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Come avviare una Startup di successo in 6 semplici passaggi

Come pianificare il successo di una Startup fin dalle primissime fasi di avvio.

Solitamente osserviamo gli uomini d’affari e personalità di successo, sperando di poter usare le stesse strategie che usano per raggiungere il nostro successo. Tuttavia, dobbiamo considerare attentamente quali tra le loro strategie sono applicabili a noi.

Detto cio, i seguenti passaggi sono garantiti per aiutarti a raggiungere il successo della tua Startup:

  1. Primo passo: avere una visione chiara dei tuoi obiettivi nella vita – Per poter raggiungere il successo nella vita, devi avere una visione vivida dei tuoi obiettivi. Chiediti: “Che cosa voglio veramente ottenere?” Se nella tua vita desideri raggiungere più obiettivi, elencali in ordine cronologico in base al grado o all’intensità del tuo desiderio. Questo esercizio ti aiuterà a identificare a quale dare la priorità e quale verrà dopo.
  2. Fase due: trova la motivazione – I tuoi obiettivi dovrebbero darti già abbastanza motivazione, ma a volte quando i nostri obiettivi impiegano molto tempo per materializzarsi o addirittura sembrano impossibili da realizzare come pianificato, tendiamo a perdere la speranza. In tempi come questi, dobbiamo motivarci a ricordarci che rinunciare ai nostri sogni non ci porterebbe da nessuna parte, piuttosto, dobbiamo valutare ciò che abbiamo fatto di sbagliato e analizzare se tutto il resto è ancora in linea con i nostri obiettivi.
  3. Passaggio tre: creare una sequenza temporale – È importante avere una tempistica per raggiungere i tuoi obiettivi. Questo ti impedisce di procrastinare e ti aiuta a controllare la perdita nel peggiore dei casi. Se il tuo obiettivo è limitato nel tempo, sarai costretto a fare tutto il possibile per raggiungerlo entro i tempi che ti sei prefissato.
  4. Quarto passaggio: crea il tuo action plan – Questo riguarda le azioni che andrai effettivamente a implementare. Quali sono le cose che devi fare per consentire ai tuoi obiettivi di concretizzarsi? Pianificare senza intraprendere le azioni necessarie per realizzarlo è semplicemente sognare. Allo stesso modo, fare le cose senza un piano è inutile e solo una perdita di tempo e risorse. Pertanto, pianificare e intraprendere azioni è altrettanto importante per raggiungere il successo. Utilizzando la sequenza temporale, crea un elenco delle azioni necessarie da intraprendere in ogni fase per raggiungere i tuoi obiettivi finali.
  5. Passaggio 5: creare un piano di emergenza – Il cambiamento è costante, quindi è naturale creare i tuoi piani e i tuoi obiettivi in ​​modo sufficientemente flessibile da affrontare inevitabili cambiamenti. Tuttavia, è anche importante avere un piano di emergenza in modo da essere adeguatamente preparato a cambiare rotta se necessario. Spesso, avere qualcosa su cui ripiegare ci dà la certezza che c’è ancora un altro modo per raggiungere i nostri obiettivi. Ci aiuta anche a ridurre ulteriori perdite e a concentrare le nostre azioni sulla nostra visione anche se potrebbe essere totalmente diverso da quello che avevamo pianificato inizialmente.
  6. Passaggio sei: abbi fede – Hai già seguito ogni passo con diligenza, ora il prossimo passo sarebbe semplicemente credere che la fortuna è dalla tua parte e che tutto si svolgerà come l’hai immaginato.

Startup Tips: l’allineamento e la condivisione, strategie di base per la misurazione del Marketing ROI

Una delle attività più complesse per una startup è quella di tenere traccia del percorso che conduce dagli sforzi di marketing alle vendite effettive: misurare il ROI del Marketing rappresenta spesso un problema di difficile soluzione, causato dalla quasi totale assenza di dati certi sulle conversioni.

Spesso, per provare a quantificare il ROI degli investimenti di marketing, il CMO si ritrova a potersi basare su “vanity metrics” e congetture, piuttosto che su numeri reali come accade, ad esempio, per le attività di vendita. Naturalmente questa situazione rappresenta una difficoltà, che si traduce nell’impossibilità di misurare l’efficacia della Marketing Strategy.

Ma come è possibile superare questo problema? La misurazione del ROI per gli investimenti in marketing è stata recentemente al centro di un interessante post pubblicato dal blog del Marketing Insider Group, ispirato da un’infografica prodotta da TechnologyAdvice.

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La chiave per risolvere la questione sta nella “lead reciprocity” tra marketing e vendite, ossia nello scambio aperto di informazioni sui lead tra le due funzioni aziendali all’interno della startup. Per realizzare la lead reciprocity occorre agire su due tipologie di allineamento: quello tecnologico e quello strategico.

ALLINEAMENTO TECNOLOGICO

L’integrazione tra marketing automation e piattaforme CRM consente sia al marketing che alle vendite di ottenere una visibilità end-to-end circa le informazioni disponibili sul lead. Dal marketing provengono i dati e le metriche su aspetti quali track leads, close rates e altri parametri di conversione, mentre il team di vendita è in grado di monitorare dove sono stati generati i lead, come si qualificano, ed altre informazioni inerenti le tempistiche.

La combinazione tra marketing automation e piattaforme CRM presenta molteplici vantaggi: consente di tenere traccia di come i lead si convertono in clienti, in modo tale da avere un quadro più completo e veritiero di quanto gli sforzi di marketing contribuiscano al totale delle vendite e dei ricavi dell’azienda.

ALLINEAMENTO STRATEGICO

L’allineamento strategico con le vendite può rappresentare la sfida più importante ed impegnativa per il marketing, ma è assolutamente indispensabile affiancarlo all’allineamento tecnologico. In sostanza, i team di marketing e vendite devono lavorare assieme per allinearsi su un progetto di lead generation standardizzato, mantenendo una comunicazione costantemente aperta.

In questo modo, i venditori possono aiutare i marketers informandoli costantemente sulle fonti che creano le migliori opportunità, e su come produrre dei contenuti che convertono. Questa tipologia di feedback aiuta il marketing a concentrare le proprie risorse sui canali più efficaci, portando in ultima analisi ad un aumento delle vendite e dei ricavi della startup.

L’allineamento strategico, inoltre, consente a marketing e vendite di lavorare e collaborare su obiettivi e responsabilità condivise, piuttosto che disperdere le risorse su obiettivi individuali e disallineati.

Secondo i dati forniti da SiriusDecisions, le aziende B2B che riescono ad allineare tecnologicamente e strategicamente marketing e vendite possono raggiungere una crescita dei ricavi pari al 24%, con aumento dei profitti fino al 27%.

COSA FARE DOPO L’ALLINEAMENTO MARKETING/VENDITE

Una volta che l’allineamento strategico e tecnologico è stato effettuato, esistono tre ulteriori passaggi aggiuntivi che la startup può mettere in pratica per migliorare ulteriormente l’allineamento tra marketing e vendite:

1) Costruire dei Modelli di Attribuzione

Un Modello di Attribuzione consente la misurazione dell’efficacia dei touchpoint nei quali il marketing contribuisce al processo che porta l’acquirente alla conversione finale. Questa tipologia di modello aiuta il marketing a giustificare il proprio budget e ad identificare le migliori opportunità di crescita per il futuro.

2) Migliorare la Lead Generation

L’analisi e lo scambio aperto dei dati relativi alle conversioni consente di far luce sull’efficacia delle tattiche e dei canali di marketing utilizzati. Creare un sistema di punteggi basato sulle informazioni di conversione consente al marketing di focalizzare gli sforzi per generare lead di qualità più elevata.

3) Misurare il ROI

Avere a disposizione dei numeri (traffico sul sito o leads mensili) consente di calcolare chiaramente il ROI di marketing, concentrandosi sulle metriche che legano direttamente gli investimenti di marketing al business value (ad esempio, il costo medio per lead, il valore medio per lead, il rapporto lead/cliente, etc).

Per ulteriori approfondimenti, il link di riferimento è: http://marketinginsidergroup.com/?p=9597

Napoli, 26/11/2015

Startup Story – Come creare una cultura aziendale orientata all’innovazione

In una recente presentazione alla BEI Jay Morgan, VP Global Innovation per Bayer Consumer Care, ha raccontato la storia del viaggio verso l’innovazione effettuato dalla sua azienda. Il suo racconto contiene una serie di spunti interessanti per startup ed imprese innovative, che devono riuscire a costruire una cultura aziendale orientata all’innovazione per assicurarsi, in potenziale, maggiori opportunità di successo.

La storia raccontata da Jay Morgan inizia nel 2011 a Memphis, Tennesse (USA). La Bayer Consumer Care all’epoca si chiamava ancora Merck Consumer Care e inizia il suo viaggio verso l’innovazione con una domanda ed una sfida: Quali sono gli ostacoli all’innovazione che impediscono all’azienda di raggiungere i risultati desiderati?

Nel 2011 l’azienda vedeva in prospettiva che le cose “vanno abbastanza bene, ma non si prevede una grande crescita”. In quel periodo, arriva in azienda un nuovo CEO con una vision piuttosto ambiziosa: voleva raddoppiare il valore del business nel giro dei successivi cinque anni.

Ora, considerato che non era possibile raddoppiare il personale o il bilancio, bisognava implementare un approccio totalmente nuovo: per capire come costruirlo, la scelta di Bayer Consumer Care ricade sullo studio di aziende innovative di successo.

Dallo studio effettuato, l’azienda ha riscontrato che esistono due tipologie di cultura aziendale: Cultura Incrementale e Cultura Innovativa.

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La Bayer Consumer Care rientrava tra le aziende a Cultura Incrementale e, pertanto, doveva impegnarsi nel cambiamento per approcciarsi con successo all’innovazione.

Il primo step verso la Cultura Innovativa era capire cosa significa implementare l’innovazione in azienda. Gli elementi caratteristici di un’azienda innovativa risultano essere:

Orientamento all’Azione
 Approccio Work-in-Progress
Collaborazione e Condivisione
Coworking
Confronto con i clienti
Brand Experience

In particolare, la Brand Experience rappresentava l’occasione per andare oltre la semplice attività di sviluppo di nuovi prodotti, aprendo un ventaglio di possibilità che toccano tematiche come il digitale, la comunicazione, il packaging, la shopping experience, il business model.

Una volta identificato l’obiettivo (passare da una Cultura Incrementale ad una Cultura Innovativa), Bayer Consumer Care sviluppa un piano in cinque punti:

  1. Learning by doing: tre progetti all’anno, come prototipi
  2. Inizio “in piccolo”, con un budget da 50K
  3. Lavoro sugli strumenti e la cultura (Design Thinking e spazi di lavoro condivisi)
  4. Lavoro suddiviso in cicli (Memphis Innovation Bootcamp)
  5. Costruire nuove partnership e collaborazioni (portare il Southern Growth Studio a lavorare con noi ai progetti, anziché per noi)

Come primo importante risultato, la comunità di innovatori di Memphis ha reagito molto bene alla nuova cultura di Bayer Consumer Care: il Memphis Innovation Bootcamp nei suoi vari cicli ha portato allo sviluppo di svariati progetti di innovazione sociale.

Ma la lezione più significativa sta nell’aver appreso alcune delle chiavi per creare un’impresa innovativa e scalabile:

Engagement dell’intero team sulle sfide innovative
Condivisione e collaborazione
Creazione di metriche revenue-based
Iniziare con piccole sfide
Condividere i risultati

FONTE: http://frontendofinnovationblog.iirusa.com/2015/10/how-to-create-culture-where-you-can.html

Napoli, 30/10/2015

Startup Tips – la mentalità imprenditoriale: 8 tratti caratteristici del vero imprenditore

Shawn Osborne è Presidente e CEO del Network for Teaching Entrepreneurship e ha di recente pubblicato attraverso il portale Entrepreneur un interessante contributo intitolato “8 Ways to Think Like an Entrepreneur”, nel quale raccoglie ed elenca otto elementi caratteristici della mentalità imprenditoriale orientata al successo.

Spesso siamo abituati a pensare che un imprenditore diventa tale sulla base di ciò che fa: identifichiamo un imprenditore con qualcuno che ha fondato un’azienda. Ma, fermo restando questo punto di partenza, la realtà è che oggi un imprenditore si caratterizza per qualcosa che va oltre la sua attività di business: un imprenditore si caratterizza anche e soprattutto per il suo modo di pensare, il suo approccio, la sua visione del mondo e la sua mentalità.

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Nella sua attività, Osborne ha identificato e raccolto otto tratti caratteristici della mentalità imprenditoriale: l’autore sottolinea, però, che non si tratta di elementi statici e rigidi, bensì di un insieme di componenti elastici, flessibili e personali. Non è necessario possedere tutti i tratti elencati per essere un imprenditore di successo e, soprattutto, un imprenditore si caratterizza sia per i suoi punti di forza che per i suoi punti di debolezza.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono gli otto tratti caratteristici della mentalità imprenditoriale elencati da Osborne:

1) La capacità di riconoscere le opportunità

Un imprenditore si impegna nel cercare e riconoscere le opportunità ed è in grado di trovare il modo migliore per fare le cose, per se stesso e per gli altri.

2) Comfort e Rischio

Un imprenditore di successo è in grado di pesare e valutare correttamente il rischio, e di trovarsi a proprio agio con l’idea di dover investire tempo e risorse in idee ed attività caratterizzate da incertezza.

3) Creatività ed Innovazione

I migliori imprenditori sono quelli che riescono a trovare soluzioni creative. Essi applicano strumenti innovativi e non convenzionali ai problemi e alle sfide che incontrano.

4) Orientamento al futuro

Un imprenditore è abituato a pensare a ciò che verrà e ad assumersi il rischio di ottenere dei risultati. In un’azienda il focus è spostato sul raggiungimento di obiettivi prefissati.

5) Flessibilità ed adattabilità

Gli imprenditori non solo imparano a cambiare rotta quando necessario, ma si aspettano di doverlo fare: sono pronti a reagire repentinamente di fronte ad ostacoli ed imprevisti, basandosi sulla raccolta di dati ed informazioni.

6) Spirito di iniziativa e self-direction

Gli imprenditori sono autonomi, sanno come dirigere le proprie azioni e sono sempre motivati al raggiungimento degli obiettivi. Spesso sono più propensi ad affrontare direttamente una sfida, piuttosto che cercare una via alternativa o delegare ad altri le decisioni.

7) Pensiero critico e problem solving

Un imprenditore di successo è un analista: impara a riconoscere le sfide, le opportunità, i prodotti e tutto ciò che riguarda il proprio mercato di riferimento. Inoltre, è in grado di fare valutazioni precise e puntuali su tutto ciò che riguarda la sua attività di impresa.

8) Comunicazione e collaborazione

Gli imprenditori sono bravi a condividere: sanno bene che a volte le idee e gli input provenienti dall’esterno possono essere una chiave di lettura che porta l’attività al successo. Inoltre, sanno comunicare con chiarezza e passione le proprie idee.

Come accennato in precedenza, non tutti gli imprenditori ed aspiranti tali possiedono tutte e otto le caratteristiche elencate: ma ciò nonostante, l’autore invita i lettori a non disperare! Le abilità e la mentalità imprenditoriale possono infatti essere apprese con il tempo, l’impegno e l’esperienza: basta ricordare sempre che un imprenditore non è solo ciò che fa, ma anche e soprattutto ciò che pensa.

Il post originale è disponibile qui: http://www.entrepreneur.com/article/250480

Napoli, 28/10/2015

La leadership condivisa, chiave del successo per i migliori team – Startup Tips

Jim Haudan è CEO della società di consulenza Root Inc., autore del libro “The Art of Engagement: Bridging the Gap Between People and Possibilities” ed esperto di tematiche come la leadership, la strategy execution, l’engagement dei dipendenti, la gestione dei cambiamenti e l’apprendimento rapido. Haudan ha pubblicato un interessante articolo via LinkedIn che elenca cinque azioni “non convenzionali” tipiche dei team aziendali che raggiungono i migliori risultati in termini di performance.

Per scrivere il suo articolo, Haudan ha attinto dalla sua ventennale esperienza di lavoro con i team aziendali: l’idea di partenza è nata da un elemento comune riscontrato nel corso degli anni. L’autore ha infatti riscontrato un aspetto apparentemente piuttosto singolare che accomunava la maggioranza dei team: spesso gli individui di maggiore talento hanno dei problemi ad ottenere buoni risultati quando vengono inseriti in team aziendale. Addirittura, l’autore ha riscontrato che persone con un QI pari a 160, quando vengono riuniti in team, ottengono un QI complessivo pari a 22.

Questa situazione si verifica a causa della difficoltà nel gestire e risolvere i conflitti: spesso, anche le persone con maggiore talento, intelligenza e capacità preferiscono restare in silenzio e non esporsi con critiche, idee e proposte al gruppo per non creare situazioni di discussione. In questo modo, però, ci si ritrova in un compromesso non costruttivo, con il team impantanato in una situazione statica che non porta alcuna crescita, nè sviluppo.

Ecco perché riuscire a costruire un team di successo non è un “evento naturale”, bensì qualcosa a cui lavorare in maniera coerente e continuativa, implementando alcune azioni utili per raggiungere l’obiettivo. L’biettivo cui tali azioni sono orientate a raggiungere è definito “Leadership Condivisa”: vediamo quindi quali sono le cinque azioni più importanti per ottenerla.

1) Shared Truth Statements

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Occorre trovare e dichiarare con chiarezza quella che Haudan definisce “verità condivisa”: si tratta di identificare e condividere tra i membri del team la situazione oggettiva in cui ci si trova, con tutti gli aspetti positivi e negativi inerenti il business, la strategia, il modello operativo, la cultura aziendale.

In parole povere, bisogna che il team impari a “guardarsi allo specchio” per riuscire a concordare e sviluppare la verità condivisa, superando la situazione di stallo in cui ciascun membro del team ha le proprie convinzioni.

I migliori team sono quelli che riescono ad allinearsi sulla verità condivisa, che racchiude gli obiettivi da raggiungere e le azioni da intraprendere a livello strategico e decisionale.

2) Shared Underlying Belief’s

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Le cosiddette “credenze” guidano i comportamenti delle persone e, se i componenti di un team hanno credenze differenti su come dovrebbe essere gestito il business, si creano degli attriti. Spesso queste credenze sono delle convinzioni nascoste sotto la superficie, che costituiscono un insieme non allineato all’interno della squadra.

I migliori team costruiscono un vero e proprio “credo condiviso”, composto da credenze che diventano prioritarie per tutti e guidano il processo decisionale e i comportamenti del team in maniera coordinata e allineata.

3) Shared Behavioral Team Contracts

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In un team di successo, nessuno cerca di trascinare verso il basso i compagni di squadra. Esistono dei veri e propri “contratti comportamentali” che racchiudono le regole di base e gli standard di comportamento indispensabili per interagire e lavorare insieme.

Questi contratti comportamentali sono gestiti con grande attenzione, e periodicamente il team si riunisce per discutere in che modo le regole di base vengono seguite, individualmente e collettivamente. Un consiglio utile per massimizzare l’efficacia dei contratti comportamentali è quello di creare delle schede trimestrali per monitorare i comportamenti, tenere traccia dei progressi, delineare le azioni correttive necessarie.

4) Shared leadership by “Owning the Whole” before Your Piece

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La sfida più difficile per un team è la costruzione dell’intelligenza collettiva e della execution più efficiente, in cui l’interesse collettivo venga prima di quello dei singoli membri. Da questo punto di vista è sempre più fondamentale una leadership condivisa, in cui i grandi temi dell’azienda siano messi al primo posto (rispetto alle problematiche del singolo team o della singola divisione aziendale di riferimento) e la responsabilità sia condivisa tra tutti.

La responsabilità condivisa fa sì che tutti i membri debbano, qualora sia necessario, sacrificare gli interessi del team (o della divisione) per il bene collettivo dell’intera azienda. Il lavoro del team deve quindi essere importando mettendo a fuoco il business e dandogli priorità, per favorire il successo dell’intera azienda.

5) Shared Decisions By Thinking Together

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Thinking Together” significa letteralmente “pensare insieme”: i team di successo puntano molto sulla capacità di ascolto reciproco, di imparare l’uno dall’altro, e di riuscire a pensare insieme. Si tratta di costruire un processo decisionale condiviso, in cui ci si interroga l’un l’altro sulle questioni da risolvere e si cerca di trovare le migliori risposte possibili.

Tra le domande più frequenti nel “Thinking Together”, fondamentali per prendere delle decisioni condivise, l’autore elenca le seguenti: Che tipo di decisioni dobbiamo prendere? Quali sono i problemi reali da risolvere? Su quali basi ci muoviamo per risolvere il problema? Quale base di dati reali possiede ciascuno di noi?

In conclusione, raggiungere l’obiettivo di Shared Leadership non è certamente un compito semplice ed immediato: occorre lavorare duramente per raggiungerlo, ed è indispensabile la condivisione e la collaborazione di tutti i componenti del team.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/five-uncommon-acts-high-performing-teams-jim-haudan

Napoli, 25/08/2015

Crucial Conversations e Meeting in azienda: come avere delle conversazioni produttive

Odile Faludi è consulente in materia di Business Development, specializzata nella costruzione di relazioni e di “Crucial Conversations”, e quindi sull’importanza delle conversazioni e dello scambio di opinioni ed informazioni in azienda. Recentemente ha pubblicato un post su LinkedIn in cui raccoglie una serie di spunti e consigli interessanti per startupper e imprenditori alle prese con meeting aziendali e con le conversazioni che si svolgono durante questi incontri.

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Un meeting produttivo è sempre apprezzato dai partecipanti: a nessuno piace perdere tempo prezioso, soprattutto nel mondo del business. Quando un meeting è produttivo si creano conversazioni utili, che portano informazioni e apprendimento ai presenti, ma questo dipende in larga parte dalle capacità di leadership di chi gestisce l’incontro.

Per prima cosa, un buon manager deve dare sempre il buon esempio: arrivare puntuale alle riunioni, scegliere con cura le parole giuste, mostrarsi sensibile e disponibile alle esigenze delle persone, essere cortese. Altro atteggiamento che un buon manager deve avere è quello di utilizzare le lodi al posto delle critiche: un atteggiamento costruttivo con i dipendenti e gli altri membri del team è decisamente più utile e produttivo di un atteggiamento accusatorio e denigratorio.

Ancora, quando si partecipa ad un meeting è importante che l’atmosfera sia rilassata: i presenti devono essere tranquilli, un meeting aziendale non deve trasformarsi in una “tortura” da sopportare. Quando il meeting diventa un momento sgradito viene infatti a mancare la componente fondamentale di apprendimento e di passaggio delle informazioni, ed è difficile riuscire a cooperare e a condividere le conoscenze tra i membri del team.

Chi gestisce e coordina un meeting in azienda deve impostare l’incontro con il giusto tono, garantendo che le conversazioni si svolgano con le seguenti caratteristiche:

1. Motivazione ad agire, che si distingue dal semplice scambio di opinioni;
2. Offrire ai presenti un’opportunità per contribuire con il proprio talento e le proprie conoscenze allo sviluppo dell’azienda;
3. Consentire al gruppo di trovare un modo per realizzare step e obiettivi;
4. Creare un’occasione di prosperità e crescita per i partecipanti;
5. Dar modo alle persone di esprimere le proprie preoccupazioni ed esigenze individuali;
6. Costruire relazioni forti e dare occasione ai nuovi arrivati di entrare a far parte del team (il vero leader sa essere un catalizzatore);
7. Il processo decisionale deve essere caratterizzato da equità;
8. Incoraggiare tutti, nel corso del meeting, ad esternare pareri e idee e a condividere le conoscenze;
9. Evitare metodi di insegnamento poco chiari, nebulosi, in contrasto con il messaggio che si vuole effettivamente trasmettere;
10. Credere davvero a ciò che si sta dicendo… Altrimenti come si può pensare che ci credano gli altri? A tal proposito, è fondamentale ricordare che la resistenza all’ascolto dei partecipanti risulta nella maggior parte dei casi da scarsa fiducia.
11. Anche quando c’è fiducia occorre mantenere alta la motivazione e accogliere eventuali feedback negativi da parte del team.
12. Non far sentire gli altri partecipanti come dei semplici spettatori, bensì come dei protagonisti.
13. Aiutare gli altri a capire e a sostenere un nuovo punto di vista: per raggiungere questo risultato è importante riuscire ad innescare le emozioni. La natura umana è capace di comprendere più con il sentimento che con la ragione.
14. Utilizziamo lo storytelling e le vere esperienze di vita per spiegare le situazioni: si tratta di allontanarsi da una postura da “lezione” per prendere quella da supporto ed incoraggiamento. Per farlo, occorre essere in grado di rispondere a domande come “Ne vale la pena?” o “Posso farlo davvero?”.
15. Riconoscere i successi e mantenere alto il morale e la fiducia.

Il risultato deve essere che, alla fine del meeting, il team deve sentirsi sicuro e consapevole di aver fatto un passo avanti.

Per leggere il post originale: https://www.linkedin.com/pulse/running-your-business-odile-faludi

Napoli, 07/08/2015

Innovazione in azienda: tre modi per favorire la creatività e il successo

Nick Royle è CMO a MSI, è esperto di Marketing Strategy, Social Media, Digital, Branding ed ha pubblicato di recente su LinkedIn un post dedicato al tema dell’innovazione in azienda. Secondo Royle, le aziende migliori sono proprio quelle che non si limitano a crescere ed espandersi, ma si impegnano ogni giorno a cercare nuovi modi per risolvere i problemi. Questo tipo di aziende sono quelle che non si accontentano ad essere le migliori in ciò che fanno: sono quelle che cercano costantemente di cambiare, innovare, migliorare per rendere il proprio business un successo.

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Ma in che modo un’azienda può essere davvero innovativa? L’obiettivo, secondo Role, deve essere quello di modificare le proprie “practices” per incoraggiare la creatività a fluire liberamente. L’autore suggerisce tre modalità per farlo:

1) Prestare particolare attenzione alle politiche in materia di risorse umane

Assumere persone innovative è il primo passo per migliorare l’innovazione in azienda. Ma questo, spesso, vuol dire far entrare nel team candidati che, a prima vista, non sono allineati alla perfezione alle esigenze aziendali.

Sembra un controsenso, ma un’azienda che si rivolge a candidati esattamente allineati alle esigenze del business rischia di ritrovarsi involontariamente con una serie di “cloni” che bloccano lo sviluppo aziendale, impantanandosi in una mentalità ristretta.

Scegliere i candidati giusti per l’innovazione non significa assumere personale non qualificato, o che non condivide la vision aziendale: significa essere disposti a creare un team composto da background e personalità differenti, per aumentare le possibilità di confronto e condivisione di idee.

2) Espandersi nei modi e nei luoghi giusti

Un’azienda in crescita dovrebbe prendere in considerazione l’apertura di altre sedi, per ospitare più dipendenti ed accrescere il mercato di riferimento. Ma quando un’azienda innovativa studia il mercato, sceglie di indirizzare le proprie nuove sedi nelle aree in cui è possibile ottenere maggiori potenzialità di crescita. Per questo motivo, la scelta sarà preceduta da attente analisi e ricerche, anche in termini di competenze disponibili.

La delocalizzazione internazionale può dare una grossa spinta al processo di crescita di un’azienda, e a volte un cambiamento di scenario serve anche ad aprire gli occhi e guidare il business verso attività nuove. In ogni caso, anche se l’internazionalizzazione rappresenta una grossa opportunità di crescita ed innovazione, le aziende devono essere prudenti ed assicurarsi di essere pronte per questo passo.

3) Riconoscere e premiare ogni buona idea

In un mondo utopico, qualsiasi nuova idea viene eseguita con successo fino ad aggiungere valore all’azienda. Ma purtroppo, circostanze reali e spesso impreviste possono dimostrare che una buona idea innovativa non è effettivamente realizzabile. Ciò non deve essere vissuto come un fallimento completo: quando un dipendente ha una buona idea e la determinazione di realizzarla deve essere sempre lodato e premiato, a prescindere dal risultato finale.

Il fallimento di un’idea innovativa è un rischio insito in qualsiasi percorso di crescita ed innovazione aziendale: basta pensare al concetto stesso di innovazione disruptive. Un vero leader è colui che riesce a creare una cultura aziendale fondata su valori di flessibilità, che incoraggia il team a tentare e ad imparare dagli errori.

Non bisogna mai dimenticare, però, che l’innovazione richiede coraggio, non il lanciarsi nel rischio ad occhi chiusi. Non tutte le aziende che si assumono rischi ottengono il successo, ma tutte le aziende di successo si assumono dei rischi.

Il consiglio finale di Royle è quindi quello di implementare in azienda le tre azioni elencate, ma esaminando sempre tutte le opzioni in modo critico, con mente aperta, per favorire l’innovazione a tutti i livelli.

Il post originale è disponibile qui: https://www.linkedin.com/pulse/3-ways-spur-innovation-organization-nick-royle

Napoli, 22/07/2015

Eventi per giovani, startup, imprese ed innovazione il 18 maggio a Napoli

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La giornata di lunedì 18 maggio si presenta ricca di appuntamenti interessanti per gli startupper, imprenditori e innovatori di Napoli e dintorni: sono infatti previsti tre incontri su tematiche centrali per lo sviluppo e l’economia.

Ore 9:00 PAN – Palazzo delle Arti di Napoli (Via dei Mille – Napoli)

Il primo degli appuntamenti è con l’evento dedicato al tema “Le opportunità della #SharingEconomy – Modelli di produzione partecipativa e collaborativa”, nato dall’iniziativa di ANCI Campania in collaborazione con l’Assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione e l’Assessorato al Lavoro e Attività produttive del Comune di Napoli.

Un tema decisamente attuale ed interessante per i cittadini (soprattutto i più giovani), le istituzioni, le startup e le imprese che possono cogliere le opportunità della nuova economia fondata sul concetto di condivisione per accedere a nuovi mercati e nuove opportunità, anche in termini occupazionali.

Tra gli interventi previsti durante la giornata, ricordiamo quello dell’Assessore Enrico Panini, di Emiliana Mellone (Cleanap) e di Alessia Guarnaccia (Pandora Group).

Abbiamo approfondito il Programma della giornata in questo post pubblicato qualche giorno fa nel nostro blog: https://www.incubatorenapoliest.it/il-18-maggio-a-napoli-lappuntamento-di-anci-campania-sulle-opportunita-della-sharing-economy/

Ore 10:00 Sede re.work (Centro Direzionale – Napoli)

Nella sede dello spazio coworking napoletano re.work si terrà la nuova tappa dell’Innovation Day Tour, dedicata in questa occasione al tema “Agenda dello sviluppo rapido e sostenibile della Campania – Zone Franche Urbane: a che punto siamo?”.

L’iniziativa ha carattere di forum, con interventi di 5 minuti per ciascuno dei relatori (è possibile prenotare l’intervento scrivendo una mail a innovationday.info@gmail.com) finalizzati a rispondere ad una serie di domande sullo stato attuale della situazione delle Zone Franche in Campania, sul quadro dei soggetti beneficiari e sulle iniziative attualmente in corso per il rifinanziamento.

Per partecipare all’evento, che è gratuito e aperto, bisogna registrarsi al seguente link: https://www.eventbrite.com/e/zone-franche-urbane-a-che-punto-stiamo-tickets-16957662826

Ore 18:00 – Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi (Via Sant’Anna dei Lombardi – Napoli)

Il terzo ed ultimo appuntamento della giornata è l’Incontro Dibattito Pubblico dedicato al tema “Verso un’economia civile/solidale per uno sviluppo umano sostenibile”.

Scopo dell’incontro è, dopo una discussione sul tema in oggetto, la creazione di un gruppo di lavoro elaborare e promuovere la proposta per una legge regionale per un’economia civile/solidale in Campania. I lavori procederanno sulla base della Legge Regionale dell’Emilia Romagna “Norme per la promozione e il sostegno dell’economia solidale”.

Tra gli interventi previsti, quello dell’On. Raffaele Cananzi (in veste di moderatore), del prof. Marco Musella (Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Napoli Federico II), e di Elena Palma Silvestri (Presidente del Consorzio di Cooperative Sociali “La Rada”). Le conclusioni saranno a cura del prof. Luigi Fusco Girard.

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/events/662973307166875/

Napoli, 15/05/2015

Il 18 maggio a Napoli, l’appuntamento di ANCI Campania sulle opportunità della Sharing Economy

Lunedì 18 maggio 2015, a partire dalle ore 9:00 e fino alle ore 15:00, il PAN – Palazzo delle Arti di Napoli (Sala Conferenze – Via dei Mille n. 60) ospita un interessante evento a cura di ANCI Campania con il Patrocino del Comune di Napoli (Assessorato ai Giovani, Creatività, Innovazione e Assessorato al Lavoro e Attività produttive) dedicato al tema “Le opportunità della #SharingEconomy – Modelli di produzione partecipativa e collaborativa”.

Il tema della Sharing Economy è quanto mai attuale: questo nuovo modello economico porta infatti molte novità nell’organizzazione della domanda e dell’offerta, che diventa decisamente più incentrata e focalizzata sul ruolo delle persone.
Attraverso la Sharing Economy, spiegano gli organizzatori, nascono forme di impresa innovativa con un modello di sviluppo nuovo, imperniato sul concetto di comunità, persone, utenti che condividono beni e servizi grazie al supporto delle nuove tecnologie digitali e della rete. In questo scenario, inoltre, assumono un ruolo centrale i social network: questi ultimi rappresentano un nuovo strumento per soddisfare i bisogni delle persone, aprendo la strada a nuove opportunità in termini occupazionali e di impresa.

Il Programma dell’evento “Le opportunità della #SharingEconomy – Modelli di produzione partecipativa e collaborativa” prevede:

Ore 9:00 – Saluti istituzionali e introduzione ai lavori – Pasquale Granata (ANCI Campania) ed Enrico Panini (Assessore al Lavoro e alle Attività Produttive del Comune di Napoli);

Ore 9:30Economia collaborativa: opportunità di conoscenza, legame di comunità e valori di sviluppoAlessandro Coppola (Laboratorio Craet-Sun);

Ore 10:30La Sharing Economy: definizione e peculiarità di un nuovo modello di relazioni tra pubblico e privatoAndrea Pugliese (The Hub Roma);

Ore 11:30 – Coffe Break

Ore 12:00La Sharing Economy entra in ComunePaolo Testa (ANCI Cittalia);

Ore 12:30La costruzione di mappe collaborative per la valorizzazione delle risorse materiali ed immateriali dei territoriIlaria Vitellio (Mappi.na);

Ore 13:30Coworking e modelli aziendali collaborativi Corrado Sorge (Hubstrat);

Ore 14:00La sfida della mobilità sostenibileEmiliana Mellone (Associazione Cleanap – Progetto Bike Sharing Napoli);

Ore 14:30Pandora Group e la sua rete di imprese: un modello ispirato alla Sharing EconomyAlessia Guarnaccia (Pandora Group Srl).

Per maggiori dettagli e informazioni, è possibile consultare la pagina dell’evento su Facebook disponibile qui: https://www.facebook.com/events/898488660194730/

Napoli, 13/05/2015

Behance Portfolio Review: il 15 maggio a Napoli, networking e un contest riservato a creativi e designer

Il 15 maggio 2015 gli spazi di re.work, coworking napoletano con sede al Centro Direzionale (Isola E2 – Viale della Costituzione) ospiteranno la quinta edizione dell’evento Behance Portfolio Review Week: si tratta di una serie di eventi off line che Behance organizza ogni anno in svariate città a livello internazionale, allo scopo di favorire la condivisione e lo scambio di esperienze tra creativi.

La partecipazione è aperta a designer, grafici, video makers, illustratori e fotografi interessati a confrontarsi sui propri lavori e a fare networking con altri professionisti del settore.

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L’evento è organizzato da Behance.net, la più grande piattaforma on-line per la condivisione di lavori di grafica, design, fotografia, video e illustrazione che conta oltre 8 milioni di utenti attivi, in collaborazione con Base. , Hubstrat, AIAP e il già citato re.work.

Nell’edizione 2015 di Behance Review Napoli sarà introdotta un’interessante novità: l’evento è infatti abbinato ad un contest al termine del quale la Giuria di esperti sceglierà il miglior lavoro tra quelli in concorso.
Per partecipare al contest è necessario inviare la propria candidatura entro il 10 maggio attraverso il form disponibile nella sezione “PARTECIPA” disponibile al seguente link: http://www.behancenapoli.it/

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Il vincitore del contest di Behance Review Napoli avrà diritto ad un anno di utilizzo della piattaforma Bēhance enterprice e ad una mostra permanente per un anno del lavoro presso re.work.

Per partecipare all’evento del 15 maggio, invece, è necessario registrarsi a questo link: https://www.eventbrite.com/e/behance-portfolio-reviews-napoli-quinta-edizione-tickets-16746694815?utm_source=website

Napoli, 06/05/2015

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