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Tag: startup

Adempimenti per startup innovative: cosa prevede la normativa?

Con l’inizio del nuovo anno è utile ricordare gli adempimenti previsti dalla legge per il mantenimento dello status di startup innovativa.
Come avevamo già ricordato in questo post, in base alle previsioni del Decreto Sviluppo 2.0, infatti, le imprese che nel 2013 risultano iscritte nell’apposita Sezione Speciale della Camera di Commercio di appartenenza devono:

Aggiornare ogni sei mesi le informazioni riguardanti i requisiti di accesso alle agevolazioni.

Entro sei mesi dall’ultima iscrizione nel Registro delle imprese delle informazioni relative alla start-up innovativa, il legale rappresentante (o un suo delegato) deve depositare al Registro delle Imprese, tramite procedura telematica, un nuovo modello S2 riportante la dicitura “Aggiornamento in data … (data di presentazione della domanda) delle informazioni di start-up innovativa (art. 25 comma 12 e 14 D.L. n. 179/2012, convertito dalla L. n. 221/2012)”. Di seguito, in caso di segnalazione di aggiornamenti rispetto alle informazioni già depositate, bisognerà riportare le informazioni aggiornate relative a:

– l’attività svolta, compresa l’attività e le spese dedicate alla ricerca e sviluppo;
– i titoli di studio e le esperienze professionali dei soci e del personale che lavora nella start-up innovativa, esclusi eventuali dati sensibili ai fini della privacy;
– l’eventuale esistenza di relazioni professionali, di collaborazione o commerciali con incubatori certificati, investitori istituzionali e professionali, università e centri di ricerca;
– l’elenco di eventuali diritti di privativa su proprietà industriale e intellettuale

In caso di conferma delle informazioni già iscritte nel Registro delle Imprese, invece, alla dicitura di cui sopra va aggiunta la frase: “Si confermano le notizie già comunicate ed iscritte”.

La pratica è esente dal pagamento di imposte di bollo e diritti di segreteria.

Depositare un’autocertificazione attestante i requisiti di accesso alle agevolazioni previsti dalla normativa.

Entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio 2013 e comunque entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, il rappresentante legale della startup innovativa deve attestare il mantenimento del possesso dei requisiti prescritti dalla legge al fine dell’identificazione della startup con una apposita dichiarazione da depositare presso l’ufficio del Registro delle imprese.

Il modello da compilare è anche in questo caso il modello S2, in cui deve risultare la frase deve risultare la frase: “Conferma in data … (data di presentazione della domanda) del possesso dei requisiti di start-up innovativa (art. 25 comma 15 D.L. n. 179/2012, convertito dalla L. n. 221/2012)”.

La pratica prevede il pagamento dei bolli e diritti previsti per il deposito del bilancio. In caso di mancata presentazione dell’autocertificazione, lo status di startup innovativa viene cancellato d’ufficio dopo 60 giorni.

Fonte: http://www.to.camcom.it/Page/t01/view_html?idp=15047

Napoli, 07/01/2013

Giovani, startup, innovazione e nuove tecnologie: il Comune di Napoli stanzia oltre un milione di euro

In data 30 dicembre 2013, il Comune di Napoli attraverso l’Assessorato ai Giovani ha pubblicato alcuni Bandi destinati alla progettazione di una serie di attività e servizi rivolti ai giovani napoletani.

Le risorse impiegate sono in totale 1.195.426,05 Euro, provenienti da fondi ministeriali (nello specifico, il PLG – Piano Locale Giovani) e regionali (dal PTG – Piano Territoriale Giovanile), suddivise in una serie di interventi ed iniziative accomunate dallo scopo di creare reali opportunità di sviluppo per i giovani partenopei, dando inoltre loro la possibilità di accrescere e realizzare i propri progetti e il proprio talento creativo mettendoli al servizio del territorio.

I fondi destinati dal Comune di Napoli ai giovani sono ripartiti nel modo seguente:

1) Piano Territoriale di Politiche Giovanili
2) Piano Locale Giovani
3) Iniziative a favore dei Giovani organizzate nei Centri Giovanili Comunali

In ciascuna di queste tre aree sono previsti inteventi differenti: in questo post approfondiremo quelli riguardanti più da vicino il mondo dell’innovazione, delle startup e dell’imprenditoria, mentre per maggiori approfondimenti su tutti gli altri interventi rimandiamo alla pagina dedicata sul sito ufficiale del Comune di Napoli.

REALIZZAZIONE DI UN FAB LAB

Un primo intervento interessante per il mondo delle startup, dell’innovazione e delle tecnologie più avanzate è contenuto nelle Iniziative a favore dei Giovani organizzate nei Centri Giovanili Comunali: l’Intervento 2 è infatti finalizzato alla realizzazione di un FAB LAB all’interno del Centro Giovanile “Casa dei Giovani e della Cultura” di Pianura.

Possono partecipare:

Società con sede operativa nel territorio del Comune di Napoli, costituite da almeno un anno e in cui almeno il 70% dei soci sia under 35;
Associazioni iscritte al Registro Cittadino delle Associazioni Giovanili;
Gruppi informali che entro 10 giorni dall’eventuale approvazione della domanda si costituiscano in Associazione e si iscrivano al Registro di cui sopra.

Il Bando è riservato a proposte progettuali per l’organizzazione di un Fab Lab, definito come “una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale, dotata di strumenti computerizzati in grado di realizzare un’ampia gamma di oggetti”.
Oltre all’organizzazione del Fab Lab, il soggetto dovrà organizzare un corso per giovani di età compresa tra i 16 e i 23 anni, preoccupandosi di tutte le fasi (dalla selezione, alla comunicazione, alla promozione).

Per l’intervento “FAB LAB” le risorse a disposizione sono pari a 20.000 euro, inoltre il Comune di Napoli mette a disposizione affissione di manifesti, una sede all’interno del Centro Giovanile “Casa dei Giovani e della Cultura” di Pianura per tre anni, la comunicazione istituzionale.

Le domande di partecipazione dovranno pervenire in copia cartacea e su supporto informatico tramite consegna a mano al Protocollo Generale del Comune di Napoli (Palazzo San Giacomo, Piazza Municipio) entro e non oltre le ore 12:00 del 5 febbraio 2014.

Per maggiori informazioni e per scaricare il bando e la documentazione il link di riferimento è: http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23435

PROGETTO SVILUPPO NAPOLI

Ancora più interessante e specificamente dedicato alle startup è l’Avviso Pubblico per il progetto “Sviluppo Napoli”, intervento previsto nell’ambito del Piano Locale Giovani tra le attività di sostegno allo startup d’impresa realizzate dal Comune di Napoli.

Sviluppo Napoli prevede la concessione di 10 contributi da 20.000 euro ciascuno per le migliori idee imprenditoriali proposte da giovani talenti napoletani, oltre alla possibilità di beneficiare di un apposito servizio di tutoraggio presso il Servizio Giovani e Pari Opportunità.

Possono presentare la propria idea di impresa i soggetti che vogliano avviare una nuova iniziativa imprenditoriale nel territorio del Comune di Napoli o realizzare un nuovo investimento nell’ambito di attività già avviate, purchè in possesso dei seguenti requisiti:

– Le forme giuridiche ammesse sono l’impresa individuale, societaria, cooperativa;

– Le persone fisiche costituenti le imprese devono essere cittadini UE o in possesso di regolare permesso di soggiorno, di età compresa tra i 18 e i 35 anni;

– Le imprese devono avere sede legale, operativa ed amministrativa nel territorio del Comune di Napoli.

Il Bando elenca inoltre, all’articolo 4, una serie di settori prioritari di intervento:

a) servizi al turismo (servizi, ristorazione, alloggio);
b) tutela dell’ambiente;
c) servizi sociali alle persone;
d) servizi culturali;
e) ICT (servizi multimediali, informazione e comunicazione);
f) risparmio energetico ed energie rinnovabili;
g) manifatturiero;
h) artigianato e valorizzazione di prodotti tipici locali;
i) attività professionali in genere;
j) commercio di prossimità.

Le domande saranno valutate sulla base di una serie di criteri (art. 10), tra i quali figurano come prioritari la sostenibilità tecnica, economica e finanziaria del progetto e la capacità di creare nuova occupazione. Ma l’aspetto particolarmente interessante per le startup napoletane è la previsione di un punteggio aggiuntivo (5 punti) assegnato a progetti provenienti da incubatori di impresa del Comune di Napoli, tra cui figura il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est.

Il Servizio Giovani e Pari Opportunità del Comune di Napoli, inoltre, offre la possibilità a tutti i partecipanti di usufruire di un servizio gratuito di accompagnamento pre e post domanda: il calendario e gli sportelli saranno pubblicati dal sito istituzionale www.comune.napoli.it

La presentazione delle proposte chiude alle ore 12:00 del 10 febbraio 2014, e anche in questo caso le domande vanno presentate in formato cartaceo e su supporto informatico con consegna a mano presso il Protocollo Generale del Comune di Napoli.

Per scaricare il bando completo e la documentazione per partecipare il link di riferimento è http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/23450

Napoli, 02/01/2014

Il team di PushApp vola in Brasile con Appetitoo

PushApp s.r.l., tra le startup vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa e attualmente insediata presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est, è stata selezionata tra le venti migliori proposte per la categoria “Smart Business Industry Apps” del concorso internazionale Fi-Ware Challenges 800k.

Grazie al suo progetto “Appetitoo”, piattaforma web destinata al settore ristorazione, il team di PushApp si prepara quindi a volare per una settimana a San Paolo, per il Campus Party Brazil 2014.
L’evento si terrà dal 27 gennaio al 2 febbraio 2014: i progetti selezionati nelle due categorie di Fi-Ware Challenges 800k (la già citata “Smart Business Industry Apps” e la “Smart Cities”) saranno rappresentati da almeno due componenti per ciascun team.

Durante il Campus, i team potranno inizialmente affidarsi al supporto e al sostegno del team tecnico di Fi-Ware: successivamente, avranno tre giorni di tempo per lavorare al miglioramento dei progetti e presentare alla finale del 1° febbraio un prototipo costruito sulla tecnologia (in particolare il cloud) della piattaforma Fi-Ware.

Nei prossimi mesi, inoltre, sono previste altre call con occasioni ed opportunità per giovani imprenditori e startuppers offerte da Campus Party e Fi-Ware.

Tra i premi in palio per cui concorrono i finalisti di Fi-Ware Challenges 800k, cifre comprese tra i 5.000 e i 75.000 euro: non ci resta che incrociare le dita e augurare un grande in bocca al lupo al team di PushApp!

Per maggiori informazioni:

– La pagina dedicata a PushApp sul sito del CSI
– Il sito internet di Appetitoo
– Il sito ufficiale di Campus Party Brazil
– Il sito ufficiale di Fi-Ware, con tutte le informazioni su Fi-Ware Challenges 800k

Napoli, 02/01/2014

Obiettivi, compiti e scadenze: come ottimizzare il lavoro e raggiungere i migliori risultati per la tua startup

Allie Sarto è co-founder di Loudpixel, una società americana di Social Media Market Research che si occupa di aiutare le aziende a conoscere meglio il proprio mercato ed i propri clienti sfruttando le conversazioni e i pareri postati ogni giorno sui social media, anziché affidarsi a mezzi costosi e più lenti come i focus group e le classiche indagini di mercato.

Di recente ha pubblicato sul sito http://nibletz.com un post dedicato agli startuppers con alcuni interessanti consigli su come utilizzare al meglio il proprio tempo e le proprie risorse.
La vita di un neo-imprenditore, infatti, è spesso caratterizzata dalla difficoltà di dover affrontare una serie di compiti diversi ogni giorno: bisogna occuparsi del marketing, delle vendite, dell’aggiornamento del sito web e di tanti altri aspetti che riempiono ogni giorno l’azienda di chi lavora alla propria startup.

A volte, racconta Allie Sarto, ha vissuto giornate in cui erano talmente tante le cose di cui occuparsi che, non sapendo scegliere quali fossero le più importanti, ha finito per bloccarsi e non fare nulla: è stato in quelle occasioni che ha ripensato al concetto di “90-day plan” del fotografo Millie Holloman, che può essere applicato ad un’impresa che abbia bisogno di fissare obiettivi, priorità ed azioni da svolgere nei successivi 3 mesi.

Ecco i suggerimenti di Allie Sarto per startuppers che si sentono “bloccati”:

1. Crea il tuo 90-day plan: è necessario scegliere dai tre ai cinque obiettivi misurabili da realizzare nell’arco dei 3 mesi successivi. Una volta identificati gli obiettivi, è possibile creare uno schema in cui per ciascun obiettivo da raggiungere si elencano i compiti da svolgere e le relative scadenze.

2. Sistema il tuo 90-day plan in un luogo ben visibile: Allie Sarto consiglia di farne uno sfondo per il desktop del proprio pc, per poterlo avere davanti agli occhi ogni giorno. Man mano che si raggiunge un obiettivo o si porta a compimento un compito, è possibile depennare la voce dallo schema.

3. Utilizza il tuo 90-day plan per creare la tua to-do list quotidiana: una volta identificati i compiti e le scadenze per raggiungere ciascun obiettivo, è possibile stabilire le attività da svolgere quotidianamente in maniera più semplice ed efficace. Inoltre, la to-do list del giorno consente di avere un promemoria delle attività da svolgere in seguito.

4. Trova qualcuno che ti responsabilizzi: Allie Sarto si serve di un professional coach, che incontra ogni tre settimane. Se non riesce a raggiungere i propri obiettivi incrementali, è a lui che deve render conto: in questo modo può responsabilizzarsi. Non è comunque indispensabile assumere un coach professionista: può bastare trovare un amico o un gruppo on-line.

5. Gestisci le tue energie: è importante imparare a gestire le proprie attività assecondando i propri ritmi. Allie Sarto, ad esempio, ha imparato ad osservarsi e capire che le sue energie creative sono al massimo durante le ore mattutine: per questo, cerca di spostare i compiti in cui necessita di minore creatività al pomeriggio, e di svolgere le attività creative quando le sue energie sono al massimo. Ultimo consiglio: ritagliarsi un momento di pausa per ricaricarsi, quando si passa da un’attività all’altra.

Per leggere il post originale da Nibletz, il link di riferimento è: http://nibletz.com/2013/10/28/5-ways-maximize-startups-efficiency/

Napoli, 30/12/2013

La Francia investe nell’innovazione: la prima di tre call per imprese di tutto il mondo

La Francia ha aperto una call destinata ad imprese di tutto il mondo per progetti innovativi che riescano ad apportare cambiamenti e miglioramenti in settori strategici per l’economia francese: il concorso è “Innovation 2030” ed è stato lanciato nelle scorse settimane dal Presidente della Repubblica Hollande e dal Ministro per il Rilancio Produttivo Montebourg.

Possono proporre la propria candidatura imprese provenienti da tutto il mondo, di qualsiasi dimensione: dalle PMI alle multinazionali. Le imprese partecipanti devono essere disponibili a stabilire una sede in Francia. I sette settori strategici individuati per la call sono:

1. Energy Storage: progetti innovativi che si occupano di stoccaggio di energia.

2. Recycling of Metals: progetti contenenti una valida ed efficace innovazione nel campo del riciclo dei metalli.

3. Development of Marine Resources: progetti inerenti lo sviluppo delle risorse subaquee metalliche, o che offrano soluzioni di desalinizzazione meno costosi/a minor consumo energetico rispetto a quelli attualmente esistenti.

4. Plant Proteins and Plant Chemistry: progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti alimentari a base di proteine vegetali e progetti finalizzati allo sviluppo di nuovi materiali a partire dalle piante.

5. Personalised Medicine: progetti per interventi terapeutici mirati, ad esempio dispositivi medici e/o immagini ad alta risoluzione.

6. The Silver Economy – Innovation in the Service of Longevity: progetti che permettano agli anziani di affrontare le conseguenze della perdita di autonomia attraverso la tecnologia.

7. Big Data: progetti che prevedano un utilizzo più efficace dei dati, oppure che riescano ad individuare nuovi utilizzi e nuovi modelli analitici.

Il Concorso “Innovation 2030” si articola in tre fasi differenti: la prima fase, partita il 2 dicembre con il lancio ufficiale della call, è finalizzata alla selezione dei 100 migliori progetti che presenteranno la propria candidatura entro il 30/01/2014 (qui, il form per partecipare).
I progetti verranno selezionati entro il 31/03/2014 sulla base di criteri quali il grado di conformità con uno dei sette settori individuati, il livello di innovatività (da un punto di vista tecnologico e non), la fattibilità tecnico-scientifica, i potenziali risultati economici, la capacità del proponente di portare a termine il progetto.

Le aziende selezionate durante la prima fase dovranno creare la propria azienda (o filiale) in territorio francese, e riceveranno un grant sotto forma di sovvenzioni fino ad un massimo di 200.000 euro per ciascun progetto: la prima rata (pari al 70% della sovvenzione complessiva) viene erogata immediatamente, mentre il restante 30% al momento della sottoscrizione del contratto tra l’azienda e BPI France.

Il 1° settembre 2014 aprirà una seconda fase del concorso, definita di “Risk Reduction”: sarà aperta a circa 30/40 progetti, provenienti da quelli selezionati nella prima fase ma aperta anche a nuove idee, in cui il sostegno finanziario sarà finalizzato all’espansione e allo sviluppo di progetti particolarmente promettenti. Il finanziamento massimo per ciascun progetto selezionato nella seconda fase sarà di 2 milioni di euro.

Infine, la terza fase è definita “Development Phase” e avrà luogo a partire dal 2016: in questo caso saranno individuati 1 o 2 progetti per ciascuno dei sette settori di intervento che potranno beneficiare di finanziamenti fino a 20 milioni di euro per l’industrializzazione del proprio business.

Le somme versate dal Governo Francese saranno quindi finalizzate allo sviluppo di nuove industrie nei settori più importanti per l’economia del Paese, e lo scopo finale è quello di accrescere l’industrializzazione nazionale a partire dal 2020.

Per maggiori informazioni:

Napoli, 27/12/2013

Consigli per startup e imprese: Quali sono gli elementi di una cultura aziendale vincente?

Il blog della Harvard Business Review ha recentemente pubblicato un interessante contributo firmato da Michael C. Mankins, partner di una delle più importanti società di consulenza manageriale a livello globale: Bain & Company, organizzazione con base a San Francisco e sedi dislocate in tutto il mondo.

Il post riguarda il tema della Cultura aziendale, e di quali siano le basi e gli elementi indispensabili per costruire una cultura vincente per un’azienda: secondo Mankins, infatti, la cultura aziendale può rappresentare una fonte duratura di vantaggio competitivo, essendo al tempo stesso il collante che tiene unita l’azienda e la cosa più difficile da replicare per la concorrenza.

Mankins inizia elencando alcuni esempi rappresentantivi in materia:
Kent Thiry con DaVita (compagnia statunitense leader nel mercato HealthCare), che ha trasformato il business da inseguitore a principale fornitore di servizi per la dialisi a livello globale attraverso la costruzione di una cultura values-focused;

Alan Mulally con Ford Motor Company, che grazie allo spirito working–together è riuscito a riportare la casa automobilistica ad un livello elevato sul mercato internazionale dopo alcuni anni di continuo calo delle quote di mercato;

Herb Kelleher di Southwest Airlines, che ha permesso alla compagnia di diventare uno dei migliori vettori del mondo basandosi su una cultura di empowerment dei dipendenti ed una politica di contenimento dei costi;

Steve Jobs, che ha trasformato la Apple nell’azienda più redditizia del mondo con una cultura stimolante basata sugli slogan “reality is suspended” e “anything is possible”.

Secondo l’autore del post è però fondamentale mettere in chiaro che non sempre la cultura aziendale è fonte di successo: secondo una ricerca effettuata da Bain & Company su un campione di 400 grandi aziende, infatti, meno di uno su quattro dirigenti dichiarano che la cultura sia stata un elemento efficace per le prestazioni di business dell’azienda. Anzi, nella maggioranza dei casi, i dirigenti dichiarano che la cultura della società spessò non è collegata a ciò che effettivamente serve all’azienda per ottenere risultati sul mercato.

A parere di Mankins questa disconnessione nasce dal fatto che spesso le aziende pensano alla cultura aziendale come a un elemento che debba far sentire i dipendenti a proprio agio nel luogo in cui lavorano e non come un modo per aiutare i dipendenti (e di conseguenza la società) ad ottenere un rendimento migliore. In realtà bisogna sempre tenere ben presente il fatto che le culture vincenti non possono basarsi solo sul senso di appartenenza, ma devono essere assolutamente focalizzate sui risultati.

Partendo da questo punto di vista, e dai risultati della ricerca di Bain & Company, Mankins arriva alla conclusione che una cultura aziendale vincente si basa su due elementi connessi tra loro, che si rinforzano a vicenda in un circolo virtuoso.

In primo luogo, tutte le aziende ad alte prestazioni si contraddistinguono per un’identità unica, per una serie di caratteristiche peculiari che la differenziano dalle altre società. Queste caratteristiche conferiscono ai dipendenti un senso di unicità per la sola appartenenza alla società, che si traduce nella passione per ciò che fanno.

L’esempio riportato da Mankins è ancora una volta quello di Southwest Airlines: sotto la guida del già citato Herb Kelleher, la compagnia divenne ben presto nota per il suo senso dell’umorismo, la sua irriverenza e la sua attitudine a concentrarsi sui dipendenti. Questa identità unica e distintiva ha fatto ben presto di Southwest Airlines una compagnia famosa per aver reso il volo un’attività divertente per i passeggeri, ma ha anche aumentato la produttività della forza lavoro. Gli stessi dipendenti si sono adoperati per migliorare le prestazioni e i servizi dell’azienda, lavorando ad esempio alla pulizia degli aerei, riducendo i tempi di attesa, rendendo più efficace il sistema di manutenzione: il risultato è che Southwest Airlines è oggi il vettore low-cost più grande del mondo ed è costantemente in cima alle classifiche delle compagnie aeree più redditizie.

Ma la cultura aziendale non può basarsi esclusivamente su un’identità unica: il secondo elemento di cui parla Mankins è un insieme di attributi di performance che si allineano alla strategia aziendale e rafforzano i comportamenti positivi dei dipendenti. La ricerca di Bain & Company ne ha evidenziati sette:

Onestà: elevata integrità in tutte le interazioni tra dipendenti, clienti, fornitori e altri soggetti interessati;

Performance-focused: e attività di sviluppo e di gestione dei talenti sono in sintonia con i drivers della prestazione;

Responsabili e proprietà: ruoli, responsabilità e autorità sono tesi a rafforzare la proprietà e ciò incide positivamente sul lavoro e dei risultati;

Collaborazione: è risaputo che le migliori idee nascono dallo scambio e la condivisione di idee tra individui e gruppi, e questa modalità è abitualmente utilizzata in aziende ad elevate prestazioni;

Flessibilità e adattività: l’azienda è in grado di cambiare rotta quando necessario e adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente esterno;

Innovatività: i dipendenti si muovono verso modi di pensare nuovi.

Orientata verso il successo: vi è una forte ambizione e orientamento al successo, sia rispetto alla concorrenza che verso alcuni standard di assoluta eccellenza.

Mankins specifica però che sono poche le aziende in possesso di tutti gli attributi elencati, ma tipicamente le aziende con le migliori performance spiccano in almeno tre o quattro di questi fattori critici per il successo.

Ancora una volta Mankins riprende un esempio tra quelli elencati in apertura: Alan Mulally, CEO della Ford dal 2006, ha concentrato una produzione dispersiva su un solo modello di automobile lavorando con un metodo fondato sulla collaborazione, l’innovazione e il desiderio di tornare ad essere leader di mercato. In soli tre anni, Ford ha ricominciato a crescere in termini di fatturato e di quote di mercato, invertendo la rotta rispetto alla situazione di calo degli anni precedenti.

In conclusione, Mankins afferma che una cultura vincente ha un ruolo fondamentale per le prestazioni aziendali, e che questo tipo di cultura genera risultati migliori non solo nei dipendenti, ma anche per i clienti, i fornitori e gli azionisti.

Per leggere il post originale, il link di riferimento è: http://blogs.hbr.org/2013/12/the-definitive-elements-of-a-winning-culture/

Napoli, 20/12/2013

La nuova call for ideas di H-Farm: 15.000 euro e 3 mesi di incubazione per startup d’eccellenza

H-Farm, venture incubator per startup sito nella campagna veneziana, ha lanciato una nuova call for ideas: H-Camp Spring 2014, cui è possibile candidarsi fino al 16 gennaio 2014 compilando il form a questo link.

H-Camp Spring 2014 nasce da alcuni presupposti di base del team di H-Farm, guidato da Riccardo Donadon: il focus da seguire è quello della specializzazione, concentrandosi inoltre sugli aspetti distintivi del territorio italiano. Per farlo, H-Farm intende puntare sulla forza che può scaturire dall’incontro tra il sistema imprenditoriale italiano di eccellenza (e in particolare l’esperienza delle PMI) e la tecnologia in grado di scalare i mercati.

Sulla scia di queste premesse, la call H-Camp Spring 2014 è alla ricerca di business ideas nei seguenti settori (H-Farm specifica che l’elenco non va inteso in maniera assoluta, ma è apprezzata la creatività ed originalità dei progetti che vanno a integrare settori differenti tra loro):

Design: tecnologie che sfruttano le eccellenze artigianali radicate in numerose piccole e grandi aziende italiane.

3D Printing: produzione e distribuzione di prodotti/servizi che sfruttano le moderne tecnologie di prototipazione e produzione rapida.

Fashion: la moda intesa non solo come vestiti, ma anche come dispositivi, tessuti sensoristica integrata, e tutte le potenzialità della tecnologia applicata alle competenze tradizionali del settore di alta gamma.

Turismo: un settore molto interessante secondo H-Farm, in un Paese come il nostro che accoglie ogni anno 46 milioni di turisti. Particolare attenzione sarà riservata a progetti che propongano strumenti adatti ad incrementare i flussi di turisti, a migliorare l’esperienza dei visitatori e a rafforzare l’infrastruttura turistica complessiva in Italia.

Food: le idee potranno riguardare business legati direttamente alla materia prima (e-commerce) o strumenti per costruire e diffondere la consapevolezza sulla sostenibilità e l’educazione alimentare.

Home Automation: si riferisce a progetti relativi a prodotti e servizi inerenti l’Internet of Things, che permette di connettere sempre di più smartphone, apps, case.

La partecipazione a H-Camp Spring 2014 consente di beneficiare di un programma di incubazione intensivo, con la possibilità di accedere agli spazi di lavoro di H-Farm e ai servizi di mentoring e networking. H-Farm assicura ai team selezionati vitto e alloggio per i 3 mesi del programma, oltre a 15.000 euro cash per lo sviluppo dell’idea.

Per maggiori informazioni: http://www.slideshare.net/H-FARM/hcamp-callsprig-eng211113

Per inviare la propria candidatura: http://www.f6s.com/h-campspring2014

Nuove opportunità per PMI e startup dall’ICE: il Piano Export Sud

L’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane ha presentato oggi presso il Palazzo della Giunta della Regione Campania il Piano Export Sud, nato allo scopo di sostenere la promozione di prodotti e servizi di realtà produttive delle Regioni Convergenza (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia) sui mercati internazionali.

Destinatari del Piano Export Sud sono PMI, startup, parchi universitari e tecnologici, consorzi e reti di impresa delle 4 Regioni Convergenza.
Si tratta di un piano pluriennale, per il quale l’ICE ha diffuso il programma relativo alla prima annualità: sono previste 9 linee di intervento suddivise in due gruppi.

Il primo gruppo comprende le Azioni di tutoraggio e formazione, suddivise in tre tipologie:

1. Progetto pilota ICE Export Lab.

In ciascuna delle 4 Regioni sarà realizzata un’edizione del Progetto, che consiste in un percorso formativo per accrescere le competenze manageriali e i livelli di competitività internazionale dei soggetti partecipanti. ICE Export Lab si articola in tre fasi: formazione in aula, affiancamento e incubazione all’estero (presso la rete degli uffici ICE nei mercati individuati). Per partecipare a ICE Export Lab è prevista una selezione attraverso Bando Pubblico (i primi Bandi per le imprese sono previsti entro febbraio 2014), il percorso in Campania si terrà a Napoli e sarà aperto a 20/25 partecipanti.

2. Azioni di formazione per la gestione della Proprietà Intellettuale.

Si tratta di 4 brevi corsi di formazione (uno per ciascuna delle Regioni interessate) sul tema della tutela della proprietà intellettuale come leva competitiva per le aziende, attraverso il miglioramento tecnologico dei prodotti e servizi e una promozione più efficace sui mercati (sia quello interno, che quelli esteri).
I moduli sono destinati a profili tecnico-specialisti, anche qui la partecipazione avviene attraverso Bando Pubblico per 15 aziende in ciascuna edizione.
I corsi saranno strutturati sulla base delle esigenze territoriali e prevedono il convolgimento di Istituzioni ed Enti Locali.

3. Seminari tecnico – formativi e di primo orientamento ai mercati internazionali.

In ciascuna delle Regioni coinvolte si prevede l’organizzazione di 5 sessioni di seminari sul tema dei mercati internazionali, con lo scopo di raggiungere il più ampio numero possibile di operatori. Tra le tematiche previste, ricordiamo la tutela della proprietà intellettuale, l’imprenditoria femminile, l’europrogettazione, la certificazione, il marketing strategico, le tecniche degli scambi e i social network. Per la Campania i cicli di seminari saranno ospitati a Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno ed è previsto il supporto di un esperto di marketing che effettuerà un check-up aziendale personalizzato per ciascun operatore partecipante.

Le altre linee di intervento del Piano Export Sud sono racchiuse nel gruppo delle Iniziative Promozionali: prima di tutto, l’ICE prevede la partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali, ma anche azioni di incoming per distretti e aree produttive, azioni sui media e sulle reti commerciali estere, eventi di partenariato internazionali.

Una menzione particolare merita infine la Borsa dell’Innovazione dell’Alta Tecnologia, che si terrà a Napoli presso Città della Scienza: si tratta di un evento internazionale per promuovere la commercializzazione e il trasferimento all’estero di prodotti ad alta tecnologia e di beni immateriali (soprattutto brevetti). Si tratta di un’occasione di matchmaking tra offerta e domanda tecnologica, che sarà momento di incontro tra startup, PMI, reti di impresa, università, parchi tecnologici italiani e stranieri (in particolare, saranno presenti attori provenienti dai Paesi dell’area BRICS, dagli USA, dall’area UE e dal Mediterraneo).
Contestualmente alla Borsa dell’Innovazione dell’Alta Tecnologia, Napoli ospiterà anche l’evento SIEE – Sino Italian Exchange Event, dedicato alla collaborazione e cooperazione economica con la Cina.

Per conoscere in dettaglio il programma delle attività previste per la Prima Annualità del Piano Export Sud: http://www.ice.gov.it/export_sud/Piano_Export_Sud_I_annualit%C3%A0.pdf

Per contattare i referenti ICE del Piano Export Sud: http://www.ice.gov.it/export_sud/lista_referenti_ICE-AGENZIA.pdf

Napoli, 18/12/2013

Eisenhower Fellowship Program, una borsa di studio per innovatori e un tour di sette settimane negli States

Eisenhower Fellowship offre a talenti innovativi italiani di età compresa tra i 32 e i 45 anni la possibilità di partecipare al suo Multi Nation Program: fino al 15 gennaio 2014 è possibile presentare la propria candidatura per un borsa di studio che consente la partecipazione al programma intensivo della durata di sette settimane negli States, aperto a innovatori provenienti da 22 Paesi del Mondo.

Con la partecipazione a Eisenhower Fellowship Program, i borsisti trascorreranno un periodo di sette settimane in diverse città degli USA: la prima e l’ultima settimana a Philadelphia, con il gruppo di innovatori provenienti da tutto il mondo e i tutor di Eisenhower Fellowship, mentre le cinque settimane centrali saranno un vero e proprio tour in varie città statunitensi. Le cinque settimane saranno organizzate sagli esperti di Eisenhower Fellowship sulla base delle esigenze di ciascun partecipante.

Il Programma è rivolto a idee, progetti e politiche innovative che, dopo il percorso negli Stati Uniti, intendono continuare lo sviluppo del proprio progetto una volta rientrati nei propri Paesi. Le selezioni saranno effettuate sulla base di una serie di criteri, che favoriranno inazitutto l’innovatività delle proposte.

I selezionatori di Eisenhower Fellowship terranno conto anche delle competenze professionali dei partecipanti, delle loro capacità di leadership, dell’integrità, energia e motivazione alla base del loro lavoro. Saranno inoltre preferiti progetti di significativo impatto sociale.

I partecipanti dovranno inoltre dimostrare una conoscenza fluente della lingua inglese.

Per presentare la propria candidatura (entro il 15/01/2014) bisogna sottoporre la domanda al responsabile Eisenhower Fellowship del proprio Paese: per entrare in contatto con gli organizzatori e conoscere il recapito del referente in Italia bisogna inviare una mail a questo indirizzo international@efworld.org

A questo link, inoltre, è possibile consultare un fac-simile della domanda per partecipare alle selezioni: http://www.eisenhowerfellowships.org/download/applications/2013%20SE%20Asia%20Application%20Form.pdf

Per ulteriori informazioni: http://www.eisenhowerfellowships.org/programs/intl_programs_landing.php

Napoli, 18/12/2013

Lo stage a San Francisco delle startup del CSI: un resoconto e alcuni consigli utili per chi vuole volare in Silicon Valley

Si è concluso da poco lo stage in San Francisco e nella Silicon Valley delle 7 startup insediate nel Centro Servizi Incubatore Napoli Est del Comune di Napoli, vincitrici della prima edizione di VulcanicaMente: dal talento all’impresa: Prenoda (qui il link al progetto I Parcheggiatori), Pushapp (che ha presentato il progetto Appetitoo), Finwin (qui il link al suo ultimo prodotto Comprassieme), Paqos (società creatrice di ItDoes), Rehub (con l’omonima community destinata al mondo accademico), Zeesty (con il suo sistema multipiattaforma rivolto al mondo della ristorazione) e SmartGo (impegnata nel settore della mobilità alternativa e delle bici a pedalata assistita pieghevoli evolute).

E’ innegabile che la meta, riferimento mondiale per le startup, trasmette tutto il suo fascino e la sua energia fin dal primo contatto, e ben vengano le oltre 14 ore di volo necessarie per raggiungerla da Napoli.

Lo stage è stato realizzato in partnership con la Fondazione Mind The Bridge, avente sede nel cuore del financial district di San Francisco, con lo scopo di fornire ai nostri imprenditori gli elementi di base per conoscere e accedere all’ecosistema locale.
Le nostre startup hanno avuto, quindi, la possibilità di lavorare nel coworking space di Mind The Bridge e di interagire con imprenditori e professionisti locali su tematiche quali “Introduzione alla Silicon Valley”, “Le regole per lavorare negli Usa”, “Avviare rapporti bancari negli Usa”, “Value proposition”, “Comunication skills”, ecc.. Durante la settimana c’è stata anche occasione per conoscere ed interagire con il Console Italiano a San Francisco, Mauro Battocchi.
Molto interessante è stata, inoltre, la possibilità di visitare la sede di alcune delle icone della Silicon Valley, quali Google, Stanford e Mobile Iron. In questi luoghi si è potuto toccare con mano il segreto dell’ecosistema economico, basato su un mix di ingenti capitali, menti eccellenti (sono presenti due delle più prestigiose Università del mondo) e cultura imprenditoriale (elevata propensione al rischio, radicata cultura del fallimento come opportunità, ecc.).

San Francisco appare un po’ come “la Disneyland delle startup” (cit.), gli eventi finalizzati a creare occasioni di visibilità ai talenti sono giornalieri e numerosissimi, per farsene un’idea basta consultare i seguenti canali:

La vera difficoltà sta nel crearsi un’agenda giornaliera e nel saper distinguere gli eventi validi, ovvero dove sono fornite reali occasioni di networking, da quelli più commerciali, che sono purtroppo una deviazione del sistema.

Tanti sono i ragazzi italiani che in San Francisco cercano di far crescere la loro idea di startup, anche perché se si vuole avere accesso all’ecosistema bisogna necessariamente essere sul posto. Noi ne abbiamo conosciuti alcuni di questi ragazzi, ognuno con una storia differente, qualcuno ha avuto già fortuna (con finanziamenti di venture capital milionari) altri cercano di crearsi un accesso ai contatti giusti. Infatti, per chi decide di andar lì, uno dei primi passi da fare è proprio quello di accreditarsi nel sistema locale, trovando soggetti che possano fare da “advisor” ossia fornire referenze spendibili. In particolare, un suggerimento è quello di lavorare nei tanti coworking space presenti in città, e da qui iniziare a far crescere la propria rete di contatti. A tal proposito, al rientro dallo stage a San Francisco, abbiamo chiesto ai nostri team altri suggerimenti per aspiranti startupper che decidono di volare in Silicon Valley a conoscere l’ecosistema locale e trovare spunti e contatti utili allo sviluppo dei loro progetti di impresa.

I punti sui quali ci siamo focalizzati sono essenzialmente tre:

1. L’elemento dell’ecosistema startup locale che l’Italia dovrebbe replicare al più presto
2. Il consiglio, l’insegnamento, l’esperienza più utile che hai ricevuto per lo sviluppo futuro del tuo progetto
3. Qualche consiglio utile per gli startupper italiani che vorrebbero andare a San Francisco: un luogo da visitare, un’esperienza da vivere, una persona da incontrare…)

Riguardo all’ecosistema locale e agli elementi più importanti da replicare nel nostro Paese, sembrano essere quasi tutti d’accordo sul fatto che sia alquanto difficile scegliere un singolo elemento. Il sistema Silicon Valley funziona in quanto insieme complesso e variegato, basato su una cultura d’impresa e non solo, che cresce e si autoalimenta in un circolo virtuoso tra gli elementi che lo compongono. Segnaliamo tra le risposte la mentalità basata sull’idea di “vincere assieme”, la necessità di aumentare gli spazi di coworking per consentire a startup diverse di confrontarsi e crescere insieme e quella di lavorare e migliorare l’integrazione tra Università e Ricerca, l’esigenza di accrescere i finanziamenti privati nel nostro Paese e di intervenire sulle politiche riguardanti i costi contributivi e fiscali per le startup.

Sul secondo punto, i team hanno risposto in maniera variegata: qualcuno ha segnalato momenti formativi, come la possibilità di seguire corsi su temi importanti ed innovativi quali l’Inbound Marketing e Autonomation, altri hanno posto l’accento sull’importanza fondamentale di seguire la metodologia Lean per il proprio business, con focus costante al mercato. In merito, l’esperienza a San Francisco ha rafforzato nei ns. startupper la consapevolezza che non tutti i mercati e i clienti sono uguali, ed è fondamentale osservarli per capire come impostare il proprio progetto di impresa. In tal senso, anche uno dei motti della Silicon Valley: “Make it real” ovvero agisci sempre per rendere reale il tuo progetto. Infine, ancora una volta torna il tema del confronto e della condivisione: l’esperienza negli spazi di coworking di San Francisco ha dato molto ai ragazzi, facendogli capire l’importanza dell’incontro e della collaborazione per la crescita di una startup.

Infine, una serie di piccoli e grandi suggerimenti e consigli utili per chi è deciso a visitare la Silicon Valley e trarre dall’esperienza il meglio per la propria idea di impresa: confrontarsi con chi dall’Italia adesso vive in Silicon Valley, per conoscere la sua esperienza e per conoscere i contatti e i posti giusti da frequentare; organizzare al meglio prima di partire una vera e propria agenda (consigliata la già citata piattaforma Meetup, ritenuta uno strumento indispensabile per individuare gli eventi migliori per startupper); partecipare agli eventi di networking serali, dove è possibile presentare il proprio progetto ricevendo feedback e partecipando a contest con la votazione dei partecipanti, visitare alcune tra le aziende più importanti al mondo tra cui Twitter (attenzione: ricordatevi di prenotare la visita con qualche giorno di anticipo!), Autodesk e Mozilla; ma è importante anche ritagliare dei momenti per godersi la vera città, magari salendo su un autobus e scendendo all’ultima fermata. San Francisco è un luogo dove è possibile incontrare persone che possono aiutarti (o che tu puoi aiutare), dove ad ogni angolo si può scoprire qualcosa che dà ispirazione, dove c’è un entusiasmo e una voglia di fare che si traducono in opportunità continue.

Se desiderate ulteriori informazioni sulla nostra esperienza in San Francisco, scriveteci pure a info@incubatorenapoliest.it.

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Napoli, 17/12/2013

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