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Opportunità di finanziamento per le imprese campane: il Fondo Jeremie

Jeremie è l’acronimo che sta ad indicare il fondo Joint Europe Resources for Micro to Medium Enterprises, nato su iniziativa della Commissione Europea e sviluppato in collaborazione con il Fondo Europeo per gli Investimenti per facilitare l’accesso al credito delle Piccole e Medie Europee nelle aree di riferimento. E’ importante specificare subito che il Fondo non viene erogato direttamente alle imprese, ma passa attraverso una serie di partner identificati tra gli intrmediari finanziari delle varie aree cui il fondo è destinato.
Si tratta di uno strumento di finanziamento esistente già da alcuni anni, che in Campania ha messo a disposizione negli ultimi due anni circa 18 milioni di euro e per il quale è stata aperta una nuova Manifestazione di Interesse dal 5 al 30 aprile 2013 destinata agli intermediari finanziari che da qui al 2015 vogliano diventare partner di Jeremie Campania. L’Europa prevede quindi di destinare nuove risorse al fondo, per cui è interessane capirne i meccanismi di funzionamento e le modalità di accesso.

Prima di tutto è possibile individuare una caratteristica imprescindibile per le imprese che intendono beneficiare del Fondo Jeremie: la scelta di effettuare nuovi investimenti che promuovano l’innovazione e lo sviluppo del tessuto economico di riferimento. Si tratta quindi di imprese che potremmo definire virtuose, nel senso che operano nel rispetto di criteri di sostenibilità economica e ambientale.
Tale aspetto è ancora più evidente per il Fondo Jeremie Campania, come deducibile dal fatto che nella Manifestazione di Interesse cui si è fatto cenno i settori prioritari di intervento previsti sono ICT, artigianato, attività culturali, servizi per il benessere e la cura della persona.

Gli obiettivi del Fondo dichiarati a livello comunitario specificano che esso è destinato sia alla creazione di nuove imprese che all’espansione di imprese già esistenti, e che gli investimenti possono avere le seguenti finalità:

  • modernizzare e diversificare le attività, sviluppare nuovi prodotti, assicurare e ampliare l’accesso al mercato;
  • finanziare la ricerca e lo sviluppo orientati al trasferimento di tecnologie, innovazione e imprenditorialità;
  • perseguire la modernizzazione tecnologica delle strutture produttive per poter raggiungere gli obiettivi delle economie a bassa emissione di anidride carbonica;
  • creazione e salvaguardia di posti di lavoro sostenibili.

Il Fondo Jeremie Campania è destinato in particolare a micro, piccole e medie imprese con sede legale e/o unità produttiva nel territorio regionale (requisito fondamentale che dovrà essere mantenuto per tutta la durata del finanziamento), anche in forma cooperativa e in consorzi, operanti nell’indstria, nell’artigianato, nel commercio, nel turismo e nei servizi con particolare riferimento ai seguenti settori:

  • tecnologie informatiche;
  • automotive;
  • biotecnologie;
  • aerospaziale;
  • agro-alimentare;
  • risparmio energetico ed energie rinnovabili.

In Campania, i partner dell’iniziativa sono Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale e Banca Unicredit. Il meccanismo di finanziamento è un mutuo per cifre da 10.000 a 1.500.000 € per ciascuna impresa, della durata massima di 8 anni (elevabili a 10), di cui una quota del 45% a tasso zero, e il restante 55% a tasso variabile.
Riguardo alle attività finanziabili, tra esse rientrano costi e immobilizzazioni materiali e immateriali, incremento del capitale circolante per sviluppo dell’attività e fabbisogni di gestione e spese relative al puro capitale circolante, che siano finalizzate allo stabilimento, al rafforzamento, all’espansione, ad attività di business nuova o esistente delle PMI del territorio.
Le domande devono essere presentate presso le Sedi Unicredit (l’elenco è disponibile qui), fino ad esaurimento fondi, e dovranno essere corredate di una serie di documenti tra cui un Business Plan che descriva il piano progettuale dell’impresa.

Per maggiori informazioni:

Napoli, 18/04/2013

Italia al 50° posto nella classifica del “Global Information Technology Report”

Il World Economic Forum ha presentato ieri a Ginevra il “Global Information Technology Report – Growth and Jobs in a Hyperconnected World” per il 2013, il documento che analizza l’impatto e l’influenza dell’ICT sullo sviluppo dell’economia e del mercato del lavoro nel mondo.
Il Report prende in considerazione 144 Paesi in tutto il mondo, analizzandoli sulla base di 54 parametri (tra cui la penetrazione di Internet, la diffusione degli smartphone e la disponibilità di capitali in denaro) e si propone come lo strumento più affidabile per l’analisi del fenomeno in questione.

Le conclusioni del Report confermano ancora una volta il ruolo preponderante che l’economia digitale e l’innovazione tecnologica assumono oggi nello sviluppo globale. Il documento evidenzia che, soltanto negli ultimi due anni, lo sviluppo dell’economia digitale nel mondo ha portato ad una crescita in termini di PIL mondiale di 193 milioni di dollari, con la creazione di 6 milioni di nuovi posti di lavoro: secondo i dati, un aumento pari al 10% dell’indice calcolato dal Global Information Technology Report è in grado di portare ad una crescita del PIL pari allo 0,75% e ad una diminuzione dell’indice di disoccupazione dell’1,02%.

La raccomandazione che ne deriva è ancora una volta quella di aumentare gli investimenti nel settore, impegnandosi su più fronti: aumentare la diffusione delle nuove tecnologie, migliorare le condizioni delle imprese, assicurarsi che gli investimenti nel settore digitale e nelle comunicazioni siano il più possibile coerenti e coordinati ma, al contempo, indipendenti dalle strutture governative.

Riguardo alla classifica, l’ultima pubblicazione vede il predominio dei paesi scandinavi, con la Finlandia al primo posto e la Svezia al terzo, mentre il secondo posto è occupato da Singapore. Nella top ten, ritroviamo gli Stati Uniti al nono posto e Taiwan al decimo, mentre le posizioni intermedie sono occupate tutte da paesi europei (nell’ordine: Paesi Bassi, Norvegia, Svizzera, UK, Danimarca).
Ciò nonostante, anche il report del World Economic Forum, come già accaduto qualche settimana fa con l’Innovation Union Scoreboard della Commissione Europea, evidenzia per i Paesi Europei uno sviluppo dell’economia digitale a due velocità, con un forte gap tra economie del nord ed economie del sud: per trovare il Portogallo e la Spagna, ad esempio, bisogna scorrere l’elenco verso il basso fino ad arrivare rispettivamente al 33° e 38° posto.

Ancora più giù ritroviamo l’Italia che, purtroppo, si classifica soltanto al 50° posto, con un indice di 4,18. Ciò mette in evidenza un preoccupante stato di arretratezza nella capacità di sfruttare le grandi potenzialità delle ICT: ciò dimostra che gli sforzi degli ultimi mesi, come l’Agenda Digitale o il Decreto Startup, non sono ancora abbastanza per far decollare lo sviluppo digitale del nostro paese.

Per visualizzare il Report completo: http://www3.weforum.org/docs/WEF_GITR_Report_2013.pdf

Napoli, 12 aprile 2013

Startup ed innovazione: l’ecosistema Trentino

Il Trentino rappresenta in Italia uno tra gli esempi più rilevanti di quanto sia importante investire in innovazione ed ICT per essere competitivi sul mercato internazionale: già da alcuni anni, la Provincia di Trento ha intrapreso il proprio cammino verso l’obiettivo finale di diventare la Silicon Valley italiana.

Il Trentino è oggi un ecosistema ideale per chi opera nel settore dell’ICT, grazie ad un percorso basato sul legame tra ricerca, mondo imprenditoriale e società attuato da un’amministrazione locale lungimirante, che ha agito in controtendenza rispetto al resto del Paese prevedendo un sistema di agevolazioni economiche per le imprese ed una serie di progetti di investimento in start up innovative. E’ peraltro da sottolineare che il Trentino può contare su tre fattori importanti: la rapidità dei processi decisionali derivante dallo status di Provincia Autonoma, la presenza di centri di ricerca di altissimo livello ed un tessuto associazionistico per la promozione della ricerca sul territorio che annovera tra i suoi protagonisti organizzazioni come Trento RISE e la Fondazione Bruno Kessler.

In un’intervista a KnowTransfer del dicembre 2011, in occasione della pubblicazione della Legge Provinciale n. 12 del 01/08/2011 (nata per accorpare e rinnovare la legislazione locale in materia di incentivi alle imprese), l’Assessore all’Industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi spiega come l’Amministrazione si sia mossa rispetto alla crisi economica degli ultimi anni: il cambiamento è stato affrontato con nuovi strumenti normativi più selettivi, allo scopo di concentrare le risorse sugli investimenti in grado di produrre valore e crescita. Scopo della semplificazione del quadro normativo è trasformare il sistema locale in un’economia intelligente, sostenibile ed inclusiva, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività, innovazione e coesione. La scelta dell’Amministrazione trentina è stata quella di focalizzare gli aiuti sull’innovazione, l’interconnessione e l’internazionalizzazione delle imprese e sul trasferimento tecnologico: la motivazione sta nella convinzione di base di come il primo passo per la competitività sia puntare sull’innovazione e le attività di ricerca e sviluppo, nella convinzione che la tecnologia sia un elemento strategico per la conquista dei mercati ad alto valore aggiunto.

A ciò si aggiungono una serie di progetti, di cui l’ultimo esempio è TechPeaks: si tratta di un programma internazionale promosso dalla citata Trento RISE e da Trentino Sviluppo destinato a talenti di tutto il mondo. TechPeaks è un progetto di accelerazione nato al duplice scopo di valorizzare i talenti e sfruttare le idee innovative nell’ambito della ricerca e dell’alta formazione.
Sono diverse le caratteristiche del progetto che dimostrano come quest’ultimo si inserisca nel quadro generale della politica della Provincia di Trento per diventare una vera e propria tech-valley, che sia polo di attrazione di talenti e di idee, che potranno poi trasformarsi in progetti ed imprese.
Innanzitutto, TechPeaks nasce con l’obbiettivo di essere un acceleratore di persone, e non semplicemente di imprese: l’iscrizione è aperta anche a singoli partecipanti, che potranno in seguito costituire dei team anche a programma già iniziato.
Il programma TechPeaks si articola in due fasi ed ha una durata di 18 mesi, durante le quali i partecipanti dovranno stabilirsi in Trentino: ancora una volta lo scopo è quello di lavorare per la crescita del territorio e del suo tessuto imprenditoriale. Per far fronte a quelle che potrebbero essere difficoltà e reticenze al trasferimento, l’organizzazione prevede una serie di strumenti ed incentivi ad hoc per i partecipanti: essi potranno usufruire di spazi di lavoro gratis, avranno la possibilità di lavorare con 40 mentor internazionali (tra cui persone del calibro di Evan Nisselson, mentor di 500.co, Mind the Bridge e SeedCamp), beneficeranno dei collegamenti con il centro di ricerca universitario e il suo network, avranno accesso ad altri sette acceleratori partner dislocati nel mondo (tra cui i già citati MtB e SeedCamp) e potranno concorrere già dopo le prime due settimane all’assegnazione di un contributo di 25.ooo euro (a patto di aver fondato una Società con sede in Trentino, o avere almeno una sede operativa sul territorio). Inoltre, i partecipanti avranno vitto e alloggio gratis per i 6 mesi della Fase 1, un rimborso spese mensile di 500 euro e assistenza per le procedure burocratiche di visto per gli stranieri.
Dal canto loro, per tutta la durata della Fase 1 i partecipanti dovranno partecipare alle attività di promozione previste, o svolgere seminari sulla base delle proprie competenze, per un monte ore che varia da un minimo di 20 ad un massimo di 50 (nell’ambito del programma di “Restituzione al Territorio” per la diffusione della cultura innovativa e la promozione della visione globale in Trentino). A questa fase, che parte nel mese di maggio 2013, parteciperanno 100 candidati.

La Fase 2 è una fase opzionale, la cui partecipazione è subordinata all’acquisizione dello status di Alumni del programma: verranno scelti 30 partecipanti. La durata è di 12 mesi, dal 1 dicembre 2013 al 30 novembre 2014.
A rendere ancora più interessante il progetto è il meccanismo di matching fund previsto da TechPeaks per coloro che parteciperanno alla Fase 2: le Società che otterranno un finanziamento privato vedranno raddoppiare la somma fino ad un ammontare massimo di 200.000 euro.

Attualmente, è in dirittura di arrivo la selezione per la prima edizione del programma: la chiusura della call for ideas è prevista per domani, 5 aprile 2013, ma sono già in programma due edizioni all’anno per i prossimi due anni: un ulteriore incentivo a tenere d’occhio la “Realtà Trentino” e il suo cammino per diventare la Silicon Valley d’Italia!

Napoli, 04 aprile 2013

 

ItaliaOnLine e Starthappy: tecnologia cloud e visibilità digital per 20 startup italiane

Un concreto supporto alla crescita di nuove imprese digitali, un’offerta complessiva in servizi e visibilità digital del valore di 2 milioni di euro per 20 start up: è questo il programma Starthappy di ItaliaOnLine, la più grande internet company italiana che da febbraio 2013 riunisce tutti i brand e gli asset di Libero e Matrix.
ItaliaOnLine si propone come fulcro del prossimo sviluppo digitale nazionale, di cui vuole farsi interprete e promotore grazie ad iniziative come Starthappy, allo scopo di diventare il punto di riferimento di chi fa innovazione in Italia.
Starthappy è un programma della durata di 2 anni per il quale verranno selezionate 20 startup italiane in possesso dei seguenti requisiti:

  • Essere imprese private del settore ICT
  • Avere meno di 3 anni di età
  • Non essere quotate in borsa
  • Avere avuto ricavi inferiori a 1 milione di euro nell’ultimo anno

Il programma è articolato in due fasi: una volta superato il processo di selezione, si apre la prima fase durante la quale alle start up è offerto accesso gratuito, per un valore di € 50.000,00 in due anni, all’infrastruttura Cloud di Libero, basata sulla tecnologia della californiana Joyent. Oltre alle risorse cloud, le start up in questa fase possono beneficiare di un’opportunità di visibilità nei confronti dei 20 milioni di visitatori unici al mese di Libero.it e Virgilio.it, attraverso spazi di advertising dedicati.
In questo modo le startup possono concentrarsi sullo sviluppo dei propri business plan, mentre ItaliaOnLine pensa all’infrastruttura e si fa carico di costi e aspetti tecnici.
La seconda e ancor più importante fase si svilupperà sul modello del “Venture building & Accelerator”, con un focus specifico nel settore editoriale e dell’e-commerce: in particolare, ItaliaOnline individuerà periodicamente idee innovative da sviluppare in compartecipazione con talenti dallo spiccato spirito imprenditoriale dando vita a nuove startup.

L’offerta per ciascuna startup ha un valore di mercato pari a circa 100.000,00 euro, che ItaliaOnLine mette a disposizione per “contribuire attivamente alla crescita dell’industry digitale, supportando in modo concreto lo sviluppo di nuove iniziative di business“, come dichiarato da Antonio Converti, CEO di ItaliaOnline, che prosegue: “Da leader di mercato sentiamo il dovere di contribuire alla nascita di un modello italiano per le startup e di definire insieme ad altri operatori un percorso per sostenere l’innovazione, lo sviluppo economico e, non ultimo, la creazione di posti di lavoro, in un momento particolarmente delicato della storia del nostro Paese“. (fonte: Assodigitale.it)

Ad oggi sono state già selezionate due startup: OndangoSportsQuare Games: la prima offre soluzioni che permettono alle aziende di vendere prodotti e servizi direttamente dalla fan page di Facebook, ed ha all’attivo oltre 500 clienti a livello globale; la seconda sviluppa giochi sportivi a livello mondiale con 80.000 utenti registrati.
Per proporre la propria startup a Starthappy basta compilare il modulo disponibile al seguente link: http://www.starthappy.it/it/proponi-la-tua-startup/

Codemotion 2013: Roma, Berlino, Madrid

Codemotion è l’evento più atteso dalla community dei programmatori e sviluppatori, che quest’anno si terrà a Roma il 22 e 23 marzo, per poi raggiungere Berlino (9 – 11 maggio) e Madrid (16 – 19 ottobre). Una conferenza itinerante dedicata all’arte di programmare, incentrata sull’idea che lo sviluppo software non sia un’attività meccanica e senza stimoli, ma che richiede cuore e fantasia.

La tappa romana di Codemotion 2013 sarà una vera e propria maratona informatica di due giorni consecutivi: 36 ore no stop di talk, hackaton, laboratori, contest, networking e soprattutto condivisione di idee, esperienze, energia. Tra le tematiche in programma, ricordiamo Big Data, web, maker, sviluppo Gaming, Mobile, Enterprise, Javascript, Cloud, linguaggi, metodi, Opensource e innovazione.

All’interno di Codemotion anche quest’anno un evento speciale sarà dedicato al mondo delle Startup: si tratta di “Startup in Action”, organizzato in collaborazione con InnovAction Lab, che offre ai partecipanti la possibilità di avere un desk gratuito all’interno di Codemotion dove poter presentare la propria Startup a migliaia di sviluppatori provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo è quello di dare visibilità alle Startup che cercano personale e co-founder. Tra tutte le startup partecipanti, sono state selezionate 8 finaliste che usufruiranno del desk e, tra queste, le migliori 5 potranno presentare il proprio pitch all’interno di Codemotion il 22 marzo.

Il Codemotion Roma verrà ospitato dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tre. L’evento è gratuito, previa registrazione all’indirizzo http://rome.codemotionworld.com/

 

SMAU Business 2013: tecnologie digitali, ricerca e innovazione

Appuntamento il 20 e 21 Marzo 2013 presso il Padiglione 3 della Nuova Fiera di Roma per la tappa dello SMAU Business 2013, il Salone Italiano dell’Informatica e delle nuove tecnologie per il quale sono attesi quest’anno oltre 5000 visitatori. I riflettori sono puntati su tre elementi fondamentali: le tecnologie digitali, la ricerca e l’innovazione, per favorire il cambiamento culturale necessario alla crescita delle imprese. Un format collaudato, basato sulla condivisione di conoscenze ed esperienze tra imprese operanti nel settore, professionisti ICT, startup e pubblica amministrazione, allo scopo di garantire nuova linfa vitale al tessuto produttivo italiano.

Le aziende già operanti sul mercato potranno conoscere le novità e avvalersi delle consulenze business proposte da aziende e vendor ICT del calibro di Cisco, Fujitsu, Intel, Microsoft, SAP, Aruba e tanti altri.

Le Startup potranno invece beneficiare dell’iniziativa “Percorsi dell’Innovazione – dall’Idea al Business“. Si tratta di una vetrina qualificata dedicata ai rappresentanti del “genio made in Italy” dove verrà offerta la possibilità di presentare progetti e prototipi all’avanguardia ed entrare in contatto con potenziali finanziatori e business angels. Di grande importanza anche i premi che saranno assegnati nel corso della due giorni: primo fra tutti il Premio Lamarck, realizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria e da SMAU, è dedicato proprio alle Startup che hanno saputo ideare e sviluppare nuovi progetti, in qualsiasi settore, adattandosi alle mutate condizioni ambientali.

Tra gli altri premi, ricordiamo SmartCityRoma, che offre un riconoscimento ai progetti più innovativi del Centro Italia in tema di smatr cities, il Mob App Awards, dedicato alle migliori applicazioni per Smartphone e tablet, e la quarta edizione del Premio Innovazione ICT, promosso dall’Osservatorio SMAU – School of Management del Politecnico di Milano e destinato alle imprese che si sono distinte nello sviluppo delle tecnologie digitali.

Molti gli appuntamenti e i workshop di grande su temi di grande interesse, tra cui spiccano il laboratorio “Cloud & ICT as a Service” e il laboratorio “Smart Working“.

COME PARTECIPARE Bisogna pre-registrarsi compilando il form: si riceverà una mail di conferma da stampare e presentare all’ingresso della fiera per ottenere un pass gratuito. La registrazione al portale consente di costruire la propria agenda personalizzata, selezionando in anticipo workshop e stand da visitare, costruendo il proprio percorso sulla base dei propri interessi e della propria attività.

 

The Grand Coalition for Digital Job Creation

Nata nell’ambito dell’Agenda Digitale, la Grand Coalition della Commissione Europea è un’iniziativa volta a risolvere il problema dell’occupazione nel settore dell’ICT. Già nel corso del 2012, la Commissione ha identificato l’ICT come uno dei tre settori con il maggior potenziale occupazionale per il futuro dell’Europa, insieme alla Green Economy e ai servizi sanitari.

Il settore ICT presenta una situazione particolare, in quanto esiste un gap tra domanda e offerta di professionisti del settore: mentre la domanda di specialisti cresce ad un ritmo di circa il 3% all’anno, il numero di laureati in Scienze Informatiche (e più in generale in Matematica, Scienze ed Ingegneria) è in declino. Si prevede che nel 2015 potrebbero esserci almeno 700.000 posti di lavoro vacanti, motivo per cui la Commissione Europea ha deciso di correre ai ripari attraverso la Grand Coalition: si tratta di una multi-stakeholder partnership che vede impegnati aziende (tra cui Nokia, SAP, Cisco, HP), associazioni di categoria (tra cui Digital Europe, EuroCIO, CIONet) e gli Stati Membri, uniti nello sforzo di assumere impegni su nuovi posti di lavoro, stage, attività di formazione, finanziamento di start up, corsi universitari gratuiti on line e altro ancora.

La Grand Coalition è stata presentata nei giorni scorsi durante la Conferenza di Bruxelles e parte dalla valutazione del problema della carenza di professionisti dell’ITC suddividendolo in quattro punti:

  • Poche persone scelgono di lavorare nel settore dell’ITC;
  • Tra quelle che lo fanno, molte non riescono ad acquisire attraverso i percorsi di istruzione e formazione tutte le competenze richieste dalle aziende;
  • Tra coloro che sono in possesso di tali competenze, molti vivono lontano dai luoghi dove potrebbero più facilmente trovare lavoro;
  • Le persone in possesso delle competenze richieste che decidono di spostarsi per lavoro spesso incontrano grosse difficoltà a dimostrare e certificare le proprie credenziali a datori di lavoro di un altro paese, soprattutto quando le competenze sono acquisite attraverso canali informali, come spesso accade in questo settore tra i giovani.

Partendo dai punti appena analizzati, la Grand Coalition identifica gli obiettivi e le azioni principali che si propone di mettere in pratica nel triennio 2013-2015:

1) Training and Matching for Digital Jobs – Al fine di garantire che la formazione nel settore ICT sia corrispondente alle esigenze del mercato del lavoro, è fondamentale coinvolgere le aziende nella progettazione dei programmi di formazione, attraverso un continuo percorso di scambio e cooperazione tra le aziende private e il sistema di istruzione pubblica. In secondo luogo, bisogna garantire un efficace servizio di sostegno per il collocamento professionale, con servizi che mettano in contatto la domanda e l’offerta di lavoro per professionisti ICT.

2) Mobility – Sono state identificate due possibili soluzioni: da un lato, mettere i professionisti qualificati disoccupati in condizione di poter trovare lavoro nelle aree dove mancano le competenze, dall’altro “spostare” le oportunità di lavoro verso regioni ad alto tasso di disoccupazione.

3) ICT IBTC (Industry based Training and Certification – Qui l’obiettivo è quello di stimolare le aziende del settore all’adozione di uno Schema di Certificazione Europeo delle digital skills dei professionisti, prevedendo una Raccomandazione della Commissione Europea ad hoc da adottarsi entro il 2014.

4) Attracting people to ICT: awarness raising – Si tratta di sensibilizzare ed attrarre i giovani verso il settore ICT dando maggiore visibilità all’offerta formativa e alle possibilità di carriera, attraverso progetti nelle scuole che coinvolgano gli studenti ed eventi promozionali.

5) Attracting people to ICT: innovative learning and teaching – Prevede forme di apprendimento e di insegnamento innovative, che mettano in contatto il mondo dell’educazione, quello delle aziende e il mercato del lavoro allo scopo di invogliare i giovani a scegliere di proseguire gli studi nel settore ICT. Fondamentale anche in questo caso il processo di collaborazione tra il mondo dell’istruzione e quello delle aziende.

La Grand Coalition si affianca, inoltre, ad iniziative già varate in passato dalla Commissione Europea, come EU Skills Panorama e ad altre iniziative in fase di avvio, prima fra tutte la piattaforma Startup Europe, che riunisce programmi e strumenti a sostegno dei cittadini euroei che vogliano creare e far crescere nuove imprese digitali in Europa.

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