Loading...

Tag: Saas

Azimut Digitech Fund: il fondo per contribuire alla crescita tecnologica delle aziende italiane con l’obiettivo di raccolta di 50 milioni di euro

Il fondo per Startup software b2b. 

Azimut – società indipendente di gestione del risparmio in Italia, in partnership con Gellify Group – piattaforma di innovazione che connette le Startup B2B ad alto contenuto tecnologico con le aziende tradizionali per innovare i loro processi, prodotti e modelli di business rafforza la sua presenza nel venture capital e amplia l’offerta dedicata agli investimenti alternativi lanciando il fondo Azimut Digitech Fund dedicato all‘investimento in Startup software business-to-business – B2B.

Azimut Digitech Fund è un fondo alternativo di tipo chiuso che investe in una asset class non ancora presidiata, quella delle Startup software B2B, contribuendo al supporto e alla crescita tecnologica dell’ecosistema aziendale italiano. Il fondo è riservato a investitori professionali e HNWI, individui con un elevato patrimonio, ha una durata di 7 anni e un obiettivo di raccolta di 50 milioni di euro.

Nel particolare, Azimut Digitech Fund investe in strumenti finanziari emessi principalmente da Startup e PMI innovative italiane che sviluppano Software-as-a-Service (SaaS) spesso a canoni ricorrenti, attive prevalentemente in quattro diversi verticali tecnologici che rappresentano l’attuale frontiera tecnologica dell’innovazione e i maggiori trend di investimento futuri:

  • Intelligenza Artificiale (Machine Learning, Deep Learning, Cognitive);
  • Internet of Things e Industria 4.0 (4th Industrial Revolution, Industrial IoT, Digital Factory, Smart Manufacturing);
  • Cybersecurity;
  • Blockchain (firma elettronica avanzata, Smart Contracts, Distributed Ledger).

Il capitale sarà investito equilibrando il rischio e la remunerazione ed il portafoglio verrà ripartito tra Startup in diverse fasi di crescita: dalle prime fasi, al market ready e alle scale-up.

Per maggiori informazioni è possibile consultare i seguenti contatti:

Azimut Holding S.p.A. www.azimut-group.com
GELLIFY Group www.gellify.com

Hubble: il programma alla ricerca delle migliori startup e business ideas d’Europa

Hubble si rivolge a persone fisiche organizzate in team, a Startup innovative e PMI innovative che intendono portare avanti progetti di sviluppo di prodotto o di servizio.

Il programma è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e promosso da Nana Bianca e Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione.

Hubble ha come obiettivo le attività di scouting, tutoring, mentoring e starting up/business acceleration delle migliori idee imprenditoriali attive sul territorio Toscano, Italiano ed Europeo, con particolare attenzione a progetti dal forte impatto sul mercato digitale e che possano garantire futuribili ricadute positive sullo sviluppo del territorio metropolitano. La ricerca delle idee si sofferma prevalentemente negli ambiti di:

  • Sharing Economy;
  • Smart Cities Solution;
  • Iot;
  • Energy;
  • Saas;
  • Mobile App;
  • Circular Economy;
  • Health;
  • Bioinformatics.

I progetti selezionati, da un minimo di 3 ad un massimo di 12 startup all’anno, riceveranno un grant di investimento di importo compreso tra €10.000,00 e €50.000,00.
I grant saranno spendibili esclusivamente in servizi e attività per lo sviluppo del proprio modello di business come costituzione della società, marketing, assunzioni, consulenze specialistiche, costi interni di personale e spazio di coworking presso Nana Bianca. Il trasferimento delle risorse avverrà in tranche in base al raggiungimento di milestone specifiche.

I team selezionati hanno l’obbligo di frequentare i corsi di formazione imprenditoriale a cura della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione dell’Università degli Studi di Firenze, che si terranno all’interno delle sedi dei soggetti docenti e nello spazio di Nana Bianca. I corsi verteranno su:

  • Online Marketing: gestione delle campagne online,
  • Canali finanziari: funzionamento dell’operazioni di Business Angel e Venture Capital,
  • Business Modeling & Business Planning, Pitch deck: come presentarsi agli investitori,
  • Fundraising: quali strumenti pubblici e privati per aiutare le startup innovative.

Per partecipare, è possibile candidarsi esclusivamente online sul sito al seguente link: https://www.f6s.com/hubbleaccelerationprogram, compilando il modulo di domanda entro il 31 marzo 2019.

Growth Hacking per startup con prodotti SaaS: alcune tecniche fondamentali già in fase Early Stage

Darius Lahoutifard è founder di Business Hangouts e imprenditore seriale specializzato in aziende SaaS: l’acronimo sta per “Software as a Service” e si riferisce ad un modello di distribuzione in cui un software viene messo a disposizione dei clienti via internet, direttamente dall’azienda che lo ha sviluppato (si parla di un servizio di Cloud Computing).
Quando si parla di un software Saas, il cliente paga per utilizzare il prodotto (e non per possederlo): questo tipo di software è spesso utilizzato dai clienti B2B per esternalizzare alcune attività del proprio business, ma oggi è molto diffuso anche nel mercato B2C.

In quanto esperto di imprese SaaS, Lahoutifard pubblica sul portale VentureBeat una serie di articoli relativi a questo particolare segmento di business: di recente, ad esempio, si è occupato della tematica relativa alla crescita di una startup SaaS e, nello specifico, ad alcune tecniche di growth hacking utilizzate dai founder di imprese in questa tipologia di mercato. In particolare, Lahoutifard descrive quattro tecniche di growth hacking per startup Saas: vediamole più in dettaglio.

growthhack

1. Piccole App su grandi mercati

Nelle primissime fasi, tutte le startup sognano partnership con grandi nomi in modo tale da avere una referenza forte da utilizzare per piazzarsi meglio sul mercato o per raccogliere capitali. Ma questo tipo di pratica è spesso estremamente costosa, e non riesce a produrre sempre i risultati sperati.

Oggi, si può ottenere una grande visibilità semplicemente proponendo un’app in uno dei marketplace disponibili, come App Store e Google Play (in caso di applicazioni mobile), o su altre piattaforme specifiche per desktop app. L’App Store di Google Chrome, ad esempio, è piuttosto facilmente accessibile per sviluppatori di qualsiasi applicazione che sia eseguibile sul browser Chrome.
Ancora, se si dispone di un’app in qualche modo integrata con uno dei prodotti Google Apps è possibile accedere al Google Apps Marketplace.
Secondo l’autore, è davvero sorprendente il modo in cui la presenza in uno di questi store riesce ad attrarre utenti: il consiglio è quello di sviluppare un’app semplice e veloce, con funzioni di base ma con un eccellente design, in maniera tale da catturare i primi numeri in termini di lead sul mercato del mobile.

2. Modelli freemium

Il popolare ed efficace modello freemium funziona bene anche per le imprese SaaS: è sempre possibile creare un numero di caratteristiche di base da concedere gratuitamente al cliente, piuttosto che offrire l’utilizzo del software per un numero limitato di volte, o soltanto in determinati casi. Inoltre, è sempre possibile monitorare i clienti che utilizzano il software gratuitamente e modificare la portata del modello freemium quando diventano troppi, e bisogna che qualcuno di essi inizi a pagare.

Quando si sceglie il modello freemium, secondo Lahoutifard, la decisione migliore è quella di concedere prove gratuite per un periodo di tempo limitato: in questo modo, il cliente può sviluppare un rapporto più stabile con l’azienda ed aumentano le possibilità che decida di effettuare l’aggiornamento a pagamento (upgrade).

3. Utilizzare prima possibile strumenti di Marketing Automation

Una volta che si inizia a generare traffico con gli account gratuiti, il passo successivo è quello di scalare fino a raggiungere gli account a pagamento. Non bisogna aspettare troppo per implementare i primi strumenti di marketing automation, come HubSpot e Marketo: è infatti possibile utilizzare fin da subito alcuni auto-responder di base, che automaticamente diano il benvenuto e guidino nei primi passi gli utenti che utilizzano la versione freemium.

Appena effettuata l’iscrizione è buona norma inviare del materiale gratuito, come ad esempio video, white paper, case study ed altre tipologie di supporti didattici. Gli invii possono essere programmati in maniera sequenziale, basati su specifici eventi o un tot di volte a settimana.

4. Concierge onboarding

L’automazione è sicuramente utile, ma non potrà mai sostituire fino in fondo l’interazione umana: gli strumenti di marketing automation non possono competere con il concierge onboarding, e quindi con una telefonata (o meglio ancora una videochiamata) di benvenuto al nuovo cliente.

Per svolgere al meglio questo lavoro (le chiamate possono essere effettuate, in caso di prodotti di fascia alta, anche ai clienti freemium) va prevista una persona dedicata (o un team in caso di numeri particolarmente elevati) che si occupi di queste attività di accoglienza: la scelta dovrebbe ricadere su persone che siano addestrate alle vendite e al rapporto con la clientela, e che abbiano al contempo un background tecnico di conoscenza del prodotto.

SaaS

Ora che abbiamo analizzato più nel dettaglio le quattro tecniche proposte da Lahoutifard, vediamo come esse possono essere applicate nelle primissime fasi di una startup SaaS (per intenderci, nella fase denominata Early Stage). Ad una prima occhiata, può sembrare che questo tipo di consigli sia applicabile a startup in fase più avanzata, che ha già delle metriche rilevanti in tema di vendite… Ma è assolutamente sbagliato!

Le riflessioni sulle vendite devono iniziare fin dagli albori della vita di una startup. Non possono essere prese in considerazione direttamente quando si hanno numeri rilevanti, altrimenti significherebbe aver perso delle opportunità: naturalmente, non è il caso di assumere un team dedicato alle vendite fino a che non si sarà arrivati alla convalida del proprio processo. Ma per capire come riuscire a convalidare e padroneggiare l’intero processo e iniziare a veder crescere le vendite, le tecniche di growth hacking sono assolutamente indispensabili già in fase early stage.

In pratica, il processo di vendita SaaS inizia nel momento in cui si inizia a sviluppare il prodotto per poi proseguire attraverso le seguenti fasi:

– MVP demo (secondo il Lean Startup Model), che alcuni chiamano MSP (Minimum Sellable Product),
– Feedback del cliente,
– MVP migliorato e primi introiti fatturati,
– Ripetere i passaggi precedenti con altri clienti,
– Automatizzare le vendite ed il processo di apprendimento con strumenti di marketing automation,
– Costruire app gratuite per sfruttare il traffico in entrata dai grandi marketplace,
– Prevedere un piccolo team di vendita per implementare tecniche di concierge onboarding,
– Prevedere account executives per chiudere ulteriori vendite,
– Scalare il processo di vendita.

Per leggere il post originale: http://venturebeat.com/2015/11/08/growth-hack-your-enterprise-saas-startup/

Napoli, 09/11/2015

International Accelerator Winter Program 2015: 12 mesi in Texas e 50K per le startup selezionate

Resterà aperta fino al prossimo 5 ottobre la call for startup di International Accelerator, acceleratore statunitense (con sede nella città di Austin, in Texas) che si ripropone di portare sul mercato nordamericano le migliori startup nate fuori dagli USA.

La call è destinata a startup di tutto il mondo, che saranno selezionate con l’aiuto di ambassador scelti per ogni Paese (per l’Italia si tratta di Startupbusiness).
Le candidature vanno inviate entro il 5 ottobre 2015, compilando il modulo online disponibile al seguente link: http://www.internationalaccelerator.com/apply-now/

Le 10 migliori startup saranno selezionate entro il 19 ottobre e dovranno confermare la loro partecipazione all’evento “Investment Commitee” (previsto nella sede di International Accelerator ad Austin tra il 18 e il 21 novembre) entro il 23 ottobre. Tra le 10 startup finaliste, saranno selezionate soltanto le migliori (da 3 a 5) che entreranno a fare parte del programma di accelerazione invernale 2015/2016.

int_accelerator

International Accelerator è alla ricerca di progetti in svariati settori, con un focus in particolare sulle seguenti aree: Saas, Healthcare, Energy & Cleantech, Social Media.

Requisito fondamentale richiesto alle startup candidate, è avere a disposizione un Mvp (minimum viable product), con una validazione di mercato e metriche di traction.

Il prodotto dovrà rispondere ad uno specifico bisogno in un mercato che negli Stati Uniti sia attualmente in fase di crescita. Completano l’elenco delle caratteristiche fondamentali per partecipare alla call, un team solido con una profonda conoscenza del prodotto e del mercato di riferimento della startup, in cui almeno uno dei membri non sia cittadino USA. Inoltre, almeno uno dei rappresentanti del team deve disponibile a trasferirsi ad Austin, per la durata del percorso di accelerazione.

Riguardo ai premi in palio, le 10 startup finaliste avranno l’opportunità di presentare i loro progetti agli investitori dell’area di Austin e di conoscere meglio l’area della città texana, tra quelle che stanno crescendo con la maggiore velocità tre le tech-city americane.
Le startup vincitrici della call, infine, accedono al programma di accelerazione di International Accelerator (durata 12 mesi) e ad un finanziamento da 50.000$ (sotto forma di convertible note).

Per maggiori informazioni: http://www.internationalaccelerator.com/

FONTE: http://it.startupbusiness.it/news/aperta-la-call-invernale-di-international-accelerator/80992/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter&utm_campaign=Feed%3A+startupbusinessnews+%28Startupbusiness+News%29

Napoli, 10/09/2015