Loading...

Tag: ricerca

Selezionati i migliori 30 progetti di startup per il primo ciclo del Progetto TechHub

Sono stati selezionati i migliori 30 progetti di startup che accedono al primo ciclo del Progetto TechHub: l’elenco degli ammessi è stato infatti pubblicato dal sito ufficiale dell’iniziativa, ed è disponibile al seguente link: http://www.tech-hub.it/wps/wcm/connect/2efd6c804469b19999cdbdfef47bdeec/TECH-HUB+-+AMMESSI.pdf?MOD=AJPERES

Tra i 30 progetti selezionati che avranno la possibilità di accedere al percorso formativo di TechHub ci sono cinque startup vincitrici delle due edizioni di VulcanicaMente: dal talento all’impresa e che sono attualmente (o sono state) ospitate dagli spazi del CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est. Si tratta di:

Zeesty: Sito web e app mobile che permette agli utenti di cercare e scegliere un ristorante in base ai propri gusti, dando la possibilità di restare in contatto con i locali già conosciuti e di trovarne di nuovi (http://signup.zeesty.com/);

Artrooms: Il primo spazio on line che permette agli artisti emergenti di esporre le proprie opere utilizzando tecnologie digitali nel mercato dell’arte, favorendo la commercializzazione dei propri lavori (http://www.artrooms.it/index.php?lang=it);

Pushapp: App factory napoletana attualmente al lavoro per il progetto Appetitoo, la piattaforma web che consente ai ristoratori di creare in pochi minuti l’app mobile esclusiva del proprio ristorante (http://pushapp.me/);

Pizza Now: Servizio mobile grazie al quale il consumatore può ordinare una pizza tramite il proprio smartphone, scegliere gli ingredienti e verificare i tempi per la consegna (http://www.pizzanow.eu/);

Rehub: Community di ricercatori che favorisce l’incontro tra discipline umanistiche e scientifiche per aumentare la visibilità e l’impatto delle ricerche innovative (http://www.rehub.eu/).

I 30 team selezionati per il percorso di formazione di TechHub avranno la possibilità di partecipare a 10 giornate formative dedicate a temi di fondamentale interesse per le nuove imprese, tra cui quelli relativi a Costituzione e Amministrazione, Gestione delle Risorse Umane, Business Modelling.

Al termine del percorso formativo, i partecipanti che avranno partecipato almeno all’80% delle ore di formazione accederanno ad un ulteriore Percorso di Approfondimento, durante il quale il lavoro sarà incentrato sulla redazione del Business Plan da presentare all’evento finale di TechHub: l’Arena con gli investitori.

Durante l’Arena, infine, la Giuria di Esperti di TechHub sceglierà i sette migliori progetti che accederanno ai premi finali.
I premi consistono nella concessione di un contributo a fondo perduto della CCIAA di Napoli: per i primi due classificati la cifra sarà a 50.000 euro, mentre gli altri avranno un contributo di 30.000 euro per ciascun progetto.

 

 

Napoli, 19/06/2014

Consigli per startup: gli “Aha Moments”, cambiamenti di approccio fondamentali per affrontare la fase di commercializzazione

Ryan Gum è uno startup marketer originario di Sidney, che attualmente vive e lavora a Stoccolma: esperto di growth e online marketing per startup, ha un sito in cui raccoglie consigli e spunti utili per aspiranti imprenditori (http://ryangum.com/).
L’ultimo post pubblicato da Ryan Gum raccoglie otto situazioni che l’autore definisce “Aha Moments”: si tratta di otto cambiamenti di paradigma, ossia cambiamenti nell’approccio o nelle convinzioni, che egli ritiene fondamentali per uno startupper prima di arrivare alla fase di commercializzazione del prodotto.

Nel suo articolo, elenca gli otto momenti individuando per ciascuno di essi l’assunto di partenza, quello su cui normalmente ci si concentra, e di seguito il cambiamento utile, che identifica ciò su cui invece occorre concentrarsi quando la startup si prepara a introdurre sul mercato il proprio prodotto.

1) Ho bisogno di un MVP > Ho bisogno di un MDP

Il MVP (Minimum Viable Product) è un concetto basilare nella metodologia Lean Startup di Eric Reis: si tratta di una prima versione del prodotto, in possesso delle caratteristiche appena sufficienti per risolvere un problema/soddisfare un bisogno di base che permette al team di ricevere i primi feedback dai clienti. In sintesi, serve alla startup ad avere un prodotto caratterizzato dal minimo indispensabile per capire se esiste un possibile business.

Secondo l’autore, per passare alla fase di commercializzazione vera e propria il MVP deve però cedere il passo a quello che Andrew Chen (imprenditore seriale ed esperto di startup) definisce MDP (Minimum Desirable Product), ossia un prodotto centrato sulla prospettiva del cliente che crea un valore tale da soddisfare il suo bisogno e convincerlo a tornare (indipendentemente dalla redditività di tale prodotto per l’azienda).

Il MDP va quindi oltre il MVP: si tratta di un leggero cambio di prospettiva che, però, fa la differenza. L’autore, inoltre, suggerisce di costruire il MDP “pubblicamente”, ossia coinvolgere il più possibile i potenziali, futuri clienti nella fase di creazione del prodotto, ad esempio curando la comunicazione sui social. In questo modo si otterranno preziosi feedback per eventuali iterazioni e miglioramenti.
2) I miei primi 100 clienti arriveranno dal processo di scaling up > I miei primi 100 clienti arriveranno da un “combattimento corpo-a-corpo” 

“Combattimento corpo-a-corpo” è l’espressione scelta da Gum per spiegare la necessità di spendere tempo in contatto diretto con i clienti (di persona, al telefono, via e-mail) per capire esattamente come il prodotto/servizio della startup deve risolvere il problema o soddisfare i bisogni delle persone.

Questi contatti diretti devono essere portati avanti dalla startup prima di pensare ad un eventuale processo di scala: anzi, per arrivare al punto in cui è possibile scalare, occorre prima di tutto entrare in contatto con i clienti per assicurarsi che l’offerta della startup sia effettivamente adatta alle esigenze dei clienti.

Si tratta di un processo che richiede tempi lunghi e un lavoro mirato, ma, come afferma l’autore, tutte le aziende di successo hanno iniziato così: con un cliente alla volta.
Una volta contattati e soddisfatti i primi 100 clienti e possibile pensare a scalare.

3) Occorre concentrarsi sul marketing già dal primo giorno > Occorre concentrarsi sul marketing una volta individuato il Product/Market Fit

Trovare il Product/Market Fit, come affermato anche da Marc Andreesen (imprenditore di successo nel web, co-founder di Netscape e Ning), significa trovare il punto in cui si può essere sicuri di avere un buon mercato ed un prodotto/servizio per servirlo adeguatamente.

E’ solo da questo momento in poi che il prodotto inizia a “tirare” il mercato ed è quindi il momento a partire dal quale valga la pena investire in marketing: non avrebbe senso, afferma Gum, spingere un prodotto/servizio in assenza di un mercato adatto sul quale lanciarlo.

Prima di aver individuato il Product/Market Fit, infatti, le risorse investite in marketing non hanno prodotto da spingere, nè clienti da attrarre: è molto meglio investire in Customer Development, incontrando i clienti ed individuando il target di mercato per capire come definire un’adeguata value proposition.

4) Il successo deriva da una serie di vittorie > Il successo deriva dalla scoperta di ciò che non funziona, dopo una serie di tentativi falliti

L’idea generalmente valida secondo la quale il successo deriva dalla perseveranza è ancora più veritiera quando si parla di marketing: i migliori marketers, infatti, sono quelli che sanno essere umili.

Gum spiega, infatti, che 8 volte su 10 gli esperimenti e i tentativi di un marketer falliscono: ciò significa che bisogna continuare a provare, spingersi oltre, attraversare il fallimento per arrivare al successo.

Parafrasando Steve Jobs, l’autore del post afferma: Stay hungry, stay foolish, stay humble (umile).

5) Chi compone il mio target di mercato > Chi NON compone il mio target di mercato

Il consiglio è ben preciso: bisogna assicurarsi di capire bene chi NON è mio cliente e impegnare le proprie risorse per evitare di attrarlo.

Sicuramente è di importanza fondamentale, all’inizio di una startup, individuare il target di riferimento capendo qual è il cliente ideale. Ma altrettanto importante, una volta individuato il nostro target, è capire chi invece non è parte del target di riferimento.

Questo procedimento è infatti indispensabile per comunicare in maniera efficace: se si tenta di parlare a tutti, il messaggio non arriva a nessuno.

Avere come obbiettivo un target troppo ampio rende inefficace la comunicazione: ad esempio, è impensabile raggiungere con lo stesso messaggio tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 60 anni. Se si tenta di parlare con tutte le componenti di questa fascia attraverso un unico messaggio, non sarà possibile comunicare efficacemente con tutte.

Per evitare spreco di risorse e impostare una campagna di comunicazione efficace, quindi, è fondamentale porsi, in fase di commercializzazione, la domanda: chi NON compone il mio target?
Inoltre, attrarre clienti che non sono parte del proprio target di riferimento può arrivare a danneggiare l’immagine dell’azienda, perchè non sarà facile soddisfare le richieste di coloro ai quali non è propriamente diretto il prodotto/servizio.

6) Il prodotto deve essere rivoluzionario > Prendi in prestito più possibile

Raggiungere il successo con una startup è già piuttosto difficoltoso: il consiglio dell’autore è quindi di non rendere tutto ancora più difficile pretendendo di partire da zero.

Un’innovazione deve essere disruptive, ma non necessariamente rivoluzionaria: sono molti i casi di successo di startup che hanno apportato delle modifiche e dei miglioramenti a prodotti/servizi già esistenti (Gum fa l’esempio di Uber).

L’innovazione deve essere incrementale, basata sull’iterazione e il continuo miglioramento: è molto più produttivo raccogliere ispirazione da fonti differenti e, in seguito, mettere insieme i vari aspetti di ciò che funziona per creare qualcosa di completamente nuovo.

Si tratta di ciò che Brian Harris definisce la “Formula Picasso”: trova tutti gli elementi che hanno avuto successo in altri casi, raccogli le parti migliori e applicali alle tue esigenze.

7) Ho bisogno di: strategia social, contenuti, pubblicità, PR, SEO, partnership, e-mail marketing, etc… > Scopri cosa funziona davvero e focalizzati su quello, scartando il resto

Oggi i canali di comunicazione sono così numerosi che si rischia di restare schiacciati, se si cerca di diversificare troppo profondamente la comunicazione: dall’e-mail marketing, a Facebook, a Twitter, a tutti i canali di comunicazione on-line è difficile riuscire ad essere presenti in maniera efficace su tutte le possibili piattaforme.

Una startup dovrebbe evitare di strafare: il consiglio dell’autore è infatti quello di individuare da dove provengono i segnali più forti, e di concentrare gli sforzi su quegli specifici canali (ne bastano uno o due per una startup alle prese con la fase di commercializzazione).

Una volta che i risultati iniziano ad arrivare, sarà poi possibile aumentare i canali di comunicazione spostando le risorse altrove.

8) Dobbiamo acquistare questo nuovo, incredibile STRUMENTO > Dobbiamo individuare e implementare un SISTEMA: gli strumenti consentono solo di eseguire ed automatizzare ciò che c’è già

Il team di una startup, di fronte ad un nuovo strumento (ad esempio un software gestionale), immaginano di trovare la soluzione a tutti i problemi: la tentazione di acquistarlo è forte. Ma Gum sostiene che questa scelta potrebbe rivelarsi un inutile spreco di risorse.

Gli strumenti sicuramente migliorano la vita e facilitano il lavoro, ma solo quando è già stato implementato un sistema di base: non ha senso acquistare, ad esempio, uno strumento per automatizzare il processo di marketing o di monitoraggio, se non c’è ancora un sistema/processo da automatizzare.

Il concetto è simile a quello secondo il quale i founders di una startup non dovrebbero assumere qualcuno per svolgere una certa mansione, prima che la mansione sia effettivamente reale all’interno dell’azienda.

In chiusura, Ryan Gum offre ai lettori un ultimo cambiamento di paradigma che è, a suo parere, il punto di partenza per chiunque voglia fondare una startup: bisogna passare da “Non è il momento giusto per iniziare” a “Non ci sarà mai un momento giusto: bisogna iniziare lo stesso”.

L’articolo originale da cui è tratto questo post è disponibile qui: http://ryangum.com/8-aha-moments-needed-before-marketing-your-startup/?utm_content=buffer51aa9&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer

Napoli, 18/06/2014

Consigli per startup: cinque elementi fondamentali per costruire un business di successo

John Orcutt è CEO di Pie Digital ed esperto di startup tecnologiche in Silicon Valley, con oltre 25 anni di esperienza in grandi aziende americane. Recentemente ha pubblicato un articolo per il magazine on-line WeWork, incentrato sul tema dei segnali che lasciano trasparire che una startup è sulla buona strada per raggiungere il successo sul mercato.

Naturalmente esistono alcuni indicatori per misurare il successo di un business, come il dimensionamento del mercato o il rispetto della tempistica prevista nel business plan: ma oltre a questi indicatori, l’autore indica altri cinque elementi comuni che nella sua esperienza ha riscontrato nelle startup di successo.

1) Il talento giusto

In qualsiasi settore, per qualsiasi tipo di attività, il punto di partenza migliore è avere il talento giusto nel team. Ecco perchè è importante controllare attentamente il “track record of success” del candidato (valutando il CV prestando particolare attenzione ai risultati tangibili e misurabili ottenuti dal candidato), e valutando aspetti come l’energia, la passione e “la chimica”: bisogna tener conto anche della prima impressione, dell’intuito che ci consiglia se il rapporto lavorativo può avere successo.

Alcune domande utili da porre al candidato prima dell’eventuale assunzione possono riguardare, inoltre, la motivazione e la gestione del tempo (il suo impegno si ferma all’orario lavorativo, o utilizza il tempo libero per aggiornarsi e migliorare le sue competenze?). Infine, bisogna sempre valutare come la persona potrebbe integrarsi nel team e se sarà possibile avere un buon rapporto lavorativo a livello di squadra nel lungo periodo.

2) Un problema ben definito

Un’altro aspetto fondamentale per una startup è la ricerca necessaria a comprendere in maniera efficace il problema che si propone di risolvere. Bisogna raccogliere tutto ciò che gli utenti hanno da dire su come hanno provato ad affrontare e risolvere il problema, reclutare dei clienti per effettuare i test avendo cura di costruire un campione rappresentativo da un punto di vista geografico e demografico ed intervistare tutti.

In alcuni casi è utile incontrare di persona alcuni test users: l’esperienza “nel mondo reale”, quella che Steve Blank definisce con l’espressione “get out of the building”, è di cruciale importanza per una startup impegnata a creare una soluzione innovativa. Una volta effettuati i test è poi necessario effettuare un’accurata business analysis per assicurarsi che il problema sia abbastanza diffuso ed importante per i potenziali clienti, tanto da valere un investimento di tempo, denaro, risorse per risolverlo.

Ancora, bisogna occuparsi di definire le dimensioni del mercato: quante persone hanno quel problema da risolvere o obiettivo da raggiungere? E quanti sarebbero disponibili ad adottare il vostro prodotto o servizio come soluzione? Il mercato è grande abbastanza da sostenere il vostro sforzo? Una startup deve riuscire ad individuare un target ben definito di persone da raggiungere con il primo tentativo di release, per poi occuparsi in seguito di aumentare la dimensione del target di riferimento in fase di crescita.

3) Metriche chiare

Come si fa a capire se si è sulla strada giusta? Come è possibile misurare, confrontare, valutare i risultati? Per rispondere a queste domande, Orcutt fa riferimento alle metriche. Scrivere le metriche fin dall’inizio, già in fase di ricerca e poi di analisi, rappresenta il metodo migliore per una startup che ha bisogno di definire il problema e di identificare le migliori soluzioni oggi e in futuro.

Le metriche vanno quindi impostate fin da subito in maniera tale da assicurare alla startup che si stanno affrontando i problemi nel modo migliore per avere successo con il proprio business. Le metriche vanno utilizzate fin dall’inizio e per tutta la durata del processo, dalla ricerca alla produzione. Per le startup tecnologiche, inoltre, è facile costruire degli indicatori e degli strumenti di misurazione a basso costo o gratis, attraverso delle applicazioni ad hoc: una ragione in più per inserirle fin dall’inizio della vita di una startup.

4) Prototipazione rapida

Il consiglio è quello di procedere prima possibile a lanciare un prototipo sul mercato: per pivot, modifiche e aggiustamenti c’è sempre tempo. Utilizzare prima possibile i prototipi in fase di test consente alla startup di ottenere ottimi risultati in tempi rapidi.

I prototipi possono essere di vario tipo, più o meno realistici: semplici schizzi, immagini, mockup, simulazioni interattive. Il consiglio dell’autore è quello di investire un po’ di tempo per selezionare gli strumenti di prototipazione più adatti al proprio prodotto/servizio e alle proprie esigenze.

5) “Iteration is a way of life”

Per le grandi società già consolidate sul mercato, ciò che conta è seguire un piano di business ben collaudato raggiungendo i migliori risultati possibili a livello di execution. Per una startup, al contrario, il focus è sulla ricerca del miglior modello di business su cui basare la produzione e, in seguito, impegnarsi per scalare.
In una situazione di questo genere, quindi, la strada da seguire è quella basata su ciò che Orcutt definisce un “ciclo virtuoso” di iterazione rapida e miglioramento del prodotto. Il team deve muoversi continuamento in un processo fatto di testing, controllo delle metriche, ridefinizione e poi di nuovo testing.

Collegandosi a ciò che scrive Eric Reis in The Lean Startup, la strada giusta è quella di iniziare con un prototipo semplice per iniziare ad affrontare i dubbi sul se e come il prodotto deve essere costruito, se sarà sostenibile e quali sono i cambiamenti necessari da apportare per raggiungere tale sostenibilità.
Insomma, bisogna costruire prototipi sempre più dettagliati fino a giungere a un minimum viable product da lanciare.

In conclusione, Orcutt si dice convinto che sicuramente per una startup conta molto anche una buona dose di fortuna: ma le probabilità di successo possono sicuramente crescere grazie al lavoro del team e all’attenzione per i cinque elementi di successo presi in considerazione.

Il post originale è disponibile qui: http://www.wework.com/magazine/knowledge/5-signs-startup-right/

Napoli, 10/06/2014

Eventi per PMI e startup: il 13/06 a Napoli, seminario sulle opportunità di Horizon2020 nei settori Smart, Green and Integrated Transport & Space

Venerdì 13 giugno, a partire dalle ore 9:30, la sede della C.C.I.A.A. di Napoli (Via S.Aspreno n. 2 – Sala Parlamentino) ospiterà un seminario organizzato da Cesvitec, APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) e Technapoli dedicato al tema “HORIZON 2020: Smart, Green and Integrated Transport & Space”.

Nella programmazione per il periodo 2014/2020, la Commissione Europea ha infatti destinato 6,5 miliardi di euro al Challenge “Smart, Green and Integrated Transport”: per il biennio 2014/2015 i fondi a disposizione ammontano a 1,5 miliardi di euro di cui il 20% è destinato direttamente alle PMI.

All’interno di Horizon 2020 sono infatti aperte alcune call dedicate al finanziamento di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione nel settore trasporti, mobilità e aeronautica, tra cui Mobility for Growth Green Vehicles.

 

Per il settore Spazio, invece, l’UE ha destinato 94 milioni di euro per il biennio 2014/2015 di cui anche qui il 20% è direttamente riservato alle PMI. Le call cui è attualmente possibile partecipare sono:

Applications in Satellite Navigation – Galileo
Protection of European Assets in and from Space
Earth Observation
Competitiveness of the European Space Sector: Technology and Science

Durante il seminario del 13 giugno, sarà offerto ai partecipanti un quadro delle opportunità di Horizon 2020 e delle modalità di partecipazione agli strumenti di finanziamento: saranno inoltre approfondite nel dettaglio le call cui le PMI possono attualmente partecipare.

Per partecipare è necessario compilare il form disponibile al seguente link:
http://www.technapoli.it/gestione_eventi/dettaglio1.php?pag=N00&id_dettaglio=14

Per informazioni e per il programma della giornata: http://www.technapoli.it/gestione_eventi/dettaglio1.php?pag=H00&id_dettaglio=14

Napoli, 09/06/2014

H-Camp Fall 2014: è aperta fino al 15/07 la call for ideas per il programma di accelerazione di H-Farm

Sono aperte le selezioni per i progetti che avranno l’opportunità di partecipare ad H-Camp Fall 2014, il programma di accelerazione dedicato alle startup da H-Farm, l’incubatore fondato nel 2005 da Riccardo Donadon a Roncade.

La call di H-Camp resterà aperta fino al 15 luglio 2014, ed è possibile partecipare compilando l’apposito form on-line disponibile al seguente link: https://www.f6s.com/h-campfall2014#/apply

Il programma di accelerazione H-Camp è alla ricerca di 10 team con un’idea imprenditoriale focalizzata sul tema delle Eccellenze nel Made in Italy: in particolare, H-Farm è specializzato nei settori Fashion, Design, Food & Wine, Tourism, Home Automation & Wellness.
La call 2014 è però aperta anche a progetti e idee innovative di altri ambiti, purché siano basati sullo sfruttamento dei vantaggi delle tecnologie digitali.

Il programma H-Camp Fall 2014 inizierà nel mese di settembre e avrà una durata di 3 mesi, durante i quali i 10 team avranno diritto a:

– Attività di mentoring e networking,
Vitto e alloggio,
Spazi di lavoro,
Eventi ad hoc,
Servizi tecnici e professionali.

Inoltre, è possibile ottenere un primo investimento fino a 15.000 euro cash.

Per maggiori informazioni e dettagli: http://www.h-farmventures.com/2014/06/03/h-camp-fall-2014/

Napoli, 05/06/2014

Open Makers Day 2014: il 16 giugno a Napoli l’evento gratuito sui temi dell’artigianato 2.0, del making e del design

Lunedì 16 giugno, dalle 9:30 alle 18:00, la sede dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope del Centro Direzionale (Isola C4) ospiterà Open Makers Day, tra i maggiori eventi del Sud Italia dedicato ai temi dell’artigianato 2.0, del making, del design, dell’elettronica e dell’informatica.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione Open Makers Italy, specializzata nella realizzazione di progetti innovativi in ambito tecnologico per lo sviluppo di modelli di business alternativi e sostenibili. Open Makers Italy si propone l’obiettivo di facilitare lo scambio e il confronto all’interno della community di riferimento, composta non soltanto da makers, esperti di design e comunicazione, ingegneri ma anche semplicemente da persone dotate di curiosità e creatività per il mondo del making.

L’evento Open Makers Day 2014 è totalmente gratuito, previa registrazione obbligatoria al link disponibile qui: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-open-makers-day-2014-11669378425?ref=ebtn
Per l’ingresso all’evento sarà necessario esibire il proprio biglietto gratuito, stampato o dal proprio smartphone/tablet.

Open Makers Day è inoltre un evento all’insegna della collaborazione: fino al 06/06/2014 è possibile candidarsi per proporre un talk su un argomento o progetto interessante per la community di riferimento, compilando il form disponibile al seguente link: http://www.openmakersitaly.org/call-for-makers-2014/

Il talk potrà avere una durata di 15 minuti + 10 Q&A oppure di 40 minuti + 15 Q&A. Inoltre, il form di iscrizione alla call for makers 2014 dell’Open Makers Day prevede una serie di possibili argomenti per gli interventi: Educazione & formazione, Stampa 3D, Arduino & embedded platforms, Internet of things, Digital fabrication, Wearable devices, Salute & benessere, Robotica, Automazione, User interface, Fablab, Hackerspace e Makerspace.

Per maggiori informazioni: http://www.openmakersitaly.org/open-makers-day-2014/

Napoli, 04/06/2014

Un bando da 100.000 euro per contributi a startup e nuove imprese dalla Camera di Commercio di Avellino

La Camera di Commercio di Avellino ha emesso un Bando per la concessione di contributi destinato a nuove imprese e startup con sede legale e operativa nella provincia di Avellino: l’iniziativa mette a disposizione un budget totale di 100.000 euro, per contributi destinati a progetti di crescita e sviluppo aziendale o investimenti finalizzati a consolidare imprese già esistenti.

Possono beneficiare delle agevolazioni in questione:

piccole e medie imprese con sede legale e operativa nella provincia di Avellino, in attività da massimo due anni e regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese alla data di presentazione della domanda;

aspiranti imprenditori disoccupati o inoccupati, maggiorenni e residenti nella provincia di Avellino, intenzionati ad avviare un’impresa con sede legale e operativa nella provincia di Avellino.

In particolare, per quanto riguarda gli aspiranti imprenditori, i requisiti devono essere posseduti da tutti i componenti della futura società. Inoltre, l’impresa dovrà essere costituita ed iscritta del Registro delle Imprese prima dell’erogazione del contributo in oggetto. Non sono specificati particolari settori economici di appartenenza per partecipare al Bando.

Il Bando prevede la concessione di contributi a copertura del 50% delle spese ammissibili fino ad un massimo di 5.000 euro. Non saranno prese in considerazione istanze per spese complessive inferiori ai 3.000 euro.

Tra le spese ammissibili, il Bando della Camera di Commercio di Avellino prevede:

1) Per le imprese esistenti:

– le spese per l’acquisto di beni materiali e immateriali ad utilità pluriennale (investimenti), direttamente collegati al ciclo produttivo aziendale (es. impianti, macchinari, attrezzature, arredi);
– acquisto di brevetti, realizzazione e spese di deposito di brevetti, spese di R&S per lo sviluppo del brevetto, spese per ricerche di anteriorità, realizzazione e spese di deposito del marchio aziendale, acquisto licenza d’uso del marchio aziendale, spese di trascrizione dei titoli di proprietà industriale;
– acquisto di software gestionale, professionale e altre applicazioni aziendali inerenti l’attività di impresa; sistemi informativi integrati per l’automazione, impianti automatizzati robotizzati, acquisto di software e banche dati per le esigenze produttive e gestionali dell’impresa.

2) Per gli aspiranti imprenditori, inoltre, sono ammissibili:

– spese di costituzione, studi di fattibilità, servizi di consulenza e assistenza per la progettazione esecutiva nei limiti del 20% del programma di investimento.

E’ possibile presentare domanda di agevolazione esclusivamente on-line, attraverso la piattaforma Telemaco (https://telemaco.infocamere.it/), fino al 15 ottobre 2014.
Alla domanda andranno allegati una serie di documenti in formato PDF, elencati all’art. 9 del Bando.
Inoltre, è indispensabile che l’impresa o l’aspirante imprenditore abbiano una casella di posta certificata (PEC) aziendale, da cui sia evidenziabile il nome dell’impresa.

Per maggiori dettagli, si rimanda alla lettura del testo integrale del Bando: http://www.av.camcom.gov.it/files/Bandi/bando-nuove-imprese-start-up-2014.pdf

La pagina dedicata al Bando dal sito internet della Camera di Commercio di Avellino è inoltre disponibile al seguente link: http://www.av.camcom.gov.it/index.phtml?Id_VMenu=1203

Napoli, 03/06/2014

Strategia, vantaggio competitivo e collaborazione: come è cambiata la situazione del mercato per imprese e startup

Nel suo ultimo post pubblicato dal blog della Harvard Business Review, Greg Satell (esperto di strategia e innovazione nel digitale) ha affrontato il tema della strategia e del vantaggio competitivo, mettendo in luce le evoluzioni che hanno profondamente trasformato il mercato globale. Si tratta di argomenti di interesse fondamentale per le imprese e in particolare per le startup, che sono alle prese con le prime fasi di pianificazione delle proprie attività.

Secondo Satell, non ha più senso guardare alla strategia come “una lunga partita a scacchi”, nella quale i giocatori conoscono la posizione e le capacità di ogni singolo pezzo e sono in grado di pianificare le mosse con largo anticipo: le aziende, oggi, non hanno più confini settoriali ben definiti, le minacce competitive e le opportunità di trasformazione si sono moltiplicate e possono provenire da qualsiasi parte.

La strategia, quindi, non è più una sequenza ordinata di “mosse” prestabilite, ma va pensata in termini di processo di apprendimento e di ampliamento delle connessioni.
Per spiegare meglio le sue convinzioni, l’autore parte dal pensiero di Ronald Coase, che ha vinto il Premio Nobel per l’economia del 1991 “per la scoperta e la spiegazione dell’importanza che i costi di transazione e i diritti di proprietà hanno nella struttura istituzionale e del funzionamento dell’economia”.

In un articolo pioneristico del 1937, Coase ha parlato per la prima volta di come le imprese possono guadagnare in termini di competitività riducendo i costi di transazione, in particolare quelli relativi al trasferimento di informazioni. A suo parere, le imprese possono continuare a crescere fino al punto in cui i costi organizzativi andavano ad annullarsi con i benefici derivanti dalle transazioni.

Nel 1980, Michael Porter ha ripreso quest’idea costruendo su essa il suo concetto di catena del valore, offrendo ai manager uno strumento per la costruzione del vantaggio competitivo. Attraverso una crescita basata sul concetto di scalabilità, le imprese potevano creare efficienza lungo la catena del valore attraverso l’eccellenza operativa o il potere contrattuale con clienti e fornitori. Inoltre, la scalabilità consente di ridurre i costi, in particolare quelli di transazione.

Le teorie di Coase e Porter sono però riferite ad un mercato relativamente stabile, in cui i costi di transazione sono paragonabili a delle erbacce che i manager possono semplicemente sradicare. In una situazione del genere, una volta pianificate le attività necessarie a fronteggiare la concorrenza, la strategia diventa semplicemente una conseguenza in cui fronteggiare i punti di debolezza facendo leva sui punti di forza: il vantaggio competitivo nasce infatti dalla somma di tutte le efficienze, costruite su un percorso basato sulla scalabilità.

Ma, come fa notare Satell, il mercato attuale non è stabile: si tratta di un sistema in continua ed accelerata evoluzione, in cui non è più possibile pianificare una strategia seguendo queste premesse teoriche. I cambiamenti possono essere così repentini da rendere possibile soltanto un’attività di preparazione, che deve rendere l’azienda flessibile e pronta a cambiare rotta di fronte ad eventuali nuovi assetti del mercato: si tratta quindi di passare dal concetto di “imparare a pianificare” a quello di “pianificare di imparare” (concetto espresso da Rita Gunther McGrath della Columbia University).

Ciò vuol dire che l’impresa deve pianificare la propria strategia come una vera e propria strategia di apprendimento, che deve rendere il team capace di osservare il mercato e le sue evoluzioni, capire cosa succede e imparare immediatamente a fronteggiare le situazioni che si propongono.

Per esemplificare questo concetto, Satell ricorre ad una best practice del settore: Amazon. Quando Jeff Bezos ha iniziato la sua attività con Amazon, lo scopo era quello di vendere libri in un mercato in cui dovevano fronteggiare concorrenti tradizionali come Barnes & Noble. Ma oggi, Amazon è molto più di un semplice rivenditore di libri: offre servizi di cloud computing alle imprese, sviluppa hardware, produce programmi TV. I suoi concorrenti diretti oggi sono aziende appartenenti a settori differenti, come Microsoft, Walmart e Netflix.

Satell fa notare come Amazon non sia un conglomerato di divisioni aziendali appartenenti a settori differenti: è una piattaforma, con una architettura cloud che gestisce l’attività di e-commerce e che è la stessa offerta come servizio alle imprese e come distributore di intrattenimento per i consumatori. Nel momento in cui Amazon espande la propria attività in altri settori, approfondisce ed amplifica le skills all’interno del team. Ecco perché, secondo Satell, per un’azienda come Amazon non ha senso parlare di posizionamento nel settore: guardando il panorama competitivo di Amazon occorre esaminare il suo ecosistema di riferimento.

Tornando all’articolo che Coase scrisse nel 1937, è chiaro che oggi i costi di transazione non rappresentano più il fardello più pesante per un’impresa: le risorse più importanti per le aziende di oggi non sono legate ad un luogo fisico, non diminuiscono sostanzialmente con l’utilizzo, e sono facilmente distribuibili. Il mondo economico è cambiato, e altrettanto è cambiata la strategia.

Molti hanno cercato di capire cosa significa tale cambiamento per le aziende di oggi: Rita Gunther McGrath, ad esempio, sostiene (nel suo libro “The End of Competitive Advantage”) che non è più possibile ottenere un vantaggio competitivo sostenibile e che oggi bisogna accontentarsi di un vantaggio competitivo transitorio. A suo parere, piuttosto che concentrarsi su una serie di funzionalità ben definite, le imprese dovrebbero guardarsi costantemente intorno alla ricerca di occasioni per aumentare il proprio successo.

Satell però sostiene che le idee espresse in “The End of Competitive Advantage” siano condivisibili solo in parte: a suo parere, esistono esempi di aziende come la stessa Amazon o Apple che hanno dimostrato di essere in grado non solo di mantenere il vantaggio competitivo nel tempo, ma di approfondirlo e aumentarlo migliorando il proprio core business.

Ciò che è cambiato secondo Satell, infatti, è che il vantaggio competitivo non è più semplicemente la somma di tutte le efficienze: il vantaggio competitivo, nel mercato attuale, è rappresentato dalla somma di tutte le connessioni. La strategia, quindi, deve focalizzarsi sull’approfondire ed ampliare i network di informazione, il talento, le competenze, le relazioni con i partner strategici e con i consumatori. Lo stesso brand non è più un’attività da sfruttare: ciò che conta oggi per aziende, imprese e startup è la capacità di costruire piattaforme di collaborazione.

L’articolo originale da cui è tratto questo post è disponibile a questo link: http://blogs.hbr.org/2014/05/strategy-is-no-longer-a-game-of-chess/

Napoli, 03/06/2014

Eventi per startup, imprese e innovazione – “Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese”: la tappa dell’Innovation Day a Napoli il 30 maggio

Venerdì 30 maggio 2014 è in programma una nuova tappa dell’Innovation Day Tour dedicata al tema delle Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese: l’appuntamento è per le 9:30 presso il Renaissance Naples Hotel Mediterraneo (Via Ponte di Tappia 25, Napoli).

L’incontro nasce con l’obiettivo di analizzare le opportunità di cui l’Italia può beneficiare, attuando le linee guida del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali, promuovendo lo sviluppo delle competenze digitali per i cittadini, i professionisti, le aziende e la Pubblica Amministrazione, seguita da una tavola rotonda cui prenderanno parte esponenti del mondo professionale, associativo, aziendale. Anche il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est partecipa all’evento con un intervento di Giampiero Bruno (A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est).

Il primo volume del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali sarà presentato domani, 28 maggio, al Forum PA di Roma. Il Programma nasce come il risultato dei punti programmatici dell’Agenda Digitale e consiste in un Tavolo di Coordinamento permanente cui partecipano attori tra cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero dei Beni e le attività culturali e turismo, il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Economia e Finanze, il Ministero del Lavoro e Politiche sociali, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Salute, la Camera dei deputati, alcuni rappresentanti del mondo accademico e universitario, realtà quali INAIL, INPS, CNR, ENEA, ISTAT, ISFOL, ANCI, Scuola nazionale per l’Amministrazione, Formez-PA, ABI, Confcommercio, Confartigianato, Unioncamere, Confindustria Digitale, Federmanager, i principali sindacati, etc.

Con la tappa dell’Innovation Day Tour dedicata al tema delle Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese Napoli si propone come una delle prime città in Italia a dare spazio al nuovo Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali.

Nel dettaglio il Programma della giornata prevede un primo momento (dalle ore 10:00 alle ore 11:00) dedicato alla presentazione degli obiettivi e delle linee guida del Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali attraverso le relazioni di:

Rosamaria Barrese, responsabile AgID Agenzia per l’Italia Digitale per il Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali
Pasquale Popolizio, vicepresidente IWA Italy e coordinatore Gruppo Web Skills Profiles
Mario Raffa, Università degli Studi di Napoli Federico II

La seconda parte della giornata, dalle ore 11:00 alle ore 13:00, sarà incentrata invece sulla Tavola Rotonda moderata da Tommaso Ederoclite, giornalista e blogger, che prevede i seguenti partecipanti:

Giampiero Bruno, A.T. Centro Servizi Incubatore Napoli Est
Gaetano Cafiero, presidente sezione ICT Unione Industriali di Napoli
Daniele Chieffi, Online Media Relations manager ENI
Giuseppe Contino, dirigente servizio del Portale Web e social media del Comune di Napoli
Umberto Costantini, Università Suor Orsola Benincasa
Raffaele Crispino, vicepresidente AISM
Alessandra Estate, Intesa San Paolo Formazione
Giancarlo Panico, Ferpi
Nino Ragosta, Fondatore Fantagazzetta e amministratore Quadronica
Rappresentanti del Comune di Napoli, della Regione Campania e dell’Università.

Per partecipare a Competenze digitali quali leve per lo sviluppo del Paese bisogna effettuare la registrazione al seguente link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-competenze-digitali-per-lo-sviluppo-dellitalia-11733291591?ref=ebtn

Maggiori informazioni sull’evento sono disponibili al seguente link: http://www.innovationday.info/2014/05/23/competenze-digitali-sviluppo-italia/

Per saperne di più sul Programma Nazionale per la Cultura, la Formazione e le Competenze Digitali: http://www.agid.gov.it/competenze-digitali/programma-nazionale-competenze-digitali

Napoli, 27/05/2014

Idea Camp 2014, l’iniziativa per idee innovative con focus sulla cultura: per i migliori 25 progetti grant da 10.000 euro per attività di R&S.

Resterà aperta fino al prossimo 15 luglio la call per Idea Camp 2014, iniziativa di European Cultural Foundation dedicata a idee creative ed innovative per la collaborazione intersettoriale a livello europeo: i progetti dovranno essere finalizzati a ri-definire e plasmare lo spazio pubblico.

Idea Camp è un’iniziativa aperta a candidature da parte di singoli, team e organizzazioni europee in diversi settori: arte e cultura, educazione, ambiente, commercio e industria, sanità e assistenza sociale, diritti umani, etc. Le idee dovranno riguardare in ogni caso progetti basati sulla cultura e la sua diffusione e dovranno avere una risonanza a livello europeo. Inoltre, le idee dovranno avere un alto potenziale di implementazione e un impatto significativo e misurabile sulle persone coinvolte.

Tra tutte le domande di partecipazione, saranno selezionate le migliori 50 che parteciperanno a Idea Camp 2014: l’evento si terrà a Marsiglia dal 23 al 25 ottobre e i partecipanti avranno diritto alla copertura di spese di viaggio e alloggio per un elemento di ciascun team.

Idea Camp è presentato dagli organizzatori come uno spazio per la “cross-pollination” delle idee, nel quale sarà possibile migliorare i progetti e far nascere partnership tra i partecipanti. Saranno organizzati una serie di workshop su argomenti-chiave e sulle metodologie e strumenti utili ai partecipanti per:

– migliorare e sviluppare le proprie idee,
– scambiare conoscenze e iniziare nuove collaborazioni,
– trarre ispirazione dall’incontro e dal confronto con altri professionisti del settore cultura,
– esplorare e accettare nuove possibilità per i propri progetti.

Dopo Camp Idea, i proponenti delle 50 idee avranno tempo fino al 17 novembre per presentare il progetto rivisto e migliorato: tra questi, saranno selezionate le migliori 25 idee che avranno diritto ad un grant di massimo 10.000 euro da destinare alle spese di R&S (ad esempio, per la redazione del business plan, per le attività di prototipazione, per ricerche, etc.).

E’ possibile partecipare alla call per Idea Camp 2014 compilando entro il 15/07/2014 il form disponibile al seguente link:

http://www.culturalfoundation.eu/idea-camp-call/

Per maggiori informazioni e per scaricare le linee guida:

http://www.culturalfoundation.eu/idea-camp/

Napoli, 26/05/2014

1 34 35 36 37 38 42