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Tag: investment

La terza call di IMPACT Accelerator: 100K per le migliori startup d’Europa con focus su Mobile Internet

Resterà aperta fino alla deadline fissata per il prossimo 15 ottobre la terza call per Impact, aperta a startup europee con focus sull’area Mobile Internet e progetti sviluppati sulla base della tecnologia FiWare. Possono presentare la propria application startup e PMI o web entrepreneurs (persone fisiche), individualmente e in team.

Le application devono essere inviate entro le ore 13:00 (CET) del 15 ottobre 2015 compilando il form disponibile al seguente link: http://www.fundingbox.com/p/impact-accelerator/

Tra tutte le application presentate, saranno selezionate le migliori 22 proposte innovative, che avranno diritto ad un premio del valore di 100.000€ (di cui 90K funding e 10k in servizi).

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Le startup accelerate da Impact avranno diritto ad un percorso di accelerazione della durata di 6 mesi, erogato da uno degli acceleratori Impact con sede a Parma (b-ventures), Madrid e Barcellona (ISDI).

Il percorso di accelerazione prevede un percorso circolare organizzato in due moduli:

1. Training

Si apre con la fase A, consistente in 50 ore di formazione d’aula face-to-face sui seguenti aspetti di business:

From concept to prototype,
Technology,
Digital marketing & sales,
Company creation,
Funds & exiting

La fase B del modulo di training, invece, è denominata E-Learning e consiste in tre corsi sulle tecniche di e-learning con specializzazione digital, da scegliere in un portfolio composto da 10 possibili opzioni.

La fase C è quella degli Entrepreneur Talks, durante la quale imprenditori di successo condivideranno con le startup di Impact la propria esperienza, offrendo consigli e feedback sui progetti accelerati.

Il modulo di training, infine, comprende la fase D, dedicata agli Start-up Exercises: si tratta di momenti operativi nel corso dei quali le startup, sotto la guida dei mentor, convertiranno le conoscenze ed il know-how acquisito in una reale business experience.

2. Mentoring

Il percorso di mentoring delle startup di Impact prevede il raggiungimento delle milestones fissate nell’arco dei 6 mesi di accelerazione, allo scopo di portare il progetto allo step successivo di sviluppo e crescita.
I mentor offriranno follow-up e consigli sulle seguenti aree del business:

Strategy & Biz Models,
Digital Marketing,
Technology,
Legal,
Investment & Funding.

Oltre al percorso di accelerazione presso uno degli spazi Impact, le 22 startup vincitrici avranno diritto ad un finanziamento da 90.000€ erogato in tre fasi, al raggiungimento di specifiche milestones e secondo il seguente schema in tre fasi:

Fase 1: 25% al termine delle selezioni;
Fase 2: 50% al raggiungimento delle milestones concordate con i mentor (a metà del percorso di accelerazione);
Fase 3: 25% al raggiungimento delle milestones concordate con i mentor in due tranches (10% al completamento del percorso di accelerazione e 15% 6 mesi dopo il completamento del percorso).

Infine, al termine del percorso di accelerazione, le migliori startup avranno accesso ad una Extended Investment Phase con i partner del network internazionale di Impact e con la possibilità di accedere ad ulteriori finanziamenti fino a 250.000€ (a fronte della cessione del 10% in Equity).

Per maggiori informazioni: http://www.impact-accelerator.com/#

Napoli, 05/10/2015

Fàbrica de Startups è alla ricerca di startup europee nel turismo: in palio 15 percorsi di accelerazione a Lisbona

Fàbrica de Startups è l’acceleratore portoghese con sede a Lisbona che si rivolge a startup in fase early stage, offrendo programmi di accelerazione, incubazione e formazione secondo la metodologia Lean Startup.

Al momento, Fàbrica de Startups è alla ricerca di startup nel settore del Turismo con la call for ideas “Discoveries”: in palio per i vincitori, un programma intensivo di accelerazione a Lisbona della durata di quattro settimane per testare e validare il proprio Business Model con un team di mentor internazionale.

La partecipazione a Discoveries è aperta a team in possesso di un’idea innovativa di impresa nel settore del Turismo, che rientri in uno dei seguenti topic: productivity, cities, mobility, community, hospitality, entertainment, ecommerce, big data, crowd sourcing, software as a service, market places, augmented reality.

Possono presentare domanda di partecipazione team di startup che si trovino in una delle seguenti fasi:

IDEA: il team ha un’idea da sviluppare, ma non ha ancora un Business Plan;
PROTOTYPE: l’idea è già sviluppata, esiste un prototipo e il team sta provando a raggiungere i primi risultati in termini di clienti e vendite;
LAUNCH: il team è pronto a lanciare il prodotto sul mercato.

Le application devono essere inviate entro la deadline fissata al 10 luglio 2015, attraverso il form di iscrizione disponibile al seguente link: https://www.f6s.com/discoveriessummer2015/apply

Il 17 luglio 2015 saranno annunciati i vincitori di Discoveries (fino a 15 team) che avranno accesso al percorso di accelerazione previsto tra agosto e settembre 2015. Per le startup portoghesi è previsto un rimborso spese di 500€, mentre le startup provenienti da altri Stati europei avranno diritto ad un rimborso da 1.000€.

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Il percorso si svolgerà a Lisbona, presso Fàbrica de Startups, e prevede un programma di 8 Bootcamps nelle seguenti date:

17/08/2015: Welcome Session / Teams presentation / Introduction to the Business Model / Guest Speaker – Specific Training

20/08/2015: Customer Development / Defining Hypothesis / Defining Experiments / Lessons Learned

24/08/2015: Validation process / Knowing your customer / Creating Value / Guest Speaker – Specific Training

27/08/2015: Building Relationships / Defining Key Activities / Defining Key Resources / Lessons Learned

31/08/2015: Defining Key Partnerships / Generating Revenue / Guest Speaker – Specific Training

03/09/2015: Producing Value / Revenues and Costs / Lessons Learned

07/09/2015: Planning Finances / Preparing for execution / Guest Speaker – Specific Training

10/09/2015: Training for Investment Pitch / Lessons Learned

L’evento finale di Discoveries, “Investment Pitch”, è previsto il 21 settembre 2015: i team avranno la possibilità di presentare il proprio progetto ad una platea di potenziali investitori, Venture Capitalist e Business Angel.

Per maggiori informazioni: http://www.startupdiscoveries.com/

Napoli, 05/06/2015

EUREKA – HTPI: dall’UE, opportunità di formazione e networking per PMI europee sul tema del fund raising

Il Programma UE EUREKA lancia per la prima volta il progetto pilota “High Tech Investments Programme”, in collaborazione con EBAN (European Business Angels Network) e Europe Unlimited, finalizzato a supportare le piccole e medie impresa nel fund raising tra investitori privati.

L’obiettivo di EUREKA – High Tech Investments Programme (HITP) è quello di incentivare gli investimenti nelle piccole e medie imprese d’Europa, in particolare nei settori CleanTech, ICT e Life Sciences, attraverso la creazione di un network tra imprese, business angels, venture capital e potenziali investitori.

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EUREKA – High – Tech Investment Program: fund raising per PMI europee

 

EUREKA – HTIP è innanzitutto un programma di formazione che si sviluppa in una serie di sessioni di training on-line e on-site, tra cui webinars, forum ed eventi. Nelle prossime settimane, infatti, saranno organizzati i tre webinars introduttivi durante i quali gli imprenditori europei potranno apprendere le basi necessarie per le proprie strategie di fund raising.

I tre webinars di EUREKA – High Tech Investments Programme in programma sono i seguenti:

1) “Potential sources of investment”: in programma il 9 marzo 2015 dalle 10:00 alle 11:00, sarà affidato a Candace Johnson, Presidente di Johnson Paradigm Ventures e di EBAN, e a Modwenna Ress‐Mogg, Non‐Executive Director presso Albion Technology & General VCT PLC.
Lo scopo del primo webinar è di accrescere la consapevolezza delle PMI partecipanti riguardo le risorse finanziarie disponibili.

2) “Raising capital process through an effective process”: in programma il 17 marzo dalle ore 14:00 alle ore 15:00, sarà affidato a Riku Asikainen, Presidente di Fiban e investitore seriale, e a Paulo Andrez, Presidente emerito di EBAN e business angel.
Le imprese partecipanti avranno l’opportunità di imparare come preparare le proposte di business da sottoporre all’attenzione di potenziali investitori privati.

3) “Communicate with investors”: in programma il 25 marzo dalle 14:00 alle 15:00 e affidato a Selma Prodanovic, Co‐founder di Austrian Angel Investors Association, e Michael O’Connor, CEO di Cork BIC. Sarà l’occasione per capire come rivolgersi agli investitori per una raccolta fondi di successo.

N.B. per registrarsi a ciascuno dei webinars di EUREKA – High Tech Investments Programme è possibile cliccare sui link di riferimento.

Oltre alla possibilità di assistere ai webinars, EUREKA – HTIP si propone di selezionare le migliori 30 tra le piccole e medie imprese partecipanti per presenziare all’Alpine High-Tech Venture Forum, in programma il 24 e 25 giugno 2015 a Losanna.

Per tutte le informazioni e per le application, il link di riferimento è: http://www.eurekahtip.eu/events/view.aspx?events_pages_id=4103

Altri link utili:

http://www.eurekanetwork.org/press/-/journal_content/56/10137/4593212
http://www.eurekanetwork.org/c/document_library/get_file?uuid=b00eb00e-770d-42b1-bb66-b4c39f4676cc&groupId=10137

Napoli, 06/03/2015

BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo Start-up Initiative: il 22 gennaio a Napoli la tappa del Roadshow Nazionale

Il 22 gennaio 2015 sarà Napoli ad ospitare l’ultima tappa del Bioinitaly National Roadshow, l’iniziativa itinerante di presentazione del “BioInItaly Investment Forum & Intesa San Paolo Start-up Initiative” organizzata da Assobiotec e Intesa Sanpaolo.

La tappa partenopea è organizzata in collaborazione con Technapoli (http://www.technapoli.it/wps/wcm/connect/libreria_technapoli/technapoli/home/homepage/home/) e consentirà ai migliori progetti partecipanti di accedere al Boot Camp che si terrà a Milano il 19 e 20 marzo 2015, saltando in questo modo la fase iniziale di Scouting & Screening prevista dall’iniziativa.

BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative è infatti un programma dedicato a imprese, startup e progetti di ricerca italiani ed europei nei settori Biotech e delle Nanotecnologie in cui i partecipanti potranno beneficiare di attività di coaching, mentoring e networking entrando in contatto diretto con gli investitori internazionali attraverso specifici eventi organizzati in Italia e in Europa.

Le idee partecipanti dovranno essere riconducibili a una delle due categorie in concorso:

Red Biotech: life sciences, diagnostica, drug discovery & delivery, terapia e trattamenti.

Green & White Biotech: biotecnologie per l’ambiente e l’agricoltura, biotech per le applicazioni industriali, biomateriali e biocarburanti, biotech marino.

BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative prevede un percorso suddiviso in tre fasi:

1) Scouting & Screening

I partecipanti potranno presentare le proprie idee inerenti una delle due categorie sopra citate entro la deadline fissata per il 15 febbraio 2015 attraverso il modulo di partecipazione scaricabile dal sito http://assobiotec.federchimica.it/ oppure partecipando ad una delle tappe del Roadshow Nazionale (per la data del 22 gennaio a Napoli, le domande vanno inviate all’indirizzo e-mail bioinitaly2015@technapoli.it, entro il 16/01/2015).
Saranno selezionati i migliori 20 candidati che avranno accesso alla fase successiva (almeno il 50% dei progetti ammessi dovrà essere italiano).

2) Formazione, Selezione & Investor Arena Meeting

Questa fase si compone a sua volta di una serie di eventi finalizzati al miglioramento dei progetti in vista dell’incontro con i potenziali investitori. Il primo momento fondamentale per i 20 progetti selezionati sarà il Boot Camp della durata di due giorni che si terrà a Milano il 19 e 20 marzo 2015.
Nei giorni tra il 23 e il 27 marzo si svolgeranno invece degli incontri one-to-one (a Milano o via Skype) con i singoli candidati/team proponenti.
Il 31 marzo è invece dedicato al Deal Line-Up, un evento durante il quale i progetti saranno presentati ad un panel di investitori ed esperti del settore biotech che sceglieranno i 10 finalisti.
Infine, nei giorni 21 e 22 aprile 2015 a Milano si terrà l’Investor Arena Meeting, evento internazionale di presentazione dei progetti finalisti ad investitori internazionali.

3) Roadshow Internazionale

Nel corso del 2015 e del 2016, i finalisti di BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative avranno l’opportunità di partecipare ad una serie di eventi internazionali di networking con la possibilità di confrontarsi con esperti del settore biotech e potenziali investitori a livello europeo.

Per i finalisti di BioInItaly Investment Forum & Intesa Sanpaolo StartUp Initiative sono infine previsti due ulteriori premi:

Gabriele Corbelli Award, assegnato da Assobiotec al miglior pitch presentato durante l’Investor Arena Meeting, che coprirà le spese di viaggio e soggiorno per la partecipazione a uno degli Investment Forum europei in calendario;

Novartis Award, assegnato da Novartis Oncology Italy al progetto (o alla startup) più promettente nel campo della ricerca oncologica. Il premio sarà assegnato tra tutti i progetti partecipanti all’iniziativa e consiste in un viaggio per visitare il Basel Campus di Basilea, uno dei migliori centri di ricerca oncologica a livello mondiale, appartenente al network di Novartis.

Per maggiori informazioni, per il testo completo della call e per l’application form: http://assobiotec.federchimica.it/

Napoli, 10/12/2014

Social media, brand, influencer e metriche: alcuni consigli per startup e imprese alle prese con le campagne di marketing

Il marketing delle startup e delle nuove imprese si basa in larga parte su campagne social: a differenza di quanto accadeva in passato, quando le campagne di marketing erano incentrate su media “tradizionali” come la stampa, la TV, la radio, i volantini, i manifesti e i cartelloni pubblicitari, le campagne di social media marketing danno la possibilità alle aziende di misurare i risultati ottenuti, a patto di saper utilizzare correttamente i dati e le metriche.

Sull’argomento delle metriche per la misurazione dei risultati di una campagna di social media marketing, Danny Brown (autore di interessanti testi tra cui “Influence Marketing: How to Create, Manage and Measure Brand Influencers in Social Media Marketing” e “The Parables of Business“) ha pubblicato di recente un interessante post sul suo blog dal titolo “Six Easy Metrics to Measure an Influence Marketing Campaign”.

I social media hanno cambiato totalmente le attività di misurazione degli effetti di una campagna di marketing: hanno reso infatti possibile ottenere campagne estremamente mirate, e le piattaforme consentono di misurare i contenuti e le connessioni garantendo un elevato ROI. Per questi motivi, afferma Brown, i social media sono diventati uno strumento imprescindibile per qualsiasi imprenditore “smart”.

I due parametri fondamentali che Brown utilizza per misurare l’influenza di una campagna di marketing sono: Brand Metric e Influence Metric. Per ciascun parametro occorre misurare e analizzare elementi differenti.

BRAND METRIC

Innanzitutto occorre misurare la metrica “Investment”, ossia il costo pre-campagna per la ricerca degli influencer da raggiungere. Il primo passaggio fondamentale è quello di identificazione di Micro e Macro Influencer, poi bisogna stabilire quanto costa portare a compimento l’intera campagna e utilizzare tali valori come un vero e proprio “barometro” per capire il ritorno (in termini finanziari e di consapevolezza del brand) che la campagna ha ottenuto.

La seconda metrica è quella definita dall’autore come “Resources”, che si differenzia dalla precedente perchè non è finalizzata su aspetti essenzialmente monetari bensì sui costi in termini di lavoro e formazione (quanti dipendenti sono necessari e per quante ore, quanto tempo occorre per raggiungere ed informare ciascun influencer riguardo al brand, al prodotto e alla mission aziendale).

Terza e ultima metrica da considerare per la Brand Metric è il costo definito da Brown “Product”: per una campagna di brand marketing efficace, occorre infatti offrire al pubblico e agli influencer la possibilità di testare il prodotto. L’azienda deve quindi predisporre dei campioni gratuiti di prodotto, o delle demo (in caso di software). L’azienda deve quindi tenere in considerazione i costi di questi prodotti “di prova”, compresi eventuali costi sostenuti per inviare i campioni agli influencer.

INFLUENCER METRIC

Anche in questo caso, possiamo suddividere la metrica in tre aree chiave: la prima di queste è definita dall’autore “Ratio”, e riguarda la misurazione delle reazioni degli influencer alla campagna in termini qualitativi. Porre l’accento sull’aspetto qualitativo è fondamentale per ottenere informazioni utili all’azienda, soprattutto quando la community di riferimento è molto numerosa e si rischia di disperdere i risultati in un database tanto ampio quanto sterile.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello chiamato da Brown “Sentiment”, che riguarda la percezione della campagna da parte del pubblico. Le metriche relative alla percezione consentono all’azienda di capire come il target percepisce il messaggio della campagna, il prodotto, il brand nel suo complesso. Inoltre, può essere di grande aiuto per identificare quali parti del messaggio modificare e a quali target rivolgersi in futuro.

Infine, Brown analizza la metrica “Effect”: ciò che definisce il barometro più prezioso per indicare se la campagna ha funzionato o meno, rappresentato dagli effetti che il messaggio ha comportato negli influencer.
Per misurare gli effetti è possibile lavorare innanzitutto in termini di consapevolezza del brand: tra gli aspetti da monitorare, ritroviamo il traffico generato dalla pagina web, quante volte il marchio o il prodotto è stato menzionato, quanti nuovi fan o seguaci la nostra pagina ha raggiunto sui social network, quanti nuovi iscritti alla newsletter o al blog.

L’articolo di Brown si conclude con alcune linee guida su come utilizzare le metriche una volta raccolti i dati: le informazioni ottenute vanno infatti analizzate e monitorate per essere davvero utili al business. Secondo l’autore, a questo punto tutto dipende dagli aspetti che interessano all’azienda.

E’ possibile che l’azienda sia maggiormente interessata alla consapevolezza del brand: in tal caso investirà maggiormente nelle piattaforme da cui è stato ottenuto il maggior ritorno, e nel frattempo si impegnerà a capire quali sono le nuove piattaforme in cui è possibile investire in futuro.

Ancora, è possibile che l’azienda sia interessata soprattutto ad incrementare le vendite: in tal caso i dati risultanti dalla campagna di social marketing saranno utilizzati per la costituzione di partnership strategiche sulla base degli interessi, delle esigenze e delle connessioni degli influencer.

In ogni caso, il consiglio è quello di determinare accuratamente l’obiettivo finale per tracciare un percorso che identifichi le tappe e le relative metriche da utilizzare, in modo tale da ottenere i migliori risultati da ciascuna campagna di social media marketing.

Per leggere il post originale: http://dannybrown.me/2014/06/03/six-easy-metrics-to-measure-an-influence-marketing-campaign/

Napoli, 16/07/2014

Eventi per imprese e startup a Napoli: il workshop di AmCham sulle opportunità del mercato U.S.A. per le aziende italiane

L’American Chamber of Commerce in Italia (AmCham) è un’organizzazione privata affiliata alla Chamber of Commerce di Washington D.C. (corrispondente alla Confindustria U.S.A.) che raccoglie oltre tre milioni di imprese allo scopo di favorire la crescita e lo sviluppo delle relazioni economico-culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America.

Nello svolgimento della sua funzione di vero e proprio ponte di collegamento tra business italiani e statunitensi, AmCham organizza una serie di eventi in varie città italiane: tra questi, segnaliamo il prossimo evento ospitato a Napoli.

Martedì 11 marzo (a partire dalle 9:30) sarà l’Unione degli Industriali di Napoli ad ospitare nella Sala Cenzato (Piazza dei Martiri 58) il Workshop sul tema “Stati Uniti d’America: un mercato in forte ripresa sul quale investire”.

Tra gli interventi previsti, segnaliamo quelli sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), sull’ICE (Agenzia per l’Internazionalizzazione delle Imprese Italiane all’Estero) ed un’interessante panoramica sugli strumenti europei e bancari per agevolare l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

La partecipazione al workshop è gratuita, previa registrazione obbligatoria: per registrarsi occorre scaricare il modulo di adesione (disponibile a questo link http://www.amcham.it/detail.asp?c=1&p=11&id=7604) che va compilato ed inviato all’indirizzo eventi@amcham.it entro il 5 marzo 2014.

Il programma dettagliato del workshop è invece disponibile qui: http://www.amcham.it/detail.asp?c=1&p=11&id=7680

Per maggiori informazioni: http://www.amcham.it/

Napoli, 04/03/2014

I consigli di Reid Hoffman, co-founder di LinkedIn, per presentare il pitch ai potenziali investitori

Reid Hoffman è il co-founder di LinkedIn ed è attualmente uno dei più importanti imprenditori e venture capitalist americani. Il suo blog ospita una serie di interessanti post su temi legati al mondo dell’imprenditoria web e delle startup, tra i quali quello da cui prende spunto questo articolo. Il post in questione elenca 7 tra i principali “miti” legati alla preparazione del pitch da presentare ai potenziali investitori, con altrettante “verità” spiegate agli startuppers che si apprestano ad affrontare un round di finanziamento.

Mito: Il financing process di una startup riguarda solo i soldi
Verità: Un financing process di successo per una startup ha come risultato una partnership che offre benefici che vanno oltre i soldi

Ovviamente, scopo del financing process per una startup è la raccolta di capitali: ci sono però altri importanti risultati che i founders dovrebbero sperare di ottenere attraverso il financing process. Gli investitori, ad esempio, possono incrementare significativamente il network di una startup, offrendo nuove possibilità per reclutare dipendenti o acquisire clienti. I migliori investitori, inoltre, possono essere una fonte di intelligence con cui prepararsi al meglio per affrontare le prossime sfide e cogliere le opportunità future.

In altre parole, un partner finaziario può essere visto come un co-founder che migliora le relazioni e il network della startup: purtroppo ci sono casi in cui un investitore ha valore aggiunto negativo, o ancora casi in cui non apporta alcun valore (l’autore parla di “dumb money”, denaro muto) e infine ci sono casi in cui l’investitore offre un valore aggiunto proattivo (il cosiddetto “smart money”).

Per capire se l’investitore con cui siamo in contatto potrà apportare valore aggiunto al di là del capitale, è importante capire se proviene dal settore in cui la nostra startup opera. Occorre inoltre domandarsi se capiscono il nostro mercato di riferimento, se i loro feedback sono utili alla startup, se sono interessati al problema che la nostra startup cerca di risolvere.

Mito: Se il tuo team è forte, metti all’inizio del pitch la slide “Team”
Verità: Il pitch deve aprirsi con la slide “Investment Thesis”

Il livello di attenzione degli investitori è al massimo per i primi 60 secondi della presentazione del pitch: la prima slide è quindi fondamentale, e va scelta con attenzione. La maggior parte dei pitch inizia con la slide sul team, soprattutto se il team è uno dei maggiori punti di forza della startup. Ma iniziare così non è una buona idea: occorre sfruttare al massimo i primi 60 secondi facendo capire al potenziale investitore perchè devono voler essere soci della nostra azienda (Investment Thesis).

La prima slide del pitch dovrebbe articolare tale Invetment Thesis in un elenco da 3/8 punti: il pitch dovrebbe poi proseguire su temi che possano accrescere la fiducia dei potenziali investitori nel vostro progetto, compreso il team.

Questo consiglio si presta bene a round di seed funding, anche se per una startup early stage è risaputo che l’idea subirà molti cambiamenti nel corso dello sviluppo e dell’implementazione del progetto. Occorre convincere gli investitori che il progetto è intrigante, e mostrargli come è possibile metterlo in pratica.

Mito: Tutti i pitch hanno la stessa struttura
Verità: Bisogna decidere di volta in volta se presentare un pitch basato sui dati o sul concept

Un’Investment Thesis può essere data-driven o concept-driven: di conseguenza, il pitch cambia.

In un pitch basato sui dati, sono questi ultimi a dover essere messi in primo piano perchè dimostrano con i numeri quanto il progetto sia valido. Gli investitori dovranno quindi valutare la startup basandosi proprio sui dati.

Un concept pitch, invece, può anche contenere dei dati ma essi riguarderanno un concept non ancora sviluppato: il pitch di un progetto di questo tipo mostra la vision di come sarà la situazione in futuro, e di come si pensa di arrivare a tale risultato. Gli investitori dovranno servirsi invogliati a far parte di quel futuro, per cui i dati saranno più che altro delle promesse.

Mito: Bisogna evitare di inserire nel pitch qualsiasi cosa che possa evidenziare un rischio e diminuire la fiducia degli investitori nel progetto 
Verità: Identificare e specificare i fattori di rischio del progetto

Gli investitori esperti sanno che c’è sempre un rischio insito in qualsiasi business: se ti chiedono quali siano i fattori di rischio del progetto, non è possibile rispondere che non ce ne sono. In questo modo si rischia di apparire poco credibili, disonesti o ingenui: occorre sempre identificare almeno un paio di fattori di rischio del proprio progetto.

Mito: Sostenere che non esistono potenziali concorrenti è un punto di forza
Verità: Individua tutti i possibili competitors e spiega qual è il vostro vantaggio competitivo

Spesso gli aspiranti imprenditori dicono di non avere concorrenti nel mercato che intendono ricoprire: ma ciò equivale a dire che il mercato è completamente inefficiente o che nessun altro pensa che quella fetta di mercato sia appetibile.

In ogni caso, un’affermazione del genere non rende credibili di fronte ai potenziali investitori: al contrario, si dimostra di non aver compreso i rischi derivanti dalla concorrenza e di non aver capito come affrontarli.

Bisogna invece individuare e comunicare efficacemente il proprio vantaggio competitivo: se non ci si dimostra chiari e decisi, gli investitori penseranno che non siamo convinti di poter avere successo con la nostra startup.

Mito: Non paragonarti ad altre aziende, perché tu pensi di essere unico
Verità: Basa il tuo pitch sulle analogie con altre realtà aziendali

Qualsiasi grande azienda, soprattutto nel settore web, cresce fino a diventare un’azienda unica nel suo genere. Ma una startup agli inizi deve utilizzare le analogie tra i propri risultati positivi e quelli delle altre aziende di successo, in modo tale da far capire agli investitori quali sono le potenzialità del progetto. Avendo poco tempo a disposizione, è fondamentale far leva su casi che l’ascoltatore conosce già.

Mito: Il focus del pitch deve essere sul presente
Verità: Pensate anche al round di finanziamento successivo

Ogni volta che ci si presenta a un potenziale investitore, si dovrebbe pensare sempre al successivo round di finanziamento: supponendo che questo round abbia successo, come si potranno raccogliere i successivi finanziamenti? Chi saranno i prossimi investitori cui presenteremo il pitch? Quali saranno le loro domande, e come potremmo rispondere?

Aspettatevi sempre che gli investitori del round B vi chiedano di vedere alcune diapositive del pitch presentato al round A. Nella preparazione del pitch bisogna tener conto di questo: ad esempio, se prevedo una certa curva di crescita, nel pitch per il successivo round di finanziamento devo essere in grado di dimostrare quali risultati avevo previsto di raggiungere e in che modo sono riuscito a farlo o addirittura ad ottenere risultati migliori. Ciò accresce la fiducia dei potenziali investitori, perché nel round di finanziamento precedente siamo riusciti a rispettare o addirittura superare le aspettative.

Il post originale dal blog di Hoffman è disponibile a questo link: http://reidhoffman.org/what-i-wish-i-knew-before-pitching-linkedin-to-vcs/

Napoli, 03/03/2014