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Tag: regola delle 5W

Consigli per startup: come realizzare un Pitch vincente

Business2Community ha pubblicato di recente un interessante post di Deb McAlister-Holland, consulente americana specializzata in startup tecnologiche, dal quale è possibile ricavare una serie di consigli utili per realizzare un Pitch di 3 minuti vincente da presentare ai potenziali investitori.

Il punto di partenza quando bisogna presentare la propria startup con un pitch di tre minuti è non farsi prendere dal panico: secondo Deb McAlister-Holland, infatti, uno startupper deve sempre ricordare che le pitch competition sono uno strumento indispensabile per ottenere fondi, e partecipare ad una Pitch Competition è uno sforzo necessario per il team.

Detto ciò, tutti i passi successivi devono essere mossi con la consapevolezza che un pitch della durata di 3 minuti non può fare a meno di concentrarsi esclusivamente sulle informazioni essenziali. Il consiglio è quello di seguire la “Regola delle 5W” tipica del giornalismo:

  • Who (Chi): la domanda a cui rispondere è “chi sono i potenziali clienti di questo prodotto?”. Fondamentale, inoltre, dire al potenziale investitore da quanti potenziali clienti è formato il mercato.
  • What (Cosa): la risposta alla domanda “cosa stai vendendo?” deve essere il più possibile semplice e diretta, tralasciando la terminologia specifica del marketing.
  • Where (Dove): si tratta della risposta alla domanda “attualmente, dove stanno spendendo i propri soldi i vostri potenziali clienti?”: in pratica si tratta di far capire al potenziale investitore chi è la concorrenza.
  • When (Quando): si riferisce a quando il prodotto sarà pronto per essere immesso sul mercato. Per rispondere a questa domanda bisogna spiegare cosa si è già fatto, a che punto è il progetto e quali sono i tempi previsti per completare i vari step.
  • Why (Perchè): l’ultimo punto prevede la risposta a domande quali “perchè il vostro prodotto è diverso?”, “quali bisogni soddisfa/problemi risolve?”, “perchè qualcuno dovrebbe investire nel vostro progetto?”.

Deb McAlister-Holland sostiene che per dare una risposta soddisfacente alle 5W dovrebbero bastare circa 90 secondi: in questo modo, il team ha ancora metà dei 3 minuti a propria disposizione per fornire ulteriori informazioni e dettagli.

Deb McAlister-Holland sostiene poi che ci sono innanzitutto 4 slides fondamentali per un buon pitch di tre minuti:

  1. La slide iniziale, una sorta di apripista che viene proiettata mentre il team attraversa la sala per arrivare al palco;
  2. La slide sul team, con le fotografie dei componenti e un paio di righe biografiche su ciascuno di loro. Deb McAlister-Holland precisa che questa slide non va letta, per non rubare tempo alla presentazione dell’idea;
  3. La “ask” slide, ossia la slide in cui il team mostra al pubblico la cifra rischiesta e come prevede di spenderla. Si tratta di una slide sulla quale soffermarsi solo pochi secondi, rimandando eventuali approfondimenti ad un colloquio one-to-one con il potenziale investitore realmente interessato.
  4. La “contact” slide, ultima slide del pitch, in cui si ringrazia per l’ascolto e si segnalano i contatti (telefono, e-mail). Anche questa non va letta, basta semplicemente congedarsi con un “Grazie mille”.

Secondo l’autrice, per queste quattro slides indispensabili bisogna calcolare un tempo massimo di 20 secondi: restano a disposizione 2 minuti e 40 da dedicare al prodotto.

Il post di Deb McAlister-Holland contiene altri consigli utili, primo tra tutti quello di esercitarsi e ripetere più volte possibile il pitch, per acquisire sicurezza nell’esposizione: è facile per chi ascolta distinguere già al primo sguardo uno startupper preparato e sicuro di sè da uno nervoso e poco convinto della propria presentazione.

Immaginando una Pitch competition, inoltre, l’autrice consiglia agli startupper di non portare sul palco l’intero team: una persona è più che sufficiente per un pitch di tre minuti. Questa regola vale però esclusivamente per il palco: è invece importante, secondo l’autrice, che all’evento siano presenti almeno 3-4 membri del team che possano parlare con più persone possibili.

Altri spunti interessanti riguardano la possibilità di sostituire le informazioni testuali contenute nelle “classiche” slides con immagini, fotografie e video (Deb McAlister-Holland suggerisce per quest’ultimo una durata di circa un minuto): la comunicazione del pitch sarà più efficace ed incisiva, e sarà più semplice mantenere alta l’attenzione di chi ascolta.

Infine, l’autrice del post offre agli startuppers ultimo prezioso suggerimento: procurarsi delle chiavette USB con il logo della propria startup da distribuire ai presenti. Si tratta di un piccolo gesto che consente al team di lasciare ai presenti non soltanto il pitch, ma anche informazioni dettagliate e ulteriore materiale di approfondimento sulla propria startup: un sistema economico per curare i contatti acquisiti in queste occasioni anche dopo la presentazione, con un gadget utile e gradito che permetterà al team di distinguersi dagli altri e farsi ricordare dai nuovi contatti incontrati all’evento.

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Napoli, 28/08/2013