Loading...

Il Blog del CSI

Hello Tomorrow Challenge mette in palio 100.000 euro per la migliore startup di domani!

Hello Tomorrow Challenge è una startup competition europea destinata a progetti (di prodotti o servizi) basati su tecnologie innovative: possono partecipare team composti da studenti/ricercatori (composti da un massimo di 6 membri, di cui almeno la metà under 35). Non è indispensabile avere una società già costituita, ma in caso di startup già costituite in forma societaria è necessario che siano state create dopo il 22/01/2013. Inoltre, le startup partecipanti non possono aver raccolto più di 100k € di capitale.

Hello Tomorrow Challenge è rivolta a giovani innovatori di oltre 30 paesi, e si propone di far incontrare creatività, scienza e tecnologia con il mondo dell’imprenditorialità allo scopo di costruire il futuro: oltre alla possibilità di candidare il proprio progetto, il portale offre la possibilità di incontrare nuovi possibili co-founder per dar vita a team di innovatori.

Le candidature devono essere inviate tramite il portale http://hello-tomorrow.org/# entro il 29 gennaio 2014: le categorie sono Energy, Biotech Medtech, IT/COM, Hardware Robotics, Big Data.
La giuria provvederà a selezionare i migliori 25 progetti che seguiranno un programma di mentoring nei mesi di febbraio e marzo. I criteri di selezione dei 25 progetti riguarderanno il team (in termini di esperienze e capacità dei membri e della loro coesione e complementarità all’interno del gruppo), l’innovazione tecnologica, il mercato (in termini di dimensioni, segmentazione, potenziale di crescita), la fattibilità del progetto e gli aspetti strettamente finanziari del piano.

Al termine del programma di mentoring (tra il 6 e il 17 aprile 2014) la giuria si occuperà della selezione dei 5 finalisti che parteciperanno all’evento finale “The First Day of Tomorrow” (Parigi, 18 aprile 2014): alla giornata parteciperanno oltre 2000 ospiti, e i 5 finalisti presenteranno il proprio pitch davanti ad una giuria formata da 50 esperti internazionali.
Al Grand Winner spetterà un premio in contanti di 100.000 euro, inoltre per ciascuna delle 5 categorie in concorso sarà premiato il miglior progetto con altrettanti premi da 15.000 euro ciascuno.

Per maggiori informazioni, è possibile contattare i responsabili italiani all’indirizzo roma@hellotomorrow.org.

Inoltre è possibile visitare il sito internet dell’iniziativa e scaricare la locandina informativa di Hello Tomorrow Challenge.

Napoli, 11/12/2013

In arrivo SMAU NAPOLI: Comprassieme di Finwin finalista al Premio Innovazione ICT Campania 2013

Comprassieme, progetto sviluppato da Finwin, tra le sette startup vincitrici della prima edizione di “VulcanicaMente: dal talento all’impresa” è tra i 16 finalisti del Premio Innovazione ICT Campania 2013, che sarà assegnato giovedì 12 dicembre in occasione di SMAU NAPOLI.

Si tratta di un progetto basato sull’offerta di servizi innovativi per la vendita e distribuzione dell’agroalimentare a filiera corta. Parole chiave di Comprassieme: Cibo genuino dal tuo contadino sono: tracciabilità, riduzione costi, fidelizzazione clientela e promozione territoriale a portata di click. Per vedere il video di presentazione di Comprassieme, il link di riferimento è http://www.youtube.com/watch?v=7Uhxg1Pw810&feature=share

Tra i finalisti del Premio Innovazione ICT Campania insieme alla nostra Finwin ritroviamo enti locali (come il Comune di San Giuseppe Vesuviano e la Provincia di Caserta), ma anche progetti riguardanti prodotti locali come Torrefazione Carbonelli (NA) e Antica Gelateria Matteo (SA).

Come già anticipato qualche settimana fa in questo post del nostro blog, Napoli ospita per la prima volta SMAU il 12 e 13 dicembre: il programma prevede premi, riconoscimenti, esposizioni, laboratori e workshop formativi con un focus particolare sull’innovazione di impresa.

Il programma di SMAU NAPOLI prevede una serie di appuntamenti destinati ad aziende, pubbliche amministrazioni, startup e centri di ricerca della Campania: segnaliamo tra questi alcuni momenti focalizzati su temi di particolare interesse per startup e innovatori.

Innanzitutto la consegna del già citato Premio Innovazione ICT Campania, che si terrà nella mattinata di giovedì 12 (ore 10:30 – Sala 1).
Sempre giovedì, alle 11:00 (in Arena Retail), Startupbusiness presenta “Speedpitching: 90 secondi per conoscere l’innovazione che serve alla tua impresa”. Un evento in cui Emil Abirashid presenta a imprenditori, manager e investitori le grandi opportunità degli acceleratori di impresa (l’appuntamento sarà ripetuto anche venerdì).

La giornata di venerdì 13 si apre invece con un workshop formativo a cura della Regione Campania sul tema “La Campania della Ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’ innovazione” (ore 9:30 in Sala 1) durante il quale saranno presentati i distretti tecnologici campani ed il sistema regionale della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico.

Altro tema interessante per startuppers sarà affrontato alle ore 16:00 (Arena Marketing Digitale), con il workshop a cura di IWA dal titolo “Il crowdfunding: investire e finanziare l’impresa tramite internet”.

SMAU NAPOLI si conclude con l’assegnazione (venerdì a partire dalle 14:30) degli altri tre premi previsti per l’evento:
– Premio Smart City;
– Premio e-Government;
– Premio Lamarck Giovani Confindustria – SMAU.

Per l’elenco completo dei workshop business: http://www.smau.it/napoli13/schedules/?types=workshop-business

Per l’elenco completo dei workshop formativi: http://www.smau.it/napoli13/schedules/?types=workshop-formativo&page=1

Napoli, 10/12/2013

Job Opportunities dal CSI: Artrooms alla ricerca di un programmatore

Artrooms, tra i progetti vincitori della seconda edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa, sta attualmente partecipando al percorso di coworking presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est ed è alla ricerca di un programmatore da integrare nel suo team. Di seguito, la Job Description e i contatti per candidarsi.
Startup digitale, con sede in Napoli, cerca un programmatore da integrare nel proprio team. 

Si ricerca Sviluppatore PHP e MySql con comprovata esperienza nello sviluppo di siti internet aziendali su piattaforma WordPress, Joomla, Druplal. Uso disinvolto di JavaScript, Html5 e CSS3. Conoscenza della lingua inglese. Esperienza di sviluppo siti ecommerce e cataloghi on line è considerato un plus.
Disponibilità immediata part time o full time, con un forte interesse ad investire con le proprie competenze in una startup innovativa.
I candidati che rispecchiano i requisiti richiesti, potranno presentare la loro candidatura inviando una mail con CV all’indirizzo contact@artrooms.it
Saranno prese in considerazione solo le candidature arrivate a mezzo mail e rispondenti alla quanto ricercato. Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

Napoli, 09/12/2013

Dall’UE, via libera agli incentivi fiscali per startup innovative

E’ arrivato venerdì 6 dicembre l’atteso via libera della Commissione Europea agli incentivi fiscali per chi investe in startup innovative: dopo un iter di alcuni mesi, che abbiamo descritto in questo post qualche settimana fa, l’approvazione UE dà finalmente inizio agli sgravi previsti per finanziatori privati delle nuove aziende innovative italiane.

Il provvedimento della Commissione Europea ha accettato il sistema di incentivi previsto dal Decreto Sviluppo bis (D. Lgs. 179/2012), pertanto gli sgravi saranno concessi a persone fisiche e giuridiche che investono in capitale di startup innovative: le condizioni da rispettare sono essenzialmente il mantenimento dell’investimento per almeno due anni e un limite all’importo detratto che non potrà superare i 500.000 euro (per le persone fisiche) e 1,8 milioni di euro (per le società).

Ricordiamo inoltre le percentuali: le persone fisiche potranno beneficiare di detrazioni del 19%, mentre per le persone giuridiche la detrazione prevista è del 20%. Le percentuali salgono rispettivamente al 25% e al 27% in caso di investimenti nel capitale di startup a vocazione sociale o che operano nel settore energetico.

Il prossimo passaggio sarà la firma di un apposito decreto da parte dei Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia e delle Finanze: secondo Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del MISE intervistato da Riccardo Luna (qui il link), il provvedimento potrebbe essere attivo già a inizio 2014: si tratta di un’occasione di grande sviluppo per l’ecosistema italiano dell’innovazione e delle startup, con l’Italia che si presenta come il Paese con le misure più incisive in materia a livello globale.

Napoli, 09/12/2013

5 situazioni difficili per una startup e 5 mondi per affrontarle al meglio

Dal sito internet Six Revision, un interessante post di Sabelline Chicot, content strategist dell’agenzia di Web Marketing Further, esperta di imprenditoria e tecnologie spiega quali sono le cinque situazioni che possono rallentare la crescita di una startup.

Dopo la primissima fase di attività di una startup, durante la quale tutto sembra procedere velocemente e per il meglio, e le possibilità di crescita sembrano illimitate, spesso capitano infatti dei momenti di difficoltà che, se affrontati nel modo giusto, possono essere brillantemente superati dal team. Vediamo quali sono questi problemi e come è possibile risolverli nella maniera più efficace.

1. Aspettare che tutto sia perfetto

A volte, la startup si ferma in attesa che tutto sia impeccabile, ma questo è un grande errore: bisogna invece partire da un semplice presupposto, cioè che la perfezione è un sogno irrealizzabile. Sabelline Chicot spiega che per avere successo nel business il team deve concentrarsi sulle cose che contano veramente, tralasciando dettagli poco significativi, mantenendo ben presente la vision e proseguendo verso il lancio del prodotto. L’importante per una startup è avere prima possibile un prodotto da mettere sul mercato, per poi migliorarlo nel tempo sulla base dei feedback dei clienti. Di conseguenza, il focus deve essere sulle funzionalità di base.
Questo discorso vale a maggior ragione per startup che operano nel settore software: Sabelline Chicot riporta a tale proposito le parole di Dave Winder, sviluppatore ed imprenditore di successo, secondo il quale lo sviluppo di un software è un processo sempre in evoluzione e “l’unico software perfetto è quello che stai ancora sognando”.

2. Cercare di essere al passo con i vostri concorrenti

Tenere il passo con le novità del settore e conoscere la concorrenza è sicuramente un punto fondamentale per qualsiasi imprenditore, ma Sabelline Chicot spiega chiaramente che non deve diventare un’ossessione: la continua analisi della concorrenza può diventare un “labirinto oscuro” da cui è difficile districarsi e prendere davvero molto tempo ad una startup.
Lo stesso Paul Graham ha sottolineato nel suo blog che difficilmente una startup fallisce a causa dei concorrenti: anzi, secondo Graham, spesso un mercato affollato di competitors non è una minaccia, ma un segnale di vitalità del mercato, e della presenza un bisogno da soddisfare.

Il consiglio di Sabelline Chicot è quello di impegnarsi sicuramente in un’analisi accurata della concorrenza e di tenersi aggiornati su ciò che accade nel proprio settore di riferimento, senza tuttavia lasciarsi scoraggiare o modificando troppo la propria vision.

3. Fare tutto da soli

I founder di una startup, secondo Sabelline Chicot, non devono sentirsi in dovere di svolgere da soli tutte le mansioni: marketing, informatica, risorse umane, finanza, vendite, sviluppo web… E’ sicuramente più utile incanalare le proprie energie in alcuni compiti specifici e strategicamente cruciali e imparare a delegare gli altri compiti e mansioni agli altri.

In una startup è importantissimo imparare a dividere i compiti ed è fondamentale che i founder responsabilizzino gli altri membri dell’organico: il consiglio pratico è quello di fornire ai lavoratori i migliori strumenti possibili, lasciandoli poi svolgere liberamente il proprio lavoro.

4. Prendersi troppo sul serio

Sabelline Chicot sceglie come esempio sull’argomento l’imprenditore seriale Richard Branson: secondo l’autrice del post, Branson è l’espressione massima di un founder di startup caratterizzato dal buon umore e dalla capacità di non prendere le cose troppo sul serio. Dietro questa apparenza sorridente, tuttavia, Branson cela una solidissima logica aziendale.

In sintesi, soprattutto nelle fasi di startup in cui necessariamente ci si ritrova di fronte a molte decisioni critiche, è importante imparare ad essere positivi e riuscire a trasmettere tale positività nella cultura aziendale, così da permettere a tutti di lavorare in un contesto di apertura in cui sia più facile essere creativi.

5. Paura di sbagliare

In quest’ultima parte del suo post, Sabelline Chicot spiega l’importanza degli errori per una startup: è fondamentale avere bene in mente che non c’è nulla di male a fare qualcosa di sbagliato, che gli errori capiteranno sempre e che accettare questi concetti è segno di maturità e consapevolezza da parte dei founder.

Nessuno ha mai avuto un’idea perfetta, che non aveva bisogno di ulteriore lavoro e di modifiche: per dirla con le parole di Sabelline Chicot, “L’arte di riuscire nelle cose è anche nel fare degli errori”: sono moltissimi gli imprenditori che, prima di raggiungere il successo, sono passati attraverso il fallimento.

Fondamentale da questo punto di vista avere sempre un piano di riserva se le cose vanno male, per poter affrontare i momenti difficili con maggiore tranquillità ed obiettività e far crescere al meglio una giovane azienda.

E’ possibile leggere l’articolo originale di Sabelline Chicot su Six Revision al seguente link: http://sixrevisions.com/business/startups-growth-thing-slow-down/

Napoli, 06/12/2013

Un nuovo fondo di Venture Capital per le startup europee: Hoxton Ventures porta in Europa la Silicon Valley

Hoxton Ventures lancia un Fondo Early Stage destinato a startup europee, con lo scopo di trasferire la cultura e la prospettiva imprenditoriale tipica della Silicon Valley nell’ecosistema del nostro continente.

Il Fondo, denominato “Hoxton Ventures Fund I, LP”, è stato annunciato ieri 4 dicembre 2013 e servirà a finanziare il capitale di rischio per le prime fasi di vita di startup tecnologiche con sede in Europa: Hoxton Ventures assicura alle startup finanziate il supporto di esperti statunitensi nel settore della tecnologia, a partire proprio dai due fondatori.

I founders di Hoxton Ventures sono infatti Hussein Kanji e Rob Kniaz, provenienti da ruoli di alto livello in Microsoft e Google. Il terzo partner del fondo è Dylan Collins, imprenditore seriale con alle spalle una serie di successi nei settori media e software.

Con una disponibilità di 40 milioni di dollari, il Fondo Hoxton Ventures si propone di effettuare dai 4 ai 6 investimenti in startup europee che dimostreranno di essere scalabili e di poter aspirare a diventare leader nel proprio settore di business: gli investimenti in ciascuna startup potranno essere dai 500k ai 2M di dollari.

Come è possibile leggere nel Comunicato Stampa con il quale Hoxton Ventures ha lanciato il Fondo, la scelta di investire in Europa nasce dalla convinzione dei fondatori che il nostro continente offra startup di qualità sempre più elevata, grazie a capacità imprenditoriali di primo livello: con il finanziamento di Hoxton Ventures si potrà aumentare la disponibilità di Venture capital per l’economia del vecchio continente, portando in Europa la filosofia imprenditoriale della Silicon Valley.

Inoltre, Hoxton Ventures si propone in futuro di creare tra le startup finanziate in Europa e l’ecosistema statunitense un vero e proprio ponte, aprendo uffici e trasferendo parte dei componenti dei team in Silicon Valley.

Hoxton Ventures preferisce finanziare team giovani, competenti, alla prima esperienza come founders di una startup. I progetti dovranno essere rivolti a mercati di grandi dimensioni o ad alto tasso di crescita, oppure dovranno proporre un’innovazione in grado di creare un nuovo mercato grazie ad una tecnologia disruptive.

 

Per maggiori informazioni e per contattare Hoxton Ventures il link di riferimento è http://www.hoxtonventures.com/

Napoli, 05/12/2013

I 5 superpoteri del marketing: tecnologia e team alla base del successo

Mark Bonchek (Chiaf Catalyst di Orbit & Co., network per leader e organizzazioni che vogliono tenersi al passo con le novità del mondo digitale) e Cara France (CEO di The Sage Group, società di marketing e consulenza con sede a San Francisco) hanno pubblicato di recente un post su Harvard Business Review dopo l’esperienza come organizzatori e giudici di Marketers that Matter, una competition destinata ai migliori progetti innovativi nel marketing.

Durante l’esperienza di Marketers that Matter, infatti, hanno avuto modo di entrare in contatto con i migliori esperti e CMO della Silicon Valley: parlando con loro, sono riusciti a raccogliere le cinque skills fondamentali per una campagna di marketing di successo.
Il punto di partenza è che, oggi più che mai, i clienti sono sempre più connessi ed hanno un grande potere: è fondamentale quindi conquistare i loro cuori e le loro menti, servendosi delle tecnologie più moderne, basandosi su grandi quantità di dati e coinvolgendoli con prodotti e servizi che superino le loro aspettative.
Per fare tutto questo, è importante avere un team composto dai migliori talenti, e riuscire a far lavorare la squadra in vista di un obiettivo comune.

Ma quali sono le skills che possono essere definiti dei veri e propri “superpoteri” nel marketing?

1. Sentire ciò che nessun altro riesce a sentire

Da sempre, i migliori esperti di marketing sono dei grandi ascoltatori. La rivoluzione digitale ha dato voce a tutti e ciascuno può esprimersi scegliendo il canale che preferisce: bisogna quindi adeguarsi e sfruttare le nuove tecnologie per ascoltare pareri, bisogni ed aspettative dei clienti.
Un esempio è quello di SAP, azienda leader nella produzione di software destinati alle imprese: il CMO Jonathan Becher ha impostato il lavoro dell’azienda su un processo di miglioramento dei prodotti basato sulla collaborazione dei clienti. Insieme al suo team ha creato “Idea Place”, piattaforma dove la community di SAP può votare e suggerire le modifiche ai prodotti. Da sottolineare il risultato ottenuto da SAP: oltre 10.000 contatti, 600 miglioramenti di prodotto e la crescita della customer engagement and satisfaction, dovuta all’approccio open e trasparente che l’azienda ha seguito.

2. Prendere sempre parte alle conversazioni

Grazie ai canali social, il numero di conversazioni su prodotti e aziende si è moltiplicato in maniera esponenziale. I responsabili di marketing devono essere presenti e partecipare a tutte le conversazioni, servendosi degli strumenti che la tecnologia offre: è fondamentale non stare sempre a parlare di sè, dell’azienda e dei prodotti, ma lavorare per costruire una community stimolante, iniziando conversazioni che portino i partecipanti a commentare e partecipare.
Caroline Donahue, CMO di Intuit, è bravissima a convincere le persone a parlare: con il suo team ha lanciato Intuit’s Small Business Big Game, una piattaforma social che coinvolge e responsabilizza migliaia di piccole imprese incoraggiandole a condividere le proprie storie e a votare le più interessanti.
Il programma ha ottenuto ottimi risultati, con decine di migliaia di storie e milioni di visite e voti.

3. Superare con un solo salto montagne di dati

I dispositivi digitali generano ogni giorno moltissimi dati: click, post, tweet e like. I vecchi sistemi, come i fogli di calcolo e le relazioni, non bastano a tenere tutto sotto controllo: il primo problema che il team di marketing deve risolvere diventa quindi riuscire ad avere accesso ai dati e gestirli in modo da ottenere informazioni utili e fruibili.
Pat Connolly, CMO di Williams – Sonoma, si è servito del cloud per rendere accessibili i dati provenienti dalle svariate fonti. A questo punto, per rendere tali dati significativi, si è impegnato per ottenere algoritmi e modelli utili. Spesso questo passaggio è difficile per le aziende, ma l’esempio di Williams – Sonoma insegna che si tratta di un punto di forza fondamentale che differenzia l’azienda da chi non riesce ad organizzare i dati in maniera utile.

4. Far sparire i silos

I silos sono strutture isolate, ed ogni azienda può avere i propri silos: nelle varie aree (marketing, vendite, IT, servizi), all’interno di una singola area (nel marketing, ad esempio, brand, comunicazione, advertising e digitale). Nelle vendite, ad esempio, ci sono i negozi, il call center e l’e-commerce. I migliori esperti di marketing riescono ad eliminare queste singole suddivisioni, facendo in modo che tutti lavorino allo stesso obiettivo: una customer experience che il cliente possa recepire come eccezionale.
L’esempio è fornito da Julie Bornstein, CMO di Sephora, che ha rivoluzionato completamente il modo “classico” di pensare all’azienda come composta da più silos: tutte le operazioni (marketing, IT, magazzino, programmi di fidelizzazione) sono pensati in modo che siano collegati tra loro: questo perché il cliente può essere in negozio, può vedere la pubblicità su una rivista, o può visitare il sito internet, ma è sempre lo stesso cliente.
Il segreto è quello di far lavorare tutti i componenti dell’azienda con una vision “clent-centric” e a 360°, eliminando dalla mentalità dei dipendenti l’idea “io lavoro su questo”. Il risultato di questo approccio è che Sephora ha ottenuto oltre 20 milioni di clienti iscritti al suo programma fedeltà.

5. Condividere i “superopoteri” con gli altri

Un’azienda vincente si costruisce solo con una squadra vincente: un esperto di marketing sa che il modo migliore per ottenere risultati è quello di condividere le proprie skills per farle arrivare anche agli altri.
Il CBO di Visa Antonio Lucio lavora esattamente in questo modo, costruendo i migliori team combinando vecchi e nuovi dipendenti: secondo Lucio, infatti, “il trucco per creare la magia è combinare l’esperienza e le prospettive dei brand builders tradizionali con l’energia e l’innovazione dei nativi digitali”.
Sulla base di questa vision Visa ha costruito la sua campagna per le Olimpiadi di Londra 2012, ottenendo i migliori risultati in 26 anni di campagne olimpiche.

Riassumendo, per ottenere una campagna di marketing vincente è necessario utilizzare questi cinque “superpoteri” combinandoli con l’utilizzo delle tecnologie e il lavoro di squadra: in questo modo sarà possibile tenere il passo con i consumatori sempre più esigenti e offrirgli una customer experience che supererà tutte le loro aspettative.

Napoli, 04/12/2013

Come muovere i primi passi dall’idea alla startup? Le lezioni imparate sul campo dal founder di Buffer

Joel Gascoigne è CEO e founder di Buffer, una app che consente di condividere i propri contenuti nel minor tempo possibile sui propri profili social. Nel suo blog ha condiviso alcune delle lezioni e dei suggerimenti più importanti imparati durante la sua esperienza in una startup di successo, che ha raggiunto oltre 850.000 utenti riuscendo a risolvere un’esigenza importante per molte persone e attraverso una crescita veloce ed esponenziale.

Il primo pensiero quando Gascoigne pensa alla sua esperienza è un passo tratto dal saggio di Paul Graham “How To Make Wealth”: “Si può pensare ad una startup come a un modo per comprimere tutta la tua vita lavorativa in pochi anni. Immaginate lo stress di lavorare in un ufficio postale per 50 anni. In una startup è possibile ridurre questo stress a tre o quattro anni”.

Secondo Gascoigne questo pensiero è assolutamente vero, e lo ribadisce affermando che l’esperienza di dar vita ad una startup è a suo parere il modo migliore di condurre una vita lavorativa appagante.

Il suo post prosegue con una lista di sei consigli per aspiranti startuppers:

1. Experiment. Lots.
E’ fondamentale avere un “piano di riserva”: occorre concentrarsi su un progetto a parte oltre a quello della propria startup, anche se ciò significa maggior impegno e meno tempo libero. Lo stesso Gascoigne prima di lavorare a Buffer ha fatto parecchi tentativi di business e si è impegnato su svariati progetti collaterali.
Non sempre paga concentrarsi anima e corpo su un’unica strada: bisogna continuare ad impegnarsi su cose nuove finchè non si riesce a trovare qualcosa che funzioni, che abbia mercato e che piaccia alla gente.

2. Stay Inspired.
La motivazione è fondamentale per un aspirante startupper, ed è indispensabile per riuscire finalmente a concentrarsi e iniziare a lavorare sul serio. Ma è fondamentale riuscire a documentarsi e a farsi ispirare dalle storie di successi e fallimenti degli altri, di coloro che hanno tentato prima di noi, perchè spesso è proprio dalle storie degli altri che è possibile far scattare la scintilla che può aiutare un progetto a decollare.

3. Travel the world and move.
Prendendo spunto da una massima di Mark Twain (Viaggiare è fatale per il pregiudizio, il bigottismo e la ristrettezza mentale), Gascoigne spiega quanto sia stato importante per il suo progetto viaggiare, parlare con le persone e conoscere altre culture: prima di tutto, perchè spostandosi dal proprio ambiente è possibile incontrare persone e luoghi nei quali la nostra idea può avere successo. Ma soprattutto perchè lasciare ciò che si conosce ed entrare nell’incertezza aiuta la mente a diventare più aperta e capace di creare e vedere nuove opportunità.

4. Choose your friends wisely.
Scegliere bene le persone con le quali condividere la propria esperienza ed il proprio progetto è fondamentale: una startup ha bisogno di un team di persone ottimiste, convinte di poter avere successo, consapevoli che a volte si può fallire ma che è importante rialzarsi e riprovare.
Gascoigne spiega che questa convinzione si riflette anche nelle sue politiche di assunzione: la sua tendenza è quella di assumere persone nel proprio team dalle quali si possa imparare qualcosa ogni giorno.

5. Stay laser focused on building something people want.
Occorre sempre restare concentrati e focalizzati su un prodotto che la gente vuole: come afferma Paul Graham, “Quasi sempre, in una startup che fallisce il problema è che i clienti non vogliono quel prodotto“.
Gascoigne sa che spesso, in una startup, ci si può facilmente distrarre dal prodotto e concentrarsi su altri problemi, come la raccolta di capitali o il personale da assumere: ciò che conta davvero, soprattutto agli inizi, è trovare un problema importante da risolvere e lavorare al product/market fit finchè non si inizia a vendere.

6. Be open and vocal. 
Per spiegare il sesto e ultimo punto, Gascoigne parte da una citazione di George Bernard Shaw: “Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scamiamo, ciascuno di noi avrà ancora una mela. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce le scambiamo, ciascuno di noi avrà due idee“.
L’approccio open e la condivisione sono assolutamente fondamentali per una startup: basta pensare che la strategia di marketing seguita da Gascoigne agli inizi consisteva nel condividere l’idea con i suoi 1.700 seguaci su Twitter. Sono stati proprio questi ultimi ad avere un ruolo fondamentale nella crescita di Buffer: ecco perchè il consiglio finale, preso “in prestito” dalle parole di Leah Bursque, è quello di parlare della propria idea ad ogni singola persona che si incontra. Si tratta di un sistema infallibile per riuscire a testare e perfezionare la propria idea, e migliorare di conseguenza il proprio prodotto sulla base dei feedback ricevuti.

Napoli, 03/12/2013

Consigli alle startup: come affrontare le trattative con i fornitori

In una delle sue guide per startup, IoD.com elenca alcuni consigli importanti per founders alle prese con le prime trattative.
Agli inizi del proprio business, infatti, i founders hanno spesso pochi capitali disponibili e, di conseguenza, l’esigenza di risparmiare più denaro possibile: questo si traduce nella necessità di stabilire dei rapporti con i fornitori il più possibile snelli ed efficienti, risultato che è possibile ottenere attraverso trattative e negoziazioni.

Allo stesso tempo, il team di una startup può essere quasi intimorito dal dover affrontare una trattativa: Alex Mitchell, presidente della G20 Young Entrepreneurs Alliance, mette subito in guardia i founders da questa situazione, spiegando che non bisogna avere paura di negoziare con i fornitori su prezzi e tempi di consegna.

I consigli elencati nel post su come affrontare al meglio le trattative sono essenzialmente cinque:

1. Stabilite prima i vostri obiettivi: è importante avere ben chiari prima di procedere alle trattative alcuni elementi chiave, come ad esempio il prezzo a cui puntare (che, naturalmente, deve essere più basso possibile), i tempi ideali di consegna e i termini di pagamento. Riguardo a questi ultimi, è importante tenere presente che i clienti potrebbero voler provare la merce prima di acquistarla, per cui è fondamentale cercare di ritardare i pagamenti più a lungo possibile.

2. Tenere per sè le informazioni finchè non si conosce la posizione dell’altro: ciò significa che bisogna sapere quali sono le condizioni accordate con i fornitori prima di poter dare informazioni ai clienti. Se, ad esempio, un potenziale cliente chiede il prezzo di un prodotto, bisogna prendere tempo e rispondere che dipende da fattori quali il volume dell’ordine e la tempistica.

3. Sottolineare i benefici che la controparte otterrà dal contratto: è fondamentale, per costruire un rapporto proficuo e duraturo sia con i fornitori che con i clienti, riuscire a stabilire una situazione win-win dalla quale tutti i soggetti coinvolti possono ottenere beneficio.

4. Non accettare mai la prima offerta: il consiglio è quello di fare sempre una contro-offerta al fornitore, per capire quali sono le sue aspettative e quanto è disposto a muoversi rispetto al prezzo iniziale di offerta.

5. Mettere tutto su carta: una volta concluso l’affare, è fondamentale scrivere un contratto. Ciò permette ad entrambe le parti di avere ben chiaro i termini dell’accordo. Anche se non si prevede la stipula di un vero e proprio contratto, è consigliabile inviare sempre al fornitore una lettera che riassume tutte le concessioni ottenute durante un incontro, anche prima che si raggiunga un accordo finale.

 

Per leggere il post originale dal sito IoD.com il link di riferimento è: http://www.iod.com/connect/start-ups/articles/five-negotiating-tips-for-start-ups

Napoli, 03/12/2013

 

News: Sarà Milano ad ospitare l’edizione 2015 del Global Entrepreneurship Congress

Annunciato con un articolo di Alessandro Fusacchia su Il Sole 24 Ore di ieri, 01 dicembre 2013, la scelta della città che sarà sede dell’edizione 2015 del Global Entrepreneurship Congresssarà Milano ad ospitare il raduno più importante del mondo sulle startup (previsto a Marzo 2015, poche settimane prima dell’Expo).

L’Italia si aggiudica la possibilità di ospitare GEC2015, superando le candidature di Colombia, Croazia e Qatar: un’occasione importantissima per il nostro Paese, che vedrà la partecipazione di migliaia di stakeholders dell’ecosistema startup mondiale, provenienti da oltre 130 paesi.

Obiettivo dell’evento, nato nel 2009 grazie a Jonathan Ortmans come spin-off della Kauffman Foundation, quello di riunire gli attori del sistema allo scopo di creare nuove connessioni ed occasioni di networking, ma anche di condividere esperienze e confrontarsi sulle opinioni e proposte allo scopo di cambiare ciò che non va nell’ecosistema mondiale delle nuove imprese.

Secondo Fusacchia, in particolare, ospitare a Milano il Global Entrepreneurship Congress 2015 avrà l’effetto positivo di rafforzare la comunità italiana di startuppers e innovatori e fornire a quest’ultima maggiore visibilità e credibilità all’estero.

Qui, il link alla preview dell’articolo dal sito del quotidiano nazionale.

Per saperne di più sull’evento, qui è disponibile il sito dell’edizione 2013 di Global Entrepreneurship Congress.

FONTE: Il Sole 24 Ore

Napoli, 02/12/2013