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Tag: stampante 3D

Due borse di studio da 15.000€ ciascuna per il FabLab di Città della Scienza: scadenza fissata al 5 ottobre 2015

La Fondazione IDIS – Città della Scienza ha bandito due concorsi per altrettante borse di studio, del valore di 15.000€ ciascuna, da assegnare per attività di ricerca da svolgersi all’interno del FabLab. Le borse di studio avranno una durata di 12 mesi, prorogabili per altri 12 alle medesime condizioni. Per la presentazione delle domande, la scadenza di entrambi i bandi è fissata al 5 ottobre 2015.

La prima borsa di studio è dedicata ad “Attività di ricerca e applicazione sulla fabbricazione digitale con l’ausilio di macchine a controllo numerico e dei relativi software d’uso”.

digitalfabrication

Possono presentare domanda di partecipazione al Bando giovani che non abbiano superato il 32° anno di età al momento di inizio della borsa (26 ottbre 2015), in possesso di laurea magistrale (voto minimo 101/110) in discipline quali l’ingegneria meccanica o la meccatronica, la robotica o comunque con prevalente indirizzo nel campo oggetto della borsa di studio.
Il concorso è aperto anche a non laureati, con esperienze e competenze afferenti all’ambito della borsa di studio (in particolare: stampa 3d, prototipazione rapida, tecniche di digital fabrication, progettazione e realizzazione di macchine cnc).
I candidati dovranno inoltre possedere una buona conoscenza della lingua inglese e dei seguenti argomenti:

software per generazione G-code, es: Alphacam Rhinonest, Rhinocam, Cura, Slic3r;
hardware CNC: Lasercut, Fresa 3.5 assi, Stampanti FDM, SLS, STL, Scanner 3d ed in generale le attrezzature utilizzate in digital fabrication;
hardware per l’automazione, es.: Arduino, Raspberry Pi.

Il Bando dettagliato è disponibile qui: http://www.cittadellascienza.it/wp-content/mediafiles/borsa-di-studio-fabbr.-digitale-area-macchine.pdf

La seconda borsa di studio, invece, è dedicata ad “Attività di ricerca e applicazione sul design computazionale orientato alla digital fabrication”.

disegno3d

I requisiti di partecipazione sono gli stessi, ma la laurea magistrale deve riguardare discipline quali l’architettura, il design, la programmazione per il disegno o comunque con prevalente indirizzo nel campo oggetto della borsa di studio. In caso di candidati non laureati, le competenze ed esperienze dovranno invece essere inerenti tematiche quali design parametrico, generativo, programmazione in ambienti Cad, tecniche di digital fabrication.
Anche in questo caso è richiesta una buona conoscenza della lingua inglese e dei seguenti argomenti:

software per la modellazione 3D, es: Rhinoceros3D, Blender, 3dStudio, Solid Works; Maya; Autocad
software per il design computazionale, es: Processing, Grasshopper;
conoscenza di linguaggi di programmazione, es.: Python, Rhinoscript; Java;
software per il disegno vettoriale, es: Illustrator, Rhinoceros3D, Autocad.

Il Bando dettagliato è disponibile qui: http://www.cittadellascienza.it/wp-content/mediafiles/borsa-di-studio-computational-design.pdf

Per maggiori informazioni: http://www.cittadellascienza.it/notizie/2-borse-di-studio-fablab-scadenza-5-ottobre/

Napoli, 09/09/2015

Ancora pochi giorni per partecipare a “Call for Youth”: percorsi formativi Digital per giovani under 30

La Fondazione Mondo Digitale, in collaborazione con Google, ha lanciato un’interessante iniziativa dedicata a giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni interessati ad acquisire e accrescere le proprie competenze nel mondo digitale: un’occasione importante per chi si affaccia nel mondo del lavoro attuale, sempre più incentrato su temi quali il digital manifacturing, l’innovazione, il gaming e la stampa 3D.

L’iniziativa è chiamata “Call for Youth” e consiste nella possibilità di partecipare a percorsi formativi su quattro tematiche:

– percorso per imparare ad usare la laser cut e la stampante 3D e gli strumenti tipici di un FabLab;
– attività di videomaking con animazione 3D ed effetti visuali;
game development e l’interactive storytelling;
– percorsi sulla tecnologia immersiva e la realtà aumentata.

I giovani che avranno accesso a Call for Youth potranno scegliere tra due diverse tipologie di percorso intensivo, entrambe della durata di una settimana:

PERCORSO ALL4ALL: La durata del percorso è di una settimana (da lunedì a venerdì) e i partecipanti seguono tutti e quattro i percorsi formativi previsti per un totale di 22 ore. Ogni giorno è previsto un laboratorio diverso per un percorso intensivo che tocca i vari aspetti dell’economia digitale.

PERCORSO ONE4ONE: Anche in questo caso, la durata è di una settimana (da lunedì a venerdì), ma ci si concentra su un solo percorso formativo a scelta (per un totale di 22 ore, comprese 16 ore di laboratorio).

Le lezioni si terranno nella sede della Fondazione Mondo Digitale a Roma (Via Quadraro 102 – Quartiere Tuscolano) a partire dal 2 marzo 2015: le iscrizioni sono aperte ancora per pochi giorni, fino al 15 gennaio.

Napoli, 13/01/2015

Consigli alle startup: come gestire le attività in Outsourcing?

In uno dei più recenti articoli apparsi su Tech in Asia, Terence Lee (giornalista di Singapore, esperto in startup e tecnologia) raccoglie i consigli fondamentali sulle possibilità e modalità di outsourcing per le startup raccolti in occasione di una recente tavola rotonda organizzata da Startup Jobs Asia, alla quale hanno partecipato come relatori: Michael Cheng (web developer e startupper), Jeffrey Paine (partner di Golden Gate Ventures), Brendan Goh (founder di Pirate3D, startup nel settore della stampa 3D) e Jaryl Sim (dell’agenzia di web development Tinkerbox).

Il tema dell’outsourcing rappresenta una delle prime decisioni fondamentali che una startup si trova a dover affrontare, non tanto per capire se esternalizzare o meno alcune attività, quanto per stabilire quali attività esternalizzare e in che modo farlo.
Il post di Terence Lee si propone di riassumere ed elencare i punti più interessanti del dibattito.

1) Sai cosa stai facendo?

Tutti i relatori si sono detti d’accordo sul fatto che una startup molto giovane, agli inizi del suo percorso, spesso non ha ben chiara la strada da percorrere per realizzare la propria idea imprenditoriale: in questi casi, affidare alcune attività all’esterno ricorrendo all’outsourcing potrebbe essere la strada più giusta da percorrere.

Assumere dei dipendenti quando non si è ancora sicuri dei futuri passi della propria startup è infatti un rischio, che si traduce in un possibile spreco di risorse qualora la persona assunta dovesse ritrovarsi in realtà a non poter far nulla. L’outsourcing è invece un’ottima modalità per capire se c’è bisogno di svolgere determinate attività e, di conseguenza, se è necessario assumere qualcuno che se ne occupi.

Le startup più mature, invece, potrebbero trovarsi in difficoltà con l’outsourcing: spesso, infatti, dopo le prime fasi l’infrastruttura aziendale diventa troppo grande ed intrecciata per affidare ad esterni lo svolgimento di determinate attività.

2) La startup è product-based o ad alto contenuto tecnologico?

La natura di una startup ha una rilevanza fondamentale per capire se e cosa esternalizzare: per una società di e-commerce, ad esempio, la tecnologia non è sicuramente un aspetto fondamentale. In questo caso, conviene esternalizzare la costruzione del sito web aziendale, riuscendo ad ottenere qualcosa di semplice e funzionale in maniera relativamente semplice e veloce.

Viceversa, una startup technology-based, nella quale è fondamentale la proprietà intellettuale, ha bisogno di assumere uno sviluppatore software in-house. Non è il caso, quindi, di affidarsi all’outsourcing, ma è preferibile sviluppare il codice da zero all’interno dell’azienda.

3) Che tipo di attività si vuole affidare in outsourcing?

Può essere molto difficile trovare delle persone in possesso di determinate tipologie di competenze da assumere. Pirate3D, ad esempio, ha avuto grosse difficoltà per il mechanical development, attività di importanza basilare per un’azienda che costruisce stampanti 3D.

In casi come questi l’outsourcing rappresenta una soluzione molto efficace per una startup agli inizi: con il tempo, dopo una certa crescita e dopo aver eventualmente raccolto i primi capitali, si può provare a portare le funzioni inizialmente esternalizzate in-house.

Un altro aspetto fondamentale di cui tener conto è la natura delle attività che si intende affidare in outsourcing: ad esempio, Goh afferma che è possibile esternalizzare le attività sensibili solo fin quando i fornitori non sanno come le parti da loro sviluppate si inseriscono nel processo complessivo.

In generale, il consiglio è che le attività che possono essere esternalizzate non devono essere critiche nè sensibili, il rischio deve essere sempre ridotto ai minimi termini.

4) Il fornitore prescelto è startup-oriented?

Si tratta di una discriminante fondamentale: Tinkerbox, ad esempio, è una società fortemente orientata alle startup e i suoi lavori di sviluppo software per startup rappresentano alcune delle best practices del settore.

L’atteggiamento di un fornitore startup-oriented è quello di insegnare ed educare le startup all’importanza della qualità e della produttività aziendale.

5) Nel tuo team vuoi dei generali o dei fanti?

Tutti i relatori della tavola rotonda sono stati d’accordo su un punto: i dipendenti sono solitamente disposti a lavorare di più rispetto ai fornitori.

Un fornitore in outsourcing ha sicuramente interesse a svolgere al meglio il compito che gli è stato affidato, a portare a termine il proprio lavoro nel migliore dei modi, ad aiutare la startup ad avere successo: ma c’è un confine che i fornitori non attraversano.

I dipendenti, invece, sono disposti ad andare oltre le semplici attività “di routine” per le quali sono stati assunti, perché fanno propria la vision e la mission della startup.

6) Può essere utile esternalizzare attività a società estere?

Anche se ci sono alcuni Paesi in cui determinate attività costano meno, coinvolgere persone troppo lontane ha dei costi nascosti molto ingenti. Spesso, un team costruito in questo modo è più lento e rallenta il progresso dell’intera startup.

7) Sai essere un buon cliente per i tuoi fornitori?

Un buon cliente è colui che sa esattamente ciò che vuole e sa spiegarlo al proprio fornitore: quando sceglie di ricorrere all’outsourcing, la startup deve avere un atteggiamento altamente collaborativo con i fornitori.

Inoltre, spesso una mancata corrispondenza tra i risultati finali e le aspettative del cliente dipendono da una cattiva comunicazione: bisogna saper spiegare fin dall’inizio cosa si vuole ed effettuare il più spesso possibile dei check-in per seguire i progressi del fornitore.

Nel caso in cui la startup abbia dei problemi a comunicare ogni giorno con l’agenzia fornitrice, è utile chiedere fin dall’inizio a quest’ultima di inviare dei report quotidiani.

8) Stai cercando di assumere qualcuno attraverso l’outsourcing?

Anche se può sembrare rischioso, in realtà la pratica di assumere qualcuno con delle particolari skills mentre sta lavorando per l’agenzia fornitrice è molto diffusa.

Tra i relatori, il founder di Tinkerbox spiega che il modello della sua agenzia è basato esattamente sull’attrarre persone di talento, per poi rilasciarli nuovamente sulla scena startup.

Inoltre, vedere come lavora una persona affidandogli delle attività in outsourcing per brevi periodi può essere un modo efficace ed economico per testare le sue capacità e competenze prima di assumerla.

9) Ti interessa la reputazione del tuo fornitore?

Le startup si affidano molto spesso alla reputazione dell’agenzia per prendere le proprie decisioni sull’outsourcing: si tratta di un approccio che può essere sicuramente valido. Tuttavia, Cheng mette in guardia sul fatto che le società si evolvono, e chi in passato ha lavorato male non è detto che continui a farlo.

In ogni caso, un approccio utile per testare l’efficacia dei fornitori è quello di “tenergli il guinzaglio corto”: significa affidargli dei piccoli compiti e, se svolti bene, affidargli mansioni più importanti. Si tratta di un approccio che consente di costruire la fiducia ed, eventualmente, affidare un progetto completo al fornitore.

Un altro approccio utile consiste nell’affidare un lavoro di breve durata a due o tre agenzie contemporaneamente, per stabilire i loro standard e poi scegliere il migliore.

10) Cosa pensano i vostri investitori del outsourcing?

I founders di una startup che ha raccolto capitali da investitori devono sicuramente tenere in considerazione la loro opinione quando si trovano a dover scegliere se ricorrere o meno all’outsourcing.

Paine, relatore della tavola rotonda ed investitore, ha una risposta piuttosto semplice per la questione: “Il vostro obiettivo è quello di fare quello che dovete. Che lo facciate da soli, o che paghiate qualcuno per farlo, non ha importanza”.

Inoltre, Paine spiega che spesso per le startup più mature è preferibile avere i propri team in-house, mentre le giovani startup dovrebbero affidarsi all’outsourcing almeno fino a quando non saranno pronte a gestire un team di dipendenti.

L’articolo originale è disponibile al link: http://www.techinasia.com/10-questions-outsourcing-work-startup/?utm_source=feedly&utm_reader=feedly&utm_medium=rss&utm_campaign=10-questions-outsourcing-work-startup

Napoli, 04/04/2014

Innovazione e stampa 3D: domani a Napoli la prima tappa del tour di 3D Hubs

Mentre il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est apre la settimana degli eventi dedicati al mondo delle startup, della tecnologia e dell’innovazione con l’Open Workshop a cura di Alberto Giusti dedicato al tema “SEO SEM e Social: come capire quale leva può aiutarti a lanciare il tuo progetto”, il capoluogo partenopeo si prepara ad ospitare un altro interessante appuntamento per startupper, talenti creativi e innovatori.

Nel pomeriggio di domani, martedì 4 febbraio, a partire dalle 18:30 il Riot Studio (Via San Biagio dei Librai 39 – Napoli) sarà infatti sede della prima tappa prevista per l’Italian Tour di 3D Hubs: un’occasione di incontro per la community dei makers partenopei.
3D Hubs è la più grande piattaforma mondiale dedicata alla stampa 3D e alla tecnologia maker: il suo obiettivo è quello di mettere in contatto chi vuole stampare in 3D con chi possiede una stampante 3D.

La tecnologia 3D sta crescendo molto in Italia, probabilmente grazie alla tradizione artigianale che da sempre caratterizza l’economia del nostro Paese, e le community di 3D Hubs in Italia negli ultimi mesi sono aumentate passando da una a dieci: questa crescita ha convinto i responsabili di 3D Hubs ad organizzare, tra febbraio e marzo 2014, un tour nelle maggiori città italiane con lo scopo di favorire l’incontro tra le community locali dei makers e le aziende ed organizzazioni interessate al fenomeno.

Il Tour di 3D Hubs in Italia prevede le seguenti tappe:

– 04/02 Napoli – Riot Studio (qui il link per partecipare);
– 06/02 Firenze – IED Firenze (qui il link per partecipare);
– 07/02 Bologna – MakeinBo (qui il link per partecipare);
– 08/02 Torino – Toolbox Coworking (qui il link per partecipare).

Alle quattro tappe elencate, che corrispondono al lancio di altrettante nuove community 3D Labs, si aggiungono inoltre due eventi di “Community Celebration“: gli appuntamenti sono a Roma (Roma 3D Days – 13 e 14 febbraio) e a Milano (7 marzo al FabLabMilano).

Per maggiori informazioni è possibile scrivere a simona.ferrari@3dhubs.com

Napoli, 03/02/2014

Tecnologia, innovazione e creatività: in arrivo a Roma la Maker Faire (3-6 ottobre)

Tra pochi giorni, dal 3 al 6 ottobre, il Palazzo dei Congressi di Roma ospiterà la Maker Faire, edizione europea dell’evento internazionale dedicato al Movimento dei Maker, all’innovazione, alle idee e alla creatività.
La Maker Faire è realizzata, promossa e organizzata da Asset-Camera con il supporto di Tecnopolo e la collaborazione di Arduino e della rivista Make, curatori dell’evento sono Massimo Banzi e Riccardo Luna.

Obiettivo primario degli organizzatori è quello di avvicinare le famiglie al mondo dell’innovazione ed in particolare alla tecnologia rivoluzionaria dei Maker, facendo scoprire al grande pubblico la nuova cultura che è da più parti accreditata come la prossima grande rivoluzione industriale: i Maker sono veri e propri inventori, che coniugano allo stesso tempo l’essere esperti delle tecnologie più avanzate con le caratteristiche degli artigiani del XXI secolo.

Probabilmente la caratteristica che rende il movimento dei Maker unico al mondo è proprio nel suo essere “nata dal basso”, grazie ad una community che ha visto i suoi primi passi nelle case e nei garage dei primi a possedere una stampante 3D o a costruirsene una ed è cresciuta a livello globale con un approccio open di condivisione delle conoscenze e dei progressi di ognuno.

Il programma della Maker Faire inizia giovedi 3 ottobre con la conferenza di apertura curata da Riccardo Luna (ore 10/19): insieme ad ospiti internazionali spiegherà ai partecipanti chi sono i Maker, come è nato il loro Movimento e cosa sono la Stampa 3D e l’elettronica open source. Per partecipare, è necessario registrarsi gratuitamente attraverso questo form.

La giornata di venerdi 4 ottobre è invece dedicata a due momenti: l’Educational Day ed il Techgarage.

L’Educational Day è riservato alle scuole, che potranno accreditare le proprie classi e partecipare gratuitamente ai workshop in programma durante l’intera giornata: tra i temi trattati, l’energia ecosostenibile e la robotica, ma anche laboratori destinati ai più piccoli sull’elettricità o il riciclo creativo. Per sapere quali sono tutti i workshop in programma, il link di riferimento è http://www.makerfairerome.eu/il-programma/makerfairerome-per-scuole/, nel quale è indicato anche il link per il form di iscrizione.

Il Techgarage è il momento dedicato ai 10 migliori progetti di impresa selezionati nei mesi scorsi per partecipare all’evento “Techgarage – The business of making”: i partecipanti potranno presentare il proprio progetto di fronte ad una platea di esperti, venture capitalist, rappresentanti delle Istituzioni, docenti universitari e giornalisti.
Per assistere all’evento, caratterizzato tra l’altro da interessanti dibattiti sul tema della creatività innovativa, è possibile registrarsi a questo link: https://techgarage.eventbrite.it/

Il 5 e 6 ottobre la Maker Faire entra nel vivo con l’accesso agli spazi espositivi e ad una serie di interessanti workshop: l’ingresso per queste due giornate è a pagamento, i biglietti sono in vendita qui.
L’ingresso in fiera, in entrambi i giorni, è possibile a partire dalle 9:30 e il programma offre un’ampia gamma di interventi di speaker di fama internazionale e di workshop su temi di particolare interesse, a partire dalla stampa 3D, al gaming, all’elettronica e il web design. Il programma dei workshop e la lista degli speaker sono in continuo aggiornamento, per saperne di più basta visitare il sito internet dell’iniziativa.

Napoli, 27/09/2013