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Tag: innovazione

Opportunità di internazionalizzazione per imprese e startup dalla Regione Campania: EcologicaMente, Medity Expo e JCK Las Vegas Show

Nell’ambito del Progetto “Potenziamento della Promozione del Made in Campania”, la Regione Campania organizza collettive regionali per la partecipazione alle principali manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali: entro il 1° maggio 2014 è possibile presentare domanda di partecipazione a tre manifestazioni che avranno luogo rispettivamente a Napoli, Pastorano (CE) e Las Vegas (USA).

Possono presentare domanda aziende e/o consorzi di imprese con comprovata esperienza di internazionalizzazione, startup (imprese costituite negli ultimi tre anni), aziende e/o consorzi di imprese intenzionati a consolidare la propria propensione a svolgere attività internazionali. Le aziende devono avere sede legale o operativa in Campania.
In particolare, alle startup sarà garantita una quota pari al 20% degli stand disponibili per le collettive campane.

  • La prima manifestazione fieristica è EcologicaMente Green&Smart, che avrà luogo a Napoli dall’8 all’11 maggio. I settori interessati da EcologicaMente sono: Aerospazio, nautica, logistica, automotive, moda/abbigliamento/pelle, agroalimentare, agroindustria, artigianato di qualità. Per partecipare a EcologicaMente, le aziende devono dimostrare e dichiarare di aver adottato nel proprio processo produttivo azioni in linea con lo sviluppo sostenibile. Per ulteriori informazioni: http://ecologicamentenapoli.it/
  • Dal 15 al 17 maggio si terrà invece a Pastorano (CE) la manifestazione Medity Expo, specializzata nel settore elettronico. La fiera sarà ospitata dal Polo Fieristico A1 Expò dalle ore 9:30 alle ore 19:00. Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link: http://www.medity.it/
  • Infine, tra il 30 maggio e il 2 giugno la città statunitense di Las Vegas ospiterà la fiera JCK Las Vegas Show, specializzata nel settore gioielleria e pietre preziose. L’evento sarà ospitato dal Mandalay Bay Resort & Casino, per maggiori informazioni è possibile consultare il sito internet ufficiale al seguente link: https://lasvegas.jckonline.com/

La Regione Campania provvederà all’acquisto e all’allestimento degli spazi presso le manifestazioni fieristiche in programma, oltre a fornire un servizio di assistenza durante lo svolgimento della fiera. I costi rimanenti (compresi viaggio, soggiorno, trasporto di materiale ed eventuali quote di iscrizione) restano a carico delle imprese aderenti.

Le aziende e/o consorzi di imprese interessati a partecipare ad uno dei tre eventi in programma dovranno inviare la propria domanda entro il 1° maggio 2014 tramite PEC all’indirizzo dg.02@pec.regione.campania.it, ovvero in originale presso gli uffici della Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive al CDN is. A/6 – piano 7° stanza 23- 80143 Napoli. La domanda di partecipazione dovrà essere corredata di fotocopia del documento di riconoscimento del rappresentante legale.

Il modulo di partecipazione, assieme al testo integrale della Manifestazione di Interesse, è scaricabile al seguente link: http://redazione.regione.campania.it/rcnews_ce/showDocumentsNletter.php?04e2cb8004f27fa7b8d0af5c5f9d0e39=60c29238bd326e0e51b10462bc0d61ba&nletter=nletter&num_newsletter=284&pgCode=G6I56R5367&refresh=on

Napoli, 29/04/2014

Un concorso dedicato alle migliori startup femminili: dal Gruppo MADE, il Premio Gemma 2014

Il Gruppo MADE, specializzato in consulenza imprenditoriale ed investimenti per startup e imprese, ha lanciato un concorso dedicato a startup al femminile: si tratta del Premio Gemma 2014, che offre a neo-imprenditrici ed aspiranti startupper la possibilità di beneficiare di percorsi di tutoring, consulenze e contributi per le prime fasi di vita dell’impresa.

Il Premio Gemma 2014 è aperto a nuove idee di business presentate da donne creative e con talento imprenditoriale: è possibile partecipare singolarmente o in team (che deve essere composto per almeno i due terzi da donne). Non ci sono limiti di età e la partecipazione è aperta a cittadini italiani ed europei.

Le idee per il Premio Gemma 2014 possono essere di qualsiasi tipo, purché abbiano la potenzialità di trasformarsi in startup di successo. Il concorso si sviluppa in quattro fasi:

1) Iscrizione: Entro il 30 giugno 2014 è necessario inviare una mail all’indirizzo alessandra.formenti@madeinvestimenti.it contenente il nome del progetto e i nominativi e contatti dei componenti del team e del referente. Contemporaneamente, o comunque entro e non oltre il 15 luglio 2014, occorre inviare allo stesso indirizzo i seguenti documenti: a) breve presentazione del progetto; b) business plan; c) piano economico/finanziario a 3 o a 5 anni; d) copia della carta di identità e del codice fiscale del referente.

2) Selezione: nel periodo compreso tra il 15 luglio e il 15 settembre 2014 la giuria (composta da tre donne imprenditrici, una avvocatessa, un giovane imprenditore, un giornalista e un professore universitario) selezioneranno i 10 migliori progetti che accederanno alla fase successiva.

3) Tutoring: questa fase partirà il 15 settembre per concludersi il 13 dicembre 2014, e prevede per ciascun finalista la possibilità di beneficiare di 6 ore di consulenza da parte degli esperti MADE (via skype o presso la sede di Milano). Inoltre, il weekend del 18/19 ottobre 2014 sarà dedicato ad una due giorni formativa intensiva dedicata ai 10 progetti finalisti che si terrà a Milano.

4) Evento finale: l’evento di premiazione si terrà il 13 dicembre 2014, con interventi di esperti del settore, giovani imprenditori e la possibilità per i finalisti di partecipare ad una sessione domande-risposte con i presenti. Inoltre, i 10 finalisti presenteranno i propri progetti alla Giuria e, dopo la premiazione, accederanno ad una sessione di networking.

I vincitori del Premio Gemma 2014 avranno diritto ai seguenti premi:

Primo classificato: 50 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 5.000 euro;

Secondo classificato: 30 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 3.000 euro;

Terzo classificato: 20 ore di consulenza più un contributo per la costituzione della società ovvero finanziamenti infruttiferi pari a 2.000 euro.

Il Regolamento del Premio Gemma 2014 è disponibile al seguente link: http://media.wix.com/ugd/7d311b_0cd080bf3cec4a12b2bb29c86686f10b.pdf

Per maggiori informazioni: http://www.madeinvestimenti.it/#!concorso/c7tc

Napoli, 29/04/2014

Make in Italy presenta Maker Contest: il concorso per le migliori idee innovative in tema sanità e benessere.

L’Associazione Make in Italy, nata allo scopo di favorire la crescita, la ricerca e la condivisione di conoscenze nell’ambito della personal fabrication, lancia il concorso “Maker Contest” dedicato alla selezione e valorizzazione di idee hardware innovative in ambito “Health e Quantified Self”.

Il Contest è alla ricerca di idee innovative con focus sulla sanità e sui prodotti per il benessere, particolarmente indirizzate al miglioramento della qualità della vita: saranno selezionati progetti relativi all’estensione della copertura sanitaria (anche in paesi in via di sviluppo), alla prevenzione di patologie, che coinvolgano il monitoraggio a distanza, ecc.

In particolare, il Maker Contest di Make in Italy prevede le seguenti categorie:

– Wearable per il “Quantified Self”;
– Open-lab: equivalenti di strumenti di analisi di laboratorio rilasciati in modalità open source;
– Soluzioni innovative per le disabilità;
– Soluzioni innovative per il miglioramento della qualità della vita (postura, affaticamento, educazione alimentare).

La partecipazione al Maker Contest è aperta ad innovatori e maker in forma individuale o in team, sotto forma di gruppi informali, persone giuridiche, associazioni, ecc.
Per partecipare è necessario compilare la domanda di partecipazione disponibile al seguente link: http://www.makeinitaly.org/maker-contest/

Le domande di partecipazione dovranno essere corredate da una presentazione in formato PDF composta da un massimo di 15 slide, nella quale sia descritta l’idea rispondendo ad una serie di domande (elencate al paragrafo dedicato alle Modalità di svolgimento del Bando Maker Contest disponibile al seguente link: http://www.makeinitaly.org/wp-content/uploads/2014/04/BandoMakerContest_ITA.pdf).

I proponenti delle idee innovative in ambito Health e Quantified Self dovranno indicare il problema e la soluzione, analizzare i potenziali competitor, indicare i potenziali partner e/o progetti cui si ispira l’idea, specificare i vantaggi tecnologici della soluzione proposta, indicare lo stadio di sviluppo attuale del progetto e le risorse e competenze necessarie a rendere l’idea proposta un business.

Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 15 maggio 2014: saranno selezionati i migliori progetti (da un minimo di 5 a un massimo di 10) che avranno la possibilità di beneficiare di un percorso di mentorship sponsorizzato da amdLP, società di consulenza londinese specializzata in startup.

I progetti selezionati avranno infine la possibilità di presentare il proprio progetto, dopo i miglioramenti apportati grazie al percorso di mentorship, ad una platea di esperti e potenziali investitori del settore Health e Quantified Self durante l’evento finale di Maker Contest, previsto per il 20 giugno 2014 a Milano.

Per maggiori informazioni: http://www.makeinitaly.org/

Napoli, 28/04/2014

Come gestire la customer influence: la strategia social basata sul “4 Gears Model” di Geoffry Moore

Con lo sviluppo e la diffusione globale delle tecnologie digitali, il ruolo ed il comportamento dei clienti è radicalmente cambiato: grazie ai social media, le persone hanno accesso ad un numero molto più elevato di informazioni e hanno la possibilità di mantenersi in contatto in maniera più semplice ed immediata con familiari e amici rispetto al passato. Il risultato di questo processo, di grande importanza per le imprese, è che siamo in un’epoca che è possibile definire “the golden age of customer influence”.

Ne deriva la necessità per imprese e startup di adattarsi al meglio a questa nuova realtà, cercando di rispettare e sfruttare il grande potere che oggi è nelle mani dei clienti: il problema è che troppo spesso le aziende cercano di adattarsi ad una situazione totalmente nuova con metodi tradizionali, basandosi sul percorso strategico di acquisizione/monetizzazione.

Una strategia del genere è troppo semplice per l’attuale situazione in cui si trova il mercato globale: la soluzione per ottenere una strategia efficace e sostenibile può essere quella di applicare il “4 Gears Model” teorizzato da Geoffry Moore (autore di alcuni importanti libri sul tema dello sviluppo tecnologico e delle strategie di mercato, tra cui “Crossing the Chasm”).

Il modello di Moore fornisce infatti un modello affidabile per adattare le strategie imprenditoriali all’attuale social marketplace, in cui l’obiettivo strategico fondamentale che l’azienda deve perseguire è quello di costruire e “far girare” contemporaneamente i quattro “ingranaggi” previsti dal modello.

Il punto di partenza sulla base del quale Moore ha costruito il suo modello è, infatti, l’ampia diffusione dei social: grazie a questi strumenti, i clienti possono condividere un’enorme quantità di contenuti sul web. La strategia social implementata dall’azienda deve essere in grado di adattarsi a tale circostanza, cercando di trarne vantaggio: ciò significa che l’azienda deve guidare un percorso di creazione e crescita di una base di clienti fidelizzati, con i quali costruire delle relazioni durature.

Per ottenere una strategia di questo tipo, che sia efficace e sostenibile, non basta più (come accennato) limitarsi al modello acquisizione/monetizzazione: occorre implementare un sistema di quattro “ingranaggi” interdipendenti sui quali lavorare.
I quattro “ingranaggi” cui Moore si riferisce sono:

1) Acquisition: è il meccanismo che consente all’azienda di attrarre e mantenere nuovi clienti. Si tratta della leva “di partenza”, il primo “ingranaggio” su cui implementare l’intera strategia social. Inoltre, l’Acquisition va di pari passo con il secondo ingranaggio previsto dal modello, l’Engagement.

2) Engagement: è il processo che, in prospettiva, costruisce e mantiene viva la fedeltà a lungo termine della clientela.

L’Engagement è il primo passo per costruire relazioni con i clienti acquisiti, e lo scopo è quello di instaurare rapporti basati sulla fedeltà al brand: è un processo che richiede tempo e attenzione basato sulla reciprocità della comunicazione tra i clienti e con i clienti, ma bisogna fare attenzione a configurarla in modo tale che i clienti non siano considerati semplicemente obiettivi per l’acquisizione di nuove entrate. L’Engagement è infatti un processo di comunicazione trasparente e autentico tra il brand e i clienti, basato sulla fiducia e sulla necessità di costruire un rapporto brand-cliente forte e duraturo.

Per capire lo stretto legame che intercorre tra le prime due leve (o ingranaggi) è importante osservare la differenza tra social network e community: entrambi sono utili per guidare l’interesse e accrescere la consapevolezza dei clienti, ma i social network (ad esempio Facebook, Twitter e LinkedIn) nascono sulla base di relazioni interpersonali pre-esistenti tra le persone, mentre le community (ad esempio YouTube, Instagram e Pinterest) si basano sugli interessi comuni tra i partecipanti.
Per questo motivo, i social network sono utili in fase di Acquisition perchè offrono una grande opportunità di visibilità per il marchio e per l’azienda, mentre le community sono indispensabili per l’Engagement, in quanto sono più focalizzate su interessi particolari e offrono contenuti più rilevanti per i clienti.

Una volta messi in moto i meccanismi dell’Acquisition e dell’Engagement, i clienti diventano dei veri e propri partner dell’azienda, impegnati nella crescita del brand: a questo punto è possibile per l’azienda passare agli “ingranaggi” successivi, creando clienti fidelizzati in grado di co-costruire il successo dell’azienda (Enlistment) e costruendo un meccanismo sostenibile per il successo economico del business (Monetization).

3) Enlistment: è un ambiente che consente ai clienti di partecipare al business in maniera innovativa, attraverso il quale l’azienda può acquisire nuovi clienti e generare idee per nuovi prodotti.
Si tratta di un processo che comporta il coinvolgimento dei clienti nel business, basato sulla collaborazione e l’apprendimento reciproco tra brand e clienti in modo tale da ottenere un valore altrettanto reciproco.
Gli strumenti più utili per mettere in funzione l’ingranaggio di Enlistment sono la co-creation e la gamification: la co-creation è un vero e proprio processo di “arruolamento” dei clienti che collaborano alla condivisione e creazione di contenuti. La gamification è un sistema che il brand può utilizzare per coinvolgere i clienti che non hanno alcun obbligo di collaborazione: si utilizza il gioco per incoraggiare comportamenti prevedibili e produttivi del cliente/giocatore. In questo modo, i clienti vengono coinvolti attraverso un meccanismo di crowdsourcing che può riguardare svariati aspetti, dal servizio clienti all’innovazione di prodotto: in cambio, i clienti/giocatori ottengono punti e altre tipologie di premi e vantaggi.

4) Monetization: è la leva che definisce e quantifica la performance aziendale, ed è assolutamente necessario che i primi tre ingranaggi siano messi in moto e funzionino a pieno regime per ottenere dei risultati a lungo termine in chiave “Monetization”.
L’arruolamento dei clienti social che hanno attraversato le prime tre fasi del modello consente all’azienda di creare user-generated-content, costruire una base di conoscenza condivisa, accrescere il passaparola: tutti questi aspetti sono indispensabili per il successo aziendale, ma è difficile quantificare il loro impatto sul ROI dell’azienda.
Per ottenere dei buoni risultati occorre riuscire ad integrare nella migliore maniera possibile la social strategy con i “monetizazion engines”, ad esempio l’e-commerce o i sistemi CRM, che consentono di convertire le vendite in ricavi.

La strategia social, per essere sostenibile, deve quindi prevedere il funzionamento di tutti e quattro gli “ingranaggi”. Questi ultimi, inoltre, devono muoversi in maniera interdipendente per poter garantire il successo dell’impresa a lungo termine. Una strategia basata sul 4 Gears Model implementata in maniera corretta consente ai clienti di partecipare attraverso i social, aiutando l’azienda nella creazione di contenuti attendibili, rimanendo fedeli più a lungo e consentendo di reclutare nuovi clienti.
Il risultato di una strategia social efficiente è l’aumento delle vendite, la crescita dei margini e un vantaggio competitivo forte e duraturo.

Fonti:

Per maggiori informazioni sul “4 Gears Model”:

Napoli, 28/04/2014

Scalabilità, crescita e team building: i consigli di Ronnie Castro alle startup

Ronnie Castro è il co-founder di Porch.com, una startup che aiuta i propri clienti a gestire nel modo migliore la propria casa. Nelle sue precedenti esperienze lavorative, si è occupato di revenue generation e customer acquisition presso aziende del calibro di Google e Expedia.

Di recente, Castro ha pubblicato un articolo su Nibletz dedicato alla tematica del team building in una startup, intesa come la costruzione del team attraverso l’assunzione di nuovi componenti: il suo punto di partenza è proprio l’esperienza di team building in grandi aziende del settore tech come Google. In una situazione del genere, è facile poter assumere laureati delle migliori università e costruire team composti da persone di grande talento.

In una startup, spesso, la situazione è molto diversa: l’azienda, soprattutto quando è in fase di crescita, si trova a dover gestire cambiamenti rapidi e continui per affrontare l’improvviso successo del business. Quando arriva il momento di scalare, in particolare, diventa indispensabile assumere nuove persone all’interno del team e occorre farlo rapidamente: questa può essere una vera e propria sfida per una startup.

Occorre muoversi con molta attenzione e consapevolezza quando si assume un nuovo componente nel team: in una startup i dipendenti sono pochi, se ad esempio il team è composto da 9 persone e si decide di assumerne un’altra, questa persona andrà a rappresentare il 10% dell’intero team.
Castro sottolinea, infatti, che assumere la persona sbagliata in una situazione del genere può rappresentare un errore fatale.

Ecco perché l’autore consiglia, quando si valutano i candidati, di tenere attentamente in considerazione le referenze e i precedenti successi: il processo di assunzione in una startup deve seguire criteri molto più rigidi e occorre essere molto esigenti. A questo scopo è utile servirsi della metodologia lean startup per gestire il processo di assunzione.

Ciò significa cercare e trovare le persone che presentano determinate caratteristiche: in particolare, Castro tiene conto della flessibilità e delle capacità di problem solving.
In una startup le cose cambiano a ritmi vorticosi e spesso ci si ritrova a dover fronteggiare situazioni in cui occorre trovare risposta a domande che apparentemente sono impossibili da decifrare: proprio per questo la flessibilità e le capacità di problem solving sono indispensabili.

Inoltre, Castro consiglia di costruire il team tenendo ben a mente la struttura dell’organizzazione aziendale: spesso accade, infatti, che quando una startup inizia a crescere e ad aumentare il numero di componenti del team e di reparti la gestione inizia a rallentare e compaiono alcune caratteristiche “burocratiche”. Il problema di queste startup è che non hanno studiato bene la struttura organizzativa, e per questo la comunicazione all’interno dell’azienda diventa complicata e poco efficace.

Il consiglio di Castro è quello di stabilire fin da subito quali sono i servizi indispensabili per accorciare i tempi di produzione, e trovare il modo di collegarli in maniera efficace per far sì che le decisioni possano essere prese velocemente e autonomamente dal team. Costruire una struttura organizzativa aziendale efficiente è un compito difficoltoso, per il quale è indispensabile un’attenta pianificazione e un costante monitoraggio da parte della leadership.

Strettamente collegato al tema del team building per una startup in fase di crescita è il problema dello spazio di lavoro: l’ideale, secondo Castro, sarebbe quello di trovare uno spazio “flessibile” in termini di possibilità di espansione, cercando un grande spazio vuoto e negoziando condizioni tali da pagare esclusivamente per i metri quadrati realmente occupati.
In questo modo, la startup può occupare progressivamente gli uffici evitando costosi traslochi.

Infine, Castro conclude affermando che scalare una startup non è sicuramente un compito facile: ma è un bel problema da avere, perché significa che l’azienda sta crescendo nel modo giusto. Ed è proprio in questa fase che occorre perseverare, scegliendo le persone giuste per costruire il team e offrendo loro l’ambiente di lavoro più appropriato (in senso figurato e letterale) per continuare a crescere.

Per leggere il post originale: http://nibletz.com/2014/04/17/startup-hire/

Napoli, 24/04/2014

Value Cycles, Revenue e metriche: concetti-chiave per il processo di crescita di una startup

Jiquan Ngiam è nel team di Coursera, una piattaforma di formazione che offre corsi on-line gratuiti in tutto il mondo attraverso partnership con le migliori università e organizzazioni a livello globale.
Nella sezione “Startup Strategy” di www.medium.com Ngian ha pubblicato un suo interessante contributo dedicato a quelli che definisce i quattro step fondamentali per una grande startup.

Quando una startup inizia a crescere e ottenere traction, spesso il team si trova a dover prendere delle importanti decisioni riguardo agli aspetti su cui concentrare attenzione e risorse per mantenere i ritmi di una crescita efficace. Come punto di partenza della sua analisi, Ngian sceglie il concetto di Value Cycles (cicli del valore): qualsiasi sia il prodotto preso in considerazione, c’è sempre alla base un ecosistema formato da produttori e consumatori di valore.

Rispetto al concetto di Value Cycles una startup può essere vista come un intervento all’interno dell’ecosistema finalizzato ad aumentare la quantità di valore consumata: ciò avviene attraverso la creazione di valore, moltiplicando/distribuendo valore, aumentando il consumo di valore o attraverso strumenti/mezzi che aumentano il valore consumato.

Tra gli esempi scelti dall’autore per spiegare questo concetto c’è Airbnb: la startup utilizza il valore latente costituito dalle stanze vuote di molte case e le collega con i viaggiatori in cerca di una stanza da affittare. In questo modo, hanno trovato una fonte di valore non sfruttata (latente) e creato un prodotto che consente la creazione ed il consumo di valore per i proprietari delle case e per i viaggiatori.

Una volta creato il nuovo valore, occorre conventirlo in Revenue: si tratta di una conversione spesso complicata, che dipende dal valore effettivamente consumato. Ad esempio, un utente che ricerca su Google “assicurazione auto” ottiene grande valore che sarà facilmente convertito in revenue. Un utente che, invece, cerca “video divertenti” otterrà allo stesso modo un grande valore che sarà difficilmente monetizzabile.

In termini di business model, occorre in primo luogo capire il valore che si sta creando e, successivamente, scoprire le opportunità di convertire tale valore in revenue: una startup, inoltre, dovrebbe tener presente il fatto che la conversione value/revenue diventa spesso più semplice con l’implementazione di una nuova funzione.

Altro aspetto importante per una startup in fase di crescita è quello delle metriche: capire quali siano le metriche chiave da tenere sotto controllo nelle fasi early stage è fondamentale quanto capire i value cycles e le revenue.
Si tratta di un aspetto che difficilmente le startup riescono a tenere sotto controllo in maniera efficiente: nelle prime fasi, infatti, si tende ad osservare metriche quali il numero di utenti iscritti o le visite al sito internet.

Ma ciò che conta davvero è capire come si crea e come cresce il valore: occorre quindi comprendere e misurare i cicli di creazione del valore, per poter individuare le metriche davvero utili a monitorare la crescita di una startup.

In conclusione, quindi, Ngiam riassume ed elenca le sue idee in quelli che definisce i 4 step per una grande startup:

1) Comprendere il flusso di valore nel vostro ecosistema. Il consiglio è quello di creare un diagramma del value cycle per comprendere meglio tale flusso.

2) Concentrare il focus sulla creazione di valore. Bisogna capire quali siano gli effettivi bisogni dei clienti/utenti, lavorando al fine di individuare i problemi da risolvere con il proprio prodotto. A questo punto occorre definire il proprio prodotto in modo che offra valore agli utenti: l’ideale sarebbe individuare il valore latente nel proprio ecosistema e da qui cercare idee per nuovi prodotti.

3) Cercare nuove opportunità per convertire il valore in revenue. Occorre capire quale sia la disponibilità a pagare per i diversi tipi di valore e se esistono delle condizioni supplementari che possano sbloccare la conversione. In questa fase è importare tenere sempre ben presente il fatto che i clienti pagano per il valore ricevuto, non per le funzioni o la tecnologia che caratterizzano il prodotto.

4) Determinare le metriche giuste per monitorare la crescita di valore. Si tratta di uno step indispensabile per assicurarsi che si sta fornendo valore alla clientela.

Per leggere il post originale di Jiquan Ngiam: https://medium.com/startup-strategy/7e943ffcd27c

Napoli, 23/04/2014

Il Fondo PMI della Regione Campania: alcune novità, il Piano Operativo del Fondo e le direttive di Attuazione della Misura Start Up

La Regione Campania ha pubblicato, all’interno del BURC n. 27 del 22 aprile 2014, alcune novità interessanti per startup e imprese che intendano beneficiare delle agevolazioni e dei finanziamenti previsti dal Fondo PMI: si tratta del D.D. n. 240 del 08/04/2014, che stabilisce alcune modifiche alla Strategia di Investimento (approvata con D.D. n. 298 del 24/12/2013, che affida la gestione del Fondo a Sviluppo Campania spa) e approva il Piano Operativo del Fondo e le direttive di attuazione per la selezione dei progetti da ammettere ai finanziamenti previsti dalla Misura Start Up.

Le direttive di attuazione sono alla base del Bando Startup pubblicato nel BURC n. 24 del 14/04/2014, con una dotazione finanziaria totale pari a 30 milioni di euro, che abbiamo approfondito alcuni giorni fa in questo post del nostro blog:
https://www.incubatorenapoliest.it/pubblicato-il-bando-start-up-del-fondo-regionale-per-lo-sviluppo-delle-pmi-campane-un-fondo-da-30-milioni-per-finanziamenti-da-25-000-a-250-000-euro/

Riguardo invece alle modifiche approvate alla Strategia di Investimento del Fondo, il Decreto elenca le seguenti tre voci:

1) Non è più previsto il requisito di personalità giuridica per le reti di imprese che intendano accedere ai finanziamenti del Fondo PMI della Regione Campania;

2) Non è più previsto il limite di accesso ai finanziamenti alle sole reti di imprese per l’internazionalizzazione;

3) Riguardo alle startup e aziende di piccole dimensioni, grazie alle modifiche attualmente approvate, i finanziamenti erogabili (fino a 250 mila euro) potranno essere rimborsati a tasso agevolato in 7 anni con ammortamento differito della prima rata a 24 mesi (le disposizioni approvate in precedenza fissavano la durata massima del finanziamento a 5 anni con sei mesi di preammortamento).

Come accennato sopra, inoltre, il D.D. n. 240 del 08/04/2014 approva il Piano Operativo del Fondo PMI della Regione Campania: il documento contiene nel dettaglio la strategia del Fondo, le Linee di intervento previste e una serie di precisazioni sulle modalità operative del Fondo gestito da Sviluppo Campania spa.

Il Fondo PMI della Regione Campania nasce allo scopo di stimolare la nascita di nuove imprese e sostenere la crescita di attività imprenditoriali già esistenti sul territorio regionale: per raggiungere tali obiettivi, la Regione Campania ha deciso di creare uno strumento in grado di facilitare l’accesso al credito (con particolare attenzione a imprese gestite da giovani e donne), potenziare gli strumenti per il rilascio delle garanzie e promuovere gli investimenti nel settore del capitale di rischio.

Sulla base di tali obiettivi, il Piano Operativo del Fondo PMI identifica tre linee di intervento e per ciascuna di esse stabilisce delle misure specifiche. Per ciascuna misura la Regione Campania prevede uno o più specifici Avvisi Pubblici, necessari a definire modalità attuative e tempistica dell’attività di selezione dei beneficiari.

Le tre linee di intervento previste per il Fondo PMI della Regione Campania sono le seguenti:

1) Finanziamenti a tasso agevolato;
2) Sistema delle Garanzie;
3) Interventi di Equity (seed financing).

LINEA DI INTERVENTO FINANZIAMENTI A TASSO AGEVOLATO

Destinatari degli interventi sono micro, piccole e medie imprese nuove ed esistenti, imprese artigiane e reti di impresa, operanti nei settori definiti dai codici Ateco 2007.

Sono previste tre misure ed altrettanti Avvisi Pubblici: a) start up (si tratta del Bando già pubblicato citato in precedenza); b) imprese artigiane; c) reti di impresa.

Le agevolazioni consistono in finanziamenti a tasso agevolato per investimenti innovativi materiali ed immateriali e per spese di gestione: per le startup e le imprese artigiane il limite è compreso tra 25.000 e 250.000 euro, mentre per le reti di impresa è possibile ottenere finanziamenti fino a 1 milione di euro.

Per ciascuna misura è prevista una procedura di selezione a sportello con tempi e modalità stabiliti da specifici Avvisi Pubblici.

LINEA DI INTERVENTO SISTEMA DELLE GARANZIE

L’obiettivo è quello di facilitare le operazioni di smobilizzo (in particolare nei settori ad alto rischio) e favorire l’accesso al credito da parte delle PMI. Sono previste due misure: Tranched Cover e Garanzie di Secondo Livello.

TRANCHED COVER: le risorse assegnate sono pari a 6 milioni di euro e il focus è particolarmente incentrato sui settori edile, manifatturiero e dei servizi.

La misura prevede innanzitutto una fase di selezione delle banche “originator” che svolgeranno l’attività creditizia e di realizzazione di portafogli di finanziamenti da erogare alle micro e PMI campane che avranno accesso alle agevolazioni.

Il portafoglio di esposizione creditizia di ciascuna impresa beneficiaria sarà suddiviso in due classi: tranche junior e tranche senior. La Garanzia regionale coprirà l’80% della tranche junior, quella più esposta al rischio di prima perdita.

Anche in questo caso sono previsti Avvisi Pubblici per le selezioni (sia delle banche “originator” che per le imprese beneficiarie) e per le direttive di attuazione.

GARANZIE DI SECONDO LIVELLO: anche per questa misura sono assegnate risorse pari a 6 milioni di euro, destinate al supporto delle attività dei Confidi per accrescere il plafond delle garanzie rilasciabili alle PMI campane.

Le risorse saranno destinate ai Confidi operanti nel territorio regionale in possesso dei requisiti previsti dalla legge: tempi e modalità di attuazione saranno definiti attraverso specifici Avvisi Pubblici.

LINEA DI INTERVENTO SEED FINANCING

Prevede la creazione di un nuovo strumento simile al Fondo High Tech nazionale: la misura prevede infatti l’istituzione di un Fondo dei Fondi basato sulla collaborazione con Fondi di Investimento costituiti ad hoc da SGR appositamente selezionate.

Le risorse stanziate sono pari a 18 milioni di euro, la durata del Fondo regionale prevista è di 8 anni (più eventuali due anni per le esigenze di disinvestimento): beneficiarie degli investimenti di seed e startup financing saranno le piccole e medie imprese campane con programmi ad elevato contenuto innovativo. Si prevede la sottoscrizione di capitale di rischio per quote di minoranza.

TIMING DELLE ATTIVITA’ DEL FONDO REGIONALE PER LE PMI

Secondo il cronoprogramma contenuto nel Piano Operativo, il primo ciclo di intervento del Fondo PMI della Regione Campania si svolge tra aprile e giugno 2014. Nello specifico:

Aprile 2014: Linea di intervento 1 (Finanziamenti a tasso agevolato) – Avvisi Pubblici destinati a startup (30 mln) e imprese artigiane (26,8 mln).

Maggio 2014: Linea di intervento 1 (Finanziamenti a tasso agevolato) – Avviso Pubblico reti di impresa (10 mln); Linea di intervento 2 (Sistema delle Garanzie) – Avvisi Pubblici Garanzia di secondo livello (6 mln) e Tranched Cover (6 mln).

Giugno 2014: Linea di intervento 3 (Equity) – Avviso Pubblico Seed financing (18 mln).

Per maggiori dettagli, il testo integrale del D.D. n. 240 del 08/04/2014 e gli Allegati (Piano Operativo del Fondo PMI; Direttive di Attuazione “Misura Start up”) sono disponibili al seguente link:

http://redazione.regione.campania.it/rcnews_ce/showDocumentsNletter.php?04e2cb8004f27fa7b8d0af5c5f9d0e39=f29c445a2be2b4824c131bfedfa8ad2b&nletter=nletter&num_newsletter=283&pgCode=G6I56R5353&refresh=on

Napoli, 23/04/2014

Percorsi di innovazione in azienda: i pro e i contro degli approcci top-down e bottom-up

Vishal Kumar è un imprenditore esperto in tema di innovazione, con focus particolare sul tema Web e Big Data Analytics, Sviluppo Software, Social Media Strategy e Lean Innovations. Attualmente è founder di Cognizeus, società specializzata nell’analisi dei Big Data che offre sistemi di gestione dei dati per la crescita sostenibile delle aziende.

Kumar ha pubblicato un suo recente articolo sulle differenze tra percorsi di innovazione bottom-up e top-down: in un percorso di innovazione bottom-up, le idee e gli spunti per l’innovazione in azienda provengono “dal basso”, ossia da clienti e dipendenti. Nel percorso di innovazione top-down, viceversa, gli spunti provengono dalla leadership aziendale.

Secondo Kumar, ciascuno dei due percorsi ha pregi e difetti, ma l’approccio bottom-up è più efficace per l’innovazione aziendale: per raggiungere la sua tesi, Kumar ha raccolto dati in merito ad entrambi gli approcci, fino a giungere alla conclusione che i benefici di una strategia di innovazione bottom-up superano nella maggior parte dei casi quelli di una strategia di innovazione top-down.

Nel suo post, infatti, Kumar elenca quelli che sono, a suo parere, i benefici di una strategia di innovazione che segue un percorso bottom-up:

1) Data sets you free: i dati rendono liberi.

Il punto di partenza di Kumar per spiegare quest’affermazione risiede in quello che egli definisce “l’incubo più spaventoso per qualsiasi business”: una decisione aziendale errata.
Qualsiasi decisione aziendale porta con sè dei rischi non sempre facilmente misurabili: ma basarsi sui dati per prendere le decisioni consente di diminuire sensibilmente il rischio, consentendo di prendere decisioni più “calcolate” e di conseguenza più sostenibili in termini di rischio. Una strategia bottom-up si caratterizza per essere guidata da un processo decisionale “data driven”, basato su dati misurabili, con la conseguenza di ottenere un’innovazione meno rischiosa e più sostenibile.

2) L’innovazione basata sui feedback dei clienti aiuta a plasmare le caratteristiche “core” del business e ad accrescere la fiducia della clientela.

Secondo Kumar, i clienti sono i più grandi appassionati di qualsiasi prodotto. Sono loro che investono tempo e denaro per integrare un prodotto nella propria vita ed è per questo che nessuno, più dei clienti, è adatto a indicare i cambiamenti, i miglioramenti e le innovazioni necessarie ad un prodotto.
Per implementare un processo di innovazione bottom-up basato sui feedback della clientela occorre stare il più vicino possibile ai clienti, prendere in attenta considerazione i loro pareri e basare le decisioni di innovazione su questi.

3) L’innovazione è solo un passo avanti, ma un posizionamento customer centric è il vero successo.

Per ottenere tutti i vantaggi di un processo di innovazione bottom-up, è necessario cambiare l’intera configurazione della cultura aziendale impostandola in modo che sia “customer centric”, centrata sul cliente. Ciò significa, secondo Kumar, che l’azienda deve imparare ad ascoltare attentamente i clienti e utilizzare i dati ottenuti come guida per una gestione efficace ed ottimale del business. Il risultato sarà, assieme ad un processo di innovazione sostenibile e vincente, che la clientela sarà sempre più soddisfatta.

4) La democrazia porta sempre avanti le idee migliori.

Secondo Kumar, quando si decide di impostare un processo di innovazione aziendale bottom-up, entra in gioco la democrazia come strategia vincente per filtrare le migliori idee su cui basare le decisioni innovative. Bisogna quindi ascoltare tutti i pareri e tenere in attenta considerazione quelli “più gettonati”.

5) Far passare le idee “top-down” attraverso il processo bottom-up.

Se la leadership aziendale ha una grande idea innovativa, o un’intuizione che sembra poter avere successo sul mercato, è possibile farla comunque passare attraverso un processo bottom-up proponendola a clienti e dipendenti per ottenere i loro feedback. In questo modo sarà possibile raccogliere dei dati utili per prendere le decisioni più efficaci e per testare le probabilità di successo dell’intuizione. Inoltre, se ci sono dei punti deboli da modificare, un processo di valutazione bottom-up di un’intuizione della leadership aziendale consente di metterli a fuoco e rimediare.

In conclusione, Kumar afferma che le strategie di innovazione dovrebbero partire da un percorso bottom-up abilmente affiancato da decisioni top-down: in questo modo, l’azienda è in grado di prendere il meglio da ciascuno dei due approcci prendendo le idee innovative “dal basso” e filtrandole/sviluppandole basandosi sui dati e sui feedback di clienti e dipendenti.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/today/post/article/20140422124336-1853953-why-bottom-up-innovation-trumps-top-down-innovation?goback=.mpd2_*1_*1_*1_*1_*1_*1_20140422124336*51853953*5why*5bottom*5up*5innovation*5trumps*5top*5down*5innovation&trk=prof-post

Napoli, 22/04/2014

La sesta edizione di Switch2Product di Polihub: le migliori idee di startup a Milano. Deadline 20/05/2014

Polihub, l’incubatore di impresa del Politecnico di Milano, lancia la call per la sesta edizione di Switch2Product, iniziativa di scouting per idee creative ed innovative che possono dare vita a nuovi prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico o dal design innovativo.

La competition è aperta sia a chi abbia un’idea innovativa che a chi voglia mettere a disposizione le proprie competenze per collaborare alla realizzazione dei progetti, e sono candidabili le idee relative alle aree di competenza del Politecnico di Milano (ingegneria, architettura, disegno industriale) con particolare riferimento ai seguenti settori: CleanTech/Greening; Nuovi dispositivi innovativi; Convergenza tra tecnologie digitali e hardware fisico; ICT.

La partecipazione a Swith2Product è gratuita ed è aperta a tutti i cittadini maggiorenni italiani (anche stranieri o extracomunitari, purché in possesso di regolare permesso di soggiorno): è possibile partecipare individualmente o in team con un’idea che non sia stata ancora resa pubblica (le idee possono essere state presentate all’interno di un esame di un corso di laurea, di una tesi di laurea o di pubblicazioni scientifiche).

Le candidature vanno presentate esclusivamente on-line, attraverso la compilazione del form di iscrizione disponibile all’indirizzo www.s2p.it entro la deadline fissata per il giorno 20 maggio 2014.
Sono disponibili due sezioni per candidarsi a Swith2Product: Idee (Call4Ideas) e Persone (Call4People).

Una volta concluse le candidature, si apre la fase di Selezione&Matching: il 30/05/2014 i migliori 20 team saranno invitati ad esporre i progetti davanti alla giuria.
Durante la fase di Selezione&Matching saranno creati i team in modo da ricoprire le competenze fondamentali: ciascun team dovrà presentare un profilo tecnico, un profilo manageriale e un designer. I team potranno essere composti da un minimo di 3 fino a un massimo di 5 componenti.
La giuria sceglierà inoltre i 10 migliori progetti che passeranno alla fase successiva: l’Innovation Camp.

L’Innovation Camp è un percorso formativo tenuto da esperti tra cui ingegneri, designer, architetti ed economisti che lavoreranno per alcuni giorni con i 10 team selezionati alternando momenti di formazione, coaching, brain-storming con un approccio creativo, innovativo e multidisciplinare. Al termine dell’Innovation Camp i team parteciperanno ad una pitch session che permetterà di individuare i 5 migliori progetti che riceveranno i premi previsti da Switch2Product.

I 5 migliori team, infatti, avranno la possibilità di beneficiare di un percorso di pre-incubazione della durata di tre mesi presso Polihub con un percorso formativo e di mentoring che li renderà in grado di redigere un business plan da presentare a Business Angel e Venture Capitalist: si tratta quindi dell’occasione di presentare la propria idea a potenziali investitori per finanziare la fase di startup aziendale.

Per maggiori informazioni su Switch2Product 2014: http://www.polihub.it/11042014-polihub-lancia-la-nuova-edizione-dells2p/

Napoli, 22/04/2014

Tech All Stars Competition: le migliori startup volano a Londra grazie al contest UE. Application entro il 22 maggio

La Commissione Europea ha lanciato l’edizione 2014 della Tech All Stars Competition, iniziativa dedicata alle migliori startup ed imprese innovative che permette ai finalisti e ai vincitori del contest di partecipare ad eventi internazionali in cui entrare in contatto con imprenditori di successo mondiale ed esperti del settore.

L’idea alla base della Tech All Stars Competition, infatti, è espressa dalle parole del Commissario UE per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, la quale ha dichiarato “Gran parte del successo di un’impresa dipende dalle giuste relazioni e la Commissione europea sta lavorando proprio per questo“. Inoltre, “Le imprese finaliste saranno messe in contatto con fonti di finanziamento europee, imprenditori di successo e altre influenti personalità“.

La partecipazione all’edizione 2014 di Tech All Stars Competition è aperta a startup registrate in uno degli Stati Membri dell’Unione Europea da meno di 3 anni, che abbiano raccolto capitali e finanziamenti esterni per meno di un milione di euro.

Per candidare la propria startup è necessario compilare entro il 22 maggio 2014 l’application form disponibile al sito internet ufficiale dedicato al contest: http://techallstars.eu/

Saranno selezionate le migliori 12 startup che parteciperanno all’evento Tech All Stars Competition 2014 che si terrà il 10 e 11 giugno 2014 a Londra: saranno due giornate durante le quali i partecipanti potranno beneficiare di importanti occasioni di networking con imprenditori di successo e altri stakeholders del settore dell’imprenditoria innovativa. Inoltre, le 12 startup prenderanno parte ad un pitch panel che decreterà le tre finaliste.

Le tre startup finaliste parteciperanno il 12 giugno 2014 al Founders Forum London, un evento globale dedicato a imprenditori, CEO e key investors dei settori media e technology durante il quale avranno l’opportunità di partecipare a dibattiti, sessioni di brainstorming e tavole rotonde su temi centrali per l’ecosistema imprenditoriale. Inoltre, ci sarà la possibilità di entrare in contatto con alcuni tra i più importanti imprenditori ed innovatori di successo planetario (tra gli ospiti delle edizioni precedenti figurano Sir Richard Branson – Virgin Group, Reid Hoffman – LinkedIn, Daniel Ek – Spotify).
Durante il Founders Forum London, infine, sarà annunciato il vincitore della Tech All Stars Competition 2014, il “Grand Tech All Stars Winner“.

Il Grand Tech All Stars Winner sarà invitato a partecipare all’evento organizzato dalla Commissione Europea nel luglio 2014, la Digital Agenda Assembly, con l’opportunità di presentare un proprio panel e di incontrare i principali protagonisti internazionali dell’ecosistema hi-tech.

Napoli, 18/04/2014

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