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Tag: community

Tecnologia, innovazione e creatività: in arrivo a Roma la Maker Faire (3-6 ottobre)

Tra pochi giorni, dal 3 al 6 ottobre, il Palazzo dei Congressi di Roma ospiterà la Maker Faire, edizione europea dell’evento internazionale dedicato al Movimento dei Maker, all’innovazione, alle idee e alla creatività.
La Maker Faire è realizzata, promossa e organizzata da Asset-Camera con il supporto di Tecnopolo e la collaborazione di Arduino e della rivista Make, curatori dell’evento sono Massimo Banzi e Riccardo Luna.

Obiettivo primario degli organizzatori è quello di avvicinare le famiglie al mondo dell’innovazione ed in particolare alla tecnologia rivoluzionaria dei Maker, facendo scoprire al grande pubblico la nuova cultura che è da più parti accreditata come la prossima grande rivoluzione industriale: i Maker sono veri e propri inventori, che coniugano allo stesso tempo l’essere esperti delle tecnologie più avanzate con le caratteristiche degli artigiani del XXI secolo.

Probabilmente la caratteristica che rende il movimento dei Maker unico al mondo è proprio nel suo essere “nata dal basso”, grazie ad una community che ha visto i suoi primi passi nelle case e nei garage dei primi a possedere una stampante 3D o a costruirsene una ed è cresciuta a livello globale con un approccio open di condivisione delle conoscenze e dei progressi di ognuno.

Il programma della Maker Faire inizia giovedi 3 ottobre con la conferenza di apertura curata da Riccardo Luna (ore 10/19): insieme ad ospiti internazionali spiegherà ai partecipanti chi sono i Maker, come è nato il loro Movimento e cosa sono la Stampa 3D e l’elettronica open source. Per partecipare, è necessario registrarsi gratuitamente attraverso questo form.

La giornata di venerdi 4 ottobre è invece dedicata a due momenti: l’Educational Day ed il Techgarage.

L’Educational Day è riservato alle scuole, che potranno accreditare le proprie classi e partecipare gratuitamente ai workshop in programma durante l’intera giornata: tra i temi trattati, l’energia ecosostenibile e la robotica, ma anche laboratori destinati ai più piccoli sull’elettricità o il riciclo creativo. Per sapere quali sono tutti i workshop in programma, il link di riferimento è http://www.makerfairerome.eu/il-programma/makerfairerome-per-scuole/, nel quale è indicato anche il link per il form di iscrizione.

Il Techgarage è il momento dedicato ai 10 migliori progetti di impresa selezionati nei mesi scorsi per partecipare all’evento “Techgarage – The business of making”: i partecipanti potranno presentare il proprio progetto di fronte ad una platea di esperti, venture capitalist, rappresentanti delle Istituzioni, docenti universitari e giornalisti.
Per assistere all’evento, caratterizzato tra l’altro da interessanti dibattiti sul tema della creatività innovativa, è possibile registrarsi a questo link: https://techgarage.eventbrite.it/

Il 5 e 6 ottobre la Maker Faire entra nel vivo con l’accesso agli spazi espositivi e ad una serie di interessanti workshop: l’ingresso per queste due giornate è a pagamento, i biglietti sono in vendita qui.
L’ingresso in fiera, in entrambi i giorni, è possibile a partire dalle 9:30 e il programma offre un’ampia gamma di interventi di speaker di fama internazionale e di workshop su temi di particolare interesse, a partire dalla stampa 3D, al gaming, all’elettronica e il web design. Il programma dei workshop e la lista degli speaker sono in continuo aggiornamento, per saperne di più basta visitare il sito internet dell’iniziativa.

Napoli, 27/09/2013

Pronto il programma del TechDay di VulcanicaMente 2!

Pubblicato sul sito del CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est il programma del TechDay, il secondo e ultimo degli eventi di scouting per partecipare a VulcanicaMente: dal talento all’impresa 2!

La due giorni, che si terrà il 24 e 25 settembre, prevede gli interventi di Gianluca Dettori e Giovanni De Caro (Atlante Ventures) e le testimonianze di alcune startup protagoniste della prima edizione di VulcanicaMente (DeRev, Linkpass, ReHub, FinWin, SmartGo, ecc.).

Saranno realizzati, inoltre, gli incontri one-to-one tra gli aspiranti startuppers e lo staff dei mentor, per coloro che si saranno prenotati per concorrere a VulcanicaMente 2 semplicemente compilando il form disponibile nella pagina dell’evento.

Clicca qui, per consultare subito il programma dettagliato del TechDay!

Il TechDay è una grande opportunità per tutti i talenti creativi ed innovativi: non è indispensabile avere un progetto già strutturato, perché l’idea verrà focalizzata grazie al supporto dei nostri mentor!

Inoltre, i keynote formativi saranno indispensabili per capire come impostare il pitch, strumento fondamentale per gli startuppers che vogliono presentare il progetto a potenziali investitori, e per aspiranti startuppers che decidono di partecipare a competition come VulcanicaMente.

Infine, il TechDay è un’occasione di networking e team building: anche chi non ha un’idea imprenditoriale ben definita o un gruppo di lavoro con cui realizzare un progetto innovativo, può entrare a far parte della community per trovare, con il sostegno dei mentor, nuovi talenti creativi, provando ad unire le competenze e le skills per dar vita a nuove startup.

Ma attenzione: i posti sono limitati! Non perdere l’occasione di partecipare a VulcanicaMente 2, prenota al più presto il tuo posto al TechDay!

Tutte le informazioni su VulcanicaMente 2: dal talento all’impresa sono disponibili nella sezione Eventi & Iniziative del sito www.incubatorenapoliest.it

Napoli, 13/09/2013

Il network europeo sul mondo delle startup: nasce Accelerator Assembly

L’Unione Europea punta molto sul mondo delle startup, in particolare su quelle del settore web, per accrescere il tessuto imprenditoriale e migliorare la situazione occupazionale nei territori degli Stati Membri: l’ultimo progetto sul tema è Accelerator Assembly.

Accelerator Assembly è un’iniziativa della Commissione Europea che rientra nella Startup Europe Initiative dedicata al sostegno alla nuova imprenditorialità in ambito comunitario.

Tra i progetti della Startup Initiative messi in atto dalla Commissione, ricordiamo Tech All Stars e The Leaders Club (di cui abbiamo parlato in precedenza nel nostro blog, potete trovare i link di riferimento alla fine di questo post)

Si tratta di un network che riunisce 20 tra i programmi di accelerazione più importanti d’Europa, mettendoli in contatto con imprenditori ed esponenti della politica: lo scopo infatti è quello di far incontrare i soggetti coinvolti per favorire la comunicazione, dar sostegno alle startup del settore web e stabilire un quadro di riferimento condiviso per il futuro delle startup in Europa.

L’iniziativa prevede la creazione di una community on line, attraverso la quale gli acceleratori ed incubatori del network potranno condividere le best practices e i programmi di insegnamento, raccogliere ricerche e test, organizzare eventi e workshop per far incontrare i partecipanti della community e contemporaneamente accrescere la conoscenza del fenomeno startup e dell’accelerazione ed incubazione d’impresa nell’intero territorio comunitario.

Tra gli acceleratori e incubatori coinvolti, al momento i nomi più importanti sono SeedCamp, TechStars, SeedDB, Bethnal Green Ventures, Nesta, How To Web e Startup Weekend, mentre tra gli sponsor spicca il nome di Microsoft.
L’Italia è attualmente rappresentata da H-Farm.

Per maggiori informazioni, il sito web di Accelerator Assembly è disponibile a questo link.

  • Qui, il nostro post su The Leaders Club
  • Qui, il nostro post su Tech All Stars

Napoli, 08 luglio 2013

 

Consigli alle startup: come lanciare un nuovo prodotto

Il post di oggi è l’adattamento di un interessante articolo pubblicato su Smashing Magazine da Nathan Barry, founder di ConvertKit, un’applicazione per il marketing via e-mail ed autore di libri come “The App Design Handbook” e “Designing Web Applications”.

L’argomento trattato è il lancio di un nuovo prodotto, un momento fondamentale per le startup che spesso può essere scoraggiante e difficile da affrontare e, soprattutto, che se gestito male può portare al fallimento del progetto: il post di Barry è una vera e propria guida pratica sull’argomento, con consigli dettagliati e precisi, adattabili a tutti i tipi di prodotto, che vengono dalla sua esperienza personale.

1) Si parte da zero

Naturalmente, la prima cosa di cui avete bisogno è un prodotto da lanciare, o per meglio dire un’idea del prodotto che lancerete sul mercato. Il punto di partenza di Barry è che le strategie di marketing devono partire quando il prodotto è ancora in fase di sviluppo, o addirittura prima: iniziare la commercializzazione quando il prodotto è ormai pronto è quasi sempre una pessima idea.

Il consiglio di Barry è definire un prodotto, con un nome anche provvisorio, per poter individuare da subito il target di riferimento e mettere su un piano di marketing.

Il secondo passo di questa prima fase è definire le proprie competenze e comunicarle chiaramente ai potenziali clienti: lo strumento più adatto secondo Barry è un blog.

Terzo passo fondamentale: fare un inventario, che raccolga gli strumenti ma soprattutto le persone su cui si può contare e a cui è possibile comunicare l’idea di prodotto a cui stiamo lavorando. Barry elenca a riguardo i lettori del blog, i followers e contatti sui social network, le community di cui facciamo parte.

2) Iniziare ad insegnare

Nel suo articolo, Barry racconta la storia del suo amico Chris: costui aveva le sue stesse competenze come web designer, ma a differenza di Barry decide a un certo punto di scrivere un blog in cui metteva a disposizione le proprie competenze con lezioni on line e tutorial sull’argomento.
Quando Chris decide di lanciare un progetto su Kickstarter, offre in cambio delle donazioni l’accesso gratuito a una serie di tutorial sul programma che stava ridisegnando. Il suo obiettivo era raccogliere 3.500 dollari: alla chiusura del progetto, ne aveva raccolti quasi 90.000!

Barry spiega questo risultato nel modo seguente: il successo di Chris non era dipeso certamente dalle sue competenze, che erano le stesse a disposizione di Barry, ma dal fatto che tutte le persone che avevano beneficiato degli insegnamenti di Chris erano ansiosi di ripagarlo, e l’avevano dimostrato alla prima occasione.

L’insegnamento delle proprie competenze è secondo Barry il modo migliore per convincere la gente a prestare attenzione a te e al tuo prodotto, senza spendere soldi in pubblicità. Diffondendo le informazioni utili, si attirano i potenziali clienti, li si convince a fidarsi di te e, quando arriva il momento di chiedere loro un acquisto, per queste persone sarai diventato un consulente di fiducia, non una società tra le tante che vende qualcosa su Internet.

3) Annuncia il tuo prodotto

La terza fase da seguire per il lancio del prodotto parte dalla creazione di una landing page: bisogna adoperarsi in tal senso quando il prodotto è ancora in fase di sviluppo, basta avere un nome e un’idea.

L’elemento più importante da inserire nella landing page è, secondo Barry, il form per inserire il proprio indirizzo e-mail nella newsletter: è questo l’unico modo per essere certi di poter restare in contatto con i potenziali clienti.

Una volta che la landing page è on line, bisogna iniziare a condividerla e promuoverla: si passa al punto n. 4.

4) I post sul blog

Il modo migliore di diffondere la landing page è, secondo Barry, scrivere dei post a contenuto didattico ed informativo cercando di inserire sempre un riferimento al prodotto che si sta per lanciare. L’unica regola da ricordare è che quei post hanno sempre e comunque lo scopo di insegnare, non quello di vendere il prodotto.
Alla fine di ogni post bisogna sempre inserire il form per iscriversi alla newsletter, in modo tale da ampliare il bacino dei potenziali clienti.

Barry sostiene che il numero perfetto per incuriosire il lettore e spingerlo a lasciare il proprio indirizzo e-mail è di tre post: se ce ne vogliono di più probabilmente i post non sono abbastanza ricchi di contenuto.

5) Stay in touch

Bisogna restare in costante contatto con gli iscritti alla mailing list: se li si trascura, è probabile che si dimenticheranno del prodotto.
Barry raccomanda di fare molta attenzione a questo aspetto, definendo la sua mailing list (che conta oltre 7.000 contatti) il suo bene più prezioso.

6) La sequenza di lancio

Ciò che è stato detto finora è precedente al momento del lancio: Barry passa a questo punto a spiegare cosa fare nel momento in cui si è pronti a mettere il prodotto sul mercato.

Bisogna seguire una sequenza ben precisa: comunicare agli iscritti della mailing list tutti i dettagli del lancio, facendo in modo che siano tutti a conoscenza del momento in cui il prodotto sarà in vendita.
Barry spiega che è molto importante che i potenziali acquirenti siano ben informati, per evitare che siano impreparati al momento dell’effettivo acquisto (potrebbero rimandarlo, o addirittura rinunciarvi).

Riguardo ai contenuti delle ultime mail, Barry sostiene l’importanza di comunicare con i potenziali clienti con un tono amichevole, come se stessimo dando un consiglio ad un amico.

7) Il giorno del lancio

Ultimo consiglio di Barry: inviare una mail per comunicare che il prodotto è sul mercato ed è finalmente possibile acquistarlo. Basta un messaggio semplice e diretto, per arrivare allo scopo finale: far visitare agli iscritti la sales page del sito.

Infine, Barry consiglia di prendersi un po’ di tempo per contattare tutti coloro che hanno reso possibile il lancio del prodotto e ringraziarli dell’aiuto.

E adesso che il prodotto è sul mercato? Ecco l’ultimo consiglio di Barry: “Then, take a break from the computer. You’ll need it.”

Napoli, 04 luglio 2013

Microsoft lancia “Ventures”: strumenti, networking e un nuovo fondo per startup

Microsoft Ventures è la nuova divisione di capitale di rischio creata da Microsoft per supportare startup e aspiranti imprenditori in tutto il mondo.
Il programma nasce allo scopo di riunire le attività di Microsoft dedicate alle startup, grazie alla creazione di una community in cui i partecipanti hanno accesso ad una serie di risorse, strumenti e servizi: in particolare, Microsoft Ventures fornisce risorse e strumenti tecnologici, opportunità di networking, servizi di mentorship e tutoraggio, un programma di accelerazione della durata di 3/6 mesi, possibilità di accesso al fondo di investimento.

Microsoft Ventures è innanzitutto una grande community: il colosso offre la possibilità di accesso ad un network globale, che mette in contatto le startup partecipanti con investitori, mentor ed acceleratori in tutto il mondo.
Alla Ventures Community si aggiunge anche BizSpark: si tratta di un programma gratuito che offre ai partecipanti strumenti e tecnologie (software, app, mobile e cloud computing). Grazie all’utilizzo di strumenti e risorse tecnologiche le idee di business possono iniziare ad essere sviluppate per poter accedere alla fase successiva di Microsoft Ventures.

La seconda fase, Ideation to Seed, si sostanzia nella possibilità, offerta alle startup più promettenti, di partecipare ai programmi di accelerazione (della durata di 3/6 mesi) in uno degli acceleratori della rete Microsoft: a quelli già in azione (Seattle, Tel Aviv, Pechino, Bangalore e Parigi) si aggiungeranno nei prossimi mesi altre strutture a Mosca, Rio de Janeiro e Berlino.

Una volta concluso il periodo di accelerazione, le startup avranno un prototipo funzionante ed un business plan solido: il passo successivo è reperire capitale per l’accesso al mercato (Scale to Market). A questo punto, entra in azione il Seed Funding di Microsoft Ventures: è stato infatti ampliato il Big Fund, istituito da Microsoft nel 2012, che consente alle startup di reperire i fondi necessari ad affacciarsi sul mercato. Le startup potranno quindi ottenere i capitali direttamente da Microsoft, ma avranno anche la possibilità di finanziarsi grazie all’incontro con investitori del network.

Per ulteriori informazioni sul programma: http://www.microsoftventures.com/

Napoli, 28/06/2013

Approfondimenti: il Crowdfunding in Italia

 Il crowdfunding  è un sistema di finanziamento “dal basso” che prevede il ricorso alla collaborazione della “folla” (crowd) per la raccolta di fondi finalizzata a sostenere la realizzazione di progetti, idee ed iniziative di vario genere. La raccolta viene effettuata attraverso appositi portali on line, delle vere e proprie piattaforme destinate all’incontro tra coloro che richiedono finanziamenti e coloro che li erogano.

Quello del crowdfunding è un tema di grande attualità: proprio oggi si chiudono infatti le consultazioni aperte un mese fa dalla Consob, sulla base delle quali verrà emanato il Regolamento in materia di crowdfunding previsto dal Decreto Sviluppo bis (argomento al centro di questo articolo pubblicato qualche settimana fa nel nostro blog).
Il Regolamento della Consob sul Crowdfunding farà dell’Italia il primo Paese europeo a dotarsi di una normativa nel settore, nella quale si prevede di dare grande rilevanza all’Equity crowdfunding: si tratta di un’occasione molto importante per dare un quadro di riferimento ai finanziamenti di nuove idee imprenditoriali. L’Equity crowdfunding è infatti il sistema di finanziamento dedicato alla partecipazione di investitori nel capitale delle startup: l’auspicio è che la normativa preveda un sistema chiaro, accessibile a tutti e che vada a preservare gli investitori meno esperti, garantendo al tempo stesso un quadro di riferimento che possa aumentare l’accesso ai finanziamenti per le nuove startup del panorama imprenditoriale nazionale.

Per capire meglio di cosa si tratta, analizziamo innanzitutto i diversi modelli di crowdfunding:

Reward-based: si tratta di donazioni in cambio delle quali si ottengono premi o riconoscimenti di varia natura, che possono essere materiali (come ad esempio il pre-ordine di un prodotto non ancora sul mercato) oppure intangibili (come un “grazie” sul sito web). Si tratta della tipologia di piattaforme di crowdfunding più diffuse, di cui il più noto esempio è Kickstarter.

Equity-based: è il modello basato su azioni finanziarie, che prevede l’acquisto di azioni del capitale di una startup. In genere la piattaforma stabilisce un periodo di tempo e una somma target da raggiungere, che viene suddivisa in migliaia di parti uguali corrispondenti alle singole offerte.

Microfinanza: si tratta di microprestiti in cui i servizi finanziari sono offerti a clienti con bassi redditi che normalmente non riescono ad accedere ai canali di finanziamento bancari, spesso gestito da un intermediario locale.

Social lending: è il prestito sociale o peer-to-peer, che avviene tra persone (senza l’intercessione di un intermediario finanziario) e a tassi di interesse più bassi rispetto a quelli del sistema bancario.

Donazioni: si tratta di piattaforme di raccolta fondi per il no profit, grazie al quale è possibile finanziare enti e associazioni o iniziative di utilità sociale e culturale.

In Italia la situazione del crowdfunding è stata recentemente analizzata in occasione di Crowdfuture, conferenza sul futuro del crowdfunding in Italia, durante la quale sono stati diffusi i dati di un report sulle piattaforme italiane di crowdfunding.
Dal Report si ricava prima di tutto la composizione del mercato del crowdfunding in Italia: si contano, al 10 aprile 2013, 21 piattaforme attive e altre due ancora in fase di lancio. La maggior parte delle piattaforme appartengono al modello Reward-based (12 piattaforme, corrispondenti al 52,2% del totale), seguono le piattaforme dedicate alle Donazioni (7, corrispondenti al 30,4%), due piattaforme Equity-based e due Social Lending (ciascuna corrisponde al 8,7%).

Tra le piattaforme Reward-based italiane, ritroviamo la partenopea DeRev, tra le startup vincitrici della nostra competition VulcanicaMente: è una piattaforma che si rivolge a progetti e idee innovative e creative che riescono a risolvere un problema o fornire un nuovo prodotto in grado di migliorare la vita delle persone e della comunità. Si tratta quindi di idee e progetti con una forte propensione al sociale, nella maggior parte dei casi in campo artistico e culturale.
DeRev offre un servizio di crowdfunding a chi fa parte della community, che può essere di varie tipologie (All or nothing, Keep it all e Fundraising, a seconda della presenza o meno di target prefissati in termini di durata e di somma da raccogliere), tutte afferenti al modello Reward-based in quanto prevedono una “ricompensa”.

Le altre piattaforme italiane di crowdfunding elencate nel report e afferenti al modello Reward-based sono: Boomstarter, Com-Unity, Crowdfunding-Italia, Eppela, Kapipal, Produzioni dal Basso, Starteed, Finanziami il tuo futuro, Kendoo, Cineama, Musicraiser.

Tra le piattaforme che si occupano della raccolta di Donazioni, invece, nasce a Napoli nel 2010 Fund For Culture, piattaforma on line nata allo scopo di promuovere l’innovazione sociale nel settore culturale. Il progetto si rivolge, quindi, da un lato a coloro che sono in cerca di fondi per realizzare un’iniziativa culturale e, dall’altro, al mondo dei donatori in Italia che vogliano sostenere la cultura nel territorio. Il crowdfunding messo in pratica da Fund For Culture è quindi a fondo perduto per gli investitori. La piattaforma Fund For Capital ha all’attivo il Kublai Award 2011 ed è stata tra i finalisti di Working Capital 2011.

Le Donazioni rappresentano il modello di crowdfunding con il rapporto più alto tra progetti presentati e finanziati: ben 130 progetti finanziati su 176, per un totale di 245.000 euro raccolti ed erogati grazie al crowdfunding.
Le altre piattaforme di Crowdfunding italiane che applicano il modello delle Donazioni sono: BuonaCausa, Iodono, Pubblico Bene, Retedeldono, ShinyNote, Terzo Valore.

Il report prosegue con le due piattaforme italiane dedicate al Crowdfunding Equity-based: si tratta, come abbiamo detto, del modello di raccolta dei capitali più idoneo per le startup, che in Italia è ancora relativamente poco diffuso rispetto ai primi due modelli analizzati. Abbiamo già accennato all’attuale situazione del sistema di Equity crowdfunding italiano, che è in attesa di regolamentazione: nel frattempo, il report evidenzia come ad oggi le piattaforme Equity-based siano le meno diffuse in Italia, anche dal punto di vista del numero di progetti ricevuti e finanziati. Le piattaforme Reward-based, infatti, hanno ricevuto 1.522 progetti e ne hanno finanziati con successo 242, mentre il Crowdfunding Equity-based ha finanziato 8 progetti sui 110 ricevuti, per un valore totale pari a due milioni di euro.

Le due piattaforme Equity-based attualmente operanti sul mercato italiano indicate dal report sono SiamoSoci (marketplace per startup non quotate in cerca di investitori, che attualmente collabora con Working Capital di Telecom Italia) e We Are Starting (piattaforma di recente creazione, nata nel marzo 2013).

Ultimo modello di crowdfunding attualmente presente nelle piattaforme italiane è quello di Social Lending, detto anche P2P (Peer-to-Peer). Il cosidetto prestito sociale ha finanziato circa il 35% dei progetti ricevuti, con 1.855 finanziati su 5.313 per un totale di oltre 10 milioni di euro.
Le due piattaforme italiane di Social Lending sono Prestiamoci e Smartika: la prima nasce nel 2010, ed è un marketplace in cui si incontrano Richiedenti e Prestatori.
Un aspetto molto importante è la diversificazione del portafoglio di progetti in cui ciascun prestatore investe, un meccanismo che consente di controllare al meglio il rischio.
Anche Smartika è strutturata come una piattaforma di incontro tra Prestatori e Richiedenti, e prevede un meccanismo di diversificazione del portafoglio di investimento simile a quello di Prestiamoci. Nata in origine come Zopa, la sua attività è stata interrotta nel 2009 dopo alcuni mesi di lavoro per problemi inerenti alla mancanza di Autorizzazioni. Da circa un anno, ottenute le Autorizzazioni in questione, il team di Zopa ha ripreso la propria attività con la piattaforma Smartika.

Il Report include anche l’analisi delle criticità del sistema di crowdfunding italiano: prima di tutto, evidenzia l’attuale situazione di scarsa chiarezza del quadro normativo, ma come sappiamo tale aspetto è attualmente in via di definizione. Si riscontra inoltre una mancanza di cultura del crowdfunding e difficoltà nella promozione e comunicazione delle piattaforme. Infine, l’attuale sistema di pagamento presenta delle difficoltà tecniche.

Ciò nonostante, si riconosce una grande vivacità nel mercato di crowdfunding italiano: si tratta di un sistema che sta maturando facendosi via via più complesso e articolato, ma mantenendosi comunque in una situazione di crescita controllata.
Si evidenzia inoltre una maggiore attenzione alla necessità di diffusione della conoscenza di questo importante strumento a fasce sempre più ampie della popolazione: lo dimostra l’aumento degli eventi sul crowdfunding in tutto il territorio nazionale.
Tutti questi aspetti fanno ben sperare per l’evoluzione e la diffusione del crowdfunding in Italia, visto da più parti come uno strumento fondamentale per la nascita di progetti basati sull’innovazione e sulla sostenibilità che possano guidare i nuovi imprenditori verso il futuro e il cambiamento: restiamo in attesa del Regolamento della Consob per capire quali saranno le evoluzioni.

Per saperne di più, il Report è disponibile al seguente link: http://www.slideshare.net/crowdfuture

Napoli, 30/04/2013

Working Capital 2013: nuovi spazi e strumenti per le startup italiane

Working Capital è il programma di accelerazione e supporto per startup nato nel 2009 ad opera di Telecom Italia. In questi anni ha dato vita a vari progetti, coinvolgendo giovani talenti e finanziando molte idee innovative:

  • 2009/2010: Oltre ad un proficuo progetto di collaborazione con il mondo delle Università, che ha portato al finanziamento di 29 progetti di ricerca, Working Capital si è impegnata a finanziare 13 startup e ha offerto ad altre 36 startup un periodo di pre-incubazione fondamentale sia a livello formativo che come momento di riflessione sulle linee d’azione da intraprendere per realizzare i propri progetti.
  • 2011: In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Working Capital in collaborazione con PNICube organizza il “Tour dei Mille“, girando l’Italia alla ricerca delle migliori 1.000 idee innovative. Il risultato sarà la raccolta di ben 2.139 progetti, di cui 14 premiati durante il Tour. Tra i 150 finalisti, 16 hanno ricevuto un contratto di ricerca, 4 progetti sono stati finanziati con un contributo di 100.000 euro ciascuno e sono stati assegnati 4 premi speciali per le startup.
  • 2012: Working Capital diventa Accelerator, candidandosi a creare una Silicon Valley tutta italiana. Nel novembre 2012 organizza l’evento “Si può fare“, che riceve ben 800 pitch da tutta Italia: saranno assegnati in quest’occasione 20 grant d’impresa del valore di 25.000 euro ciascuno, per i migliori progetti digital e green.

Nel 2013 il cammino di Working Capital Accelerator fa un grande passo avanti, con l’apertura di tre nuovi acceleratori a Roma, Milano e Catania: lo scopo è quello di costruire un sistema di innovazione forte e diffuso sull’intero territorio nazionale, creando tre punti che favoriscano l’incontro tra giovani talenti, investitori e territorio. La scelta delle tre città sede dei nuovi acceleratori dipende dall’obiettivo di coprire l’intero territorio nazionale, da nord a sud, creando così tre punti nevralgici per l’implementazione del sistema innovativo italiano.
Per ciascuna sede è stata scelta una realtà vicina al territorio cui affidare il progetto: l’acceleratore di Roma sarà gestito da Iquii, con Fabio Lalli e Lorenzo Sfienti; quello di Milano da dPixel, con Gianluca Dettori e Franco Gonella; mentre a Catania la gestione è affidata a StartupCT, con Antonio Perdichizzi, Peppe Sirchia e Mario Scuderi.

L’inaugurazione dell’edizione di quest’anno si è tenuta il 19 aprile a Roma, e in quell’occasione Marco Patuano (AD di Telecom Italia) ha spiegato tutte le novità previste: innanzitutto la nuova call, attraverso cui Working Capital mette a disposizione dei migliori progetti ben 30 grant del valore di 25.000 euro ciascuno. Le startup dovranno presentare progetti nei settori internet, digital life, mobile evolution e green.
I 30 grant saranno così suddivisi:

  • 15 saranno destinati alle startup selezionate per partecipare al percorso di accelerazione. Per partecipare alla selezione il progetto dovrà essere caricato sul sito di Working Capital entro il 30 maggio 2013, indicando la sede prescelta tra i tre acceleratori Working Capital.
  • 15 saranno destinati alle migliori startup non selezionate per il percorso di accelerazione, che avranno sottoposto la propria candidatura per la call aperta dal 19 aprile al 30 settembre 2013. In questo secondo gruppo Working Capital prenderà in considerazione sia coloro che non avevano richiesto di partecipare al percorso di accelerazione, sia coloro che non erano stati ritenuti idonei per partecipare.

Un ulteriore, importante novità prevista per il 2013 è la nascita dello Startup Repository WCAP, una piattaforma realizzata grazie alla collaborazione con la Kauffman Society. La funzione del Repository è quella di consentire agli investitori nazionali ed internazionali di accedere ai progetti che si iscriveranno alla piattaforma. Sono già presenti attualmente oltre 15.000 progetti registrati alla piattaforma, tra cui i 4.000 progetti che hanno animato le edizioni precedenti di Working Capital, cui presto si aggiungeranno i progetti di quest’anno.

Per informazioni e per inviare le proprie candidature: http://www.workingcapital.telecomitalia.it/

Napoli, 22 aprile 2013

Al World Wide Rome, “Open Science: Io sono la mente”. Il mondo della ricerca ricorda Rita Levi Montalcini

Lunedi 22 aprile, in occasione dell’anniversario della nascita di Rita Levi Montalcini, tutta la rete celebra la memoria del Premio Nobel per la medicina che ha avuto un ruolo chiave per i progressi nelle neuroscienze grazie alla scoperta del fattore di crescita delle cellule nervose (NGF) e ha fatto dell’Open Science il suo approccio. La Montalcini ha sempre lavorato partendo dal presupposto che la scienza debba essere aperta, pubblica e collettiva, anticipando il processo che il web sta perseguendo oggi: il mondo della ricerca, infatti, sta cambiando grazie alla condivisione dei risultati, che accelera il raggiungimento dei progressi.

Così come accaduto nel 2010, quando in occasione del 101mo compleanno della scienziata il web si è riunito per festeggiarla e dare spazio a centinaia di ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo, anche quest’anno la rete ha organizzato una lunga maratona “a rete unificata” per la giornata del 22 aprile, che si terrà a Roma nella cornice del Tempio di Adriano.
Fu proprio nel 2012 che Rita Levi Montalcini, nell’intervista rilasciata a Riccardo Luna per Wired, pronunciò la frase che dà il nome all’evento di quest’anno: “Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo, io sono la mente“.

L’evento è organizzato da World Wide Rome in collaborazione con il Brain Forum, curato da Riccardo Luna e Viviana Kasam e promosso da Asset-Camera, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma e Tecnopolo. Lo scopo è quello di promuovere la cultura dell’innovazione attraverso la rete e celebrare l’Open Science. Vi parteciperanno numerosi protagonisti del mondo scientifico internazionale, primo fra tutti il Premio Nobel per la Chimica Aaron Ciechanover e il vincitore del Premio Lasker 2010 Napoleone Ferrara.

Tra i relatori, anche Marco Meola, ideatore e founder di Rehub, uno dei progetti in fase di startup attualmente presenti al CSI – Incubatore Napoli Est.
Laureato in Architettura all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e della Città, ha conseguito un Master in Progettazione e Pianificazione sostenibile delle aree portuali e si è sempre distinto per la spinta innovativa del proprio lavoro. Da sempre interessato ai processi creativi e di trasmissione del sapere, appassionato di saggi di divulgazione scientifica, Marco Meola è attualmente impegnato insieme al suo team nella realizzazione del nuovo progetto imprenditoriale Rehub: si tratta di una community destinata a ricercatori accademici, centri di ricerca pubblici, privati e aziendali, ai dottori di ricerca e ai dottorandi. La mission di Rehub è quella di offrire ai protagonisti della ricerca gli strumenti più adatti per comunicare le proprie ricerche autonomamente e aumentare la propria visibilità.
Lo scopo è quello di favorire la scienza aperta, sulla scia del processo di trasformazione che il mondo della ricerca scientifica, ed in particolare della produzione e comunicazione di quest’ultima, sta attraversando oggi: grazie al web, sono nati concetti come Open Science, Citizen Science e Open Access e Rehub si propone come un aggregatore di servizi destinati alla community dei ricercatori, che saranno accompagnati in tutte le fasi di lavoro, dalla creazione di nuove ricerche alla dissemination delle stesse.
La creazione di una community è inoltre il mezzo che Rehub offre allo scopo di incentivare la collaborative innovation, favorendo l’incontro interdisciplinare tra discipline schientifiche e umanistiche e offrendo terreno fertile per raggingere l’obiettivo finale della Smart Serendipity.

L’evento “Open Science – Io sono la mente” è previsto per lunedi 22 aprile 2013, dalle 10 alle 19. E’ possibile registrarsi qui.
L’evento verrà trasmesso in rete dalle maggiori piattaforme, e sarà possibile lasciare la propria testimonianza in video e via tweet sotto l’hashtag #GrazieRita.

#CSIReload: just restyled!

E’ online, in versione beta, il nuovo sito del Centro Servizi Incubatore Napoli Est!

Rinnovato nella grafica, ma sopratutto con nuove funzioni social per alimentare la community.

E’ stato pubblicato, inoltre, il regolamento dell’incubatore, consultalo per scoprire come potrai accedere ai nostri spazi e servizi!I

l sito sarà, inoltre, il canale principale per veicolare le prossime iniziative pubbliche del CSI!

Registrati ai nostri gruppi pubblici e rimani contatto…

 

 

 

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