Loading...

Tag: cultura

Wind Green Award mette in palio una borsa di studio in Italia o all’estero per il miglior progetto in tema di sostenibilità ambientale

Wind Business Factor e Wind Telecomunicazioni S.p.A. hanno lanciato il contest “Wind Green Award”, per la selezione, il sostegno e il riconoscimento di progetti, idee e startup incentrate sul tema della creazione di valore condiviso nell’ambito della sostenibilità ambientale. Grazie a Wind Green Award, gli organizzatori si propongono inoltre di stimolare la partecipazione attiva della community al sostegno della cultura del rispetto per l’ambiente.

wind-green-award

Possono candidarsi a Wind Green Award cittadini italiani con un’idea o un progetto in linea con i temi della sostenibilità ambientale e dell’innovazione sociale. La partecipazione è aperta a imprenditori (singolarmente o in gruppo) e liberi professionisti; startup innovative e team di progetto; iniziative artistico-culturali di sensibilizzazione ai temi della sostenibilità ambientale e/o di valorizzazione del territorio.

I progetti devono presentare elementi di innovazione, efficacia e concreta fattibilità, proponendo una soluzione in una delle seguenti aree di interesse:

Energie rinnovabili e risparmio energetico,
Bio-edilizia / bio-architettura,
Smart materials,
Riduzione / smaltimento rifiuti,
Riciclo e riuso,
Eco-fashion e Eco-design,
Mobilità sostenibile,
Smart city,
Agricoltura sostenibile,
Alimentazione consapevole,
Cultura dello sviluppo sostenibile,
Progetti artistico-culturali sensibili ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

wind-green-award1

Per partecipare a Wind Green Award è necessario registrarsi alla piattaforma on-line e seguire la procedura disponibile al link “Partecipa” disponibile qui: http://www.windbusinessfactor.it/contest/wind-green-award/1

Le iscrizioni vanno effettuate entro le ore 12:00 del 27 aprile 2015.

Dopo una prima fase dedicata alle votazioni on-line da parte della community, alla chiusura delle candidature la Giuria Tecnica sceglierà il vincitore del Wind Green Award, che avrà diritto ad una borsa di studio per un master o una scuola di specializzazione presso un istituto di alta formazione nell’ambito della Green Economy, in Italia o all’estero.

Oltre alla borsa di studio per il vincitore, tutti i partecipanti a Wind Green Award potranno beneficiare di opportunità formative, di visibilità e networking garantite dalla piattaforma Wind Business Factor.

Per maggiori informazioni, per candidarsi e per scaricare il Regolamento: http://www.windbusinessfactor.it/contest/wind-green-award/1

Napoli, 31/03/2015

IC Tomorrow: sei sfide sulle Wereable Technologies per startup europee da Innovate UK

IC Tomorrow è l’iniziativa dedicata a startup europee di Innovate UK: si tratta di un Innovation Contest dedicato a progetti digitali incentrati sulle Wereable Technologies (tecnologie indossabili) che mette in contatto startup e PMI dell’area UE con partner e investitori di rilevanza internazionale, attraverso un network comprendente stakeholders di diversi settori: tra questi, ricordiamo ad esempio musica, film, fashion, TV, educazione, cultura, sport, healthcare, finance.

In particolare, il Contest IC Tomorrow offre con la sua call for ideas la possibilità di accedere a sei finanziamenti da 35.000 sterline ciascuno, per i vincitori delle sei Challenges previste:

1) Sport & Wellbeing

La prima sfida è dedicata al tema “Sensor technology and tracking performance“: si tratta di individuare soluzioni innovative di Wereable Technologies in grado di dare valore aggiunto nello sport, la salute e il benessere.

Le soluzioni potranno essere dedicate a migliorare l’esperienza dell’atleta, dell’allenatore o di qualsiasi soggetto del team sportivo, in una o più delle seguenti categorie:

Comfort e divertimento;
Sicurezza, prevenzione degli infortuni e recupero;
Miglioramento delle performance.

Il progetto vincitore sarà sviluppato e sperimentato in collaborazione con due partner (McLaren Technology Group e Loughborough University) per un periodo minimo di tre mesi, prima di accedere ad un mercato più ampio per la commercializzazione.

2) Entertainment

La seconda sfida è focalizzata sul tema “Wearables for kids“, e il partner per il progetto vincitore è Walt Disney Company.
I partecipanti a questa sfida dovranno creare un dispositivo indossabile innovativo dedicato ai bambini: l’idea nasce dalla consapevolezza che, oggi, i bambini sono spesso più bravi dei loro genitori con la tecnologia ed è per questo che l’esigenza di sicurezza per i dispositivi dedicati ai più piccoli è un aspetto di importanza crescente.

I candidati dovranno prestare particolare attenzione, nella realizzazione del proprio progetto, ad aspetti relativi a entertainment, usability, sicurezza, connettività con altri prodotti rilevanti Disney (ad esempio film, programmi TV, giocattoli e parchi a tema), personalizzazione.

Il progetto vincitore della Challenge Two sarà sperimentato per almeno tre mesi dalla Disney, prima di essere commercializzato su un mercato più ampio.

3) Hospitality

La terza sfida è incentrata sul tema “Guest-centred experience through wearables“, ed è legata al settore dell’ospitalità ricettiva: lo scopo dei progetti è quello di offrire soluzioni tecnologiche innovative per ristoranti, alberghi, bar, palestre, sale congressi, etc.
In particolare, si cercano soluzioni in grado di coordinare questa tipologia di servizi, allo scopo di offrire al cliente un’esperienza integrata e personalizzata.

I progetti di Wereable Technologies applicati al settore Hospitality adatti a partecipare a IC Tomorrow dovranno tenere in attenta considerazione una serie di aspetti, tra cui:

Posizione dei dipendenti e gestione delle attività di monitoraggio,
Metodologie di Alerting per i dipendenti,
Comunicazione agli ospiti,
Gestione e utilizzo di dati e informazioni,
Utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione o legate al meteo per offrire servizi innovativi ai clienti.

Il progetto vincitore si questa sfida potrà sperimentare la sua soluzione innovativa per un periodo minimo di tre mesi nelle strutture del partner glh Hotels, il maggior operatore alberghiero di Londra (36 hotel, oltre 8.000 camere e 370 sale conferenze). La sperimentazione con un partner così grande sarà l’opportunità per verificare future collaborazioni con più ampia commercializzazione del prodotto.

4) Health & Safety

La quarta sfida è legata all’industria ferroviaria, e in particolare al tema del “Reacting to the local environment“: si tratta di individuare soluzioni tecnologiche innovative che forniscano un’interfaccia tra l’ambiente, i dati esterni e il benessere delle persone.
Nell’industria ferroviaria riveste infatti un ruolo preponderante il problema della sicurezza: obiettivo primario dei progetti deve essere, quindi, ridurre il rischio per i lavoratori quando svolgono mansioni pericolose.

Tra gli esempi di sfide specifiche in questo settore, si ricordano l’evitamento della folgorazione (linee 25kV), i pericoli per movimenti ad alta velocità (treni, automobili, etc.), i pericoli per movimenti a bassa velocità (ruspe, camion, etc.), i pericoli a livello di infrastrutture (cavi sotterranei, acqua, altezza, etc.).

Il vincitore della Challenge Four avrà l’opportunità di sviluppare e testare la propria soluzione con due grandi colossi del settore: Network Rail e Amey.

5) Accessibility

La quinta sfida è dedicata all’utilizzo delle tecnologie indossabili per i disabili: il tema è “Unlocking accessibility through wearables“, declinata sia on-line che off-line, in particolare riguardo l’autenticazione e l’identità.

Spesso i disabili hanno difficoltà nell’utilizzo delle interfacce digitali che assumono, invece, un ruolo sempre più centrale nella vita moderna: ecco perchè IC Tomorrow è alla ricerca di soluzioni innovative digital based che siano semplici da usare, accessibili, sicure anche per chi ha difficoltà dovute a disabilità.

La soluzione vincente sarà sperimentata in collaborazione con Atos (nello specifico con il Centro Inclusive User Experience) per un periodo minimo di tre mesi, prima di procedere ad una più ampia commercializzazione.

6) Design

La sesta e ultima sfida è per soluzioni “Plug-and-play for textile wearables“, dedicata alle innovazioni tecnologiche indossabili legate ai tessuti. Si tratta quindi di un campo di applicazione molto vasto, che si ricollega alle ultime tendenze tecnologiche come l’Internet of Things, i sensori e le Smart Cities.

La sfida è quella di progettare soluzioni che risolvano i problemi di interfaccia tra dispositivi, convertendole in applicazioni adatte ai tessuti (interfaccia digitale/tessuto). Le interfacce devono essere di semplice utilizzo (plug-and-play), per essere facilmente implementate da artisti, designer e creativi.

Il progetto vincitore avrà la possibilità di lavorare per almeno tre mesi allo sviluppo della propria soluzione con i ricercatori e scienziati della Queen Mary University of London, con accesso ai laboratori e alle attrezzature dell’Università.

Per partecipare a IC Tomorrow occorre inviare la propria candidatura entro la deadline fissata per il 10 marzo 2015, attraverso il form di iscrizione disponibile al seguente link: https://ictomorrow.innovateuk.org/web/wearable-technology-innovation-contest/apply

I migliori 18 progetti saranno selezionati ed invitati a partecipare all’evento previsto il 20 aprile 2015, durante il quale i team presenteranno alla Giuria il proprio pitch. Al termine dell’evento saranno scelti i sei vincitori, che avranno diritto ad un premio da 35.000 sterline più la collaborazione prevista per ciascuna delle sei sfide.

Per maggiori informazioni:

https://ictomorrow.innovateuk.org/web/wearable-technology-innovation-contest/overview
https://ictomorrow.innovateuk.org/documents/20017019/0/Wearable%20Technologies%20Innovation%20Contest%20Brief
https://ictomorrow.innovateuk.org/documents/20017019/0/Wearable%20Technologies%20Innovation%20Contest%20Guidance%20For%20Applicants

Napoli, 09/02/2015

Passione, innovazione e lavoro di squadra: perché pensare come una startup è utile anche alle grandi aziende

Philip Brittan è CTO e Global Head of Platform alla Thomson Reuters, società statunitense nel settore dell’informazione nata nel 2008 dalla fusione tra il colosso dell’informazione finanziaria canadese Thompson e la Reuters, agenzia di stampa britannica con sede a Londra.

Nella fase iniziale della sua carriera ha partecipato alla fondazione e allo sviluppo di tre startup, per poi approdare a ruoli dirigenziali in grandi aziende: a prima vista, il suo percorso lavorativo potrebbe sembrare a ritroso, visto che nell’immaginario comune i giovani iniziano a fare esperienza come dipendenti in azienda per poi provare a dar vita al proprio progetto imprenditoriale come founder di startup. In realtà, come spiega Brittan in un interessante articolo dell’Huffington Post, il suo percorso è molto più lineare di quanto si possa immaginare: ciò che si impara in una startup è spesso un valore aggiunto inestimabile per lavorare in una grande azienda.

Secondo Brittan, infatti, alcuni aspetti tipici di una startup, come il senso di libertà e di accesso alle possibilità, l’attenzione all’innovazione, la passione per la mission e l’attaccamento ai valori della cultura aziendale possono essere fondamentali per una grande azienda.
Ma quali sono i fattori di base che una startup possiede e che gli permettono di avere accesso a queste caratteristiche? Secondo l’autore, sono essenzialmente due: la novità e le piccole dimensioni.

Una startup, per definizione, è un’azienda appena nata e per questo riesce a non avere aspettative: questo aspetto è fondamentale per quel senso di libertà e di “possibilità” tipico di una startup.
L’aspetto legato alle piccole dimensioni, invece, viene riassunto da Brittan in un’espressione metaforica: “you can easily see the edges“.

In inglese, “edge” significa “bordo, margine”: l’autore sostiene che un’azienda può essere immaginata come un gruppo di persone (il team) all’interno di un recinto: al di fuori del recinto c’è il resto del mondo, quindi i clienti, i concorrenti, i fornitori, etc. Una startup, grazie alle sue dimensioni ridotte, può vedere al di là del recinto molto più facilmente: questo significa avere sempre la possibilità di guardare con chiarezza il business e di focalizzare al meglio il mercato e le sue dinamiche.

Il primo aspetto tipico di una startup che anche le grandi aziende dovrebbero adottare è quindi la capacità di mantenere il focus sul mondo esterno: spesso, invece, sono talmente concentrate sul proprio business da perdere il punto di vista su ciò che accade fuori.

Inoltre, stare “vicino ai bordi” ha un impatto positivo sul team: tutti lavorano fianco a fianco, il senso di attaccamento e di cultura aziendale raggiunge livelli molto elevati e tutti sono istintivamente portati ad un senso di responsabilità condivisa. Il team di una startup è guidato da founder con senso di leadership efficace e animati da forte passione. Infine, spesso le risorse sono limitate e questo aspetto è il motore dell’innovazione: si cerca di far crescere l’azienda adottando nuovi sistemi con le risorse limitate a disposizione (approccio agile e flessibile).

In una grande azienda, invece, tutti questi aspetti si perdono di vista, assieme al contatto diretto con il cliente e con il mercato. Inoltre, l’organizzazione è spesso basata su processi e sistemi standardizzati che annullano il senso di responsabilità condivisa, facendo sentire le persone come se lavorassero in maniera meccanica, automatica.

In conclusione, tutte le aziende, a prescindere dalla dimensione e dal numero di anni di attività, possono beneficiare dall’adottare il modo di pensare di una startup. Brittan offre quindi alcuni spunti utili per le aziende che desiderano cogliere e mettere in pratica gli aspetti e le caratteristiche tipiche delle startup:

1) Concentrarsi attentamente sul cliente e sulla sua soddisfazione.

I clienti non vanno visti come un’entità astratta e lontana, ma come una realtà effettiva: l’ideale è costruire e mantenere delle relazioni con la clientela, trascorrere del tempo con i clienti, cercare di immergersi nella loro realtà per capire i loro bisogni. Per dirlo con le parole di Brittan: “I believe that the greatest source of truth you can have in business is sitting face to face with a customer“.

2) Creare un senso di responsabilità condivisa

L’autore ricorda con grande piacere i meeting ai quali partecipava assieme a tutti i membri del team quando lavorava in una startup. Lo scopo degli incontri era quello di capire cosa stava facendo la squadra: non c’era una suddivisione esasperata dei ruoli e delle attività, piuttosto la condivisione degli obiettivi e delle strategie da mettere in atto per raggiungerli. Il lavoro di squadra in una startup si basa sulla collaborazione, sapendo che si riesce o si fallisce tutti insieme.

3) Riconoscere che le risorse sono limitate e avere un approccio agile

Rendersi conto che qualsiasi azienda ha dei vincoli dovuti al fatto che le risorse sono limitate è il primo passo per capire come agire di conseguenza. I vincoli devono essere utilizzati come catalizzatori per l’innovazione, come molla che fa scattare l’inventiva: sono una risorsa indispensabile per attivare la creatività.
Una volta individuati i limiti, occorre poi darsi da fare per stabilire le priorità (non è possibile fare tutto!) e stabilire delle strategie agile e flessibili per raggiungere gli obiettivi.

Il post originale è disponibile qui: http://www.huffingtonpost.com/philip-brittan/how-every-business-can-be_b_6624070.html

Napoli, 06/02/2015

Startup innovative a vocazione sociale: la nuova procedura semplificata per l’accesso al regime di agevolazione

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato una nuova procedura per le nuove imprese a vocazione sociale: si tratta di una semplificazione che rende più leggeri e flessibili i meccanismi e le attività di riconoscimento e comunicazione dei requisiti necessari ad accedere ai vantaggi derivanti dallo status di startup innovativa a vocazione sociale (SIAVS), introdotta nel nostro sistema legislativo dal DL 179/2012 che stabiliscono i requisiti di startup innovative ed incubatori certificati.

La nuova procedura semplificata è stata introdotta dalla Circolare MISE n. 3677/C (20 gennaio 2015, prot. 6957), e viene spiegata nel dettaglio nella Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”(pubblicata dallo stesso Dicastero il 21 gennaio 2015).

Secondo la nuova procedura, per effettuare l’iscrizione alla Sezione Speciale del Registro delle Imprese ed accedere, di conseguenza, ai vantaggi del regime per startup innovative a vocazione sociale, le nuove imprese devono presentare un’apposita Autocertificazione alla CCIAA competente.

Nell’Autocertificazione, la SIAVS dovrà per prima cosa dichiarare di operare in via esclusiva in uno o più settori tra quelli stabiliti dal D.Lgs. 155/2006 (art. 2 comma 1), ossia:

– assistenza sociale;
– assistenza sanitaria;
– educazione, istruzione e formazione;
– tutela dell’ambiente e dell’ecosistema;
– valorizzazione del patrimonio culturale;
– turismo sociale;
– formazione universitaria e post-universitaria;
– ricerca ed erogazione di servizi culturali;
– formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo;
– servizi strumentali alle imprese sociali, resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

La startup, inoltre, deve dichiarare nell’autocertificazione di realizzare, attraverso la propria attività in tale/i settore/i, una finalità di interesse generale e impegnarsi a dare evidenza dell’impatto sociale prodotto.

In particolare sull’ultimo punto, la dichiarazione di impegno va espressa attraverso la redazione di un apposito “Documento di descrizione di impatto sociale”: il Documento ha la funzione di descrivere e dare conto all’esterno degli impatti sociali prodotti, attraverso il ricorso ad indicatori quantitativi e qualitativi. Le linee guida per compilare il Documento, che comprende una parte descrittiva e una dedicata alla griglia degli indicatori, sono contenute nella già citata Guida pubblicata dal MISE.

Si ricorda, infine, che sia l’Autocertificazione che il Documento di dichiarazione di impatto sociale vanno presentati alla CCIAA con cadenza annuale, per garantire il rinnovo dello status di startup innovativa fino a un massimo di 4 anni.

Per maggiori dettagli e approfondimenti:

– Circolare MISE n. 3677/C
– Guida per startup innovative a vocazione sociale alla redazione del “Documento di Descrizione dell’Impatto Sociale”

Napoli, 22/01/2015

Consigli per startup – “Continuous Learning”: come costruire una cultura aziendale basata sull’apprendimento

Aaron Skonnard è il CEO di Pluralsight, startup che ha co-fondato nel 2004 e che è attualmente una delle più grandi biblioteche on-line al mondo di video tutorial: di recente, il portale Inc ha pubblicato un suo articolo sul tema della cultura aziendale e, in particolare, su come quest’ultima possa essere implementata all’interno di una startup in maniera tale da creare vantaggio competitivo per l’azienda.

Nello specifico, la cultura aziendale può rappresentare un grande fattore di vantaggio competitivo se è basata sull’apprendimento: la capacità di imparare più velocemente rispetto alla concorrenza può diventare addirittura, secondo il Dr. Arie de Geus (capo della pianificazione strategica per Royal Dutch/Shell Oil), “l’unico vantaggio competitivo sostenibile”.

Per imparare in fretta, secondo Skonnar, bisogna affidarsi al lean thinking e alla mentalità propria dell’approccio Lean Startup: proporre il proprio progetto all’esterno e per capire meglio le esigenze dei clienti e creare valore nella maniera più vicina possibile a questi ultimi.

La metodologia più utile a questo scopo è definita “continuous learning”, apprendimento continuo: deve essere alla base della cultura aziendale e deve permeare ogni aspetto del business.
Secondo Skonnar esistono cinque modi per incoraggiare una cultura aziendale basata sull’apprendimento:

1) Fare dell’apprendimento il nucleo centrale del DNA dell’azienda

I valori fondamentali della cultura aziendale sono lo specchio dei valori e delle caratteristiche delle persone che compongono l’organizzazione: ecco perché un buon modo per costruire una cultura aziendale fondata sull’apprendimento è assumere persone che siano appassionate e abbiano voglia di imparare.

2) Destinare un budget specifico all’apprendimento

Dare priorità all’apprendimento è il punto di partenza, ma il secondo passo fondamentale per costruire la cultura aziendale basata sull’apprendimento è definire il budget da destinare alla formazione specifica che consentirà al team e ai dipendenti di seguire l’approccio di continuous learning.

3) Fornire opportunità di apprendimento e formazione in-house

Non sempre è necessario l’investimento di risorse finanziarie per acquistare la formazione all’esterno: ci sono alcuni passaggi che l’azienda può implementare autonomamente e in maniera gratuita all’interno dell’organizzazione, per ispirare una cultura aziendale fondata sull’apprendimento.
Ad esempio, i job swaps rappresentano un’opportunità unica per aumentare le competenze e facilitare la comprensione e l’interscambio tra i soggetti coinvolti. Si tratta di “scambiare” per un periodo limitato di tempo le posizioni tra i dipendenti per provare a fare uno il lavoro dell’altro. Questa pratica è utile per tutti i soggetti coinvolti e consente di ottenere ottimi risultati in termini di apprendimento quando avviene tra due funzioni che lavorano a stretto contatto (ad esempio il team di vendita e quello di marketing), per comprendere meglio i processi e le responsabilità di ciascun ruolo e trovare una migliore modalità di collaborazione in futuro.

4) Dimostrare la propria passione per l’apprendimento

Il gruppo dirigente dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio, riuscendo a partecipare in prima persona alle opportunità di apprendimento offerte dall’azienda inviando così un messaggio positivo sull’importanza del continuous learning e della crescita professionale.
I team leader e i dirigenti dovrebbero essere quindi i primi ad incarnare i valori di una cultura aziendale fondata sull’apprendimento.

5) Valorizzare gli insegnamenti appresi dal fallimento

Il fallimento è sicuramente una delle migliori fonti di apprendimento: per imparare, bisogna prima fallire. Per questo motivo, una cultura aziendale basata sull’apprendimento incoraggia la sperimentazione, il rapido recupero dopo un errore, la creatività e l’inventiva: tutto ciò avviene in base ad un approccio lean e agile, fondamentali per una startup che ha bisogno di testare i prototipi muovendosi rapidamente sul mercato.

Per leggere il post originale di Aaron Skonnard: http://www.inc.com/aaron-skonnard/the-most-important-culture-change-you-can-make.html

Napoli, 17/12/2014

Decreto Cultura e Turismo: misure e disposizioni interessanti per startup e imprese innovative

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 175 del 30/07/2014) il testo della Legge n. 106/2014, che ha convertito in legge il Decreto Cultura e Turismo (n. 83/2014). Tra le disposizioni contenute nella legge, in vigore dal 31/07/2014, anche alcuni spunti interessanti per startup e imprese innovative (in particolare, in riferimento agli art. 9 e 11 bis).

Il Decreto Cultura e Turismo contiene una serie di misure finalizzate al rilancio e alla tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico nazionale, finalizzate a migliorare il livello di competitività nel settore turismo per il nostro Paese a livello internazionale: la legge prevede, ad esempio, l’Art-Bonus (credito di imposta per donazioni a sostegno della cultura), le misure di semplificazione relative al Grande Progetto Pompei e alcune disposizioni per la crescita del settore cinematografico e audiovisivo.

Tra le misure interessanti in tema startup, la conversione in legge del Decreto ha introdotto il nuovo articolo 11 bis, dedicato alle startup innovative nel settore turistico: secondo il comma 1, “si considerano startup innovative anche le società che abbiano come oggetto sociale la promozione dell’offerta turistica nazionale attraverso l’uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali, in particolare, agendo attraverso la predisposizione di servizi rivolti alle imprese turistiche“.

La normativa sulle startup innovative prevista dall’art. 25 del Decreto Sviluppo bis (n. 179/2012) va quindi estesa anche alle nuove “startup turismo”, che dovranno svolgere servizi della seguente tipologia:

formazione del titolare e del personale dipendente;
costituzione e associazione di imprese turistiche e culturali, strutture museali, agenzie di viaggio al dettaglio, uffici turistici di informazione e accoglienza per il turista e tour operator di autotrasporto;
– offerta di servizi centralizzati di prenotazione in qualsiasi forma, compresi sistemi telematici e banche di dati in convenzione con agenzie di viaggio o tour operator, la raccolta, l’organizzazione, la razionalizzazione e l’elaborazione statistica dei dati relativi al movimento turistico;
elaborazione e sviluppo di applicazioni web che consentano di mettere in relazione aspetti turistici culturali e di intrattenimento nel territorio e lo svolgimento di attività conoscitive, promozionali e di commercializzazione dell’offerta turistica nazionale, in forma di servizi di incoming ovvero di accoglienza di turisti nel territorio, attivando anche nuovi canali di distribuzione.

L’art. 11 bis offre anche alcune specificazioni riguardanti la forma societaria delle startup turistiche: possono costituirsi in forma di SrlS (società a responsabilità limitata semplificata) e, in questo caso, saranno esenti da imposta di registro, diritti erariali e tasse di concessione governativa (qualora i soci siano persone fisiche che non abbiano ancora compiuto 40 anni all’atto di costituzione della società).

Infine, l’ultimo comma dell’art. 11 bis specifica che la normativa sulle startup innovative nel turismo si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2015.

Di particolare interesse per startup e imprese innovative, in particolare per quelle operanti in campo digitale, è anche l’art. 9 del Decreto Cultura e Turismo, contenente “disposizioni urgenti recanti introduzione di un credito d’imposta per la digitalizzazione degli esercizi ricettivi“.

Si tratta di una possibilità offerta a esercizi ricettivi (singoli o aggregati con servizi extra-ricettivi o ancellari), nonchè ad agenzie di viaggi e tour operator (appartenenti ai Cluster 10 e 11 previsti dal Decreto n. 303/2012 del Ministero dell’Economia e delle Finanze): l’agevolazione consiste in un credito d’imposta del 30% sui costi sostenuti per spese e investimenti in digitalizzazione fino ad un importo massimo complessivo di 12.500 €. Il credito d’imposta dovrà essere calcolato su investimenti relativi i periodi di imposta 2014, 2015 e 2016.

Le spese ammissibili al credito d’imposta per la digitalizzazione dovranno riguardare le spese elencate al comma 2 dell’art. 9, in particolare:

a) impianti wi-fi;
b) siti web ottimizzati per il mobile;
c) programmi e sistemi informatici per la vendita diretta, che siano in grado di garantire gli standard di interoperabilità con i portali di promozione pubblici e privati, al fine di favorire l’integrazione;
d) pubblicità, promozione e commercializzazione su siti e piattaforme informatiche specializzate;
e) servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale;
f) strumenti di promozione digitale in tema di inclusione e ospitalità per persone con disabilità;
g) formazione del titolare o del personale dipendente.

Il credito d’imposta per la digitalizzazione delle imprese turistiche sarà ulteriormente specificato (in termini di tipologie di spese ammissibili, procedure, etc.) attraverso un apposito Decreto del MIBAC di concerto con il MISE e il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per maggiori informazioni e dettagli, il testo integrale del Decreto Cultura e Turismo, integrato con le modifiche della Legge di Conversione, è disponibile al seguente link: http://www.serviziparlamentari.com/index.php?option=com_mtree&task=att_download&link_id=4204&cf_id=70

Napoli, 01/08/2014

Nuove opportunità a Napoli per imprese, startup e idee innovative: pubblicato il Bando per l’Incubatore di Città della Scienza

E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il nuovo Bando per la selezione di imprese innovative nell’Incubatore di Città della Scienza: possono partecipare persone fisiche e giuridiche, che intendano avviare una nuova attività imprenditoriale o che esercitino l’attività da non oltre due anni alla data di pubblicazione del Bando (17 luglio 2014).

L’attività di impresa esercitata deve essere di carattere innovativo, preferibilmente in uno dei settori prioritari elencati all’art. 2:

Smart Cities and Green Economy: ambiente, energia, cleantech, green mobility;
Bio Economy: tecnologie medicali, biotecnologie, health, scienze della vita, agri-food, economia del mare;
Creative Industries: advanced design, digital fabrication, new media, digital applications, smart education, culture, leisure;
Nuove frontiere dell’Information and Communication Technologies: es. Internet delle cose, interfacce utente, dispositivi wearable, cloud computing, big data, security, realtà virtuale, nuove applicazioni e soluzioni per il web;
Manufacturing 2.0: robotica, meccatronica, nanotecnologie, nuovi materiali, processi industriali.

Le startup selezionate potranno accedere agli spazi e servizi dell’Incubatore, sito a Napoli in Via Coroglio 57. e’ previsto un costo di € 13 al mq, con possibilità di tariffa agevolata (11 € a mq) per le prime 10 imprese selezionate attraverso il Bando.

Tra i servizi offerti, oltre alla possibilità di usufruire di uno dei 35 moduli e degli ambienti comuni (sale riunioni e reception), l’Incubatore di Città della Scienza garantisce una serie di servizi di accompagnamento e di assistenza specialistica: tra questi, ricordiamo il check-up aziendale, il tutoraggio, supporto all’accesso a strumenti di finanza agevolata, networking, promozione ed inserimento in una rete di contatti con il mondo della cultura, della ricerca, dell’innovazione, della finanza e dell’impresa (a livello regionale, nazionale ed internazionale).

Per partecipare alle selezioni occorre inviare la domanda di iscrizione (allegato A), business plan descrittivo e numerico (allegati B e C) e la documentazione indicata all’art. 4 del Bando.
Tra tutte le domande ricevute, l’Incubatore effettuerà mensilmente delle valutazioni con modalità a sportello, attraverso le quali saranno selezionate le startup che potranno accedere al percorso.

Le valutazioni mensili saranno effettuate la prima settimana di ogni mese, a partire da settembre 2014. La valutazione avverrà sia sulla base della domanda scritta, che attraverso un colloquio conoscitivo del team. I criteri di valutazione saranno:

– Valutazione del team imprenditoriale;
– Valutazione del progetto (innovatività, fattibilità, potenzialità, coinvolgimento del mondo della ricerca);
– Coerenza con i settori prioritari e in termini di integrabilità con le altre imprese presenti nell’Incubatore;
– Valutazione economico/finanziaria.

Sono previste inoltre alcune premialità aggiuntive, come ad esempio nel caso di presentazione da parte di startup innovative regolarmente iscritte nella Sezione Speciale del Registro delle Imprese.

Per tutti i dettagli e le informazioni, si rimanda alla lettura del testo integrale del Bando, disponibile al seguente link (insieme agli Allegati A,B,C per la presentazione della domanda): http://www.cittadellascienza.it/notizie/nuovo-bando-selezione-imprese/

Napoli, 28/07/2014

Eventi per startup e innovazione in Campania: fino al 25/07 i workshop di Giffoni Innovation Hub sulla cultura digitale

Giffoni Innovation Hub è un’iniziativa nata all’interno di Giffoni Experience che rappresenta il punto di contatto tra tecnologia e creatività: si tratta di uno spazio di condivisione, coworking, innovazione e networking dedicato a idee, progetti e startup nel settore della cultura digitale.

A partire da oggi, 18 luglio, e fino al 27 Giffoni Innovation Hub diventerà luogo di aggregazione per i giovani talenti che avranno l’occasione di confrontarsi con mentor, potenziali partner e investitori, aziende e altri innovatori. Inoltre, è previsto un’interessante programma di open workshop a ingresso gratuito su temi interessanti per le startup digitali in ambito culturale: digital fabrication, crowdfunding, storytelling digitale sono solo alcuni degli aspetti che saranno approfonditi negli incontri previsti fino al 25 luglio a Giffoni.

Il Programma dei workshop di Giffoni Innovation Hub prevede:

SABATO 19/07 (ore 10:30 – Antica Ramiera) “Digital Fabrication: nuova creatività e opportunità di innovazione”: a cura di Amleto Picerno Ceraso – Mediterranean Fablab e Roberto Liberti – ffDesign;

DOMENICA 20/07 (ore 10:30 – Antica Ramiera) “Il Digital Storytelling di Out of Water”: a cura di Alessandra Grassi, Alice Tomassini, Lucia Marengo e Chiara Battaglioni;

DOMENICA 20/07 (ore 11:30 – Antica Ramiera) “Nuovi linguaggi digitali: i percorsi educativi di Coderdojo”: a cura di Agnese Addone e Caterina Moscetti – Coderdojo;

LUNEDI 21/07 (ore 10:30 – Antica Ramiera) “Drone Experience: strumenti innovativi di comunicazione visiva e marketing territoriale”: a cura di Mattia D’Agostino, Marco D’Agostino – Drone Experience, Jacopo Gubitosi – Giffoni Innovation Hub e Marco Fronza – Giffoni Media Service;

LUNEDI 21/07 (ore 15:30 – Convento di San Francesco) “Il mercato delle Web Series”: a cura di Maximiliano Gigliucci – Roma Web Fest, Gabriele Niola, Ferdinando Carcavallo e Carlo De Cristofaro – “The last Samuchef”;

MARTEDI 22/07 (ore 10:30 – Antica Ramiera) “L’INAIL a sostegno delle imprese e del lavoro”: a cura di dott.ssa Donata Volino – Dirigente Sede Inail Salerno, Dott.ssa Stefania Petrossi – Processo Prevenzione INAIL Salerno, Dott. Sergio Sinopoli – Con.t.a.r.p. Inail Direzione Regionale Campania, Dott. Arsenio Pandolfo – Processo Prevenzione, Inail Salerno e Ing. Marco Santonastasi – Giffoni Innovation Hub;

MERCOLEDI 23/07 (ore 10:30 – Antica Ramiera) “Innovazione sociale e nuove professioni: il paradigma della identità rurale 2.0”: a cura di Silvia Velo – Sottosegretario all’Ambiente, Alex Giordano – Ninja Marketing, Francesco Paolo Innamorato – Campania Eco Festival e Michele Sica – Rural Hub. Modera la dott.ssa Donatella Cisotta, esperta di green economy.

Per maggiori dettagli sugli argomenti trattati nei singoli workshop di Giffoni Innovation Hub, è possibile consultare il programma di ciascun evento a partire da questo link: http://www.giffonifilmfestival.it/giffoni-innovation-hub/item/1975-worhshop.html

Napoli, 18/07/2014

BCFN YES! 2014, il concorso dedicato a studenti under 35, mette in palio un premio da 10.000 € per il miglior progetto innovativo nel campo della sostenibilità alimentare

BCFN YES! 2014 è il Concorso della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition dedicato alle giovani idee nel campo della sostenibilità alimentare: in linea con le tematiche di Expo 2015, si propone di raccogliere le migliori competenze qualificate all’interno del mondo universitario, favorendo un approccio multidisciplinare a progetti presentati da studenti di qualsiasi facoltà e grado (compresi i dottorandi) che non abbiano ancora compiuto il 35° anno di età al 30 novembre 2014.

La partecipazione è aperta a singoli o team (composti da un massimo di tre persone) con idee progettuali in una delle tre seguenti categorie:

1) Healthy Lifestyles: idee incentrate sulla lotta al problema dell’obesità e delle altre patologie legate alla malnutrizione, attraverso la promozione di stili di vita e comportamenti alimentari sani, con particolare focus sull’importanza dell’attività fisica.

2) Sustainable Agriculture: progetti finalizzati a conciliare la produzione alimentare per una popolazione in crescita con le tematiche di difesa dell’ambiente, delle risorse naturali e delle culture locali.

3) Food Waste: idee progettuali con lo scopo di ridurre gli sprechi di cibo che si verificano in tutte le fasi della filiera produttiva agroalimentare, intervenendo sia sui processi di produzione e distribuzione che sui comportamenti delle persone.

Per partecipare a BCFN YES! (Young Earth Solution) occorre caricare la propria idea sulla piattaforma http://www.bcfnyes.com/ entro il 31 luglio 2014: la domanda di partecipazione e la documentazione allegata dovranno essere redatti in lingua inglese.

Tra tutte le idee pervenute, la Giuria selezionerà entro il 15/09/2014 le 10 finaliste sulla base dei seguenti criteri:

– Impatto dell’idea progettuale;
– Originalità e Innovatività;
– Concretezza e Fattibilità.

I 10 team finalisti potranno partecipare al Sesto Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione che la Fondazione BCFN organizza a Milano il 3 e 4 dicembre 2014: entro il 15/10/2014 sarà necessario caricare sulla piattaforma una presentazione e un video di presentazione dell’idea progettuale, che saranno esaminati dai coach di BCFN per eventuali modifiche e miglioramenti.

Durante la prima giornata del Forum (3 dicembre) i 10 team finalisti potranno effettuare la propria presentazione (tempo massimo 10 minuti) di fronte alla giuria e al pubblico presente, e la Giuria sceglierà il miglior progetto che sarà il vincitore di BCFN YES! 2014. Sarà inoltre premiato il progetto “best on web”, ossia quello che avrà ottenuto il maggior numero di preferenze attraverso la piattaforma web tra i 30 migliori progetti messi on-line a partire dal 1° ottobre.

Il vincitore di BCFN YES! 2014 riceverà un premio di 10.000 € a sostegno della realizzazione della propria idea progettuale.

Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura del Bando scaricabile al seguente link: http://www.bcfnyes.com/bando.php

Napoli, 18/07/2014

1 3 4 5 6 7