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Tag: idea

Edison Pulse: un premio da 100.000€ per i migliori progetti in ambito Energia e Sviluppo del Territorio

Manca una settimana all’apertura della call per l’edizione 2015 di Edison Pulse, l’iniziativa del colosso energetico Edison nata lo scorso anno con il contest Edison Start allo scopo di sostenere l’innovazione, la nuova imprenditorialità e lo sviluppo sociale del territorio in Italia: l’iniziativa si basa sulla progettazione “a valore condiviso”, cercando quindi le migliori soluzioni per i bisogni locali attraverso il coinvolgimento di nuovi talenti imprenditoriali e della community.

Il Bando Edison Pulse 2015 (scaricabile qui) è rivolto a centri di ricerca pubblici e privati, startup innovative (ai sensi dell’art. 25 DL 179/2012) e organizzazioni non profit con un progetto innovativo afferente alle tematiche delle due categorie in concorso: Sviluppo del territorio e Energia. I centri di ricerca, oltre ai Progetti, possono presentare quelli che il Bando definisce “Studi e Ricerche“.

  • Riguardo la categoria Sviluppo del territorio, il focus di Edison Pulse è incentrato sulla filiera energetica e sugli impatti ambientali, economici e sociali che essa ha sul territorio di riferimento. La call è quindi finalizzata alla ricerca di:

Progetti di lungo periodo per l’ottimizzazione degli impatti di cui sopra, allo scopo di ridurre gli effetti negativi ed amplificare le opportunità per il territorio di riferimento, attraverso reti virtuose;
Studi e Ricerche relativi agli impatti delle attività della filiera energetica (elettricità e idrocarburi) in termini di effetti sia per l’ambiente che per il contesto socio-culturale di riferimento.

In questa categoria, le aree di interesse indicate dal Bando a titolo esemplificativo sono: impianti eolici, geotermici, fotovoltaici, etc; attività di esplorazione, produzione, trasporto e stoccaggio idrocarburi; efficienza energetica negli usi finali (industria, settore terziario, settore civile e residenziale).

  • La categoria Energia (Smart Grid) si concentra sui territori cosiddetti “off grid”, che utilizzano modalità di produzione e fruizione dell’energia inquinanti e molto costose: queste problematiche possono essere risolte con l’utilizzo di infrastrutture ICT e con il coinvolgimento del consumatore.

In questa categoria, quindi, Edison Pulse cerca studi e soluzioni progettuali che favoriscano l’accesso e la gestione di nuove forme di produzione, accumulo e consumo dell’energia, che siano sostenibili e prevedano iniziative di educazione e comunicazione sui temi dell’efficienza energetica.

Tra i requisiti dei progetti e degli studi/ricerche candidabili a Edison Pulse, il Bando evidenzia in particolare: innovazione e rilevanza; qualità del soggetto proponente e dei partner (rete); qualità ed efficacia delle soluzioni proposte; capacità di creare valore condiviso e stimolare la cooperazione; ricadute socio/culturali. Per i progetti, inoltre, saranno tenuti in considerazione gli aspetti relativi a: potenziale di scalabilità e replicabilità; fattibilità e sostenibilità.

Le proposte progettuali portanno essere presentate a partire dal 15 gennaio fino al 31 marzo 2015 attraverso la piattaforma on-line www.edisonpulse.it corredata di una presentazione in pdf di massimo 10 slide, un breve video di presentazione del team, una descrizione del progetto e della rete di partner con i relativi ruoli, statuto o atto costitutivo e curriculum vitae del referente del progetto.

Dopo la deadline del 31/03/2015, si apre la prima fase di votazione on-line da parte della community, che potrà esprimere le proprie preferenze fino al 30 aprile. Al termine delle votazioni on-line e fino al 22 maggio 2015, saranno aperte le valutazioni per scegliere i 10 finalisti, che avranno accesso alla seconda fase di Edison Pulse. Da questa prima fase di valutazione, nella quale gli esperti terranno conto anche delle votazioni della community, saranno quindi selezionati i 5 migliori progetti di ciascuna categoria.

La seconda fase del contest prevede un’ulteriore valutazione da parte della commissione di esperti, che sceglierà tra i 10 finalisti i migliori due per ciascuna delle categorie: i progetti selezionati saranno infine valutati dalla community, che attraverso una seconda votazione on-line sceglierà i vincitori (uno per categoria) che saranno proclamati il 18 novembre 2015.

I due vincitori di Edison Pulse 2015 avranno diritto ad un premio di 100.000 € (erogato in tre tranches di pari importo previa valutazione dello stato di avanzamento del progetto) e alla possibilità di usufruire, nel primo anno di avvio del progetto, di un percorso di accompagnamento da parte di un team di esperti di Edison, oltre all’opportunità di accedere ad eventi di networking e di beneficiare della visibilità e della comunicazione attraverso i canali Edison.

Per maggiori informazioni, per scaricare il Bando e per iscriversi a Edison Pulse: http://www.edisonpulse.it/

Napoli, 07/01/2015

Arch Grants Global Startup Competition: il contest internazionale per portare la tua startup a St. Louis

A partire dal 1° gennaio 2015 è possibile inviare la propria candidatura per partecipare al contest internazionale Arch Grants Global Startup Competition, organizzata dall’incubatore e venture capital statunitense con sede a St. Louis Arch Grants. Dal 2012, anno di inizio della sua attività, Arch Grants svolge la sua attività di sostegno e tutoraggio per startup innovative assegnando ai team selezionati grant da 50.000$ cash e percorsi di incubazione con esperti in materie legate all’imprenditorialità innovativa, con particolare riferimento ai business in fase early stage.

Per il 2015 Arch Grants ha previsto una Competition internazionale suddivisa in due tranche: a partire dal 1° gennaio è possibile candidarsi alla prima “tornata”, con deadline fissata per il 31 marzo 2015.
Le startup interessate a partecipare alla Arch Grants Global Startup Competition devono avere un progetto basato sulle tecnologie innovative, o su prodotti e servizi innovativi, con particolare preferenza per business scalabili e di potenziale impatto a livello internazionale.
Gli organizzatori del contest non prevedono particolari limitazioni riguardo ai settori di riferimento dei progetti, ma le aree in cui Arch Grants ha già finanziato startup in passato sono:

Information Technology
Hardware Technology
Consumer Products
Manufacturing
Fashion
Medical Devices
Bio-Technology
Ag-Tech / Clean-Tech
Social Ventures

Per partecipare, le startup dovranno inviare la propria candidatura attraverso la procedura di iscrizione on-line disponibile al seguente link: https://app2.pitchburner.com/s1/site//ArchGrants
Le startup dovranno allegare una serie di documenti, tra cui l’Executive Summary, il Pitch Deck e, in via opzionale, Video, Business Plan e referenze (questi ultimi documenti dovranno essere obbligatoriamente prodotti in caso di accesso alla fase finale).
Possono partecipare candidati che abbiano compiuto il 18° anno di età e che siano disponibili a stabilirsi a St. Louis almeno per un anno.

I team selezionati per l’accesso alla fase finale saranno invitati a presentare la propria startup ad un Pitch Day Finalist, che si svolgerà in tre appuntamenti: 3 marzo, 2 aprile e 7 maggio 2015.
Entro la metà di maggio saranno scelti i vincitori, che inizieranno il proprio percorso di incubazione a St. Louis il 18 giugno 2015.

Le startup vincitrici avranno diritto ad un grant di 50.000$ in contanti (no equity) e a un percorso di incubazione con servizi di metorship e tutoraggio nelle aree più importanti per un business in fase early stage (contabilità, consulenza legale, marketing & design, comunicazione, consulenza finanziaria e bancaria, consulenza tecnologica, risorse umane).
Inoltre, i team avranno accesso al network internazionale di Arch Grant composto da potenziali investitori, venture capitalist e business angel.

Per maggiori informazioni: http://archgrants.org/competition/

Napoli, 02/01/2015

Consigli alle startup: il punto di vista di un Angel Investor quando si tratta di valutare il pitch

Nel suo “Instigator Blog”, Ben Yoskovitz (VP Product di Codified, co-autore di “Lean Analytics” e Angel Investor in diverse startup) ha pubblicato un post nel quale descrive il suo approccio da investitore nei primi incontri con i founder di startup alla ricerca di finanziamenti: si tratta di un interessante punto di vista per aspiranti startupper che possono farsi un’idea di come ragiona un Angel Investor e di cosa cerca nel team e nel progetto quando deve decidere se investire il suo capitale.

Yoskovitz elenca dieci “domande-tipo” che è solito rivolgere ai founder di una startup:

1) Cosa ti spinge a portare avanti questo progetto?

Per Yoskovitz è di fondamentale importanza sapere quali sono le preoccupazioni e le motivazioni che spingono i founder di una startup: bisogna capire bene su cosa si poggia il lungo e spesso duro lavoro che comporta una startup early-stage.

2) Come sapete che il vostro prodotto/servizio risponde ai bisogni dei clienti? 

Yoskovitz è convinto che l’approccio Lean sia il migliore per una startup, per cui la validation è un aspetto chiave: per capire se i founder lo stanno applicando, gli si chiede se hanno già parlato con clienti ed utenti potenziali, se c’è una vision di riferimento e se alle spalle della vision c’è un piano strutturato per metterla in pratica.

3) Cosa ti tiene sveglio la notte?

Secondo la sua esperienza, Yoskovitz sa che c’è sempre qualcosa che spaventa gli imprenditori: in base alla risposta si può capire quali sono le priorità, se si è concentrati su ciò che è davvero importante. Inoltre, consente all’Angel Investor di “rompere il ghiaccio” e mettere le basi per una conversazione personale e “umana” con gli startupper.

4) Quali sono i prossimi step in programma?

Anche se è risaputo che nessun business plan sopravvive al primo contatto con il mercato, è comunque fondamentale che la startup abbia un piano strutturato dei prossimi step da implementare (di solito, si richiede un orizzonte temporale di 3/6 mesi dopo il finanziamento). Il piano deve essere costruito sulla base di una strategia logica e razionale, basata sui compiti e le sfide ordinati su scala prioritaria.

5) Chi saranno i prossimi ad essere assunti dalla vostra startup?

Nella maggior parte dei casi, una startup nelle primissime fasi di vita assumerà un talento tecnico. In casi più rari, alcune startup particolarmente lungimiranti possono scegliere di assumere un componente che si occupi del marketing o delle vendite. In ogni caso, è fondamentale per l’investitore sapere come si pensa di gestire le assunzioni, perché i costi per il personale sono sempre quelli più elevati per una startup ed è importante che i founder sappiano come gestirli.

6) Dove vedete i maggiori rischi per il vostro business?

Serve a capire se i neo-imprenditori hanno compreso a fondo le dinamiche relative al mercato di riferimento. Inoltre, questa domanda è essenziale per capire in che modo i founder intendono approcciarsi ai problemi: suona come “cosa hai intenzione di fare per affrontare i maggiori rischi del tuo business?”.

7) Chi sono i concorrenti?

Un investitore si trova ad ascoltare molti pitch, quasi sempre afferenti a settori diversi di mercato: è quindi indispensabile che i founder abbiano una profonda conoscenza del proprio mercato di riferimento e della concorrenza, per dare all’investitore tutte le informazioni utili per valutare la possibilità di concedere o meno il finanziamento. Inoltre, la startup deve dimostrare di avere almeno un elemento di differenziazione rispetto alla concorrenza: solo in questo caso l’Angel Investor potrà decidere di rischiare il proprio capitale.

8) Com’è la traction?

Naturalmente le startup in fase early stage avranno una traction piuttosto bassa, ma ciò non vuol dire che l’investitore non sia interessato ad approfondire l’argomento. Si tratta infatti di un aspetto molto importante per valutare se i founder hanno davvero capito a fondo la questione, e se sanno quali sono le metriche davvero importanti per la loro startup.

9) Perché stai chiedendo questo finanziamento?

Un Angel Investor vuole sapere a cosa serviranno i fondi da lui investiti, come verranno impiegati nel dettaglio: l’ideale sarebbe presentare un piano relativo ai 12 mesi successivi, per rassicurare l’investitore che sta rischiando il proprio capitale sui tempi in cui sarà possibile vedere eventuali progressi.

10) Come posso aiutarti in qualità di Angel Investor?

Con questa domanda Yoskovitz si riferisce al valore aggiunto che può offrire al team al di là del capitale investito: spesso, infatti, gli investor sono competenti in alcuni aspetti specifici del business e, in quanto tali, possono dare un aiuto esperto agli startupper.

Infine, esistono altri due aspetti fondamentali per un Angel Investor che valuta la possibilità di finanziare una startup: il team e il prodotto. Ogni startup dovrebbe assicurarsi di presentare questi due punti in maniera efficace al potenziale investitore, che ha bisogno di sapere su chi e su cosa sta rischiando il proprio capitale.

Per leggere il post originale: http://www.instigatorblog.com/10-questions-entrepreneurs-investing/2014/02/05/

Napoli, 30/12/2014

H-Camp Spring 2015: la call for startup è aperta fino al 15/02/2015

H-Camp Spring 2015 è la call for startup per accedere alla quinta edizione del programma di accelerazione internazionale offerto da H-Farm: è possibile candidare la propria startup fino al 15 febbraio 2015 compilando l’apposito form disponibile on-line al seguente link

https://www.f6s.com/h-campaccelerationprogrampoweredbyhfarmventures#/apply

H-Farm si appresta infatti ad aprire le porte alle migliori 10 startup italiane e internazionali in fase pre-seed, con un progetto imprenditoriale innovativo sorretto da una brillante idea e un team di imprenditori “visionari e determinati”.

La call for startup per l’edizione 2015 di H-Camp Spring è aperta a progetti innovativi di tutti i tipi, ma in particolare quelli con focus  su uno dei settori specificati dagli organizzatori:

Fashion & Design
Food & Wine
Travel & Tourism
Retail Experience (online e offline)
Internet of Things (smart home e connected cars)

I 10 progetti selezionati avranno accesso al programma di accelerazione internazionale per startup “all inclusive”, che comprende vitto, alloggio e l’accesso agli spazi di lavoro di H-Farm.

Il programma di accelerazione comprende attività di mentoring e networking, partecipazione ad eventi ad hoc, servizi tecnici e professionali per un valore complessivo di circa 70.000 €.

Inoltre, a ciascuno dei 10 team selezionati sarà riconosciuto un premio cash di 10.000 €.

Per maggiori informazioni: http://www.h-farmventures.com/

Napoli, 29/12/2015

Consigli per startup: la scelta dei co-founder per costruire un team vincente

Atish Davda (CEO di EquityZen) si occupa da diversi anni di startup e, in particolare, degli aspetti riguardanti la creazione di valore per tutti gli stakeholders di una nuova impresa: clienti, imprenditori, investitori. Di recente, il portale WeWork ha pubblicato un suo contributo incentrato al tema della creazione del miglior team per una startup di successo.

Il team dei founder di una startup è infatti un fattore chiave di successo, in quanto rappresenta la base di partenza per affrontare e risolvere tutti i piccoli e grandi intoppi che un nuovo progetto imprenditoriale si trova ad affrontare fin dall’inizio delle attività di business: nel suo post, Davda elenca alcuni dei punti fondamentali da tenere a mente quando si costituisce il team.

Prima di tutto, è fondamentale che una startup abbia un team costituito da più founder: secondo le statistiche, la maggior parte delle aziende di successo ha un team costituito da più talenti, in media 2,4. Ciò vuol dire che la ricerca di co-founder è un’attività fondamentale per costruire una startup.
Nelle fasi più difficili della vita aziendale, infatti, avere almeno un’altra persona su cui contare diventa indispensabile: lo sanno bene gli investitori, che preferiscono finanziare startup con un team di fondatori piuttosto che “solo founder”.

Una volta costituito il team, i founder devono avere ben chiaro che si tratta di una situazione simile a un matrimonio: creare e gestire una startup è un’attività che durerà nel tempo, per cui è importante scegliere co-founder che abbiano le stesse ispirazioni, aspettative, motivazioni e passione per il progetto. La scelta va quindi effettuata tenendo ben presente la condivisione e la compatibilità tra i componenti.

Dalla sua esperienza come founder, in particolare dalla ricerca dei co-founder per il progetto EquityZen, Davda ha ricavato una serie di aspetti a suo parere fondamentali, da tenere in attenta considerazione quando si cercano i componenti per il proprio team:

Determinazione: è probabilmente l’aspetto più importante per un co-founder, e secondo l’autore è uno dei maggiori segnali di intelligenza in una persona;

Commitment: bisogna capire se la persona sarà in grado di restare concentrata e mantenere gli impegni durante i periodi altalenanti che la startup dovrà affrontare;

Etica sul lavoro: strettamente legata all’aspetto precedente, indispensabile in una startup in cui bisogna essere pronti a lavorare anche di notte e nei weekend;

Umiltà: occorre scegliere compagni di viaggio in grado di rimboccarsi le maniche quando necessario;

Convinction: la scelta deve ricadere su individui che credono fermamente nella vision aziendale;

Fiducia: in un team di co-founder è fondamentale che le persone possano fidarsi l’una dell’altra;

Il “Salto di Fede”: la creazione di una startup richiede spesso il coraggio per affrontare quelli che Davda definisce veri e propri “Salti di Fede” e bisogna assicurarsi che i co-founder abbiano questo tipo di coraggio;

Affidabilità: bisogna scegliere un team composto da persone affidabili, di cui si possa essere certi che facciano ciò che hanno detto di fare;

Personal compatibility: i co-founder devono essere amici e condividere interessi anche al di fuori degli aspetti strettamente legati al business;

Rational compatibility: questo aspetto riguarda la compatibilità tra i componenti del team nel ragionare insieme per risolvere i problemi;

Technical compatibility: la compatibilità in questo senso riguarda gli aspetti tecnici, e la possibilità di delegare e scambiarsi le incombenze di lavoro;

Leadership;

Disponibilità all’apprendimento;

Principi: i co-founder devono agire nel rispetto delle regole e dei principi da un punto di vista legale, etico e morale;

Width & Depth Intelligence: i co-founder devono essere molto intelligenti, anche rispetto agli altri “candidati” presi in considerazione;

Audacia: si tratta di quella che Paul Graham definisce “cattiveria”, un aspetto che l’autore spiega con la capacità di “chiedere scusa ogni tanto, anziché chiedere permesso”;

Resolve: si tratta della capacità, di fronte a un errore, di rialzarsi e tornare a lavorare scrollandosi di dosso la frustazione per lo sbaglio compiuto;

Ispirazione;

Rispetto;

Network: bisogna fare attenzione a scegliere co-founder con reti di contatti professionali e personali compatibili;

Passione: non può essere trasmessa, né insegnata, ma è un aspetto innato e fondamentale per una startup;

Divertimento: lavorare con il proprio team deve essere piacevole e divertente per far funzionare una startup;

Invincibilità: con l’ultimo aspetto, Davda fornisce l’immagine di un team che si sente invincibile quando lavora in gruppo.

Per leggere l’articolo originale: https://www.wework.com/magazine/knowledge/can-build-incredible-founding-team/

Napoli, 23/12/2014

Consigli per startup: i 9 passi fondamentali per il successo di una nuova impresa

Laura Dornbush (AHA Strategic Partners), specializzata in Business and Personal Coaching, ha pubblicato attraverso LinkedIn un interessante contributo sul tema delle startup in cui elenca 9 passaggi critici da tenere in attenta considerazione per lanciare un’attività imprenditoriale di successo. Si tratta di un vero e proprio vademecum che i founder dovrebbero cercare di implementare passo dopo passo: vediamo più nel dettaglio i singoli step che lo compongono.

1) Smettere di mirare alla perfezione

La perfezione è soltanto un mito, non è la realtà: attendere che tutto sia perfetto serve solo a rallentare il momento della partenza. In più, bisogna sempre ricordare che “L’ottimo è nemico del bene“, vero più che mai anche quando si parla di startup e impresa.

2) Pianificare il successo

Per raggiungere il successo, in generale e a maggior ragione quando si tratta di startup, occorre prendersi tutto il tempo necessario per l’attività di pianificazione. i piani sono indispensabili per comprendere meglio il percorso da fare.
L’autrice cita in questo caso Benjamin Franklin: “Failing to plan is planning to fail“: quindi, non è possibile raggiungere la perfezione, ma è possibile e indispensabile costruire un piano solido per raggiungere il successo.

3) Fare le proprie ricerche

La ricerca è un aspetto imprescindibile per aspiranti imprenditori: amare ciò che si fa non basta, se non si conosce al meglio il settore, il mercato, tutto ciò che concerne il proprio business. La ricerca è un fattore chiave per capire se la strada che si sta scegliendo di percorrere con la propria startup è quella giusta.

Quindi, quando si sviluppa il business plan, è importante effettuare un’accurata attività di ricerca sul mercato di riferimento, sulla concorrenza, su prodotti e servizi complementari, etc. Infine, riguardo alla ricerca, non bisogna mai trascurare l’attività di documentazione dei risultati: si tratta infatti di dati e informazioni indispensabili sia per l’attuale pianificazione che per le future ricerche di cui la startup avrà bisogno nel corso degli anni.

4) Identificare i “core values”

Si tratta dei valori fondamentali della cultura aziendale, che rappresentano il cuore di qualsiasi attività e, in particolare, di una startup. Saranno indispensabili per affrontare eventuali crisi e periodi di stallo, per avvicinarsi ai clienti e costruire relazioni con loro, per scegliere le attività su cui concentrare il business.

In questo ambito Laura Dornbush consiglia ai founder di tenere sempre a mente che “si tratta di una maratona, non di uno sprint“: occorre lavorare in maniera continuativa per far sì che i clienti conoscano i valori dell’azienda e accrescano la loro fiducia, con la consapevolezza che i risultati arriveranno con il tempo.

5) Definire al meglio il target

La maggior parte delle startup sono convinte che il target di riferimento sia composto semplicemente da chi ha i soldi per comprare il loro prodotto/servizio: purtroppo, questo tipo di ragionamento porta a spendere male le risorse, attirando fasce errate di clientela e finendo per erodere i profitti.

L’autrice consiglia invece di prendere il tempo necessario per definire il target di mercato: partendo da aspetti demografici, occorre restringere sempre più il campo e identificare un target di clienti più possibile specifico. Si tratta infatti del modo migliore per assicurarsi di soddisfare al meglio i bisogni.

6) Trovare finanziamenti

Il sostegno finanziario, naturalmente, è indispensabile per una startup: spesso il rischio è quello di partire con una grande idea e un grande progetto, ma di arrivare a fine percorso senza i capitali necessari per il “salto” dalla fase di startup a quella di impresa consolidata.

Il primo passo che Laura Dornbush consiglia di fare è quello di impostare una rete di sostegno finanziario partendo da amici, famiglia, parenti e poi accedere alla banca. L’obiettivo deve essere quello di assicurarsi un flusso di cassa costante per svolgere le attività quotidiane, più un piccolo budget per eventuali spese impreviste.
Con il passare del tempo, la startup potrà poi avere accesso ad eventuali finanziamenti o prestiti.

7) Affidarsi all’outsourcing quando è possibile

Esternalizzare le attività è un passo indispensabile per assicurare il successo del business: una startup non può pensare di fare tutto da sola, anche perché alcune attività potrebbero togliere tempo prezioso per il core business.

Le aree che una startup dovrebbe esternalizzare sono, secondo l’autrice, soprattutto quelle relative agli aspetti contabili e amministrativi.

8) Assumere le persone migliori

La startup è fatta soprattutto delle persone che la compongono: ecco perché è importante assumere le persone migliori che ci si può permettere. Occorre quindi uscire, parlare con le persone, capire cosa sanno fare e come possono dare un contributo al progetto.

Inoltre, è importante guardare in maniera obiettiva le competenze dei componenti del team e assicurarsi di assumere persone che possono completarlo.

9) Creare una dashboard finanziaria

Molte aziende perdono soldi perché non hanno stabilito fin dall’inizio il proprio schema di riferimento per tenere sotto controllo gli aspetti finanziari del business: occorre invece creare la propria dashboard e aggiornarla in maniera precisa e puntuale nel tempo.

Secondo l’autrice, l’ideale sarebbe dedicare almeno 15 minuti all’aggiornamento settimanale della dashboard finanziaria della startup, per tenere sotto controllo gli aspetti fondamentali del business.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/9-critical-startup-steps-launch-your-dream-business-laura-dornbusch

Napoli, 22/12/2014

EGS Call for Project: in collaborazione con Mind The Bridge, opportunità di lavoro con la PA per startup e talenti

EGS – E-Globalservice SpA è una società specializzata nella gestione di servizi in outsourcing per la pubblica amministrazione in Italia: in collaborazione con Mind The Bridge, ha aperto una call for project destinata a startup e talenti innovativi per selezionare prodotti e servizi web adatti alle esigenze di comuni ed enti pubblici su scala nazionale.

La call for project si EGS si rivolge a web startup già in attività, con un prodotto/servizio funzionante adatto alla PA e un eccellente team. Possono presentare la propria candidatura anche talenti singoli, con esperienza precedente nel campo dello sviluppo di una piattaforma di e-procurement.

  • Le startup interessate a partecipare alla call possono inviare la propria candidatura on-line entro il 18 gennaio 2015 attraverso il form disponibile qui: https://www.f6s.com/e-globalservicescallforproject#/apply
    Oltre ai dati personali e di contatto, le startup dovranno offrire una panoramica generale della propria attività e del proprio progetto.
  • I singoli talenti, invece, possono candidarsi inviando il proprio curriculum vitae e una lettera motivazionale a egs@mindthebridge.org, indicando nella mail il link ad un progetto afferente al bando al quale si è lavorato e/o collaborato.

Dopo la chiusura della call, saranno selezionate le migliori startup che accederano al Boot Camp del 7 e 8 febbraio presso la sede di EGS a Verona: il Boot Camp consiste in un evento di due giorni a porte chiuse, durante il quale si susseguiranno momenti di mentorship e incontri one-to-one con gli esperti di Mind The Bridge e di EGS, finalizzati ad approfondire la conoscenza dei progetti e dei team proponenti.

A fine febbraio 2015 EGS e Mind The Bridge renderanno noti i nomi delle tre startup vincitrici, che inizieranno la propria collaborazione con EGS a partire dal secondo semestre del 2015. La collaborazione potrà sfociare in un’acquisizione, un’investimento o una partnership tra startup e società.
Inoltre, EGS si impegna a valutare possibilità di collaborazione con tutte le startup e i talenti che parteciperanno al Boot Camp.

 

Per maggiori informazioni sulla call: http://mindthebridge.org/egs-call-for-projects/

Per conoscere meglio le attività di E-Globalservice SpA: http://www.e-globalservice.it/site/

Per conoscere meglio le attività di Mind The Bridge: http://mindthebridge.org/

Napoli, 22/12/2014

Aperta la call per il programma INCENSe: nuove opportunità per startup europee nel settore Energia & Cleantech

Fino al 15 gennaio 2015 è possibile partecipare al contest lanciato per il programma INCENSe – INternet Cleantech ENablers Spark: il programma di incubazione dedicato al sostegno e al finanziamento di progetti con focus sull’innovazione e l’alta tecnologia nel settore energetico, coordinato da Enel SpA e cofinanziato dall’UE attraverso il Seventh Framework Programme.

Attualmente è stato pubblicato il primo dei due Bandi in programma, denominato Start Up Green, attraverso il quale saranno selezionate le migliori 14 imprese innovative nel settore della clean technology.
In particolare, i progetti dovranno prevedere lo sviluppo di innovazioni tecnologiche market-oriented che rendano il settore dell’energia più smart ed efficiente.

Le proposte progettuali ammissibili dovranno riguardare settori quali:

– Energy efficiency & Home automation;
– Energie rinnovabili;
– Renewable forecasting solutions;
– Smart Grids;
– Energy Storage;
– Advanced Diagnostic & Automation Solutions;
– E-mobility;
– Ciber Security;
– Digitalizzazione attraverso l’ICT.

Possono partecipare alla call Start Up Green startup e PMi o team di persone fisiche (composti da almeno due persone).
L’iscrizione on-line va effettuata a questo link http://www.fundingbox.com/p/incense/ entro il 15/01/2015.

Tra tutti progetti pervenuti, saranno selezionati i migliori 14 a livello europeo, in base ai seguenti criteri: potenziale di business, qualità e competenze del team, assetto strategico e utilizzo di tecnologie FIWARE.

Per le 14 startup vincitrici è previsto un premio consistente nella possibilità di accesso a contributi economici fino a 150.000 €, più un programma di incubazione della durata di 6 mesi personalizzato in base alle esigenze di ciascuna startup vincitrice. Inoltre, i vincitori potranno avere accesso a progetti e laboratori in Spagna (come Smart City Malaga), Danimarca (come Next Step City Living Lab) e Italia. Infine, le startup avranno la possibilità di incontrare angel investors e di accedere ai processi di selezione per ulteriori opportunità di investimento internazionali (tra cui Enel Lab e Accelerace).

Per maggiori informazioni: http://incense-accelerator.com/

Napoli, 19/12/2014

La nuova call di DesioLab: opportunità di formazione e coworking per 20 startup innovative e sostenibili

Fino al 31 dicembre 2014 è possibile partecipare alla call di DesioLab, per partecipare al percorso di accompagnamento imprenditoriale nello spazio coworking presso il Parco delle Culture a Desio (MB), nel quale lo scorso anno sono state ospitate 12 progetti innovativi che hanno potuto beneficiare del tutoraggio, della mentorship e della formazione offerta dallo staff di esperti di DesioLab con il supporto di Impact Hub Rovereto. Al termine del semestre di accompagnamento, le startup hanno l’opportunità di continuare ad usufruire degli spazi di coworking ancora per un anno.

La call di DesioLab è aperta a candidature singole o in team, presentata da cittadini maggiorenni domiciliati e residenti in territorio UE: i progetti dovranno essere caratterizzati da innovatività e attenzione alla sostenibilità ambientale; basati sui principi della condivisione e del sostegno reciproco; orientati allo sviluppo consapevole e al benessere degli individui e della collettività.

Per partecipare occorre compilare il form di iscrizione scaricabile all’indirizzo http://parcodelleculture.it/crea-la-tua-startup-con-desiolab/ e inviarlo all’indirizzo e-mail desiolab@parcodelleculture.it, entro le ore 23:59 del 31 dicembre 2014.

Tra tutti i progetti di startup pervenuti, saranno selezionati i migliori 20 aspiranti imprenditori (singoli o in team) che avranno accesso al percorso di accompagnamento di DesioLab. Il percorso prevede:

6 mesi di formazione incentrata sulla conoscenza degli strumenti utili per implementare e sviluppare la propria idea imprenditoriale;
– utilizzo della postazione di coworking per un periodo totale di 18 mesi (compresi i 6 mesi del percorso di formazione);
– accesso al network del “Parco delle Culture”.

Al termine dei 6 mesi di formazione, i progetti saranno oggetto di un’ulteriore valutazione per l’accesso ai successivi 12 mesi di coworking.

Napoli, 19/12/2014

Startup e ricerche di mercato: i consigli per capire fin da subito se il business avrà successo sul mercato

Entrepreneur ha pubblicato pochi giorni fa un estratto modificato dal libro “Start Your Own Business” (Entrepreneur Media Inc.), su come affrontare i primi tre anni da imprenditore alla guida di una startup e, in particolare, sul tema dell’importanza della ricerca di mercato: quest’ultima è infatti indispensabile per ottenere informazioni utili in tre aree critiche da studiare prima di lanciare il businessIndustry informationConsumer close-upCompetition close-up.

Anche quando si ha una grande idea per un prodotto/servizio innovativo, occorre infatti fermarsi e cercare di determinare se davvero esiste un mercato per tale prodotto/servizio:è necessario, quindi, condurre una ricerca di mercato.
Spesso, purtroppo, i neo-imprenditori pensano di poter bypassare questo passaggio cruciale per il product development perché pensano che il loro prodotto/servizio sia perfetto così com’è, e non vogliono sentire pareri negativi dai potenziali clienti. Altre volte, invece, sono spaventati dai costi che la ricerca di mercato può comportare.

Questo approccio, però, è decisamente sbagliato e pericoloso per la startup: non fare la ricerca di mercato può equivalere ad una condanna a morte per l’azienda. La ricerca di mercato va invece considerata come un investimento per il futuro: fare le eventuali necessarie modifiche al prodotto/servizio fin da subito consente alla startup di risparmiare denaro nel lungo periodo.

Una ricerca di mercato è essenzialmente un modo per raccogliere informazioni da utilizzare per risolvere o evitare problemi di marketing: una buona ricerca di mercato, quindi, consente di avere a disposizione i dati necessari per sviluppare un piano di marketing adatto alle esigenze della startup.
Grazie alla ricerca di mercato, la startup può identificare i segmenti specifici del mercato che desidera raggiungere e creare un’identità di prodotto/servizio che la differenzi dai concorrenti. Inoltre, la ricerca di mercato può aiutare i founder a scegliere la migliore area geografica per il lancio del nuovo business.

Come accennato, una buona ricerca di mercato dovrebbe fornire informazioni su tre aree critiche:

1) Industry information

Si tratta di informazioni sui trend più recenti nel settore di riferimento: in quest’area, una ricerca di mercato ha lo scopo di confrontare le statistiche e i dati sulla crescita del settore; identificare quali aree sembrano essere in espansione e quali in declino; capire se ci sono nuove tipologie di clienti; verificare se ci sono sviluppi tecnologici che stanno interessando il settore e capire se è possibile utilizzarli a proprio vantaggio. L’aspetto più importante da tenere in considerazione è verificare l’esistenza di una fiorente industria nel settore: non bisogna mai rischiare di avviare una startup in un settore del mercato che è in declino.

2) Consumer close-up

Per quanto riguarda i clienti, la ricerca dovrebbe iniziare con un’accurata indagine di mercato, che sia in grado di offrire i dati necessari per fare delle previsioni di vendita ragionevoli. Per un’indagine di mercato di questo tipo, il primo passo è quello di determinare i limiti (o confini fisici) dell’area di mercato in cui il business esiste. A questo punto sarà possibile studiare le caratteristiche di spesa della popolazione afferente quell’area.
La ricerca di mercato per le informazioni sui clienti dovrà fornire dati utili a stimare il potere d’acquisto della popolazione (in base ad elementi quali il reddito pro-capite, il livello medio di reddito, il tasso di disoccupazione e altri fattori demografici) e l’attuale volume di vendita per quella specifica tipologia di prodotto/servizio.
Sarà quindi possibile, sulla base di tali informazioni, stimare in maniera ragionevole il volume di vendita che la startup può ottenere.

3) Competition close-up

Grazie ai dati ottenuti dalle due precedenti aree critiche, la startup può a questo punto proseguire la ricerca di mercato avendo a disposizione un quadro più chiaro della concorrenza: non bisogna mai sottovalutare il numero di concorrenti, né tantomeno dimenticare di tenere in considerazione sia la concorrenza attuale che eventuali potenziali futuri concorrenti.
In questa parte della ricerca occorre esaminare i concorrenti in scala locale e, se necessario, nazionale, studiando le loro strategie e attività. L’analisi deve fornire alla startup un quadro completo delle potenziali minacce, debolezze, punti di forza e di debolezza del nuovo business.
Inoltre, è fondamentale cercare di capire quali sono i trend del settore per identificare vantaggi ed opportunità del business, per capire se la startup potrà avere in futuro un percorso di successo.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/240164

Napoli, 18/12/2014

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