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Tag: branding

Mediterranean Diet: il programma per la creazione di imprese legate alla Dieta Mediterranea

Living Lab – Il programma di formazione e co-progettazione.

Al via il Bando Mediterranean Diet – When Brand Meets Peoples, finanziata dal Programma Interreg Med FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020 finalizzato a promuovere una crescita sostenibile nell’area del Mediterraneo.

I Living Lab sono aperti a tutti coloro che siano interessati a partecipare allo sviluppo di idee
imprenditoriali innovative nei settori della Dieta Mediterranea.

Nel particolare, il progetto MD.net è volto a favorire, tramite i Living Lab, la crescita economica e l’inclusione sociale nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni attraverso i quattro temi portanti della Dieta Mediterranea:

  1. Il Racconto della Dieta Mediterranea – La valorizzazione, attraverso la narrazione di riti, simboli, narrazione, modi del cibo e creatività.
  2. Le Forme del Territorio della Dieta Mediterranea – Risorsa Idrica, Accessibilità, Insediamenti, Agricoltura, Paesaggio I caratteri distintivi del territorio influenzano gli stili di vita e i modelli nutrizionali.
  3. Il Branding Dieta Mediterranea – Promozione Internazionale delle Identità Locali
  4. I Prodotti della Dieta Mediterranea fra Tradizione, Normativa ed Innovazione

La metodologia di lavoro dei Living Lab si sviluppa in maniera circolare in 4 fasi di condivisione e trasferimento della conoscenza:

  1. Training partecipativo“, lezioni, suddivise in Masterclass e conversazioni interattive;
  2. Discoveries, analisi di buone pratiche e iniziative che provengono dal territorio e da
    esperienze svolte in ambito nazionale e internazionale;
  3. Co-design, gruppi di co-progettazione, in cui si discutono, si integrano e si sviluppano le
    singole idee, legate a ciascuno dei quattro temi portanti individuati da MD.net;
  4. Percorsi individuali con esperti per il perfezionamento delle idee progetto emerse.

I partecipanti avranno l’opportunità di sperimentare:

  • strumenti e metodologie innovative di coprogettazione;
  • condividere le loro visioni di lavoro e di impresa;
  • esporre le loro idee e verificarne e approfondirne l’esecutività tecnica e finanziaria con il supporto di esperti ed esponenti del settore.

A conclusione del Living lab, la Commissione valutatrice, selezionerà otto idee progetto, due per ciascun tema, a cui sarà data la possibilità di avere il supporto dello staff regionale del Progetto MD.net, per identificare modalità di finanziamento e attivare i processi tecnici e amministrativi per la richiesta dei fondi necessari alla creazione di nuove imprese.

Per partecipare al Bando Mediterranean Diet, la deadline è fissata entro e non oltre il 30° giorno a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione dell’Avviso sul BURC della Regione Campania, è possibile compilando la domanda di partecipazione, redatta su fac simile (Allegato A) ed inoltrata all’indirizzo PEC: dg.500500@pec.regione.campania.it.

10 consigli di marketing per startup da non perdere

Il marketing rappresenta una delle parti cruciali di qualsiasi attività commerciale, e una startup agli inizi non fa certo eccezione.

Qualsiasi grande azienda di successo è stata all’inizio una startup ed è proprio nella fase iniziale del business che si pongono le basi di quella che sarà la vita futura dell’impresa: ogni scelta riguardante il brand, il prodotto o servizio offerto, i partner commerciali e gli investitori avrà un impatto sul futuro successo o insuccesso di mercato.

In un interessante post pubblicato da Concordance a firma di Manan Ghadawala, founder di 21Twelve Interactive, una delle app factory di maggior successo degli ultimi anni in India e Stati Uniti, l’autore raccoglie 10 consigli di marketing fondamentali per impostare fin dal primo giorno le strategie di digital marketing e social media marketing di un’impresa innovativa appena nata.

1. Conosci il tuo business

Per configurare la startup in generale e le strategie di marketing in particolare occorre conoscere a fondo il proprio business di riferimento: raccogli più informazioni possibile sul mercato, sul settore, sul lavoro, sul target ancor prima di iniziare a lavorare sul prodotto/servizio.

2. Conosci i tuoi utenti

Studiare a fondo il mercato per sapere quale sia la tua domanda di utenti è il passo successivo, che fornirà le informazioni necessarie a progettare il prodotto/servizio della tua startup: il mercato va studiato sia dal punto di vista della domanda che da quello dell’offerta esistente.

3. Conosci il marketing

Analizza le modalità di commercializzazione, distribuzione, presentazione del prodotto/servizio che vengono già utilizzate sul tuo mercato di riferimento dai competitor: è il modo migliore per capire come impostare le tue strategie di marketing.

4. Fuori dagli schemi

Per distinguerti sul mercato, devi pensare fuori dagli schemi: i “classici” suggerimenti di marketing non faranno certamente miracoli per la tua startup. Costruisci la strategia pensando fuori dai classici schemi e lavorando alla comunicazione in maniera creativa.

5. SEO

L’ottimizzazione per motori di ricerca, ossia SEO, è fondamentale per far sì che gli utenti che cercano un dato prodotto/servizio vedano per primo il tuo brand. Lavora sodo per un digital marketing in chiave SEO per posizionare al meglio il tuo prodotto, crea un sito web chiaro e mobile-friendly, assicurati che tutte le pagine siano ben navigabili, accessibili e funzionanti.

6. Social

Il digital marketing e il social media marketing sono ormai la punta di diamante per le startup che cercano di diffondere il proprio prodotto/servizio: lavora al meglio su più piattaforme possibili, scegliendo il linguaggio e la comunicazione giusta in base al target di riferimento.

7. Istruire, non promuovere

Quando parli ai tuoi clienti del tuo prodotto/servizio, non farlo soltanto nel senso di promuoverne l’acquisto: comunica al cliente allo scopo di istruirlo su quelli che sono i benefici e gli aspetti positivi del tuo brand. Crea più possibile connessioni personali con ciascun cliente, in modo tale da indurli a fidarsi maggiormente di te, della tua azienda e dei tuoi prodotti/servizi.

8. Coinvolgimento e concentrazione

Siate sempre vigili e concentratevi sulla necessità di rendere felici e soddisfatti i vostri clienti, assicurandovi al contempo di coinvolgerli con il brand per farli sentire importanti e parte della grande famiglia che è la vostra azienda. Prendersi cura dei clienti accrescerà il loro livello di fidelizzazione.

9. Il contenuto è ciò che conta

Offri ai tuoi clienti contenuti preziosi ed originali, non imborgliare né fare il furbo a riguardo perché i clienti se ne accorgeranno, resteranno delusi e ti abbandoneranno.

10. Branding

Lavora sul branding del tuo prodotto/servizio: lavorare sul marchio avrà una ricaduta positiva sulla tua posizione da leader di settore. Concentrati sul fornire qualità e quantità, rendi i tuoi prodotti unici ed autentici e crea un immagine ben precisa del tuo marchio nell’immaginario comune.

FONTE: https://concordance-xmpp.org/marketing/marketing-tips-for-startups/

PMI e start-up: il 17 settembre 2019 seminario a Napoli sulla proprietà intellettuale

L’iniziativa che ha come obiettivo quello di sensibilizzare in particolare le Piccole e Medie Imprese e le aziende di nuova costituzione.

Si svolgerà a Napoli il 17 settembre 2019 presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il seminarioLa Proprietà Intellettuale come asset strategico per le PMI e le Start-up” organizzato dall’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale – OMPI/WIPO e dalla Direzione Generale per la lotta alla contraffazione – Ufficio italiano brevetti e marchi – DGLC-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Confapi e la Camera di Commercio Internazionale – ICC Italia.

L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare in particolare le Piccole e Medie Imprese e le aziende di nuova costituzione sui temi legati alla tutela e allo sfruttamento della Proprietà Industriale e alla lotta alla contraffazione, incoraggiando la conoscenza del valore dell’attività creatività e innovativa e della sua protezione nell’ambito produttivo ed universitario.

Di seguito il Programma dell’evento:

Martedì, 17 settembre 2019
Dalle ore 9:00 alle ore 9:30 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI
Alle ore 10:00  APERTURA

Saluto di benvenuto:

  •  Prof. Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II;
  • Simona Marzetti, Dirigente – Ufficio affari internazionali, Direzione Generale per la lotta alla contraffazione (DGLC) – Ufficio italiano brevetti e marchi (UIBM), Ministero dello Sviluppo Economico;
  • Giovanni Napolitano, Vice Direttore, Dipartimento per i Paesi in transizione e sviluppati (TDC), Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI)
  • Raffaele Marrone, Presidente, Confapi Napoli
  • Michele Elio de Tullio, Presidente, Commissione Proprietà Intellettuale, ICC Italia

Dalle ore 10:00 alle 10:40 – Cos’è la gestione della Proprietà industriale? Perché è importante per le PMI?
Relatore: Giovanni Napolitano
L’OMPI e il suo ruolo a supporto delle PMI nell’e-commerce, nel branding, nell’export
Q&A

Dalle ore 10:40 alle ore 11:30 – Marchi, Indicazioni Geografiche, Disegni
Relatore: Giovanni Napolitano
I Servizi, le Banche dati, le Pubblicazioni dell’OMPI e il loro utilizzo da parte delle PMI

Case Study: Giacomo Maggiaro, Sales Manager, Azienda Agricola Biologica “Franca Battista” Q&A

Dalle ore 11: 30 alle ore 11:45 – Coffee Break

Dalle ore 11.45 alle ore 13:00 – Il ruolo dei Brevetti per le PMI
Relatore: Giovanni Napolitano
“Prediagnosi aziendale: un nuovo strumento per aiutare le PMI ad usare la proprietà industriale per proteggere i propri asset”

Case Study: Flavio Farroni, CEO & co-founder, MegaRide

Q&A

Dalle ore 13:00 alle ore 14:00 – Pausa pranzo

Dalle ore 14:00 alle ore 15:30 – Segreti industriali, informazioni e strumenti di proprietà industriale per le PMI
Relatore: Avv. Michele Elio de Tullio, ICC Italia
Relatore: Roberto Sandrini, Referente italiano, Progetto europeo Value
IP for SMEs (VIP4SME)
Q&A

Dalle ore 15:30 alle ore 16:20 – L’Enforcement della Proprietà Industriale e le sue sfide
Relatore: Simona Marzetti, DGLC-UIBM
Relatore: Simona Rubeis, Funzionario, Agenzia ICE, Desk
Anticontraffazione e Assistenza per gli Ostacoli al Commercio, Ufficio di
Coordinamento Marketing
Relatore: Graziano Mazza, Fondatore, PREMIATA S.r.l.
Q&A

Il seminario sarà a partecipazione gratuita, previa registrazione entro il 12 settembre 2019, compilando la scheda di adesione al seguente link: http://www.uibm.gov.it/attachments/article/2008618/SCHEDA%20DI%20REGISTRAZIONE.pdf

Startup e Branding: le regole per costruire e far crescere un marchio di successo

Martin Zwilling (CEO e founder di Startup Professionals) ha raccolto le otto regole fondamentali per una startup che vuole costruire un brand di successo duraturo nel tempo: l’elenco è stato recentemente pubblicato da Forbes, in un articolo intitolato “8 New Rules For Growing An Enduring Startup Brand”.

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Tutte le startup, al momento di lanciare un nuovo business, sperano di poter diventare il brand di riferimento nel proprio settore: come Starbucks per il caffè, o Apple per l’elettronica di consumo. Ma riuscire a costruire e a far crescere un brand di successo è un’impresa tutt’altro che semplice, nella quale è fondamentale una strategia ben precisa, sorretta da un lavoro costante ed impegnativo.

Tra i motivi per cui risulta così difficile per una startup costruire un brand di successo duraturo, Zwilling nomina il fatto che il mercato ed i gusti/bisogni del consumatore sono in continua evoluzione. A ciò si aggiunge la spinta dei concorrenti, che alzano continuamente il tiro riguardo ai prodotti e ai servizi, rendendo l’arena competitiva sempre più difficile da gestire e fronteggiare.

Zwilling prova a venire incontro agli startupper alle prese con il brand, fornendo un elenco di otto regole utili che nascono dalle sue riflessioni ed intuizioni dopo la lettura del libro “Rocket: Eight Lessons to Secure Infinite Growth” a cura di The Boston Consulting Group.

Alla base del suo ragionamento, c’è la convinzione secondo la quale eventuali passi falsi in materia di branding sono più semplici da recuperare, se capitano nel corso delle prime fasi di vita di una startup. Vediamo quindi, più nel dettaglio, le otto regole di Zwilling per la strategia di branding di una startup:

1) Non chiedere ai clienti cosa vogliono nel prossimo futuro

La realtà di ogni startup è quella in cui ci si sforza di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la necessità di trovare immediatamente una soluzione al problema del cliente, e l’offrire a quest’ultimo una vera e propria sfida, quella di “fare un salto avanti” utilizzando un prodotto/servizio del tutto innovativo. I clienti non possono immaginare un concetto o dei comportamenti del tutto nuovi: bisogna incuriosirli, portarli a lavorare di immaginazione, per poi proporgli una nuova realtà.

2) Trasforma i tuoi più grandi fan nei tuoi clienti “evangelizzatori”

I primi clienti soddisfatti rappresentano il veicolo attraverso il quale la reputazione di una startup arriva sul mercato: sono questi ultimi a conoscere per primi i punti di forza, le debolezze e le opportunità del nuovo prodotto/servizio. Occorre ascoltarli, rispondergli, instaurare un dialogo con loro per riuscire ad innescare il passaparola. Secondo l’autore, il valore di un cliente “evangelizzatore” può essere fino ad otto volte superiore a quello di un nuovo cliente: il passaparola riesce ad innescare una vera e propria traiettoria di crescita del valore del brand.

3) Accogli sempre il disprezzo di un cliente come se fosse un dono

In una startup è facile convincersi che una certa percentuale di clienti insoddisfatti è fisiologica: ma anche le recensioni negative vanno accolte, fornendogli una risposta esauriente. Questo atteggiamento è la chiave per la crescita del business: senza le valutazioni dei clienti, buone o cattive che siano, non ci sarà nessun miglioramento.

4) Le persone giudicano sempre un libro dalla copertina

Un cliente acquista soprattutto in base a ciò che vede: gli aspetti estetici, strettamente visivi di un prodotto/servizio sono quindi fondamentali. Come ha sempre fatto Steve Jobs, occorre creare un prodotto/servizio attraente per gli occhi, qualcosa che renda fieri, al contempo, il team che l’ha creato ed il cliente che lo ha acquistato.

5) Trasforma dipendenti e collaboratori in appassionati “evangelizzatori”

Un team motivato ed entusiasta del proprio lavoro riesce a raccontare la storia della startup e del prodotto in maniera appassionata e coinvolgente per il cliente: si tratta di una fonte importantissima di vantaggio competitivo per una startup che sta lavorando alla brand strategy. La fedeltà del team è strettamente connessa al processo di fidelizzazione della clientela.

6) Cura le relazioni reali e virtuali

Nell’era digitale, le relazioni virtuali con il cliente sono sempre più intrecciate e indivisibili dalle relazioni ed i contatti reali. Far crescere le relazioni virtuali è un processo più semplice e veloce, per cui è fondamentale per una startup utilizzare blog e social media come strumenti per costruire relazioni interattive con la clientela.

7) Fai passi da gigante piuttosto che piccoli passi

Può essere davvero difficile cambiare il mondo con piccoli progressi incrementali e di consolidamento: una startup dovrebbe essere sempre chiara, efficace, decisa nelle proprie richieste ed azioni di branding. In caso contrario, diventa veramente difficile riuscire a farsi notare nell’enorme mole di messaggi cui il cliente è sottoposto ogni giorno. Una startup può contare, da questo punto di vista, su un grande vantaggio: parte da un sogno e non ha alcun legame che la ancori al passato.

8) Non dare mai per scontato che il brand abbia raggiunto la stabilità

Tutti i rapporti sono costantemente sottoposti a cambiamenti e fluttuazioni: ciò accade anche nella relazione con il cliente. In qualsiasi momento, cambiamenti culturali ed eventi esterni possono minare la stabilità del brand: per affrontare questo tipo di problematica, una startup deve impegnarsi in un’attività costante di raccolta e monitoraggio dei dati. Sulla base dei dati, infatti, sarà possibile riconoscere repentinamente un cambiamento e reagire in maniera proattiva.

In conclusione, Zwilling fa notare come il filo rosso che lega tutte le otto regole elencate sia la necessità di costruire prima possibile uno stretto legame emotivo con il cliente: una relazione solida e basata sulla fiducia tra clientela e brand rappresenta infatti la base per una crescita esponenziale della startup.

Il post originale su Forbes è disponibile qui: http://www.forbes.com/sites/martinzwilling/2015/10/15/8-new-rules-for-growing-an-enduring-startup-brand/?linkId=18062925

Napoli, 25/11/2015

Block Chain Space: 12 settimane di accelerazione a Barcellona e funding fino a 70K per startup blockchain

Block Chain Space è un acceleratore con sede a Barcellona specializzato in startup con progetti innovativi che offrano soluzioni a reali problematiche della vita di tutti i giorni, basati sulla tecnologia blockchain.

La tecnologia blockchain (o della catena dei blocchi e delle conferme) è collegata al mondo delle monete virtuali (ad es. Bitcoin) nata allo scopo di impedire la possibilità di utilizzo multiplo della stessa moneta. Si caratterizza per essere a prova di manomissione, trasparente, immutabile e con assegnazione di una data e ora specifica.

L’applicazione della tecnologia blockchain è in grado di migliorare svariati aspetti della vita di tutti i giorni: è sulla base di questa convinzione che nasce Block Chain Space, programma di accelerazione della durata di 12 settimane che comprende sessioni formative, di mentoring e coaching in un ambiente altamente creativo e collaborativo.

blockchain

Il Programma Block Chain Space è gestito dai co-founder di Seedcoin (il primo incubatore virtuale di startup sui Bitcoin) ed il primo percorso di accelerazione avrà inizio a Barcellona il 1° febbraio 2016.

Le application possono essere inviate entro il 15 novembre 2015 al seguente link: https://www.f6s.com/blockchainspace-barcelona2016

I team selezionati per Block Chain Space parteciperanno al percorso di accelerazione in Spagna, con la possibilità di interagire con mentor e tutor internazionali esperti di tematiche quali la crittografia, l’ICT, il branding, l’acquisizione clienti, il fund raising, etc.

Inoltre, avranno l’opportunità di essere valutati per un finanziamento da Seedcoin fino a 70.000€ per ciascun team selezionato (a fronte del 5-15% di Equity).

Per ulteriori informazioni e dettagli: http://www.blockchain.space/

Napoli, 29/10/2015

Creative Clusters – Dalla Regione Campania, due Bandi dedicati a startup e imprese innovative

La Regione Campania, attraverso l’agenzia Sviluppo Campania, promuove l’iniziativa Creative Clusters, programma di animazione ed orientamento a supporto della creazione di imprese e startup innovative con progetti in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini e contribuire allo sviluppo sostenibile della Campania, in termini economici e sociali.

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In particolare, fino al 5 ottobre 2015 sarà possibile partecipare ad uno dei due bandi previsti dall’iniziativa: Smart Cities e BCT – Beni Culturali e Turismo: per entrambi, la partecipazione è aperta a studenti, imprenditori, laureati, ricercatori, startup innovative, spin-off universitari ed industriali che operano nell’ambito territoriale della Regione Campania.

BANDO CREATIVE CLUSTERS – SMART CITIES

L’obiettivo è raccogliere e selezionare le migliori idee per lo sviluppo di città intelligenti, da supportare con servizi di innovazione e creazione di impresa.
Le proposte progettuali dovranno caratterizzarsi per innovatività e creatività, e tradursi in prodotti e processi in grado di incentivare lo sviluppo economico nei seguenti ambiti di intervento:

Broad Band
Smart Health
Smart Mobility e Mobilità Alternativa
Smart Education
Smart Government
Smart Culture & Travel
Smart Security
Energie Rinnovabili ed Efficienza Energetica
Risorse Naturali

BANDO CREATIVE CLUSTERS – BCT

L’obiettivo è raccogliere e selezionare le migliori idee per il settore dei Beni Culturali e del Turismo, da supportare con servizi di innovazione e creazione di impresa.
Le proposte progettuali dovranno caratterizzarsi per innovatività e creatività, e tradursi in prodotti e processi in grado di incentivare lo sviluppo economico della città di Pompei nei seguenti ambiti di intervento:

Ospitalità (alloggio e ristorazione)
Trasporto e mobilità delle persone (in particolare dei turisti)
Facility e Utility di supporto al turismo
Organizzazione del tempo libero e attività culturali
Industria culturale
Enogastronomia e produzioni tipiche artigianali

CREATIVE CLUSTERS – DESTINATARI, TEMPI E MODALITA’

I destinatari di entrambi gli avvisi si suddividono in persone fisiche e startup (con particolare premialità per startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese e spin-off universitari ed industriali). Le persone fisiche dovranno impegnarsi a costituire una startup con sede operativa nella Regione Campania entro 45 giorni dalla sottoscrizione del contratto di servizi.

Le candidature ammesse al programma seguiranno un percorso di orientamento in tre fasi:

1) Audit dell’idea di business: analisi delle idee di business presentate per individuarne elementi chiave e criticità;
2) La cassetta degli attrezzi dello startupper: aggiornamenti tecnici ad alto contenuto specialistico su tematiche-chiave della gestione di impresa, tra cui comunicazione e marketing, fund raising e crowdfunding, branding;
3) Take off dell’idea imprenditoriale: traduzione dell’idea in un Business Plan, per verificarne la fattibilità tecnologica, economica e finanziaria ed individuare le fonti e gli strumenti di finanziamento pubblico-privati più adatti al progetto.

Per entrambi i Bandi saranno selezionati fino ad un massimo di 10 proposte progettuali, sulla base dei seguenti criteri:

Chiarezza della proposta
Impatto (sia generale che rispetto al contesto territoriale)
Grado di innovatività dell’idea
Fattibilità tecnica
Appeal di mercato
Premialità (come già accennato).

Per partecipare, occorre scaricare gli Allegati disponibili a questo link ed inviarli a mezzo PEC all’indirizzo impresainnovazione.sviluppocampania@legalmail.it

La deadline è fissata per le ore 12:00 del 5 ottobre 2015

Napoli, 29/09/2015

Innovazione in azienda: tre modi per favorire la creatività e il successo

Nick Royle è CMO a MSI, è esperto di Marketing Strategy, Social Media, Digital, Branding ed ha pubblicato di recente su LinkedIn un post dedicato al tema dell’innovazione in azienda. Secondo Royle, le aziende migliori sono proprio quelle che non si limitano a crescere ed espandersi, ma si impegnano ogni giorno a cercare nuovi modi per risolvere i problemi. Questo tipo di aziende sono quelle che non si accontentano ad essere le migliori in ciò che fanno: sono quelle che cercano costantemente di cambiare, innovare, migliorare per rendere il proprio business un successo.

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Ma in che modo un’azienda può essere davvero innovativa? L’obiettivo, secondo Role, deve essere quello di modificare le proprie “practices” per incoraggiare la creatività a fluire liberamente. L’autore suggerisce tre modalità per farlo:

1) Prestare particolare attenzione alle politiche in materia di risorse umane

Assumere persone innovative è il primo passo per migliorare l’innovazione in azienda. Ma questo, spesso, vuol dire far entrare nel team candidati che, a prima vista, non sono allineati alla perfezione alle esigenze aziendali.

Sembra un controsenso, ma un’azienda che si rivolge a candidati esattamente allineati alle esigenze del business rischia di ritrovarsi involontariamente con una serie di “cloni” che bloccano lo sviluppo aziendale, impantanandosi in una mentalità ristretta.

Scegliere i candidati giusti per l’innovazione non significa assumere personale non qualificato, o che non condivide la vision aziendale: significa essere disposti a creare un team composto da background e personalità differenti, per aumentare le possibilità di confronto e condivisione di idee.

2) Espandersi nei modi e nei luoghi giusti

Un’azienda in crescita dovrebbe prendere in considerazione l’apertura di altre sedi, per ospitare più dipendenti ed accrescere il mercato di riferimento. Ma quando un’azienda innovativa studia il mercato, sceglie di indirizzare le proprie nuove sedi nelle aree in cui è possibile ottenere maggiori potenzialità di crescita. Per questo motivo, la scelta sarà preceduta da attente analisi e ricerche, anche in termini di competenze disponibili.

La delocalizzazione internazionale può dare una grossa spinta al processo di crescita di un’azienda, e a volte un cambiamento di scenario serve anche ad aprire gli occhi e guidare il business verso attività nuove. In ogni caso, anche se l’internazionalizzazione rappresenta una grossa opportunità di crescita ed innovazione, le aziende devono essere prudenti ed assicurarsi di essere pronte per questo passo.

3) Riconoscere e premiare ogni buona idea

In un mondo utopico, qualsiasi nuova idea viene eseguita con successo fino ad aggiungere valore all’azienda. Ma purtroppo, circostanze reali e spesso impreviste possono dimostrare che una buona idea innovativa non è effettivamente realizzabile. Ciò non deve essere vissuto come un fallimento completo: quando un dipendente ha una buona idea e la determinazione di realizzarla deve essere sempre lodato e premiato, a prescindere dal risultato finale.

Il fallimento di un’idea innovativa è un rischio insito in qualsiasi percorso di crescita ed innovazione aziendale: basta pensare al concetto stesso di innovazione disruptive. Un vero leader è colui che riesce a creare una cultura aziendale fondata su valori di flessibilità, che incoraggia il team a tentare e ad imparare dagli errori.

Non bisogna mai dimenticare, però, che l’innovazione richiede coraggio, non il lanciarsi nel rischio ad occhi chiusi. Non tutte le aziende che si assumono rischi ottengono il successo, ma tutte le aziende di successo si assumono dei rischi.

Il consiglio finale di Royle è quindi quello di implementare in azienda le tre azioni elencate, ma esaminando sempre tutte le opzioni in modo critico, con mente aperta, per favorire l’innovazione a tutti i livelli.

Il post originale è disponibile qui: https://www.linkedin.com/pulse/3-ways-spur-innovation-organization-nick-royle

Napoli, 22/07/2015

Partecipare ad una Startup Competition: quali sono i vantaggi per il business?

Il portale Mashable ha recentemente pubblicato un articolo firmato da Minas Apelian, vicepresidente della Saint-Gobain / CertainTeed Corporation, azienda che si occupa di progettazione, sviluppo ed esecuzione di strategie di R&S, laureato in Ingegneria Chimica presso la Columbia University e inventore di diversi brevetti.

L’articolo in questione è incentrato sulla tematica delle Startup Competition e, in particolare, su come la partecipazione a queste iniziative possa aiutare una startup a far decollare il brand.
I motivi che, tradizionalmente, portano una startup a partecipare ad una Competition sono la possibilità di far ascoltare e diffondere la propria idea di impresa, accedere ad opportunità di finanziamento, incontrare mentor e tutor esperti per ottenere preziosi feedback e consigli sull’evoluzione del business.

Ma, secondo Apelian, le Startup Competition possono offrire anche delle opportunità in chiave di marketing, che riescono a rafforzare il brand al di là dei premi in palio. Vediamo quali sono queste opportunità:

1) Sfruttare il Brand Equity di qualcun altro

Le aziende che sponsorizzano Startup Competition sono solitamente tra i più influenti leader di mercato nel loro settore di riferimento: queste aziende hanno solitamente dei valori e delle mission solide e un pubblico di riferimento ben definito, che conosce e comprende tali valori chiave.

Quando dei brand di questo tipo assegnano un premio ad una startup, quest’ultima vede il proprio avvio “garantito”, e agli occhi del mercato e della clientela la startup si propone automaticamente come una realtà di mercato che condivide sinergie ed obiettivi con un brand famoso e consolidato.

In questo modo, sia i potenziali clienti che investitori potranno riconoscere più facilmente ciò che la startup rappresenta: si tratta quindi di un grosso vantaggio in termini di reputazione, che permette alla startup di essere vista immediatamente di buon occhio dal pubblico, dai VC, dai media, etc.

2) Accesso ad esperti di marketing

Spesso gli startupper devono affrontare una serie di attività in differenti ambiti della vita aziendale: tra questi, il branding viene inizialmente tenuto in minor considerazione, in quanto si pensa sia qualcosa su cui concentrarsi più avanti.

Infatti, ad un certo punto, arriva il momento in cui il brand diventa un aspetto prioritario: in questo senso, la partecipazione ad una Startup Competition può essere d’aiuto per la startup in quanto consente di entrare in contatto con esperti di marketing, in grado di sostenere il team nelle strategie di branding, con metodologie e strumenti di comprovata utilità.

Quando il marketing diventa una priorità per la startup, gli esperti incontrati attraverso le competition possono infatti supportare, orientare e offrire consulenza al team nella di pianificazione delle attività di branding e comunicazione.

3) Creare collegamenti e relazioni

Ogni imprenditore con esperienza conferma che la strada del successo di un’azienda è lastricata da incontri casuali e a volte improbabili, che si rivelano delle utili connessioni.

Quando una startup partecipa ad una competition, ha una grossa opportunità di fare networking e, quindi, di accedere ad una serie di contatti che possono rivelarsi utili non soltanto nell’immediato, ma per l’intera vita del business.

Partecipare alle Startup Competition rappresenta infatti l’occasione per incontrare top manager di grandi aziende, opinion leader e tante altre persone in grado di espandere la rete di contatti personali e professionali dei founder. Relazioni di questo genere sono indispensabili per una startup: possono essere fucina di nuovi talenti per accrescere il team, o per instaurare partnership vantaggiose e, più in generale, per far conoscere il proprio prodotto/servizio al mercato.

Da questo punto di vista, Apelian sottolinea l’importanza per uno startupper di costruire e mantenere nel tempo un network di contatti e relazioni che, nel tempo, lo aiuteranno a raggiungere gli obiettivi del business.

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In conclusione, il consiglio di Apelian è quello di valutare tutte le opportunità che la partecipazione ad una Startup Competition può offrire, cercando di ampliare la propria osservazione al quadro generale, senza soffermarsi esclusivamente sui premi in palio.

Per leggere il post originale: http://mashable.com/2015/06/17/startup-competition-perks/

Tutte le competition approfondite nel nostro blog sono ricapitolate nelle tabelle disponibili qui: https://www.incubatorenapoliest.it/bandi-competition-opportunita-per-startup-e-imprese-date-e-scadenze-utili/

Napoli, 18/06/2015

Branding Strategy: i consigli alle startup per costruire un brand di successo

Fabian Geyrhalter è founder della branding agency FINIEN e co-autore del libro “How to Launch a Brand”. Proprio sul tema della creazione di un Timeless Brand, un brand “senza tempo”, ha di recente pubblicato su WeWork un post molto interessante dedicato ad una serie di consigli utili in tema di Branding Strategy per startup alle prese con le prime fasi del business.

L’autore parte con un esempio decisamente noto: il brand Coca-Cola. Coca-Cola ha decisamente uno dei brand più famosi ed evocativi al mondo: basta nominarla per immaginare il carattere corsivo, i colori rosso e bianco, le bottiglie curve, gli orsi polari protagonisti dei suoi spot più famosi. Questo risultato è stato possibile solamente grazie a decenni di attività di brand building, con lavoro assiduo e costante sul logo, le immagini, i messaggi inviati al mercato.

Per la maggioranza delle aziende non è facile costruire un brand così forte. Questo accade, secondo Geyrhalter, a causa di un errore parecchio diffuso: gli imprenditori si lasciano troppo spesso trasportare dalle mode del momento.
Ma, anche se cambiano le mode e gli stili, l’azienda deve tenere sempre ben presente che il nome ed il logo non dovrebbero cambiare mai. Bisogna mantenerli fin dall’inizio, dalle fasi di startup, in modo da non confondere il target di riferimento. Creare un marchio, infatti, significa riflettere i valori dell’azienda e la passione condivisa per essi con i clienti: questi dovrebbero essere, per definizione, dei punti fermi.

Il brand che resta più a lungo e fermamente impresso nella mente dei consumatori è quello che è stato costruito con passione, impegno, “anima” e che viene proposto sul mercato in maniera sincera e coerente. Solo in questo modo è possibile ottenere quello che Geyrhalter definisce un “Timeless Brand” come quello di Coca-Cola.

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Vediamo quindi i cinque suggerimenti utili che l’autore fornisce alle startup per costruire fin da subito un Timeless Brand:

1) Lascia perdere le tendenze

Le tendenze (o trend) del momento sono passeggere, è improbabile che resistano nel tempo: le persone, invece, sono alla ricerca di qualcosa di duraturo e distinguibile. Nella creazione del brand bisogna evitare di considerare le mode del momento, e costruire l’identità di marca in maniera creativa e onesta: in questo modo sarà più probabile avere un brand forte e duraturo.

2) Trova un angolatura unica

Non bisogna mai uniformarsi troppo ai concorrenti, anzi: l’obiettivo deve essere quello di definire una propria brand identity unica e distinguibile. Nella costruzione del brand bisogna guardare oltre i competitors e fidarsi ed affidarsi alla proprie convinzioni.
Il marchio va costruito sulla base dei valori più profondi che identificano l’azienda: solo in seguito si potranno scegliere le strategie e gli strumenti migliori per comunicarlo al pubblico.
Una volta che si decide esattamente quale messaggio si vuole comunicare alla clientela, è possibile creare un brand (dal punto di vista visivo e verbale) davvero unico e duraturo.

3) Definisci il tuo brand

Un brand “senza tempo” condivide una passione ben precisa con il suo target di riferimento. Ad esempio, Patagonia produce abbigliamento per chi fa climbing, sci ed altri sport all’aria aperta: il brand si rivolge quindi a tutti coloro che amano il contatto con la natura, ed è stato possibile per l’azienda espandersi con prodotti relativi a vari sport senza perdere l’attenzione dei clienti.

4) Sii coerente

Il nome ed il logo dell’azienda sono le prime due cose a cui la gente pensa quando pensa al brand: è quindi indispensabile fare in modo che questi tre aspetti siano assolutamente coerenti tra loro. Bisogna inoltre assicurarsi che il logo sia distinguibile, facilmente adattabile a diverse tipologie di supporto, che rifletta nel modo migliore il prodotto/servizio dell’azienda.

5) Evita di essere troppo descrittivi

Quando si lancia un brand, è utile non essere troppo descrittivi per evitare costose operazioni di rebranding in futuro. L’incertezza di un’attività di rebranding potrebbe infatti costare molto in termini di tempo, denaro, clienti perduti.

branding

Per consolidare il brand fin dalle fasi di startup, infine, è possibile concentrare risorse ed investimenti sulla sua stabilizzazione e focalizzazione. Un marchio in sintonia con la sua identità rimane rilevante nel corso del tempo, e le persone sanno quel marchio cosa rappresenta. Basare il proprio brand su un’offerta unica e connettersi attentamente con l’audience di riferimento significa essere sulla buona strada per la creazione di un Timeless Brand.

Per leggere l’articolo originale: https://creator.wework.com/work/5-ways-to-create-a-timeless-brand/

Napoli, 16/04/2015

Il branding e la relazione con il cliente: i consigli a startup e imprese per ottenere dei “Die-Hard Followers”

Luke Summerfield è responsabile dell’Inbound Marketing a Savvy Panda, agenzia specializzata in consulenza aziendale che lavora ogni giorno per costruire casi di successo di imprese non profit, e-commerce e tecnologiche.
Un suo interessante post, pubblicato qualche giorno fa da Entrepreneur, è dedicato al tema del Branding e a come sia possibile costruire un marchio che riesca ad attrarre i cosiddetti “Die-Hard Followers”, ossia delle community di seguaci “irriducibili” che diffondono la cultura del marchio.

Nel suo post, Luke Summerfield cerca proprio di spiegare come è possibile per un brand strategist costruire una community in cui siano presenti e numerosi i Die-Hard Followers: punto di partenza dell’autore è spiegare esattamente cosa si intende con la parola “Branding”.

Il Branding è il processo attraverso il quale si formano ricordi, emozioni e una vera e propria relazione tra il marchio e il cervello del consumatore. Obiettivo di una strategia dedicata al brand è quello di costruire tale relazione in modo tale che il legame sia talmente forte da far assumere al consumatore l’identità del marchio come se fosse la sua. Il brand deve diventare lo strumento del quale il cliente si serve per aiutare se stesso a definirsi come individuo.

Un esempio di grande successo nel branding è Harley Davidson: sono stati capaci di costruire una relazione così forte con i clienti che molti di loro si fanno chiamare “Harley Rider”, si vestono con abbigliamento e accessori del marchio e sono addirittura disposti a tatuarlo in maniera permanente sulla pelle.

Creare relazioni di questo tipo non è assolutamente semplice ed è un processo che richiede molto tempo: tuttavia, Summerfield suggerisce alcune strategie utili per iniziare a sviluppare con i propri clienti delle relazioni tali da trasformare questi ultimi in veri e propri sostenitori del brand.

1) “Brandizzare” i propri clienti: una delle azioni più potenti per creare un brand “potente” è partire da tutti i dipendenti e i clienti, promuovendo il proprio marchio come un simbolo di appartenenza ad una “tribù” molto esclusiva. In questo processo è fondamentale creare nel cliente la sensazione di essere coinvolti in qualcosa di grande, di importante che li rende migliori per il solo fatto di farvi parte.

Savvy Panda, ad esempio, invia ad ogni nuovo cliente un dono di benvenuto con adesivi, gadget, e un panda di peluche.

2) Praticare atti casuali di gentilezza: si tratta di impostare dei veri e propri programmi di “random acts of kindness”, offrendo ai clienti qualcosa di inaspettato: si tratta di un modo per scatenare una profonda emozione nel cliente. Ad esempio, è possibile individuare i clienti più attivi ed inviare loro un omaggio, specificando che lo ricevono proprio perchè sono tra i clienti migliori dell’azienda.

Un’altra possibilità è quella di individuare gli influencers nella community dei clieni e offrirgli la possibilità di visitare l’azienda per conoscere chi c’è dietro il brand.

3) Andare oltre il digitale: è facile mantenere la comunicazione con i clienti attraverso mezzi esclusivamente digitali, come le e-mail o i canali social. TUttavia, le comunicazioni digitali non sono in grado di attivare la produzione di ossitocina, una componente chiave nel processo di brand building. L’ossitocina è una sostanza chimica che il cervello umano rilascia soltanto quando interagiamo personalmente con gli altri, ed è alla base della creazione di emozioni e ricordi.

Ecco perché diventa fondamentale fare uno sforzo supplementare (in termini di costi e di tempo) per comunicare con i clienti anche attraverso canali telefonici o di persona.

4) Personalizzare: come ha detto Dale Canergie, “Il suono più dolce in qualsiasi lingua è il proprio nome”. Utilizzare il nome del cliente all’interno delle comunicazioni rende il messaggio molto più potente: occorre tenerne conto, ad esempio nella gestione della customer service e nei messaggi inviati alla clientela attraverso il web.

Oltre al nome, è fondamentale cercare di conoscere gli interessi e gli hobby del cliente per provare a personalizzare sempre di più i messaggi: può sembrare una procedura difficilmente scalabile, ma in realtà la raccolta dati oggi è molto più semplice di quanto di pensi.

In conclusione, il branding è sicuramente un’attività impegnativa e onerosa, di lungo termine, che richiede un’accurata pianificazione ed una fiducia incrollabile nel proprio marchio: ma i benefici per l’azienda che riesce ad ottenere dei Die-Hard Followers altamente fidelizzati al brand sono alti, ed è per questo motivo che i Die-Hard Followers sono l’obiettivo cui ogni marketer aspira.

Per leggere il post originale di Luke Summerfield: http://www.entrepreneur.com/article/232805

Napoli, 07/04/2014