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Tag: regime di agevolazione

La Guida del MISE all’uso dei piani azionari e del work for equity per startup innovative e incubatori certificati

Lo scorso 24 marzo 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato la Guida all’uso dei piani azionari e del work for equity – Strumenti di incentivazione e remunerazione di personale e consulenti di startup innovative e incubatori certificati: all’interno della Guida, sono specificati nel dettaglio le caratteristiche e le modalità delle agevolazioni fiscali e contributive previste dalla normativa nazionale.

Le startup innovative e gli incubatori certificati (ai sensi del D.L. 179 del 18 ottobre 2012) hanno infatti diritto a beneficiare delle opportunità previste in materia di remunerazione e incentivazione dei dipendenti e dei prestatori di servizi esterni, sia in caso di remunerazione sotto forma di azioni e strumenti finanziari (piani di incentivazione per il personale) che in caso di work for equity.

PIANI DI INCENTIVAZIONE PER IL PERSONALE

La Guida analizza innanzitutto le agevolazioni previste in caso di piani di incentivazione per il personale, e quindi per le remunerazioni corrisposte sotto forma di strumenti finanziari.
L’agevolazione, di tipo fiscale e contributivo, prevede la non imponibilità dei redditi di lavoro e dei diritti di opzione per l’acquisto di azioni e strumenti finanziari, attribuiti da una startup innovativa o da un incubatore certificato ai propri amministratori, dipendenti e collaboratori continativi.

In particolare, la Guida analizza (a titolo puramente esemplificativo) le seguenti tipologie di compensi agevolati:

1) Azioni e Quote

La Guida ricorda che le startup innovative possono assegnare al proprio personale, oltre ad azioni o quote ordinarie, anche azioni o quote di categoria particolare. In questo caso, le azioni o quote possono prevedere diritti economici e/o amministrativi diversi da quelli comunemente attribuiti a tutti i soci.

Tuttavia, il MISE specifica che tali diritti particolari non possono consistere in una percentuale maggiorata di dividendi per la durata del divieto di distribuzione degli utili previsto dalla normativa.

L’assegnazione di azioni o quote può avvenire secondo differenti modalità: aumento di capitale a titolo gratuito, aumento di capitale a titolo oneroso (offerti in sottoscrizione).

2) Stock Option

Tale strumento finanziario attribuisce il diritto a sottoscrivere, ad un prezzo determinato, azioni o quote che saranno emesse in futuro dalla società. Per tale strumento finanziario è prevista una data di maturazione (vesting date) a parire dalla quale è possibile esercitare la stock option.

Di solito, la vesting date coincide con il raggiungimento di obiettivi di performance prestabiliti e/o con la continuazione del rapporto di lavoro per un dato periodo di tempo.

3) Restricted Stock e Restricted Stock Unit

Le Restricted Stock sono azioni o quote soggette a limitazione per il trasferimento o il diritto di percepire dividendi. Tali limitazioni decadono dopo un periodo di tempo stabilito dalla società che le emette.

Le Restricted Stock Unit attribuiscono invece il diritto al beneficiario di ottenere, trascorso un periodo di tempo prestabilito, la titolarità effettiva di quote o azioni.

4) Strumenti finanziari partecipativi.

Sono strumenti emessi dalle società con caratteristiche, termini e condizioni specifiche. La possibilità di emettere strumenti finanziari partecipativi deve essere prevista dallo statuto e la società deve predisporre un apposito regolamento sull’argomento.

Gli strumenti finanziari partecipativi non attribuiscono qualità di socio, non consentono la partecipazione al capitale sociale, ma possono conferire diritti patrimoniali ed amministrativi.
Anche in questo caso, le caratteristiche, i termini e le condizioni devono rispettare la tempistica prevista dalla normativa riguardo al divieto di distribuzione degli utili per le startup innovative.

WORK FOR EQUITY

Si tratta di un’agevolazione fiscale prevista per i compensi a collaboratori e consulenti di startup innovative e incubatori certificati che consiste nella possibilità di remunerare tali soggetti con l’assegnazione di azioni, quote e strumenti finanziari partecipativi emessi a fronte della prestazione di opere o servizi.

Attraverso il work for equity, l’assegnazione di azioni, quote o strumenti finanziari partecipativi è esente da imposte e non concorre alla formazione del reddito imponibile.

In caso di work for equity non sono previste limitazioni alla successiva cessione dei titoli, per cui il regime di agevolazione previsto per le startup innovative non decade anche in caso di cessione di tali strumenti.

Le startup che decidono di avvalersi di politiche di work for equity possono infine stabilire uno specifico accordo che regoli tutti i dettagli relativi al tipo di opera e servizio da rendere, la valorizzazione degli apporti, gli obiettivi da raggiungere e le conseguenze in caso di mancata fornitura dell’opera o servizio.

Per maggiori informazioni e dettagli si rimanda alla lettura del testo integrale della Guida, disponibile al seguente link: http://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/Guida_piani_azionari_e_work_for_equity.pdf

Napoli, 02/04/2015

 

 

Il regime Patent Box: agevolazioni fiscali per imprese che lavorano con beni immateriali

La Legge di Stabilità 2015 (n. 190/2014, commi da 37 a 45) prevede il cosiddetto regime “Patent Box”, destinato alle imprese che gestiscono beni immateriali (intangibles): si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata di cui le imprese potranno usufruire a partire dal 2015.

La normativa in questione nasce per arginare eventuali fenomeni di delocalizzazione dei beni immateriali, cercando al contempo di incentivare il rientro in Italia di tali beni (in particolare marchi e brevetti) che gruppi italiani localizzano oggi all’estero. Anche altri paesi Europei prevedono infatti un regime agevolatorio simile, condizione che ha accentuato negli anni un fenomeno per cui le imprese italiane delocalizzavano all’estero le attività basate su beni intangibili allo scopo di usufruire del regime di tassazione esistente in altri Paesi.
La nuova normativa italiana cerca di arginare tale fenomeno, differenziandosi dai regimi Patent Box di altri stati europei per la caratteristica di estendersi, come vedremo, a tutte le tipologie di intangibles.

Come affermato ai commi 37 e 38, l’agevolazione Patent Box è riservata ai titolari di reddito di impresa: sono coinvolte tutte le tipologie di forma giuridica, imprese di ogni dimensione e con qualsiasi tipologia di regime contabile (società di persone e di capitali, imprese individuali, organizzazioni italiane non residenti in territorio nazionale ma comunque residenti in Paesi “white list” – i Paesi “white list” sono quelli in cui esiste un accordo per evitare la doppia imposizione e con cui sia possibile scambiare le informazioni necessarie).

Riguardo alle tipologie di beni immateriali per i quali è possibile richiedere l’applicazione del regime Patent Box, il comma 39 stabilisce che è possibile detassare i redditi derivanti dall’utilizzo “delle opere dell’ingegno, di brevetti industriali, di marchi d’impresa funzionalmente equivalenti ai brevetti, nonchè di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili“.

In particolare, per “marchi d’impresa funzionalmente equivalenti a brevetti” il legislatore provvede a chiarire che tali marchi sono quelli per il cui mantenimento, accrescimento o sviluppo è necessario il sostenimento di spese per attività di ricerca e sviluppo.
Non è obbligatoria la registrazione del bene immateriale, ma deve trattarsi di beni per cui la legislazione prevede “potenzialmente” la protezione; sono inoltre esclusi in ogni caso dall’agevolazione i marchi esclusivamente commerciali.

Come accennato in apertura, il regime di agevolazione Patent Box è esercitabile a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, quindi in generale a partire dal 2015.
Per usufruire delle agevolazioni fiscali è necessario esercitare l’opzione, che è irrevocabile e valida per 5 anni.
Il regime Patent Box rileva ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, anche ai fini IRAP.

L’agevolazione del regime Patent Box consiste nell’esclusione da imposizione dei redditi per utilizzo diretto, per cessione o per concessione in uso dei beni intangibili:

 in caso di utilizzo diretto: sarà esclusa da imposizione la quota parte del reddito derivante dall’utilizzo dei beni immateriali, determinata in base ad una procedura di ruling internazionale. Le percentuali di detassazione previste sono: 30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017;

 in caso di concessione in uso: l’esclusione da imposizione sarà applicata ai relativi redditi secondo le percentuali di detassazione del30% per il 2015, 40% per il 2016, 50% per il 2017.

 in caso di cessione: il regime di tassazione agevolata si applica anche al reddito delle plusvalenze derivate dalla cessione dei beni immateriali. In questo caso, la detassazione è integrale a condizione che entro la fine del secondo periodo di imposta successivo alla cessione almeno il 90% del corrispettivo sia reinvestito per attività di manutenzione e sviluppo di altri beni intangibili agevolabili.

Infine, i commi 41 e 42 trattano l’argomento delle condizioni per usufruire delle agevolazioni del regime Patent Box: è necessario che i soggetti richiedenti svolgano attività di ricerca e sviluppo, anche attraverso contratti di ricerca stipulati con Università ed Enti di ricerca. Tali contratti di ricerca devono essere finalizzati alla produzione dei beni intangibili oggetto del regime in questione.
Il calcolo della quota di reddito e del valore della produzione oggetto di agevolazione è definita dal rapporto tra costi di attività di ricerca e sviluppo sostenuti per mantenimento, accrescimento e sviluppo del bene e costi complessivi sostenuti per produrre il bene.

Per maggiori informazioni e approfondimenti, il testo integrale della Legge di Stabilità 2015 è pubblicato in G.U. n. 300 del 29/12/2014 ed è rintracciabile al seguente link: http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/12/29/14G00203/sg

FONTE: Fiscal Focus

Napoli, 20/01/2015

Bando “Innovazione delle imprese del Mezzogiorno – Macchinari”: il MISE pubblica il decreto attuativo

Come anticipato qualche settimana fa in questo post del nostro blog, il MISE ha pubblicato un Bando destinato agli Investimenti Innovativi nelle Regioni Convergenza: il cosiddetto Bando “Macchinari” ha stanziato un fondo di 150 milioni di euro con Decreto Ministeriale del 29 luglio 2013.

Con Decreto Direttoriale del 20 novembre 2013 sono stati fissati i termini di presentazione delle domande e una serie di chiarimenti, riguardanti le modalità di istruttoria delle domande e i successivi adempimenti a carico delle imprese: le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 10:00 del 27 febbraio 2014, attraverso una procedura online accessibile da apposita sezione dedicata del sito internet del Ministero.

In questo post riepiloghiamo i contenuti del Bando, che presta particolare attenzione alle PMI e all’innovazione: è infatti espressamente previsto che il 60% del Fondo sia destinato a programmi di micro, piccole e medie imprese e che, all’interno di tale riserva, un ulteriore 25% sia destinato a micro e piccole imprese.

A chi si rivolge?

DESTINATARI: imprese regolarmente costituite da almeno 2 anni alla data di presentazione della domanda, con abbiano sede legale ed operativa nei territori delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) che si trovino in regime contabile ordinario e, in caso di imprese di servizi, siano costituite sotto forma di società.

SETTORI: attività manifatturiere; produzione e distribuzione di energia elettrica e di calore; attività di servizi (specificate in allegato al Decreto Ministeriale 29/07/2013).

Cosa finanzia?

PROGRAMMI DI INVESTIMENTO: acquisto di immobilizzazioni materiali e immateriali avanzate da un punto di vista tecnologico, che possano apportare miglioramenti in termini di efficienza/flessibilità del business e siano considerabili come innovativi (cfr. art.5 Decreto Ministeriale 29/07/2013).

ENTITA’ DELLE SPESE AMMISSIBILI: tra i 200.000 e i 3.000.000 di euro

DURATA DEGLI INVESTIMENTI: non superiore a 12 mesi

In cosa consiste l’agevolazione?

TIPOLOGIA DI AGEVOLAZIONE: sovvenzione rimborsabile pari al 70% della sovvenzione per piccole imprese, all’80% per medie imprese, al 90% per grandi imprese.

MODALITA’ DI RIMBORSO: piano di ammortamento a rate semestrali della durata massima di 7 anni senza interessi.

GARANZIA: i soggetti beneficiari devono garantire un contributo finanziario a copertura dell’investimento pari al 25% delle spese ammissibili.

Come partecipare?

MODALITA’ DI PRESENTAZIONE: come accennato sopra, il Decreto Direttoriale 20/11/2013 stabilisce l’apertura di una procedura online per la presentazione delle domande a partire dalle ore 10:00 del 27 febbraio 2013.  La documentazione da inviare è scaricabile da questo link. Le domande potranno essere inviate fino alla chiusura dello sportello online, che verrà stabilita con apposito provvedimento del Direttore generale per l’incentivazione delle attività imprenditoriali.

ISTRUTTORIA DELLE DOMANDE: si basa sull’ordine cronologico di presentazione delle domande e si articola in tre fasi:

a) verifica della completezza della documentazione presentata e dei requisiti di ammissibilità;
b) valutazione della solidità economico – patrimoniale dell’impresa proponente;
c) valutazione della domanda sulla base dei criteri previsti dal Decreto Ministeriale 29/07/2013 e specificati dal Decreto Direttoriale 20/11/2013.

Come si valuta la solidità economico – patrimoniale?

Si tratta di valutare la capacità dell’impresa di rimborsare la quota di sovvenzione prevista. La formula applicata dal Ministero è CFlow ≥ 0,8 x (CFa / N) dove:

CFlow  consiste nella somma dei valori relativi al Risultato di esercizio e degli Ammortamenti. Il Risultato di esercizio è il valore della voce “Risultato prima delle imposte” nello schema di Conto Economico, mentre gli Ammortamenti sono calcolati come la somma delle voci “Ammortamento delle Immobilizzazioni Immateriali”“Ammortamento delle Immobilizzazioni materiali”. 

CFa rappresenta l’importo della sovvenzione da restituire, mentre N è il numero di anni previsti dal piano di ammortamento (si ricorda che non potrà superare i 7 anni).

I dati da inserire nella formula sono quelli riguardanti l’ultimo esercizio contabile chiuso alla data di presentazione della domanda, e l’impresa sarà valutata positivamente qualora sussista tale relazione.
Quali sono i criteri di valutazione previsti dal MISE?
La valutazione delle domande di agevolazione sarà effettuata sulla base di tre criteri, per ciascuno dei quali il Bando prevede uno o più indicatori.
1. CARATTERISTICHE DELL’IMPRESA PROPONENTE

INDICATORE

MODALITA’ DI CALCOLO

Copertura finanziaria delle Immobilizzazioni

Media (con riferimento agli ultimi due esercizi contabili) del rapporto dato dalla somma dei mezzi propri (Voce in Bilancio”Totale Patrimonio Netto” nel Passivo dello SP) e dei debiti a medio-lungo termine (Voce in Bilancio “Totale Debiti” nel Passivo dello SP) sul totale delle immobilizzazioni (Voce in Bilancio “Totale Immobilizzazioni” nell’Attivo dello SP).

Indipendenza finanziaria

Media (con riferimento agli ultimi due esercizi contabili) del rapporto dato dai mezzi propri (Voce in Bilancio”Totale Patrimonio Netto” nel Passivo dello SP) sul totale del passivo (Voce in Bilancio”Totale Passivo” dello SP).

Incidenza delle spese in Ricerca & Sviluppo

Media (con riferimento agli ultimi due esercizi contabili) del rapporto dato tra le spese in ricerca e sviluppo (Voce in Bilancio “Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità” nell’Attivo dello SP,

al netto dei costi per pubblicità, risultanti dalla nota integrativa) e il totale dei ricavi delle vendite e delle prestazioni (omonima Voce in Bilancio nel CE).

Incidenza del Personale qualificato

Rapporto tra il numero del personale qualificato e il numero totale del personale dipendente dell’impresa, dove per personale qualificato si intendono coloro in possesso di laurea in discipline tecniche e scientifiche.

2. FATTIBILITA’ TECNICA E SOSTENIBILITA’ ECONOMICO-FINANZIARIA DEL PROGRAMMA

INDICATORE

MODALITA’ DI CALCOLO

Fattibilità tecnica del programma

Rapporto tra le spese ammissibili relative ad investimenti puntualmente definiti (intese come le spese per cui siano stati forniti adeguati preventivi all’atto di presentazione della domanda di agevolazione) e il totale delle spese ammissibili

Sostenibilità del Programma – Incidenza della gestione caratteristica sull’investimento da realizzare

Rapporto tra il margine operativo lordo (MOL) e gli investimenti ammessi. Il calcolo del MOL va effettuato in termini di media tra i MOL degli ultimi due esercizi contabili chiusi, mentre il valore degli investimenti ammessi dipende da apposita analisi del MISE.

Sostenibilità del Programma – Incidenza degli oneri finanziari sul fatturato

Media (con riferimento agli ultimi due esercizi contabili) del rapporto tra oneri finanziari (Voce in Bilancio “Interessi e altri oneri finanziari” del CE) e fatturato (Voce in Bilancio “Valore della produzione” del CE)

3. QUALITA’ DELLA PROPOSTA
Tale criterio si valuta sulla base del rapporto tra gli investimenti ammessi (a seguito dell’apposita analisi effettuata dal MISE) e il totale degli investimenti proposti.
Come avviene la concessione delle agevolazioni?

 

Per le domande valutate positivamente, il Ministero procederà all’adozione di un provvedimento per la concessione delle agevolazioni che dovrà essere sottoscritto dall’impresa beneficiaria.
Si segnala infine l’obbligo, per le imprese beneficiare, di aprire un conto corrente bancario dedicato alla realizzazione del programma di investimento presso una delle Banche che saranno individuate dal MISE.

Napoli, 26/11/2013