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Tag: richard branson

Startup e aziende consolidate: perché sono diverse e come gestire l’avvio di una nuova impresa

Il portale Inc.com ha appena pubblicato un interessante post firmato da Neil Patel, co-founder della startup Crazy Egg, che approfondisce il tema delle differenze tra startup e aziende tradizionali (in particolare quelle di grandi dimensioni) elencando una serie di pratiche che funzionano bene per le grandi aziende, ma sono dannose se replicate all’interno di una startup.

Spesso, invece, le startup pensano che imitare le pratiche e i comportamenti più diffusi nelle aziende possa essere un modo per crescere e arrivare al successo: in realtà, questo tipo di comportamento è molto dannoso perché la startup è totalmente diversa dalla grande azienda.

Vediamo, quindi, quali sono le pratiche aziendali per le quali una startup non è ancora pronta:

1) Le riunioni sono buchi neri che risucchiano tempo

Una startup, come afferma Patel, non ha tempo da perdere: deve agire, e non parlare su ciò che bisogna fare. All’interno di una startup, le riunioni dovrebbero essere molto diverse da quelle che avvengono nelle grandi aziende.

La riunione del team di una startup dovrebbe avere un obiettivo e un’agenda ben definiti, che occorre impegnarsi a mantenere. Inoltre, gli incontri dovrebbero essere limitati nella durata: 30 minuti possono bastare, a prescindere dall’importanza dei temi in calendario. Un consiglio è quello di tenere le riunioni in piedi, e di farle terminare sempre e comunque con un passaggio all’azione: “aggiornarsi alla prossima riunione” non equivale a passare all’azione.

2) Creare un protocollo inviolabile anche per i dettagli più minuziosi

Creare dei protocolli è sicuramente una buona idea, se servono a snellire le operazioni, eliminare la confusione e migliorare il funzionamento dell’azienda. Ma questo discorso vale per le grandi aziende: le startup non hanno tempo per queste cose.

Una startup è una macchina lean, agile, veloce: l’unica buona regola è quella di rompere le regole. Non è possibile dover seguire un protocollo obbligatorio di numerosi passaggi per qualsiasi tipologia di attività.

Il protocollo è fondamentale più avanti nel tempo, sicuramente non nei primi passi di attività di una startup.

3) Imparare tutto ciò che si può prima di iniziare a fare

Su questo punto, l’autore cita una frase di Richard Branson: se qualcuno ti offre un’opportunità straordinaria di fare qualcosa, ma non sei sicuro di poterlo fare, accetta comunque e poi imparerai come fare!

La ricerca e l’apprendimento sono fondamentali, ma in una startup è altrettanto fondamentale passare all’azione: soprattutto per una nuova azienda che deve essere rapida nello sviluppo.

4) Ritardare tutte le decisioni importanti

In una grande azienda, le decisioni importanti attraversano un percorso lungo fatto di riunioni, e-mail, ripensamenti che si susseguono finchè qualcuno non prende la decisione finale. Sicuramente si tratta di un percorso indispensabile, in un contesto in cui c’è molto in gioco e ci sono tante parti interessate con la propria voce in capitolo.

Una startup, invece, fa progressi soltanto se riesce ad eseguire i piani rapidamente: qualsiasi ritardo nelle decisioni strategiche rischia di bloccare lo sviluppo del business.

5) Tenere dei segreti

Mentre nelle grandi aziende possono esserci molte informazioni “Top Secret”, per una startup il discorso è diverso: come insegna anche l’esempio di Buffer, la trasparenza e la condivisione sono la chiave giusta cui affidare la cultura aziendale (ne abbiamo parlato in questo recente post del nostro blog).

Mantenere delle informazioni riservate e segrete non è utile per una startup, in quanto favorisce un’esclusività sterile, una cultura aziendale stratificata e una concorrenza interna spietata.

6) Affitare un grande e costoso ufficio

Alcune startup affrontano spese molto ingenti per affittare uno spazio costoso in cui stabilire il proprio quartier generale: questo, nella speranza che la posizione geografica possa servire a cementare la reputazione dell’azienda.

Questo non è utile: se una startup non può permettersi un ufficio costoso, non dovrebbe affittarne uno ma concentrarsi su altri aspetti senza sprecare capitali.

7) Provare qualcosa di costoso

E’ sicuramente giusto provare, testare, lanciarsi in una serie di ipotesi ed attività differenti: ma queste scelte devono essere accuratamente selezionate.

Una startup ha sempre pochi capitali da spendere, e deve stare attenta a come li investe: ecco perché i tentativi vanno ben ponderati, assumendosi solo i rischi per cui vale la pena investire e lasciando perdere il resto.

8) Creare etichette “C-Level” per qualsiasi posizione

Le grandi aziende assumono amministratori per qualsiasi attività e gli affidano un’etichette “C-Level”: CEO, CMO, CIO, CFO sono solo alcuni esempi delle posizioni che si possono creare.

In una startup questo tipo di titolo, che assegna ruoli di tipo dirigenziale o comunque va a disegnare un capo, sono assolutamente da evitare: si rischia di danneggiare la cultura aziendale, il team e le prestazioni.

Ciò che conta per una startup è il team, i titoli sono inutili.

In conclusione, Patel afferma ancora una volta che l’ambiente di una startup è completamente antitetico rispetto a quello di una grande azienda: ne consegue che i comportamenti, le attività, le pratiche devono svolgersi in maniera totalmente differente e che le startup devono evitare di seguire l’esempio di aziende consolidate quando sono all’inizio della propria attività.

Il post originale è disponibile qui: http://www.inc.com/neil-patel/8-things-corporations-do-that-your-startup-shouldn-t.html

Napoli, 16/01/2015

Global Entrepreneurship Congress 2015: arriva a Milano nel mese di marzo l’appuntamento mondiale per startup e imprese

Arriva quest’anno per la prima volta in Italia l’evento internazionale dedicato a startup e innovazione “Global Entrepreneurship Congress”, durante il quale le nuove imprese possono entrare in contatto diretto con investitori di tutto il mondo: l’appuntamento è dal 16 al 19 marzo 2015 a Milano e le registrazioni on-line sono già aperte sul portale dedicato all’iniziativa (qui il link per registrarsi).

Il GEC – Global Entrepreneurship Congress è un evento che rientra nell’ambito della Global Entrepreneurship Week, nato nel 2009 ad opera della Kauffman Foundation e dedicato a imprese, startup, investitori, ricercatori, amministrazioni pubbliche e politici con l’obiettivo di promuovere la nascita di nuove attività di impresa, sostenendo la crescita economica a livello globale.

Lo scopo principale del GEC è quello di implementare un ecosistema globale per garantire l’incontro e la condivisione tra gli imprenditori di tutto il mondo, superando i confini geografici tra gli Stati in vista dell’obiettivo finale comune a qualsiasi impresa: sviluppare una strategia per promuovere le migliori idee di business.

Durante il GEC imprese e startup potranno assistere ad una serie di sessioni ed interventi tra cui quelli, già confermati, di personalità di spicco mondiale come Richard Branson (Virgin Group) e Jeff Hoffman (Priceline.com).

In particolare, il Global Entrepreneurship Congress rappresenta un’occasione importante di networking per startup e aspiranti imprenditori, che possono trovare ispirazione, feedback e costruire importanti relazioni con potenziali partner ed investitori.

Questi sono i temi principali che saranno affrontati durante i tre giorni del Congresso:

– strategie imprenditoriali per l’occupazione giovanile e la crescita sostenibile;
– il ruolo delle industrie creative e dei business angel;
– soluzioni per una crescita inclusiva;
– promozione dell’imprenditoria in Africa.

La sede dell’evento sarà presso il MiCo – Milano Congressi (Piazzale Carlo Magno, 1 – 20149 Milano).

Per maggiori informazioni, per registrarsi e per restare aggiornati sul programma dell’evento: http://gec.co/

Napoli, 09/01/2015

Tech All Stars Competition: le migliori startup volano a Londra grazie al contest UE. Application entro il 22 maggio

La Commissione Europea ha lanciato l’edizione 2014 della Tech All Stars Competition, iniziativa dedicata alle migliori startup ed imprese innovative che permette ai finalisti e ai vincitori del contest di partecipare ad eventi internazionali in cui entrare in contatto con imprenditori di successo mondiale ed esperti del settore.

L’idea alla base della Tech All Stars Competition, infatti, è espressa dalle parole del Commissario UE per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, la quale ha dichiarato “Gran parte del successo di un’impresa dipende dalle giuste relazioni e la Commissione europea sta lavorando proprio per questo“. Inoltre, “Le imprese finaliste saranno messe in contatto con fonti di finanziamento europee, imprenditori di successo e altre influenti personalità“.

La partecipazione all’edizione 2014 di Tech All Stars Competition è aperta a startup registrate in uno degli Stati Membri dell’Unione Europea da meno di 3 anni, che abbiano raccolto capitali e finanziamenti esterni per meno di un milione di euro.

Per candidare la propria startup è necessario compilare entro il 22 maggio 2014 l’application form disponibile al sito internet ufficiale dedicato al contest: http://techallstars.eu/

Saranno selezionate le migliori 12 startup che parteciperanno all’evento Tech All Stars Competition 2014 che si terrà il 10 e 11 giugno 2014 a Londra: saranno due giornate durante le quali i partecipanti potranno beneficiare di importanti occasioni di networking con imprenditori di successo e altri stakeholders del settore dell’imprenditoria innovativa. Inoltre, le 12 startup prenderanno parte ad un pitch panel che decreterà le tre finaliste.

Le tre startup finaliste parteciperanno il 12 giugno 2014 al Founders Forum London, un evento globale dedicato a imprenditori, CEO e key investors dei settori media e technology durante il quale avranno l’opportunità di partecipare a dibattiti, sessioni di brainstorming e tavole rotonde su temi centrali per l’ecosistema imprenditoriale. Inoltre, ci sarà la possibilità di entrare in contatto con alcuni tra i più importanti imprenditori ed innovatori di successo planetario (tra gli ospiti delle edizioni precedenti figurano Sir Richard Branson – Virgin Group, Reid Hoffman – LinkedIn, Daniel Ek – Spotify).
Durante il Founders Forum London, infine, sarà annunciato il vincitore della Tech All Stars Competition 2014, il “Grand Tech All Stars Winner“.

Il Grand Tech All Stars Winner sarà invitato a partecipare all’evento organizzato dalla Commissione Europea nel luglio 2014, la Digital Agenda Assembly, con l’opportunità di presentare un proprio panel e di incontrare i principali protagonisti internazionali dell’ecosistema hi-tech.

Napoli, 18/04/2014

5 situazioni difficili per una startup e 5 mondi per affrontarle al meglio

Dal sito internet Six Revision, un interessante post di Sabelline Chicot, content strategist dell’agenzia di Web Marketing Further, esperta di imprenditoria e tecnologie spiega quali sono le cinque situazioni che possono rallentare la crescita di una startup.

Dopo la primissima fase di attività di una startup, durante la quale tutto sembra procedere velocemente e per il meglio, e le possibilità di crescita sembrano illimitate, spesso capitano infatti dei momenti di difficoltà che, se affrontati nel modo giusto, possono essere brillantemente superati dal team. Vediamo quali sono questi problemi e come è possibile risolverli nella maniera più efficace.

1. Aspettare che tutto sia perfetto

A volte, la startup si ferma in attesa che tutto sia impeccabile, ma questo è un grande errore: bisogna invece partire da un semplice presupposto, cioè che la perfezione è un sogno irrealizzabile. Sabelline Chicot spiega che per avere successo nel business il team deve concentrarsi sulle cose che contano veramente, tralasciando dettagli poco significativi, mantenendo ben presente la vision e proseguendo verso il lancio del prodotto. L’importante per una startup è avere prima possibile un prodotto da mettere sul mercato, per poi migliorarlo nel tempo sulla base dei feedback dei clienti. Di conseguenza, il focus deve essere sulle funzionalità di base.
Questo discorso vale a maggior ragione per startup che operano nel settore software: Sabelline Chicot riporta a tale proposito le parole di Dave Winder, sviluppatore ed imprenditore di successo, secondo il quale lo sviluppo di un software è un processo sempre in evoluzione e “l’unico software perfetto è quello che stai ancora sognando”.

2. Cercare di essere al passo con i vostri concorrenti

Tenere il passo con le novità del settore e conoscere la concorrenza è sicuramente un punto fondamentale per qualsiasi imprenditore, ma Sabelline Chicot spiega chiaramente che non deve diventare un’ossessione: la continua analisi della concorrenza può diventare un “labirinto oscuro” da cui è difficile districarsi e prendere davvero molto tempo ad una startup.
Lo stesso Paul Graham ha sottolineato nel suo blog che difficilmente una startup fallisce a causa dei concorrenti: anzi, secondo Graham, spesso un mercato affollato di competitors non è una minaccia, ma un segnale di vitalità del mercato, e della presenza un bisogno da soddisfare.

Il consiglio di Sabelline Chicot è quello di impegnarsi sicuramente in un’analisi accurata della concorrenza e di tenersi aggiornati su ciò che accade nel proprio settore di riferimento, senza tuttavia lasciarsi scoraggiare o modificando troppo la propria vision.

3. Fare tutto da soli

I founder di una startup, secondo Sabelline Chicot, non devono sentirsi in dovere di svolgere da soli tutte le mansioni: marketing, informatica, risorse umane, finanza, vendite, sviluppo web… E’ sicuramente più utile incanalare le proprie energie in alcuni compiti specifici e strategicamente cruciali e imparare a delegare gli altri compiti e mansioni agli altri.

In una startup è importantissimo imparare a dividere i compiti ed è fondamentale che i founder responsabilizzino gli altri membri dell’organico: il consiglio pratico è quello di fornire ai lavoratori i migliori strumenti possibili, lasciandoli poi svolgere liberamente il proprio lavoro.

4. Prendersi troppo sul serio

Sabelline Chicot sceglie come esempio sull’argomento l’imprenditore seriale Richard Branson: secondo l’autrice del post, Branson è l’espressione massima di un founder di startup caratterizzato dal buon umore e dalla capacità di non prendere le cose troppo sul serio. Dietro questa apparenza sorridente, tuttavia, Branson cela una solidissima logica aziendale.

In sintesi, soprattutto nelle fasi di startup in cui necessariamente ci si ritrova di fronte a molte decisioni critiche, è importante imparare ad essere positivi e riuscire a trasmettere tale positività nella cultura aziendale, così da permettere a tutti di lavorare in un contesto di apertura in cui sia più facile essere creativi.

5. Paura di sbagliare

In quest’ultima parte del suo post, Sabelline Chicot spiega l’importanza degli errori per una startup: è fondamentale avere bene in mente che non c’è nulla di male a fare qualcosa di sbagliato, che gli errori capiteranno sempre e che accettare questi concetti è segno di maturità e consapevolezza da parte dei founder.

Nessuno ha mai avuto un’idea perfetta, che non aveva bisogno di ulteriore lavoro e di modifiche: per dirla con le parole di Sabelline Chicot, “L’arte di riuscire nelle cose è anche nel fare degli errori”: sono moltissimi gli imprenditori che, prima di raggiungere il successo, sono passati attraverso il fallimento.

Fondamentale da questo punto di vista avere sempre un piano di riserva se le cose vanno male, per poter affrontare i momenti difficili con maggiore tranquillità ed obiettività e far crescere al meglio una giovane azienda.

E’ possibile leggere l’articolo originale di Sabelline Chicot su Six Revision al seguente link: http://sixrevisions.com/business/startups-growth-thing-slow-down/

Napoli, 06/12/2013