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Pubblicato il Bando del Comune di Napoli per agevolazioni e contributi alle imprese partenopee

Durante una Conferenza Stampa tenutasi stamattina nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo è stato presentato il Bando dell’Assessorato al Lavoro – Direzione Centrale Sviluppo, Ricerca, Mercato del Lavoro – Servizio Mercato del Lavoro, Ricerca e Sviluppo Economico del Comune di Napoli per le agevolazioni a piccole e micro imprese e il sostegno di progetti imprenditoriali, ai sensi della legge 266/97.

I contributi saranno concessi per il 50% a fondo perduto, mentre il restante 50% sarà soggetto a rimborso attraverso un piano di ammortamento in rate trimestrali della durata massima di 3 anni.

Il Bando si articola in tre linee di intervento per una dotazione finanziaria complessiva pari 5.600.000 euro: la seguente tabella raccoglie alcune informazioni utili su ciascuna linea. Si rimanda alla pagina dedicata del sito ufficiale del Comune di Napoli per il testo integrale del Bando, gli allegati e ulteriori dettagli ed approfondimenti.

Linea d’intervento 1 – Promozione di Reti d’Impresa formali e permanenti Linea d’intervento 2 – Sostegno a processi di consolidamento e di innovazione Linea d’intervento 3 – Sostegno al sistema delle piccole e micro imprese nei settori del commercio, dell’artigianato e del turismo nei Borghi

Tipologia di interventi

(Art. 1 – 2)

Le Reti, già costituite o di nuova costituzione, dovranno essere composte da almeno 3 imprese ed essere finalizzate alla collaborazione produttiva, alla progettazione, alla fornitura di servizi sui mercati locali, all’internazionalizzazione. Destinata a rafforzare la competitività e la capacità produttiva piccole e micro imprese, con investimenti per il potenziamento delle capacità commerciali, produttive e gestionali; l’aggiornamento tecnologico; la riduzione dell’impatto ambientale; l’innovazione di processo e/o di prodotto L’intervento prevede politiche di supporto a specifiche attività, tradizioni, vocazioni e potenzialità dei Borghi, con particolare attenzione ai settori del commercio, del turismo e dell’artigianato.

Dotazione finanziaria

(Art. 5)

3.000.000,00 1.800.000,00 800.000,00

Destinatari e Requisiti

(Art. 4)

Imprese già esistenti/nuove imprese (1) che svolgono la propria attività in una delle seguenti forme giuridiche: individuale, societaria, cooperativa.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 1 al Bando.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 1 al Bando.

L’attività di impresa dovrà rientrare tra i codici ammissibili della

classificazione ATECO 2007 previsti nell’allegato 2 al Bando.

Ambito territoriale

(Art. 3)

Le imprese devono essere localizzate nei seguenti quartieri:

Municipalità 2 – Mercato, Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto

Municipalità 3 – Stella, San Carlo all’Arena

Municipalità 4 – San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale

Municipalità 6 – Ponticelli, Barra, San Giovanni a Teduccio

Municipalità 7 – Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno

Municipalità 8 – Piscinola, Chiaiano, Scampia

Municipalità 9 – Soccavo, Pianura

Municipalità 10 – Bagnoli, Fuorigrotta

Ammontare del contributo (2)

(Art. 6)

30.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 46.153,85

60.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 92.307,69

60.000 per ciascuna impresa beneficiaria, per progetti d’investimento pari ad almeno € 92.307,69

Tempi di realizzazione dell’investimento

(Art. 4)

Entro 8 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Entro 12 mesi dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione ed Obbligo

Spese ammissibili

(Art. 7)

Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Opere assimilate alle murarie (max 30% totale spese ammissibili); Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Opere murarie e assimilate alle murarie (max 30% totale spese ammissibili); Macchinari, attrezzature ed attività immateriali; Servizi reali (max 10% totale spese ammissibili).

Termini e modalità di presentazione delle domande

(Art. 9)

Formulario di progetto e documentazione amministrativa e tecnica da presentare dal 28/02/2014 al 13/06/2014 (ore 12:00) al Comune di Napoli – Servizio Mercato del Lavoro, Ricerca e Sviluppo Economico (nel dettaglio, le modalità di presentazione sono previste dall’art. 9 del Bando)

Procedura di selezione

(Art. 10)

Procedura di tipo valutativo fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Al termine delle valutazioni saranno pubblicate tre graduatorie (una per ciascuna linea di intervento). Sarà inoltre eventualmente costituita una graduatoria generale nella quale confluiranno tutti i progetti delle linee di intervento ammessi e non finanziati per indisponibilità dei fondi, per eventuali e successive riassegnazioni.

Premialità speciali (3)

(Art. 10)

Saranno assegnati 10 punti in caso di provenienza delle compagini o delle imprese dagli Incubatori di impresa del Comune di Napoli.

Saranno assegnati 10 punti in caso di provenienza delle compagini o delle imprese dagli Incubatori di impresa del Comune di Napoli.

Saranno assegnati 10 punti a interventi localizzati nei quartieri dell’Intervento Borghi.

Modalità di erogazione del contributo

(Art. 13)

Le agevolazioni sono erogate in due quote:

a) previa presentazione dello stato d’avanzamento obbligatorio a 120 giorni dalla data di sottoscrizione dell’Atto di Adesione e Obbligo;

b) previa presentazione della richiesta di saldo, ad ultimazione dell’investimento.

In alternativa, la quota descritta al punto a) può essere sostituita dalla presentazione di una richiesta di erogazione del contributo a titolo di anticipazione.

NOTE

(1) Per imprese già esistenti si intende si intendono quelle regolarmente iscritte alla CCIAA da almeno sei mesi prima della data di pubblicazione del Bando, per nuove imprese si intendono quelle ancora da costituire e quelle iscritte alla CCIAA da meno di sei mesi alla data di pubblicazione del Bando.

(2) Per tutte e tre le linee di intervento, il contributo massimo erogabile va inteso nel rispetto del limite de minimis previsto dalla normativa comunitaria. Inoltre, il contributo non potrà superare il 65% delle spese ammissibili: le imprese dovranno infatti sostenere il 35% dell’investimento complessivo ammissibile.

(3) Le premialità speciali saranno riservate, per le linee di intervento 1 e 2, a compagini e imprese provenienti dal CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est (in incubazione o in coworking alla data di pubblicazione del Bando) e dalla Casa della Socialità (imprese che abbiano concluso positivamente la fase di way out). Per la linea di intervento 3, i quartieri dell’Intervento Borghi (elencati all’art. 3 del Bando) sono i seguenti: Pendino, Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Stella, San Lorenzo, San Pietro a Patierno.

Pubblicati i nuovi orientamenti UE in tema di aiuti di Stato per investimenti in equity: focus particolare su accesso al credito, PMI e innovazione

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i nuovi Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitale di rischio nel territorio degli Stati Membri: si tratta del documento che andrà a sostituire gli orientamenti in scadenza al 30 giugno 2014, e che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2014.

Si tratta di uno strumento fondamentale che la Commissione intende affiancare alle altre iniziative UE per favorire l’accesso al credito delle PMI, ed in particolare ai programmi Horizon 2020 e COSME 2014/2020: lo scopo principale è quello di promuovere la nascita e la crescita di nuove imprese, “in particolare quelle più innovative e a forte crescita”, che possono inoltre generare nuova occupazione.

Presupposto di base da cui parte la Commissione è che spesso le PMI, nonostante le loro potenzialità di crescita, possono avere difficoltà nell’accesso ai finanziamenti: ciò è vero soprattutto per le imprese che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo, e quindi per le startup.
In questo contesto, la Commissione ritiene che sia necessario promuovere misure che siano in grado di migliorare ed ampliare l’utilizzo di strumenti di equity e di debito, con strumenti semplici, flessibili ed efficaci.

Tra le novità degli Orientamenti, che saranno in vigore dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2020, abbiamo innanzitutto un ampliamento del campo di azione degli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitali di rischio: non saranno più destinati soltanto alle PMI, ma saranno incluse tra le imprese beneficiarie anche le midcap e le imprese a media capitalizzazione innovative (in particolare, per progetti di innovazione e di R&S).

Gli aiuti, in particolare sottoforma di agevolazioni fiscali, potranno inoltre essere indirizzati agli investitori e agli intermediari finanziari (o soggetti gestori di intermediari finanziari). Sono concedibili anche aiuti di Stato per la creazione di piattaforme alternative di negoziazione, che potranno coprire fino al 50% dei costi.

Inoltre, è previsto un innalzamento sostanziale della soglia massima di aiuti concebili: dagli attuali 1,5 milioni di euro previsti, gli aiuti potranno arrivare fino a 15 milioni di euro per impresa.

Riguardo invece alle tipologie di strumenti, gli aiuti di Stato per la promozione degli investimenti di rischio potranno assumere diverse forme: equity, quasi-equity, prestiti ed interventi di garanzia.

Rimane in vigore l’obbligo di partecipazione di investitori privati agli strumenti di sostegno pubblico: è infatti indispensabile, secondo la Commissione, che ci sia condivisione dei rischi e dei benefici tra lo Stato e i privati, per assicurare una corretta gestione ed utilizzazione degli strumenti di accesso al credito.

Per il documento integrale della Commissione Europea: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2014:019:0004:0034:IT:PDF

Napoli, 07/02/2014

Consigli per startup e imprese: l’importanza delle strategie di Customer Relationship Management

In un interessante articolo pubblicato da IoD, si discute l’importanza fondamentale delle strategie di CRM: la strategia di Customer Relationship Management, spesso ritenuta fondamentale solo per le grandi aziende, è in realtà un aspetto basilare per aziende di qualsiasi dimensione e in qualsiasi fase di sviluppo: in particolare, startup e piccole imprese non dovrebbero mai ignorarne le potenzialità.

La CRM è infatti una strategia necessaria per aumentare le vendite, accrescere la fidelizzazione dei clienti, migliorare i margini di profitto e ridurre i costi di vendita e di marketing: basti pensare ad alcune situazioni tipiche in azienda, come la perdita dei dati di un potenziale cliente, o il caso in cui uno dei migliori clienti decide di passare ad un concorrente.

L’articolo di IoD elenca i 10 motivi fondamentali per cui una startup e, più in generale, un’impresa dovrebbero focalizzarsi sulla strategia di CRM: vediamo più nel dettaglio quali sono.

1. Conoscere i clienti

E’ fondamentale per un’azienda conoscere la “sales history” dei propri clienti, per poter identificare i trends di acquisto. Ecco che assumono importanza informazioni riguardanti il cliente, dai suoi dati e contatti alla frequenza con cui effettua i propri acquisti. In questo modo, è possibile capire quali sono le sue preferenze e contattarlo al momento giusto e con il messaggio giusto.

2. Dare un valore ai clienti

Analizzare la clientela e il modello di acquisto permette all’azienda di quantificare esattamente quanto ciascun cliente vale per il business: i dati di CRM sono fondamentali per identificare i segmenti di clientela più redditizi e possono servire all’azienda per identificare altri segmenti di clientela sui quali puntare.

3. Avere tutte le informazioni in un unico posto

I “Dedicated CRM Systems” consentono di immagazzinare tutti i dati relativi alle vendite e al marketing e di affiancarli ad altri dati fondamentali per l’azienda (ad esempio, quelli sul magazzino o le consegne). In questo modo è possibile unificare tutte le informazioni relative al cliente, assicurandosi di averle a portata di mano quando necessario.

4. Testare e perfezionare le strategie di marketing

Un’altra conseguenza del punto precedente, è che le informazioni a disposizione possono essere utilizzate dall’azienda per analizzare i risultati delle strategie di marketing e per pianificare nuove strategie.

5. Aumentare le vendite

E’ dimostrato che l’implementazione di strategie di CRM in azienda fa aumentare le vendite: ciò accade perché le informazioni a disposizione permettono di indirizzare meglio gli sforzi e le risorse e, in particolare, di mettere in atto approcci strategici rispetto alla risorsa tempo, di migliorare i tassi di conversione e di aumentare il numero di vendite per cliente.

6. Una spinta alla fidelizzazione del cliente

La CRM consente di offrire al cliente un servizio mirato e personalizzato, facendo aumentare il livello di soddisfazione e consentendo di mantere più a lungo il cliente.

7. Up-Sell e Cross-Sell

Avere a disposizione i modelli d’acquisto del cliente consente all’azienda di massimizzare le vendite anche perchè permette di implementare tecniche di vendita mirate come l’up-selling e il cross-selling: la prima consiste nell’offrire al cliente qualcosa di più costoso e/o di maggior valore rispetto alla sua iniziale scelta di acquisto, la seconda consiste invece nell’offrire al cliente prodotti o servizi collegati alla sua scelta iniziale, per rendere l’offerta più completa.

8. Aumentare l’efficienza e ridurre i costi

Poichè le strategie di CRM migliorano il targeting, i costi di marketing e di vendita possono essere ridotti. Inoltre, l’efficienza aumenta anche in termini di tempo e risorse che l’azienda mette a disposizione.

9. Spot trends e monitoraggio

In molti casi le imprese reagiscono ai cambiamenti di mercato soltanto dopo il verificarsi degli eventi: la CRM consente di individuare i cambiamenti nelle esigenze della clientela in tempo reale, riducendo i tempi di risposta.

10. Trovare nuovi clienti partendo dai dati

Le informazioni sui clienti già esistenti possono aiutare l’azienda a trovare nuovi clienti ed effettuare nuove vendite: questo perchè si hanno a disposizione dati e informazioni che permettono di identificare il “cliente tipo” dell’azienda e di mettersi in contatto con nuovi segmenti di clientela.

Per leggere il post originale su IoD: http://ht.ly/sNA4e

Napoli, 28/01/2014

Opportunità dall’UE: pubblicati i template per le prime due call dello SME INSTRUMENT di Horizon 2020

Horizon 2020 è il programma dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione 2014-2020: per la prima volta, un unico programma comunitario riunisce tre pilastri fondamentali: Excellent Science; Industrial Technologies e Societal Challenges, con un budget totale di oltre 70 miliardi di euro.
Nell’ambito del secondo pilastro, dedicato alle Industrial Technologies, Consiglio, Parlamento e Commissione Europea hanno previsto uno strumento specificamente rivolto alle PMI degli Stati Membri dell’Unione: si tratta del cosiddetto “SME INSTRUMENT”, concepito con l’obiettivo di promuovere la ricerca, favorire l’innovazione e aumentare la competitività a livello globale delle piccole e medie imprese europee.

Lo SME INSTRUMENT si articola in tre fasi:

FASE 1. Studio di fattibilità – attraverso il quale le PMI potranno ottenere un finanziamento destinato a predisporre l’analisi di fattibilità scientifica, tecnica, economica e commerciale del proprio progetto, che dovrà terminare con l’elaborazione di un business innovation plan.

FASE 2. Innovazione – i progetti che riusciranno a superare con successo la fase 1, potranno accedere ad un ulteriore finanziamento che permetterà la realizzazione e lo sviluppo concreto del business plan elaborato, fino ad arrivare all’effettivo lancio sul mercato del prodotto/servizio.

FASE 3. Commercializzazione – la terza e ultima fase prevede il coinvolgimento diretto di finanziatori privati, oltre ad un sostegno “indiretto” consistente in una serie di agevolazioni per l’accesso al credito e a nuove misure riguardanti i diritti di proprietà intellettuale.

Per tutte le tre fasi, inoltre, l’Unione Europea prevede un servizio di coaching e mentoring per le PMI partecipanti al programma, affidato all’Enterprise Europe Network (EEN).

A partire dal 1 marzo 2014 sarà possibile inviare le candidature per le fasi 1 e 2 del programma: sono già on-line, da pochi giorni, i template per la presentazione delle domande.

Più nel dettaglio, la call per la fase 1 dello SME INSTRUMENT di Horizon 2020 prevede un budget totale di oltre 25 milioni di euro, destinati a PMI innovative con sede in uno degli Stati Membri (o degli stati associati) che abbiano un progetto relativo ad uno dei seguenti settori:

– Crescita sostenibile legata alle attivita marittime
– Spazio
– Open Disruptive Innovation
– Nanotecnologie, materiali avanzati o tecnologie avanzate per I processi e il manifatturiero;
– Validazione clinica di biomarkers e/o strumenti medici diagnostici
– Produzione e lavorazione del cibo efficiente dal punto di vista delle risorse ed eco-innovativa
– Energie pulite
– Trasporti
– Eco-innovazione e fornitura sostenibile di materie prime
– Applicazioni mobile innovative per l’e-government
– Innovazione dei business models delle PMI
– Protezione degli obiettivi urbani sensibili e delle infrstrutture urbane critiche
– Processi industriali basati sulle biotecnologie

La call per la fase 2 dello SME INSTRUMENT, invece, ha un budget totale pari a oltre 220 milioni di euro. Anche in questo caso, la partecipazione è possibile solo per PMI che abbiano sede in uno degli Stati Membri UE (o degli stati associati) e che presentino un progetto imprenditoriale innovativo in uno dei seguenti settori:

– Ecoinnovazione e fornitura di materie prime
– Spazio
– Crescita sostenibile legata alle attivita marittime
– Open disruptive innovation
– Trasporti
– Energia pulita
– Nanotecnologie, materiali avanzati o tecnologie avanzate per I processi e il manifatturiero;
– Protezione degli obiettivi urbani sensibili e delle infrstrutture urbane critiche
– Validazione clinica di biomarkerse/o strumenti medici diagnostici
– Processi industriali basati sulle biotecnologie

Per entrambe le call, il finanziamento UE potrà coprire fino al 100% dei costi ammissibili. I progetti saranno valutati sulla base di tre criteri fondamentali: Eccellenza, Impatto, Qualità ed Efficienza nell’implementazione.

Per entrambe le call la deadline per la presentazione delle domande è fissata al 17 dicembre 2014.

Per maggiori informazioni, il Regolamento delle call è attualmente disponibile al seguente link (in ingua inglese):
http://ec.europa.eu/research/participants/portal/doc/call/h2020/common/1587751-h2020-rules-participation_en.pdf

Per tutte le informazioni utili sulle call per le fasi 1 e 2 dello SME INSTRUMENT:

Fase 1 http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-smeinst-1-2014.html#tab1

Fase 2 http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/calls/h2020-smeinst-2-2014.html#tab1

Napoli, 27 gennaio 2014

Credito d’imposta per assunzioni di personale qualificato per attività di R&S: procedura semplificata e riserva speciale per startup innovative e incubatori certificati

E’ stato pubblicato ieri, nella Gazzetta Ufficiale n. 16 del 21/01/2014, il Decreto Ministeriale 23/10/2013 del Ministero dello Sviluppo Economico che definisce le modalità di attuazione del Credito d’imposta per l’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato da impiegare nelle attività di Ricerca & Sviluppo.

Si tratta di un passo avanti nell’iter burocratico per l’effettiva attivazione di questo strumento di agevolazione destinato alle imprese di qualsiasi forma e dimensione, comprese le startup innovative e gli incubatori certificati: per l’attivazione vera e propria occorre però aspettare l’affidamento della gestione della piattaforma informatica per l’invio delle domande e il Decreto Direttoriale che andrà a identificare i contenuti della domanda e la procedura semplificata prevista per startup e incubatori.

Attualmente è possibile ricavare dal DM 23/10/2013, oltre ai beneficiari individuati sopra, le condizioni di accesso al Credito d’imposta e l’ammontare delle agevolazioni erogabili.

E’ possibile richiedere il Credito d’imposta per assunzioni a tempo indeterminato o per trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, per un periodo massimo pari a dodici mesi dalla data di assunzione, per:

1) personale in possesso di un dottorato di ricerca universitario conseguito presso una università italiana o estera (nel secondo caso il titolo deve essere riconosciuto equipollente);

2) personale in possesso di laurea magistrale in discipline in ambito tecnico o scientifico purché impiegato in attività di Ricerca e Sviluppo.

In particolare, per le startup innovative e per gli incubatori certificati è agevolabile anche il costo aziendale per assunzioni a tempo indeterminato effettuate mediante contratto di apprendistato.

Il “costo aziendale” viene calcolato considerando il costo salariale sostenuto dall’impresa, comprendente la retribuzione lorda (prima delle imposte) e i contributi obbligatori (oneri previdenziali e contributi assistenziali).

Relativamente all’anno 2012, il credito d’imposta deve essere calcolato sui costi aziendali sostenuti a partire dal 26 giugno 2012, mentre per gli anni successivi i costi si calcolano a partire dal 1° gennaio di ciascun anno.

I contributi di cui ciascun beneficiario può usufruire per ciascun anno non possono superare il limite massimo di 200.000 euro.
Il credito d’imposta è pari al 35% dei costi aziendali sostenuti dall’impresa.

L’impresa è tenuta ad indicare nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta durante il quale ha beneficiato delle agevolazioni l’importo del contributo sotto forma di credito d’imposta. Tale importo non concorre alla formazione del reddito, nè della base imponibile IRAP.

Da segnalare, relativamente a startup innovative e incubatori certificati, oltre alla procedura semplificata di accesso anche la previsione di un’apposita riserva del fondo per il credito d’imposta per l’assunzione di personale qualificato per attività di R&S: tale riserva è pari a 2 milioni di euro.

Napoli, 22/01/2014

Nuove opportunità per PMI innovative nel settore Health and Wellbeing da EIT ICT Labs

EIT ICT Labs, Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia, ha lanciato una call destinata a PMI europee che operano nel settore della salute e del benessere: EIT Health and Wellbeing (HWB) Community. Si tratta di un’opportunità interessante per aziende che lavorano nel settore basandosi sull’innovazione, le tecnologie e le ICT.

Il bando, infatti, è riservato a imprese ad alto potenziale di crescita che impieghino nel settore di riferimento le soluzioni ICT in maniera innovativa: si tratta di un’iniziativa volta alla creazione di un network tra le imprese europee del settore Health and Wellbeing, allo scopo di individuare nuovi partner e clienti sul mercato internazionale.

Le selezioni resteranno aperte fino al 14 febbraio 2014, per partecipare occorre scaricare l’Application Form (da questo link) che andrà poi inviato in formato PDF all’indirizzo hwbcommunity@eitictlabs.eu

Tra le candidature pervenute entro il 14/02/2014, verranno selezionate un massimo di 28 PMI sulla base dei seguenti criteri:

– L’azienda svolge la propria attività nel settore ICT – Health and Wellbeing;
– L’azienda ha a disposizione le risorse e i programmi necessari per allargare il proprio business in Europa;
– La PMI ha sede o è fortemente collegata ad uno dei sette “Paesi-Nodo” in cui si trovano i KIC (le basi di EIT ICT Labs): Finlandia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Italia, Svezia e Regno Unito;
– La PMI ha introdotto sul mercato un prodotto/servizio innovativo ICT based, ad elevato potenziale di crescita, oppure una nuova versione di una tecnlogia/servizio/prodotto esistente sul mercato.

Le 28 imprese selezionate riceveranno un Grant da 7.500 euro e la possibilità di partecipare agli eventi in programma per HWB Community: è previsto infatti un evento iniziale in uno dei Nodi Europei nei primi mesi del 2014, una serie di incontri con clienti e investitori, uno o due eventi promozionali e l’evento finale di metà dicembre 2014.

Inoltre, la partecipazione a HWB Community garantisce una serie di opportunità:

Networking, partnership e condivisione tra le 28 PMI europee selezionate;
Accesso al network di contatti EIT Business Developer in tutti i sette Paesi-Nodo d’Europa;
– Possibilità di collaborazione con l’Area Innovazione di EIT Health & Wellbeing;
Contributi finanziari a sostegno della mobilità.

Per informazioni e approfondimenti:
http://www.eitictlabs.eu/about-us/calls-tenders/call-eit-health-and-wellbeing-hwb-community/

Napoli, 21/01/2014

Nuove opportunità: Attive dal 7 febbraio le agevolazioni per imprese nelle Zone Franche Urbane della Campania

Dal 7 febbraio 2014 sarà possibile presentare domanda per le agevolazioni fiscali e contributive previste dalle Zone Franche Urbane (ZFU) in Campania e Calabria.
L’attivazione degli interventi permette il via libera delle agevolazioni per le 16 ZFU delle due Regioni, sbloccando 98 milioni di euro per la Campania e 54,88 milioni di euro per la Calabria, che permetteranno di finanziare le agevolazioni per le imprese con sede nelle aree indicate dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il sistema delle ZFU prevede infatti l’individuazione, all’interno dei Comuni indicati, di zone specifiche all’interno delle quali potranno essere richieste le agevolazioni fiscali e contributive: il modello delle ZFU prende ispirazione dalle Zones Franches Urbaines, nate in Francia allo scopo di favorire l’imprenditoria nelle zone disagiate del territorio urbano.

In particolare, i Comuni campani individuati dal MISE di concerto con la Regione Campania per la creazione delle ZFU sono: Aversa, Benevento, Casoria, Mondragone, Napoli, Portici (centro storico e zona costiera), San Giuseppe Vesuviano, Torre Annunziata. I confini delle aree che identificano le ZFU all’interno di questi Comuni sono stati ricavati in base alle sezioni censuarie, e sono segnalati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Riguardo ai beneficiari delle agevolazioni per le ZFU, la normativa identifica i seguenti requisiti:

– imprese di micro e piccola dimensione;
già costituite alla data di presentazione dell’istanza e regolarmente iscritte al Registro delle imprese;
– che svolgono la propria attività all’interno della ZFU;
– che siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria, non sottoposte a procedure concorsuali.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i quattro strumenti che compongono il mix di agevolazioni per le imprese delle ZFU, descritte dal Decreto Ministeriale 10 aprile 2013 del MISE:

1) Esenzione dalle imposte sui redditi (art. 9)

L’esenzione si applica sul reddito derivante dall’attività svolta dall’impresa nella ZFU fino a un limite di 100.000 euro. L’esenzione è totale (100%) per i primi 5 periodi di imposta, dopodiché le percentuali decrescono nel modo seguente:

– 60% dal sesto al decimo periodo d’imposta;
– 40% per l’undicesimo e il dodicesimo periodo d’imposta;
– 20% per il tredicesimo e quattordicesimo periodo d’imposta.

Nel caso in cui l’impresa svolga la propria attività anche al di fuori della ZFU è obbligatorio, ai fini dell’agevolazione, mantere una contabilità separata apposita.

2) Esenzione dall’IRAP (art. 11)

L’esenzione è applicabile per i primi 5 periodi di imposta entro il limite di 300.000 euro.

3) Esenzione dall’imposta municipale propria (art. 12)

Si riconosce l’esenzione dall’imposta municipale propria per i primi quattro anni: gli immobili in questione devono essere situati nella ZFU, essere in possesso dell’impresa beneficiaria e utilizzati per l’esercizio dell’attività di impresa.

4) Esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente (art. 13)

Si applica per contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato di durata non inferiore a 12 mesi, a condizione che almeno il 30% degli occupati risieda nel Sistema Locale di Lavoro della ZFU. L’esonero verrà calcolato sulla base delle stesse percentuali previste per le imposte sui redditi (vedi sopra).

Gli incentivi per le ZFU in Campania

Per le ZFU della Regione Campania, le agevolazioni saranno concesse a micro imprese e imprese di piccola dimensione che ricadono nelle aree identificate come accennato più sopra.

Le modalità di accesso alle agevolazioni sono state specificate attraverso il DD 13 gennaio 2014, che prevede l’obbligo di inviare le istanze esclusivamente per via telematica.
Il modello di istanza da compilare e firmare digitalmente è allegato al decreto direttoriale stesso (allegato 2), che andrà inviato seguendo la procedura telematica cui si avrà accesso dopo aver effettuato la registrazione al seguente link: https://agevolazionidgiai.invitalia.it/index.shtml

I termini per l’invio delle istanze sono dalle ore 12:00 del 7 febbraio 2014 alle ore 12:00 del 28 aprile 2014.

Nello specifico, per ciascun Comune delle ZFU campane è assegnata una percentuale delle risorse finanziarie disponibili (complessivamente pari a 98 milioni di euro): la tabella è pubblicata in allegato al DD 13 gennaio 2014, e contiene inoltre le riserve di scopo per ciascun Comune (allegato 1).
In particolare, le riserve in questione sono riservate a imprese di nuova o recente costituzione e imprese femminili.

Per maggiori dettagli e informazioni:

La pagina dedicata alle ZFU Campania dal sito del MISE
Il testo integrale del D.M. 10 aprile 2013
Il testo integrale del D.D. 13 gennaio 2014

Napoli, 17/01/2014

Attiva la Sezione Speciale del Fondo di Garanzia: 10.000.000 € per imprese e startup femminili

A partire dal 14 gennaio 2014 è ufficialmente attiva la Sezione Speciale del Fondo di Garanzia per le PMI destinata ad agevolare e sostenere la crescita e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in Italia: si tratta della Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità, che prevede una dotazione di 10 milioni di euro, di cui la metà destinata ad interventi in favore delle startup.

Le risorse della Sezione Speciale per le piccole e medie imprese femminili saranno impiegate per interventi di garanzia diretta, controgaranzia e cogaranzia con compartecipazione alla copertura del rischio: inoltre, le imprese femminili beneficeranno di una procedura semplificata per la concessione della garanzia.

Vediamo innanzitutto quali sono le caratteristiche delle PMI che possono accedere alla Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità del Fondo di Garanzia:

Imprese femminili: possono essere società cooperative e società di persone costituite per almeno il 60% da donne; società di capitali costituite per almeno i 2/3 da donne e imprese individuali gestite da donne operanti nei settori industria, artigianato, commercio, turismo, servizi.

Startup femminili: si tratta di PMI femminili (in possesso dei requisiti elencati alla voce precedente) costituite o in attività da meno di tre anni alla data di presentazione della richiesta di ammissione al Fondo, non valutabili sulla base dei dati contabili relativi agli ultimi due esercizi chiusi.

Queste due tipologie di imprese hanno inoltre alcuni vantaggi nell’accesso al Fondo di Garanzia:

– accesso gratuito e semplificato;

– possibilità di prenotare direttamente la garanzia al Gestore del Fondo e di recarsi successivamente a un intermediario finanziario con la delibera di approvazione del Comitato di Gestione del Fondo;

priorità di istruttoria e di delibera da parte del Comitato di Gestione;

copertura della garanzia fino all’80% dell’importo finanziato, nel rispetto dei limiti imposti dalle Disposizioni Operative generali del Fondo.

In particolare, la prenotazione diretta può essere effettuata inviando l’apposito modulo scaricabile da questo link al Gestore del Fondo tramite raccomandata A/R, fax (0647915005) o PEC (bdm-mcc@postacertificata.mcc.it).
I moduli sono di tre tipi: il primo è quello riservato alle imprese femminili (allegato 22), il secondo è quello riservato alle startup femminili (allegato 7) e il terzo è quello riservato alle startup femminili per operazioni finanziarie inferiori a 50.000 euro (allegato 7bis).

Si ricorda che gli importi massimi finanziabili previsti dalle Disposizioni Operative generali del Fondo sono:

2.500.000 euro per operazioni sul capitale di rischio, per le operazioni di anticipazione dei crediti verso la P.A. e per le operazioni di durata non inferiore a 36 mesi.

1.500.000 euro per le operazioni di consolidamento delle passività a breve termine, per le operazioni a favore di piccole imprese dell’indotto di imprese in amministrazione straordinaria di durata non inferiore a 5 anni e per tutte le altre operazioni finanziarie previste.

Per maggiori approfondimenti:

Qui, la pagina ufficiale dedicata alla Sezione Speciale Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità;

Qui, le Disposizioni Operative del Fondo di Garanzia

Qui, il nostro approfondimento sul Fondo di Garanzia

Napoli, 15/01/2014

Il Credito d’imposta R&S e il Digital Bonus a sostegno di imprese e startup: in cosa consistono?

In questo post pubblicato qualche settimana fa, abbiamo raccolto le misure più interessanti per imprese e startup contenute nel Decreto Destinazione Italia (D.L. 145/2013): analizziamo oggi più nel dettaglio due degli strumenti più utili per l’agevolazione dei business innovativi.

Credito d’imposta R&S (art. 3)

Destinazione Italia prevede l’istituzione del credito d’imposta a beneficio delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo: in attesa dell’apposito Decreto con cui il MISE definirà le modalità operative di tale strumento, vediamo quali sono i casi in cui il credito di imposta viene riconosciuto:

– importo massimo annuo di 2.500.000 euro per ciascuna impresa beneficiaria;
– per incrementi annuali (in ciascun periodo di imposta) del 50% di spesa nelle attività di ricerca e sviluppo;
– con decorrenza a partire dal periodo di imposta stabilito dal futuro decreto del MISE e fino alla chiusura del periodo di imposta al 31 dicembre 2016;
– nel rispetto della condizione secondo cui l’impresa sostenga spese per attività di R&S per almeno 50.000 euro per ciascun periodo di imposta.

L’articolo elenca inoltre le attività di ricerca e le spese ammissibili al credito di imposta. Le attività di ricerca ammissibili sono raggruppate nelle seguenti quattro voci:

a) lavori (sperimentali o teorici) la cui principale finalità sia “l’acquisizione di nuove conoscenze dui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili”, senza la previsione di applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette;

b) ricerca pianificata o indagini critiche con lo scopo di “acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi” o migliorare quelli esistenti, oppure per la creazione di componenti di sistemi complessi utili alla ricerca industriale;

c) acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo di conoscenze e capacità già esistenti per produrre “piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati” (prototipi);

d) attività di produzione e collaudo di prodotti, processi o servizi che non siano impiegati o trasformati allo scopo di applicazioni industriali o per finalità commerciali.

Le spese ammissibili al credito d’imposta R&S sono invece quelle contenute nelle seguenti tre voci:

a) personale impiegato nelle attività di R&S;

b) quote di ammortamento per le spese di acquisizione e utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio;

c) costi della ricerca svolta in collaborazione con università ed organismi di ricerca.

Il Decreto prevede inoltre un’apposita procedura per ottenere l’agevolazione, che inizia con la presentazione di un’istanza telematica da parte dell’impresa. Le modalità di presentazione dell’istanza verranno specificate dal Decreto MISE.
Il secondo passaggio della procedura prevede la predisposizione di una certificazione che attesti la bontà del credito, da allegare al bilancio.

Da un punto di vista fiscale, infine, il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui il beneficio è maturato. Il credito d’imposta, inolte, non concorre alla formazione del reddito, nè alla base imponibile IRAP.

Digital Bonus (art. 6)

Il Digital Bonus per la digitalizzazione delle imprese previsto da Destinazione Italia consiste in Voucher di importo non superiore a 10.000 euro che saranno concessi sotto forma di finanziamento a fondo perduto alle micro, piccole e medie imprese per:
– l’acquisto di software e hardware,
– l’acquisto di servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale, lo sviluppo dell’e-commerce, la connessione a banda larga e ultra-larga;
– il finanziamento della formazione qualificata del personale nel campo ICT.

La somma complessiva destinata ai Digital Bonus è di 100 milioni euro, ripartiti tra le Regioni in base proporzionale al numero di imprese registrate nelle Camere di Commercio.

Fonte: Fiscal Focus

Napoli, 14/01/2013

Il Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane: nuovi strumenti a sostegno di startup e PMI dalla Regione Campania

Con Decreto Dirigenziale n. 298 del 24/12/2013, la Regione Campania ha creato un Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane con una dotazione pari a 100 milioni di euro, affidandone la gestione a Sviluppo Campania Spa.

Sarà Sviluppo Campania, quindi, a selezionare i beneficiari attraverso appositi bandi pubblici: in attesa di sapere quali saranno termini e requisiti per ottenere agevolazioni e finanziamenti, vediamo come saranno impiegati i fondi a disposizione.

Per conoscere gli obiettivi del Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane , è fondamentale il contenuto del documento relativo alla Strategia di Investimento pubblicato nel BURC n. 74 del 30/12/2013, nel quale ritroviamo una serie di obiettivi e strategie:

Limitazione del sistema di finanziamento a fondo perduto, grazie ad un sistema rotativo del Fondo per assicurare la disponibilità di risorse anche nella futura programmazione;

Intervento sul sistema del credito e delle garanzie, per facilitare l’accesso al credito delle PMI e fornire finanziamenti laddove il sistema bancario non è propenso a farlo;

Fornire supporto alle startup e alle giovani aziende anche a copertura di investimenti immateriali, per assicurare supporto alla crescita di aziende basate sul know-how;

Snellimento e informatizzazione delle procedure, ricorrendo alla presentazione di domande esclusivamente on-line ed assicurando un servizio di assistenza digitale ai partecipanti;

Erogazione dei finanziamenti in più round, sulla base dell’invio di report periodici e sistematici.

Per raggiungere tali obiettivi, si prevede l’attivazione di una serie di strumenti, suddivisi nel già citato Decreto in tre macro aree:

a.1 Operazioni a supporto del tessuto produttivo artigianale e di start up

a.2 Iniziative finalizzate a facilitare l’accesso al credito

a.3 Misure a favore della crescita del tessuto produttivo

Nel documento relativo alla Strategia di Investimento, gli strumenti relativi alle tre macro aree sono ulteriormente specificati in cinque voci elencate nel Quadro sinottico degli strumenti:

1) Per le startup e le aziende di piccole dimensioni, saranno erogati finanziamenti a tasso agevolato (durata massima 5 anni e importo massimo 250.000 euro) da rimborsare con sei mesi di preammortamento;

2) Per le reti d’impresa, allo scopo di sostenere l’internazionalizzazione, si prevedono finanziamenti fino a un milione di euro. Lo strumento è riservato a raggruppamenti di minimo 3 micro, piccole e medie imprese con sede in Campania, costituite in forma di contratto di rete e dotate di un fondo patrimoniale comune;

3) Tranched cover per la facilitazione dell’accesso al credito, strumenti di garanzia diretta per la mitigazione del rischio dei finanziatori che investono in imprese con portafogli di crediti non agevolmente smobilizzabili. Riservato a PMI dei settori manifatturiero, servizi ed edilizia.

4) Rafforzamento della rete dei Confidi regionale, attraverso la creazione di un fondo di garanzia di secondo livello per supportare i consorzi fidi della Regione che prevedono garanzie anche per le passività a breve;

5) Patrimonializzazione delle startup, per sostenere i programmi di investimento di PMI ad elevato contenuto innovativo attraverso la sottoscrizione di quote di minoranza del capitale di rischio.

Da segnalare, infine, che un’ingente quota del Fondo Regionale per lo sviluppo delle PMI campane sarà dedicata alle nuove imprese, con particolare attenzione a quelle composte in maggioranza da under 35 e a quelle operanti nel settore dell’artigianato.

Per approfondimenti:

BURC n. 74 del 30/12/2013 (In allegato: il Decreto Dirigenziale n. 298 del 24/12/2013; l’Accordo di Finanziamento; la Lettera dei Costi e la Strategia di Investimento)

Napoli, 07/01/2014

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