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Tag: fondo

Digital Magics: un POC di 3 milioni di euro per il progetto di quotazione in Borsa

Digital Magics, venture capitalist ed incubatore di startup digitali ad alto contenuto innovativo e tecnologico, presente, tra l’altro, a Fisciano (SA) con 56cube, ha chiuso il processo per il collocamento di un Prestito Obbligazionario Convertibile (POC) di 3 milioni di euro e annuncia il progetto di quotazione in Borsa.

Digital Magics è un Venture Capitalist e Incubator che opera in Italia dal 2008: ha all’attivo l’avvio di 30 startup (di cui 6 exit) e l’investimento di circa 10 milioni di euro tra risorse proprie e fondi da exit. All’interno del Digital Magics LAB lavorano attualmente 11 professionisti, che seguono a 360° le startup incubate nel loro percorso di sviluppo.

Nel dicembre 2012 Digital Magics ha avviato un progetto per la quotazione all’Alternative Investment Market (AIM), la piazza finanziaria che Borsa Italiana ha costituito per le Piccole e Medie Imprese Italiane.
Oggi, grazie all’emissione del POC, il progetto di quotazione di Digital Magics fa un passo avanti: si tratta del primo incubatore in Italia che lavora a un progetto di questo tipo, finalizzato al rafforzamento del posizionamento di Digital Magics sul mercato italiano dei Venture Incubator. Grazie alle nuove risorse a disposizione, Digital Magics potrà ampliare il proprio modello di business, incrementare i propri investimenti e dar vita a nuove startup innovative nel settore internet e digitale.

La cifra di 3 milioni di euro del POC è stata raggiunta grazie alla collaborazione di 70 investitori privati ed istituzionali, tra i quali figurano il Gruppo Intesa Sanpaolo (attraverso il Fondo Atlante Seed), Banca Sella e Tamburi Investimenti Partners: tutti gli investitori avranno la possibilità di esercitare la conversione in occasione della quotazione, ma soprattutto entrano di diritto a far parte dell’Angel Network di Digital Magics. In questo modo, collaboreranno alle attività di selezione, mentorship e co-investimento delle startup incubate di Digital Magics.
Grazie ai nuovi capitali e ai nuovi angels, Digital Magics si prepara a far nascere nuove startup tra gli oltre 500 pitch che riceve e visiona ogni anno: lo scopo, come dichiarato dal Fondatore e Presidente di Digital Magics Enrico Gasperini, è infatti quello di continuare a contribuire “alla nascita di molte nuove imprese nel settore internet e digital, che ha conosciuto negli ultimi anni una crescita senza precedenti e che in Italia crescerà a doppia cifra nei prossimi anni“.

Napoli, 14/05/2013

Startup italiane a New York allo Spring Symposium 2013

Il 2 maggio si è tenuto a New York lo Spring Sympsium organizzato dall’Italian Business & Investment Initiative, iniziativa nata nel 2010 per presentare le idee innovative di business nate in Italia (ma dall’aspirazione globale) alla comunità statunitense di investitori, fondi e venture capitalist.

Grazie all’iniziativa di IB&II circa 100 tra i migliori investitori americani sono entrati in contatto con un’Italia grintosa ed imprenditoriale animata dalla voglia di conquistare il mercato high-tech negli USA: l’evento del 2 maggio, giunto alla sua seconda edizione, si è caratterizzato anche per la presenza delle migliori startup provenienti non soltanto dal nostro Paese, ma da tutto il Sud Europa. In questi ultimi due anni, infatti, l’ecosistema nato in Italia è stato caratterizzato da una crescita che ha coinvolto startup provenienti dalla Spagna e dalla Grecia, oltre che dall’Israele.

Tra i partner dell’iniziativa, Mind the Bridge da San Francisco, Intesa San Paolo con la sua Start Up Initiative, la società napoletana di venture capital Vertis, Italia Camp, i protagonisti milanesi del venture capital di Innogest.

Un segnale del crescente interesse degli investitori americani per le startup italiane era già stato dato a settembre 2012, con la nascita del primo fondo di venture capital made in USA dedicato al Sud Europa, “Mind the Seed“: l’obiettivo del fondo è quello di far incontrare l'”intelligence” tipica italiana con gli strumenti commerciali e finanziari americani.
Mentre a febbraio 2013 si è tenuto (ancora a New York) il primo summit annuale “Italy Meets the United States of America“, nato anch’esso grazie a IB&II: un incontro tra rappresentanti del governo, imprenditori, banche organizzato allo scopo di creare una piattaforma di collaborazione tra Italia e Stati Uniti. Anche in questo caso, lo scopo è quello di mostrare agli americani il lato innovativo ed imprenditoriale dell’Italia, presentandola come un’opportunità di investimento.

Grazie allo Spring Symposium e alle altre iniziative di IB&II sono già 60 le aziende italiane che fino ad oggi hanno avuto l’opportunità di volare oltreoceano: alcune hanno ottenuto finanziamenti, altre hanno anche aperto filiali commerciali negli USA.

Le startup presenti quest’anno allo Spring Symposium sono state:

Atooma, che consente di creare mini-app senza l’ausilio di competenze Code;
Bad Seed Entertainment, specializzata nello sviluppo di giochi e App per mobile;
Hyperfair, start-up che rivoluziona il modo di fare fiera grazie alle più recenti tecnologie web;
Italianbox, piattaforma web che offre prodotti made in Italy;
Map2App, piattaforma dedicata alla creazione di guide ed itinerari di viaggio per mobile;
Myze, app che consente agli utenti di ottenere sconti e offerte vantaggiose per i propri acquisti.

In conclusione, iniziative di questo tipo rappresentano un’ottima opportunità per le startup italiane di avere accesso al sistema di Venture Capital statunitense: l’immagine che ne risulta è infatti quella di un ecosistema italiano per startup giovane, in continua crescita, vitale e creativo.

Fonti:

Napoli, 07/05/2013

“Non costruiamo barche, costruiamo portaerei”: l’approccio di Rocket Internet alle startup

Dopo i consigli di Richard Branson su come convincere gli investitori a finanziare la propria startup, prendiamo spunto dall’intervista pubblicata ieri da VentureBeat per capire come lavorano a Rocket Internet, il Venture Builder on line con sede a Berlino fondato dai fratelli Samwer che lavora oggi in oltre 40 paesi del mondo.

Jon Soberg, partner di Blumberg Capital (società di Venture Capital specializzata in investimenti nel settore ITC e dei servizi) ha intervistato il co-fondatore di Rocket Internet Oliver Samwer in occasione di un incontro di due diligence tra i due.
Samwer racconta come è nata Rocket Internet partendo dagli anni Novanta, quando durante i suoi studi in America ha conosciuto la realtà startup della Silicon Valley: resta profondamente colpito di come le persone avessero tantissime idee imprenditoriali innovative, e intuisce la potenzialità del web come strumento di condivisione delle idee: “Internet sembrava un immenso parco giochi dove poter esprimere le proprie business ideas“.

Tornato in Germania, decide di fondare insieme ai fratelli la propria società, iniziando a concentrarsi prima di tutto sul proprio Paese e lavorando duramente giorno dopo giorno. L’espansione della società a livello globale è il risultato di un lavoro quotidiano, che Samwer definisce come quello di un “Gigante silenzioso“: oggi lavorano con 55 startup, attive in tutti i continenti e con 20.000 dipendenti nel mondo.

Il modello di Internet Rocket è spesso definito con la parola “clone“: il loro lavoro è infatti quello di prendere modelli di business che funzionano in determinate situazioni e riproporli su scala globale. Samwer spiega il successo del modello di Rocket Internet partendo da un concetto di base: non basta avere una buona idea innovativa per ottenere il successo imprenditoriale. Il lavoro di Rocket Internet è infatti incentrato sull’execution: l’esecuzione dell’idea innovativa è la chiave del successo, è il modo in cui essa viene messa in pratica che fa la differenza.

Da qui passa a spiegare un altro aspetto che caratterizza l’approccio dei fratelli Samwer alle startup in cui decidono di investire: c’è un forte coinvolgimento, con incontri settimanali e partecipazione attiva al lavoro dei team. Questo approccio partecipativo, assieme ad una grande attenzione ai dettagli e alla convinzione che la chiave di ogni buon progetto sia accrescere la conoscenza, fa di Rocket Internet uno dei migliori Venture Builder d’Europa. Samwer spiega infatti che nella propria concezione di business non ha senso che il Venture Capitalist assuma l’atteggiamento di “un uccello che osserva dall’alto“, occorre lavorare fianco a fianco con le startup per ottenere buoni risultati.

L’intervista prosegue con il tema dei dipendenti: Samwer spiega che per ottenere i migliori risultati il loro approccio è quello di dare immediatamente delle responsabilità a chi entra in azienda. E’ questo secondo la Rocket Internet il modo migliore per far crescere i giovani professionalmente.

In chiusura, Samwer accenna al nuovo fondo di 150 milioni di euro che la società ha messo a disposizione di nuovi progetti di business ad alto potenziale nel settore del web: l’obiettivo del Global Founders Capital è quello di espandere l’attività della Rocket Internet in nuovi campi, tra cui  Big Data, viaggi e mobile apps, sulla scia delle illimitate possibilità che internet offre allo sviluppo sconomico globale.

Per informazioni su Global Founders Capital: http://www.globalfounders.vc/#intro

Napoli, 26 Aprile 2013

Opportunità di finanziamento per le imprese campane: il Fondo Jeremie

Jeremie è l’acronimo che sta ad indicare il fondo Joint Europe Resources for Micro to Medium Enterprises, nato su iniziativa della Commissione Europea e sviluppato in collaborazione con il Fondo Europeo per gli Investimenti per facilitare l’accesso al credito delle Piccole e Medie Europee nelle aree di riferimento. E’ importante specificare subito che il Fondo non viene erogato direttamente alle imprese, ma passa attraverso una serie di partner identificati tra gli intrmediari finanziari delle varie aree cui il fondo è destinato.
Si tratta di uno strumento di finanziamento esistente già da alcuni anni, che in Campania ha messo a disposizione negli ultimi due anni circa 18 milioni di euro e per il quale è stata aperta una nuova Manifestazione di Interesse dal 5 al 30 aprile 2013 destinata agli intermediari finanziari che da qui al 2015 vogliano diventare partner di Jeremie Campania. L’Europa prevede quindi di destinare nuove risorse al fondo, per cui è interessane capirne i meccanismi di funzionamento e le modalità di accesso.

Prima di tutto è possibile individuare una caratteristica imprescindibile per le imprese che intendono beneficiare del Fondo Jeremie: la scelta di effettuare nuovi investimenti che promuovano l’innovazione e lo sviluppo del tessuto economico di riferimento. Si tratta quindi di imprese che potremmo definire virtuose, nel senso che operano nel rispetto di criteri di sostenibilità economica e ambientale.
Tale aspetto è ancora più evidente per il Fondo Jeremie Campania, come deducibile dal fatto che nella Manifestazione di Interesse cui si è fatto cenno i settori prioritari di intervento previsti sono ICT, artigianato, attività culturali, servizi per il benessere e la cura della persona.

Gli obiettivi del Fondo dichiarati a livello comunitario specificano che esso è destinato sia alla creazione di nuove imprese che all’espansione di imprese già esistenti, e che gli investimenti possono avere le seguenti finalità:

  • modernizzare e diversificare le attività, sviluppare nuovi prodotti, assicurare e ampliare l’accesso al mercato;
  • finanziare la ricerca e lo sviluppo orientati al trasferimento di tecnologie, innovazione e imprenditorialità;
  • perseguire la modernizzazione tecnologica delle strutture produttive per poter raggiungere gli obiettivi delle economie a bassa emissione di anidride carbonica;
  • creazione e salvaguardia di posti di lavoro sostenibili.

Il Fondo Jeremie Campania è destinato in particolare a micro, piccole e medie imprese con sede legale e/o unità produttiva nel territorio regionale (requisito fondamentale che dovrà essere mantenuto per tutta la durata del finanziamento), anche in forma cooperativa e in consorzi, operanti nell’indstria, nell’artigianato, nel commercio, nel turismo e nei servizi con particolare riferimento ai seguenti settori:

  • tecnologie informatiche;
  • automotive;
  • biotecnologie;
  • aerospaziale;
  • agro-alimentare;
  • risparmio energetico ed energie rinnovabili.

In Campania, i partner dell’iniziativa sono Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale e Banca Unicredit. Il meccanismo di finanziamento è un mutuo per cifre da 10.000 a 1.500.000 € per ciascuna impresa, della durata massima di 8 anni (elevabili a 10), di cui una quota del 45% a tasso zero, e il restante 55% a tasso variabile.
Riguardo alle attività finanziabili, tra esse rientrano costi e immobilizzazioni materiali e immateriali, incremento del capitale circolante per sviluppo dell’attività e fabbisogni di gestione e spese relative al puro capitale circolante, che siano finalizzate allo stabilimento, al rafforzamento, all’espansione, ad attività di business nuova o esistente delle PMI del territorio.
Le domande devono essere presentate presso le Sedi Unicredit (l’elenco è disponibile qui), fino ad esaurimento fondi, e dovranno essere corredate di una serie di documenti tra cui un Business Plan che descriva il piano progettuale dell’impresa.

Per maggiori informazioni:

Napoli, 18/04/2013

Approfondimenti: Il Fondo per la Crescita Sostenibile

Con il Decreto interministeriale emanato l’8 marzo 2013 è definitivamente operativa la Riforma degli Incentivi alle imprese varata con il Decreto Sviluppo nel giugno 2012. Il provvedimento introduce una serie di misure di semplificazione nell’accesso agli incentivi per le imprese, allo scopo di stimolare la realizzazione di interventi che abbiano carattere di innovatività, favoriscano la crescita dell’occupazione e la competitività anche a livello internazionale delle aziende, disciplinando le modalità di intervento del nuovo Fondo per la Crescita Sostenibile, dell’ammontare di 600 milioni di euro, a cui potranno aggiungersi i finanziamenti agevolati di Cassa Depositi e Prestiti, il cui effettivo ammontare sarà determinato con un ulteriore decreto di concerto con il Ministero dell’Economia in corso di adozione.

Dal proprio sito internet, il MISE definisce il Fondo per la Crescita Sostenibile come uno strumento che consente di “avviare una innovativa modalità di interventi in favore della competitività delle imprese, introducendo profonde innovazioni dei meccanismi di intervento che consentono:

  • di focalizzare i finanziamenti su pochi obiettivi ritenuti strategici per lo sviluppo del Paese: ricerca, sviluppo e innovazione; rafforzamento della struttura produttiva; internazionalizzazione delle imprese. 
  • di concentrare le risorse disponibili su un’unica fonte finanziaria, evitandone la dispersione su una pluralità di interventi,  utilizzando come strumento prevalente di intervento il finanziamento agevolato ed eliminando i contributi a fondo perduto.”

Il tutto allo scopo di inquadrare la politica di incentivazione italiana all’interno di una cornice europea.

Il Ministero di propone di sostenere i programmi e progetti che le imprese beneficiarie non avrebbero svolto in mancanza delle risorse messe a disposizione dal Fondo in questione, in particolare al comma 2 dell’art. 3 elenca le tre tipologie di interventi finanziabili, e cioè interventi diretti:

  • alla promozione di progetti di rilevanza strategica per il rilancio della competitività del sistema produttivo, anche tramite il consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e sviluppo delle imprese;
  • al rafforzamento della struttura produttiva del Paese, al riutilizzo degli impianti produttivi e al rilancio di aree che versano in situazioni di crisi complessa di rilevanza nazionale;
  • alla promozione della presenza internazionale delle imprese e all’attrazione di investimenti all’estero.

Il Decreto stabilisce le seguenti quattro linee di intervento per l’utilizzo del Fondo:

  1. Interventi per la ricerca e sviluppo,
  2. Interventi per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese,
  3. Interventi per l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero,
  4. Interventi per progetti speciali.

Gli interventi per la ricerca e sviluppo saranno indirizzati a progetti diretti ad introdurre significamenti avanzamenti tecnologici finalizzati alla realizzazione/al miglioramento di prodotti, processi e servizi tramite lo sviluppo delle tecnologie previste dal Decreto: innanzitutto le ITC, seguono poi le Nanotecnologie, i Materiali avanzati, le Biotecnologie, la Fabbricazione e trasformazione avanzate e lo Spazio. E’ prevista la possibilità di presentare progetti proposti in maniera congiunta da più soggetti, previa stipula di un apposito contratto di rete (o altra forma contrattuale di collaborazione), che permetta di individuare chiaramente la suddivisione delle competenze (in termini di costi, spese, utilizzo dei risultati) e identifichi un soggetto capofila. E’ da sottolineare, inoltre, la previsione di specifiche priorità per alcune tipologie di progetto: ricordiamo in particolare i progetti che prevedono lo sviluppo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Gli interventi previsti dal Titolo III del Decreto sono quelli per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese: Il Fondo interverrà per finanziare i progetti in grado di incrementare la produttività e l’innovatività in settori che necessitano di un riposizionamento competitivo e riqualificazione dei sistemi di produzione e dei relativi prodotti. Si fa riferimento a progetti in grado di potenziare la produttività nelle aree territoriali depresse con particolare riferimento alle Regioni del Mezzogiorno ed a quelle aree del Paese che versano in una situazione di crisi industriale complessa.  La priorità di intervento riguarda in qesto caso le Regioni Convergenza, le PMI, i programmi che abbiano effetti positivi sul livello di occupazione e quelli che siano in grado di minimizzare gli impatti ambientali.

Gli interventi per l’internazionalizzazione delle imprese e l’attrazione di investimenti dall’estero saranno sostenuti dal Fondo attraverso forme di raccordo con L’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese (ICE). I programmi realizzati dalle imprese devono essere volti a sviluppare piattaforme di e-commerce e di frinchising per le PMI, diffondere e tutelare il made in Italy nei mercati esteri, partecipare a menifestazioni, gare, fiere internazionali per la promozione delle eccellenze produttive italiane. Anche in questo caso, è prevista priorità per coloro che ricorrono allo strumento del contratto di rete, e in ogni caso per i programmi che coinvolgano in modo significativo le piccole e medie imprese.

Il Decreto prevede infine i cosiddetti Progetti Speciali: essi devono innanzitutto avere come ambito di riferimento specifiche aree tecnologiche-produttive ritenute strategiche per la competitvità del Paese. In secondo luogo, devono essere diretti alla riqualificazione competitiva di tali aree e devono sostenere la creazione di nuova occupazione e/o salvaguardare il livello occupazionale esistente. Il Ministero definirà un’apposita Proposta di Progetto Speciale che verrà sottoposta all’attenzione delle associazioni di categoria rappresentative delle imprese e degli altri soggetti nazionali, che daranno il proprio parere insieme ad altri soggetti pubblici e privati interessati. Tale Proposta verrà poi attuata dal MISE attraverso apposito decreto.

Il Decreto dell’8 marzo 2013 stabilisce, infine, la creazione di apposite sezioni del Fondo per ciascuna delle linee di intervento analizzate.

Riguardo alle modalità di accesso al Fondo, gli interventi previsti dal decreto verranno attuati con bandi e direttive pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Essi prevederanno l’ammontare delle risorse destinate a ciascun intervento, i requisiti di accesso dei beneficiari, le condizioni di ammissibilità e presentazione delle proposte di progetto, i termini di presentazione delle domande.  Normalmente le risorse verranno assegnate  con procedure di tipo negoziale salvo il ricorso a procedure valutative. In quest’ultimo caso il decreto impone di prevedere specifiche riserve di risorse a favore esclusivo delle micro, piccole e medie imprese e reti d’imprese. Da segnalare, inoltre, che gli interventi previsti sono tutti sotto forma di finanziamento agevolato: non sono previsti aiuti a fondo perduto, anche questo in vista dell’inquadramento della normativa italiana nel contesto di regolamentazione dell’Unione Europea.

Il testo integrale del Decreto 8 Marzo 2013 è disponibile al seguente link: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/normativa/decreto-8marzo2013.pdf

Napoli, 19 marzo 2013

Approfondimenti: Il Credito d’Imposta per PMI e #Startup

La Legge di Stabilità 2013 (Legge n. 228 del 24/12/2012) ha istituito, ai commi 95, 96 e 97 dell’art. 1, un Fondo per la concessione del Credito d’imposta per la Ricerca e Sviluppo, destinato in particolare alle piccole e medie imprese e con lo scopo di ridurre il cuneo fiscale.

Istituito presso la Presidenza del Consiglio, il Fondo è finanziato dalla progressiva riduzione degli stanziamenti di bilancio destinati ai trasferimenti e ai contributi alle imprese. Nello specifico, il credito d’imposta è riservato alle imprese e alle reti d’impresa che affidano progetti di ricerca e sviluppo a università ed enti/organismi di ricerca o che realizzano investimenti nel settore.

L’istituzione del fondo avviene secondo criteri e modalità definiti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e con il Ministero dello sviluppo economico: i Ministri sono tenuti a riferire alle Commissioni parlamentari competenti circa l’individuazione e la quantificazione dei trasferimenti e dei contributi concessi, ai fini dell’adozione delle conseguenti iniziative di carattere normativo. In attesa di queste ultime, facciamo il punto della situazione sulla recente normativa sul tema di che trattasi.

Il Fondo per il Credito d’imposta prevede due differenti agevolazioni:

  • Deduzione ai fini IRAP dei costi sostenuti per il personale addetto all’attività di ricerca e sviluppo;
  • Deduzione ai fini IRES dei costi sostenuti per attività di ricerca e sviluppo.

Il beneficio sarà assegnato fino a concorrenza delle risorse disponibili, pari a 25 milioni di euro per il 2012 e 50 milioni di euro per il 2013 e per gli anni seguenti. Sono previste agevolazioni per l’assegnazione dei fondi alle imprese che hanno sede nei territori colpiti dal terremoto del 2012 (con l’istituzione di una specifica riserva), ma soprattutto delle “corsie preferenziali” per le start-up innovative e gli incubatori certificati (così come definite all’art. 25 del Dl 179/2012), per i quali è introdotto un vincolo di destinazione delle somme stanziate nel momento in cui si avvicina il loro esaurimento.

Al momento è stato emanato il decreto interministeriale previsto per dare attuazione al credito d’imposta per le assunzioni di personale altamente qualificato (art. 24 Dl 22 giugno 2012, n. 83), ovvero dei soggetti in possesso di un dottorato di ricerca universitario o di una laurea magistrale, purché, in questo secondo caso, impiegato in specifiche attività di ricerca e sviluppo. Il provvedimento, oltre a disciplinare alcuni aspetti specifici del meccanismo agevolativo, ha chiarito definitivamente che il beneficio potrà essere richiesto e fruito per tutte le assunzioni a tempo indeterminato effettuate a partire dal 26 giugno 2012, data di entrata in vigore del già richiamato decreto. Per gli anni successivi sono, invece, agevolabili i costi sostenuti per le medesime finalità a partire dal 1° gennaio di ciascuno di essi. Nel decreto si stabilisce che il beneficio si applica a tutte le assunzioni a tempo indeterminato, anche in caso di trasformazione di contratti a tempo determinato o di apprendistato.

L’agevolazione consiste in un credito d’imposta pari al 35% di tutti i costi aziendali sostenuti per il lavoratore (per esempio oneri fiscali e previdenziali), ma può essere fruito solo nel limite di 200.000,00 euro per anno. Il credito di imposta spettante deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta nel quale il beneficio è maturato e va utilizzato in compensazione, in base al Dlgs 241/1997, attraverso il modello F24. Il bonus non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile Irap e ai fini del calcolo del rapporto citato negli articoli 61 e 109, comma 5 del Tuir. Non è, inoltre, soggetto al limite annuale di utilizzo (pari a 250 mila euro).

Nonostante il decreto, però, l’incentivo non può ancora essere utilizzato o richiesto: sarà, infatti, necessario un ulteriore provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico, con cui definire i contenuti della domanda di accesso all’agevolazione e rese note le procedure per la sua presentazione. L’aiuto sarà assegnato mediante la procedura del “click day“, un’apposita piattaforma informatica creata per la gestione del Credito d’imposta, ma al momento non è stato ancora emanato il decreto che dovrà disciplinare nel dettaglio i contenuti delle domande e la procedura di inoltro delle stesse.

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