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Tag: business

Nuovi finanziamenti per startup e PMI: lo Sportello dell’Innovazione della Regione Campania mette 75 milioni di euro a disposizione per progetti di innovazione e ricerca

La Regione Campania, con Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014, ha stanziato la cifra complessiva di 75 milioni di euro per il finanziamento dell’intervento Sportello per l’Innovazione: si tratta di un avviso pubblico, ripartito su quattro linee di intervento, finalizzato al sostegno finanziario di progetti di innovazione, ricerca e sviluppo tecnologico per la crescita dello sviluppo competitivo delle nuove imprese e degli organismi di ricerca sul territorio regionale.

L’intervento Sportello per l’Innovazione è concepito come strumento di realizzazione delle linee di intervento previste dal Piano di azione per la Ricerca e Sviluppo, l’Innovazione e l’ICT della Regione Campania (previsto con Delibera della Giunta Regionale n. 180 del 29/04/2011), e in particolare risponde a tre delle linee di intervento previste dal Piano:

Linea 2.1: Sviluppo di reti di eccellenza tra sistema pubblico della ricerca e della formazione e sistema industriale;

Linea 3.2: Incentivare lo sviluppo delle filiere tecnologiche;

Linea 3.4: Favorire la creazione di nuove imprese, con particolare riguardo ai giovani.

Allo scopo di mettere in pratica tali linee di intervento, la Regione Campania prevede quattro tipologie di azioni da avviare attraverso lo Sportello per l’Innovazione:

Azione 1: Potenziamento delle reti dedicate al trasferimento negli ambiti non tecnologici.

Tale azione si pone l’obiettivo di sostenere i processi di integrazione locali tra sistema della ricerca e sistema produttivo. Lo scopo è quello di avviare progetti “culture based” caratterizzati da innovatività e trasferibilità, oltre che si favorire la nascita di un network di eccellenza produttiva in ambiti culturali specifici grazie all’impiego di tecnologie chiave abilitanti.

La realizzazione dell’Azione 1 è resa possibile dalla linea di intervento Progetti Cultural and Creative Lab.

Azione 2: Creatività ed imprenditorialità.

Finalizzata alla promozione e al sostegno della nascita di nuove imprese innovative ad alto contenuto di conoscenza sul territorio campano, la linea di azione 2 è espressamente dedicata a startup che riescano a valorizzare economicamente i risultati della ricerca e a sviluppare prodotti e servizi basati sulle nuove tecnologie.

La modalità realizzativa prevista dallo Sportello per l’Innovazione è chiamata Campania Start-up.

Azione 3: Innovazione per le imprese ad alto potenziale.

Si propone di sostenere gli investimenti in PMI campane caratterizzate da alto potenziale in termini di innovazione, per ottenere una produzione di beni e servizi qualitativamente eccellenti grazie a processi di specializzazione produttiva che si caratterizzano per l’utilizzo di nuove conoscenze e processi di ingegnerizzazione per l’ottenimento di nuovi prodotti/servizi.

Azione 4: Progetti di innovazione derivata dalle PMI innovative.

Destinata a PMI innovative già operative sul territorio regionale, si focalizza sul sostegno di processi di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione che siano strategici per lo sviluppo del sistema regionale di innovazione e per la competitività delle imprese campane anche a livello internazionale.

Le azioni 3 e 4 saranno realizzate attraverso la linea di intervento definita dal Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014 come Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale.

Le risorse finanziarie destinate allo Sportello per l’Innovazione sono così ripartite:

1) 15 milioni di euro per i Progetti Cultural and Creative Lab;
2) 10 milioni di euro per i Progetti Campania Start-up;
3) 50 milioni di euro per i Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale, di cui 10 milioni per l’Azione 2 e 40 milioni per l’Azione 4.

Vediamo nel dettaglio ciascuna delle linee di intervento previste dall’Avviso pubblico della Regione Campania:

Progetti Cultural and Creative Lab

I finanziamenti saranno concessi a progetti innovativi cultural/cultural based nei seguenti ambiti di intervento: industrie culturali, artistiche e di intrattenimento; industria dei media; industrie creative.

Possono presentare domanda i partenariati (costituiti o costituendi) tra almeno una PMI e almeno un Organismo di ricerca, nelle seguenti forme: associazione temporanea di scopo, consorzio, società consortile o rete di impresa.

Le agevolazioni saranno concesse a progetti con un costo complessivo compreso tra 350.000 e 1.500.000 euro, deve proporre attività di R&S non ancora effettuate né in corso di svolgimento, e la partecipazione complessiva degli Organi di Ricerca al costo complessivo del progetto deve essere pari ad una percentuale compresa tra il 10 e il 40%.

I costi ammissibili devono riguardare spese sostenute per attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, e in particolare sono ammesse: spese per il personale, spese per strumenti e attrezzature, spese per consulenze tecniche e di servizi equivalenti, spese generali e altri costi (purché strettamente connessi alle attività di R&S).

I contributi saranno concessi sotto forma di aiuto a fondo perduto per una percentuale nominale delle spese ammissibili complessive: l’intensità dell’aiuto massima concedibile è pari all’80% (per i dettagli, consultare l’art. 9 del Decreto).

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 3 maggio 2014.

Progetti Campania Start-up

Gli aiuti sono diretti a startup e nuove imprese nelle seguenti fasi di sviluppo: definizione dell’idea imprenditoriale o fase di concezione dell’impresa, avvio dell’impresa, sviluppo delle attività gestionali (produzione, organizzazione e marketing per nuovi prodotti/servizi).

Le PMI che possono presentare domanda di agevolazione dovranno essere costituite da non più di sei mesi alla data di pubblicazione dell’Avviso, essere costituita in forma societaria, avere sede legale e operativa in Campania ed avere una compagine sociale composta in maggioranza da persone altamente qualificate. Le agevolazioni sono aperte anche a persone fisiche che intendano costituire una nuova impresa (in tal caso, la società dovrà essere costituita entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni richieste).

Anche per i Progetti Campania Start-up, il costo complessivo del progetto dovrà essere ricompreso tra 350.000 e 1.500.000 euro. I progetti dovranno essere finalizzati alla realizzazione di un percorso di innovazione e sviluppo del business. Per ciascuna delle tre fasi finanziabili sono previste delle percentuali specifiche a seconda delle tipologie di spesa, specificate dall’articolo 13 del Decreto.

Le tipologie di costi ammissibili riguardano: spese di consulenze straordinarie, spese sostenute per l’acquisto di Studi di fattibilità tecnica preliminari alle attività di R&S, spese sostenute per la realizzazione delle attività di R&S, spese connesse ai diritti di proprietà industriale relativamente ai risultati delle attività di R&S; spese sostenute per la realizzazione delle attività di innovazione e di trasferimento tecnologico; spese sostenute per la realizzazione degli investimenti produttivi innovativi.

L’intensità del contributo concedibile può raggiungere una percentuale massima pari all’80% dei costi di progetto, a seconda della tipologia di attività: i dettagli sono previsti dall’art. 15 del Decreto.

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 19 maggio 2014.

Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese innovative ad alto potenziale

Sono ammesse alla partecipazione all’Avviso Pubblico i partenariati (costituiti o costituendi) tra almeno una PMI e almeno un Organismo di ricerca, nelle seguenti forme: associazione temporanea di scopo, consorzio, società consortile o rete di impresa. I soggetti richiedenti dovranno avere una qualificata esperienza in attività di R&S che siano coerenti con gli obiettivi del Progetto presentato (i requisiti comprovanti tale qualificata esperienza sono elencati all’art. 18 comma 2 del Decreto).

I Progetti di trasferimento tecnologico cooperativi e di prima industrializzazione per le imprese ad alto potenziale dovranno avere un costo complessivo compreso tra 500.000 e 1.200.000 euro, con una durata prevista non superiore a 12 mesi dalla data di presentazione del progetto.

Inoltre, i Progetti presentati per l’Azione 4 dovranno soddisfare due ulteriori requisiti: prevedere attività di R&S per un valore non inferiore all’80% del valore complessivo del progetto e costi di attività di sviluppo sperimentale per almeno il 70% del totale dei costi previsti per attività di R&S.

La partecipazione degli Organismi di Ricerca ai progetti presentati dovrà essere ricompresa tra il 10 e il 40% del totale dei costi previsti (in origine il limite massimo previsto era del 30%, rettificato con Decreto Dirigenziale n. 4 del 11/02/2014).

Riguardo ai costi ammissibili, rientrano tra questi: le spese sostenute per la realizzazione delle attività di R&S, le spese connesse ai diritti di proprietà industriale relativamente ai risultati delle attività di R&S; le spese sostenute per la realizzazione delle attività di innovazione e di trasferimento tecnologico; i costi per personale altamente qualificato.

L’intensità degli aiuti concedibili, anche in questo caso, può raggiungere una percentuale massima del 70%: per i dettagli in merito, consultare l’art. 21 del Decreto.

Le domande potranno essere presentate on-line tramite apposito sportello telematico, che sarà attivato a partire dalle ore 9:00 del 3 maggio 2014.

Per tutte le linee di intervento previste dall’Avviso Pubblico per lo Sportello dell’Innovazione, la procedura di istruttoria e valutazione delle domande sarà effettuata a sportello, in base alla data di presentazione delle domande. Lo stesso soggetto non può presentare più domande di agevolazione nell’ambito dello stesso intervento.

Si rimanda alla lettura integrale del Decreto Dirigenziale n. 1 del 05/02/2014 per tutte le informazioni.

Napoli, 18/02/2014

Un premio da 20.000 $ per le migliori startup innovative al femminile del mondo: Cartier Women’s Initiative Awards 2014

Cartier Women’s Initiative Awards è una business plan competition internazionale giunta nel 2014 alla sua ottava edizione, dedicata ai migliori progetti imprenditoriali creativi ed innovativi in fase di startup guidati da donne.

L’iniziativa è nata nel 2006 ad opera di Cartier in collaborazione con il Women’s Forum, la scuola di management Insead e McKinsey & Co, allo scopo di dare visibilità internazionale e sostegno alle start up innovative create da imprenditrici di tutto il mondo: ogni anno, infatti, Cartier Women’s Initiative Awards premia sei imprenditrici con un business caratterizzato da innovatività, sostenibilità economica e responsabilità sociale sulla base di altrettante categorie geografiche (Europa, Asia-Pacifico, America Latina, Nord America, Medio Oriente-Nord Africa e Africa Subsahariana).

Il premio per le vincitrici consiste in un contributo economico di 20.000 dollari USA e un anno di consulenza personalizzata per la propria startup, inoltre le 18 finaliste parteciperanno all’evento finale che si terrà a Parigi nel mese di ottobre in concomitanza con il Global Meeting 2014 del Women’s Forum. L’evento finale consisterà in un workshop della durata di una settimana incentrato sui temi dell’imprenditorialità, e prevede una presentazione dei progetti finalisti di fronte ad una Giuria di esperti internazionali.

I requisiti per partecipare all’edizione 2014 di Cartier Women’s Initiative Awards sono i seguenti: avere un’impresa innovativa a scopo di lucro guidata da una donna, che sia in attività da non meno di un anno e da non più di tre anni. Il business deve essere caratterizzato non solo dall’innovatività, ma anche dall’originalità del progetto. Non ci sono limiti riguardo ai settori di business nè alla nazionalità delle imprenditrici, il cui unico requisito personale previsto è quello di aver compiuto il diciottesimo anno di età.

Per partecipare, occorre candidarsi on-line entro il 28 febbraio 2014 seguendo i tre step dell’Application Process (qui il link di riferimento):

1) Prepare the questions
2) Create your account
3) Complete the form

La domanda di partecipazione consiste essenzialmente in un business plan: vanno specificati quali sono i componenti del team (con relativi contatti e curriculum vitae), va inoltre spiegato in cosa consiste il prodotto/servizio dell’impresa e quali sono le strategie di distribuzione e di vendita previste, a vanno allegate l’analisi di mercato, l’analisi SWOT, l’elenco dei concorrenti, gli aspetti finanziari ed un’analisi dell’impatto previsto.

Riguardo alla timeline della competition, è possibile suddividere l’iniziativa Cartier Women’s Initiative Awards 2014 in due round:

il round 1 (giugno 2014) consiste nella selezione dei 18 progetti finalisti (ricordiamo che la deadline per candidarsi è fissata per il 28 febbraio 2014). Le startup selezionate avranno la possibilità di affidarsi ad alcuni esperti di business a livello internazionale per attività di coaching preparatorie al round 2.

il round 2 (ottobre 2014) è rappresentato dall’evento finale di Parigi, con la scelta delle sei vincitrici.

Per maggiori informazioni: http://www.cartierwomensinitiative.com/

Napoli, 14/02/2014

La Call per partecipare al Seed Program – Summer 2014 di Mind The Bridge: deadline il 28/02/2014

Sono ufficialmente aperte le Applications per il Seed Program – Summer 2014 di Mind The Bridge, programma nato dalla collaborazione con il Fondo MTS della Silicon Valley destinato a percorsi di accelerazione ad hoc (della durata di 3/6 mesi) per 5/7 startup selezionate che vogliano localizzare le proprie attività in Silicon Valley.

La partecipazione alle selezioni è aperta esclusivamente a team di founders internazionali con progetti focalizzati sul mercato statunitense. I progetti dovranno essere focalizzati su tecnologie disruptive nei seguenti settori: mobile, big data, digital publishing, educational platforms, design, fashion e payments. E’ inoltre necessario essere in possesso di un MVP e di un business scalabile.

Il Programma Summer 2014 di Mind The Bridge garantisce un percorso di mentorship con esperti altamente qualificati ed offre la possibilità di accedere ad un finanziamento seed attraverso il Fondo MTS: le candidature on-line resteranno aperte fino al 28 febbraio 2014.

Nel mese di maggio 2014 Mind The Bridge terrà un bootcamp di due giorni a Napoli, per valutare con interviste one-to-one i migliori progetti, e a giugno 2014 saranno selezionati i 5/7 progetti che parteciperanno alla Startup School di MTB a San Francisco (della durata di tre settimane).

Al termine della Startup School, saranno selezionate le startup che parteciperanno al percorso di accelerazione e che verranno valutate dal Fondo MTS per un eventuale finanziamento seed.

Per presentare il proprio progetto, il link delle Applications è il seguente: http://www.f6s.com/mtsseedprogram#/apply

Napoli, 13/02/2014

Consigli a startup e imprese – Semplicità e cambio di prospettiva: i segreti per l’innovazione di successo

Serve davvero un’idea rivoluzionaria per avere successo nel mondo imprenditoriale? A questa domanda prova a rispondere Stephen Key, inventor e co-founder di InventRight, società americana specializzata nel sostenere gli imprenditori nel lancio di nuove idee sul mercato, con un recente post pubblicato da Entrepreuner nella sezione dedicata alle startup.

Secondo l’autore, la maggior parte degli imprenditori è convinta che sia necessario avere una grande idea rivoluzionaria per avere davvero successo sul mercato: in realtà, Key sostiene che questa concezione è molto lontana dalla verità, e motiva la sua convinzione basandosi sulla naturale tendenza umana ad evitare il cambiamento, soprattutto quando si tratta di un cambiamento comportamentale.

Inoltre, le idee davvero disruptive, che portano a cambiamenti epocali (Key utilizza come esempio l’I-Phone) sono davvero poche e rare: ecco perché il motto cui Key si è sempre affidato, nei suoi 20 anni di esperienza come imprenditore ed innovatore, è “keep it simple”. Le idee semplici sono sempre le più facili da lanciare sul mercato, anche perché le idee rivoluzionarie sono particolarmente costose in termini di risorse e tempi richiesti per la realizzazione. Ecco quindi che, nella maggior parte dei casi, può essere molto più semplice e remunerativo per un imprenditore concentrarsi sul miglioramento di un’idea già esistente.

Il vantaggio del concentrare la propria attività sul miglioramento di un prodotto già esistente sta nel fatto che si può contare sulla presenza del prodotto sul mercato: un vantaggio che Key definisce enorme. Questo perché, anche se si può contare su un’idea creativa ed innovativa, l’unico vero modo per sapere se ci sono potenziali clienti disposti a pagare per il vostro prodotto è testarlo ampiamente sul mercato. Testare un’idea può essere un lavoro costoso, che richiede inoltre molto tempo: ecco perché è vantaggioso concentrarsi sull’innovazione di un prodotto già esistente. Come afferma l’autore del post, “in poche parole, c’è un rischio minore”.

Spesso si sente dire che, per essere creativi, è necessario “think outside the box”. Il “guru” americano del marketing Seth Godin afferma invece che bisogna “think next the box”. Stephen Key è convinto che a volte basta semplicemente “girare la scatola”, guardare le cose da una diversa prospettiva, per farsi venire in mente un’idea brillante e innovativa.

Il post prosegue con un esempio di idea semplice di successo: nel 1991, Paul Brown ebbe un’idea molto smart che verrà poi utilizzata dal colosso americano Heinz. Il problema da risolvere era quello di modificare le bottiglie di ketchup in modo da far fuoriuscire il prodotto senza gocciolare. L’idea vincente fu quella di adattare alle bottiglie di ketchup il sistema utilizzato per le bottiglie di shampoo, con una valvola in silicone con fessure che si aprono quando si schiaccia la bottiglia e si chiudono quando si smette di fare pressione, evitando la fuoriuscita del prodotto. Nel 1995, l’idea fruttò a Brown circa 13 milioni di dollari.

L’idea è nata traendo ispirazione dall’osservazione di ciò che è intorno a ciascuno di noi: è proprio questo, secondo Key, uno dei modi più semplici ed affidabili per ottenere un’innovazione di successo.

Per leggere il post originale: http://www.entrepreneur.com/article/231466

Napoli, 13/02/2014

La co-opetition: quando la collaborazione con i concorrenti può generare un vantaggio competitivo

Marquis Cabrera è il fondatore e presidente di Foster Skills, un’Organizzazione no profit americana che si occupa di accrescere le life skills dei minori in stato di affido attraverso attività di formazione e mentorship. In passato ha lavorato nel settore dell’Innovation per Wefunder, Wayfair e alla Casa Bianca. Il blog della Harvard Business Review ha pubblicato un suo recente contributo su un tema interessante per aziende innovative e tecnologiche: la “Co-opetition”.

La co-opetiton è una forma di cooperazione tra aziende concorrenti, particolarmente fruttuosa per aziende innovative, che si differenzia per alcuni aspetti sostanziali dai tradizionali accordi di cooperazione: in apertura del suo post, Cabrera spiega infatti che spesso le cooperazioni tradizionali, anche in caso di aziende con business di profilo elevato, falliscono. Ciò accade perchè le parti interessate partono dalla condizione di fondo che il successo di una debba andare a discapito dell’altra, e questo tipo di situazione è chiaramente un gioco a somma zero (una situazione nella quale la contrapposizione tra le parti è totale, e la vincita dell’una corrisponde alla perdita dell’altra).

Al contrario, la co-opetition rappresenta un tipo di collaborazione in cui due aziende concorrenti uniscono le proprie forze sulla base di una parziale congruenza di interessi: come affermato dai professori di management Adam M. Brandbenburger e Barry J. Nalebuff nel libro “Co-Opetiton”, quando due business agiscono basandosi su questo tipo di presupposti hanno la possibilità di diventare più competitivi cooperando.

La co-opetition si basa sul tener conto sia dell’interesse della propria azienda, che di quello dell’altra azienda coinvolta: c’è quindi trasparenza sulle motivazioni, gli obiettivi e le future mosse di entrambe le aziende. Mentre nella collaborazione tradizionale la domanda che ci si pone è “come possiamo collaborare, in modo tale che il risultato sia 1+1=2 ?”, nella co-opetition non ci si chiede quale sarà il mio risultato e quale il risultato dell’altro, bensì ci si interroga su come si possa fare in modo che “1+1=3”.

Alla base della co-opetition c’è la consapevolezza tra le due aziende di essere in concorrenza tra loro: grazie a questo punto di partenza, gli accordi riescono a prosperare e il risultato è che entrambe le aziende riescono a diventare più competitive cooperando. Ciò accade perchè, a differenza delle collaborazioni tradizionali, nella co-opetition le aziende non fingono di non essere in competizione, ma sfruttano reciprocamente la forza del proprio concorrente per prosperare insieme.

Cabrera dimostra come sia possibile arrivare a questo risultato partendo da un esempio concreto: la co-operation tra LinkedIn e i reclutatori professionisti (i cosiddetti “cacciatori di teste”). Il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman, in un’intervista al New York Times, ha spiegato questa collaborazione apparentemente contraddittoria nel modo seguente: “Non si può avere successo da soli. L’unica strada per ottenere qualcosa di grande è lavorare con altre persone. Ci sono moltissime co-opetition possibili”.

Permettere ai reclutatori di utilizzare LinkedIn per trovare potenziali candidati e opportunità di lavoro consente infatti di ottenere risultati maggiori rispetto ad agire separatamente sul mercato. La domanda che Cabrera si pone a questo punto è “come si fa a proteggere i propri interessi e al contempo a collaborare con i propri concorrenti, ottenendo come risultato la creazione del massimo valore?”. Ci sono essenzialmente tre punti da tenere in considerazione:

1. Accettare di condividere le informazioni

Condividere informazioni e competenze è un ottimo modo per costruire la fiducia con i concorrenti. L’esempio segnalato da Cabrera è il Memorandum of Understanding (MOU), una partnership non vincolante dal punto di vista giuridico, stipulata tra Ford e Toyota che potrebbe evolversi in una joint venture per lo sviluppo di un autocarro leggero ibrido: si tratta di una co-operation che sta procedendo con calma, perché anche in questo tipo di accordo, come in tutti i rapporti, con il passare del tempo la fiducia cresce e si è disposti a condividere di più. Naturalmente, per una co-opetition valida, è fondamentale che la condivisione sia vantaggiosa per entrambe le parti.

2. Concentrarsi sulla costruzione di qualcosa di nuovo

La co-opetition funziona particolarmente bene con aziende che lavorano sulla tecnologia e l’innovazione, perché per questo tipo di business le spese in R&S sono particolarmente ingenti. Un esempio è la collaborazione tra American Airlines e Boeing: se queste due aziende non avessero unito le forze, non avrebbero avuto le risorse finanziarie e la manodopera per ristrutturare e costruire i nuovi aerei nel progetto “76 Next Generation 737s”.
Quando ci si trova a dover lavorare ad un progetto particolarmente costoso, soprattutto nel settore della tecnologia e dei servizi, secondo Cabrera la strada da percorrere è quella di presentarsi al proprio concorrente e dire: “Entrambi vogliamo raggiungere il risultato X, ma abbiamo risorse limitate. Tuttavia, la tua azienda è particolarmente brava a fare A, la mia eccelle nel fare B. Se riusciamo a unire le forze e ad impiegare nel progetto risorse AB, anzichè ottenere un risultato X, potremmo ottenere 2X“.

3. Scegliere una partnership nella quale ciascuno porterà al tavolo qualcosa di diverso

Un accordo tra società simili, ma non troppo simili è il modo migliore per creare relazioni win-win: ad esempio, la partnership tra Wayfair (multinazionale americana nel settore dell’e-commerce) e Amazon ha consentito alla prima di sfruttare un marchio noto a livello globale per aumentare le conversioni di vendita, dando ad Amazon una parte dei profitti. Anche se Amazon e Wayfair sono concorrenti, l’accordo ha generato profitto per entrambe le società.
Per una co-opetition vantaggiosa, bisogna quindi assicurarsi che le aziende siano simili, ma che le risorse apportate da ciascuna delle aziende coinvolte siano diverse.

Per leggere il post originale sul blog di HBR: http://blogs.hbr.org/2014/02/use-co-opetition-to-build-new-lines-of-revenue/?utm_source=Socialflow&utm_medium=Tweet&utm_campaign=Socialflow

Napoli, 11/02/2014

Pubblicati i nuovi orientamenti UE in tema di aiuti di Stato per investimenti in equity: focus particolare su accesso al credito, PMI e innovazione

Sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i nuovi Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitale di rischio nel territorio degli Stati Membri: si tratta del documento che andrà a sostituire gli orientamenti in scadenza al 30 giugno 2014, e che entreranno in vigore a partire dal 1° luglio 2014.

Si tratta di uno strumento fondamentale che la Commissione intende affiancare alle altre iniziative UE per favorire l’accesso al credito delle PMI, ed in particolare ai programmi Horizon 2020 e COSME 2014/2020: lo scopo principale è quello di promuovere la nascita e la crescita di nuove imprese, “in particolare quelle più innovative e a forte crescita”, che possono inoltre generare nuova occupazione.

Presupposto di base da cui parte la Commissione è che spesso le PMI, nonostante le loro potenzialità di crescita, possono avere difficoltà nell’accesso ai finanziamenti: ciò è vero soprattutto per le imprese che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo, e quindi per le startup.
In questo contesto, la Commissione ritiene che sia necessario promuovere misure che siano in grado di migliorare ed ampliare l’utilizzo di strumenti di equity e di debito, con strumenti semplici, flessibili ed efficaci.

Tra le novità degli Orientamenti, che saranno in vigore dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2020, abbiamo innanzitutto un ampliamento del campo di azione degli aiuti di Stato per promuovere gli investimenti in capitali di rischio: non saranno più destinati soltanto alle PMI, ma saranno incluse tra le imprese beneficiarie anche le midcap e le imprese a media capitalizzazione innovative (in particolare, per progetti di innovazione e di R&S).

Gli aiuti, in particolare sottoforma di agevolazioni fiscali, potranno inoltre essere indirizzati agli investitori e agli intermediari finanziari (o soggetti gestori di intermediari finanziari). Sono concedibili anche aiuti di Stato per la creazione di piattaforme alternative di negoziazione, che potranno coprire fino al 50% dei costi.

Inoltre, è previsto un innalzamento sostanziale della soglia massima di aiuti concebili: dagli attuali 1,5 milioni di euro previsti, gli aiuti potranno arrivare fino a 15 milioni di euro per impresa.

Riguardo invece alle tipologie di strumenti, gli aiuti di Stato per la promozione degli investimenti di rischio potranno assumere diverse forme: equity, quasi-equity, prestiti ed interventi di garanzia.

Rimane in vigore l’obbligo di partecipazione di investitori privati agli strumenti di sostegno pubblico: è infatti indispensabile, secondo la Commissione, che ci sia condivisione dei rischi e dei benefici tra lo Stato e i privati, per assicurare una corretta gestione ed utilizzazione degli strumenti di accesso al credito.

Per il documento integrale della Commissione Europea: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2014:019:0004:0034:IT:PDF

Napoli, 07/02/2014

Consigli alle startup: secondo Stacey Alcorn, l’ingrediente fondamentale per il successo è il network

Stacey Alcorn è un’imprenditrice seriale americana di grande successo, che possiede e gestisce diverse aziende nell’area di Boston ed è autrice del libro “Reach! – Dream, Stretch, Achieve, Influence”. Uno degli post più recenti pubblicato da Entrepreuner porta la sua firma, ed è dedicato al tema del Business Plan e dell’importanza del network per aziende in fase di startup.

Oltre la metà delle startup, pur essendo guidate da founder ambiziosi ed appassionati, non riesce ad andare oltre i primi quattro anni di attività: secondo la Alcorn, il motivo alla base di così tanti fallimenti è da ricercare nella cattiva stesura del Business Plan. In particolare, l’autrice del post identifica un “ingrediente-chiave” del Business Plan di una startup che può fare la differenza tra il successo e il fallimento dell’azienda: questo ingrediente è il network.

Qualsiasi azienda, per raggiungere i propri obiettivi di business, ha bisogno di un network, una rete di persone che possano aiutarla lungo il percorso: clienti, fornitori, venditori, team di esperti di marketing, mentors e altri imprenditori con cui collaborare. Stacey Alcorn è assolutamente certa dell’importanza fondamentale del network per il successo di una startup, tanto da affermare che gli obiettivi di business possono essere raggiunti anche senza capitali, se si dispone di un network di persone competenti.

Ma quali sono i cinque step fondamentali per scrivere un Business Plan e costruire un network di persone che porteranno al successo una startup? La Alcorn li elenca nel suo post in maniera semplice ed efficace.

1. Mettere su carta gli obiettivi.

Il Business Plan ha importanza fondamentale perchè permette di tracciare la vision, la mission e gli obiettivi aziendali. Anche se non è possibile scrivere un complicato piano aziendale, all’inizio può essere sufficiente scrivere i propri obiettivi su un semplice foglio di carta: questo basta a passare allo step successivo.

2. Mobilitare i propri contatti.

Una volta fissati su carta gli obiettivi, secondo la Alcorn è il momento di “mobilitare le truppe”: per ciascun obiettivo identificato occorre fare una lista delle persone che si conoscono o che bisogna conoscere per realizzare la vision. Tra gli strumenti più utili per effettuare questa “mappatura del network”, l’autrice segnala in particolare Facebook e LinkedIn.

3. Costruire le relazioni.

Spesso la maggioranza delle persone indispensabili per costruire il network non è ancora inclusa tra i contatti. Per risolvere questo problema, occorre “scavare più a fondo” nella nostra rete di contatti già disponibili e identificare le persone che ci consentiranno di entrare in contatto con chi stiamo cercando.
L’autrice spiega che è necessario costruire dei veri e propri ponti per metterci in relazione con chi ci aiuterà a costruire la nostra vision, e ciò significa delineare una strategia apposita di networking e costruzione delle relazioni.

4. Offrire aiuto.

Una volta effettuata la mappatura del nostro network ideale è il momento di costruire le condizioni più adatte per poter attingere alle risorse di cui la nostra startup ha bisogno. Il consiglio della Alcorn è quello di non chiedere mai direttamente: bisogna sempre dare, prima di chiedere.
Ciò significa, in pratica, prendere la lista delle persone del nostro network, scoprire di cosa hanno bisogno, raggiungerli ed essere pronti, disposti ed in grado di aiutarli.
Quando si inizia ad aiutare le persone del network, senza alcuna aspettativa, si scopre che non solo si ottengono ottimi risultati, ma la rete inizia automaticamente ad espandersi.

5. Condividere la propria vision.

Ultimo step per massimizzare il successo imprenditoriale è quello di condividere la propria vision con il network: ciò significa mantenere contatti costanti e regolari con una vasta gamma di persone. Si tratta delle stesse persone che avranno ricevuto il nostro aiuto, e alcuni di loro si dimostreranno pronti a ricambiare aiutandoci a raggiungere gli obiettivi di business identificati nel nostro Business Plan.

In conclusione, Stacey Alcorn afferma che per avere un business di successo “it takes a village”: per andare avanti e crescere è fondamentale mobilitare la propria rete.

Il post originale su Entrepreuner è disponibile al seguente link: http://www.entrepreneur.com/article/231259

Napoli, 06/02/2014

Eventi per startup a Napoli: il Convegno ODCEC del 13 febbraio 2014

L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – Circondario del Tribunale di Napoli ospiterà il 13 febbraio 2014 un’interessante convegno sul tema “Startup innovative per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno”.

Il Convegno si terrà nella mattinata di giovedì (dalle 9 alle 13) presso la sede ODCEC di Piazza dei Martiri n. 30 a Napoli, e la partecipazione consente l’attribuzione di 4 crediti formativi validi per la formazione professionale continua del dottore commercialista ed esperto contabile.

I temi trattati, nel dettaglio, saranno:

– Il quadro normativo delle startup innovative,
Vantaggi per aziende in possesso dello “status” di startup innovativa,
– Le agevolazioni, le modalità di accesso al credito e gli aspetti fiscali previsti per le startup innovative,
– L’evoluzione nel ruolo del Venture Capital e delle Università italiane nell’ecosistema startup.

Tra i partecipanti, alcuni esponenti dell’ODCEC Napoli tra cui il Presidente Vincenzo Moretta, la dott.ssa Carmen Padula (Presidente della Commissione Sviluppo Attività Produttive); protagonisti del mondo istituzionale tra cui l’on. Fulvio Martusciello, Assessore Sviluppo Attività Produttive – Regione Campania; protagonisti del mondo startup come Alessandro Gargani ed Eugenio Gervasio (Sviluppo Campania), Edoardo Imperiale (Campania Innovazione), Gennaro Tesone (56CUBE); esponenti del mondo accademico e imprenditoriale, tra cui il Prof. Roberto Vona (Università Federico II) e Vincenzo Caputo (Presidente Giovani Imprenditori – Unione Industriali di Napoli).

La moderazione degli interventi sarà affidata a Giovanni De Caro, Investments Manager di Atlante Ventures.

Per partecipare al Convegno “Startup innovative per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno” è necessario inviare un’e-mail all’indirizzo prenotazione@odcec.napoli.it, specificando nell’oggetto la dicitura “STARTUP”.

Il programma dell’evento è disponibile a questo link:
http://www.odcec.napoli.it/images/docs/13.01.14%20Convegno%20START%20UP.pdf

Napoli, 05/02/2014

Presentata a Milano l’edizione 2014 di Startup Revolutionary Road

Presentata a Milano la seconda edizione di Startup Revolutionary Road, l’iniziativa di Microsoft Italia e Fondazione Cariplo dedicata ai giovani innovatori italiani che vogliono trasformare il proprio progetto in una startup.

Per il 2014 l’iniziativa si avvarrà anche della collaborazione di Italia Camp, associazione nata nel 2010 che collabora con le maggiori università del nostro Paese allo scopo di selezionare le migliori idee imprenditoriali dei giovani talenti italiani. Tra i partner del progetto figurano inoltre Fondazione Filarete, TechGarage, Fondazione Politecnico di Milano, I3P (Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino) e InnovAction Lab.

Come per l’edizione 2013, l’iniziativa Startup Revolutionary Road sarà sostenuta dal programma internazionale di Microsoft YouthSpark e offrirà ai partecipanti un interessante programma di formazione e mentorship gratuito: l’obiettivo dichiarato da Carlo Purassanta (AD Microsoft Italia) e Giuseppe Guizzetti (Presidente Fondazione Cariplo) è quello di raggiungere con la nuova edizione oltre 20.000 giovani, formandone 2.600 e creando 900 nuovi posti di lavoro.

Il percorso di Startup Revolutionary Road segue una struttura “a imbuto”: una prima infarinatura è disponibile per tutti i partecipanti grazie ad un’apposita piattaforma on-line, mentre il secondo passaggio è rappresentato da una serie di seminari dedicati a chi presenta un’idea interessante da sviluppare.
In seguito, le startup selezionate potranno beneficiare, oltre al percorso di mentorship e formazione (con particolare focus su temi manageriali e competenze informatiche), dell’accesso al programma Microsoft BizSpark, che consente l’accesso gratuito alle tecnologie e al network Microsoft.

Rispetto allo scorso anno, inoltre, sono state annunciate due importanti novità per Startup Revolutionary Road 2014: le selezioni saranno caratterizzate da un focus particolare sulle aspiranti imprenditrici digitali (le startup digitali “al femminile” sono infatti ancora una minoranza) e da un’attenzione alle proposte provenienti da giovani del Sud Italia, soprattutto grazie alla collaborazione di Italia Camp, particolarmente attiva nelle Università del Meridione ed in particolare in Puglia e Sicilia.

Per maggiori informazioni: http://www.digitalipercrescere.it/Startupper/Startup-Revolutionary-Road.htm

Napoli, 04/02/2014

Innovazione e stampa 3D: domani a Napoli la prima tappa del tour di 3D Hubs

Mentre il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est apre la settimana degli eventi dedicati al mondo delle startup, della tecnologia e dell’innovazione con l’Open Workshop a cura di Alberto Giusti dedicato al tema “SEO SEM e Social: come capire quale leva può aiutarti a lanciare il tuo progetto”, il capoluogo partenopeo si prepara ad ospitare un altro interessante appuntamento per startupper, talenti creativi e innovatori.

Nel pomeriggio di domani, martedì 4 febbraio, a partire dalle 18:30 il Riot Studio (Via San Biagio dei Librai 39 – Napoli) sarà infatti sede della prima tappa prevista per l’Italian Tour di 3D Hubs: un’occasione di incontro per la community dei makers partenopei.
3D Hubs è la più grande piattaforma mondiale dedicata alla stampa 3D e alla tecnologia maker: il suo obiettivo è quello di mettere in contatto chi vuole stampare in 3D con chi possiede una stampante 3D.

La tecnologia 3D sta crescendo molto in Italia, probabilmente grazie alla tradizione artigianale che da sempre caratterizza l’economia del nostro Paese, e le community di 3D Hubs in Italia negli ultimi mesi sono aumentate passando da una a dieci: questa crescita ha convinto i responsabili di 3D Hubs ad organizzare, tra febbraio e marzo 2014, un tour nelle maggiori città italiane con lo scopo di favorire l’incontro tra le community locali dei makers e le aziende ed organizzazioni interessate al fenomeno.

Il Tour di 3D Hubs in Italia prevede le seguenti tappe:

– 04/02 Napoli – Riot Studio (qui il link per partecipare);
– 06/02 Firenze – IED Firenze (qui il link per partecipare);
– 07/02 Bologna – MakeinBo (qui il link per partecipare);
– 08/02 Torino – Toolbox Coworking (qui il link per partecipare).

Alle quattro tappe elencate, che corrispondono al lancio di altrettante nuove community 3D Labs, si aggiungono inoltre due eventi di “Community Celebration“: gli appuntamenti sono a Roma (Roma 3D Days – 13 e 14 febbraio) e a Milano (7 marzo al FabLabMilano).

Per maggiori informazioni è possibile scrivere a simona.ferrari@3dhubs.com

Napoli, 03/02/2014

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