14.000, dopo due anni il bacino potrebbe essere di 2 milioni.

Altra convinzione errata, che spesso Graham ha ritrovato nei founders incontrati nella sua carriera, è guardare alla fragilità iniziale tipica di ogni startup agli inizi come ad un ostacolo impossibile da superare: il rischio è che siano gli stessi fondatori a non credere più nella propria idea. L’autore racconta che persino Bill Gates, dopo aver fondato Microsoft, era tornato per un semestre ad Harvard: se fosse stato consapevole del successo che ha poi ottenuto, probabilmente non sarebbe tornato nemmeno per un giorno, ma all’inizio è facile scoraggiarsi.

Graham suggerisce agli startuppers agli inizi della carriera di ridimensionare la loro visione, non bisogna domandarsi “la mia azienda è in grado di conquistare il mondo?”, ma “quanto grande questa azienda potrebbe diventare se i fondatori faranno le cose come si deve?”.

Quando si entra in quest’ottica, si può iniziare ad acquisire il primo, piccolo bacino di clienti: ed è in questo momento che i founders devono impegnarsi al massimo per renderli felici. Graham sottolinea l’importanza di puntare sull’aspetto esperienziale, sul rendere il cliente felice e sul farlo sentire speciale per aver scelto proprio il nostro prodotto: cosa che probabilmente non sarà più possibile fare quando la startup avrà scalato e i clienti saranno troppi per essere seguiti in questo modo.

Ma quando una startup è agli inizi, non è il momento di preoccuparsene: i founders devono impegnarsi e concentrare tutti i propri sforzi sul rendere i primi clienti felici, sul soddisfare il più possibile i loro bisogni, mantenendo alti gli standard di servizio.

Graham prende in prestito il pensiero di Steve Jobs per definire il tipo di sforzo che la startup deve intraprendere per rendere felice il cliente: deve essere uno sforzo “follemente grande”, nel senso letterale del termine. La soddisfazione del cliente deve essere lo scopo primario, tutti gli sforzi devono essere indirizzati a questo obbiettivo: l’autore spiega anche perché, dicendo che i feedback ottenuti dai primi clienti sono i più utili che qualsiasi azienda possa ottenere nell’intero arco della sua vita.

Tutto ciò è possibile, secondo Graham, soltanto se la startup si rivolge ad una piccola quota di mercato: un po’ come Facebook, che agli inizi era esclusivamente agli studenti di Harvard, per poi rivolgersi agli studenti di altri istituti fino ad espandersi a livello globale.
Il metodo consigliato da Graham è di concentrarsi inizialmente su un sottoinsieme del mercato, in cui ottenere rapidamente una massa critica di utenti per testare il prodotto. Solo più tardi sarà possibile rivolgersi ad un mercato più ampio: spesso questo processo è seguito dai founders in maniera inconscia, ma funziona nella maggioranza dei casi.

L’importanza di iniziare “dal basso” è alla base del prossimo consiglio dell’autore del post: una startup agli inizi deve cercare il più possibile di provvedere autonomamente a realizzare il proprio prodotto, evitando di sostenere costi per i fornitori.
Questo aspetto si ricollega ancora una volta all’importanza di acquisire i primi clienti e concentrarsi al massimo sulla loro soddisfazione: se la realizzazione del prodotto avviene direttamente ad opera della startup, sarà più semplice ed immediato apportare le eventuali modifiche necessarie dall’ascolto dei feedback della clientela.

Da questo punto di vista, Graham afferma che i primi clienti che la startup acquisisce vanno visti come dei veri e propri consulenti, che possono comunicare i propri bisogni e problemi su cui i founders possono lavorare per migliorare il proprio prodotto.

Come si può intuire, tutte le azioni suggerite per gli inizi di un’impresa sono sicuramente non-scalabili: anzi, secondo Graham, è fondamentale svolgere manualmente, direttamente, per poter ottenere i massimi livelli di soddisfazione dei primi clienti.

La conclusione di Graham, quindi, è che potrebbe essere utile smettere di guardare alla startup come a un’azienda per la quale l’unica cosa che conta è avere un modello di business scalabile: occorre un duplice punto di vista, che insieme alla scalabilità prenda in considerazione l’importanza di svolgere azioni non scalabili per raggiungere il traguardo di una startup di successo globale.

 

Paul Graham è il fondatore di Y Combinator, incubatore rivoluzionario nato nel 2005 che ad oggi ha fondato oltre 500 startup. Per saperne di più:

 

Anche il CSI – Incubatore Napoli Est offre ai talenti creativi con un’idea imprenditoriale in mente l’opportunità di mettersi in gioco e provare a trasformarla in una startup vulcanica!

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Napoli, 28/08/2013

Come costituire un team di successo con i consigli di Steve Blank

In un post recentemente pubblicato sul suo blog, Steve Blank affronta un argomento di cui si parla poco: le caratteristiche che un team di founders deve possedere per creare una grande startup.
Il presupposto di partenza di Blank è che esistono tre figure fondamentali in una startup, con differenti caratteristiche: il founder, il team dei founders e il founding CEO.
Vediamo quali sono le definizioni di Blank e le caratteristiche che ciascuna di queste figure deve possedere a suo parere per costruire una startup di successo.

1) Il Founder: l’idea
Il founder è, secondo Blank, colui che è in possesso di un’idea originale, una scoperta scientifica, un’innovazione tecnologica, un’intuizione, una passione: il founder recluta i co-fondatori, che coinvolge giorno per giorno nel processo di creazione della propria startup.

Blank pone l’accento su due aspetti che ritiene fondamentali: il primo, riguarda la capacità di distinguere tra un’idea innovativa che potrà effettivamente trasformarsi in un’impresa di successo e un’idea che non potrà mai essere commercializzata .
Il secondo aspetto fondamentale è che bisogna essere consapevoli che, nel momento in cui si costituisce un team, non è detto che il founder che ha avuto l’idea debba necessariamente assumere la leadership: è qui che Blank anticipa la differenza fondamentale tra founder e CEO, che sarà spiegata meglio più avanti.

2) Il Founding Team: the rock on which to build the company
Il gruppo che costituisce la società (che Blank definisce come la roccia su cui costruire la società) è formato dal founder e da un ristretto team di co-fondatori in possesso di competenze complementari a quelle del founder.
Si tratta del team che dovrà assicurarsi di partire dall’idea originale per trovare il miglior modello di business ripetibile e scalabile, con un product/market fit, dopo aver effettuato tutti i test necessari su ogni aspetto del business model (pricing, canali distributivi, partner, costi, etc.).
Secondo Blank non esiste un “numero magico” per i componenti di un team, ciò che conta davvero sono le competenze in possesso dei fondatori: queste ultime devono essere quelle più adatte a mettere in pratica l’idea imprenditoriale, e devono essere complementari tra loro.
Blank consiglia agli aspiranti startuppers di porsi due domande per decidere se una persona debba essere o meno un co-founder: bisogna chiedersi se è possibile avviare la società senza quella persona, e se è possibile trovare qualcun altro simile. Se entrambe le risposte sono negative, quella persona sarà un co-founder. Secondo Blank, inoltre, se la risposta ad una delle due domande è “sì”, quella persona dovrà essere assunta in seguito tra i primi dipendenti della startup.

Tra le caratteristiche chiave che Blank elenca per un team di founders vincente, ritroviamo la passione, la determinazione, la tenacia, la curiosità ed il rispetto reciproco: è fondamentale che i co-founders valutino la loro capacità di lavorare insieme come un gruppo affiatato, con coraggio e fiducia per gli altri membri del team.

3) Founding CEO: Reality Distortion Field e Comfort in Chaos
Secondo Blank, la visione idealista della leadership collettiva, senza una persona responsabile di prendere le decisioni, è il modo più veloce perchè la startup esca dal mercato. Nel mondo delle startup, la velocità, il ritmo e le decisioni prese senza timore sono fondamentali per mantenere il vantaggio competitivo: per questo, è fondamentale che ci sia un CEO che prenda le decisioni in maniera rapida ed immediata.

Il Founding CEO è il “primo tra uguali” in un team di fondatori, e secondo Blank spesso non è il più intelligente del gruppo: ciò che distingue un Founding CEO dai co-founders è la loro capacità di guardare la realtà in una maniera distorta, caratterizzata dalla totale assenza di paura che essi usano per mandare avanti la società.
Tra le caratteristiche più importanti del Founding CEO, Blank elenca la passione, la dedizione totale alla mission della società e l’abilità di comunicare la loro idea che, seppur apparentemente folle, è in grado di cambiare il mondo.
Inoltre, Blank spiega che il Founding CEO è totalmente a proprio agio nel caos e nell’incertezza: ciò è fondamentale in una startup, dove bisogna affrontare quotidianamente i problemi di sviluppo del prodotto, o le difficoltà di acquisizione dei primi clienti. Si tratta di situazioni in continua evoluzione che spesso sfociano improvvisamente in scenari imprevedibili: per dirlo con le parole di Blank, il Founding CEO cerca ogni giorno di risolvere un’equazione in cui quasi tutte le variabili sono ignote.
Un grande Founding CEO è in grado agire per modificare lo status della situazione, senza stare ad aspettare che qualcuno gli dica cosa fare.

La conclusione di Blank è che conoscere le differenze tra Founder, Founding Team e Founding CEO è fondamentale per gli aspiranti startuppers che potranno costruire il proprio team scegliendo i compagni di viaggio con cui costruire una startup di successo.

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Napoli, 26/08/2013

Innovazione per l’agricoltura: 30.000 euro in palio con Linfas

La piattaforma IdeaTRE60 ospita Linfas, la call for solution lanciata da Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Collegio delle Università Milanesi, in collaborazione con Fondazione UniVerde e Greenjobs.it.

Linfas è una competition dedicata alle migliori idee e proposte progettuali per accrescere l’innovazione tecnologica e la sostenibilità nel settore dell’agricoltura: il vincitore, selezionato tra quelli pervenuti entro le ore 15:00 del 17 settembre 2013, riceverà un premio di 30.000 euro da destinare alla realizzazione del progetto.

Possono concorrere al premio di 30.000 euro i progetti finalizzati alla realizzazione di prodotti e/o servizi per la ricerca dell’equilibrio di produzione nei seguenti settori: agro-forestale, allevamento, pesca e itticoltura.
I progetti devono utilizzare in maniera innovativa la tecnologia, essere caratterizzati da sostenibilità economica e ambientale, rispettare la biodiversità, valorizzare la filiera corta e, soprattutto, essere finalizzati alla creazione di nuove opportunità occupazionali. Particolare attenzione sarà inoltre riservata ai progetti che riusciranno a garantire una graduale aggregazione tra soggetti pubblici e privati ed organizzazioni non profit.

La partecipazione è aperta a cittadini italiani e stranieri residenti o domiciliati in Italia, in forma singola o in team, di età compresa tra i 18 e i 35 anni e che abbiano conseguito la laurea in Italia o all’estero tra il 2008 e il 2012 (riguardo agli ultimi due requisiti, è sufficiente che siano posseduti dal portavoce del team).

Per partecipare a Linfas è necessario compilare il form di partecipazione rintracciabile da questo link, previa registrazione al sito www.ideaTRE60.it, entro il 17 settembre 2013.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare qui il Regolamento.

Ricordiamo infine che anche il CSI – Incubatore Napoli Est offre imperdibili opportunità ai talenti creativi e alle loro idee innovative e tecnologiche con la seconda edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa: visita la sezione Eventi&Iniziative del nostro sito internet www.incubatorenapoliest.it e prenota subito per partecipare ai nostri eventi di scouting: puoi scegliere tra il Barcamper e il TechDay!

Napoli, 06/08/2013

3 milioni di euro in 3 anni per le startup italiane: il Fondo Mecenati

Buone notizie per le startup dal Dipartimento della Gioventù (Presidenza del Consiglio dei Ministri): grazie al Fondo Mecenati, nei prossimi 3 anni saranno messe a disposizione dei giovani talenti innovativi dell’imprenditoria e dello sviluppo tecnologico risorse per 3 milioni di euro.

Il progetto del Fondo Mecenati nasce allo scopo di stimolare l’investimento di grandi aziende private sui giovani talenti innovativi italiani, sul modello storico dei mecenati o dei moderni business angels. L’iniziativa prevede nei prossimi tre anni il lancio di cinque call, una ogni sei mesi, che premieranno tre idee di impresa ciascuna: in totale, i 3 milioni di euro del Fondo finanzieranno 15 nuove imprese.

La prima call for proposal, in collaborazione con CIAM Servizi e le Università di Cagliari e Perugia, è partita il 30 luglio e resterà aperta fino al 20 settembre.
La partecipazione è aperta a singoli proponenti e team, di età inferiore a 35 anni, che abbiano un progetto nel settore Energia.

Per partecipare alla call, i progetti devono essere basati su tecnologie o ricerche tecnologiche, su programmi di trasferimento tecnologico, o su brevetti (o essere portatori di innovazioni brevettabili).

I temi per la prima call del Fondo Mecenati sono i seguenti:

– sistemi innovativi per impianti di accumulo energetico orientati all’utenza domestica on ed off grid
– sistemi innovativi per la gestione energetica – smart grid
– sistemi innovativi di gestione integrata di dati provenienti da impianti tecnici, informatici, ed energetici distribuiti su base geografica
– sistemi o componenti o processi innovativi afferenti alla produzione di energia elettrica da biomasse, in particolare su piccola taglia

Alle tre idee di impresa selezionate verranno assegnate risorse per 200.000 euro ciascuna, sotto forma di partecipazione al programma di supporto e accompagnamento di CIAM Servizi fino al completamento del progetto. E’ prevista la possibilità di un aiuto finanziario diretto per le migliori proposte progettuali.

Per partecipare alla prima call, aperta fino al 20 settembre, è necessario inviare la domanda di partecipazione all’indirizzo email fondomecenati@ciamspa.it, allegando una presentazione dell’idea di progetto e il business plan.

Il Fondo Mecenati, oltre ad avvalersi della collaborazione di CIAM Servizi, nei prossimi anni collaborerà con altri investitori privati per il lancio di nuove call. Se la prima call si riferisce nello specifico al settore Energia, le prossime call daranno spazio anche ai settori Meccatronica e Ambiente.

Grazie al coinvolgimento di grandi realtà private, il Fondo Mecenati si propone quindi di investire sulla valorizzazione professionale ed imprenditoriale dei giovani talenti italiani, supportando la realizzazione di progetti e imprese innovative nel settore tecnologico: un nuovo strumento per il sostegno alle startup, che è possibile approfondire ai seguenti link

http://www.gioventu.gov.it/diritto-al-futuro/diritto-al-futuro-un%27alleanza-tra-risorse-pubbliche-e-private-per-investire-sul-talento-giovanile.aspx

http://mecenati.ciam.it/

Ricordiamo infine che anche il CSI – Incubatore Napoli Est offre nuove opportunità ai talenti creativi e innovativi che vogliano mettersi in gioco con i propri progetti: è partita infatti la nuova edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa!

Se hai un’idea innovativa da presentare allo staff dei nostri tutor, o se hai le competenze e le capacità per far parte del team di una startup vulcanica, partecipa ai nostri eventi di scouting: bastano pochi minuti per compilare il form di iscrizione per il Barcamper (17 settembre) o il TechDay (24 settembre)!

Tutte le informazioni su VulcanicaMente 2 sono disponibili nella sezione Eventi&Iniziative del sito internet www.incubatorenapoliest.it

Napoli, 06/08/2013

Un tutor a disposizione per le startup sociali

Unioncamere (l’unione italiana delle Camere di Commercio) in collaborazione con Universitas Mercatorum (Università telematica delle Camere di Commercio) presenta un’interessante iniziativa dal titolo Startup Imprenditoria Sociale, nata con l’obiettivo di sostenere la nascita di nuove imprese sociali nei territori di riferimento grazie all’erogazione di servizi gratuiti di accompagnamento e tutoraggio allo sviluppo del progetto imprenditoriale e nella fase di startup.

Destinatari dell’iniziativa sono i gruppi di aspiranti imprenditori che intendano avviare una nuova impresa sociale nel territorio provinciale di una delle Camere di Commercio che aderiscono all’iniziativa (per la Campania si tratta della provincia di Avellino, qui l’elenco completo delle Camere di Commercio coinvolte).

L’impresa sociale dovrà essere inclusa in uno dei settori definiti “ad utilità sociale”, che sono nello specifico:

– assistenza sociale
– assistenza sanitaria
– assistenza socio sanitaria
– educazione, istruzione e formazione
– tutela ambientale e dell’ecosistema
– tutela dei beni culturali
– turismo sociale
– formazione post-universitaria
– ricerca ed erogazione di servizi culturali
– formazione extrascolastica

Sono ammessi alla partecipazione anche i team con un progetto che faccia capo ad un settore differente da quelli elencati, a condizione che la startup garantisca l’inserimento lavorativo di persone “svantaggiate” (la definizione di persone “svantaggiate” varia a seconda della tipologia di impresa sociale: per ulteriori chiarimenti si rimanda alla sezione FAQ del sito dell’iniziativa Startup Imprenditoria Sociale).

Per quanto riguarda associazioni e società già costituite, è ammessa la partecipazione di quelle che abbiano intenzione di trasformarsi in impresa sociale, mentre sono escluse le cooperative sociali ed altre tipologie di impresa sociale già costituite: Startup Imprenditoria Sociale è infatti un’iniziativa destinata a imprese di nuova creazione.

Non sono previsti limiti di età per i partecipanti (basta essere maggiorenni), ma c’è un vincolo territoriale: in caso di persone fisiche, devono essere residenti nella provincia in cui si intende avviare la startup, mentre per soggetti proponenti già costituiti occorre avere sede legale nella provincia in questione.

I servizi a sostegno delle nuove imprese sociali saranno erogati alle 12 startup selezionate da tutor specializzati che accompagneranno i soggetti proponenti in attività di realizzazione del progetto di impresa e di elaborazione del business plan, nelle attività di raccordo ed assistenza con il sistema del credito e del micro-credito e nelle fasi di costituzione della società. Le attività formative e di tutoraggio si svolgeranno presso i locali della Camera di Commercio di riferimento.

I servizi dovranno essere erogati entro il 31/12/2013, mentre le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 30 settembre 2013 (fa eccezione la provincia di Matera, che chiude le candidature il 7 ottobre 2013). La documentazione (scaricabile da questo link) deve essere inviata via mail all’indirizzo impresasociale@legalmail.it, indicando in oggetto la dicitura “MANIFESTAZIONE DI INTERESSE IMPRESA SOCIALE PROVINCIA DI (indicare la provincia)”.

Per maggiori informazioni, il link di riferimento è http://www.unimercatorum.it/progetti/imprenditorialita/start-up-imprenditoria-sociale/

Napoli, 05/08/2013

 

I 10 errori più frequenti per una startup (e i consigli per evitarli) di Laurence McCahill

NetMagazine.com ha pubblicato un interessante decalogo di Laurence McCahill, founder di Spook Studio (una delle più rinomate società inglesi di consulenza e design per startup), dedicato ai 10 errori più frequenti delle startup e ai metodi più opportuni per evitarli.

1) Non avere una vision o un obiettivo chiaro

La vision e gli obiettivi della società dovrebbero essere il punto di partenza dei fondatori di qualsiasi startup, ma spesso questo punto viene trascurato: secondo McCahill, i founders si tuffano nella realizzazione della propria idea senza fermarsi a pensare a come e perchè lo stanno facendo.
In realtà avere un obiettivo prefissato e una visione chiara della propria mission e dei propri valori aziendali è fondamentale, per fare in modo che i potenziali clienti abbiano un motivo per avvicinarsi al prodotto.

McCahill, infatti, evidenzia quanto le decisioni di acquisto siano sempre più influenzate dalle emozioni anzichè dalla logica, e afferma che i clienti che si fidano della mission aziendale sono poi più predisposti a fidarsi dell’azienda e a parlare bene dei prodotti con i propri conoscenti.

Per questo motivo, McCahill conclude la sua analisi di questo primo “mistake” con il consiglio di darsi da fare per definire il DNA della startup.

2) Mancanza di un focus

Secondo McCahill, avere un obiettivo chiaro serve a comunicare in maniera più efficace cos’è il vostro prodotto e a chi è destinato: molte startup, invece, spesso vogliono fare troppe cose, troppo in fretta. Questo atteggiamento porta ad un prodotto troppo complesso e,soprattutto, diluisce il messaggio che si cerca di far passare al cliente.

Il consiglio di McCahill è appunto quello di focalizzare il più possibile l’attenzione sui punti fondamentali cui lavorare, partendo da una lista delle cose che il team NON farà: ciò servirà a fornire delle linee guida su cosa il prodotto non è, consentendo al team di prendere decisioni efficaci senza perdere di vista l’obiettivo principale.

3) Il design, una mancata opportunità

Le startup, di solito, non riescono a vedere l’utilità di investire capitale nel design: questo è, secondo McCahill, un grave errore e un’opportunità mancata.
L’approccio delle startup è troppo focalizzato sulla tecnologia o sul prodotto, e troppo poco sul cliente e sulle sue esigenze: in realtà, invece, il miglior vantaggio competitivo proviene dalla capacità di disegnare un prodotto/servizio che accontenti le esigenze del cliente.

Questo perchè esiste una correlazione molto forte tra l’esperienza positiva del cliente e la sua lealtà verso l’azienda: per questo motivo, è importante che già nella fase di startup ci si impegni a lavorare sulla soddisfazione del cliente come il principale obiettivo dell’azienda.

4) Costruire un prodotto che nessuno vuole

In fase di startup, l’attività dell’azienda si basa sulle ipotesi dei fondatori sulle esigenze e i bisogni dei clienti: è fondamentale agire fin da subito per testare la validità di tali ipotesi, in modo da costruire un prodotto che sia percepito come effettivamente utile dalla clientela.

McCahill cita in proposito Ash Maurya, founder di Spark59 e guru mondiale nel mondo delle startup, secondo cui: “La vita è troppo breve per costruire qualcosa che nessuno vuole”.

5) Inseguire gli investitori, anzichè i clienti

McCahill spiega che spesso gli startuppers, convinti di avere una buona idea, si concentrano molto per migliorare il pitch da presentare ai potenziali investitori non preoccupandosi a sufficienza di acquisire clienti: questo è un errore molto grave, perchè il modo più sicuro per far funzionare un’azienda è quello di avere abbastanza clienti da poter essere auto-sufficienti.

Il suggerimento di McCahill è quello di concentrarsi sulla ricerca di nuovi clienti, perchè il vero imprenditore non spreca tempo e risorse per qualcosa che non può controllare (come, appunto, i VC e i business angels).

6) Parlare troppo, ascoltare poco

Quando l’azienda è in fase di startup, dovrebbe impegnarsi nell’intervistare i potenziali clienti per capire quali siano le loro effettive esigenze e quali caratteristiche deve avere il prodotto.

Il modo migliore per riuscirci, secondo McCahill, è quello di evitare il più possibile di “parlare” durante queste interviste, cercando di concentrarsi sull’ascolto per capire davvero cosa cerca il nostro potenziale cliente.

7) Lanciare il prodotto troppo tardi (o troppo presto)

Alcune startup lasciano trascorrere anni senza lanciare sul mercato il proprio prodotto, per incertezza o per paura della concorrenza.
Altre startup, invece, lanciano sul mercato una prima versione del prodotto troppo “povera e minimale”.

Si tratta di centrare un punto intermedio tra il MVP dell’approccio Lean e il “prodotto perfetto”, di trovare il giusto equilibrio e, soprattutto, il momento giusto per lanciare il proprio prodotto: secondo McCahill è un’impresa non facile, ma potrebbe essere la chiave per iniziare a pagare dividendi.

8) Non riuscire a chiedere aiuto

McCahill scrive che, spesso, gli imprenditori sono molto testardi e per questo restii a chiedere aiuto: in realtà non c’è nulla di male a chiedere aiuto, soprattutto in fase di startup, ma sono davvero pochi i founders che lo fanno.

Ciò che sarebbe opportuno, invece, è trovare un mentor di cui potersi fidare e che abbia davvero un interesse sincero per il successo della startup: il consiglio è quello di costruire una vera e propria “rete di sostegno” che sia in grado di indirizzare il team quando ce n’è bisogno.

9) Non avere un piano di crescita

Un imprenditore seriale sa bene che il 90% dell’imprenditorialità si basa sulle vendite e sul marketing: l’obiettivo di una startup dovrebbe essere quello di accrescere sempre di più il numero di clienti per poter accedere a quote di mercato sempre più ampie (scalabilità).

McCahill cerca di sfatare il mito secondo cui costruire un buon prodotto sia l’unica cosa che conta: l’acquisizione dei clienti è la seconda, fondamentale parte del viaggio di un eo-imprenditore ed è fondamentale per la crescita dell’impresa.

10) Cattive assunzioni

Quando una startup riesce ad ottenere dei finanziamenti, spesso fa un errore comune: assume le persone troppo presto, quando ancora non sa bene effettivamente di che tipologia di risorse avrà bisogno.

La scelta dei collaboratori e dei co-fondatori, invece, va fatta con attenzione: McCahill consiglia di concentrarsi il più possibile sulla definizione della mission e della cultura aziendale.
Questo perchè la scelta dei collaboratori giusti è più facile e sicura, se i candidati sono a conoscenza dei valori alla base dell’azienda.

La Carta Servizi Startup, nuove opportunità dall’ICE

Le startup innovative hanno a disposizione un nuovo strumento di agevolazione che permetterà di ottenere sconti sui servizi forniti dall’ICE – Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: infatti l’ICE, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha autorizzato nei giorni scorsi l’emissione della Carta Servizi Startup.

Grazie alla Carta Servizi Startup, le startup innovative regolarmente registrate alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese potranno ottenere uno sconto pari al 30% sui servizi di assistenza erogati dall’Agenzia. Sono escluse dalle agevolazioni le spese inerenti ai servizi esterni.

Tra i servizi offerti dall’ICE – Agenzia Italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ricordiamo indagini di mercato e statistiche, guide per le aziende che vogliono espandersi sul mercato estero, ricerca di partner e clienti esteri, pubblicità sui media stranieri, eventi promozionali e di comunicazione a livello internazionale.

L’emissione della Carta Servizi Startup rappresenta la realizzazione di una delle previsioni del Decreto Sviluppo bis (nello specifico, ai commi 7 e 8 dell’art. 30), secondo cui l’ICE si impegna nei confronti delle startup innovative su più fronti:

– fornire assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia;
– provvedere a individuare le principali fiere e manifestazioni internazionali dove ospitare gratuitamente le startup innovative, tenendo conto dell’attinenza delle loro attività all’oggetto della manifestazione;
– sviluppare iniziative per favorire l’incontro delle startup innovative con investitori potenziali per le fasi di early stage capital e di capitale di espansione.

Le startup interessate possono richiedere il codice della Carta rivolgendosi ai seguenti contatti: urp.export@ice.it oppure sviluppo.servizi@ice.it, specificando in oggetto la dicitura “Richiesta Carta Servizi Startup”.

Per maggiori informazioni: http://www.ice.gov.it/

Napoli, 22 luglio 2013

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