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Tag: sharing

ING Challenge: la call per selezionare le migliori startup green, in palio 10 mila euro in servizi

La Call dedicata alle Startup attive nella riduzione dell’impatto ambientale nei settori lifestyle, mobility e zero waste.

La Call ING Challenge 2019, realizzata in partnership con Cariplo Factory mira a voler dare un contributo concreto e continuativo a sostegno delle Startup innovative earlye mid-stage operanti in diversi ambiti, tra cui quello della sostenibilità ambientale.

In particolare, il focus della Call for Startup è la riduzione dell’impatto ambientale e quindi la necessità di mettere in discussione le abitudini e le modalità con cui usufruiamo dei servizi in ogni aspetto della nostra vita: dalla spesa alle vacanze, dai trasporti all’abbigliamento.

Tre le aree di business per identificare la migliore Startup partecipante:

  1. Lifestyle, Fashion, Design & Travel: nuovi approcci circolari con l’obiettivo di reinventare la moda, il design e l’industria dei viaggi;
  2. Mobility: sharing, zero emissioni e logistica;
  3. Zero Waste: recupero, valorizzazione dei rifiuti, donazione di cibo, nuovi materiali, prodotti e servizi per ridurre gli sprechi.

La Call dedicata a Startup early e mid stage,vedrà il suo culmine nell’evento “Everyday Green” il 23 ottobre 2019 a Milano in cui esperti e professionisti della sostenibilità e della Green Economy si confronteranno per scegliere la Startup con l’idea più innovativa in questo ambito. Tre i vincitori, i quali riceveranno un premio in servizi del valore di 10.000 euro.

Per partecipare alla Call ING Challenge 2019, le Startup interessate possono candidarsi entro il 20 settembre 2019 al seguente link: https://www.f6s.com/ingchallengeeverydaygreen/apply

 

 

La leadership condivisa, chiave del successo per i migliori team – Startup Tips

Jim Haudan è CEO della società di consulenza Root Inc., autore del libro “The Art of Engagement: Bridging the Gap Between People and Possibilities” ed esperto di tematiche come la leadership, la strategy execution, l’engagement dei dipendenti, la gestione dei cambiamenti e l’apprendimento rapido. Haudan ha pubblicato un interessante articolo via LinkedIn che elenca cinque azioni “non convenzionali” tipiche dei team aziendali che raggiungono i migliori risultati in termini di performance.

Per scrivere il suo articolo, Haudan ha attinto dalla sua ventennale esperienza di lavoro con i team aziendali: l’idea di partenza è nata da un elemento comune riscontrato nel corso degli anni. L’autore ha infatti riscontrato un aspetto apparentemente piuttosto singolare che accomunava la maggioranza dei team: spesso gli individui di maggiore talento hanno dei problemi ad ottenere buoni risultati quando vengono inseriti in team aziendale. Addirittura, l’autore ha riscontrato che persone con un QI pari a 160, quando vengono riuniti in team, ottengono un QI complessivo pari a 22.

Questa situazione si verifica a causa della difficoltà nel gestire e risolvere i conflitti: spesso, anche le persone con maggiore talento, intelligenza e capacità preferiscono restare in silenzio e non esporsi con critiche, idee e proposte al gruppo per non creare situazioni di discussione. In questo modo, però, ci si ritrova in un compromesso non costruttivo, con il team impantanato in una situazione statica che non porta alcuna crescita, nè sviluppo.

Ecco perché riuscire a costruire un team di successo non è un “evento naturale”, bensì qualcosa a cui lavorare in maniera coerente e continuativa, implementando alcune azioni utili per raggiungere l’obiettivo. L’biettivo cui tali azioni sono orientate a raggiungere è definito “Leadership Condivisa”: vediamo quindi quali sono le cinque azioni più importanti per ottenerla.

1) Shared Truth Statements

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Occorre trovare e dichiarare con chiarezza quella che Haudan definisce “verità condivisa”: si tratta di identificare e condividere tra i membri del team la situazione oggettiva in cui ci si trova, con tutti gli aspetti positivi e negativi inerenti il business, la strategia, il modello operativo, la cultura aziendale.

In parole povere, bisogna che il team impari a “guardarsi allo specchio” per riuscire a concordare e sviluppare la verità condivisa, superando la situazione di stallo in cui ciascun membro del team ha le proprie convinzioni.

I migliori team sono quelli che riescono ad allinearsi sulla verità condivisa, che racchiude gli obiettivi da raggiungere e le azioni da intraprendere a livello strategico e decisionale.

2) Shared Underlying Belief’s

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Le cosiddette “credenze” guidano i comportamenti delle persone e, se i componenti di un team hanno credenze differenti su come dovrebbe essere gestito il business, si creano degli attriti. Spesso queste credenze sono delle convinzioni nascoste sotto la superficie, che costituiscono un insieme non allineato all’interno della squadra.

I migliori team costruiscono un vero e proprio “credo condiviso”, composto da credenze che diventano prioritarie per tutti e guidano il processo decisionale e i comportamenti del team in maniera coordinata e allineata.

3) Shared Behavioral Team Contracts

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In un team di successo, nessuno cerca di trascinare verso il basso i compagni di squadra. Esistono dei veri e propri “contratti comportamentali” che racchiudono le regole di base e gli standard di comportamento indispensabili per interagire e lavorare insieme.

Questi contratti comportamentali sono gestiti con grande attenzione, e periodicamente il team si riunisce per discutere in che modo le regole di base vengono seguite, individualmente e collettivamente. Un consiglio utile per massimizzare l’efficacia dei contratti comportamentali è quello di creare delle schede trimestrali per monitorare i comportamenti, tenere traccia dei progressi, delineare le azioni correttive necessarie.

4) Shared leadership by “Owning the Whole” before Your Piece

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La sfida più difficile per un team è la costruzione dell’intelligenza collettiva e della execution più efficiente, in cui l’interesse collettivo venga prima di quello dei singoli membri. Da questo punto di vista è sempre più fondamentale una leadership condivisa, in cui i grandi temi dell’azienda siano messi al primo posto (rispetto alle problematiche del singolo team o della singola divisione aziendale di riferimento) e la responsabilità sia condivisa tra tutti.

La responsabilità condivisa fa sì che tutti i membri debbano, qualora sia necessario, sacrificare gli interessi del team (o della divisione) per il bene collettivo dell’intera azienda. Il lavoro del team deve quindi essere importando mettendo a fuoco il business e dandogli priorità, per favorire il successo dell’intera azienda.

5) Shared Decisions By Thinking Together

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Thinking Together” significa letteralmente “pensare insieme”: i team di successo puntano molto sulla capacità di ascolto reciproco, di imparare l’uno dall’altro, e di riuscire a pensare insieme. Si tratta di costruire un processo decisionale condiviso, in cui ci si interroga l’un l’altro sulle questioni da risolvere e si cerca di trovare le migliori risposte possibili.

Tra le domande più frequenti nel “Thinking Together”, fondamentali per prendere delle decisioni condivise, l’autore elenca le seguenti: Che tipo di decisioni dobbiamo prendere? Quali sono i problemi reali da risolvere? Su quali basi ci muoviamo per risolvere il problema? Quale base di dati reali possiede ciascuno di noi?

In conclusione, raggiungere l’obiettivo di Shared Leadership non è certamente un compito semplice ed immediato: occorre lavorare duramente per raggiungerlo, ed è indispensabile la condivisione e la collaborazione di tutti i componenti del team.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/five-uncommon-acts-high-performing-teams-jim-haudan

Napoli, 25/08/2015

Il 18 maggio a Napoli, l’appuntamento di ANCI Campania sulle opportunità della Sharing Economy

Lunedì 18 maggio 2015, a partire dalle ore 9:00 e fino alle ore 15:00, il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli (Sala Conferenze – Via dei Mille n. 60) ospita un interessante evento a cura di ANCI Campania con il Patrocino del Comune di Napoli (Assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione e Assessorato al Lavoro e Attività produttive) dedicato al tema “Le opportunità della #SharingEconomy – Modelli di produzione partecipativa e collaborativa”.

Il tema della Sharing Economy è quanto mai attuale: questo nuovo modello economico porta infatti molte novità nell’organizzazione della domanda e dell’offerta, che diventa decisamente più incentrata e focalizzata sul ruolo delle persone.
Attraverso la Sharing Economy, spiegano gli organizzatori, nascono forme di impresa innovativa con un modello di sviluppo nuovo, imperniato sul concetto di comunità, persone, utenti che condividono beni e servizi grazie al supporto delle nuove tecnologie digitali e della rete. In questo scenario, inoltre, assumono un ruolo centrale i social network: questi ultimi rappresentano un nuovo strumento per soddisfare i bisogni delle persone, aprendo la strada a nuove opportunità in termini occupazionali e di impresa.

Il Programma dell’evento “Le opportunità della #SharingEconomy – Modelli di produzione partecipativa e collaborativa” prevede:

Ore 9:00 – Saluti istituzionali e introduzione ai lavori – Pasquale Granata (ANCI Campania) ed Enrico Panini (Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli);

Ore 9:30Economia collaborativa: opportunità di conoscenza, legame di comunità e valori di sviluppoAlessandro Coppola (Laboratorio Craet-Sun);

Ore 10:30La Sharing Economy: definizione e peculiarità di un nuovo modello di relazioni tra pubblico e privatoAndrea Pugliese (The Hub Roma);

Ore 11:30 – Coffe Break

Ore 12:00La Sharing Economy entra in ComunePaolo Testa (ANCI Cittalia);

Ore 12:30La costruzione di mappe collaborative per la valorizzazione delle risorse materiali ed immateriali dei territoriIlaria Vitellio (Mappi.na);

Ore 13:30Coworking e modelli aziendali collaborativi Corrado Sorge (Hubstrat);

Ore 14:00La sfida della mobilità sostenibileEmiliana Mellone (Associazione Cleanap – Progetto Bike Sharing Napoli);

Ore 14:30Pandora Group e la sua rete di imprese: un modello ispirato alla Sharing EconomyAlessia Guarnaccia (Pandora Group Srl).

Per maggiori dettagli e informazioni, è possibile consultare la pagina dell’evento su Facebook disponibile qui: https://www.facebook.com/events/898488660194730/

Napoli, 13/05/2015

Presentata la piattaforma Startup Europe Partnership: alla guida la fondazione Mind The Bridge

Con il lancio ufficiale di oggi al World Economic Forum di Davos, nasce Startup Europe Partnership (SEP), la piattaforma UE destinata al supporto e al sostegno delle startup europee e al loro lancio verso il mercato globale.

La notizia è stata data da Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea e responsabile della Digital Agenda: il programma sarà poi illustrato nel dettaglio durante un evento ad hoc che si terrà nel mese di marzo 2014.

La guida della piattaforma SEP è stata affidata alla fondazione italo-americana Mind The Bridge, che sarà supportata dalla fondazione inglese Nesta: lavoreranno insieme ad un unico obiettivo, definito dalle parole di Alberto Onetti (fondatore di MTB) nel modo seguente: “Sostenere la crescita di startup europee e la creazione di imprese europee nel campo delle nuove tecnologie che siano capaci di competere a livello globale. Il tutto superando le separazioni tra paesi, enorme ostacolo alla competitività europea. Le startup hanno difatti bisogno di sfondare il “soffitto di vetro” che le separa dalla crescita sia dimensionale che internazionale. Ma serve per questo un cambio di mentalità”.

Il programma SEP servirà quindi a costruire un vero e proprio ponte che unisca l’ecosistema europeo delle startup, da un lato, e le grandi imprese e gli investitori dall’altro: l’attenzione a tutti gli stakeholders coinvolti è dimostrata dal coinvolgimento attivo di attori come Telefonica e Orange (grandi aziende), istituzioni finanziarie (BBVA), fondi di investimento (European Investment Fund) e alcune tra le più importanti università europee (tra le quali la Cambridge University).

Grazie alla piattaforma Startup Europe Partnership, le startup potranno entrare a far parte di un network internazionale qualificato, grazie al quale entrare in contatto con i migliori clienti (sfruttando i sistemi di procurement delle grandi aziende), con gli investitori interessati a finanziare aziende promettenti attraverso seed capital, e cercando di ottenere un numero sempre più elevato di exit.

Il programma SEP si basa su tre linee di azione:

Matching: organizzazione di una serie di eventi nelle più grandi città europee, che seguiranno il format di un vero e proprio “marketplace” in cui le startup potranno incontrare grandi aziende interessate alle tecnologie (il focus sarà incentrato su tre punti: procurement, seed investment e acquisizioni).

Mapping: creare una mappatura di startup e hub europei che costituiscono le best practices del mondo dell’innovazione, fornendo visibilità alle migliori startup emergenti e promuovendo modelli di riferimento.

Sharing: condivisione delle best practices nel settore dell’imprenditorialità e dell’innovazione, per ridurre il gap culturale e aumentare le opportunità di contaminazione tra le startup.

Per approfondimenti su Startup Europe e su SEP:

https://ec.europa.eu/digital-agenda/en/about-startup-europe

Per il commento di Alberto Onetti, chairmen di Mind The Bridge:

http://siliconvalley.corriere.it/2014/01/23/da-davos-oggi-il-d-day-per-leuropa-delle-startup/

Napoli, 23/01/2014