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Tag: idea

35K e 4 mesi di accelerazione a San Francisco: fino al 1° settembre, la call for startup di Momentum

Momentum è un acceleratore e un fondo seed-stage specializzato in startup del settore mobile, con sede a San Francisco, che propone ogni anno due programmi di accelerazione (Summer e Winter).
Fino al 1° settembre 2015, è aperta la call per l’accesso al prossimo programma invernale, che si svolgerà tra ottobre 2015 e febbraio 2016.

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In ciascuna delle startup selezionate, Momentum investe 35.000$ a fronte del 5% di Equity, oltre ad offrire la possibilità di investimenti aggiuntivi al termine del percorso di accelerazione.
In caso di accesso al programma, i founder (e, se possibile, l’intero team) dovranno partecipare assiduamente ed attivamente agli eventi e alle sessioni di mentorship settimanali previste: per questo motivo è necessario trasferirsi a San Francisco per la durata del percorso di accelerazione (per startup non statunitensi è prevista assistenza per ricevere il visto).

Momentum si rivolge, come accennato, a startup del settore mobile preferibilmente già in possesso di un prodotto e dei primi clienti. Le startup devono essere fondate da team con ottime abilità tecniche ed esperienza nel settore, portatori di idee con potenziale di crescita a livello internazionale.

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Le candidature possono essere inviate entro il 1° settembre 2015 attraverso il form disponibile qui: https://www.f6s.com/momentummobileaccelerator2015batch4/apply

Per maggiori informazioni, il sito web di Momentum è disponibile a questo link: http://momentum.vc/

Napoli, 24/08/2015

Crucial Conversations e Meeting in azienda: come avere delle conversazioni produttive

Odile Faludi è consulente in materia di Business Development, specializzata nella costruzione di relazioni e di “Crucial Conversations”, e quindi sull’importanza delle conversazioni e dello scambio di opinioni ed informazioni in azienda. Recentemente ha pubblicato un post su LinkedIn in cui raccoglie una serie di spunti e consigli interessanti per startupper e imprenditori alle prese con meeting aziendali e con le conversazioni che si svolgono durante questi incontri.

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Un meeting produttivo è sempre apprezzato dai partecipanti: a nessuno piace perdere tempo prezioso, soprattutto nel mondo del business. Quando un meeting è produttivo si creano conversazioni utili, che portano informazioni e apprendimento ai presenti, ma questo dipende in larga parte dalle capacità di leadership di chi gestisce l’incontro.

Per prima cosa, un buon manager deve dare sempre il buon esempio: arrivare puntuale alle riunioni, scegliere con cura le parole giuste, mostrarsi sensibile e disponibile alle esigenze delle persone, essere cortese. Altro atteggiamento che un buon manager deve avere è quello di utilizzare le lodi al posto delle critiche: un atteggiamento costruttivo con i dipendenti e gli altri membri del team è decisamente più utile e produttivo di un atteggiamento accusatorio e denigratorio.

Ancora, quando si partecipa ad un meeting è importante che l’atmosfera sia rilassata: i presenti devono essere tranquilli, un meeting aziendale non deve trasformarsi in una “tortura” da sopportare. Quando il meeting diventa un momento sgradito viene infatti a mancare la componente fondamentale di apprendimento e di passaggio delle informazioni, ed è difficile riuscire a cooperare e a condividere le conoscenze tra i membri del team.

Chi gestisce e coordina un meeting in azienda deve impostare l’incontro con il giusto tono, garantendo che le conversazioni si svolgano con le seguenti caratteristiche:

1. Motivazione ad agire, che si distingue dal semplice scambio di opinioni;
2. Offrire ai presenti un’opportunità per contribuire con il proprio talento e le proprie conoscenze allo sviluppo dell’azienda;
3. Consentire al gruppo di trovare un modo per realizzare step e obiettivi;
4. Creare un’occasione di prosperità e crescita per i partecipanti;
5. Dar modo alle persone di esprimere le proprie preoccupazioni ed esigenze individuali;
6. Costruire relazioni forti e dare occasione ai nuovi arrivati di entrare a far parte del team (il vero leader sa essere un catalizzatore);
7. Il processo decisionale deve essere caratterizzato da equità;
8. Incoraggiare tutti, nel corso del meeting, ad esternare pareri e idee e a condividere le conoscenze;
9. Evitare metodi di insegnamento poco chiari, nebulosi, in contrasto con il messaggio che si vuole effettivamente trasmettere;
10. Credere davvero a ciò che si sta dicendo… Altrimenti come si può pensare che ci credano gli altri? A tal proposito, è fondamentale ricordare che la resistenza all’ascolto dei partecipanti risulta nella maggior parte dei casi da scarsa fiducia.
11. Anche quando c’è fiducia occorre mantenere alta la motivazione e accogliere eventuali feedback negativi da parte del team.
12. Non far sentire gli altri partecipanti come dei semplici spettatori, bensì come dei protagonisti.
13. Aiutare gli altri a capire e a sostenere un nuovo punto di vista: per raggiungere questo risultato è importante riuscire ad innescare le emozioni. La natura umana è capace di comprendere più con il sentimento che con la ragione.
14. Utilizziamo lo storytelling e le vere esperienze di vita per spiegare le situazioni: si tratta di allontanarsi da una postura da “lezione” per prendere quella da supporto ed incoraggiamento. Per farlo, occorre essere in grado di rispondere a domande come “Ne vale la pena?” o “Posso farlo davvero?”.
15. Riconoscere i successi e mantenere alto il morale e la fiducia.

Il risultato deve essere che, alla fine del meeting, il team deve sentirsi sicuro e consapevole di aver fatto un passo avanti.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/running-your-business-odile-faludi

Napoli, 07/08/2015

Da startup ad azienda globale: consigli utili per il processo di internazionalizzazione

Johan Botes è founder di Consilia, startup sudafricana nata nel 2012 che si occupa di consulenza ERP che ad oggi conta diverse filiali nel Regno Unito, in Medio Oriente e in Australia. Per il prossimo anno, inoltre, l’azienda ha in programma di espandersi negli Stati Uniti: nel corso degli ultimi tre anni, quindi, il business è decisamente cresciuto a livello globale.

Attraverso un post pubblicato su Ventureburns, Botes racconta la sua esperienza con Consilia e offre ai lettori alcuni preziosi consigli che riguardano il tema dell’internazionalizzazione del business: vediamo più da vicino le “5 lezioni” che l’autore elenca nel suo articolo. 

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1) Ritagliarsi una nicchia di mercato

Alcuni anni fa, Botes si è reso conto che il mercato sudafricano stava iniziando a diventare saturo di consulenti SAP, mentre cresceva la domanda di competenze ERP che, invece, scarseggiavano. L’ipotesi fatta dall’autore fu quella secondo cui le competenze ERP erano scarse non soltanto nel suo Paese, ma anche in altri Paesi del mondo: aveva trovato una nicchia di mercato in cui inserire il suo business, e si trattava di un mercato potenzialmente internazionale.

2) La tecnologia c’è, quindi è bene utilizzarla

Negli ultimi anni, si sono sviluppate e diffuse in maniera capillare tecnologie come la banda larga e il cloud computing: oggi è semplice gestire un’azienda semplicemente dal proprio notebook o smartphone, e il giusto provider è in grado di supportare qualsiasi infrastruttura di business.

Lo sviluppo a livello globale delle Internet Solutions rappresenta un’opportunità relativamente semplice e conveniente per aprire una filiale in qualsiasi zona del mondo, senza la necessità di ingenti investimenti in tecnologia.

3) Costruire la giusta cultura

Le persone sono la chiave del successo di qualsiasi business, a maggior ragione nel settore della consulenza: è necessario capire bene quali sono le skills e le competenze necessarie a far crescere la vostra startup, e ancora più importante è trovare le persone giuste per implementare la cultura aziendale.

Consilia, ad esempio, ha stabilito una politica di assunzione incentrata su giovani laureati, flessibili, motivati e veloci nell’apprendimento, che siano in grado di lavorare anche all’estero in maniera indipendente.

4) Sostenere il team

Assumere persone indipendenti e flessibili non significa lasciarli completamente “abbandonati a sé stessi”: in un ambiente di lavoro globale è necessario avere delle strutture per la formazione, il tutoraggio, la motivazione e la gestione del personale che funzionino al meglio.

Inoltre, è importante andare incontro a chi si trova in un momento di difficoltà: ad esempio, prevedendo un periodo di rientro a casa se si sta lavorando da un po’ all’estero.

5) Definire con attenzione il mercato di riferimento

Esportare le skills può essere un business complesso e rischioso: per questo motivo, è fondamentale fare un’attenta due diligence su ogni potenziale mercato, analizzando la domanda e le esigenze di mercato, le possibilità di adattamento culturale, i requisiti normativi, la lingua ed altre eventuali “barriere”.

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In conclusione, Johan Botes si dice convinto che il successo internazionale di un business nasce dai prodotti, dalle persone e dalle infrastrutture: la sfida sta nel trovare il giusto mix di questi tre elementi, senza dover ricorrere ad enormi investimenti di capitale.

Il post originale è disponibile qui: http://ventureburn.com/2015/08/5-lessons-on-globalising-your-self-funded-business/

Napoli, 06/08/2015

Startup Tips: come superare le 9 zone d’ombra che possono sabotare il business

Di recente il portale Entrepreneur ha pubblicato un post firmato da Sangeeta Bharadwaj Badal, ricercatore presso Gallup e co-autore del libro “Entrepreneurial StrengthsFinder”, dedicato a quelli che l’autrice definisce “Blind Sposts”, zone d’ombra, che possono sabotare silenziosamente imprese e startup alle prese con le sfide da affrontare nelle attività quotidiane di business.

Spesso gli startupper e gli imprenditori possono infatti farsi prendere da visioni auto-limitanti, paure, insicurezze, eccessi di fiducia nelle proprie capacità, miopia imprenditoriale: nel suo articolo, Sangeeta Bharadwaj Badal ne elenca nove, e per ciascuno di essi offre ai lettori un consiglio per affrontarli e superarli.

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1) Focus eccessivo sul profitto e la redditività

Fare soldi è l’obiettivo primario di tutti i business, ma se l’orientamento al profitto diventa un’ossessione le relazioni con i clienti possono essere danneggiate. Inoltre, in una cultura aziendale che mette i profitti al primo posto, i dipendenti lavorano sotto una grande pressione, cercando di massimizzare le entrate perdendo di vista gli aspetti fondamentali della customer experience.

Il consiglio, in questo caso, è quello di non perdere mai di vista l’elemento umano nella attività di business: quando si prendono delle decisioni si deve sempre tenere in considerazione l’aspetto relativo alle aspettative e ai bisogni della clientela.

2) Overconfidence

La fiducia è fondamentale nel processo di crescita di un’impresa, ma quando è eccessiva può fare male al business: l’overconfidence porta l’imprenditore a sottovalutare la complessità delle situazioni, e ad investire troppe risorse nel perseguimento di un progetto senza tenere in giusta considerazione la concorrenza.

Per evitare i problemi di eccessiva fiducia, bisogna fare attenzione alla “speed trap”: quando ci si ritrova di fronte ad un’opportunità che non è facile cogliere, è importante rallentare, fermarsi a valutare tutte le ipotesi ed opzioni prima di decidere se e come agire.

3) Unfocused creativity

La curiosità intellettuale stimola la crescite, ma avere troppo idee può essere controproducente: la mancanza di un focus ben definito può portare l’impresa a lanciare più iniziative contemporaneamente, perdendo di vista il core business e confondendo il team.

Per questo motivo, il suggerimento è quello di selezionare le idee che possono davvero ottimizzare il business e offrire valore aggiunto ai clienti.

4) Smania di controllo

Spesso il founder di una startup si trova a dover svolgere diverse attività in contemporanea. Ma, quando l’impresa inizia a crescere, la loro smania di controllo gli impedisce di concentrarsi sulle attività che accrescono davvero il valore dell’azienda.

Il consiglio, in questo caso, è quello di accrescere il team: assumere, formare e delegare la responsabilità agli altri membri è la soluzione.

5) Delegazione inefficace

Delegare i compiti e le responsabilità, quindi, è la chiave per la crescita: ma implementare efficacemente il processo di delega può rivelarsi un compito difficile da realizzare. Spesso gli imprenditori commettono degli errori nel delegare, rischiando degli errori costosi.

E’ fondamentale, quando si sceglie di delegare, individuare la persona giusta per un compito specifico e dare a quest’ultima tutte le informazioni, in maniera chiara e precisa. Delegare richiede inoltre una buona dosa di pazienza: per sviluppare le competenze di un team sono necessari tempo e impegno.

6) Impegno esagerato su determinate attività

Quando uno startupper o un imprenditore sono caratterizzati da forte tenacia e perseveranza, possono avere la tendenza ad attaccarsi a strategie fallimentari, anche se i risultati ottenuti sono al di sotto delle aspettative.

Per evitare questo problema, è importante stabilire delle milestone specifiche per valutare i progressi ottenuti: inoltre, qualora si riveli necessario, è fondamentale essere pronti a cambiare rotta e modificare strategie e programmi.

7) Miopia imprenditoriale

Molto spesso i founder di una startup si innamorano della propria idea o del proprio prodotto: l’attaccamento e la passione non gli consentono di vedere eventuali problemi e difetti.

La capacità di valutazione oggettiva della realtà e del mercato rappresenta un requisito fondamentale per uno startupper, e può essere utile circondarsi di collaboratori e consulenti capaci di valutare in maniera obiettiva la situazione.

8) Network inefficace

Un network personale solido e diversificato è di fondamentale importanza per la crescita del business, ma a volte gli imprenditori non sono capaci di costruire una rete efficace, o di accrescerla in maniera adeguata di fronte ad evoluzioni e cambiamenti del mercato.

Per costruire il proprio “social quotient” occorre impostare la giusta strategia, senza dimenticare di aggiornare e modellare il network al cambiare delle esigenze.

9) Conferma delle proprie convinzioni

Gli imprenditori di successo hanno un’immagine di sé molto positiva, che li porta a privilegiare input ed informazioni che confermino le loro credenze ed opinioni, tralasciando quelli che invece contraddicono il loro punto di vista: si tratta di un vero e proprio pregiudizio, che interferisce nel processo decisionale.

Per evitare questo meccanismo è utile interagire con chi ha punti di vista differenti, consentendogli di criticare idee e concetti per osservare in maniera più realistica la situazione.

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In chiusura, Sangeeta Bharadwaj Badal riconosce la difficoltà nel cambiare il proprio comportamento: allo stesso tempo, però, sapere quali sono gli aspetti su cui intervenire rappresenta un buon punto di partenza. Una volta capito quali sono i propri punti di forza e di debolezza, è possibile impegnarsi e lavorarci su. Il consiglio finale è quello di imparare a nutrire e rafforzare i punti di forza, nutrendo gli aspetti positivi: a questo punto sarà più semplice trovare le strategie migliori per gestire i punti di debolezza.

Accrescere gli aspetti positivi e imparare a modificare quelli negativi è una strategia impagabile per migliorare il proprio business, influenzandone in senso positivo la crescita e la sostenibilità.

Il post originale è disponibile qui: http://www.entrepreneur.com/article/240190

Napoli, 06/08/2015

In partenza lo StartupBus: 72 ore di viaggio in Europa per ideare la tua startup

Riparte con la sua terza edizione la competition europea StartupBus, con un viaggio attraverso l’Europa per ideare, sviluppare e lanciare una startup in 72 ore: sono 6 i bus che affronteranno il viaggio, partendo da altrettanti Paesi (Italia, Germania, Spagna, Inghilterra, Estonia e Belgio), per incontrarsi all’evento finale previsto a Colonia il 3 settembre 2015.

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Il percorso dedicato agli startupper italiani inizia il 29 agosto a Bologna, per fare poi tappa a Milano: il viaggio prosegue toccando la sede di Impact Hub a Zurigo (Svizzera) il 30 agosto, Amsterdam e Aachen (Olanda e Germania) il 31 agosto, Colonia (Germania) dove arriverà il 1 settembre e resterà fino alla finale prevista giovedì 3.

Le tre giornate di Colonia saranno incentrate sul Pirate Summit, evento finale internazionale cui avranno accesso gratuito i vincitori della competition StartupBus.

Saranno 25 i buspreneur selezionati per accedere allo StartupBus italiano, scelti tra coloro che avranno presentato la propria candidatura on-line entro il 26 agosto 2015 compilando il form disponibile a questo link: https://www.f6s.com/startupbusitaly2015/apply

In particolare, il team di StartupBus Italia è alla ricerca di sviluppatori, designer e figure con competenze in materia di business.

Durante le tappe previste dal percorso dello StartupBus, gli aspiranti startupper avranno l’opportunità di incontrare mentor, esperti, imprenditori di successo e personalità di spicco dell’ecosistema imprenditoriale locale.
Per maggiori informazioni, il sito web è disponibile qui: http://europe.startupbus.com/buses/italy-2015/

Napoli, 05/08/2015

Consigli per startup e imprese: riconoscere e gestire il cambiamento per avere successo nel business

Martin Zwilling è un veterano nel mondo delle startup: mentor, executive, blogger, Angel Investor ha collaborato con testate internazionali quali Forbes, HBR, Huffington Post. Di recente, il portale Examiner ha pubblicato un suo contributo intitolato “How To Be An Entrepreneur Who Can See Around Corners”, nel quale raccoglie alcuni spunti interessanti per startupper che vogliono provare a diventare imprenditori capaci di intravedere prima di tutti le opportunità ed i cambiamenti in atto e trasformarli in grandi opportunità di business.

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La capacità di intravedere, adattarsi e sfruttare a proprio favore il cambiamento sta diventando una caratteristica imprescindibile per la crescita e la sopravvivenza di startup e aziende: i migliori imprenditori sono proprio coloro che sono in grado di cogliere le opportunità nascoste nel cambiamento prima di tutti gli altri. Si tratta di una capacità spesso innata, ma che secondo Zwilling può essere appresa lavorando su alcune skills di base.

In particolare, l’autore si sofferma su cinque skills fondamentali, elencate dal libro “The Attacker’s Advantage” di Ram Charan:

1) Stare sempre all’erta, percependo i segnali ed il significato del cambiamento.

Tecnicamente, questa skill è definita “perceptual acuity”, acutezza percettiva. Gli imprenditori e gli startupper migliori si impegnano ad analizzare regolarmente con un gruppo eterogeneo di esperti le proprie percezioni e idee, cercando di recepire i cambiamenti imminenti in ambienti eterogenei per capire come sfruttare le nuove opportunità di crescita.

2) Avere un mind-set focalizzato sulla capacità di scorgere le opportunità nell’incertezza.

L’incertezza va vista come un invito a passare all’attacco: gli imprenditori devono essere sempre pronti a trovare un nuovo posto per il loro business, quando il paesaggio sta cambiando. Non bisogna mettersi sulla difensiva, anzi è opportuno accettare la realtà e capire che a volte intestardirsi sulle proprie idee può essere un ostacolo sulla strada che in realtà sarebbe più promettente.

3) Capacità di vedere un nuovo percorso davanti a sé, e di impegnarsi a seguirlo.

Gli imprenditori di successo sanno che non bisogna aspettare che tutti siano concordi sulla vision che il business deve raggiungere e perseguire: un leader deve avere il coraggio delle proprie convinzioni. La strada giusta passa attraverso la tenacia nel seguire le nuove opportunità, individuare gli ostacoli, trovare il modo migliore per affrontarli e superarli.

4) Capacità di adattamento nella gestione della transizione verso il nuovo percorso.

Startupper e imprenditori devono riuscire a mantenersi in contatto con le realtà esterne e interne all’azienda, per sapere quando è il momento giusto per accelerare, quando spostare il focus da breve a lungo termine, senza mai perdere di vista il flusso di cassa e i debiti. Inoltre, l’azienda deve stabilire e rispettare le milestones prefissate, per mantenere la credibilità rispetto agli investitori e agli stakeholders.

5) Abilità nel rendere l’azienda agile e flessibile.

Nessun leader aziendale può guidare con successo la propria organizzazione nel cambiamento, se non è in grado di mantenere a lungo le risorse-chiave all’interno del team. Le risorse-chiave sono le persone capaci di mantenersi agili, flessibili, riuscendo ad interagire e costruire in tempo reale le relazioni con l’esterno. Esse sono, inoltre, in grado di fisare le priorità, hanno capacità di decision-making, sanno muoversi nelle attività di funding e nelle attività di misurazione e monitoraggio delle metriche.

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Un esempio di imprenditore in grado di guidare l’azienda attraverso il cambiamento è Steve Jobs: ma si tratta di poche eccezioni. Nella realtà di tutti i giorni, la maggioranza di imprenditori e startupper si lasciano sopraffare dalle pressioni quotidiane e perdono di vista la strada giusta. Ecco perchè Zwilling è convinto che tutti gli imprenditori ed aspiranti tali dovrebbero lavorare per sviluppare la propria “perceptual acuity”: di seguito, un elenco di consigli pratici da mettere in atto per iniziare.

Riservare 10 minuti di ciascun meeting settimanale del personale per lavorare sull’argomento;
Raccogliere feedback e punti di vista contrari al nostro da persone di cui abbiamo fiducia e rispetto, ed utilizzarli come spunto di riflessione;
Analizzare il passato alla ricerca di segnali di cambiamento di cui non ci siamo resi conto in tempo;
Aggiornare regolarmente la vostra “mappa mentale dei cambiamenti chiave” in diversi settori;
Valutare che impatto potrebbero avere sul mercato un’invenzione, un brevetto, una nuova normativa;
Utilizzare gli outsider, per moltiplicare la capacità di rompere schemi e modelli;
 Studiare la scena social, alla ricerca di nuovi comportamenti e tendenze tra i consumatori;
Informarsi attraverso tutti i media possibili, sia online che offline.

Per leggere il post originale: http://www.examiner.com/article/how-to-be-an-entrepreneur-who-can-see-around-corners

Napoli, 05/08/2015

Buildit: 3 mesi di accelerazione in Estonia e fino a 25K per le startup selezionate

Buildit è un acceleratore per startup con focus su physical devices, in particolare nei settori hardware, industrie creative e health-tech. La sede di Buildit è in Estonia, a Tartu, ed è attualmente aperta la call per accedere al prossimo programma di accelerazione che si svolgerà tra settembre e dicembre 2015.

Le application sono aperte fino al 14 agosto 2015, ed è possibile candidarsi al seguente link: https://www.f6s.com/builditaccelerator

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Il programma per startup di Buildit ha una durata trimestrale (13 settimane) e offre un percorso di mentorship particolarmente incentrato su tematiche quali manifacturing, marketing & sales, business development. Le startup selezionate per l’accesso a Buildit avranno l’opportunità di entrare in contatto con un network di potenziali partner ed investitori localizzati in Europa ed Asia.

Ciascuna delle startup avrà diritto ad un investimento iniziale fino a 25.000€ (a fronte della cessione in Equity per un valore compreso tra il 3 e il 12%) e all’accesso per l’intero trimestre a spazi di lavoro attrezzati all’interno dell’acceleratore.

I team delle startup selezionate dovranno assicurare la presenza per i tre mesi del programma di accelerazione in Estonia, e lavorare a tempo pieno negli office space per assicurare la crescita rapida dei progetti di impresa.

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Per maggiori informazioni, il link di riferimento è: http://buildit.ee/

Napoli, 04/08/2015

Credito d’imposta per R&S: i dettagli e le informazioni sul Bonus Ricerca per startup e imprese

Diventa pienamente operativo, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 174 del 29 luglio 2015) del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 27 maggio 2015, il Credito d’imposta per attività in Ricerca & Sviluppo.

Per spiegare nel dettaglio le modalità di fruizione e il funzionamento dell’agevolazione, lo scorso 28 febbraio la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato una Circolare di chiarimento relativa alla nuova versione del cosiddetto “Bonus Ricerca”, o credito d’imposta per attività in R&S.
Previsto dalla Legge di Stabilità 2015, il Bonus Ricerca è un’agevolazione aperta a tutte le imprese italiane (indipendentemente dalle dimensioni, dal fatturato, dalla forma societaria) che effettueranno, nei periodi di imposta dal 2015 al 2019, spese per attività di R&S per un ammontare annuo pari ad almeno 30.000 €.

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Bonus Ricerche: credito d’imposta per R&S

 

Come abbiamo visto qualche tempo fa, in questo post del nostro blog, il Credito di imposta previsto dalla Legge di Stabilità 2015 modifica sostanzialmente la precedente versione prevista da Destinazione Italia: il bonus è infatti destinato a tutti i titolari di reddito di impresa, senza vincoli di alcun tipo, mentre in precedenza era riservato ad imprese con un fatturato annuo inferiore a 500.000 €.

Inoltre, il nuovo Credito di imposta per attività di R&S si differenzia dal precedente per quanto riguarda la decorrenza: in precedenza, il limite temporale era infatti fissato al 31 dicembre 2016, mentre oggi è possibile beneficiare del bonus per investimenti in attività di R&S effettuati nei periodi d’imposta dal 2015 al 2019.

Ancora, il Bonus Ricerca funziona su basi di automaticità: non sono previste istanze telematiche per richiederlo e i controlli vengono effettuati esclusivamente ex post.
Il Bonus Ricerca, inoltre, non rientra nella natura degli Aiuti di Stato ai sensi della normativa comunitaria, pertanto non richiede l’approvazione della Commissione Europea.

Novità sostanziale del nuovo Credito d’imposta per attività di R&S è la maggiorazione premiale prevista per attività di R&S svolte attraverso il ricorso a contratti di ricerca, con università, enti, imprese e startup. Tale premialità è prevista anche per le attività di R&S svolte da personale altamente qualificato.
Secondo la Legge di Stabilità, tale premialità consiste nell’aumento dell’aliquota per il calcolo del credito, che passa dal 25% al 50% al ricorrere delle due situazioni sopra citate.

Il Credito d’imposta per attività in R&S può quindi essere ottenuto da qualsiasi impresa in Italia, a prescindere dalle dimensioni e dalla forma societaria, nel rispetto dei seguenti limiti:

Limite minimo di spesa: 30.000 € annui;
Limite massimo di credito: 5 milioni € annui.

Le attività di R&S considerate ammissibili sono, ad esempio, quelle relative a lavori sperimentali o teorici di “ricerca fondamentale”; ricerca pianificata e indagini critiche per acquisire nuove conoscenze da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi (o migliorare prodotti, processi e servizi già esistenti); acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti per piani, progetti o disegni di nuovi prodotti, processi o servizi (o per il miglioramento di quelli esistenti).

Riguardo, invece, alle spese ammissibili per la determinazione del Credito d’imposta ricordiamo:

1) personale altamente qualificato impiegato nelle attività di R&S;
2) quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti ed attrezzature di laboratorio;
3) spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, enti di ricerca, organismi equiparati, altre imprese, startup innovative;
4) competenze tecniche e privative industriali.

COME SI CALCOLA L’AMMONTARE DEL BONUS

Tornando alla Circolare del 28 febbraio 2015, particolarmente rilevanti sono i chiarimenti sulle modalità di determinazione del bonus: bisogna infatti calcolare la spesa incrementale, partendo dalla media degli investimenti in R&S effettuati nei tre periodi di imposta precedenti.
Per le nuove imprese, in attività da meno di tre anni, la media va calcolata sull’intero periodo a partire dalla costituzione.

Tale media va confrontata con il totale degli investimenti in R&S realizzati nel periodo di imposta per il quale si intende beneficiare del Bonus Ricerca: da questo confronto si ottiene la spesa incrementale.
La spesa incrementale, infine, va moltiplicata per l’aliquota di riferimento: in generale, il 25%, se incorrono i due casi precedentemente segnalati l’aliquota da considerare è invece pari al 50%.

Per maggiori informazioni e dettagli, la Circolare del 28 febbraio 2015 è scaricabile in formato PDF al seguente link: http://www.fondazionenazionalecommercialisti.it/node/739

Napoli, 05/03/2015

Startup Tips: 7 falsi miti da sfatare per affrontare il processo di crescita del tuo business

Ci sono alcuni falsi miti, particolarmente diffusi, che possono arrestare il percorso di crescita di una startup: in un recente articolo pubblicato da Entrepreneur, Fredrik Nilsson (General Manager di Axis Communication) ne elenca sette. Per ciascuno di essi, l’autore spiega perchè possono essere pericolosi e in che modo interpretarli, in modo da non arrecare danno allo sviluppo del business.

1) Il miglior prodotto vince sempre

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Un buon prodotto è certamente importante: agli inizi dell’attività, è possibile che il prodotto di una startup ottenga parecchi consensi e che i clienti e il team ne siano entusiasti. Ma bisogna fare attenzione e non farsi ingannare: se l’azienda non ha un’organizzazione in grado di supportare il prodotto e affrontare il mercato, o se i clienti dovessero accorgersi che il prodotto è in realtà difficile da usare, la startup si troverà nei guai.
Oltre al prodotto, è importante implementare una buona strategia di vendita, soprattutto nel breve periodo: sono molte le startup che falliscono, dopo un lancio di mercato promettente. Ancora, è fondamentale avere un servizio di customer care in grado di far sentire i clienti seguiti e supportati, in modo tale che abbiano voglia di tornare in futuro e non pensino di rivolgersi ai concorrenti. Una strategia aziendale che tiene conto di questi aspetti mette la startup in una prospettiva di crescita di lungo periodo, che potrà eclissare la concorrenza.

2) E’ quasi impossibile per una piccola startup competere con le grandi aziende del settore

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Nilsson è categorico: questa affermazione è falsa. Competere con i colossi del settore è difficile, ma non impossibile. Una startup deve rimanere concentrata sui propri obiettivi di business e costruire un prodotto di valore, nella consapevolezza che ci si dovrà scontrare con i grandi brand consolidati. Essere consapevoli della concorrenza è fondamentale, ma non deve diventare il primo pensiero dei founder: bisogna invece concentrarsi sulla conquista di una quota di mercato, tener testa ai grandi brand e lavorare in una prospettiva basata sulla fiducia, il servizio, l’esperienza. In questo contesto, inoltre, è fondamentale imparare sempre dagli errori e dalle piccole e grandi “cadute” che i competitor hanno dovuto affrontare in passato. Infine, l’autore consiglia alle startup di non provare mai a competere con i grandi brand sulle questioni inerenti i costi.

3) Per guadagnare quote di mercato è bene ridurre i prezzi

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Non sempre abbassare i prezzi è una buona idea: bisogna chiedersi se si vuole che la propria startup sia ricordata come il brand che offre il prezzo più basso. Spesso la scelta migliore è quella di porsi l’obiettivo di essere riconosciuti dai clienti come il brand che offre il prodotto migliore, attenendosi ad un business model che sia redditizio nel lungo periodo. Una startup deve assicurarsi che il cliente sia soddisfatto, che decida di ripetere l’acquisto: spesso non è a questo tipo di risultati che si associa il prezzo più basso sul mercato.
La vision di una startup deve quindi focalizzarsi sul valore offerto dal prodotto/servizio, cercando sempre di concentrarsi sui risultati ottenibili nel lungo termine.

4) Servirsi di scorciatoie aiuta ad andare avanti e raggiungere il successo più rapidamente

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Al contrario, l’esperienza insegna che le startup di successo sono quelle che ragionano su un’orizzonte temporale di lungo termine: il business difficilmente prevede successi rapidi.
La mentalità di lungo termine permette invece di ottenere ottimi risultati in termini di vendite e permette di accrescere il livello di fidelizzazione del cliente e la riconoscibilità del brand.

5) Il canale di vendita è la vostra unica priorità

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Non è così, perché la vera priorità sono i clienti, non i canali attraverso cui raggiungerli. Una startup deve impegnarsi con responsabilità e comprensione per educare il mercato, accrescere la fedeltà dei clienti, preoccuparsi del prodotto. Essere davvero vicini al cliente, costruire una relazione con quest’ultimo, è decisamente più importante del canale di vendita prescelto per raggiungerlo: per questo è importante il lavoro di creazione ed animazione della community.

6) La crescita della startup tende con il tempo ad appiattirsi

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Gli obiettivi di vendita tendono a diminuire al crescere del business ma, fino a quando è possibile scalare, non si appiattiscono. Quello che una startup deve fare per evitare che la sua crescita si arresti, quindi, è trovare sempre nuovi obiettivi e traguardi e spingere il team affinché possano essere raggiunti. Quando si parla di tasso di crescita di una startup, occorre sempre tenere presenti i requisiti necessari per la scalabilità: qual è il potenziale a lungo termine? La startup si sta limitando ad aggredire una parte limitata del mercato? E’ possibile collaborare e lavorare mantenendo alta la fiducia? Qual è il valore che il nostro prodotto deve offrire al cliente, oggi e in futuro?

7) Non aspettatevi che la cultura aziendale resti la stessa quando la startup sarà cresciuta

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Così come l’approccio per la crescita deve essere basato sulla scalabilità, la cultura aziendale deve essere focalizzata sul superamento dei limiti e sul continuo miglioramento. Inoltre, la cultura aziendale orientata al lungo termine continua ad esistere e permeare la startup e il suo team, anche quando la crescita è ormai avanzata. Mantenere i valori e la mission degli inizi è fondamentale, anche quando l’azienda ha successo e cresce a livello internazionale: ciò permette di mantenere intatti la fiducia e il commitment di clienti e dipendenti.

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Per concludere, Nillson afferma che crescere ed espandersi è sicuramente un percorso difficile per una startup: bisogna mantenere l’attenzione e la concentrazione su un gran numero di aspetti ed attività, in sincronia, per crescere assieme e mantenere alto il morale del team.
Molte aziende guardano a modelli di successo e cercano di imitarli: bisognerebbe però tenere presente che ciascuna startup è diversa dalle altre, e qualsiasi approccio va adattato e modellato sulle esigenze e le caratteristiche del singolo business. Ancora, pur prediligendo una strategia di lungo termine, una startup deve riuscire a mantenere la flessibilità necessaria per affrontare eventuali cambiamenti di rotta. E, indipendentemente da tutto, ricordare sempre che alcuni consigli vanno messi in discussione: non si sa mai che la vostra startup non possa essere la prima a sfatare qualche mito!

Il post originale è disponibile a questo link: http://www.entrepreneur.com/article/248153

Napoli, 31/07/2015

La nuova call di INCENSe Accelerator: 150K e 6 mesi di incubazione per 14 startup CleanTech

INCENSe Accelerator ha aperto la sua seconda call per la selezione delle migliori startup europee con progetti green nel settore CleanTech: le idee innovative selezionate avranno diritto ad un grant da 150K e all’accesso al Programma di Accelerazione proposto dall’acceleratore partner del network UE Future Internet Accelerators, composto dalle 16 migliori strutture per startup e innovazione in territorio comunitario.

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Con la call, in scadenza il prossimo 15 settembre, saranno selezionate le migliori 14 startup con idee imprenditoriali innovative basate sulla tecnologia FIWARE nei seguenti ambiti di intervento:

Energy efficiency & Home automation,
Renewable energy,
Renewable forecasting solutions,
Smart grids,
Energy storage,
Advanced diagnostic & Automation solutions,
E-mobility,
Cyber security,
Digitalization of energy trough ICT.

Caratteristiche fondamentali delle proposte progettuali saranno la capacità di utilizzo dell’internet technology per contribuire alla sostenibilità nel settore energetico e l’offerta di nuovi servizi per le smart cities.

Possono accedere alla call Piccole e Medie Imprese (SME) in attività da non oltre tre anni e persone fisiche (Web Entrepreneurs) in team di almeno due partecipanti.

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Per partecipare alla call di INCENSe Accelerator è necessario inviare la propria application entro la scadenza fissata al 15 settembre 2015, seguendo la procedura disponibile al seguente link: http://www.fundingbox.com/p/incense/

N.B. La scadenza della call è prorogata al 30 settembre 2015

Tutte le informazioni utili per procedere all’iscrizione sono disponibili nella seguente Guida: https://drive.google.com/a/econet-consultants.com/file/d/0B0_6ggMPWlVkVnJzZWJhMWFlLTQ/view?pli=1

Tra tutte le proposte progettuali pervenute, saranno selezionate le migliori 14 che avranno diritto ad un percorso di accelerazione della durata di 6 mesi e ad un grant da 150.000€ così suddiviso:

25K all’atto di assegnazione del grant,
75K in fase intermedia, al raggiungimento delle milestone stabilite secondo un piano personalizzato per ciascuna startup,
27K alla fine del progetto,
23K come pagamento finale, alla chiusura del Progetto INCENSe in accordo con la Commissione Europea.

Tutte le informazioni sono disponibili all’interno del sito web ufficiale, disponibile a questo link: http://www.incense-accelerator.com/#

Napoli, 30/07/2015

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